XIX Legislatura

V Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 24 maggio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI EFFETTI MACROECONOMICI E DI FINANZA PUBBLICA DERIVANTI DAGLI INCENTIVI FISCALI IN MATERIA EDILIZIA.

Audizione di rappresentanti dell'ISTAT.
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo , Presidente ... 2 
Savio Giovanni , direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT ... 2  ... 3 
Dell'Olio Gianmauro , Presidente ... 6 
Pagano Ubaldo (PD-IDP)  ... 6 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 7 
Dell'Olio Gianmauro , Presidente ... 7 
Savio Giovanni , direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT ... 7 
Pagano Ubaldo (PD-IDP)  ... 8 
Savio Giovanni , direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT ... 8 
De Santis Roberta , primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale dell'ISTAT ... 8 
Pagano Ubaldo (PD-IDP)  ... 8 
De Santis Roberta , primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale dell'ISTAT ... 8 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 8 
Savio Giovanni , direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT ... 8 
Dell'Olio Gianmauro , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti dell'ISTAT ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO
MANGIALAVORI

La seduta inizia alle 13.55.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'ISTAT.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'ISTAT, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.
  Sono presenti il dottor Giovanni Savio, direttore della Direzione generale per la contabilità nazionale, la dottoressa Susanna Riccioni, dirigente del Servizio compilazione dei conti di finanza pubblica, il dottor Federico Sallusti, primo ricercatore presso il Servizio offerta di beni e servizi e conti nazionali per settore istituzionale, la dottoressa Roberta De Santis, primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale.
  Li ringrazio innanzitutto per essere presenti e do quindi la parola al dottor Savio.

  GIOVANNI SAVIO, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT. Grazie, presidente, per questo invito a trattare uno dei temi che era rimasto parzialmente in sospeso nel corso delle passate audizioni che sono state svolte in presenza e poi nelle memorie che erano state inviate durante il mese di marzo di quest'anno sul tema dei crediti commerciali.
  In particolare, erano sorte alcune questioni, chiaramente legittime, sull'impatto concreto, quantitativo, in termini di PIL, di valore aggiunto, di occupazione e di investimenti delle misure che erano state approvate dal Governo nel corso del biennio 2020-2021 e poi ancora nel 2022.
  Mi soffermerò poco su quello che è il primo punto che trovate nel nostro documento, che spero abbiate ricevuto, cioè il trattamento contabile dei bonus edilizi nei conti di finanza pubblica, perché in buona parte della documentazione questa distinzione fra crediti d'imposta payble e non-payble, che ha generato cambiamenti sensibili nel deficit per gli anni 2020, 2021 e 2022, in particolare era già stata trattata nel corso dell'audizione presso il Senato del 15 marzo e in forma scritta il 2 dello stesso mese.
  Mi soffermerò invece, in particolare, su alcune valutazioni degli effetti macroeconomici, in termini di valore aggiunto, PIL e occupazione, degli incentivi edilizi.
  Troverete nel documento anche due focus specifici che tratterò poco in ragione del tempo che abbiamo a disposizione: il primo sulla crescita del settore delle costruzioni; il secondo sui consumi di energia delle famiglie nel biennio 2020-2021, in funzione delle ultime rilevazioni condotte dall'Istituto.
  In questa audizione ci concentriamo – è importante dirlo, perché ci differenziamo da altri istituti che sono stati auditi precedentemente – sia sul superbonus al 110 per cento sia sul bonus facciate, quindi questa è una distinzione che rende un po' più esaustive queste cifre.Pag. 3
  Sul trattamento contabile dei bonus edilizi nei conti di finanza pubblica faccio un sommario di quello che era già stato trattato diffusamente nella citata audizione del 15 marzo scorso.
  L'ISTAT valuta queste agevolazioni edilizie applicando le regole del sistema europeo dei conti SEC 2010 e del Manual on Government Deficit and Debt (MGDD) di Eurostat. Quest'ultimo è un complemento fondamentale del SEC 2010 e fornisce indicazioni metodologiche interpretative sulla registrazione, all'interno del sistema delle statistiche di finanza pubblica, di specifiche operazioni o provvedimenti attuati dalle autorità di Governo.
  In particolare, l'ultima edizione del Manuale, che è stata pubblicata a gennaio, ha provocato quei cambiamenti che tutti abbiamo visto. Infatti, a febbraio 2023 questa nuova versione ha consentito di dipanare alcuni dubbi interpretativi del SEC 2010, anche se non ci sono state novità di tipo metodologico. È stata meglio trattata la distinzione fra credito d'imposta «non pagabile», che deve essere registrato come una riduzione del gettito fiscale nel momento dell'effettiva fruizione dell'agevolazione, e credito d'imposta «pagabile», che deve essere evidenziato per il suo intero importo come maggiore spesa pubblica.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIANMAURO DELL'OLIO

  GIOVANNI SAVIO, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT. Andiamo direttamente alla valutazione degli impatti macroeconomici, che sono quelli che probabilmente interessano di più in questa sede e che sono alla base del motivo per cui noi ci eravamo in un certo senso impegnati nel corso dell'audizione del 15 marzo scorso e per cui siamo nuovamente auditi oggi.
  Una valutazione degli effetti dello shock indotto dagli incentivi edilizi sul sistema produttivo all'interno di questo nostro documento è fatta essenzialmente con tre strumenti: un primo strumento che definirei di tipo qualitativo; un secondo strumento statico di tipo quantitativo, che è quello delle tavole input-output sulle interdipendenze settoriali, che è un po' una «macchinetta» – scusate il termine – che produciamo all'interno della Direzione centrale per la contabilità nazionale ogni anno e che permette di vedere quali sono gli effetti diretti e indiretti di uno shock dato al sistema, in questo caso uno shock che parte dagli investimenti, perché questi sono quelli che hanno maggiormente beneficiato in termini contabili delle agevolazioni stesse. Vi è poi una terza parte quantitativa, che si basa su una modellistica econometrica sofisticata e che si focalizza, analizzando il fenomeno in termini dinamici, sugli effetti reali.
  Mentre con le tavole input-output l'analisi è in un certo senso statica e riguarda separatamente il 2020, il 2021 e il 2022, nell'analisi fatta con il modello econometrico analizziamo tutto in termini temporalmente dinamici e i «disturbi» sono in un certo senso correlati a ogni tempo con quelli che ci sono stati precedentemente.
  Cercheremo di non confondere le idee, di essere meno tecnici possibili e di concentrarci sui numeri, che sono quelli che interessano di più.
  È importante spendere preliminarmente alcune parole sull'analisi qualitativa. Nella figura 3 dell'allegato statistico mostriamo essenzialmente la struttura produttiva su cui si innestano i meccanismi di agevolazione. La grandezza dei nodi, che potete vedere, è proporzionale al valore aggiunto generato dai settori, mentre lo spessore degli archi è associato essenzialmente all'ammontare economico delle transazioni che fra questi settori intercorrono.
  Da questa analisi, che può sembrare un po' caotica e confusa dal punto di vista interpretativo, emergono alcuni elementi qualitativi interessanti.
  La trasmissione primaria delle costruzioni risulta ampia all'interno del sistema e comprende 16 settori produttivi sui 45 considerati, quindi c'è uno spillover su 16 dei 45 settori a seguito di un impulso sul settore delle costruzioni.
  C'è un coinvolgimento che si evidenzia in funzione di questo shock e ci sono delle Pag. 4caratteristiche fondamentali in termini di estensione, velocità e rischio di «colli di bottiglia» del sistema. Pertanto, a fronte di questo shock di politica economica al sistema, questi bottleneck, questi «colli di bottiglia», possono in un certo senso impedire o limitare la trasmissione agli altri settori produttivi.
  Rispetto a quanto avverrebbe per altri settori, escluso quello delle costruzioni, la propagazione degli effetti, a partire dal medesimo settore delle costruzioni, è caratterizzata da una maggiore estensione, quindi sembrerebbe che agire sulle costruzioni sia effettivamente un'operazione valida, ma la velocità di trasmissione è in un certo senso inferiore.
  La sotto-rete delle costruzioni mostra inoltre la tendenza a una forte gerarchizzazione delle relazioni, da cui consegue che un numero ristretto di comparti svolge un ruolo di intermediazione nella trasmissione. Ciò comporta un maggior rischio di «colli di bottiglia» all'interno del sistema e quindi una minore efficacia rispetto a politiche economiche che siano indirizzate ad altri comparti produttivi.
  I 16 settori inclusi nel sistema di trasmissione primario delle costruzioni rappresentano il 42 per cento del valore aggiunto dell'intero sistema produttivo, costituendo quindi un blocco abbastanza consistente, nonché il 45,5 per cento del valore della produzione al 2020.
  All'interno di questa sotto-rete l'ammontare complessivo degli scambi commerciali tra comparti è pari a poco più di un terzo di quello totale. I settori coinvolti, inoltre, mostrano un grado di integrazione verticale inferiore rispetto alla media complessiva, il che indica una maggiore tendenza alla frammentazione dei processi produttivi e una produttività media del lavoro leggermente inferiore a quella media del sistema.
  Infine, il grado di penetrazione delle importazioni per i settori coinvolti nella trasmissione primaria è inferiore rispetto alla media. In sintesi, uno shock che si origina nel settore delle costruzioni, analizzato nella prospettiva della struttura di trasmissione, tende a produrre effetti significativi sul sistema produttivo, interessando un insieme di comparti rilevanti sia sotto il profilo dell'attività economica sia dal punto di vista dell'importanza del volume degli scambi.
  La propagazione, benché estesa, tende tuttavia a essere piuttosto lenta e sottoposta a possibili «colli di bottiglia» in ragione della frammentazione delle relazioni produttive primariamente coinvolte nella trasmissione degli effetti.
  Dal punto di vista delle caratteristiche dei processi di produzione, infine, i settori maggiormente interessati mostrano una maggiore propensione all'utilizzo di input generati dal sistema produttivo interno, ma presentano un livello di produttività del lavoro inferiore e una minore integrazione verticale dei processi stessi. Ciò, se da un lato contribuisce ad ampliare la trasmissione, dall'altro effettivamente, a parità di produzione, riduce l'ammontare di valore aggiunto generato.
  Passerei ora all'analisi quantitativa, dandovi subito alcuni dati fondamentali che si riferiscono a tutto il periodo 2020-2022.
  Abbiamo stimato, con tutti i caveat che potete trovare nel nostro documento, uno shock sui tre anni di circa 51,4 miliardi di euro, che danno luogo a un incremento degli investimenti – mi riferisco quindi a investimenti addizionali rispetto al sentiero normale di sviluppo che ipotizziamo ci sarebbe stato in assenza di queste misure agevolative – che avrebbe prodotto un incremento di valore aggiunto complessivo sui tre anni pari a 42,1 miliardi di euro, con una incidenza, sempre sui tre anni, in termini occupazionali di unità di lavoro (ULA) pari a 685.200 unità e un effetto incrementale sui redditi di 18,9 miliardi di euro, questo complessivamente sul 2020, 2021 e 2022.
  Chiaramente queste cifre hanno una distribuzione diversa, posto che sono di entità minore nel 2020 e di entità più consistente nel 2021 e nel 2022.
  Questo presuppone uno scenario controfattuale, perché – come abbiamo già visto nel corso delle audizioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio o di altri soggetti – bisogna anche immaginarsi o fare delle Pag. 5ipotesi, in alcuni casi anche forti, su quella che sarebbe stata la situazione in assenza di incentivi fiscali. Su questo punto dobbiamo essere onesti, dal momento che ipotesi differenti possono cambiare appunto l'impatto.
  Ciò che l'ISTAT ha elaborato, ai fini di questa audizione, è uno scenario controfattuale ipotizzato essenzialmente a sintesi di due elementi fondamentali: l'evoluzione ciclica del settore nel periodo 2014-2019 e il profilo degli investimenti realizzati utilizzando gli incentivi in continuità, cioè quelli che erano già in essere prima del 2020 e che sicuramente hanno avuto un'impennata nel 2021 e nel 2022. Ed è per questo che essenzialmente lo shock che abbiamo ipotizzato, quello di circa 51 miliardi di euro di cui parlavo precedentemente su tutto il triennio 2020-2022, è inferiore all'ammontare impiegato per finanziare il superbonus al 110 per cento e il bonus facciate che, secondo le nostre stime, è pari nel triennio a circa 88 miliardi di euro.
  Chiaramente ipotesi controfattuali differenti possono portare a risultati differenti, in termini di valore aggiunto, occupazione e redditi, rispetto a quello che vi ho esplicato. Noi abbiamo fatto il possibile per mantenerci su un sentiero ipotizzato di crescita degli investimenti intermedio. Se vogliamo considerare più da vicino i numeri specifici dei vari anni, trascurando il 2020 su cui l'impatto è effettivamente minore, secondo la nostra simulazione per l'anno 2020 lo stimolo degli incentivi edilizi al sistema produttivo risulterebbe appunto trascurabile in termini sia di valore aggiunto, per poco meno di 640 milioni di euro, sia di occupazione e redditi.
  Nel 2021 gli incentivi edilizi considerati quale stimolo effettivo agli investimenti in costruzioni, che ammontano a 18,6 miliardi di euro, sono pari al 5,4 per cento degli investimenti complessivi e l'impatto stimato sul valore aggiunto del sistema produttivo è di circa 15,6 miliardi di euro, pari allo 0,9 per cento del valore aggiunto complessivo a prezzi correnti. Di questi, poco più della metà si concentrano nel settore delle costruzioni con uno stimolo al valore aggiunto del settore pari al 10,1 per cento, quindi non poco, in funzione anche di quello che avevamo rilevato nell'ambito dell'analisi qualitativa. In termini di occupazione l'effetto complessivo è dell'1,1 per cento, con circa 261.000 unità di lavoro a tempo pieno (ULA), mentre nel solo settore delle costruzioni è del 10 per cento, con circa 160.000 ULA. Lo stimolo sui redditi da lavoro è pari a circa 7 miliardi di euro, che equivalgono all'1,1 per cento del totale.
  Nel 2022 gli incentivi considerati quale stimolo ammontano a 32 miliardi di euro e rappresentano poco più dell'8 per cento degli investimenti complessivi dell'anno stesso. L'impatto stimato sul valore aggiunto del sistema produttivo è di poco meno di 26 miliardi di euro, pari all'1,4 per cento, mentre quello sul settore delle costruzioni è di poco più del 14 per cento. In termini occupazionali l'effetto è pari all'1,7 per cento, per un incremento di 413.000 ULA, che sono sommabili alle 261.000 dell'anno precedente, mentre sul reddito l'effetto è pari all'1,5 per cento, per un valore di 11,6 miliardi di euro. A parte il settore delle costruzioni, beneficiario diretto dell'incremento degli investimenti, gli effetti si sono trasmessi ad altri settori produttivi, seguendo la filiera produttiva. Più in generale, i settori maggiormente coinvolti, ovvero quelli la cui attivazione è superiore alla media complessiva, ricevono uno stimolo all'attività produttiva pari a 18,4 miliardi di euro, che equivalgono a oltre il 71 per cento dell'effetto complessivo, che corrisponde a un'occupazione pari a poco più di 330.000 ULA. Escludendo le costruzioni, gli altri comparti di filiera beneficiano di un effetto per complessivi 5,4 miliardi di euro di valore aggiunto e 78.100 unità di lavoro a tempo pieno.
  Veniamo ora all'altro modo che abbiamo considerato nell'analizzare questi impatti in termini econometrici.
  A differenza delle tavole input-output che offrono, come dicevo precedentemente, una rappresentazione essenzialmente statica dell'economia, in cui ciascun anno è considerato separatamente, in questo caso il modello MeMo-It utilizzato dall'ISTAT e da esso prodotto in house descrive il funzionamentoPag. 6 del sistema economico attraverso i comportamenti nel tempo, quindi è tutto dinamico e gli shock sono, in un certo senso, correlati. È un modello che analizza l'impatto non in termini nominali ma in termini reali, quindi tenendo conto del processo inflattivo in atto nel sistema economico. Nel modello l'impatto di uno shock esogeno, quali sono appunto le spese addizionali del superbonus al 110 per cento e del bonus facciate, può essere misurato utilizzando i cosiddetti moltiplicatori, che associano l'impulso dello shock ai suoi effetti sul PIL. Un'altra differenza consiste nel fatto che, mentre prima vi ho indicato gli effetti in termini di valore aggiunto, qui analizziamo tutto in termini di PIL, quindi c'è una piccola differenza, sia pure non sostanziale per le nostre discussioni, che però mi piaceva sottolineare.
  Il disegno della simulazione dell'impatto richiede però un'ulteriore specificazione rispetto alla classificazione della spesa. Tenendo conto dei suoi riflessi sul bilancio pubblico, la spesa riferita al bonus facciate e al superbonus al 110 per cento può essere interpretata come aumento della spesa pubblica corrente oppure come investimento pubblico, e nel modello abbiamo due scenari a seconda che si consideri l'una o l'altra chiave interpretativa.
  Nel primo scenario, quello basato su un aumento della spesa pubblica corrente, il moltiplicatore, cioè l'aumento di PIL che si otterrebbe in termini reali nell'anno successivo in presenza di uno stimolo fiscale pari a un punto percentuale di PIL, sarebbe pari a 7 decimi di punto, ossia allo 0,7. Nel secondo caso, in cui la spesa è configurata come un investimento, all'impatto dal lato della domanda si affiancherebbe quello sul prodotto potenziale e/o eventualmente sulla produttività dei fattori. Questo secondo scenario può assumere, a sua volta, diversi profili a seconda della gradazione di innovazione dell'investimento: tra questi si è scelto quello che ipotizza un impatto particolarmente significativo sull'offerta, corrispondente a un moltiplicatore di 1,3 punti rispetto allo scenario base. L'esercizio di simulazione qui proposto si basa sul profilo degli investimenti addizionali, che vi ho descritto in precedenza, che ammontano a più 18,6 miliardi di euro nel 2021 e a più 32 miliardi di euro nel 2022 rispetto allo scenario controfattuale. Nel biennio 2021-2022, in termini di scostamenti percentuali cumulati, ossia riferiti agli anni 2021 e 2022, rispetto allo scenario base di assenza di incentivi la crescita aggiuntiva in termini reali, quindi non nominali, attribuibile alle spese riferite al superbonus al 110 per cento e al bonus facciate oscillerebbe tra 1,4 punti nel primo scenario e 2,6 punti nel secondo scenario. Quindi, cumulando i dati che vi ho detto precedentemente sul valore aggiunto nominale, siamo abbastanza vicini, ma esistono comunque alcune divergenze.
  Io avrei concluso questa lunga e, spero, non complessa disamina degli effetti. Aggiungo solamente che questi dati sono preliminari, perché i dati del 2021 e del 2022 sono ancora soggetti a revisione. In parte rivedremo anche le tavole input-output utilizzate come strumento per l'analisi stessa. Questo per quanto riguarda il 2021 e il 2022, mentre i dati riferiti al 2020 dovrebbero essere più consolidati. Aspettiamo naturalmente maggiori informazioni, che arriveranno nel corso del 2023, su quello che è stato il 2022 in termini di agevolazioni edilizie, ma ci sentiamo di dire che questo non può sconvolgere il quadro che vi abbiamo presentato oggi.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Savio. Do ora la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  UBALDO PAGANO. Ringrazio gli auditi, che sono stati molto chiari nonostante la complessità della materia, ma comprendo bene che la specialità del loro approccio metodologico richiede tale impostazione. Però, senza voler banalizzare l'ottimo lavoro che avete predisposto, mi pare di comprendere che il valore addizionale stimolato dagli incentivi fiscali di cui stiamo ragionando, nello specifico il superbonus e il bonus facciate, nella sommatoria delle annualità 2020, 2021 e 2022 sarebbe di circa 51 miliardi di euro. Vi chiedo dunque Pag. 7– so che non è il vostro mestiere, però nel caso in cui vi siate esercitati in passato – se abbiate già effettuato analisi similari su altre iniziative di investimenti statali rispetto alla capacità che questi ultimi avessero un effetto moltiplicatore e addizionale degli investimenti acquisiti.
  Ho poi una domanda molto più semplice, perché anche su questo c'è stata una certa narrazione nei mesi scorsi. I bonus fiscali relativi all'edilizia, nella comparazione con gli altri Paesi assimilabili, europei e non europei, hanno prodotto un aumento dell'inflazione sui prodotti che notoriamente vengono utilizzati in tale campo? Questo farebbe una differenza sostanziale, perché altrimenti ipotesi di investimenti di questo tipo potrebbero generare effetti distonici rispetto al mercato, per cui l'aumento inflattivo finisce per emungere gran parte degli aiuti. Vi chiedo inoltre: se questo fosse vero, avete un dato evidente tra le iniziative a valere sul bonus facciate e le iniziative a valere sul superbonus, atteso che le discipline di cui stiamo parlando, per come erano strutturate, presentavano difformità rilevanti? Nel caso del bonus facciate non esistevano infatti riferimenti ai prezziari, né regionali né nazionali, mentre per quanto riguarda il superbonus vi era un riferimento chiaro ai prezziari regionali e nazionali.

  MARIA CECILIA GUERRA. Volevo fare una domanda puntuale per vedere se ho capito bene, perché le informazioni sono tante e molto interessanti, anche tenuto conto di questi due diversi approcci.
  L'impatto che ci viene descritto riguarda l'elemento addizionale, quindi nella valutazione su tutto quanto, compreso il PIL, noi abbiamo anche una componente che ci sarebbe comunque stata con gli incentivi precedenti. Se dovessimo fare invece un confronto a zero incentivi, faccio per dire, e dovessimo considerare questo come l'unico incentivo con uno scenario di base in cui l'incentivo non esiste, avremmo un effetto che potrebbe essere anche sensibilmente maggiore. Lo dico perché, siccome le ipotesi che abbiamo davanti sono di vario genere, anche questo è importante. È molto interessante la parte relativa alle tabelle input-output, perché effettivamente era venuto fuori qualcosa di simile anche nell'audizione del CRESME e sono rimasta molto colpita dal peso particolare di attivazione di tutti i servizi professionali, che effettivamente nelle diverse declinazioni danno un contributo, anche in termini di aumento dell'occupazione, piuttosto significativo.

  PRESIDENTE. Non essendovi altre domande, prima delle repliche aggiungo solo una considerazione, su cui vi chiedo di essere quanto più possibile concisi. Visto che Eurostat entro il 30 giugno deve effettuare la sua valutazione finale, avete la possibilità di farci avere un aggiornamento su queste valutazioni, nonché, qualora possibile e ove gli strumenti lo consentissero, di farci avere quella separazione fra superbonus e bonus facciate? Chiaramente solo ove ciò fosse possibile, ripeto, ma, alla luce degli impatti diversi che anche il collega prima ricordava, sarebbe utile conoscere il diverso impatto dei due incentivi.

  GIOVANNI SAVIO, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT. Provo a rispondere brevemente per lasciare poi la parola ai colleghi presenti.
  Non abbiamo provato a fare un'analisi di questo genere su altri tipi di investimento. Questo studio è stato condotto con specifico riferimento al bonus facciate e al superbonus al 110 per cento. Bisognerebbe vedere e capire, in base a tutto quel sistema di spillover, come avrebbero reagito altri settori produttivi.
  Nel caso al nostro esame, infatti, l'ipotesi di base è quella di uno shock sul settore delle costruzioni, mentre uno shock sul comparto del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio o delle calzature probabilmente avrebbe generato, a fronte di importi simili, impatti chiaramente differenti.
  Comunque questo è un tema che proveremo a considerare, insieme ai tecnici dell'ISTAT, per cercare di capire e anche di indirizzare un po' la politica economica su quegli interventi che possono essere più efficaci. La situazione cui accennavo in Pag. 8precedenza dei bottleneck, cioè dei «colli di bottiglia», a causa dei quali gli effetti di trascinamento sono diluiti nel corso del tempo e possono addirittura bloccarsi, probabilmente non è tipica di altri settori produttivi e quindi quegli interventi potrebbero risultare più efficaci.
  Sull'inflazione abbiamo aggiunto una scheda, che chiaramente non è esaustiva, che si trova in uno di quei due focus sul settore delle costruzioni. Abbiamo analizzato nello specifico, come utilizzando uno zoom, il settore degli apparecchi per riscaldamento e condizionatori d'aria e abbiamo effettivamente visto che ci sono pressioni inflazionistiche, sia pure con oscillazioni nella variazione dei prezzi, i quali ultimi sono chiaramente influenzati dall'intervento statale.
  Rispetto agli apparecchi per riscaldamento e ai condizionatori d'aria trovate, inoltre, qualche distinzione, considerato che l'impatto può essere diversificato a livello geografico e quindi può essere, ad esempio, maggiore al Nord e minore al Centro o al Sud. C'è un paragrafo che ora non leggo, ma che contiene informazioni indicative, da cui emerge che c'è chiaramente un effetto inflazionistico.
  È importante, come sottolineava prima, se non erro, l'onorevole Guerra, il discorso della controfattualità. Lo scenario controfattuale include un'ipotesi su una dinamica degli incentivi che c'erano già prima dell'introduzione del bonus facciate e del superbonus. Quindi quel gap, quei 50 miliardi di euro di cui parlavo precedentemente, sulla base delle nostre ipotesi sono esclusivamente addizionali.
  Questo è l'impatto, la differenza di PIL che si avrebbe in assenza di superbonus e bonus facciate rispetto all'ipotesi di un intervento statale, o meglio nell'ipotesi di agevolazioni standard che hanno chiaramente continuato ad esserci. Appena avremo aggiornamenti, ve li faremo naturalmente avere. Non so se i miei colleghi vogliono aggiungere altro.

  UBALDO PAGANO. Mi scusi, per quanto riguarda invece la comparazione tra i diversi Paesi?

  GIOVANNI SAVIO, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale dell'ISTAT. A tale ultimo proposito, il problema è che gli altri Paesi non hanno avuto le nostre stesse misure. C'è un grafico nel nostro documento nel quale si vede che nel settore delle costruzioni la linea nera che rappresenta l'Italia va verso l'alto, mentre gli altri Paesi sono più o meno stabili. La mia collega voleva però aggiungere qualche altra informazione.

  ROBERTA DE SANTIS, primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale dell'ISTAT. In realtà non è proprio la risposta alla domanda dell'onorevole Pagano, però nel documento, a pagina 29, viene riportata l'entità degli investimenti in abitazioni nella media dell'area dell'euro dal 2019 e, pur senza dilungarmi sui numeri, quello che si nota è che effettivamente in Italia il comparto è andato molto meglio.

  UBALDO PAGANO. Nelle produzioni sì, ma nei prezzi?

  ROBERTA DE SANTIS, primo ricercatore presso il Servizio per l'analisi dei dati e la ricerca economica, sociale e ambientale dell'ISTAT. No, su questo non abbiamo evidenze specifiche.

  MARIA CECILIA GUERRA. Un secondo solo, ma è una domanda importante cui non abbiamo ancora avuto una risposta o, perlomeno, una risposta omogenea da parte dei soggetti che hanno partecipato alle diverse audizioni. Magari, anche in futuro, voi ci potrete aiutare per capire se l'effetto che si registra sui prezzi, a parte alcune specifiche situazioni, come quella delle caldaie, è ricollegabile al superbonus oppure è un effetto che comunque è stato comune ad altri Paesi. Al riguardo, abbiamo infatti avuto risposte diverse e quindi ci incuriosiva, se interpreto bene la domanda del collega Pagano, avere anche la vostra valutazione.

  GIOVANNI SAVIO, direttore della Direzione centrale per la contabilità nazionale Pag. 9dell'ISTAT. Cercheremo di lavorare su questa domanda da 88 miliardi di euro. Sicuramente è un tema interessante.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare tutti gli auditi intervenuti, autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione predisposta dall'ISTAT (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.

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