XIX Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Martedì 21 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL MADE IN ITALY: VALORIZZAZIONE E SVILUPPO DELL'IMPRESA ITALIANA NEI SUOI DIVERSI AMBITI PRODUTTIVI

Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Galella Alessandro , coordinatore vicario della Commissione Sviluppo economico, con delega permanente materie internazionalizzazione delle imprese e attrazione investimenti esteri, assessore della regione Basilicata ... 3 
Cavo Ilaria , Presidente ... 5 
Sabia Canio Alfieri , direttore Generale per lo Sviluppo economico della regione Basilicata ... 5 
Cavo Ilaria , Presidente ... 5 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confindustria moda:
Cavo Ilaria , Presidente ... 5 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 5 
Cavo Ilaria , Presidente ... 6 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 6 
Cavo Ilaria , Presidente ... 6 

(La seduta, sospesa alle 12.30, è ripresa alle 12.35) ... 6 

Cavo Ilaria , Presidente ... 6 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 6 
Cavo Ilaria , Presidente ... 7 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 7 
Cavo Ilaria , Presidente ... 7 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 7 
Cavo Ilaria , Presidente ... 7 
Botto Poala Ercole , presidente di Confindustria moda ... 7 
Cavo Ilaria , Presidente ... 7 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di ENIT – Agenzia nazionale del turismo:
Cavo Ilaria , Presidente ... 8 
Jelinic Ivana , presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo ... 8 
Cavo Ilaria , Presidente ... 8 
Jelinic Ivana , presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo ... 8 
Cavo Ilaria , Presidente ... 10 
Jelinic Ivana , presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo ... 10 
Cavo Ilaria , Presidente ... 10 

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Italia nostra:
Cavo Ilaria , Presidente ... 10 
Rutigliano Oreste , consigliere nazionale di Italia nostra ... 10 
Cavo Ilaria , Presidente ... 12 
Rutigliano Oreste , consigliere nazionale di Italia nostra ... 12 
Cavo Ilaria , Presidente ... 12 

Allegato 1: Documentazione depositata dai rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 13 

Allegato 2: Documentazione depositata dai rappresentanti di ENIT – Agenzia nazionale del turismo ... 23

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione televisiva diretta sulla web tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola ad Alessandro Galella, coordinatore vicario della Commissione Sviluppo economico, con delega permanente materie internazionalizzazione delle imprese e attrazione investimenti esteri, assessore della regione Basilicata e Canio Alfieri Sabia, direttore Generale per lo Sviluppo economico della regione Basilicata, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  ALESSANDRO GALELLA, coordinatore vicario della Commissione Sviluppo economico, con delega permanente materie internazionalizzazione delle imprese e attrazione investimenti esteri, assessore della regione Basilicata. Salve a tutti. Segnalo, preliminarmente, che abbiamo un'altra versione del documento che vi consegniamo, perché abbiamo immaginato di racchiudere ancora di più, rispetto alla relazione, i punti cardine sui quali potremmo concentrarci.
  Innanzitutto vi ringrazio e porto i saluti di tutta la Commissione della Conferenza delle regioni, siamo felici di questa audizione perché riteniamo che il lavoro e le relazioni tra la Commissione e la Conferenza delle regioni e il Governo debbano assolutamente essere alla base di un percorso che, a partire da oggi, immaginiamo possa dare ottimi risultati. Perché? Perché è abbastanza evidente che i provvedimenti che vanno bene per la regione Lombardia probabilmente non sono perfetti per la regione Basilicata o per il Molise. Chiaramente ogni regione ha delle peculiarità molto spinte, molto diverse e diversificate sul territorio, tali per cui la Conferenza delle regioni e la Commissione per l'attrazione e per l'internazionalizzazione diventano, a nostro modo di vedere, un soggetto di primaria importanza per far sì che i provvedimenti immaginati e messi in campo dal Governo possano dare risultati importanti su tutto il territorio italiano.
  Io mi concentrerei su pochi punti che, chiaramente, ritengo possano essere utili a questa Commissione per attivare delle riflessioni che sono ovviamente contenuti nella relazione più ampia e in quella più sintetica che consegniamo oggi, ma che possono Pag. 4attivare in qualche modo una riflessione da parte di tutti quanti noi.
  Abbiamo diversi argomenti sui quali vorremmo poi intensificare le relazioni tra il nostro organismo e il Governo, e in particolare abbiamo bisogno di immaginare che, per quanto riguarda la possibilità di partecipare agli eventi che vengono organizzati dalle associazioni e dalle società che si occupano in Italia della promozione delle aziende del made in Italy e del made in Italy a livello internazionale, sarebbe fondamentale condividere il calendario degli eventi internazionali a cui l'Italia partecipa nel mondo con la Conferenza delle regioni per dare la possibilità a tutte le regioni e alla Conferenza stessa delle regioni – ovviamente avendo il calendario – di attivare gli organismi, le aziende e le imprese sui territori per potervi partecipare. Un tempo già succedeva, mi segnalano, e non è più successo negli ultimi periodi.
  Sarebbe altrettanto utile immaginare di offrire degli spazi, dei contributi, alle regioni per poter poi loro essere veicolo invitando a partecipare le aziende a queste fiere internazionali e raccogliere quindi risultati i migliori possibili.
  Un'altra cosa molto importante riguarda la possibilità di offrire, soprattutto alle piccole e medie imprese che hanno più difficoltà ad entrare nei mercati internazionali ma che hanno in Italia le caratteristiche forse più spinte proprio del made in Italy, i loro prodotti attraverso le piattaforme on line.
  Cioè, esistono in Italia migliaia di artigiani, di piccole aziende che producono prodotti originali che hanno scarsa visibilità sui mercati internazionali proprio a causa di alcuni limiti storici che l'Italia e queste aziende hanno. Pensiamo, per esempio, alla possibilità di avere dei siti che vengano anche trascritti in cinese per entrare nel mercato cinese, o nelle lingue più diffuse in determinati mercati. Sarebbe importantissimo offrire la possibilità alle piccole e medie aziende e agli artigiani della nostra Nazione di poter, in qualche modo, essere accompagnati ed essere visibili su questi mercati internazionali, soprattutto attraverso l'utilizzo di lingue difficili come per esempio quella cinese. Si potrebbe immaginare, a tal proposito, di avere un'assistenza a livello nazionale per essere più visibili sui mercati digitali e poi invece, attraverso le regioni, offrire degli strumenti specifici per poter portare i prodotti sulle piattaforme digitali ed essere percepibili anche da mercati più difficili e più di nicchia.
  Un altro aspetto importante è quello che riguarda le zone economiche speciali le quali stanno avendo risultati importanti sul nostro territorio ma che devono essere messe in condizione, a nostro modo di vedere, di godere di incentivi più importanti lì dove fosse possibile; ma soprattutto di accentuare la caratteristica della sburocratizzazione che è in assoluto una delle leve più attrattive delle zone economiche speciali, che potrebbero essere ancora più spinte nelle mani dei Commissari delle zone economiche speciali, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'urbanizzazione. Cioè tutti quei permessi che i comuni rilasciano con lentezza e che, invece, affidandoli ai Commissari delle zone economiche speciali, potrebbero vedere tempi molto più brevi e quindi incentivare le aziende a svilupparsi in queste zone.
  L'ultimo aspetto importante che vorrei trattare riguarda la possibilità di attrarre aziende internazionali sui territori italiani. Abbiamo da poco partecipato all'evento realizzato a Trieste, fortemente voluto dal Presidente della Conferenza delle regioni, sull'attrazione degli investimenti internazionali e qui abbiamo riscontrato che ci sono regioni che storicamente hanno strutture che agiscono in materia di attrazione di investimenti esteri e regioni che sono invece sostanzialmente ferme all'anno zero. Da questo punto di vista il Governo dovrebbe immaginare di offrire degli strumenti comuni sui territori o di stabilire finanziamenti specifici per realizzare in ogni regione degli uffici che abbiano le competenze necessarie ad attrarre gli investimenti internazionali, che tra l'altro sono abbastanza rare, o per permettere la formazione specifica in questo settore di dipendenti pubblici già assunti.Pag. 5
  Sappiamo e abbiamo preso coscienza che l'Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa in tema di attrazione di investimenti internazionali e riteniamo che con una stretta collaborazione con la Conferenza delle regioni e con la Commissione per l'internazionalizzazione si possano ottenere risultati importanti in breve tempo.
  Questi sono gli elementi che intendevo condividere con la Commissione in modo sintetico ma, nello stesso tempo, molto concreto perché ritengo che su questi settori con iniziative comuni si possano ottenere subito risultati e soprattutto magari di immaginare di spendere – ottenendo risultati importanti – nel miglior modo possibile o i fondi del PNRR o quelli che saranno a disposizione del prossimo settennio europeo. Grazie a tutti.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
ILARIA CAVO

  PRESIDENTE. Grazie a lei per questo intervento. Chiedo se ci sono domande da parte dei colleghi. Direi che non abbiamo interventi.
  Vuole forse prendere la parola Canio Alfieri Sabia? Abbiamo ancora qualche minuto.

  CANIO ALFIERI SABIA, direttore Generale per lo Sviluppo economico della regione Basilicata. Semplicemente per dire che il quadro offerto dal nostro assessore mi è sembrato già abbastanza ampio. Io volevo approfittare dell'occasione per dare un'indicazione operativa. Come direttore generale posso dire che spesso ci confrontiamo su questioni decise a livello centrale anche unitariamente con le altre regioni, però poi queste vengono affrontate dalle varie regioni in modo diverso.
  C'è chi si scontra con impedimenti di tipo burocratico che in altre regioni magari non esistono. E allora sarebbe auspicabile anche un coordinamento tra le direzioni generali e soprattutto la sottoscrizione e la condivisione di protocolli che garantiscano la gestione e la realizzazione di quello che viene deciso, appunto, dalla Conferenza delle regioni.
  Quindi la mia indicazione è di tipo operativo affinché vengano appunto condivisi dei protocolli, dei modus operandi comuni che permettano a tutte le regioni di viaggiare alla stessa velocità. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Ha fatto una richiesta chiarissima, grazie davvero. Siete stati concisi, chiari e rimarrà agli atti sia quello che avete riferito oggi che la relazione depositata. Grazie davvero.
  Non essendoci richieste di intervento, ringrazio i rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome intervenuti per l'esauriente esposizione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome (vedi allegato 1) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Confindustria moda.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di Confindustria moda nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola ad Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria moda, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. Buongiorno a tutti. Confindustria moda rappresenta un gruppo di imprese, circa 60 mila aziende diffuse in Pag. 6tutto il territorio, per 600 mila addetti. È la seconda industria...

  PRESIDENTE. Presidente la informo che ha attivato due diversi collegamenti in videoconferenza. La invito ad uscire da uno dei due. Adesso la sentiamo bene.

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. Ricomincio, scusate per la difficoltà di collegamento.
  Confindustria moda rappresenta 60 mila aziende diffuse in tutto il territorio per 600 mila addetti, e nel 2022 ha raggiunto un fatturato di circa 108 miliardi. Se il 2022 è stato sicuramente un anno che ha riportato l'industria del tessile, abbigliamento e accessori a valori anche superiori al periodo Covid, non tutto è chiaramente positivo. Se abbiamo avuto a valle della filiera dei risultati straordinari, a monte questa ha sicuramente sofferto, in termini di marginalità, a causa delle difficoltà per i costi energetici che immagino tutti voi conosciate. Quali sono oggi le priorità per un'industria così importante per questo Paese? Evidenzio che per valutare la sua importanza basta considerare che uno studio CENSIS realizzato poco tempo fa ci dice che per sei miliardi investiti nei prossimi anni nel settore moda e accessori, ne rientreranno potenzialmente venti. È un'industria estremamente importante perché è un'industria che rappresenta il fiore all'occhiello del made in Italy e quindi è qualcosa che promuove il brand Italia ovviamente.
  Oggi le priorità sono legate ai seguenti temi: sostenibilità, innovazione, internazionalizzazione e formazione. Sulla sostenibilità è importante capire che in questo momento, ed è un tema che tutti dibattono, è una partita senza arbitro. Non c'è nessuna legislazione o legge che definisce cos'è sostenibile e cosa non è sostenibile. Questa è una battaglia che si sta facendo soprattutto a Bruxelles con forti interessi divergenti tra le varie aree del nord Europa e dell'Europa manifatturiera. Quello che noi chiediamo è una legge uguale per tutti. Se ci sono delle leggi che, correttamente, ci impongono di essere sostenibili queste devono essere anche valide per chi importa prodotti da Paesi extra UE, perché sennò si giocano due partite con regole differenti.
  In questo senso abbiamo visto quanto l'ideologia che sta dietro a queste tematiche possa essere pericolosa, quindi c'è il rischio che alcune leggi che potrebbero essere quanto meno portate avanti da un certo tipo di filosofia del nord Europa possano mettere a rischio anche l'attività produttiva delle nostre manifatture.
  Come vi ho detto Confindustria moda è fatta da piccole e medie imprese, 600 mila addetti per 60 mila aziende significa circa dieci addetti per azienda, dove all'interno di Confindustria moda ci sono anche aziende con migliaia di dipendenti.
  Io non vi vedo più, spero che mi sentiate.

  PRESIDENTE. Stiamo sentendo benissimo. Perdoni presidente, è lei che probabilmente non sente il nostro ritorno, noi la sentiamo bene, il suo discorso è stato chiarissimo.
  Comunico a chi è collegato che ritengo opportuno prendere un attimo di tempo per telefonare al presidente Botto Poala per fargli presente che noi siamo in grado di ascoltare quello che sta dicendo.
  Chiedo pazienza a chi è collegato e sospendo brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12.30, è ripresa alle 12.35.

  PRESIDENTE. Eccoci presidente, adesso la vediamo e la sentiamo quindi, se ritiene, può continuare il suo intervento.

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. Mi scuso per il collegamento. Per quanto riguarda la sostenibilità, dicevo, è importante fare in modo che ci siano delle leggi eque sia per chi produce in Europa che per chi produce fuori dall'Europa.
  Per quanto riguarda l'internazionalizzazione ricordo che il nostro è un settore fatto di micro imprese e quindi è importante il sostegno economico per queste imprese affinché possano andare all'estero ad Pag. 7esportare. Noi abbiamo una certezza dopo il Covid, il mondo ha voglia di made in Italy e quindi è importante riuscire a raggiungere anche quei mercati che per le piccole imprese sono complessi.
  Un ultimo esempio è stata l'ottima organizzazione di questo evento a Los Angeles fatto in collaborazione con ICE. Ecco, queste sono sicuramente iniziative che funzionano. Abbiamo bisogno di avere una fiscalità amica, è un tema che per questo Paese è atavico, di fatto lo Stato è il socio di maggioranza di tutte le nostre aziende e quindi abbiamo bisogno di avere delle certezze. Un esempio di complessità è rappresentato dal decreto sulla ricerca e lo sviluppo che ha creato un enorme corto circuito tra imprese e fisco, ed è importante appunto trovare una semplificazione e una chiarezza per capire come ci si deve approcciare a questi tipi di possibilità che lo Stato dà alle piccole aziende.
  Ultimo punto, e forse il più importante, è il tema della formazione. Nei prossimi anni l'industria della moda nella sua totalità avrà necessità di circa 90 mila nuovi addetti, e questo in un Paese con un tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, come il nostro.

  PRESIDENTE. Mi scusi presidente, non ho capito. Quanti nuovi addetti, 40 mila?

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. 90 mila. Da qui al 2026 circa 90 mila addetti, soprattutto giovani, perché avremo necessità di competenze artigianali ma anche tecniche e di innovazione. Quindi è importante continuare a sostenere questo tipo di rapporto tra scuola e lavoro perché, non solo noi come aziende dobbiamo prevedere un'accoglienza adeguata e certamente sforzarci di avere una capacità attrattiva per i giovani, mancano soprattutto le competenze tecniche. Si deve infatti rilevare che negli ultimi vent'anni l'Italia si è spostata dalla formazione tecnica alla formazione più scientifica dei licei, mentre noi oggi abbiamo bisogno di manodopera perché sennò non riusciremo a raccogliere questo tipo di sfide e questa crescita che noi ci aspettiamo nei prossimi anni.
  Credo di avere sintetizzato il possibile, ho cercato di recuperare il tempo che vi ho fatto perdere per il pessimo collegamento.

  PRESIDENTE. Posso farle una domanda presidente? Di questi 90 mila addetti, quante posizioni riguardano più strettamente la manodopera e quante invece sono stimabili come posizioni di alta professionalità?

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. Direi il 90 per cento manodopera. Ma parliamo di manodopera non di tipo generico: anche qui c'è il rischio di percepire in maniera errata il valore della parola manodopera. Si sta parlando di valore artigianale, di quei lavori del saper fare con le mani che devono essere oggi, tra l'altro, anche aggiornati con le nuove tecnologie perché l'innovazione è l'altra grande sfida di quest'industria. La digitalizzazione e il poter connettersi con tutta la filiera: tutto questo porta al tema della tracciabilità, porta al tema della trasparenza, che sono argomenti legati al principale, al primo degli argomenti di cui ho parlato, quello della sostenibilità. Tutto questo è connesso in qualche maniera. In un mondo connesso come quello di oggi è importante far capire ai giovani che questa manodopera non è bassa manovalanza ma è il vero valore aggiunto del made in Italy. È come fare un gioiello, lavorare una pietra preziosa, lavorare una scarpa, lavorare un occhiale, lavorare un tessuto, un capo. È questo tipo di competenza che ci serve.

  PRESIDENTE. Quindi, da formare in che modo questa manodopera?

  ERCOLE BOTTO POALA, presidente di Confindustria moda. Attraverso gli istituti tecnici, e negli ultimi vent'anni abbiamo visto un declino delle iscrizioni agli istituti tecnici, e attraverso la formazione all'interno delle aziende durante il percorso di studi che si fa o a livello superiore o post, durante il periodo universitario.

  PRESIDENTE. Grazie presidente. Chiedo se ci sono interventi o domande. Non so se avete già depositato una relazione altrimentiPag. 8 vi invito a farlo, l'esposizione è stata molto chiara anche se interrotta.
  Non essendoci richieste di intervento, ringrazio il rappresentante di Confindustria moda intervenuto per l'esauriente esposizione e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di ENIT – Agenzia nazionale del turismo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di ENIT – Agenzia nazionale del turismo nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola ad Ivana Jelinic, presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  IVANA JELINIC, presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo. Salve buongiorno. Noi cercheremo di dare il nostro contributo su quella che è l'indagine che ENIT ha svolto sul tema del made in Italy, su come questo possa essere un'opportunità per l'Italia e in maniera particolare per il turismo.
  Oggettivamente il turismo è una materia trasversale che quindi abbraccia anche tematiche più specifiche che sembrerebbero a volte non direttamente connesse ma che in realtà fanno parte del paniere delle motivazioni per i quali i turisti scelgono l'Italia che rimane, ricordo, tra i desiderata a livello internazionale, globale, il primo Paese al mondo.
  Il nostro brand Italia è il terzo brand più conosciuto al mondo. Questo ci dà la dimensione di quanto tutto quello che è legato al made in Italy sia un valore aggiunto per il nostro Paese.
  Le stime che noi abbiamo rispetto al 2022 per quanto riguarda, per esempio, la scelta per la quale gli stranieri decidono di venire a fare una vacanza nel nostro Paese, vede in primis, come primo motivo trainante, quello dei viaggi dedicati ai siti archeologici e alla cultura. Poi passa per quelli che sono i tour itineranti piuttosto che i soggiorni-mare. Al quarto posto con un 17 per cento dei viaggiatori, si sceglie come primo elemento, per il quale si decide una vacanza o un viaggio in Italia, il tema dell'enogastronomia. Questo dato si ribalta totalmente passando a un 83 per cento dei viaggiatori che invece poi fanno esperienze, in primis, della parte enogastronomica. Perché poi...

  PRESIDENTE. Noi la sentiamo. Ha qualche problema?

  IVANA JELINIC, presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo. Okay, allora vado avanti.
  Addirittura il 22 per cento delle nostre imprese, delle strutture ricettive italiane, punta come fattore prioritario proprio su quello che è il tema del turismo enogastronomico, quindi di tutta la fascia che riguarda i prodotti enogastronomici.
  Questo diventa un elemento di valore aggiunto unico per l'Italia, tenuto conto sia della biodiversità unica che il nostro Paese rappresenta e soprattutto della capacità che noi abbiamo anche di esportare i nostri prodotti. Perché poi il turista che cosa fa? Sceglie, nella stragrande maggioranza dei casi, di acquistare prodotti e riportarseli in patria. Questo è considerato uno degli elementi più caratterizzanti dell'esperienza del viaggio, ovvero il potere, in qualche modo, attraverso il prodotto riportato in patria anche di perpetuare l'esperienza di viaggio che si è fatta nel nostro Paese.
  Altri due temi sono particolarmente sensibili su questo comparto e meritano un Pag. 9approfondimento. Da un lato il tema del lusso: circa il 10 per cento dei viaggiatori sceglie di soggiornare in strutture 5 stelle e 5 stelle lusso; questo significa che tutta la parte del lusso che inevitabilmente riguarda poi, per esempio, comparti come la moda, è elemento per noi di grandissimo pregio e di grandissimo valore, tant'è vero che tutta una serie di strategie che l'agenzia ha messo in campo, e che prevede di proseguire anche nel prossimo futuro, mirano proprio a incrementare questa percentuale di flussi perché hanno una capacità di spesa estremamente elevata che va a ricadere anche su un altro ambito, ovvero quello dello shopping. Shopping che è stato nel nostro Paese da un lato privilegiato anche dalla diversità di proposta che noi abbiamo. Basta ricordare che nelle nostre città più importanti ci sono aree, zone, vie talmente famose da essere considerate primarie per quanto riguarda lo shopping di alta gamma ma, contemporaneamente, anche con un artigianato locale particolarmente diffuso e estremamente apprezzato, artigianato tra l'altro di altissima qualità, come il mondo della pelletteria, tanto per citarne uno. La stragrande maggioranza di questi viaggiatori, circa un terzo infatti, sono coppie che viaggiano senza bambini e un buon 17 per cento invece sceglie di fare questo genere di vacanza (e qui siamo nella sfera dell'alta gamma) con amici e conoscenti, quindi sono gruppi un pochino più grandi.
  La moda, come dicevo, è un elemento fortemente identitario che contraddistingue il nostro Paese e che è stato anche declinato in maniera interessante attraverso, per esempio, gli outlet che hanno avuto la capacità, in quest'ultimo decennio, anche di far decongestionare parte dei flussi concentrandoli anche su zone meno frequentate. Tra l'altro questa tematica ha un elemento di pregio particolare, ovvero quello della destagionalizzazione. Non è sufficiente per noi avere picchi di turismo soltanto in alcune fasce dell'anno, ma è particolarmente importante riuscire a destagionalizzare sempre di più. In questo gli outlet, devo dire, si sono rivelati dalle nostre ricerche elemento attrattivo estremamente interessante. Tra l'altro siamo su una spesa legata allo shopping di oltre 1,6 miliardi di euro e questo è un elemento estremamente importante se si guarda, per esempio, la divisione delle regioni dove lo shopping è tematica prevalente.
  Il primato da questo punto di vista è della Lombardia, che riesce a raccogliere oltre il 55 per cento della spesa turistica totale degli stranieri che arrivano in Italia. Questo è un dato significativo perché chiaramente ci dice come un sistema organizzato, complice anche la vicinanza a aree di Paesi stranieri e quindi una facilità di collegamento ma anche un buon punto di ingresso nel nostro Paese, favorisce questo tipo di turismo che ha una media di spesa che va intorno ai 140 euro. Ci sono Paesi che riescono a fare meglio di noi, quindi significa che abbiamo ancora una buona capacità di crescita. In questo l'Agenzia sta cercando di concentrare la propria attenzione anche su quei mercati stranieri che hanno un'attenzione e hanno dei numeri per quanto riguarda i turisti del lusso e di alta gamma particolarmente significativa. Per esempio tutta la parte del Golfo Arabico, che per noi è estremamente interessante ed è un mercato da sviluppare, ma anche quello indiano dove i numeri della popolazione, la crescita incessante dell'economia che viaggia quasi a doppia cifra di anno in anno in incremento, diventano per noi elementi di grande interesse. Tra l'altro l'attenzione viene posta anche su altri Paesi del sud-est asiatico – considerato che a breve ripartiranno anche i viaggi dalla Cina, che non è l'unico Paese sul quale vogliamo concentrarci –, come per esempio la Thailandia, il Vietnam, che hanno manifestato nell'ultima fase grande interesse nei confronti dell'Italia.
  Tutto questo, se il nostro Paese sarà capace, come in questo momento sta intendendo di fare, di mettere a sistema queste opportunità potrà certamente ingenerare una crescita ulteriore del 13 per cento che oggi riguarda il turismo ma che sicuramente nei prossimi anni potrebbe decisamente aumentare.
  Io avrei terminato, non so se mi sentite ancora.Pag. 10
  Ho evitato di sciorinare troppi dati, troppi numeri perché poi saranno nella relazione che vi è già stata mandata e di solito sono la parte che confonde di più e non aiuta l'analisi.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi che sono collegati e ai colleghi in presenza se hanno delle domande. Non ci sono domande. Ne faccio una io.
  Per quanto riguarda i mercati su cui state pensando di insistere, per un'ulteriore espansione evidentemente, a quali percentuali potete pensare come obiettivo?

  IVANA JELINIC, presidente facente funzione e amministratore delegato di ENIT – Agenzia nazionale del turismo. Guardi, io ritengo che sia necessario per noi diversificare sempre di più. Per esempio, abbiamo visto quello che è stato l'impatto della mancanza del turismo russo e quindi stiamo cercando di ampliare quelle che sono tutte le fasce dei Paesi perimetrali alla Russia che non hanno restrizioni in questo momento. Ma anche, per esempio, del Sudamerica. Noi siamo convinti che potremmo, con un'azione sistemica del Paese, arrivare a incrementare il nostro prodotto interno lordo in tema di turismo anche di un paio di punti percentuali.

  PRESIDENTE. Non essendoci richieste di intervento, ringrazio la rappresentante di ENIT – Agenzia nazionale del turismo intervenuta per l'esauriente esposizione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dalla rappresentante di ENIT – Agenzia nazionale del turismo (vedi allegato 2) e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Italia nostra.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, l'audizione di rappresentanti di Italia nostra nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi.
  Invito chi interviene a volerlo fare sinteticamente, in modo da lasciare più spazio possibile alle domande dei commissari, riservando gli ulteriori approfondimenti ad un eventuale contributo scritto che verrà volentieri acquisito ai lavori della Commissione.
  Do la parola a Oreste Rutigliano, consigliere nazionale di Italia nostra, ricordando che il tempo complessivo a disposizione per l'intervento è di circa dieci minuti. Grazie.

  ORESTE RUTIGLIANO, consigliere nazionale di Italia nostra. Mi sembra di aver accertato che il tema di cui dobbiamo parlare, come quota rappresentante del made in Italy, sia il paesaggio italiano. In merito al paesaggio italiano noi ricordiamo la sua importanza sia sotto il profilo del suo valore culturale, sia sotto il profilo di quanto riesce a immettere nell'economia come turismo e come vendita e diffusione dei prodotti enogastronomici.
  Oggi paesaggio significa queste tre realtà, di cui due fatte di denaro sonante. Certamente di denaro sonante legato all'identità del paesaggio. Ora il paesaggio italiano, è bene che anche in questa sede si sappia, è sotto attacco. Sotto attacco di un pericolo che si va diffondendo per un tempo che parte dagli inizi del 2000. Sono circa 25 anni, 23 anni, che l'Italia è diventata luogo di installazione di centrali eoliche industriali per la produzione di energia elettrica rinnovabile. Ancora si discute in questo Paese, e ci si chiede spesso, da parte di chi li contrasta, se effettivamente questo tipo di installazioni (che sono di carattere industriale e tra i più grandi apparati industriali che siano stati mai creati e utilizzati nel nostro Paese raggiungono ormai duecento metri di altezza) siano compatibili con il territorio e col paesaggio italiano. I sostenitori di questo tipo di rinnovabili sostengono che essi siano compatibili, aumentano anzi forse l'attrattività fino a costituire, per iperbole, le nuove cattedrali gotiche del nostro tempo.
  Noi siamo fermamente contrari a questa intrusione, in particolare nel paesaggio Pag. 11italiano, perché queste macchine, questi apparati che si diffondono necessariamente su vasti territori sono nati essenzialmente per essere usati in zone desertiche oppure usati nei nebbiosi mari del nord Europa e cioè nel Mar Baltico e nelle pianure, a loro volta nebbiose, della Germania della Danimarca e di altri Paesi del nord Europa. Nulla a che fare, la conformazione di questi Paesi, con la conformazione dell'Italia lunga e stretta, costellata di monti e di presenze culturali: borghi, castelli, abbazie, aree archeologiche in ogni dove. Come si fa dunque a mettere questo eolico dentro questa realtà territoriale? È una cosa che noi ancora non riusciamo a capire, ma quello di cui siamo sicuri è che questa intrusione deprime il valore del paesaggio e deprime anche tutte le attività economiche che sono connesse a questo paesaggio e cioè le attività di agriturismo, le attività di accoglienza, le attività di produzione e vendita di prodotti enogastronomici, privando l'Italia, col tempo, di larghe e larghissime plaghe di paesaggio che forniscono al nostro Paese quote importanti di PIL proprio grazie alla loro bellezza e al loro essere specialistiche.
  Se lo diciamo solo noi di Italia Nostra e anche di tante altre associazioni protezioniste o anche ambientaliste, probabilmente non è bastato fino ad oggi. Però questa mattina ho una primizia da dare alla Commissione ed è un lungo comunicato stampa del vescovo di Benevento, il quale protesta vivamente, in una lunga lettera in un lungo comunicato stampa, contro la immissione di pale eoliche nel comune di Pietrelcina luogo di nascita di Padre Pio dove, grazie alla popolarità del Santo, è nata una consistente economia dovuta al pellegrinaggio, alla presenza di pellegrini e di turisti. Un territorio che ha una vocazione, per cui trae una linfa economica e vitale da questa connessione paesaggistica e religiosa. Questo territorio paesaggistico e religioso offre lavoro a tante persone e si domanda il vescovo di Benevento: «Questa bellissima zona collinare sarà deturpata da freddi alberi di metallo alti 70 piani, pari a 210 metri di altezza, danneggiando queste attività economiche legate al pellegrinaggio.». Insiste, parlando della provincia di Benevento il vescovo: «Già molti luoghi del beneventano sono deturpati da pale eoliche così il Fortore, così il Matese e l'Alto Tammaro, comprimendo le alte potenzialità dovute alle nostre produzioni e costringendo molti giovani ad emigrare». Questo non è il parere di Italia nostra, è il parere di un autorevole esponente della Chiesa.
  Ad ogni modo noi possiamo affermare accanto a questo che le stesse osservazioni si possono fare per le grandi plaghe del Paese e del Mezzogiorno oramai dominate da questa presenza diffusa, in modo peraltro caotico e non programmato, delle pale eoliche e parlo, per esempio, non solo della provincia di Benevento in Campania ma anche di quella di Avellino, della provincia di Foggia devastata, della provincia di Lecce nel Salento che pure oggi rappresenta un'eccellenza italiana, tutta la Basilicata, la Calabria con Crotone e Catanzaro, la Sicilia con Trapani e la provincia di Campobasso in Molise. Tuttavia dopo aver fatto assuefare gli italiani a queste presenze estranee e abnormi ora l'attacco della lobby eolica, che guadagna molti danari da questo tipo di investimento sicuro e garantito dallo Stato, sta andando a toccare i luoghi specialissimi del paesaggio italiano.
  Noi su questo lanciamo il grande allarme perché a questo punto gli ultimi attacchi, come vedrete dal documento che manderemo con l'elenco dei progetti presentati, ora sono portati addirittura nell'Etruria meridionale, nella zona dell'Italia etrusca. Vale a dire nella Tuscia e nomino alcune cittadine che sono note in tutto il mondo per il turismo archeologico, sto parlando di Tarquinia, di Tuscania, di Viterbo, di Bolsena, di Orvieto e di Castel San Giorgio che è tra Orvieto e il lago di Bolsena.
  Oggi è bene sapere che il lago di Bolsena, che è una polarità turistica nel centro Italia dove si concentra un turismo di origine europea, in particolare germanica, al pari di quella notissima del lago di Garda, oggi lago di Bolsena ha cambiato fisionomia e sta cambiando del tutto fisionomia. Si domanda se è concepibile abbassare il valore di luoghi come il lago di Bolsena, Pag. 12lago vulcanico dalle particolarità uniche, avendo tutt'intorno i crinali del lago costellati di gigantesche torri eoliche messe dai tanti comuni che circondano il lago.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, le devo chiedere di arrivare alla conclusione che il tempo a sua disposizione è esaurito. La ringrazio.

  ORESTE RUTIGLIANO, consigliere nazionale di Italia nostra. La Commissione attività produttive si faccia carico di investigare su quello che è il mondo delle rinnovabili, di sapere come queste rinnovabili non riescono ad abbassare i costi delle criticità ma anzi concorrono a raddoppiarli, dal momento che si tratta di energie rinnovabili intermittenti e non programmabili – dopo 25 anni non emendate da questi terribili difetti – per cui a un sistema di produzione rinnovabile di varie decine di giga watt fino a coprire l'intera produzione, dovrà sempre corrispondere un altro sistema parallelo di energie fossili, che sono invece programmabili, pronto ad entrare in azione. Quindi il Paese è costretto, in questo momento, a pagare due sistemi di produzione uno in funzione e l'altro pronto ad entrare in funzione, tutti e due come se funzionassero integralmente. Questi costi sul made in Italy, sulla produzione del Paese incidono in una maniera incredibile, al pari di quello che ha messo in evidenza Romano Prodi in questi giorni a proposito dell'auto elettrica, in cui ha fatto capire che questa corsa al green non meditata, non studiata e frettolosa, che voleva portare al 2035 solo auto elettriche, avrebbe portato solo grande distruzione in un altro grande settore del made in Italy: quello dell'automotive. Senza ragione oltretutto, poiché ancora non abbiamo garanzia, ho finito, che le auto elettriche facciano risparmiare più CO2 di un'ottima macchina endotermica prodotta di ultima generazione.

  PRESIDENTE. Saranno tematiche che sicuramente questa Commissione affronterà, visto che tratterà anche i temi dell'energia. Ricordo tuttavia che questa è un'indagine conoscitiva e queste sono audizione sul tema del made in Italy.
  Non essendoci richieste di intervento, ringrazio il rappresentante di Italia nostra intervenuto per l'esauriente esposizione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.

Pag. 13

ALLEGATO 1

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

ALLEGATO 2

Pag. 24

Pag. 25

Pag. 26