XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Giovedì 25 maggio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA
Rotelli Mauro , Presidente ... 2 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 2 
Rotelli Mauro , Presidente ... 2 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 2 
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4  ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 4 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 4 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 5 
Milani Massimo (FDI)  ... 6 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 6 
Milani Massimo (FDI)  ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 6 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 6 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 7 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 8 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 8 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 8 
Milani Massimo (FDI)  ... 8 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Bellicini Lorenzo , amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 

Audizione, in videoconferenza, di Giovanni Legnini, Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia:
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Legnini Giovanni , Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia ... 9 
Rotelli Mauro , Presidente ... 11 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 11 
Milani Massimo (FDI)  ... 11 
Rotelli Mauro , Presidente ... 12 
Legnini Giovanni , Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia ... 12 
Rotelli Mauro , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti di CRESME ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di CRESME.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti del CRESME. Ringrazio l'amministratore delegato Lorenzo Bellicini per la partecipazione ai nostri lavori e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Abbiamo preparato delle slide. Il tema è la valutazione dell'impatto ambientale degli incentivi, e in particolare noi abbiamo sviluppato l'impatto con riferimento al superbonus.
  Nella prima slide vedete gli ultimissimi dati aggiornati al 30 aprile. Ci sono praticamente 407.400 cantieri per 76 miliardi di euro di investimento. Naturalmente a questi va aggiunto il 10 per cento in più, che nel provvedimento serviva a coprire il ruolo del sistema bancario, che porta quindi le detrazioni a 83,4 miliardi di euro.
  È importante perché in questo momento abbiamo toccato il 3,3 per cento degli edifici esistenti, questo è un dato importante che ci serve per capire che cosa è successo.
  È interessante vedere che nei primi quattro mesi dell'anno l'importo medio mensile dei lavori asseverati è di 3,3 miliardi di euro, quindi rimane alto, ed era di 3,8 nel 2022, con quel trend che vedete nella slide.

  PRESIDENTE. I primi tre mesi del 2023?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. I primi quattro, perché abbiamo i mesi aggiornati ad aprile, quindi sono 3,3 miliardi. Sta scendendo, però resta ancora una componente importante. Del resto l'onda è stata eccezionale.
  Tanto per darvi un'idea, nelle valutazioni che abbiamo fatto, complessive, sugli incentivi, dal 2013 al 2020, nonostante nel 2020 c'era stata una piccola contrazione, mediamente con i vecchi incentivi si attivavano 28 miliardi all'anno di investimenti. Nel 2021 sono stati 63 miliardi di euro e nel 2022 quasi 95 miliardi di euro. Quindi è stato un impatto enorme.
  Noi, utilizzando alcune delle valutazioni fatte dall'Enea, ci siamo detti che abbiamo un piano energetico, che è il PNIEC, che definiva praticamente degli obiettivi da raggiungere. Nello scenario che l'Enea si era data gli obiettivi erano fissati in milioni di tonnellate di petrolio equivalente.
  In questo scenario del superbonus consideriamo un anno di investimento, che nel 2022 sono stati 50,9 miliardi di spesa pubblica, considerato quindi anche il 10 per cento; nel complesso il dato è più grande perché abbiamo visto che è più alto e investe il 3,3 per cento dei fabbricati, qui siamo intorno all'1,9 per cento dei fabbricati. L'Enea aveva un modello di valutazione (avevano fatto un modello di stima) che valutava quanto servisse per ottenere 0,33 milioni di tonnellate di petrolio equivalente;Pag. 3 avevano sviluppato praticamente dei diversi modelli di costo, che adesso vedremo quanto definivano fosse necessario in termini di costo dell'investimento per raggiungere questi 0,33 milioni di tonnellate di petrolio equivalente che riguardavano il segmento residenziale, poi lo vediamo meglio nella slide successiva. Però questo è l'obiettivo che noi al 2019, per rispondere al PNIEC, ci siamo dati. Adesso le cose stanno cambiando, ma questo è ancora il punto di riferimento.
  Un anno di superbonus ha portato a un risparmio in milioni di tonnellate di petrolio equivalente di 0,74, quindi 2,2 anni di obiettivo PNIEC.
  Qui adesso ci vuole un po' di calma, ma vediamo cosa dice l'Enea. L'Enea dice che per raggiungere gli obiettivi che l'Europa ci ha dato, sulla base del nostro piano di risparmio energetico, dobbiamo raggiungere praticamente nel 2030 un risparmio di 9,3 milioni complessivi di tonnellate di petrolio equivalente. Quindi dobbiamo consumare, rispetto a oggi, meno 9,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalente in meno. E attribuiva, in questi dieci anni che vanno dal 2021 al 2030, 3,3 milioni al settore residenziale, 2,4 milioni di tonnellate di petrolio equivalente al terziario, 1 milione all'industria e 2,6 ai trasporti. Naturalmente questo era il risparmio annuo che andava raggiunto con una politica.
  Se vedete, la quarta slide mostra la politica 2021 con un risparmio annuo di 0,8 per ogni anno dal 2021 al 2030. Il che vuol dire che noi, applicando i parametri dell'Enea per valutare il risparmio prodotto dagli investimenti e con il superbonus, in un anno abbiamo risparmiato 0,74 milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Quindi noi potremo raggiungere in quattro anni, se continuasse l'investimento, 3,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalente, perché un anno vale 2,2 dei 3,3 di obiettivo per il settore residenziale, quindi noi sicuramente in termini di risparmio energetico un risultato oggettivamente lo abbiamo avuto. Naturalmente quanto è costato questo risultato?

  PRESIDENTE. Mi permettete un attimo? C'è un passaggio che non ho capito. Io non riesco a capire la misurazione dello 0,74 milioni di tonnellate equivalenti, è da lì che stiamo partendo.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. È la nostra valutazione sull'investimento fatto con il superbonus per i tipi di interventi che sono stati fatti, sulla base dei parametri utilizzati da Enea per dire quanto quel tipo di intervento consente di risparmio. È un calcolo. Enea dice che con i 50 miliardi di euro del superbonus genero un risparmio energetico complessivo: rivesto le facciate con il cappotto, cambio gli impianti termici in un certo modo... Le valutazioni tecniche che dà l'Enea coi suoi dati ci dicono che quel tipo di interventi producono un risparmio energetico, che poi qui può essere trasformato in tonnellate di petrolio equivalente.

  PRESIDENTE. Sarebbero quindi 0,74 tonnellate in meno usate di petrolio?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Certo, esatto. Chiaramente, una volta che io ho fatto questo intervento in un determinato anno, siccome quelle case sono tot per cento del patrimonio edilizio, ma le ho messe a risparmio energetico, il risparmio ce l'ho nei prossimi anni.

  PRESIDENTE. Diventa strutturale.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Diventa strutturale, come nell'altra tabella viene previsto una volta che si sono fatti gli interventi.

  PRESIDENTE. Questo 0,74 è di tutti gli anni o solo di un anno?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Solo di un anno.

  PRESIDENTE. Che è il 2022?

Pag. 4

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. È il 2022. Chiaramente abbiamo preso un anno pieno.

  PRESIDENTE. Rispetto agli obiettivi PNIEC, se uno avesse tot anni di risparmio a 0,74, in soli quattro anni si arriverebbe a raggiungere l'obiettivo PNIEC fissato a 3,3 milioni di cosa, di tonnellate di petrolio equivalente?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Milioni di tonnellate di petrolio equivalente.

  PRESIDENTE. Quindi nella quarta slide, in quel grafico in basso a destra c'è il dato del 3,3 che è il risparmio riferito al residenziale.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Esatto.

  PRESIDENTE. E 3,3 sono quello che si potrebbe raggiungere con quattro anni di 0,74.

  MARCO SIMIANI. Nella tabella ci sono dieci anni.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Enea è partita nel 2019, il piano partiva nel 2021, andava sino al 2030 perché questo ci chiedeva l'Europa. Enea diceva che per ottenere questo risparmio dobbiamo operare in questo modo.

  MARCO SIMIANI. Il totale dei risparmi è quindi 50,977?

  PRESIDENTE. Sì, il totale del risparmio è quello in basso a destra nella tabella, risparmio cumulato nel periodo 2021-2030, 50 milioni di tonnellate di petrolio circa. Esatto?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Esatto. Distribuite chiaramente con un percorso che va a crescere, perché c'era una politica...

  PRESIDENTE. Lo 0,74 ci è costato 50 miliardi circa.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Esatto. È una cosa molto tecnica.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Diceva l'Enea: per raggiungere quegli obiettivi nel residenziale quanto devo spendere, che investimenti devo fare? Il tema era che il costo in tonnellate di petrolio equivalente risparmiato per ottenere questo obiettivo era un range che andava da 27.820 euro a 36.180 euro.
  L'importo delle detrazioni è di 49,8 milioni, in più c'è però la spesa per gli investimenti. Le detrazioni sono 10 per cento in più degli investimenti, quindi sono 49,8 milioni (probabilmente questa tabella che trovate nella quinta slide va aggiornata a 50 milioni, perché l'abbiamo aggiornata per voi adesso, comunque è la stessa cifra, sono 50 milioni circa, sono arrotondati e qui sono precisi), che valgono praticamente 69.178 euro a tonnellata di petrolio equivalente.

  PRESIDENTE. Che è il doppio però rispetto all'altro dato.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Sì, è il doppio. Quindi noi abbiamo speso il doppio di quello che nel 2019 l'Enea prevedeva fosse necessario per ottenere questa cosa.
  Dopodiché, però, è vero che noi abbiamo vissuto un'enorme crescita delle materie prime; nel 2019 non c'era un minimo di inflazione, l'inflazione era a zero, non si muoveva niente. Poi abbiamo avuto la crescita del costo delle materie prime, abbiamo avuto il problema dell'energia, abbiamo avuto la speculazione che c'è stata, perché c'è stato tutto, abbiamo avuto la filiera lunga delle costruzioni, per cui nell'ambito della filiera lunga arriva l'aumento Pag. 5dal basso, ognuno ci mette il suo pezzettino e il prezzo si gonfia.
  Quindi sicuramente è chiaro che almeno un 30 per cento di costi in più, se non qualcosa in più, ci sta, e in più dobbiamo anche tener conto che qui (come abbiamo dimostrato quando siamo andati alla Commissione Bilancio), fatto 100 il superbonus, se noi facciamo bene l'analisi di questi costi, il 13 per cento – per essere prudenti, ma anche il 14 per cento – è andato alle banche per il loro servizio, che era più basso all'inizio ed è cresciuto verso la parte finale. Un 34 per cento (noi siamo i più modesti di tutti nella stima) è andato tra IVA e oneri sociali. Lo studio dei commercialisti parla di un 43 per cento, noi abbiamo stimato il 34 perché sostanzialmente l'utile di impresa è difficile da stimare, quanto le banche ci guadagnano e pagano in termini di tasse non riusciamo a determinarlo, per cui il 34 per cento è una stima prudenziale.
  Poi abbiamo un altro 13/14 per cento che è andato a quei soggetti nuovi che sono entrati nel mercato per poter fare il superbonus – piattaforme, grandi società di consulenza – un tipo di progettazione molto diversa rispetto a prima che ha dei costi molto più alti.
  Poi, l'attività edilizia specifica, togliendo anche gli oneri sociali, ha preso il 41 per cento di tutte queste risorse che sono in gioco, però questi sono i soldi per gli investimenti. Nell'aumento che c'è stato è chiaro che dobbiamo tener conto delle caratteristiche che questo strumento aveva. Era oggettivamente complicato, e ha contribuito secondo noi più di quanto viene detto oggi. L'impatto sul PIL c'è stato, non c'è dubbio. È costato? Sì, è costato naturalmente.
  Quindi andrebbe valutato più come un incentivo, come un investimento, facendo la valutazione corretta dell'investimento, questo è quello che pensiamo, con le problematicità che ci sono, perché questi sono i numeri, è costato il doppio.
  L'ultima slide è in termini di ipotesi di riduzione di emissioni di CO2. Diciamo che anche qui c'è stato un risultato abbastanza significativo, sono 2,53 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate in un anno, quindi anche da questo punto di vista un po' di ritorno c'è stato. Ecco, non è stato solo un provvedimento a perdere. I dati sull'occupazione del settore delle costruzioni sono molto importanti, hanno aiutato il rimbalzo del Paese da questo punto di vista. È costato? Sì, è costato.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Bellicini. Io lascerei la parola ai deputati per gli interventi. Collega Simiani, prego.

  MARCO SIMIANI. Grazie presidente. Dottore, la ringrazio della sua relazione, perché credo che evidenzi chiaramente un aspetto che noi anche come Commissione stiamo valutando, ma volevo farle alcune domande, anche perché noi abbiamo ormai delle certezze.
  Prima certezza: lo strumento superbonus, proprio perché è uno strumento, deve essere utilizzato bene. Noi dobbiamo imparare a non andare contro gli strumenti, ma ad utilizzarli meglio, un po' come il coltello, se taglia la carne è buono se ammazza una persona non è buono. Gli strumenti non devono essere ammazzati ma devono essere gestiti meglio, un po' come i social, potrei farvi tanti esempi.
  Seconda certezza: sicuramente è costato tanto, c'è stata una speculazione dal punto di vista dell'aumento dei prezzi, ma questo aumento dei prezzi e l'aumento dei costi c'è stato non tanto perché era sbagliato lo strumento, ma perché secondo me, e questa è la prima domanda, era molto corto il tempo di applicazione. Volevo sapere se lei era d'accordo su questo aspetto.
  Seconda domanda, che riguarda un'ulteriore certezza: le chiedo se oggi – io ne sono certo, però volevo capire meglio da lei visto che ha studiato la cosa in maniera più approfondita – lo strumento di «case green», che sarà quello che dovrà essere per noi il veicolo che ci accompagnerà per poter stabilire, anche qui, i due traguardi (quello del 2030 e del 2050, 2033 per quanto riguarda case green) necessita una legge in cui non solo si identifichi un tempo largo per poter arrivare a questo, ma soprattutto si delineino degli incentivi chiari, unici, per poter Pag. 6arrivare a quei due appuntamenti che dicevo prima.
  Terza domanda e finisco. La questione del gettito: cosa è ritornato oggi nelle casse dello Stato? Perché Giorgetti ci dice che è stato un disastro, che è solamente un costo; siccome noi non crediamo a questa indicazione del Ministro, chiediamo qual è il saldo fra il dare e avere.

  MASSIMO MILANI. Forse sono stato distratto io, non ho capito, nonostante la grande spinta del superbonus, rispetto agli obiettivi del PNIEC a che punto siamo oggi: se siamo oltre gli obiettivi che ci eravamo prefissi o se invece siamo all'interno.
  Secondo, mi interesserebbe capire anche, oltre alla parte degli edifici residenziali, come siamo messi sugli altri comparti dove ci siamo dati obiettivi molto importanti, in particolare autotrasporto e industria, se c'è un dato su questo.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Ho i dati, ma non li ho con me oggi.

  MASSIMO MILANI. Lo chiedevo perché il PNIEC ovviamente agisce su tutto, anche se oggi stiamo parlando solo di edifici.
  Le preoccupazioni di Simiani le condividiamo nella misura in cui tutti sappiamo che sicuramente dobbiamo raggiungere l'efficientamento energetico degli edifici. L'Europa ci dice addirittura di saltare due classi da qui a sei anni. E questo, mi permetto di dire, dall'analisi che lei ha riportato oggi, è esattamente in controtendenza, nel senso che un obiettivo così sfidante in pochi anni evidentemente ha un costo per l'economia nazionale, e per le casse pubbliche in particolare, molto importante. Quindi è chiaro che sarà da raggiungere, ma probabilmente con qualche anno in più, mi permetto di dire.

  PRESIDENTE. Dottor Bellicini, noi su questa indagine conoscitiva abbiamo fatto ventisei audizioni. Orientativamente stiamo tirando fuori delle linee di tendenza da queste audizioni, perché la maggior parte degli auditi sta chiedendo fondamentalmente certezze, soprattutto per il futuro, perché si sono trovati in un momento nel quale questa legge ha avuto 18 cambi in corsa ed è quello che ha forse creato più disorientamento. Certo è che alcuni risultati sono decisamente oggettivi, dobbiamo capire come renderli meno impattanti su quelle che sono le casse dello Stato. E io mi permetto di dire, ammesso che questo impatto sia stato poi così devastante, che bisogna capire se realmente c'è stato questo impatto così forte oppure no, perché è un dubbio che abbiamo in molti avendo il termometro di quella che è la situazione dell'economia.
  Io penso che su questo anche i suoi dati ci danno un'indicazione da questo punto di vista.
  Se c'è qualche ulteriore approfondimento che lei ritiene noi si debba fare ce lo suggerisca, cioè alcune delle cose che ci ha detto lei oggi non sono state dette da altri interlocutori perché non avevano questa possibilità tecnica di approfondimento; se lei ritiene che ci sia qualche altro parametro da affrontare ce lo dica.
  Il collega Milani chiedeva quali sono gli altri obiettivi del PNIEC. Ci sono altri comparti, bisogna fare ulteriori studi, però su questa vicenda se c'è qualche altra cosa da approfondire noi potremmo essere pronti ad affrontarla con voi o con chi ritiene opportuno.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. In realtà succede che rispetto agli obiettivi del PNIEC noi, con queste risorse che sono costate il doppio di quello che prevedeva nel 2019 l'Enea, in un anno abbiamo fatto due anni e due di obiettivo. Quindi praticamente abbiamo accelerato. Paradossalmente, erano dieci anni, in cinque anni ce la faremmo.
  Dopodiché – ve la faccio avere – noi avevamo fatto una valutazione di impatto sul bilancio dello Stato. Con la Commissione facevamo nel passato la valutazione, e facemmo una valutazione quando a settembre del 2021 uscì la norma. Se vi ricordate, noi avevamo previsto che l'impatto sarebbe stato di circa 9 miliardi di euro, sono dieci volte in meno di quello che è stato. Però, se vi ricordate, sono state cambiatePag. 7 18 volte le cose e sono stati approvati interventi per rendere più facile tutto. All'inizio nella norma c'erano degli obiettivi molto stretti ed era molto difficile beneficiare di un contributo così grande.
  Così provo a rispondere alla prima delle sue domande. Secondo noi il 110 è troppo alto in un tempo troppo stretto. Che questo settore abbia bisogno di incentivi per raggiungere degli obiettivi è fondamentale, ne avevamo anche parlato. C'erano già le norme, si arrivava anche all'85 per cento con la riduzione. E già venivano attivati 28 miliardi di euro all'anno, di cui 4 miliardi di euro per la riqualificazione energetica. Con l'introduzione dello sconto in fattura e la cessione del credito c'è stata una forte accelerazione. Il 110 per cento ha anche portato al fatto che c'è stata meno attenzione sui costi.
  Però dobbiamo stare attenti, perché purtroppo oggi non c'è niente di facile, è tutto complesso, e noi cerchiamo di semplificare sempre delle questioni complesse, invece vanno affrontate in maniera complessa.
  I risultati ci sono, il costo c'è. Se si analizza bene, e si può fare – si potrebbe anche mettere insieme quelli che la pensano diversamente, noi abbiamo discusso anche con Banca d'Italia che sosteneva delle cose secondo noi... Però sono numeri, ci si mette lì e si ragiona e si può vedere praticamente quant'è il costo, e diventa un investimento a questo punto, per rispondere all'obiettivo.
  Certo, una percentuale così alta si fa fatica a reggere. E poi è successo che era 110 per cento in un tempo strettissimo, per cui praticamente la domanda era troppo alta.
  Tanto per darvi un'idea, tra opere pubbliche e incentivi fiscali dal 2020, dove le costruzioni sono scese del 2/3 per cento, il settore delle costruzioni, a valori correnti, ha preso più di 100 miliardi di euro in più, praticamente è passato da 188 miliardi di euro a 288 miliardi di euro. Quindi più di un terzo, un valore enorme. Il sistema dell'offerta si è trovato schiacciato rispetto a una domanda di questo tipo.
  Per cui avere dei tempi giusti, né troppo brevi né troppo lunghi, per poter fare le cose fatte bene, deve essere una delle chiavi sulle quali ragionare.

  MARCO SIMIANI. Scusi, ma qual è il saldo per il Paese Italia? Questo è importante.

  PRESIDENTE. Era una delle slide che ha fatto vedere prima?

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. No, nelle slide è trattato solo il profilo dell'ambiente. Siccome abbiamo fatto l'incontro con la Commissione Bilancio... se mi date cinque minuti provo a recuperare questo dato.

  PRESIDENTE. Io intanto una cosa lo posso dire. È interessante anche questo aspetto del consumo di CO2 rispetto a delle scelte alternative, che da parte della Commissione, del Governo e del Parlamento potrebbero essere fatte. Prima veniva chiesto qual è l'apporto alla produzione di CO2 da parte di altri comparti, industriale o trasporti. Noi per esempio abbiamo un parco automobilistico di 48 milioni di veicoli, di cui circa 5 milioni e mezzo tra Euro 0 ed Euro 4. Il vero salto tecnologico c'è stato da Euro 3 a Euro 4, praticamente con il dimezzamento delle emissioni, poi ogni classe Euro successiva è andata ad affinare, però il vero salto importante è stato Euro 3 – Euro 4. Qualsiasi campagna di incentivo, esattamente come questa, – alla fine stiamo parlando di bonus diversi, quelli per l'automotive e questi per la casa – però qualsiasi campagna di incentivo che viene fatta non riesce a intaccare questi oltre 5 milioni di veicoli obsoleti e inquinanti, che al netto della parte storica – ci saranno sicuramente 300 mila o 500 mila auto storiche, antiche –, al netto di queste, ci sono gli altri veicoli che hanno invece una ricaduta nella produzione di CO2 molto pesante perché sono di proprietà di persone o che le utilizzano poco o che non hanno alcuna intenzione di cambiare veicolo. Quindi questo è un altro aspetto sul quale puntare l'attenzione perché è chiaro che il patrimonio immobiliare produce tantissima CO2, ma anche questo parco automobilisticoPag. 8 andrebbe approcciato in maniera abbastanza rigida e energica.
  Non ce l'abbiamo questa slide vero? Io nel frattempo ho parlato di automotive.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. No non la trovo, però ve le faccio avere se volete e abbiamo la nostra proiezione che abbiamo fatto sul conto dello Stato. Non so se abbiamo messo nella valutazione del bilancio proprio l'analisi, quella nostra.

  MARCO SIMIANI. Solamente per grandi numeri, era per capire.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Allora facciamo i grandi numeri. Ipotizziamo che siano 80 miliardi di euro, come viene detto adesso. Praticamente il 40 per cento va in tasse, sono 30 mila e rimangono praticamente, a questo punto, 50 miliardi di euro che devo distribuire su cinque anni. Dopodiché devo fare un altro tipo di valutazione però, quanto ho mosso in termini di prodotto interno lordo all'interno del Paese. Da questo punto di vista i numeri sono abbastanza importanti, il contributo alla crescita del superbonus, soprattutto nel 2022, è stato molto importante. Su un 3,7 per cento praticamente si tratta di 1,5-1,4 punti. Praticamente il 22 per cento della crescita del PIL del 2022 è dovuta al superbonus, quello è certo. Togliendo anche il tema dell'inflazione che è un'altra delle questioni da mettere in gioco.

  MASSIMO MILANI. Non vorrei che diventasse un dibattito però è chiaro che c'è stata una forte spinta sul PIL, senza dubbio. Il problema è che abbiamo indebitato lo Stato per i successivi quattro anni, non cinque, perché si ricorderà che l'incentivo è stato ridotto da cinque anni a quattro anni proprio perché il sistema finanziario ci ha detto che non era sostenibile. È stato ridotto di un anno proprio perché gli interessi stavano cominciando a crescere.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Per quello io dicevo che più che un incentivo è un investimento. Io devo fare la mia valutazione sull'investimento. Gli altri incentivi viaggiavano su dieci anni e non su quattro o cinque. Quando noi ragioniamo sui tempi giusti delle cose e la valutazione viene fatta come deve essere fatta sapendo quello che si produce... Peraltro se l'incentivo non fosse stato del 110 per cento non avremmo avuto questo ritorno così importante e soprattutto non avremmo neanche avuto una domanda così concentrata, ma l'avremmo avuto più distribuita, quindi anche più assorbibile dal mercato, più assorbibile dai conti, portando a casa però i risultati. Comunque ci sono anche i risultati.

  PRESIDENTE. È chiaro. Dall'audizione del dottor Bellicini diciamo che possiamo uscire con una percentuale che dovrebbe essere rivista e un periodo di investimento pari a un mutuo importante insomma, quindici/vent'anni fondamentalmente, questo è. Perché ritorniamo al 2035, con una serie di stop che invece sono proprio dietro l'angolo.

  LORENZO BELLICINI, amministratore delegato di CRESME Ricerche Spa. Sulla variabile costi di costruzione poi, ché è una variabile che ha inciso, tenete presente che anche negli altri Paesi europei dove non c'era il superbonus i prezzi delle costruzioni sono cresciuti tantissimo. In Germania nell'ultimo anno sono cresciuti più che da noi.

  PRESIDENTE. Ringraziamo Lorenzo Bellicini amministratore delegato per il contributo reso ai nostri lavori e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato). Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

Audizione di Giovanni Legnini, Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Giovanni Legnini, CommissarioPag. 9 delegato del Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia.
  Ringrazio il Commissario per la partecipazione ai lavori e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione. Prego.

  GIOVANNI LEGNINI, Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia. Grazie presidente. Saluto gli onorevoli deputati e ringrazio per questo invito che avete inteso rivolgermi su un tema di decisiva e cruciale rilevanza per il futuro del nostro Paese e non solo. La ristrettezza dei tempi a disposizione e l'autorevolezza degli altri auditi (ho scorso l'elenco) mi esime dallo svolgere considerazioni generali sul tema e d'altronde non potrei aggiungere nulla di più di quanto, sono certo, avete già acquisito e state acquisendo nel corso di questa importante attività conoscitiva.
  Io non posso che limitarmi quindi a svolgere qualche considerazione sintetica con riferimento alle materie di cui mi sono occupato, cioè ricostruzione post sisma negli scorsi anni e adesso intervento post alluvione, seppure in un ambito territoriale relativamente circoscritto. Posso dirvi che l'opinione e il giudizio più in generale sono positivi, dal mio punto di vista, riguardo all'introduzione nel nostro ordinamento di questi incentivi fiscali – ecobonus e sisma bonus anche nella forma dei superbonus. Questa opinione è positiva, al netto dei notissimi problemi attuativi, applicativi e regolatori che ne hanno limitato o ne hanno reso difficoltoso l'utilizzo da parte di moltissimi cittadini, perché il meccanismo incentivante fiscale, sia quello energetico che quello sismico, si è rivelato particolarmente efficace per la ricostruzione post sisma. Tutto ciò tenendo conto di due considerazioni di partenza. Nella ricostruzione post sisma la scelta di efficientare sotto il profilo energetico o di mettere in sicurezza sismica l'edificio (che è opzionale ad oggi per il cittadino fino a quando l'ordinamento non si munirà di norme diverse per quelle situazioni) è in quei casi una necessità, è obbligatorio: devi ricostruire e se devi ricostruire lo devi fare curando al massimo possibile l'aspetto energetico e le dotazioni di carattere energetico, oltre al massimo della sicurezza sismica.
  Mentre sul versante della sicurezza sismica nelle ricostruzioni le discipline speciali, certamente quella del Centro Italia di cui mi sono maggiormente occupato ma anche le altre, garantiscono un quadro regolatorio adeguato e quindi i superbonus e i bonus hanno sicuramente un effetto – ma quell'effetto per larga parte si potrebbe cogliere prescindendo anche dai bonus e dai superbonus edilizi – per quel che riguarda l'efficienza energetica invece il miglioramento è molto più netto, molto più forte perché si è verificato, nella prassi che si è determinata in tutte le ricostruzioni, che il contributo pubblico nelle varie forme del credito d'imposta piuttosto che del contributo diretto per le ricostruzioni molto spesso, quasi sempre, non copre l'intero costo. Certamente non copre l'intero costo necessario a garantire il massimo possibile di standard di efficienza energetica degli edifici. Questa è stata la ragione per la quale, di fronte alla lentezza registrata all'epoca, alle difficoltà nel procedere anche per effetto delle distorsioni di mercato determinate dall'introduzione così massiccia dei superbonus nelle ricostruzioni e per una sorta di competizione che si era determinata nel mercato delle professioni e delle imprese tra le ricostruzioni e gli interventi su superbonus quasi sempre a favore dei superbonus, di fronte a questa situazione che si era determinata, il Governo e il legislatore dell'epoca, nel 2020 e 2021, si determinò a fare in modo che i superbonus potessero aggiungersi e integrare il contributo di ricostruzione.
  Questo ha consentito anche di affrontare un altro tema decisivo e cioè il fenomeno degli accolli, ossia la quota parte di intervento che rimaneva comunque a carico del cittadino, 20 per cento, 30 per cento, 10 per cento (dipende da molti fattori sui quali non mi soffermo). La copertura di quell'accollo poteva essere garantita con i superbonus.
  Per fare in modo che il quadro regolatorio fosse più semplice possibile e che la sommatoria delle due provvidenze pubbliche, il contributo e i superbonus, non determinassePag. 10 un appesantimento burocratico, determinammo all'epoca (parlo del 2021) di concludere un accordo, una guida operativa – così fu chiamato con l'Agenzia delle entrate – semplificando al massimo la coniugazione tra questi due strumenti di carattere finanziario. Le direttrici sulle quali ci muovemmo nel Centro Italia, ma poi anche nel territorio abruzzese, aquilano del 2009 e anche adesso nell'esperienza di Ischia si sta cercando di avviare un percorso analogo, furono sostanzialmente tre.
  Una, questa appunto dell'applicazione più estesa possibile dei bonus, dei superbonus per l'efficienza energetica degli edifici ricostruendi. Come dicevo questa opportunità è stata colta in modo largo e voi d'altronde lo sapete perché nel momento nel quale intervennero modifiche legislative ci fu poi una risposta da parte del legislatore per garantire continuità, per prorogare questa possibilità.
  Sul versante degli edifici pubblici invece riuscimmo a concludere un accordo con il GSE per l'utilizzo del conto termico. Conto termico al quale si fa scarsissimo ricorso da parte delle istituzioni pubbliche, io non so se prevale la pigrizia, perché appunto quando vi è una provvidenza finanziaria pubblica di qualunque origine – PNRR piuttosto che fondi per la ricostruzione o altri fondi – l'idea che il soggetto finanziatore, quasi sempre di rango statale, garantisca il 100 per cento della somma necessaria per realizzare l'intervento non induce il comune, il progettista, piuttosto che un'altra istituzione a fare ricorso al conto termico. Tant'è che io scoprii, con mio stupore, che le risorse che il GSE annualmente dedica a questa finalità del miglioramento energetico, 200 milioni all'anno, erano inutilizzate. E anche quando ci decidemmo ad attingere, attraverso un accordo, a quella risorsa facemmo molta fatica fino a quando, in particolare per la ricostruzione delle scuole, io mi determinai a rendere obbligatorio il ricorso al GSE, al conto termico. Adesso non so come sta andando, ma penso che si proceda in quella direzione. Cioè prima tu comune mi devi dimostrare di aver fatto tutto il possibile per ricorrere all'utilizzo del conto termico che copre un 20/30 per cento, a seconda delle situazioni, del costo dell'intervento soprattutto, appunto, relativo all'efficienza energetica e poi io ti concedo il resto.
  La terza direttrice di intervento fu quella della comunità energetica, argomento che vi è noto, che non ha un nesso diretto con la materia di cui vi state occupando e per la quale siamo qui oggi, ma che ha una connessione evidente. Tutti coloro che erano riusciti, riuscivano, riusciranno a dotare la propria abitazione del massimo possibile di efficienza energetica non ne hanno necessità, ma tutti gli altri sì. Quindi aver dedicato una quota parte del Fondo complementare a promuovere, da parte delle istituzioni locali, da parte dei cittadini, da parte delle imprese nelle forme varie, la costituzione delle comunità energetiche ha costituito un elemento positivo (è in fase di attuazione, il mio successore ci sta lavorando, spero che si concretizzi nel più breve tempo possibile). Furono presentati – credo di ricordare – 120 progetti di comunità energetica in quest'area dell'Appennino centrale.
  Questi tre fattori determinano un quadro potenziale per una parte concreta, già avvenuta, di contributo molto rilevante degli incentivi fiscali e delle altre risorse pubbliche all'abbattimento delle emissioni quindi al miglioramento degli effetti dei cambiamenti climatici.
  La mia personale opinione, e concludo, per quello che conta un'opinione esperienziale ovviamente e in quanto tale la consegno a questa autorevole Commissione, è che si debbano e si possano utilizzare di più e in modo più penetrante questi incentivi nella ricostruzione e negli interventi post catastrofe naturale. Soprattutto per quel che riguarda gli interventi di immediata riparazione, quelli di minore impatto, quelli più rapidi, perché le procedure ormai consolidate di utilizzo degli incentivi fiscali per il recupero dell'efficienza energetica degli edifici, consentono al cittadino, attraverso il proprio professionista, di intervenire immediatamente senza attendere le procedure note, le programmazioni e quant'altro. In particolare viviamo il dramma, in questi giorni nel nostro Paese, Pag. 11e il territorio emiliano-romagnolo in particolare vive il dramma dell'alluvione; ma anche sull'isola Ischia, come è noto, si è verificato un fenomeno disastroso di cui pure mi sto occupando.
  Io penso che gli interventi post alluvione possono essere garantiti con un sistema incentivante sul modello dei superbonus che potrebbe essere molto efficace, naturalmente adattato, adeguato, ma di questo è il legislatore che deve ovviamente occuparsi.
  I danni da alluvione sono diversi da quelli delle catastrofi naturali. Riparare, riattare, rifunzionalizzare, rendere efficienti gli edifici dopo un'alluvione è attività diversa da quella post sisma. Quindi io mi auguro che si rivolga un'attenzione, lo dico da cittadino innanzitutto, a questo tema. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei Commissario. Prego onorevole Simiani.

  MARCO SIMIANI. Grazie presidente. Condivido la relazione dell'avvocato Legnini.
  La domanda che volevo fare io era questa. Noi nella prossima settimana discuteremo dell'abbinamento delle proposte di legge Trancassini e Braga sul tema della ricostruzione. Noi pensiamo che oggi il Paese si debba dotare di una legge in cui si riconosca la ricostruzione non sempre in termini emergenziali, ma strutturali. Una legge per cui si sa cosa si deve fare e ogni volta non c'è bisogno di prendere provvedimenti di vario genere a supporto, tirando la coperta da una parte e dall'altra, una legge che vada al di là del colore politico di chi sarà al Governo.
  Detto questo, nella discussione che faremo, sicuramente il tema dell'efficienza energetica sarà fondamentale in termini di ricostruzione. Sappiamo benissimo anche un'altra cosa, che le risorse non saranno illimitate e dovremo anche gestire il termine della ricostruzione nell'ambito delle singole unità immobiliari, soprattutto quelle private.
  Io mi fermerei a quella pubblica intanto, perché sarebbe già un successo se noi riuscissimo, inserendoli nella legge, a efficientare il 100 per cento degli edifici pubblici (che siano scuole, che siano ospedali, che siano caserme) attraverso lo strumento o economico (in questo caso già riconosciuto dalla legge) o attraverso le ESCo che potrebbero essere un ulteriore strumento che accompagnerebbe non solo il pubblico ma anche il privato. Ecco io vorrei sapere, vorrei capire da lei se queste riflessioni che ho fatto potrebbero essere inserite nella legge o ci vorrebbe qualcosa di più, di ancora più strutturale per efficientare gli edifici che hanno avuto sinistri legati ad alluvioni o terremoti.

  MASSIMO MILANI. Della relazione del Commissario Legnini mi ha colpito il fatto (che purtroppo dobbiamo constatare) che nella ricostruzione l'amministrazione pubblica è sempre in forte ritardo, quando invece i soggetti privati hanno una dinamicità maggiore. Questo al di là dell'intervento del superbonus o meno. Condivido il fatto che l'utilizzo di strumenti di bonus in ambito di ricostruzione possa essere utilizzato dal privato, ancora una volta, perché sfido il pubblico a utilizzare il superbonus con soldi pubblici. Voglio dire, è importante continuare a utilizzare questo modello, magari renderlo appunto stabile e strutturale a seguito di calamità naturali, cogliendo l'occasione per rinnovare appunto il patrimonio edilizio non solo dal punto di vista della sicurezza sismica, ma anche dal punto di vista dell'efficientamento energetico.
  Sul pubblico, sicuramente nonostante l'impegno che sempre ci diciamo in queste occasioni e anche l'impegno fattivo di chi tutti i giorni opera, scontiamo ancora una grande difficoltà. Immagino e spero che nel prossimo futuro si possa avere anche un rapporto diverso, in generale, con gli attori del processo della costruzione o della ricostruzione. Se nel privato accade che si scarica sul soggetto esecutore la progettazione e la realizzazione dell'opera – e con il superbonus anche il finanziamento addirittura, lo abbiamo visto – ecco nel pubblico questo ovviamente non è possibile, però dovremmo trovare delle forme per cui ci sia un atteggiamento diverso da parte Pag. 12delle pubbliche amministrazioni, di coinvolgimento dei soggetti chiamati appunto come professionisti o come imprese realizzatrici, con uno spirito diverso.
  Se non cambiamo questa mentalità vediamo sempre due parti contrapposte e probabilmente il pubblico verrà sempre indietro. Mentre invece, come giustamente il collega Simiani diceva prima, l'impellenza e la necessità sono proprio nell'andare a mettere mano sugli edifici pubblici prioritariamente, che incredibilmente scontano ancora questo ritardo.

  PRESIDENTE. Lasciamo al dottor Legnini la replica. Prego Commissario.

  GIOVANNI LEGNINI, Commissario delegato dal Capo del Dipartimento della Protezione civile ad Ischia. Io aderisco, condivido le cose che voi avete efficacemente detto.
  Presidente, sono molto contento che questa Commissione tornerà ad occuparsi di questi progetti di legge. Personalmente vi sono molto legato in ragione dell'esperienza recente e anche di quella meno recente, e apprezzo che ci si occupi del codice della ricostruzione e comunque di una disciplina organica in materia di ricostruzione. Ormai da anni il tema viene affrontato, è stato compendiato in diverse iniziative legislative e sono molto contento che ci si occupi di questo.
  Entrambi gli interventi hanno affrontato questo tema, quali possono essere gli strumenti migliori per far sì che nelle ricostruzioni post sisma o post alluvioni si possa centrare l'obiettivo quantomeno dell'efficienza energetica piena degli edifici pubblici non è agevole dirlo.
  Gli strumenti che sono stati messi in campo sono efficaci, ma tutto è migliorabile. La mia personale opinione è che lo strumento di gran lunga più efficace, e con ciò spero di fornire una risposta ad entrambi, è fare per l'efficienza energetica degli edifici la stessa operazione che è stata fatta sulla sicurezza sismica. Rendere obbligatoria l'efficienza energetica, standard di efficienza energetica. In parte questo già c'è nell'ordinamento, ma forse non è pienamente operativo. Vuoi ricostruire, vuoi recuperare, vuoi intervenire? Devi fare questo. Quindi la via legislativa, normativa forse potrebbe schiudere la possibilità di superare queste problematiche, lentezze, incertezze che spesso si registrano.
  Approfitto, presidente, per rinnovare l'invito a lei e alla Commissione Ambiente della Camera ad una visita sull'isola d'Ischia, perché le norme di cui vi siete occupati qualche mese fa stanno avendo attuazione. Nell'ottica di coltivare la cura della verifica, dell'attuazione delle disposizioni, verificarne appunto lo stato d'attuazione e magari anche cogliere l'opportunità per completare il ventaglio delle norme. A suo tempo avete approvato norme importanti che stiamo applicando, ma vi è ancora un pezzo di strada da fare molto significativo di cui voi peraltro avete, a suo tempo, parlato. Quindi formulo esplicitamente questo invito, quando ritenete.

  PRESIDENTE. Invito che raccogliamo immediatamente, lo renderemo operativo. Grazie di nuovo. La ringraziamo per il contributo reso e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.

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