XIX Legislatura

Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Giovedì 19 ottobre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DEGLI SVANTAGGI DERIVANTI DALLA CONDIZIONE D'INSULARITÀ E SULLE RELATIVE MISURE DI CONTRASTO

Audizione di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto, con particolare attenzione agli aspetti concernenti la politica energetica.
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 3 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 3 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 9 
Nicita Antonio  ... 9 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 10 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 10 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 11 
Todde Alessandra (M5S)  ... 11 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 12 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 12 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 13 
Ghirra Francesca (AVS)  ... 13 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 14 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 14 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 15 
Russo Raoul  ... 15 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 15 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 16 
Giagoni Dario (LEGA)  ... 16 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 16 
Giagoni Dario (LEGA)  ... 16 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 17 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 17 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 17 
Meloni Marco  ... 17 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 18 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 18 
Calderone Tommaso Antonino , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
TOMMASO ANTONINO CALDERONE

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d'insularità e sulle relative misure di contrasto, con particolare attenzione agli aspetti concernenti la politica energetica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e sulle relative misure di contrasto, con particolare attenzione agli aspetti concernenti la politica energetica.
  Lo ringrazio a nome di tutta la Commissione per aver accolto il nostro invito. Do quindi la parola al Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie Presidente, grazie ai commissari presenti e a coloro che sono collegati per questo invito che mi dà la possibilità di informare il Parlamento rispetto alle materie di competenza del mio Ministero.
  Il territorio insulare italiano conta circa una sessantina di isole, equivalente a un sesto di quello nazionale. La quasi totalità è rappresentata da Sicilia e Sardegna, come superficie naturalmente. Essa coincide inoltre con le aree maggiormente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.
  La distribuzione nello spazio, la distanza dalla costa, le dinamiche demografiche e le attività produttive ed economiche e l'evoluzione storica hanno contribuito a definire le forme dell'insularità di ogni isola o arcipelago, dando luogo a una varietà di contesti insulari molto diversi. Ne consegue che la natura degli interventi a sostegno delle attività produttive va anche calibrata e adattata al singolo caso specifico.
  Il proposito di migliorare le condizioni di vita sulle isole, in particolare su quelle minori, e delle attività economiche passa anche attraverso le politiche e le iniziative della blue economy. In tal senso va peraltro registrato lo sforzo che si sta conducendo nell'ambito del Comitato interministeriale per le politiche del mare (CIPOM), che si è concretizzato nel Piano del mare approvato lo scorso 31 luglio, traguardando le aree tematiche d'interesse.
  Entrando più nelle materie di competenza del MASE, dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico le due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, sono state oggetto di importanti interventi infrastrutturali al fine di migliorare la sicurezza e l'adeguatezza del sistema energetico, anche in attuazione degli obiettivi di decarbonizzazione, come previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) del 2019 e dal recente aggiornamento di quest'anno.Pag. 4
  Per quanto riguarda la Sicilia, la presenza massiccia di fonti rinnovabili da installare nel territorio, da un lato, favorisce gli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo, migliorando le condizioni di approvvigionamento energetico dell'isola; dall'altro, richiede investimenti in termini di rete elettrica di trasmissione nazionale. In questo caso vi è un eccesso di domanda rispetto alla capacità di portata delle infrastrutture.
  Negli ultimi 15 anni sono stati compiuti notevoli investimenti nel campo delle infrastrutture elettriche ad alta tensione, che hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la stabilità e l'adeguatezza del sistema elettrico regionale, garantendo l'integrazione sempre più massiccia delle energie rinnovabili che si stanno sviluppando nel territorio regionale. Tra tutti, come ben noto, la più rilevante ai fini degli obiettivi di decarbonizzazione, prevista nel Piano nazionale integrato energia e clima, è il Tyrrhenian Link, il collegamento al cavo sottomarino in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania, di circa 970 chilometri di lunghezza, di 1000 megawatt di potenza, per il quale questo Ministero ha autorizzato i tratti est (attualmente Campania e Sicilia) e ovest (Sicilia e Sardegna).
  Si tratta di un'opera strategica per il sistema elettrico italiano, nell'ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, che contribuirà al raggiungimento dell'obiettivo di phase out del carbone, previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima del 2019 e confermato da quello del 2023, incrementando la capacità di trasporto e migliorando la sicurezza e l'adeguatezza della flessibilità della rete – l'abbandono del carbone certamente ha qualche difficoltà in più in Sardegna, perché c'è un percorso un po' più articolato, poi lo affronteremo – migliorando la sicurezza e l'adeguatezza della flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorendo l'integrazione del mercato interno e delle fonti rinnovabili.
  Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi in materia di fonti di energia rinnovabile, a livello europeo si sta supportando e sviluppando la tecnologia innovativa degli impianti eolici galleggianti sia su acque interne sia offshore.
  In Italia l'interesse verso la tecnologia è molto forte, come dimostrato da tantissime iniziative (in questo momento le istanze sono centinaia). Secondo le previsioni del gestore di rete, in Sicilia entro il 2030 saranno installati circa 1,4 Giga di impianti di produzione energetica ed elettrica da eolico offshore e ad oggi sono molte le iniziative.
  Apro una parentesi, l'eolico offshore, parlo dell'eolico oltre le 12 miglia – quindi in acque internazionali – ha bisogno di quattro cose: la definizione degli spazi marittimi, perché il Piano mare italiano, come alcuni altri Paesi, non è stato valutato con riferimento a questi investimenti. Il Piano mare italiano è un piano mare, come nella storia, solo di navigazione, quindi si tratta di raccordarsi con i Paesi dell'area. In questo caso stiamo parlando dell'area sud della Sicilia, ma dall'altra parte con la Spagna, con la Francia fino probabilmente al Portogallo, per definire le aree di competenza del Piano mare. Quindi bisogna avere il Piano Mare, avere porti attrezzati (per attrezzare un porto ci vogliono due o tre anni); bisogna avere navi attrezzate in merito e ci vuole un tempo adeguato e investimenti adeguati, e poi costruire la piattaforma. Quindi è un percorso che richiede qualche anno. Per esempio, la stessa Prysmian, che è una delle maggiori aziende di produzione di cavi, afferma che per avere cavi adeguati si impiegano due, tre o quattro anni. Questa è anche la motivazione per cui nel Piano nazionale integrato energia e clima ho previsto l'implementazione molto avanti, verso il 2029-2030. Metterò in un decreto, a breve, l'ipotesi dell'offshore, in modo che possa partire mentre gli affianchiamo il Piano mare, e naturalmente mentre firmiamo questo, sarà valutata l'ipotesi di poter prendere aree marine di dimensioni elevate per insediare e quindi eventualmente, uso il termine eventualmente, lottizzare. Vuol dire prendere un'area da 30 chilometri per 30 chilometri o 50 chilometri per 50 chilometri, ripartirla lottizzata e insediare gli impianti in quelle Pag. 5aree. Vale per la Sicilia, vale per la Sardegna, vale naturalmente per tutti i mari.
  Per la Sardegna, la peculiare conformazione territoriale e la maggior distanza dal continente, ha reso storicamente più difficile lo sviluppo di una rete di connessione al sistema di approvvigionamento energetico del continente. Tuttavia, nell'ultimo decennio, lo sviluppo degli impianti FER sull'isola ha prospettato, anche in linea con gli obiettivi sfidanti di decarbonizzazione di matrice europea, la necessità di alimentare il territorio isolano tramite nuove infrastrutture di approvvigionamento energetico.
  Dal punto di vista elettrico anche in Sardegna la più rilevante opera infrastrutturale della Rete di trasmissione nazionale (RTN) è il Tyrrhenian Link, che è quello autorizzato quindici giorni fa.
  Insieme alle opere di connessione già esistenti questo consentirà di portare il sistema elettrico regionale a un livello adeguato di sicurezza, anche nel caso di spegnimento delle due centrali a carbone ad oggi presenti sul territorio, quella del Sulcis e del Fiume Santo, che dopo quarant'anni di funzionalità sono da dismettere. Sul Fiume Santo sto facendo un ragionamento diverso rispetto al carbone, perché abbiamo ridotto al minimo i motori rispetto alla produzione di energia elettrica col carbone, ma con il quadro geopolitico e internazionale che c'è e l'incertezza sui prezzi, sinceramente non me la sono sentita di chiudere neanche Civitavecchia e neanche Brindisi.
  Per quanto riguarda il sistema gas, la Sicilia, oltre al gasdotto Greenstream, è attraversata dalla principale fonte di approvvigionamento del sistema italiano di gas naturale, ovvero i gasdotti di Transmed. Questo sistema, che va dalle coste africane a Mazara del Vallo, rende possibile l'importazione di gas dall'Algeria attraverso la Tunisia e lo Stretto di Sicilia e diventa parte integrante della rete di trasporto nazionale.
  Dal punto di vista dell'approvvigionamento, la regione Sardegna presenta una situazione particolare, dovuta all'isolamento dal continente, alla scarsa densità abitativa delle aree interne e alla scarsità delle aziende energivore. Tali fattori non hanno consentito uno sviluppo capillare né della rete di trasporto né delle fonti d'approvvigionamento.
  Partendo da un dato storico, il PNIEC del 2019, perseguendo l'obiettivo dell'eliminazione del carbone anche per le grandi isole, ha reso necessario riformulare il sistema energetico sardo tramite l'elettrificazione dei consumi e l'aumento dell'approvvigionamento tramite gas, per sostituire l'approvvigionamento tramite le centrali a carbone esistenti.
  Per consentire l'approvvigionamento di energia alla regione Sardegna, a prezzi sostenibili e in linea con quelli del resto del Paese, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri «Sardegna» del 29 marzo del 2022 aveva previsto l'estensione, anche ai fini tariffari, della rete nazionale di trasporto del gas della Sardegna attraverso il cosiddetto collegamento virtuale, o virtual pipeline.
  Nello stesso decreto sono state individuate le opere e le infrastrutture necessarie al phase out del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione industriale dell'isola, in conformità a quanto previsto dal PNIEC del 2023.
  È previsto l'adeguamento dell'impiantistica per i terminali di Panigaglia e Livorno per consentire il caricamento del gas naturale liquefatto (GNL) su bettoline, e quindi da trasferire; è prevista la collocazione di due rigassificatori nelle località di Porto Torres e Portovesme, con un dimensionamento adeguato a servire i soggetti industriali e termoelettrici nord e sud, nonché i bacini di consumo di Sassari e Cagliari (anche se questa è una previsione del passato).
  È prevista la realizzazione di un impianto di rigassificazione nell'area portuale di Oristano da alimentare mediante servizio dedicato di trasporto GNL con bettoline dai terminali di Panigaglia e Livorno.
  È prevista la realizzazione di tratte di reti di trasporto per il collegamento tra i nuovi terminali di rigassificazione ai principali bacini di consumo del settore e nelle aree che saranno interessate alla realizzazionePag. 6 di centrali termoelettriche alimentate a gas, nonché alle reti di distribuzione, anche ai fini della conversione a gas naturale di reti esistenti a GPL e aria propanata.
  È prevista la realizzazione di infrastrutture da realizzare per il soddisfacimento dei fabbisogni dell'isola naturalmente (le realizzazioni Terna ed Enel) e lo sviluppo di una potenza programmabile.
  Come è noto, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stato contestato dalla regione Sardegna e ad oggi la configurazione delineata dei mezzi di approvvigionamento del gas per gli utenti sardi è in fase di revisione. Inoltre è in corso un tavolo tecnico tra la regione Sardegna, l'Autorità nazionale, quindi Arera in questo caso, e il nostro Ministero, al fine di condividere la minor strategia energetica nel contesto più ampio di strategia nazionale. In termini pratici, al momento ho previsto un rigassificatore solo a Porto Torres perché non c'è un accordo con la regione Sardegna rispetto al luogo del rigassificatore del Sud.
  Per le isole minori occorre fare un altro discorso. Con l'eccezione di Capri, Ischia e Isola d'Elba, tutte le altre sono qualificate isole minori non interconnesse per la mancanza o l'insufficienza di interconnessione fisica con il sistema elettrico nazionale.
  Le isole elettricamente isolate sono circa trenta e vi risiedono 200 mila abitanti. Complessivamente occupano una porzione pari allo 0,3 per cento del territorio nazionale, con una popolazione anch'essa dello 0,3 per cento del territorio nazionale.
  L'isolamento dal continente comporta che la produzione di energia elettrica avvenga interamente sul territorio isolano, con alcuni elementi di peculiarità tra i quali l'alta variabilità stagionale della domanda elettrica, in questo caso dovuto al turismo; la scarsa sicurezza energetica dovuta all'assenza di una connessione elettrica collegata con il continente e quindi soggetta alle avversità climatiche che rendono difficoltoso l'approvvigionamento dei combustibili; alla scarsa disponibilità di aree adatte allo stoccaggio dei carburanti e alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili; il costo di produzione e distribuzione dell'energia elettrica e i costi ambientali, naturalmente sulle isole che hanno particolare pregio.
  Purtroppo l'isolamento elettrico di tali isole si riflette anche nei disservizi e nei blackout, avvenuti sia nella fase di picco di consumo, come nella scorsa stagione estiva a Panarea a inizio agosto 2023, sia in caso di fenomeni gravi di maltempo come è avvenuto quest'anno ad Alicudi.
  Proprio per intervenire su tali problematiche ben note, da tempo questo Ministero, tramite i finanziamenti con decreti incentivanti, sta spingendo verso una trasformazione green di tali sistemi elettrici.
  Con il decreto ministeriale del 14 febbraio 2017, sulla copertura del fabbisogno delle isole minori, sono state individuate disposizioni per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interamente interconnesse. Fra le finalità del decreto va segnalato che c'erano obiettivi quantitativi, obiettivi temporali per il processo graduale di sviluppo della produzione da fonte rinnovabile e il sostegno agli investimenti necessari al proseguimento dei suddetti obiettivi.
  In attuazione a quanto previsto dal citato decreto, il 25 maggio 2020 il Ministero ha adottato il bando «Progetti integrati innovativi per le isole minori non interconnesse», che destina 10 milioni di euro per la realizzazione dei progetti per la progressiva copertura del fabbisogno energetico attraverso energie da fonti rinnovabili.
  Il bando è rivolto ai gestori del servizio elettrico operante nelle isole minori non interconnesse e finanzia progetti che dimostrino, nel rispetto delle condizioni di sicurezza e continuità della fornitura, di ridurre la produzione di energia elettrica annua convenzionale.
  Per quanto riguarda i progetti di collegamento della rete elettrica delle isole non interconnesse, questo Ministero ha collaborato sinergicamente con Arera e Terna per la connessione elettrica alla terraferma dell'isola di Capri.
  Il processo di interconnessione al continente ha avuto un lungo percorso autorizzativo, reso complesso dalla peculiarità Pag. 7del territorio isolano e dalla scarsità di aree a disposizione. È stato avviato a seguito di evidenti criticità ambientali, connesse al funzionamento della centrale a gasolio presente nell'isola, e ha visto la realizzazione da parte del gestore Terna di due collegamenti marittimi: uno con Castellammare di Stabia, già in servizio, e l'altro con Sorrento in corso di finalizzazione, al fine di rendere indipendente l'isola dall'approvvigionamento energetico tramite la centrale inquinante.
  Nell'ultimo trimestre del 2023 si prevede un intensificarsi dell'attività di approfondimento tecnico-amministrativo propedeutico all'avvio delle procedure di gara per l'affidamento delle progettazioni preliminari entro l'inizio del 2024.
  Sulla scorta quindi di quello che è stato il risultato per Capri nel 2015, su richiesta di Arera, Terna ha verificato la possibilità di collegare alla rete nazionale i sistemi elettrici delle isole minori, tra cui anche l'arcipelago delle Eolie alla RTN della Sicilia.
  L'arcipelago delle Eolie non può essere collegato utilizzando il Tyrrhenian Link, ma occorre realizzare una linea autonoma e la stima di costo è circa 200-250 milioni. In questo momento non c'è nessun progetto. Una volta attivato il progetto e dichiaratolo rilevante, è uno dei percorsi da prendere in considerazione, se non vi è altra via di autoproduzione con rinnovabili, che dia garanzia di continuità. Infatti, secondo le informazioni fornite da Terna (io poi tra l'altro metto la relazione a disposizione della Commissione), ho una serie di considerazioni che riguardano proprio l'arcipelago delle Eolie, quindi la possibilità di sviluppare questa parte progettuale.
  Per gli stessi motivi Arera ha dato parere negativo; la stessa valutazione ce l'abbiamo naturalmente sullo sviluppo delle interconnessioni, che può essere implementato se si individuano i fondi pubblici o il ribaltamento sul sistema tariffario nazionale o eventualmente altri fondi strutturali europei. Perché vorrei ricordare che in alcune realtà è possibile utilizzare i fondi FESR, che in alcune realtà territoriali non trovano finalizzazione, è possibile farlo e, aggiungo, può essere fatto altrettanto per l'Isola del Giglio, per l'isola di Favignana, quindi per una serie di altre situazioni che possiamo prendere in considerazione. La situazione potrebbe quindi sbloccarsi e credo che non è tutta solo una questione di costi.
  Mi ero segnato la nota dei deputati Nicita e Meloni della Commissione, che propongono un focus sul collegamento con le isole, tanto per ricordare che non si può utilizzare il Tyrrhenian Link.
  Con riferimemto al settore idrico, va detto che nelle isole l'acqua potabile è un bene limitato. Le soluzioni sono ad alto impatto ambientale, considerando l'uso dell'energia per trasportarla in discarica e negli impianti di dissalazione. Dunque la scarsità d'acqua rappresenta per molte isole un problema endemico, ancora lontano dall'essere risolto.
  Si evidenzia che tra le isole minori sono poche quelle servite da condotte sottomarine dalla terraferma o dalle isole vicine, e alcune utilizzano ancora le navi cisterna come metodo esclusivo di approvvigionamento di acqua potabile. Inoltre le navi cisterna sono cruciali per soddisfare il fabbisogno su alcune isole che esplode durante il periodo estivo, per una ragione di ordine turistico, e poco sostenibile in termini di emissione e quindi di clima-alteranti.
  In proposito, un delicato approfondimento si sta conducendo nei confronti del progetto del dissalatore marino mobile. Questa è un'evoluzione del concetto di dissalatore. Noi sappiamo bene che i dissalatori generano una serie di valutazioni di ordine ambientale e di protesta, automaticamente da parte della popolazione, perché il dissalatore produce salamoia e là dove la salamoia viene riversata crea dei problemi. Quindi un meccanismo per superare questo problema è il passaggio dal dissalatore a terra al dissalatore mobile, che va in alto mare. Con questo non è che non si produca salamoia, ma questa si disperde molto più facilmente, e questo potrebbe essere uno dei meccanismi su alcune situazioni per dare soluzione e continuità alla fornitura di acqua.
  In generale ritengo di poter affermare che si sta lavorando per innovare in manieraPag. 8 significativa la rete idrica esistente, per realizzare e implementare impianti di depurazione delle acque reflue, altra grande questione che è una questione del Paese. Noi abbiamo 9 miliardi di metri cubi di acque reflue e ne riutilizziamo 400-500 mila metri cubi, cioè, un utilizzo vergognoso di meno del 5 per cento delle acque reflue, che invece potrebbero, se trattate opportunamente, essere riutilizzate.
  Quindi naturalmente questo significa, sul discorso della rete idrica, abbattere le inevitabili ripercussioni sulla qualità delle acque costiere, che sono il grande valore della nostra realtà, in particolar modo nei periodi di maggiore afflusso e utilizzo delle stesse e in continuità con le opportunità della legge n. 178 del 2020, con la quale veniva istituito il «Fondo per l'approvvigionamento idrico delle isole minori con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti».
  Riguardo le aree marine protette, l'esperienza ormai quarantennale, maturata nell'osservazione e nello sviluppo delle riserve marine prima e delle aree marine protette poi, dimostra che dall'implementazione di aree sottoposte a particolare regime di tutela ambientale possono derivare tangibili benefici socio-economici per le comunità locali, soprattutto nella considerazione che spesso tale regime di protezione è riferibile proprio al sistema insulare.
  In altre parole, avendo a mente lo sviluppo economico che, ad esempio, ha interessato le Cinque Terre (cito qualcosa che conosco), ormai una sorta di brand dell'eccellenza italiana nel mondo, e muovendo i passi della progressiva attuazione del cosiddetto «Obiettivo 30x30» che noi abbiamo sottoscritto, previsto dalla strategia europea per la biodiversità, e ribadito nell'accordo mondiale a Montreal, si sta procedendo verso la celere individuazione di quelle isole non ancora aree marine protette (ad esempio Ponza, Capri e Pantelleria), che possono arricchire il patrimonio della località insulare nei cui confronti riserviamo una dedicata e maggiore tutela in un'ottica di blue economy, ovvero che sappia traguardare lo sviluppo economico sostenibile a beneficio delle comunità locali.
  Sappiamo che è difficile in alcuni casi superare quello che è un gap che vuol dire che nel momento in cui metto la protezione, metto i divieti. In realtà le protezioni vanno colte, ho voluto fare l'esempio delle Cinque Terre, ma a terra possiamo fare l'esempio del Parco del Gran Paradiso o del Parco d'Abruzzo. Diventa un brand, diventa un beneficio, diventa un motivo di arricchimento, un motivo di business, quindi questa è una valutazione che va fatta.
  Riguardo il PNRR, le isole sono investite nella Missione 2, dove è stato istituito il Programma Isole Verdi, finalizzato a promuovere il miglioramento e rafforzare, in termini ambientali e strategici, le 19 isole minori non interconnesse attraverso la realizzazione di progetti integrati sull'efficientamento energetico e idrico: la mobilità sostenibile, la gestione del ciclo dei rifiuti, l'economia circolare, la produzione dell'energia rinnovabile e le diverse applicazioni per gli usi finali.
  La strategia del programma è stata definita in coerenza con gli obiettivi energetici e climatici previsti dagli European green deal per la riduzione di gas clima-alteranti al 55 per cento del 2030 e la neutralità climatica al 2050.
  Inoltre la misura è coerente col Piano nazionale integrato per l'energia e il clima del 2023, nonché con gli obiettivi di energia pulita e accessibili, gli Obiettivi 7 e 13 della lotta al cambiamento climatico dell'Agenda 2030.
  Rispetto agli asset definitivi a livello europeo e nazionale, il Programma Isole Verdi rappresenta un laboratorio di innovazione ineludibile sulla strada della transizione ecologica, tanto per la peculiarità ambientale che caratterizza i contesti isolani oggetto di intervento, la cui fragilità dell'ecosistema spesso è messa a rischio da rilevanti flussi turistici, quanto per le caratteristiche intrinseche dei progetti ammessi a finanziamento che si configurano come interventi integrati. Tra questi sono rilevanti quelli a favore dell'efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico, i progetti di riduzione dei consumi, i Pag. 9progetti per la realizzazione di impianti a fonte rinnovabile, interventi sulla rete elettrica, la realizzazione di infrastrutture, piste ciclabili, autobus e imbarcazioni.
  L'importo complessivo dell'investimento è da 200 milioni di euro e i beneficiari sono 13 comuni delle 19 isole minori non connesse alla terraferma, ovvero Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, Tremiti, Lipari, Malfa, Santa Marina Salina, Leni, Ustica, Favignana, Pantelleria e Lampedusa, che dovranno realizzare 142 progetti compresi nelle richiamate tipologie gli interventi ammissibili e riguardanti principalmente l'integrazione delle reti elettriche o sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili per 80 milioni e il rifacimento ed efficientamento delle reti idriche acquedottistiche – circa 70 milioni – perché non basta avere le reti idriche, bisogna anche averle senza dispersione del 40-50 per cento, come la media a livello nazionale che è del 40 per cento.
  La restante parte di risorse è destinata ad interventi sul ciclo dei rifiuti, sull'efficienza energetica e nuovamente su ragione di economia circolare. Il target del programma è l'attuazione di tutti gli investimenti entro il giugno 2026 a pena di decadenza.
  Inoltre va sottolineato che il Ministero che rappresento è impegnato quotidianamente nell'assistenza e nel fornire aiuto alle isole minori al fine di favorire l'attuazione dell'investimento del PNRR attraverso l'attività della competente unità di Missione e con l'assistenza tecnica di Cassa depositi e prestiti.
  Questi sono in sintesi i tanti argomenti articolati che vanno dal fronte energetico al fronte ambientale, ce ne sarebbero ancora tanti, però sono completamente a disposizione di ogni richiesta e valutazione venisse da parte sua, Presidente, e da parte dei commissari.

  PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro, per la disponibilità e per la relazione esaustiva.
  Chiedo ai colleghi presenti nonché a quelli collegati in videoconferenza se intendono intervenire per porre domande o formulare osservazioni. Ha chiesto di intervenire il senatore Nicita.

  ANTONIO NICITA. Grazie Presidente, anche per avere invitato il Ministro e ringrazio il Ministro e immagino che questa sia una delle volte che avremo occasione di discutere.
  Ho alcune domande su alcune questioni specifiche. Una che è quella che lei ha citato, che è nata anche da precedenti audizioni organizzate dal Presidente e dalla Commissione, sul tema specifico, anche per l'urgenza della programmazione dell'investimento del Tyrrhenian Link fatto da Terna, e in generale su un focus specifico, che noi riteniamo debba aprirsi e si possa aprire in questo momento, su REPowerEU e in particolare sull'insularità, per le ragioni che sappiamo. Non è un tema da discutere qui, ma insomma prendiamo come un fatto la riprogrammazione del Ministro Fitto sul REPowerEU e quindi l'aggiunta fino a 30 miliardi di euro di questa spesa e, come lei sa, anche l'incremento dei fondi non spesi (2014-20) in quella fase e che potrebbero essere potenziati su tutta una serie di attività che il Ministro Fitto ha riproposto. In questo quadro, noi volevamo intanto una verifica tecnica sulla possibilità o meno di bypass.
  In secondo luogo – non sono certamente tecnicamente capace di apprezzarlo – ma la stessa società Terna, ma immagino ce ne possano essere anche altre, altre soluzioni e altre prospettazioni, individua come lei ha detto in un punto focale di 200 milioni un investimento in particolare per le Isole Eolie. Naturalmente, il tema delle Isole Eolie è venuto in prevalenza perché si pensava a un'eventuale ipotesi di bypass, ma ci sono anche le Egadi, ci sono anche altre isole minori italiane. In particolare, ci concentriamo sul Sud perché comunque lo spostamento che il Ministro Fitto ha proposto sul REPowerEU deve sempre rispettare quel vincolo del 40 per cento al Sud, quindi ci sembra che ci sia più di una condizione per immaginare lì degli investimenti che possano risolvere problemi annosi di collegamento energetico.
  Questo è il primo punto e su questo magari capire come possiamo fare, anche Pag. 10come Commissione o con delle modalità che decideremo, per accelerare delle proposte concrete in questo senso.
  Il secondo e il terzo punto sono più generali, semplicemente come titoli, da affrontare in questa Commissione e penso che tutti quanti abbiamo l'ambizione di ridefinire anche il concetto di insularità e di distinguerlo rispetto al Sud, nel senso che sulle politiche del Sud noi parliamo quasi sempre di divario, nell'idea che ci sia un divario che si possa colmare. L'insularità è una condizione che diventa un ostacolo, ma è una condizione come dire insuperabile, che ha delle caratteristiche positive evidentemente, ma anche delle caratteristiche negative, per cui delle politiche particolari vanno individuate.
  Lei ha citato la stagionalità che è una delle caratteristiche principali, ma anche l'eredità storica dei collegamenti dentro le grandi isole, non soltanto il tema della continuità territoriale. Da questo punto di vista una riflessione che si può fare insieme, soprattutto sul lato degli aiuti di Stato, è la revisione di alcune politiche in relazione ai temi come la densità della popolazione, la stagionalità degli investimenti e l'assenza di infrastrutture, quindi la transizione.
  Il terzo tema che invece le volevo porre, sul quale magari le possiamo inviare, se lo ritiene, anche delle proposte specifiche, è relativo al tema che riguarda sia la Sicilia che la Sardegna come grandi isole, cioè le aree hard to abate (HTA). Ne abbiamo diverse in Sicilia e diverse anche in Sardegna. Il paradosso è che essendo hard to abate non hanno trovato spazio, prevalentemente nella Missione 2, ma non di meno pongono un tema rilevantissimo di transizione ecologica. Penso alla zona industriale del siracusano, penso alla zona del Sulcis e così via. Ecco lì bisogna cercare di capire come intercettare se è possibile di nuovo REPowerEU per immaginare degli investimenti anche di potenziamento dell'area.

  PRESIDENTE. Prego, Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Condivido la parte di analisi sul fatto che dobbiamo porci in una condizione di idee chiare su cosa fare, si tratta di avere con certezza delle scelte che vanno condivise tra le realtà regionali di competenza e lo Stato.
  La dimostrazione in questo momento è che abbiamo ancora contenziosi aperti con la regione Sardegna, ad esempio, un contenzioso aperto sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Non è una questione di scelta, di convergenza politica, ma se non si è trovato ancora un luogo per mettere il rigassificatore del Sud – utilizziamo questo termine perché la sostanza è questa – è un processo decisionale abbastanza difficoltoso.
  Credo che la cosa fondamentale possa essere quella di fare una scala di priorità e partire con la parte progettuale. Partendo con la parte progettuale, però, manifesto una riserva rispetto al REPowerEU perché il REPowerEU ha la stessa tempistica del PNRR e i meccanismi che abbiamo sono tali che, se noi facciamo il diagramma di PERT, cioè il cronoprogramma, con tempi di pubblicazione, tempi di ricorso, o anche senza che vi sia il minimo ricorso al TAR, non rientriamo nella tempistica.
  La mia proposta sul REPowerEU è andata su qualcosa che aveva già praticamente la definizione completa di quella che era la parte progettuale, il Tyrrhenian link e il REPowerEU, perché c'era già tutto. Io ho firmato quindici giorni fa, addirittura c'era la definizione degli accordi proprio operativi. Ma vorrei far presente – questo non lo dico da Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica – ma avendo fatto tanta vita parlamentare e occupandomi anche tanto di finanza, che non si tratta di una questione di soldi in questo Paese, perché abbiamo speso la metà dei fondi strutturali e abbiamo speso meno della metà dei fondi di sviluppo e coesione negli ultimi dieci anni. Quindi è una capacità del sistema Stato, e quando dico del sistema Stato vuol dire Stato, regioni, comuni, enti, authority, ad essere moderno e ad essere capace.
  Questo non significa andare a discapito della trasparenza, però dobbiamo avere un Pag. 11minimo di velocità. Non possiamo avere le proteste di chi vuole sei mesi di pubblicazione del bando perché deve pensare a come far la domanda. Non dico che bisogna dare solo tre giorni per fare in modo di cogliere impreparati i concorrenti, però i tempi, le modalità, affianco naturalmente alla determinazione nella parte decisionale. L'istituzione è l'istituzione: presa la decisione, va rispettata. Non può essere continuamente ribaltata a seconda del cambio dell'amministrazione del comune, della regione, dello Stato, altrimenti davvero la facciamo pagare a tutti i cittadini.
  Con questo la risposta è: un ragionamento sul Forest Stewardchip Council (FSC) si può fare in pieno.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Todde. Prego onorevole, è in videoconferenza.

  ALESSANDRA TODDE. Buongiorno, signor Ministro. Volevo intervenire per alcuni aspetti che riguardano la Sardegna. Lei ha ricordato prima nella sua relazione il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Sardegna che è stato impugnato dalla regione. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Sardegna, come lei ha ricordato, attraverso la pipeline virtuale (quindi i tubi disegnati attraverso le rotte delle navi) consentiva di estendere la tariffa regolatoria nazionale anche alla Sardegna attraverso l'ipotesi di due rigassificatori, uno a Porto Torres e l'altro a Portovesme. Il motivo per cui i rigassificatori erano stati pensati in quelle zone è perché lì sono presenti le uniche aziende realmente energivore che sono site in Sardegna in questo momento.
  Nell'audizione informale del presidente Solinas, che abbiamo ascoltato qualche settimana fa, il presidente ci ha detto che era in via di definizione (anzi l'ha dato praticamente come cosa fatta) un accordo con il Ministero dell'ambiente e dell'energia (che lei oggi rappresenta) e la regione Sardegna per il superamento dell'impugnazione, tant'è che ha anche fatto intendere che non si sarebbe arrivati alla sentenza del Consiglio di Stato, prevista a novembre, ma si sarebbe raggiunto questo accordo.
  Posto che nessuno di noi parlamentari, ma nessuna delle altre istituzioni sarde, è a conoscenza dei contenuti di questo accordo, volevo capire se realmente le cose stanno in questo modo, quali sono i contenuti di questo accordo e come si pensa di superare il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri Sardegna.
  Il secondo punto che volevo sollevare è legato al tema delle rinnovabili. Come lei ben sa, in Sardegna è in corso in questo momento un assalto, sia sull'eolico che sul fotovoltaico, senza precedenti. Questo lo dico da persona che sostiene in maniera convinta le fonti rinnovabili.
  Per citare un dato, che lei conosce perfettamente, rispetto ai 6 GWh che sono previsti dal PNIEC entro il 2030, sono arrivate richieste di fattibilità a Terna di circa 56 GWh, quindi stiamo parlando di quasi dieci volte tanto. Il tema è anche stato la lentezza con cui c'è la discussione sulle regole certe relativamente alle aree idonee. Abbiamo visto la bozza di decreto sulle aree idonee e questo dovrebbe ovviamente dare un po' di ordine, sempre che la regione se ne doti in velocità, relativamente a dove mettere questi impianti eolici o impianti fotovoltaici. Nel frattempo, però, quello che viene richiesto – ed è anche frutto di un'interrogazione che abbiamo depositato io e il mio collega Fenu a lei signor Ministro – è di avere una moratoria sui progetti che sono stati presentati, perché senza una programmazione certa, senza una visione di insieme e soprattutto senza regole certe sulle aree idonee, al di là di una ipotesi di far west ci viene da pensare a poco altro di diverso.
  Quindi è importante fermarsi, è importante mettere ordine, è importante dare regole certe, è importante avere una visione complessiva e poi certamente lavorare per quanto riguarda il futuro energetico della nostra isola.
  Il terzo punto che volevo sollevare con lei è relativo alle comunità energetiche che tanto servono anche alla nostra isola e al tema ovviamente dell'autoproduzione. Volevo capire, relativamente alle tempistiche sul decreto ministeriale sulle comunità energetiche, perché chiaramente questo poi implicherebbePag. 12 anche una serie di azioni che a livello territoriale si possono fare. Io voglio ricordare in questa sede che la Sardegna aveva l'opportunità – in quanto capofila della Conferenza Stato-regioni per quanto riguarda l'energia – di essere pilota per quanto riguarda i progetti delle comunità energetiche. La Sardegna ha deciso di rinunciare di fatto, rimettendo i bandi nelle mani del Ministero dell'ambiente. Questo ha causato ovviamente dei ritardi molto importanti per quanto riguarda le comunità energetiche sarde, ma ancora una volta abbiamo necessità, vista questa situazione, del decreto ministeriale e della comprensione di come procedere.
  L'ultima domanda è sull'Energy release. Lei saprà bene che le aziende sarde sono particolarmente penalizzate dal punto di vista del consumo energetico e quindi mi chiedevo – perché non c'è ancora certezza da questo punto di vista – relativamente ai temi legati alla priorità, se questa priorità verrà tenuta in considerazione nelle prossime emanazioni dei decreti che riguardano l'Energy release. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Sì, confermo che nei prossimi giorni è previsto un incontro con la regione Sardegna; la struttura tecnica ha trovato dei punti di convergenza. Devo dire sinceramente che mancano alcune fasi in definizione. Ma se le condizioni attuali sono tali da portare ad un accordo con la regione Sardegna e quindi far cadere la previsione d'udienza del Consiglio di Stato che è fissata per il 16 novembre, dovremmo chiudere l'accordo nella prossima settimana, o, al limite, in quella successiva.
  Confermo quanto l'onorevole Todde ha detto delle istanze a scandaglio per l'impianto delle rinnovabili in Sardegna. Non essendoci un criterio di regolamentazione, di definizione di aree idonee né a livello Paese né a livello regionale, automaticamente come ribaltamento, ci sono delle situazioni dove è ingestibile il tutto. Dico che in realtà succede che molte di queste non sono istanze, ma sono tentativi lanciati ovunque con la rete, ecco perché dico a scandaglio, e non è neanche da parte di aziende, ma da parte di tanti semplici promotori.
  Noi stiamo andando avanti sulla questione delle aree idonee. La proposta è in discussione in Conferenza delle Regioni e ho avuto un incontro nella giornata di ieri. Certamente il tema è delicato su un fatto: tutti vogliamo le rinnovabili, ma possibilmente le pale eoliche non devono rovinare lo skyline della mia finestra e il fotovoltaico non deve trovarsi sui terreni agricoli del mio territorio.
  Questo determina una serie di resistenze, che devono trovare un punto di equilibrio perché noi dobbiamo tutelare un Paese che è meraviglioso, che ha un patrimonio eccezionale di monumenti. Abbiamo raggiunto adesso un accordo a livello nazionale tra quelle che erano le istanze dei vari Ministeri (in questo caso dell'agricoltura e della cultura) dando delle indicazioni, che non sono cose scolpite nella pietra perché sono punti di mediazione. Dobbiamo trovare un punto di equilibrio e poi deve esserci l'attuazione da parte delle regioni. È una partita in salita perché chiaramente ognuno lo vorrebbe disegnato come più gli piace e credo che su questa sia la sfida. Noi possiamo raggiungere i 70-80 gigawatt previsti nel PNRR, li possiamo raggiungere sia con il fotovoltaico che con l'eolico, però è chiaro che dobbiamo trovare quell'equilibrio che il mio bisnonno ha trovato nel vedere i pali della luce che gli passavano in mezzo al campo e che quindi qualcosa lo disturbava. Però in qualche modo ha dovuto farsene una ragione, questo è il dato.
  Sul Catalogo Europei dei rifiuti (CER) è finito il negoziato tecnico con la Commissione europea, con alcune correzioni rispetto alla mia proposta di decreto. Alcune interessanti correzioni riguardano la combinazione del 40 per cento rispetto a quella che deve essere la tariffa, quindi le eventuali diminuzioni per evitare abusi. Riguarda qualcosa di interessante che nell'immediato pensavo che nascesse da diffidenza e invece abbiamo ricalibrato un po' Pag. 13portando all'interno o la ripartizione sui soci domestici o la mutualità, qualora su una CER venissero meno tutti i soggetti, persone fisiche, domestici. Perché tutte queste questioni non sono state poste dalla Direzione generale Energia, che invece è stata più celere, ma dalla Direzione generale competition rispetto alla questione degli aiuti di Stato. Il tutto è stato chiuso, è ormai nella parte centrale della Commissione europea, nel Palazzo che poi deve chiudere e mettere il timbro finale.
  Alla richiesta di cosa penso, non so cosa pensare, ma a questo punto, quando dico pochi giorni, spero siano davvero pochi; spero di arrivare a chiudere tutto, se non alla fine di questo mese, all'inizio del prossimo. Il giorno dopo aver ricevuto la notifica dalla Commissione europea firmerò il decreto.
  A fianco di tutto ciò ho attivato la GSE S.p.A. con gli uffici per la parte procedurale, perché non basta applicare il CER, ma occorre avere la parte procedurale semplificata e sto studiando con Unioncamere una modalità che non è coercitiva, ma risponde a una domanda specifica: è possibile avere sul sito del sistema camerale un modello che non è obbligatorio, ma di comunità energetica di procedura, e avere da parte delle Camere di Commercio la stessa procedura in tutta Italia e non a macchia di leopardo? Su questo stiamo andando avanti e potremmo avere un aiuto da quel percorso perché credo che, rivolgendosi a comunità energetiche, sulle quali confidiamo molto, e anche al sistema delle famiglie, abbiamo un dovere di tutela.
  Partirà una campagna di informazione che sostanzialmente vorrà dire: «state attenti, non fidatevi del primo che arriva a farvi l'offerta per un impianto fotovoltaico e che vi dice che vi taglia l'erba del giardino due volte all'anno e che quindi è un grande beneficio».

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. L'onorevole Ghirra ha chiesto di intervenire per porre domande. Prego, onorevole.

  FRANCESCA GHIRRA. Grazie Presidente. Buongiorno, signor Ministro, anch'io ho diverse domande da porle, accodandomi a quelle dei colleghi.
  Alcune gliele abbiamo poste anche con delle interrogazioni a risposta scritta a cui ancora non abbiamo avuto risposta. Inizio da un tema che riguarda la Sardegna. Dagli anni '80 circa si parla di metanizzazione, cosa che non è mai accaduta. È stato predisposto il progetto del Gasdotto Algeria-Sardegna-Italia (Galsi), che è stato poi estremamente ridimensionato e volevo capire cosa resta di quel progetto, se è ancora nelle intenzioni del Governo portarlo avanti e, in collegamento a questo, cosa si intende fare per il rigassificatore previsto a Giorgino, molto contestato dalla comunità locale e di cui lei non ha fatto menzione.
  Sulla questione delle rinnovabili di cui diceva la collega Todde, credo che tutti vogliamo la transizione energetica. Il problema è che in Sardegna si sta verificando un vero e proprio accaparramento delle terre. C'è una rivolta delle comunità locali legata al fatto che non vedono ricadute positive per i propri territori, nel senso che il problema non è il solito not in my backyard, ma il problema è appunto il rischio di sconvolgere dei territori senza che questo comporti per loro dei benefici reali. Credo che sia importante individuare le aree idonee, però rispetto ai progetti in corso volevo capire come intende muoversi il Governo.
  Ugualmente per il Tyrrhenian link, sicuramente un'infrastruttura fondamentale per collegare l'isola alla terraferma, c'è stata una sollevazione, da parte della comunità di Selargius in particolare, poiché le strutture del Tyrrhenian link insisteranno su zone agricole del territorio, su aree a rischio idrogeologico per cui sono stati fatti dei progetti di mitigazione. Anche rispetto a questo progetto, approvato come diceva lei quindici giorni fa, mi incuriosiva capire qual è l'atteggiamento del Governo per andare incontro alle esigenze delle comunità locali.
  Il tema dell'acqua, che lei ha toccato, non riguarda tutta l'isola come per le isole minori, ma, ad esempio, soprattutto nel nord della Sardegna viene venduta acqua non potabile al posto di acqua potabile. Pag. 14Anche gli agricoltori risentono spesso di difficoltà: nei periodi più siccitosi dai tubi non esce acqua, ma fango. Sappiamo che ci sono degli investimenti legati al rifacimento delle infrastrutture però volevo chiederle, più nel dettaglio, se ci può dare informazioni su come si intenda agire.
  L'ultima questione che volevo porre riguarda un tema che nella nostra isola è di rilevante importanza, cioè quello della riconversione e della bonifica dei territori delle zone ex industriali, e in particolare delle zone che vengono oggi utilizzate per le esercitazioni militari. La compromissione di ampie fasce del territorio della Sardegna non consente il suo utilizzo né per fini civili, né per fini turistici, e un intervento strutturale sarebbe di straordinaria importanza.
  È del tutto evidente che la maggior parte delle questioni che io ho posto debbono essere concertate con la regione, però vorrei in questa sede conoscere quali sono gli orientamenti del Governo. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego, Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il progetto del gasdotto dall'Algeria alla Sardegna è stato abbandonato già precedentemente a questo Governo. Vado a memoria e mi riservo di dare tutti gli elementi, ma era una pipeline che arrivava direttamente. Devo dire che ci sono al momento altri soggetti che stanno valutando ipotesi di nuovi progetti, però non c'è nulla di concreto e quindi sono tutte ipotesi da valutare.
  Mi riservo di rispondere puntualmente con i dati a quanto richiesto, è chiaro che ci vuole su tutte queste azioni una collaborazione stretta. Peraltro la Sardegna è una regione a statuto autonomo, quindi ha anche poteri particolari, superiori a quelli delle altre regioni. Pertanto su tutto questo la risposta che ho dato prima alla collega Alessandra Todde, che riguarda la partita dell'eccesso di domande o di istanze sul territorio della Sardegna, mi trova convintamente a condividere le considerazioni che fate ma, dall'altra parte e non per niente, ci stiamo impegnando ad agire a livello nazionale, a dare indirizzi e poi chiedere alle regioni di adeguare, nel termine stabilito dalla norma nazionale, la loro pianificazione.
  Una qualche soluzione la dobbiamo dare, devo dire che siamo sulla strada giusta. Adesso probabilmente cade il contenzioso che era aperto a suo tempo rispetto al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Bisogna fare una nuova programmazione, se va avanti la proposta di delibera attuale delle aree idonee, entro sei mesi le regioni dovranno fare il loro provvedimento adeguando la programmazione regionale.
  Mi rendo conto che la Sardegna ha tutta una serie di caratteristiche particolari, lo dico con un esempio. Dove doveva venire – e speriamo venga – l'Einstein Telescope io avevo in procedura una serie di istanze per l'eolico. È chiaro che ciò era incompatibile e, in questo caso, la scelta politica è stata fatta dal Governo nazionale, rendendo strategico l'Einstein Telescope e automaticamente dicendo che in quella zona non si può produrre eolico. Altrettanto rispetto al territorio regionale, quando verranno scelte le aree idonee dovranno essere calate con una razionalità che permette di sfruttare appieno quella che è una posizione che può essere rilevante da parte della Sardegna. Perché dare alla Sardegna l'interconnessione col continente con il Tyrrhenian link che abbiamo citato prima, non significa solo dare un vantaggio sulla continuità di fornitura energetica, ma significa che il continente può avere un vantaggio dalla strategicità della posizione della Sardegna, come luogo di produzione di energia.
  Quando dico questo non voglio dire che riempiamo di pale eoliche il territorio, ma una delle valutazioni che, lo dico sinceramente, sto facendo – poi i tecnici mi diranno se funziona – è che il miglior offshore può essere a 20 o 30 chilometri a ovest della Sardegna – quindi parliamo di Sardegna, ma non si vede dalla Sardegna – e dare grandi quantità di energia che a loro volta transitano sulla Sardegna, ma vengono portate sul continente.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Ha chiesto di intervenire il senatore Russo.

  RAOUL RUSSO. Grazie Presidente e grazie Ministro, anche per la sua relazione esaustiva. Una domanda che si ricollega alle ultime considerazioni, anzi due domande.
  La prima è se lei sa dire in questo momento, e in prospettiva oltre alla Sardegna anche per la Sicilia, qual è l'equilibrio tra le energie prodotte in Sicilia e che quindi possono tornare indietro verso il continente e viceversa. Se abbiamo questo dato o se l'ha detto prima e mi sono distratto, perché sono arrivato in ritardo. Perché anche la Sicilia ha lo stesso tema del proliferare di richieste di eolico, piuttosto che di fotovoltaico e quant'altro, e poi bisogna trovare il giusto equilibrio.
  Una seconda domanda che è generale – ma si riconnette anche a questo tema di produzione energetica nelle isole – se come Ministero si sta facendo qualcosa per favorire invece la possibilità di produrre energia elettrica fotovoltaica dalle grandi superficie urbane. L'Italia è piena di parcheggi, di edifici pubblici, di caserme dismesse, cioè c'è una struttura già urbanizzata che potrebbe essere secondo me utilizzata validamente per produrre energia, senza andare troppo a discapito del suolo per usi agricoli. Questa è una domanda di carattere generale, ma che chiaramente ha anche un interesse isolano perché la Sicilia e la Sardegna stanno diventando il luogo delle richieste di tutto ciò che è legato alle energie rinnovabili, quantomeno l'eolico e il fotovoltaico. È giusto trovare un equilibrio. Io la penso come lei, i pali elettrici sono passati nella storia dell'umanità e anche il fotovoltaico e l'eolico devono passare. Però oggettivamente, laddove abbiamo la possibilità di sfruttare al meglio il territorio già urbanizzato, o meglio aree industriali dismesse, queste aree potrebbero essere riqualificate da questo punto di vista. Non so se è negli indirizzi della sua attività di governo. Suppongo che questo sia già stato pensato, ma le chiedo se mi può chiarire questo aspetto. Grazie.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. La ringrazio perché mi permette di fare una considerazione che non venga letta in contrapposizione.
  Io credo che noi dobbiamo uscire dalla valutazione «non lo so se dà di più o prende di più». Certamente è un luogo di transito importante, quindi se fossimo nel Medioevo metteremmo la gabella. Mentre la gabella fino a 4 o 5 anni fa la mettevamo a Roma per i flussi che scendevano, oggi la gabella dovremmo metterla in Sicilia. Però non possiamo ragionare in quest'ottica perché altrimenti dovremmo proibire il tartufo e anche il barolo. Noi dobbiamo ragionare come Paese e quindi quando la valutazione – e l'ho sentita anche ieri – «ma la mia regione produce più energia di quanto ne consuma», allora la mia produce più riso di quanto ne consumano gli italiani. Questo però mi dà la possibilità di dire che è cambiata un'epoca negli ultimi 3 o 4 anni. Il Sud ha una centralità energetica al di là degli slogan, con possibilità di sviluppo partendo dalla condizione dell'energia, ma non solo da quello. Quindi può esserci una svolta epocale del Sud Italia proprio per la sua centralità mediterranea che diventa uno sviluppo sulle produzioni, sul turismo, sull'energia e quindi è chiaro che questo discorso va allargato a una valutazione più complessiva.
  Ho capito quello che diceva, senatore Russo, ma mi ha dato lo spunto per dire questo e in questo dobbiamo crederci tutti, da italiani. Non è uno è più di destra o di sinistra, non è questo che fa la differenza. Certo che noi dobbiamo agire sui fabbricati e sulle aree urbane. Uno dei ragionamenti che dobbiamo fare è come incentivare, perché l'autorizzazione è in automatico. L'ho detto in premessa nella relazione, abbiamo trovato una mediazione rispetto ai beni culturali e paesaggistici, però i centri storici automaticamente generano una serie di problemi. Anch'io mi opporrei al fotovoltaico sul Colosseo, a parte che non c'è il tetto, ma dobbiamo avere un po' di equilibrio e trovare un percorso. Certamente dobbiamo incentivare il fotovoltaico sui capannoni e così via, non cadiamo però nell'automatismoPag. 16 di dire in Italia ci sono x milioni di metri quadri di superfici coperte, x milioni di fotovoltaico e così via. No perché il fotovoltaico ci sta sul versante che prende il sole, dove non è storico, dove non c'è un monumento e quindi si riduce. E poi c'è un problema sociale perché ai due pensionati da 600 euro al mese devo in qualche modo trovare un percorso. Qui però andiamo su un altro fronte che riguarda il sistema incentivi e riguarda il sistema della decarbonizzazione dei fabbricati che è uno dei principali temi di decarbonizzazione.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Prima di passare la parola all'onorevole Giagoni, una osservazione da parte mia. Ovviamente condivido e condividiamo la visione generale del Paese Italia che ha prospettato. Da 10 mesi però, ed è questa la funzione di questa Commissione, i Governi, da questo ai Governi a venire, devono sempre tenere conto che è stato introdotto un principio costituzionale che è previsto dall'articolo 119 per eliminare gli svantaggi dell'insularità.
  La mia è un'osservazione di sensibilizzazione da qui a venire, e lo diremo a tutti i Ministri, in tutti i provvedimenti legislativi e per tutti i provvedimenti, che si dovrà tenere conto di un principio costituzionale che è come «la legge è uguale per tutti» o «la Repubblica è fondata sul lavoro».
  Dal novembre del 2022 c'è un principio costituzionale che ha acclarato, cristallizzato il fatto che le isole sono in una condizione di svantaggio. Vale, lo dico perché è attuale, ne ho parlato e ne parleremo, convocheremo il Ministro Fitto che ha da qualche giorno in trattazione in Commissione bilancio il cosiddetto decreto Sud che, a mio modo di vedere – ma questa è la mia personale valutazione – ha un po' tentennato su questo, anche se siamo certi e persuasi che, da qui a venire, tutti i Ministri e il Governo stesso terranno presente che c'è un principio costituzionale da osservare in tutti i provvedimenti legislativi. Tanto è vero che, a seguito della introduzione del principio costituzionale, con la scorsa legge di bilancio è stata istituita la Commissione bicamerale.
  Quindi è vero che è il Paese Italia che va considerato nel complesso, ma è chiaro che le nostre isole, soprattutto le isole maggiori, ma anche quelle che patiscono addirittura la doppia insularità, si trovano in una condizione di svantaggio.
  Do la parola all'onorevole Giagoni.

  DARIO GIAGONI. Innanzitutto buongiorno a tutti, buongiorno Presidente, buongiorno Ministro. Mi collego a quello che è stato detto da parte delle colleghe sarde riguardo l'eolico. Riguardo il discorso pale eoliche e il loro posizionamento, non avere una programmazione chiara di dove e in quali territori inserire le pale eoliche ha creato una levata di scudi da parte soprattutto degli enti locali, da parte dei sindaci, sicuramente sollecitati dalla popolazione. Servirebbe, anche in base alle dichiarazioni che lei ha fatto Ministro, una mappatura, cioè una condivisione di dove e come si vogliono realizzare le pale eoliche nonché il fotovoltaico.
  Tutto ciò nasce anche dal fatto che la Sardegna ha tantissimi siti nuragici, inizialmente si parlava di 8 mila siti e si è arrivati anche a molti di più. Ha citato anche prima un aspetto importante che è quello dell'Einstein Telescope, dove al Senato era stato presentato un emendamento atto a vincolare quell'area dalla realizzazione di opere in un raggio di non so quanti chilometri. Si va a vincolare quell'area di modo che non si realizzino dei parchi eolici e si rischia di compromettere quella corsa, nel 2025, dove la Sardegna speriamo diventi...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Giagoni, mi segnalano che il Ministro alle 10 avrà un impegno istituzionale, quindi la pregherei di formulare soltanto le domande. Grazie, anche se mi scuso per la sgradevolezza del mio intervento.

  DARIO GIAGONI. Sarò telegrafico, purtroppo per ultimo si paga sempre il dazio.
  Ministro, mi rivolgo a lei, è possibile, come succede in altri Stati e in altre regioni, individuare una progettazione, un investimento per avere l'energia da moto ondoso, visto che la Sardegna ha oltre Pag. 171.800 chilometri di costa e quindi – da calcoli però, non sono un tecnico – si avrebbe un'energia che permetterebbe alla Sardegna, ma anche a gran parte della nostra penisola, di potere avere energia 365 giorni all'anno?
  Poi mi aggancio al discorso della dorsale del gas, se ne è parlato tanto anche ultimamente nei nostri quotidiani, e vorrei capire a che punto è e se si vuole portare avanti o meno. Oltretutto per come è stata distribuita è molto carente perché ci sono delle aree come l'Ogliastra e l'alta Gallura, ma non solo, che non avrebbero la possibilità di avere il gas anche se si vogliono creare dei depositi. Prendo l'esempio di Santa Teresa, io vivo lì, non vi è la possibilità di far attraccare determinate navi perché il fondale è molto basso e non si avrebbe neanche la possibilità di un deposito.
  Si parla poi di una dorsale del gas che potrebbe essere predisposta per un eventuale futuro passaggio anche dell'idrogeno. Su questo mi sa dire qualcosa?
  Concludo. Per quanto riguarda le infrastrutture ci sono alcuni problemi. Lei sa che noi abbiamo come commissario l'attuale presidente della regione Solinas per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture all'interno della nostra regione, parlo di infrastrutture stradali. Alcune sono bloccate ma non per mancanza di autorizzazione da parte del suo Ministero. Ne prendo una a caso, che sto seguendo in particolar modo perché ci vivo e la percorro quasi tutti i giorni e oltretutto è anche molto pericolosa – la Olbia-Palau – e mancherebbe solo una autorizzazione da parte del suo Ministero per poter avviare una infrastruttura così importante. Ma ce ne sono anche tante altre.
  Con questo concludo e spero di essere stato abbastanza telegrafico. Grazie.

  PRESIDENTE. Prego signor Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Chiedo scusa per la rapidità. Riguardo al moto ondoso, sono in fase di sperimentazione vari modelli di piattaforme che, ballando sul moto ondoso, fanno girare le pale e automaticamente producono energia, ma siamo in fase di sperimentazione da parte di vari gruppi nei mari del Mondo. Quindi non abbiamo ancora un livello di produzione, conveniente economicamente e quantitativamente, da immettere in rete. Chiaramente è un percorso che, affinata la tecnica e la tecnologia, può dare dei frutti, ma in futuro.
  La dorsale del gas era uno degli elementi di discussione. In questo momento, a fine mese o nei primi giorni del prossimo mese, con la regione Sardegna, proprio nell'ottica di chiudere il contenzioso che è nato sul decreto del Presidente del Consiglio dei ministri verrà anche definito quello che è il percorso rispetto alla dorsale. Ho visto la parte progettuale, ne ho discusso anche con l'amministrazione regionale e quindi su quello ci sarà la posizione della regione Sardegna e poi valuteremo. Per quanto riguarda la parte del permitting che è in istruttoria manderò una risposta scritta a che punto sono dell'istruttoria, perché queste sono le valutazioni autonome delle Commissioni VIA-VAS-AIA e di conseguenza non entro nel merito alla procedura. Semmai posso sollecitarne la velocità.

  PRESIDENTE. L'ultimo che ha chiesto di intervenire è il senatore Meloni, con la raccomandazione di essere telegrafico. Prego.

  MARCO MELONI. Rilevo che non abbiamo ancora informazioni sulla domanda che ha posto l'onorevole Todde sul tavolo tecnico, sul contenuto delle decisioni che si stanno assumendo e credo che sia grave che la regione Sardegna non manifesti i suoi intendimenti all'opinione pubblica, al Consiglio regionale e a questa Commissione come non ha fatto il presidente Solinas.
  Una sola cosa su questo tema, o, meglio, sul contenuto dell'accordo che si dovrebbe raggiungere in sede di tavolo tecnico e poi tra Stato e regione, e riguarda la perequazione del prezzo finale al consumatore del gas naturale che era già oggetto dell'accordo tra Stato e regioni del 2016.Pag. 18
  Le chiedo se su questo c'è una soluzione concreta sulla quale state lavorando. In particolare, c'è un altro tema che riguarda il gas naturale per il consumatore sardo. Nel senso che da noi in Sardegna, poiché non esiste il metano e il bonus gas si applica solo al gas metano, la conclusione è che i fruitori del bonus gas, se vi fosse uno stesso rapporto tra fruitori del bonus elettrico e bonus gas dovrebbero essere circa 65 mila. In Sardegna sono circa mille e la sostanza è che i consumatori sardi perdono 66 milioni di euro.
  Chiedo se state ragionando su come si possano diversamente utilizzare questi benefici, per esempio raddoppiando il bonus elettrico o trovando altre soluzioni, perché la sostanza è che, oltre a non avere il metano, non abbiamo 66 milioni di euro a favore dei consumatori con una soglia ISEE che consentirebbe loro l'accesso a questo bonus.
  Ultima domanda. La prima è appunto sul prezzo del gas naturale per i consumatori, la seconda – se non ho capito male – lei diceva che si sta ragionando su una sola nave rigassificatrice a Porto Torres e non più quella nel Sulcis. Mi chiedo come arriva poi l'energia alle industrie come EuroAlluminia citate nel decreto che sono un po' lontane da Porto Torres, sono nel Sulcis.

  PRESIDENTE. Prego Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, ringrazio il collega anche per la celerità. Parto dal fondo, ho detto che l'unica nave rigassificatrice certa è quella a Porto Torres mentre quella al sud farà parte della trattativa perché c'erano delle opposizioni a Portovesme; qualcuno ha parlato di Macchiareddu, che ha però delle difficoltà di ordine tecnico. Quindi alla fine ho chiesto a Snam e ARGEA Sardegna di segnalarmi una località, ecco la sostanza è questa.
  L'obiettivo è la perequazione è chiaro, che era anche il titolo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su questo non ci piove, anche perché dobbiamo creare le condizioni perché in Sardegna ci sia la stessa condizione che c'è sul continente. Essendo l'obiettivo la perequazione, è chiaro che bisogna anche prendere in considerazione la partita del bonus. Poi nelle modalità tecniche si potrà vedere. Si è sviluppato anche un sistema di furgoni che girano rispetto a quella che è la rete ordinaria, è un modello totalmente autonomo che va visto complessivamente nel confronto con la regione, con la realtà locale e con Italgas che rappresenta un player importante sulla regione Sardegna. Grazie.

  PRESIDENTE. Signor Ministro, grazie per la sua presenza, per la esaustiva relazione e per le risposte date ai colleghi commissari. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.15.