XIX Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 26 aprile 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mollicone Federico , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO DELLA DIGITALIZZAZIONE E DELL'INNOVAZIONE TECNOLOGICA SUI SETTORI DI COMPETENZA DELLA VII COMMISSIONE.

Audizione di Paolo Marzano, professore di diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli di Roma.
Mollicone Federico , Presidente ... 3 
Marzano Paolo , professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli di Roma ... 3 
Mollicone Federico , Presidente ... 6 
Cherchi Susanna (M5S)  ... 7 
Mollicone Federico , Presidente ... 7 
Marzano Paolo , professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma ... 7 
Mollicone Federico , Presidente ... 8 
Marzano Paolo , professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma ... 8 
Mollicone Federico , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal prof. Paolo Marzano ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FEDERICO MOLLICONE

  La seduta comincia alle 13.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata, oltre che con la redazione del resoconto stenografico, anche attraverso la trasmissione sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Paolo Marzano, professore di diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli di Roma.

  PRESIDENTE. Do il benvenuto, a nome della VII Commissione, al professor Paolo Marzano cui cedo la parola per lo svolgimento dell'intervento introduttivo.

  PAOLO MARZANO, professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUISS Guido Carli di Roma. Buonasera presidente. Grazie per avermi dato la parola e grazie anche per avermi dato l'onore di essere qui con voi a discutere assieme uno dei temi tra i più complessi che in questo momento la realtà digitale sta ponendo al settore del diritto d'autore, che è il tema della intelligenza artificiale e i riflessi sulla normativa in materia di diritto d'autore.
  Prima di dedicarmi a questo mi permetterei una brevissima parentesi. Sono doppiamente onorato di essere qui quest'oggi perché questa Commissione si è spesa per un disegno di legge contro la pirateria nella realtà digitale, che è fondamentale per i diritti degli autori e per l'industria della cultura. Io mi chiamo Paolo Marzano, sono avvocato di uno studio legale che si chiama Legance avvocati associati e da una ventina di anni a questa parte ho insegnato prima in Bicocca a Milano e ora in LUISS, qui a Roma, la materia del diritto d'autore.
  Come sapete in Italia la disciplina del diritto d'autore è regolata da una legge, la 633 del 22 aprile del 1941, che protegge le opere dell'ingegno di carattere creativo. La legge n. 633 non ci offre una nozione di autore, il suo articolo 6 ci dice però che «il titolo originario dell'acquisto del diritto è costituito dalla creazione dell'opera quale particolare espressione del lavoro intellettuale». «Il diritto d'autore, ci spiega il materiale estensore di questa legge Eduardo Piola Caselli, “tutela il modo individuale di rappresentare la realtà, certe cognizioni, impressioni personali dell'autore. Esso protegge qualunque espressione della personalità dell'uomo, seppur mediocre, costituendo un premio che la nazione riconosce dovuto a chi abbia compiuto un lavoro produttivo, apportando un contributo, anche modesto, alla vita intellettuale della nazione”».
  A livello internazionale la nozione di autore viene oggi individuata in colui il quale esercita una anche minima discrezionalità nel plasmare la propria opera. «Plasmare» è un termine che dobbiamo qui correttamente intendere. Creare un'opera significa essenzialmente esercitare un minimo arbitrio nel concepire essa a livello intellettuale ed esercitare poi un controllo nella sua realizzazione, esteriorizzazione, nella realtà che ci circonda. Non basta aver quindi pensato un'opera, è necessario anche esteriorizzarla e durante la fase della esecuzione dell'opera chi intende assumersiPag. 4 la paternità dell'opera deve avere la direzione, il controllo della sua esecuzione.
  Questa può essere anche ad altri delegata, ma il delegato deve seguire le indicazioni del suo direttore autore. Possono esserci variazioni tecniche ma devono essere secondarie, di dettaglio. L'autore può poi, durante l'esecuzione, anche cambiare le proprie idee, la propria impostazione e il delegato poi eseguirle. Perché queste considerazioni? Perché nel contesto dell'intelligenza artificiale diventa complesso applicare dei princìpi che sono consolidati a livello mondiale.
  Proviamo a vedere insieme come funziona un servizio di intelligenza artificiale sotto l'ottica del diritto d'autore. A monte, signori, abbiamo la figura dello sviluppatore del software di intelligenza artificiale, colui il quale disegna la struttura del sistema, del software, colui che sviluppa l'algoritmo e poi riversa nella memoria dell'intelligenza artificiale un bagaglio sconfinato di informazioni, di dati e di opere.
  Oggi i grandi sistemi di intelligenza artificiale si avvalgono di un meccanismo che si chiama web scraping, una gigantesca attività di collezionamento di opere, file audio, video, testi, immagini, liberamente accessibili su Internet, che vengono copiati e riversati nella memoria del sistema di intelligenza artificiale. A valle abbiamo l'utente del servizio, colui che «chiede qualcosa» al sistema di intelligenza artificiale ed è il sistema di intelligenza artificiale poi a rispondergli. Ho delle slide, non so se posso chiedervi di mostrarle, perché sono un esempio utile. Sono delle slide molto belle, non realizzate da me ma dal direttore generale di una casa di produzione cinematografica, che è venuto ospite di una mia lezione del corso universitario dopo aver interrogato ChatGPT e, per le immagini, Midjourney, un altro sistema.
  Siamo partiti da una domanda semplice, «alla Frassica»: «Spiegami in poche parole la differenza tra colesterolo e polistirolo». Il colesterolo è una sostanza organica appartenente alla famiglia degli steroli, presente nel nostro corpo e negli alimenti di origine animale e il polistirolo, invece, è un materiale sintetico derivato dal petrolio, appartenente alla categoria delle plastiche e via dicendo. Non ha alcuna relazione con il colesterolo e la biologia umana. Lo dice ChatGPT. Abbiamo poi chiesto: «Fammene un sonetto in rima.». Guardate, il sonetto in rima ce lo da ChatGPT, le immagini del poeta ci vengono da Midjourney. «Colesterolo sostanza che il corpo contiene, è vitale per funzioni ormoni a creare, ma troppo di esso in circolo può restringere i vasi sanguigni e portare pericoli alla salute».
  «Polistirolo invece è un polimero da petrolio estratto leggero e versatile. Imballaggi e costruzioni ne fanno uso, lontano dal colesterolo non ha legame. Ma sebbene le due sostanze non si incontrino, in questa vita a volte si intrecciano per nutrire il corpo e proteggere il cibo. Sia il colesterolo che il polistirolo, in giuste dosi, hanno un ruolo da svolgere.». Ce lo dice ChatGPT. Abbiamo quindi chiesto: «Scrivimi allora un soggetto per un film intitolato Colesterolo e polistirolo nello stile tipico di Martin Scorsese.». «Titolo colesterolo e polistirolo, genere drammatico-crimine, ambientazione New York anni '70».
  Il film racconta la storia di due fratelli, Toni e Salvatore De Marco, figli di immigrati italiani, che cercano di farsi strada nel mondo criminale di New York. Toni, soprannominato colesterolo, per la sua passione per la cucina italiana e la sua corporatura massiccia, è un uomo di grande carisma e intelligenza ma anche di una spietatezza senza limiti. Salvatore, detto polistirolo per la sua abilità nel costruire armi improvvisate con materiale di scarto, è invece un genio dell'ingegneria con un'anima tormentata.
  Prendi questa parte letteraria, la riversi sul motore di Midjourney, l'altro sistema, e viene fuori quella immagine che avete a display sulla sinistra. I due stanno già, se volete, parlandosi; l'uno risponde agli input dell'altra. Aspetta: «Quali attori potrebbero interpretare, rispettivamente, De Marco colesterolo e polistirolo? Per interpretare Toni Colesterolo De Marco potremmo considerare un attore» e ce lo dice ChatGPT «con una presenza scenica forte, carisma e capacità drammatiche. Un'opzione potrebbe Pag. 5essere Bobby Cannavale, noto per le sue interpretazioni intense e per il suo talento nel recitare personaggi complessi.». Ha già lavorato in «The Irishman». «Per il ruolo di Salvatore Polistirolo De Marco propone invece Jesse Eisenberg» che non è che abbia i tratti italiani, palermitani, sembra più irlandese. Non ha mai lavorato con Scorsese. «Entrambi lavorano per don Vittorio, il boss della famiglia Gambino.». Eccolo qua Midjourney, che risponde all'input di ChatGPT, dandoci l'immagine della famiglia Gambino.
  Vado più avanti. «Sceneggia la scena madre in cui Maria» che è la fidanzata di Toni «affronta Toni e cerca di convincerlo a lasciare il crimine». «Eccola qua, il testo della scena madre ce lo dà ChatGPT, le immagini della scena madre ce le da Midjourney». «Interno appartamento di Maria, soggiorno, sera. L'appartamento di Maria è piccolo ma accogliente; Maria circa trent'anni, Toni ne ha 35». Vado avanti rapidamente. Questi sono i dialoghi che vedrete a display tra lui e lei, con i dialoghi sempre tirati fuori da ChatGPT. Se mi permettete vado ancora avanti. Maria che risponde a lui, lui che risponde a lei, e via dicendo. Mi fermo un attimo qui, vi lascio al display questo testo fatto dalla Writers Guild of America, che è terrorizzata, la società degli autori, il sindacato degli autori cinematografici americani. Che fine facciamo? Andiamo a casa o abbiamo ancora un futuro?
  Riprendo a fare il noioso giurista che riflette sul diritto d'autore, se mi permettete, lasciandovi a display questo testo. Penso che si possano tirare alcune conclusioni.
  Il programmatore di ChatGPT o Midjourney difficilmente può essere qualificato come un autore, perché tra quello che avete visto e il lavoro fatto mesi fa o anni fa dallo sviluppatore di chat o di Midjourney non esiste legame alcuno.
  È difficile poi che il mio amico, utente di ChatGPT, possa essere considerato autore. Abbiamo avuto un ruolo minimale, abbiamo chiesto «Spiegami la differenza tra colesterolo e polistirolo. Mettimi su un film in stile Scorsese», input minimali per poter dire che noi siamo autori di quello ChatGPT ha prodotto.
  Noi, più che altro, chiediamo al software cosa vogliamo, non come lo vogliamo. Nella esecuzione noi abbiamo un ruolo poi pari allo zero, perché il mio amico e collega non ha scritto i testi e men che meno ha realizzato quelle immagini. Non abbiamo neanche concepito il film o il sonetto, gli abbiamo detto: «Fammi un sonetto con queste due rime, con delle rime che tocchino colesterolo e polistirolo.». Possiamo ipotizzare una paternità per adozione? Posso dire divento autore perché di fronte a questi risultati mi piace e faccio mia questa opera che però non ho creato.
  La paternità per adozione, a livello mondiale, il diritto d'autore la conosce ed è soprattutto il mondo dei fotografi naturalisti e dei fotoreporter di guerra. Il fotoreporter di guerra, non so se avete a mente Robert Capa e il miliziano colpito a morte, non ha creato l'opera, ha avuto il colpo di fortuna di cogliere l'istante. Però era lì con la macchina, si era organizzato e la stava puntando. Ha fatto una parte preponderante nella realizzazione di quello scatto.
  Così è per i fotografi naturalisti che si appostano, scelgono i filtri, la posizione e aspettano l'istante in cui il gabbiano afferra il pesce, l'orso, il salmone. Noi lo avvertiamo come un premio dovuto, avvertiamo che quello scatto fotografico sia parte di un progresso culturale che avanza grazie al contributo di quell'autore che ringraziamo, tra virgolette, dandogli i diritti d'autore per controllare lo sfruttamento.
  Può una macchina essere titolare dei diritti? No. Né il Copyright Office negli Stati Uniti, né la Cassazione con una sua ordinanza di un paio di mesi fa, né gli studi fatti dal Parlamento europeo, ammettono la possibilità di concepire una macchina come titolare di diritti. Solo l'essere umano può essere titolare di diritti.
  Può la società che ha sviluppato il software essere titolare? Immaginatevi Microsoft che vi dice: «Hai usato Word per scrivere questo testo? Se hai usato il mio software Word i diritti su quel testo sono miei». Il rapporto che esiste è un po' quello tra il vecchio professore di diritto penale e Pag. 6l'arringa in Aula del suo ex studente, diventato decenni dopo principe del foro. Gli devi molto, ma quella arringa non l'ha fatta lui, non è frutto della sua fatica.
  La mozione del Comitato affari legali, sulla quale ha lavorato nel 2019 il Parlamento europeo, ci segnala non solo il fatto che per il diritto d'autore europeo è inammissibile che titolare di diritti possa essere una macchina, ma ci segnala anche un'altra cosa che per noi è fondamentale. I software di Artificial intelligence sono in grado di creare opinione e l'opinione influenza tutti noi. La cultura, il pensiero, noi lo leggiamo e formiamo il nostro punto di vista. Bisogna controllare la produzione di arte e cultura, non possiamo affidarla a macchine. Le macchine non sanno il significato di quello che dicono. ChatGPT e Midjourney non sanno che cosa ci hanno detto, non capiscono il significato. Se sbagliano, diciamo in buona fede, diciamo che una macchina può essere in buona fede, se sbagliano o se, peggio ancora, dietro di esse c'è qualcuno che distorce il loro pensiero, queste macchine sono in grado di creare un progresso culturale che influenza tutti noi.
  Il progresso culturale dell'uomo deve essere in mano all'uomo e l'uomo deve sorvegliare queste macchine. Non può l'uomo bloccare il progresso tecnologico, non si ferma, è partito. Centinaia di miliardi sono stati investiti e ogni giorno altri miliardi, non si ferma. Non è giusto fermarlo, l'uomo non ha mai vinto contro il progresso tecnologico, dobbiamo monitorare.
  Ci sono anche altre riflessioni, lascio quindi questo intervento scritto agli atti della Commissione in modo tale che potrete tornarci sopra quando meglio credete.
  Voglio però fare una chiosa, finendo con le slide. Sbaglierei se vi dicessi che l'Artificial intelligence è il male, non è vero.
  L'Artificial intelligence è un bene che spesso può essere utilizzato, ed è utilizzato, anche dall'industria dell'intrattenimento e della cultura, per aiutare le proprie attività. Guardate qui: pianificazione dei piani di produzione e budget, automazione degli incroci della disponibilità degli autori, casting, le locations più adatte. Guardate qua, ChatGPT ci dice che colesterolo e polistirolo possono essere messi a Little Italy, la storica Mulberry Street, no anzi Stazione di polizia del Quinto distretto, sempre a New York, il Flatiron Building.
  Ci aiuta, ci consente di pianificare. La Warner si è rivolta alla piattaforma Cinelytic, basata su Intelligenza artificiale, per prevedere il successo dei suoi film. La 20th Century Fox ha integrato il sistema Merlin, che utilizza l'intelligenza artificiale, per abbinare i film a genere e pubblici particolari. Sony Pictures utilizza Sleekbook come sistema di previsione cinematografica, basata sull'intelligenza artificiale. Si può utilizzare l'informazione artificiale per fare il montaggio di trailers accattivanti e poi ovviamente ci sono enormi potenzialità anche nel settore delle composizioni musicali.
  Può essere di aiuto, dobbiamo però guardarla dritta negli occhi.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il professor Marzano. Prima di passare la parola ai colleghi vorrei rivolgerle alcuni quesiti.
  Le trasformazioni del diritto d'autore tramite l'intelligenza artificiale, come emerge dalla sua relazione direi anche molto documentata, vanno sicuramente regolamentate. Mentre l'Unione Europea si prefigge di regolamentare il metaverso, per assicurare che non ci siano vuoti di tutela e incertezza normativa, gli USA sembrano orientati verso politiche focalizzate sull'autoregolamentazione. È un tema quindi di sicurezza e competitività. Il metaverso pone numerose questioni di carattere giuridico che in parte impongono un ripensamento dei tradizionali strumenti normativi. Già la direttiva Copyright è stata, lo definiremo, un sussulto di sovranità verso le piattaforme digitali a cui va aggiunto il pacchetto DSA DMA.
  Questa Commissione ha già posto dei punti precisi audendo Meta e SIAE proprio sull'applicazione delle Direttive Barnier e Copywriter.
  Quali strumenti normativi si possono implementare per il futuro? Questo il primo quesito. Il secondo quesito, strettamente legato alla sua relazione che appunto non fa evidenziare un'ostilità nei confronti dell'innovazionePag. 7 attraverso l'intelligenza artificiale ma una necessità di regolamentazione: la potenza esponenziale e lo sviluppo esponenziale di questa innovazione tecnologica può rischiare, come emerge anche dall'allarme degli scrittori gli americani, di porre fine di fatto al concetto di creatività umana?
  Tale delicata questione rappresenta proprio la finalità di questa indagine conoscitiva, e devo ringraziarla perché la sua relazione in particolare, fra tutte le audizioni fin qui svolte, è andata a centrare quello che costituisce lo scenario che l'indagine conoscitiva intende indagare.
  Quindi, non soltanto una questione di individuare nuovi codici, nuove regolamentazioni, ma anche capire e descrivere anche lo scenario in cui ci stiamo muovendo. Noi oggi abbiamo avuto, attraverso la sua relazione, la rappresentazione di una sceneggiatura e di un film interamente «potenzialmente» realizzabile dall'intelligenza artificiale. La notizia che già delle grandi corporation utilizzano l'intelligenza artificiale è un altro tema, perché cosa significa? Che ci sarà una griglia di valutazione di tutti i testi che verranno proposti da sceneggiatori e autori e se non superano degli indici algoritmici vengono bocciati a priori? Magari perdendoci il testo per il prossimo film di Scorsese del 2030? Grazie.
  Prego collega Cherchi.

  SUSANNA CHERCHI. Grazie presidente. Intanto ringrazio il professore Marzano perché il suo intervento è stato interessantissimo e veramente coinvolgente, complimenti.
  Io vorrei porre la seguente questione. Ammettiamo che io sia un insegnante, ho una classe di 30 alunni e invece di chiedere di fare un intervento su Dante, dico vediamo cosa esce fuori se vi do questi input, cioè colesterolo e polistirolo. Do delle indicazioni sulle location, le musiche, eccetera, usciranno trenta film diversi. Quindi, mi chiedo, c'è anche molto di personale nel momento in cui io posso scegliere, perché l'intelligenza artificiale mi dice: «Guarda devi fare questo, devi andare qua, girare a destra, poi girare a sinistra, puoi andare dritto, puoi andare anche soltanto con una gamba e puoi camminare con quelle scarpe.». Cioè ti dà una possibilità e io posso mettere una musica coinvolgente, una musica un po' più lenta, in base ai miei gusti, al mio carattere. Quindi mi chiedo, non c'è un po' di costruzione personale, anche lì?
  Adesso forse sto andando oltre, però lei parlava giustamente dei fotografi di guerra che hanno l'occhio, cioè anticipano quasi quello che potrebbe succedere. Oppure i fotografi naturalisti, utilizzano quella situazione e poi loro hanno diritto al diritto d'autore.
  Perché io no? Se faccio un film che è diverso perché è fatto da me, è diversissimo da quello che farebbe lei, da quello che farebbe il presidente, perché c'è la mia personalità. Cioè, potrei chiedere il diritto d'autore in questo caso? Perché, ripeto, con gli alunni avrei 30 film diversi, con 30 musiche diverse. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego professore.
  Solo una battuta, prima di passarle la parola, per la collega che è docente, pensate ai temi dati a casa che cosa potrà succedere, cosa sta succedendo già adesso. Prego.

  PAOLO MARZANO, professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della proprietà intellettuale presso la facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma.
  Onorevole Cherchi parto da lei, poi vado a ritroso e rispondo anche ai quesiti del presidente.
  Lei prima ha usato una parola, idea. Il diritto d'autore non protegge le idee ma le concrete espressioni delle idee. Al diritto d'autore non basta che lei abbia detto: «È stata una giornataccia, fammi una musica morbida, rilassante.» Devo poi comporla, quindi l'input iniziale è troppo poco, ci vuole la concezione e l'esecuzione. L'esecuzione potrebbe non essere nelle sue mani perché lei lo scalpello, il martello, per un'ora sul marmo non lo riesce a tenere e allora ha due ragazzi che però eseguono i suoi ordini, in esecuzione di un suo programma Pag. 8creativo. Non basta l'input iniziale. Potrebbe succedere una cosa, ha visto che cosa dicevano le mie slide «Dimmi qual è la differenza tra colesterolo e polistirolo, fammi un film (versetti e rima baciata lasciamoli da parte) fammi un film in stile Scorsese, altro input, girato a New York anni '50, con due fratelli, altro input, altro input, altro input». E quindi, dal segnale iniziale «Fammi un film», incomincia a dare, per gradini crescenti di puntualità, attuazione alla sua opinione, al suo pensiero.
  Questo avvitare questa vite sempre più puntualmente le permette di dire «Il software di intelligenza artificiale ha seguito una serie di miei input crescenti.». Questo ping pong tra me e lui, ergo lui altro non ha fatto se non rispondere alle mie queries, finché non ho qualcosa di concreto che ha realizzato lui, ma in esecuzione di una serie di miei input. Ma se io mi fermo al primo input e dico: «Fammi una musica lounge», guardi è un post di stamattina di un regista americano: «Arriveremo al giorno in cui tornando a casa diremo ai software di intelligenza artificiale: ho avuto una giornata stressantissima, fammi un film spiritoso con Marilyn Monroe e Walter Matthau.». Si va a fare una doccia, non serve il tempo di una doccia, butta il cappotto sulla sedia e lei ha il suo film. Tendenzialmente si dice, non adesso, adesso sono molto grezzi ancora, ma questi software si dice che: ragiona oggi, acquisisce informazioni con questo web scraping, potrebbero arrivare a farti un lavoro custom made, fatto come lo vuoi tu, ma non è tuo. Il diritto d'autore non premia né la macchina, né te perché non mi hai dato un contributo con il tuo pensiero, la tua opinione. I suoi giovanotti in aula sì, perché per quanto piccolini hanno dato il loro contributo operativo.
  Peraltro io ho un figlio di sei anni, la creatività e la fantasia le devi fermare, però non c'è quel contributo alla vita intellettuale della nazione, diceva nel '42 Eduardo Piola Caselli, che giustifichi la risposta della società con un monopolio legale che si chiama diritto d'autore. Tu mi dai il tuo pensiero, che fa parte come un mattoncino del progresso culturale della mia società, io ti ringrazio con un diritto d'autore, questo è lo scambio. Ma il diritto d'autore deve avere ad oggetto l'espressione, il diritto d'autore deve avere ad oggetto un'opinione, una paura, una speranza, una musica commovente, una poesia romantica, un contributo tuo alla vita intellettuale di tutti quanti noi. Questo silenzioso sinallagma costituisce il progresso culturale del quale il diritto d'autore è il più nobile motore. Lo Statuto di Anna del 1709, sul frontespizio ha scritto «Un atto normativo per incoraggiare l'apprendimento accordando agli autori il diritto di controllare le proprie opere» ma nasce come una legge (la prima legge è del 1709), la prima legge in materia di diritto d'autore nasce come un atto normativo per combattere l'analfabetismo e incoraggiare l'apprendimento, il progresso culturale. Si chiama diritto d'autore, dobbiamo controllare questa situazione.
  Venendo al presidente, a proposito di questo confronto tra Meta e SIAE, le risponderò molto sinteticamente. Sono orgoglioso della Società Italiana degli Autori e degli Editori, soprattutto della SIAE, perché tutti i miei contatti a livello europeo mi stanno dicendo che le collecting locali e le gemelle della SIAE sono state trattate così e così. Se SIAE porta a casa un risultato che rafforza i diritti degli autori in termini di revenues, di royalty, sarà un segnale che si dà a tutta l'Unione europea.
  In questo momento la battaglia che viene condotta da SIAE che spesso è considerata come l'esattore. La SIAE sta facendo bene il suo lavoro. Io sono contento, spero che finisca bene per gli autori e gli editori iscritti alla SIAE, anche perché questo poi può diventare un segnale a livello europeo e mondiale. Questa è la mia opinione personalissima.

  PRESIDENTE. Per capirci meglio, quindi, pensa che questa presa di posizione e questa trattativa riaperta anche grazie all'intervento dell'Authority, essendo la prima dopo l'approvazione del Regolamento, possa riaprire a domino tutte le altre trattative in corso?

  PAOLO MARZANO, professore di Diritto della proprietà intellettuale e di Tutela della Pag. 9proprietà intellettuale presso la Facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma. Alcune devono essere ancora concluse. Quelle che vengono a valle magari in Belgio, piuttosto che in Danimarca, piuttosto che qua, possono godere dell'onda lunga di una trattativa che la SIAE magari è riuscita a impostare anche grazie al sistema Italia, perché è intervenuta l'Antitrust per rimettere in carreggiata la questione. Quindi lo strumento normativo, presidente, lo abbiamo perché la SIAE sta dicendo a Meta: «La legge mi consente di chiederti queste informazioni, trasparenza.». Altrimenti che ti chiedo se non so quanto fai?

  PRESIDENTE. Grazie. Molto chiaro, grazie davvero professor Marzano per il suo prezioso contributo e per la documentazione che ci ha illustrato e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato). Stimoli molto importanti che credo verranno sicuramente rafforzati anche leggendo l'intera relazione che ci ha lasciato e che è a disposizione dei colleghi. Dichiaro quindi conclusa l'audizione in titolo.

  La seduta termina alle 14.15.

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