XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 25 ottobre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Lai Silvio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione del Presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna, Michele Cossa, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
Lai Silvio , Presidente ... 3 
Cossa Michele , presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna ... 3 
Lai Silvio , Presidente ... 6 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 6 
Lai Silvio , Presidente ... 7 
Todde Alessandra (M5S)  ... 7 
Lai Silvio , Presidente ... 8 
Giagoni Dario (LEGA)  ... 8 
Lai Silvio , Presidente ... 9 
Cossa Michele , presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna ... 10 
Lai Silvio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
SILVIO LAI

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna, Michele Cossa, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna, onorevole Michele Cossa, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto.
  Ringrazio a nome di tutta la Commissione il presidente Cossa per aver accolto il nostro invito. Comunico che il presidente Cossa ha messo a disposizione della Commissione una copia della relazione, che è in distribuzione, nonché un articolo dell'Istituto Bruno Leoni – Idee per il libero mercato – dal titolo «Il costo di insularità e il caso della Sardegna» anch'esso in distribuzione, che sarà inviato a tutti i commissari.
  Do subito la parola al Presidente Cossa, pregandolo di rimanere nell'ambito di 20-25 minuti per consentire ai commissari, anche a quelli collegati a distanza, di poter approfondire con domande o con osservazioni. Prego Presidente.

  MICHELE COSSA, presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna. Grazie Presidente. Ho rilevato un segno di attenzione, un supplemento di sensibilità nel sentire il Consiglio regionale della Sardegna rispetto a questo tema. Noi abbiamo raccolto molto materiale, abbiamo fatto, nel corso di quattro anni di lavoro, molte audizioni e abbiamo messo insieme una mole di materiale che sarà un piacere mettere a disposizione della Commissione bicamerale, perché riteniamo che questa Commissione possa svolgere un ruolo molto importante.
  Un elemento che mi sembra utile sottolineare, perché spesso passa in secondo piano, è che l'insularità è la separatezza di un territorio rispetto alla terraferma. La differenza tra insularità e perifericità consiste proprio in questo, nel fatto che l'insularità, a differenza della perifericità, che spesso caratterizza l'insularità, rappresenta un ostacolo enorme rispetto ai fattori dello sviluppo economico che sono idee, mercato, conoscenza e innovazione tecnologica. Rappresenta un ostacolo perché questi fattori si propagano essenzialmente per contagio, in base alla prossimità geografica.
  C'è uno studio importante dell'Università di Cagliari a questo riguardo, che mette in evidenza, attraverso un caso di scuola, proprio come si manifestino questi meccanismi.Pag. 4 Naturalmente l'insularità, che viene percepita dai cittadini isolani principalmente come un problema, è anche una risorsa, con un grande potenziale di crescita.
  La Sardegna, tra le regioni insulari, presenta alcune caratteristiche che meritano di essere evidenziate. Intanto la Sardegna è l'isola europea più lontana dal continente, ha una popolazione ridotta, ha una bassissima densità demografica. Ha, come tutte le isole europee del resto, un PIL pro capite inferiore rispetto alla media della Nazione di cui fa parte, ha un'economia principalmente caratterizzata dall'agricoltura e dai servizi, ma con un basso impatto della presenza industriale e ha un sistema educativo che, in base a tutti gli indicatori, presenta risultati che sono molto al di sotto della media nazionale.
  Esponiamo questi dati non per un atteggiamento un po' vittimistico, che tante volte si è manifestato, ma per dare quella che è la situazione di base, sulla quale bisogna fare tutti i ragionamenti, soprattutto partendo da un dato: la Sardegna è in piena trappola dello sviluppo. La trappola dello sviluppo si verifica rispetto a quelle regioni che, pur essendo state destinatarie di importanti risorse nazionali ed europee per ridurre il divario territoriale, soprattutto per le cosiddette politiche di coesione, non soltanto non ha registrato uno sviluppo significativo, ma addirittura ha evidenziato un regresso del PIL, quindi un aumento della forbice rispetto alle regioni più sviluppate della terraferma.
  L'insularità ha un costo quantificabile. Esiste un rapporto realizzato dall'Istituto Bruno Leoni, che è agli atti della Commissione, un Istituto molto autorevole di livello nazionale che, sulla base di una serie di indicatori econometrici, partendo da un dato massimo e un dato minimo, individua una perdita di PIL medio pro capite di 5.700 euro l'anno per ogni cittadino sardo.
  Complessivamente stiamo parlando di circa un quarto del PIL della Sardegna, una vera e propria tassa sull'insularità che le famiglie della Sardegna e le imprese della Sardegna pagano per il semplice fatto di vivere o operare nell'isola. Il 28 luglio del 2022 la Camera ha approvato in quarta e ultima lettura la riforma costituzionale che ha modificato l'articolo 119, introducendo il nuovo sesto comma, e oggi abbiamo il presupposto costituzionale per affrontare decisamente e con efficacia il problema dell'insularità, che già aveva un riconoscimento costituzionale fino al 2001. Con la riforma costituzionale del 2001 è stato cancellato, ma esiste a livello europeo nell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che, vorrei ricordarlo, è quanto di più vicino c'è a una Costituzione europea dopo il fallimento del tentativo di costituzionalizzare l'Europa nel 2004. L'articolo 174, insieme all'articolo 119 della nostra Costituzione, rappresentano il presupposto giuridico e la legittimazione delle politiche di coesione.
  In particolare, l'articolo 119 indica i criteri di priorità in base ai quali devono essere utilizzate le risorse per la coesione nazionale. Questi criteri sono: promuovere lo sviluppo economico, rimuovere gli squilibri economici e sociali, favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle funzioni svolte dagli Enti autonomi e, con il sesto comma, promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità. Il nuovo sesto comma dell'articolo 119 della Costituzione introduce un nuovo criterio per qualificare lo svantaggio e questo criterio è rappresentato proprio dalla condizione insulare.
  La politica di coesione oggi assorbe una parte enorme (circa un terzo) delle risorse che l'Unione europea destina alla coesione territoriale, quindi del cosiddetto bilancio di lungo periodo. Stiamo parlando di una mole enorme di risorse e le politiche per contrastare l'insularità vengono effettuate principalmente attraverso le politiche di coesione.
  Devo dire che proprio per questo motivo suscita sorpresa e preoccupazione il fatto che nel decreto Sud non si tenga minimamente conto di questo. Il decreto Sud è un provvedimento molto importante, in larga parte condivisibile. Non sorprende neanche la scelta di accentrare le risorse per garantire auspicabilmente una spendita più velocePag. 5 delle risorse, ma non può essere ignorato il fatto che non viene neppure minimamente richiamata la particolarità delle isole che dovrebbe indurre, almeno in fase istruttoria, a tenere conto del fatto che le imprese isolane interessate a partecipare alla Zona Economica Speciale (che diventerà ZES unica) hanno delle difficoltà supplementari rispetto alle aziende del continente e questo suscita preoccupazione perché rischia di mettere le aziende delle isole in una posizione deteriore rispetto alle altre.
  Però il dato che voglio sottolineare è che grava sulle regioni insulari un onere di essere propositive e di essere concrete. Nessuno sforzo fatto dalle regioni potrà avere risultati significativi, se la questione insulare non diventerà una grande questione nazionale; se il Governo e il Parlamento nazionale non prenderanno atto che c'è una grande e irrisolta questione che è rappresentata dal fatto che ci sono dei territori che, a causa della insularità, sono ai margini della comunità nazionale, con tutto quello che questo comporta rispetto all'applicazione del nuovo sesto comma dell'articolo 119 della Costituzione e rispetto alla messa in campo di tutti quegli strumenti che servono per riallineare le isole rispetto alle regioni più sviluppate della nostra Nazione.
  È indifferibile l'attuazione di politiche europee mirate sulle isole e, su questo versante, è importante sottolineare il fatto che la normativa in materia di aiuti di Stato, per la rigidità con cui viene applicata a livello europeo, produce un paradosso. Il paradosso è che una politica diretta a favorire la concorrenza, e quindi a favorire la competitività rispetto ai territori svantaggiati da questo particolare problema geografico, rappresentato dalla separatezza rispetto alla terraferma, con norme che dovrebbero favorire la concorrenza e quindi attraverso la concorrenza favorire lo sviluppo, si trasforma in una distorsione della competitività perché mette in una posizione di svantaggio, o di ulteriore svantaggio, questi territori.
  Rispetto alle policy da adottare, è necessario che si lavori alacremente partendo dalle esperienze che sono state fatte nel corso dei decenni, perché sono tantissime le risorse che sono state drenate rispetto ai territori svantaggiati, rispetto alle isole, per recuperare la coesione territoriale. Ci sono alcuni insegnamenti che possiamo trarre. Il primo e fondamentale insegnamento è che è necessario concentrarsi sulle cause, cioè focalizzare i motivi per cui l'insularità rappresenta uno svantaggio. Una volta che avremo capito bene le cause, allora si potranno adottare strategie di medio e lungo termine per eliminare, o per lo meno ridimensionare, gli ostacoli.
  Terzo punto, che però è il più importante, è che le politiche per contrastare gli svantaggi derivanti dall'insularità possono essere efficacemente realizzate solo se c'è una azione congiunta da parte dei tre livelli istituzionali: il livello regionale, il livello nazionale (principalmente il Governo) e il livello europeo. E qui strategico e fondamentale diventa il ruolo del Governo nazionale, il quale deve farsi carico pienamente del problema e soprattutto deve agire, interfacciarsi con l'Unione europea – perché è il Governo dello Stato membro che dialoga con l'economia, con la Commissione europea – perché possano essere varate strategie adeguate e perché possano essere adottate le innovazioni normative che servono soprattutto, vorrei ripeterlo, per quanto riguarda il tema degli aiuti di Stato.
  Vorrei suggerire al Presidente, anche sulla base dell'esperienza che abbiamo fatto come Commissione speciale per l'insularità del Consiglio regionale, alcune ipotesi di lavoro, perché penso che la Commissione bicamerale possa svolgere un ruolo molto importante a questo riguardo nella individuazione di policy che inevitabilmente dovranno essere differenti, in base alle differenti esigenze delle isole. Perché ci sono differenze tra una regione poco popolata e lontana dalla terraferma come la Sardegna rispetto ad una grande regione molto popolosa come la Regione Siciliana e ci sono problemi diversi, problemi importanti, gravi, che devono essere affrontati probabilmente con strategie diverse.Pag. 6
  Rispetto all'esperienza che abbiamo fatto come Consiglio regionale della Sardegna, mi fa molto piacere che faccia parte di questa Commissione bicamerale, tra gli altri, oltre a lei, Presidente, che è autorevole rappresentante assieme agli altri onorevoli eletti in Sardegna, che fanno parte di questa Commissione, ma in particolare l'onorevole Dario Giagoni, che si porta dietro un bagaglio di esperienza utile fatta nella Commissione speciale per l'insularità.
  Non mi soffermo sui sette punti che ho indicato rimandando, per esigenze di sintesi, al testo che ho depositato. Vorrei sottolineare però la principale, che rappresenta il presupposto di qualunque politica si voglia adottare per superare l'handicap rappresentato dall'insularità, cioè quella della accessibilità. La questione più importante per la Sardegna, come emerge anche da una ricerca condotta alcuni mesi fa dalla LUMSA, in cui il 95 per cento degli intervistati sardi ha detto che il problema più grosso che ha la Sardegna è quello dei collegamenti.
  Il tema più sentito e la questione da risolvere prioritariamente rispetto a qualunque altra è quella dei collegamenti. Questa è la sfida delle sfide, perché il tema dei collegamenti aerei e marittimi – per le isole non ci sono alternative, la differenza tra insularità e perifericità è principalmente questa – quindi il tema di una continuità territoriale moderna, richiede un forte impegno da parte dello Stato, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista finanziario.
  Do alcuni dati, presidente, che sono perfino imbarazzanti, sull'impegno dello Stato italiano rispetto all'impegno di altri Stati riguardo le loro isole. Lo Stato spagnolo rispetto alle Baleari spende 180,6 euro pro capite, per residente, per garantire la continuità territoriale aerea. La Francia per la Corsica spende 248,5 euro a residente. Lo Stato italiano, o meglio, la Regione Sardegna, spende 25,4 euro. Presidente, ripeto: 180,6 la Spagna, 248,5 la Francia, 25,4 la Sardegna. È chiaro che a questo si legano tutte le altre implicazioni legate al superamento del gap insulare. Accanto all'accessibilità esterna c'è il tema dell'accessibilità interna, cioè un collegamento facile delle porte dell'isola (porti e aeroporti) rispetto all'interno per garantire uno sviluppo omogeneo di tutto il territorio e una attenzione particolare alle infrastrutture delle telecomunicazioni.
  Una rete di telecomunicazioni veloce ed efficiente consente di superare molti problemi di vicinanza al mercato, consente di fare la telemedicina, consente di fare il telelavoro, consente di agire sulla logistica e consente di erogare tutta una serie di servizi, avvicinando l'isola al mercato.
  Gli altri temi sono quelli dell'innovazione, quindi creare un ambiente favorevole alla ricerca. Da questo punto di vista il progetto di Einstein Telescope per cui la Regione Sardegna è candidata, avendo uno dei siti maggiormente appetibili dal punto di vista delle caratteristiche fisiche per ospitare questa infrastruttura, può rappresentare veramente una grande spinta per diffondere nel mondo l'isola come territorio propizio e fertile per la ricerca. Non dimenticando che in Sardegna esiste già il Sardinia Radio Telescope, che è la seconda parabola al Mondo per ampiezza, ed è in corso un altro progetto di livello mondiale, che è il progetto ARIA, per la distillazione dell'argon.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Cossa. Consideriamo acquisiti la sua relazione e il paper dell'Istituto Bruno Leoni agli atti della Commissione e li trasmetteremo ai commissari.
  Chiedo se ci sono già delle richieste. Vedo l'onorevole Ghirra e poi l'onorevole Todde. Iniziamo dall'onorevole Ghirra. Prego.

  FRANCESCA GHIRRA. Grazie presidente. Scusate, mi sarebbe piaciuto essere lì con voi, ma purtroppo ho in contemporanea delle votazioni in Commissione Trasporti.
  Ringrazio l'onorevole Cossa per aver accolto il nostro invito. Ho ascoltato la relazione, che purtroppo riporta dati che conosciamo rispetto al divario che la nostra isola ha nei confronti delle altre regioni d'Italia. Abbiamo avuto modo di parlarne Pag. 7anche di recente, durante un'iniziativa a Cagliari, in cui abbiamo presentato la proposta di legge sul progetto organico di rinascita economica e sociale della Sardegna, che è stato sottoscritto anche dai colleghi dei gruppi del PD e del Movimento Cinque Stelle.
  Sappiamo come la Sardegna soffra di questo divario in diversi ambiti. Sicuramente quello dei trasporti è uno dei fondamentali, perché non è un problema solo legato alle periferie urbane e non, ma l'insularità determina davvero una difficoltà di raggiungimento del nostro territorio che temo si ripercuoterà graficamente sul sistema trasportistico, ora che arriveranno le ferie natalizie, in cui si riproporrà il solito problema del raggiungimento della Sardegna, ma anche sul tema degli investimenti e, più in generale, sulle infrastrutture.
  Nella relazione alla proposta di legge abbiamo indicato quei dati che citava anche l'onorevole Cossa sul divario rispetto ai temi dello sviluppo e le differenze degli investimenti, anche pro capite, che ci sono tra i cittadini delle altre regioni italiane e la Sardegna.
  Attendo di ricevere la relazione dell'onorevole Cossa per acquisire ulteriori elementi di conoscenza. Spero che la collaborazione con la Commissione speciale per l'insularità del Consiglio regionale possa procedere in modo da trovare insieme soluzioni che realmente consentano alla nostra regione uno sviluppo in chiave sostenibile, che consenta ai cittadini sardi di poter disporre degli stessi diritti di cui godono i cittadini delle altre regioni, ai nostri giovani di rimanere a lavorare sul territorio e a quanti vorranno insediare le proprie imprese economiche sulla nostra isola, di poterlo fare senza le difficoltà in cui incorrono al momento. Grazie, buon lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ghirra. Do la parola all'onorevole Todde.

  ALESSANDRA TODDE. Buongiorno onorevole Cossa, anch'io approfitto di questa audizione per poterla salutare e per poter sollevare alcune osservazioni. Condivido il fatto che l'accessibilità sia uno dei problemi sostanziali che ha la Sardegna e che è necessario affrontarlo in maniera organica. C'è però un tema. Per quanto riguarda la continuità territoriale, la scelta che ha fatto la regione fino a questo momento è di non investire
  Mi spiego, gli ultimi bandi hanno visto la regione non investire all'interno della continuità territoriale. Mi ricordo il giubilo per i 12 milioni di euro risparmiati in passato relativamente alla continuità territoriale e soprattutto il fatto che è stato creato con l'ultima legge di bilancio un fondo, che seppur avesse un contributo limitato (5 milioni di euro nel 2023 e 15 nel 2024), è stato impugnato dalla regione con la giustificazione che erano fondi limitati rispetto alla necessità.
  Ecco, rispetto ai numeri che lei ha evidenziato, che sono numeri che ci fanno capire quanto divario ci possa essere nei confronti di altri contesti che invece hanno dei trasporti funzionanti, credo che sia importante che sia la Commissione regionale sia la Commissione bicamerale si muovano affinché le politiche regionali possano essere politiche sostenibili dal punto di vista degli investimenti. Mi auguro che in futuro le policy relative a bandi a costo zero non siano nel novero delle possibilità.
  Lei faceva anche riferimento al tema dell'innovazione. Io sono particolarmente sensibile, in quanto proveniente dalla zona del progetto Einstein Telescope, che peraltro impatta tutta la Sardegna e tutta l'Italia, essendo un progetto internazionale di importanza strategica europea.
  La mia preoccupazione è legata al fatto che il nostro competitor (adesso se ne è aggiunto un terzo), parlo del competitor del Limburgo, quella unione tra Belgio, Olanda e Germania, che è di fatto il nostro concorrente più agguerrito, ha già stanziato in bilancio e resi disponibili 800 milioni di euro. Fino a questo momento la disponibilità nei confronti del progetto Einstein Telescope è di circa 5 milioni di euro, quindi c'è comunque un divario importante rispetto alle linee di spesa legate a questo progetto.Pag. 8
  Abbiamo avuto rassicurazioni – questo va detto per onestà intellettuale – sia dal Governo sia dalla regione relativamente agli stanziamenti nel caso di vittoria, però sappiamo perfettamente che una delle metriche per la fattibilità del progetto sarà anche l'adeguato finanziamento.
  Vista la strategicità e l'importanza rispetto al territorio, credo che sia indispensabile far presente in tutte le sedi, proprio perché lo condivido pienamente, che per superare i problemi ci deve essere una politica che funziona con una cinghia di trasmissione efficace, quindi sia regione che Governo e confronto con l'Europa. Credo che sia un tema da sollevare, perché sicuramente avremo diversi assi di valutazione e il finanziamento, che non è di fatto adeguato, potrebbe essere paradossalmente una cosa che ci danneggia.
  L'ultimo punto che sollevo è il tema delle infrastrutture di telecomunicazione. Sicuramente la Sardegna è molto indietro, ha diversi investimenti da richiedere alle aziende che gestiscono le infrastrutture, soprattutto rispetto alle aree a fallimento di mercato. In questo Infratel è indietro e sa che deve recuperare.
  C'è però una grande opportunità che è il braccio da 4 tera byte, arrivato a Golfo Aranci, che darà la possibilità a chi vorrà sviluppare internet all'interno della nostra regione, di avere una condizione che non ha precedenti in altre regioni d'Italia, se non in Liguria e in Lombardia. Quindi anche questo è un tema importante di sviluppo infrastrutturale che va adeguatamente finanziato e va adeguatamente preso in considerazione.
  Io credo che sia importante, proprio per i diversi ruoli che ci contraddistinguono rispetto a questi temi, essere consapevoli che bisogna però fare delle politiche efficaci e coerenti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Todde. Onorevole Giagoni, prego.

  DARIO GIAGONI. Grazie, presidente. Un saluto all'ospite, l'onorevole Michele Cossa. Grazie per aver accettato il nostro invito, perché ritengo opportuno e necessario che questa Commissione conosca il lavoro che è stato svolto dalla Commissione speciale per l'insularità. In Sardegna, in quattro anni di lavoro, sono stati auditi tanti Presidenti che abbiamo avuto negli ultimi anni in regione, ma non solo. Abbiamo avuto anche una serie di interlocuzioni che hanno permesso di elaborare un documento che, a breve, avremo la possibilità di verificare e leggere, che credo sia la sintesi di questi quattro anni di lavoro. Come dice la Commissione speciale, un lavoro speciale, perché indubbiamente ci saranno in campo idee e soluzioni che saranno di supporto, e perché, come ho rimarcato come membro e commissario di questa Commissione, la comunicazione e la condivisione da parte nostra con la Regione Sardegna è fondamentale per arrivare a un punto e a un obiettivo.
  L'obiettivo è soprattutto quello di superare la criticità che crea questa distanza; come ha detto lei bene onorevole Cossa, la Sardegna è l'isola più lontana dal continente e quindi dalla penisola italiana.
  Un problema, come quello della discontinuità, che paghiamo perché, facciamo un esempio, se dobbiamo portare un prodotto da Milano a Bari, lo mettiamo sul treno o su un altro mezzo e non subisce una discontinuità; invece se quel prodotto deve arrivare a Olbia, il mezzo deve attendere la nave, quindi ci sono una serie di elementi che comportano spese, che ogni cittadino sardo, già dal momento che nasce, si ritrova sul groppone e si ritrova sulle proprie spalle.
  Ha citato bene il tema della continuità territoriale. Secondo me l'errore che è stato fatto è spezzare quel meccanismo che già esisteva dalla Giunta Cappellacci e nella Giunta Pigliaru, oppure si poteva fare se c'era già un progetto, quindi una stretta di mano, una promessa ben scritta da parte dell'Europa che ci permettesse di poter viaggiare con costi accessibili non solo per i sardi, ma anche per chi viene in Sardegna per investire, per il turista, per tutti coloro che hanno intenzione di sbarcare, se posso usare questo termine, nella nostra incantevole isola.Pag. 9
  Oltretutto adesso si parla del famoso decreto che il Ministro Fitto sta portando avanti, quello della ZES unica, citato anche prima da lei, il decreto Sud. Ho visto che c'è particolare attenzione da parte dell'opposizione, ma anche da parte della maggioranza. Ci sono interlocuzioni col Ministro per far sì che in Sardegna, e cito la Sicilia perché nel comma 6 dell'articolo 119 della Costituzione rientra anche la Sicilia, ci sia una corsia preferenziale, di modo che questa mancanza di equità, questa discontinuità che esiste possa finalmente essere debellata e cancellata.
  Perché mi ricordo che nel suo intervento, onorevole Cossa, diceva che noi non stiamo chiedendo aiuto o assistenzialismo all'Italia, ma stiamo chiedendo un diritto: il diritto è quello di essere competitivi con le altre regioni d'Italia e con le altre regioni d'Europa.
  Se torniamo al discorso della continuità, siamo anche legati a quello che è il Trattato di Lisbona del 2007, perché rientriamo in quelle che sono le regioni insulari. Forse in quel momento la Sardegna è stata un po' dimenticata, sarebbe stato opportuno, per non essere condizionati dagli articoli 87 e 88 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, relativi agli aiuti di Stato, rientrare come regioni ultraperiferiche. Perché lei ho visto che ha citato, onorevole Cossa, che la Francia spende 248 euro, 186 euro pro capite la Spagna. Noi spendiamo veramente una cifra che sarebbero tre caffè al bar, questo è quanto.
  È fondamentale che i tre organi (il Governo regionale, il Governo nazionale e quello europeo, soprattutto con il supporto di quello nazionale, ma la Commissione oggi è ben presieduta dal nostro Presidente) abbiano intenzione di far sentire la voce dei sardi, perché i rappresentanti della Sardegna ci sono sia alla Camera che al Senato, e cercare di superare finalmente questo deficit che stiamo pagando, che da tantissimi anni paghiamo e dare voce finalmente ai sardi e ai siciliani.
  Oltretutto è opportuno, per rendere la Sardegna e la Sicilia appetibili, che si vada a ridurre la pressione fiscale con agevolazioni, sia per chi vuole investire, ma anche per chi vuole passare il resto degli ultimi suoi anni in Sardegna. Questo è quanto, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giagoni. Se non ci sono altri colleghi che devono intervenire, faccio io due domande al presidente Cossa e poi gli diamo la parola per 10 minuti di replica.
  Le domande sono due sostanzialmente, una riguarda il rapporto con la Giunta regionale. La vostra Commissione ha più anzianità di questa Commissione che nasce con la legge di bilancio del 2023 e si deve rapportare naturalmente col Governo.
  Il nostro piano di lavoro prevede che arriviamo, con il supporto di analisi scientifiche, sui costi reali della insularità, anche rispetto ad altri costi di aree periferiche, perché naturalmente le aree periferiche hanno un limite inferiore rispetto a quello dell'insularità, tuttavia hanno dei costi ulteriori che vanno in qualche modo compensati rispetto a quelli dell'insularità.
  Noi vogliamo arrivare con dei costi definiti, per cui da questo punto di vista il vostro studio, commissionato all'Istituto Bruno Leoni, è certamente un elemento di valore importante. Vogliamo arrivare al confronto con il Governo, in particolare con il Ministero dell'economia e delle finanze e con la Ragioneria generale dello Stato, in modo da poter definire, in maniera congiunta, il fatto che sono costi che non sono soltanto delle segnalazioni prive di supporto scientifico, ma sono effettivamente un concreto elemento di lavoro sul quale bisogna prendere delle decisioni, che possono essere naturalmente sia decisioni che hanno un valore economico sia decisioni che hanno, per esempio, l'effetto di cambiare le regole, come dicevamo prima, rispetto all'Unione europea. Il nostro terreno di lavoro, sia per la Sardegna che per la Sicilia, è la valorizzazione delle differenze, in modo che siano assegnate delle peculiarità sia sul piano economico, sia sul piano delle regole, delle leggi, delle norme, sia a livello nazionale che a livello europeo.
  La domanda che le faccio è intanto come la Giunta regionale sarda sta supportando queste attività, perché noi abbiamo Pag. 10in qualche modo dei segnali che sono non del tutto nella stessa direzione.
  Voglio fare un esempio, sul decreto Sud, non sono ottimista sul fatto che siano segnalate le peculiarità delle isole, perché vedo un atteggiamento in queste ore che non è quello di stabilire differenze. Abbiamo chiesto, per esempio, che, pur in un sistema nazionale, i piani di sviluppo siano distinti per le isole e abbiamo consigliato, e consigliamo alle regioni se questo non avviene, di avviare un percorso giuridico ovvero di impugnare la norma. Se non rispetta la Costituzione, la norma deve essere impugnata davanti alla Corte costituzionale. Purtroppo non lo può fare un parlamentare, lo deve fare la regione.
  Allora le chiedo, rispetto a potenziali segnalazioni come questa e iniziative come queste, com'è il rapporto con la Giunta regionale, avete potuto fare delle segnalazioni che riguardano cose come queste anche negli anni scorsi, c'è stata una presa in carico oppure no?
  Naturalmente non mi riferisco alle tematiche raccolte nella sentenza n. 6/2019 della Corte costituzionale, perché quelle riguardavano il rapporto tra Stato e regione, nello specifico sulla dimensione dell'economia.
  La stessa cosa per esempio sarebbe dovuta avvenire sulla legge di bilancio del 2023 perché lì c'era un'evidente anomalia. Si consentiva uno sconto sulle tariffe del metano a tutti i cittadini italiani, salvo che in Sardegna il metano lo usano soltanto mille famiglie, che sono lo 0,7 per cento contro una media nazionale del 30 per cento.
  Anche in quel caso l'impugnazione di una norma nazionale consentiva di aprire un percorso giuridico, perché penso che non possa essere un percorso solo politico, senza il supporto anche di battaglie giuridiche, che non distinguano le appartenenze politiche, ma, al contrario, uniscano oltre le appartenenze politiche.
  Le chiedo poi una particolarità, come mai avete scelto l'Istituto Bruno Leoni? Avete in qualche modo valutato la possibilità anche di utilizzare soggetti universitari pubblici rispetto a un istituto, certamente autorevolissimo sul piano nazionale, ma privato e non pubblico, quindi con una limitazione rispetto al confronto che noi potremmo utilizzare nelle prossime audizioni con la Ragioneria generale dello Stato, per fare un esempio.
  Quindi le chiedo di mettere questi due nodi all'interno della sua replica e di darci, come ha detto anche lei, giustamente dei consigli che possono essere utili a questa Commissione, che ha davanti a sé un percorso che deve anche velocizzarsi rispetto agli obiettivi che deve raggiungere. Anche in ragione del fatto che tra sei mesi ci saranno le elezioni europee e quelle sono un traguardo a cui dobbiamo arrivare pronti come Commissione e come Paese, se vogliamo che quell'istituzione dialoghi con noi per aprire a un cambiamento delle regole.

  MICHELE COSSA, presidente della Commissione speciale per il riconoscimento del principio di insularità della Regione Sardegna. Grazie, Presidente. Mi consenta di iniziare proprio dal suo intervento.
  Intanto per ringraziarla, perché l'istituzione di questa Commissione è stata dovuta a una sua iniziativa parlamentare, che ritengo molto importante. Notoriamente c'è molta diffidenza nei confronti delle Commissioni bicamerali in particolare, ma sono convinto che questa sede possa essere utile per affinare tutta una serie di ragionamenti.
  L'onorevole Giagoni ha citato l'esperienza che noi abbiamo fatto in Sardegna. Con tutto il rispetto, forse noi siamo un po' l'antecedente storico rispetto a questa commissione. Io credo che lavorando con lo spirito giusto si possano ottenere risultati utili.
  Perché lei ha detto una cosa che io condivido molto, c'è un tema di risorse ma c'è soprattutto un tema di norme, e mi rifaccio anche all'intervento dell'onorevole Todde rispetto alla continuità territoriale, e c'è un problema di policy. È inutile che noi stanziamo risorse e facciamo battaglie per ottenere risorse, se non si hanno le idee chiare su come queste risorse dovranno essere spese.Pag. 11
  Prima ho voluto sottolineare questo aspetto, perché dobbiamo avere le idee precise e capire dove l'insularità impatta e agire sulle cause. Per cui un lavoro attento di analisi dovrà essere fatto proprio su questo.
  Presidente, il rapporto dell'Istituto Bruno Leoni ci è stato donato e lei troverà nelle ultime righe l'origine di questo rapporto.
  Come Commissione abbiamo fatto un lavoro enorme sostanzialmente senza mezzi – l'onorevole Giagoni lo sa bene – perché la Commissione non ha disponibilità di mezzi propri. Abbiamo utilizzato la disponibilità, l'intelligenza e la competenza di tante persone che abbiamo audito, sia dell'università sia del mondo della politica, in particolare rispetto a questo tema.
  La stessa Regione Siciliana, che ha fatto un lavoro di grande pregio sul costo dell'insularità, si è rifatta, tra gli altri strumenti che ha utilizzato, anche al nostro studio dell'insularità. Lei troverà tutti i riferimenti proprio nei documenti che ha prodotto la Regione Siciliana.
  Credo che questo elemento che ha enunciato sia molto importante, in quanto abbiamo bisogno di dati, per capire le policy e per la valutazione delle policy, perché le attività che il Parlamento, il Governo e la regione svolgono debbono essere, nel corso del tempo, misurate e valutate rispetto alle ricadute, per fare gli aggiustamenti che sono necessari.
  C'è un dato, Presidente: è che al di là degli schieramenti e delle posizioni, sul tema dell'insularità non ci sono state differenze di posizione e neanche differenze geografiche tra la politica in generale e i parlamentari, in particolare sardi e siciliani. Quello che noi ci rendiamo conto manca è la consapevolezza del problema. A livello nazionale non c'è consapevolezza di quanto l'insularità gravi sull'economia e anche sulla psicologia dei cittadini isolani.
  L'onorevole Giagoni ha detto una cosa che secondo me è importante: non si cercano condizioni di privilegio, ma semplicemente la Costituzione impone di dare le stesse opportunità. Perché il nuovo sesto comma dell'articolo 119 è un collante tra l'articolo 3 della Costituzione che stabilisce il principio di uguaglianza, tra le norme costituzionali che valorizzano il ruolo delle autonomie locali e delle regioni, il diritto alla mobilità e alla libertà di spostarsi nel territorio nazionale garantita a tutti i cittadini, il diritto della libertà di impresa, che non è garantito pienamente alle imprese delle isole.
  Ma ci sono tanti altri aspetti che non sono misurabili economicamente e che non vengono valutati.
  C'è un fenomeno di espulsione degli atleti sardi e siciliani dalle competizioni nazionali. Non parlo degli sport ricchi, non parlo del calcio, parlo degli sport minori, degli sport a cui partecipano i ragazzi. Perché altro è prendere un pulmino o prendere un treno per fare anche 300, 400 o 500 chilometri per una competizione e rientrare a casa la sera; altro è dover perdere un giorno di scuola prima e un giorno di scuola dopo, tre giorni di scuola, trascorrere una o due notti in albergo, doversi pagare l'aereo, doversi pagare i pasti, con tutto quello che comporta per lo studente che deve rinunciare alla scuola e per la famiglia che deve sopportare i costi. Questo è soltanto un esempio, ma potremmo applicarlo all'arte, alla musica, al teatro. Per dire che c'è un aspetto economico e c'è anche un aspetto non economico legato all'insularità.
  Ci tenevo però a sottolineare alcune cose che ha richiamato l'onorevole Todde, che sono molto importanti. Rispetto alle cifre sulla continuità territoriale che ho enunciato prima, c'è un dato, onorevole Todde, che la continuità territoriale, anche secondo me – quindi sono molto d'accordo con lei – deve essere sussidiata, non può essere una cosa di cui può farsi carico o interamente carico la Regione Sardegna. La Spagna spende 600 milioni di euro l'anno per le Baleari e la Sardegna spende 45 milioni di euro, la Sardegna, non lo Stato italiano. Stiamo parlando di una sproporzione enorme.
  L'Università di Cagliari ha calcolato che con 150 milioni di euro l'anno si garantirebbe una continuità territoriale ragionevole alla Sardegna. È una cifra importante, ce ne rendiamo conto, ma è una cifra Pag. 12comunque enormemente inferiore rispetto a quella che spendono gli altri.
  Comunque anche qui c'è un problema di regole, perché anche qui impattiamo sul divieto di aiuti di Stato, che la Commissione europea applica con la stessa rigidità per la Baviera, per la Lombardia e per le regioni svantaggiate insulari. Questo non è accettabile, per cui, nell'immediato, il Governo nazionale dovrebbe intervenire, e qui entra in gioco il problema della consapevolezza del problema, che deve essere piena.
  Non può esserci un pezzo della comunità nazionale che è ai margini. Una cosa che bisogna fare nell'immediato è pretendere dalla Commissione europea una maggiore flessibilità nell'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato rispetto alle imprese che operano nel settore dei trasporti navali e marittimi per le isole, perché altrimenti diventerà virtualmente impossibile garantire un servizio adeguato.
  Un ringraziamento anche all'onorevole Ghirra, che ha presentato un progetto di legge pregevole sul meridionalismo, che mette in evidenza tutta una serie di elementi, che in gran parte coincidono con quelli che sono emersi stamattina.
  Volevo dire all'onorevole Ghirra che, dal mio punto di vista, la riforma dell'articolo 119 della Costituzione porta con sé una conseguenza in ordine alla qualificazione delle regioni. Perché, nell'ambito delle regioni in ritardo di sviluppo, è necessario enucleare una situazione particolare, che è quella dell'insularità. Per cui ci sono le regioni in ritardo di sviluppo, comunemente identificate nelle regioni meridionali, ma nell'ambito delle regioni in ritardo di sviluppo c'è una categoria che dobbiamo incominciare a considerare a parte, per la peculiarità dei problemi che ha, che sono le regioni insulari. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Presidente Cossa e ringrazio i colleghi che sono intervenuti. Chiediamo al Presidente Cossa, qualora ci siano ulteriori documenti che ritiene di renderci disponibili, di farlo. Li considereremo assolutamente di valore e considereremo anche l'esperienza che è stata fatta dalla Commissione sarda come un punto di riferimento.
  Lo ringraziamo ancora per la partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.