XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Resoconto stenografico



Seduta n. 18 di Martedì 19 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Leonardi Elena , Presidente ... 3 

Audizione di Roberta Urso, imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza:
Leonardi Elena , Presidente ... 3 
Urso Roberta , imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino» ... 3 
Leonardi Elena , Presidente ... 5 
Mondello Flora , vice delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza ... 5 
Leonardi Elena , Presidente ... 6 
Gasbarro Teresa , vice delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza ... 6 
Leonardi Elena , Presidente ... 6 
Semenzato Martina (NM(N-C-U-I)-M)  ... 7 
Leonardi Elena , Presidente ... 7 
Urso Roberta , imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza ... 7 
Leonardi Elena , Presidente ... 7 

Audizione di Elisabetta Migliorelli, presidente dell'Associazione Oltre:
Semenzato Martina , Presidente ... 7 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 8 
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 9 
Semenzato Martina , Presidente ... 9 
Leonardi Elena  ... 9 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 9 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 11 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 11 
Semenzato Martina , Presidente ... 11 
Migliorelli Elisabetta , presidente dell'Associazione Oltre ... 11 
Semenzato Martina , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ELENA LEONARDI

  La seduta comincia alle 13.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Invito i colleghi e le colleghe che sono in presenza a firmare il registro delle presenze al tavolo. Do il benvenuto e saluto tutti coloro che sono collegati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di Roberta Urso, imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione in videoconferenza di Roberta Urso, imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino». A nome di tutti i commissari do il benvenuto alla nostra ospite, che ringrazio per la disponibilità a intervenire ai nostri lavori.
  Avverto che l'audizione dovrà necessariamente concludersi entro le 14.15, e chiedo quindi alla dottoressa Urso di contenere il suo intervento entro i quindici minuti al massimo, per dare spazio alle domande e alla replica finale.
  La dottoressa Urso ha preventivamente informato la Presidenza che la sua esposizione sarà integrata da brevi interventi da parte delle due vice delegate, Flora Mondello e Teresa Gasbarro. Do quindi la parola alla dottoressa Urso e successivamente alle dottoresse Mondello e Gasbarro. Prego.

  ROBERTA URSO, imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino». Grazie e buon pomeriggio a tutti, grazie per questa opportunità. Il nostro intervento oggi nasce da una interlocuzione avvenuta a poche ore dalla vicenda triste che ha riguardato la nostra amica e socia donna del vino Marisa Leo. Volevo ringraziare ancora una volta l'onorevole Martina Semenzato per avere subito risposto a quella e-mail mandata quasi di impulso, attraverso il sito, poi ho avuto anche la possibilità di incontrarla a Palermo il 26 novembre scorso in occasione di un evento organizzato dal pool antiviolenza. Quindi grazie per averci invitato.
  Noi in realtà non vogliamo ripercorrere la vicenda di Marisa Leo, che è agli onori della cronaca, purtroppo è andata in maniera abbastanza dirompente, ma ci piaceva raccontare quelle che sono le azioni concrete che abbiamo intrapreso immediatamente, la prima delle quali è la Marisa Leo Onlus, la cui nascita è stata siglata lo scorso 5 dicembre e che ha una missione ben precisa.
  Partendo dalla descrizione di quella che era questa persona, non solo madre, non solo grande professionista del vino, manager di una grande azienda e donna del vino, ma una persona che ha sempre aspirato a creare un cambiamento positivo negli altri, nell'ambiente circostante, e lo ha conseguito, prima di tutto, grazie al suo esempio. Quando parliamo di lei, infatti, pensiamo all'integrità del suo essere e all'eleganza della sua anima, perché il suo stile di vita, il suo sorriso sempre pronto, la nobiltà di gesti, il tono sempre pacato, l'ascolto profondo e il saper condividere e ascoltare, Pag. 4trasmettevano proprio l'integrità del suo essere e l'eleganza dalla sua anima a chiunque venisse in contatto con lei, sia nel mondo del lavoro che nella società, perché Marisa Leo era una donna solare, gentile, educata, colta e, come diciamo noi, piena di luce. Lei si impegnava in tutte le sue attività, in tutte le sue manifestazioni a diffondere quella che noi chiamiamo la luce di Platone, attraverso azioni come la rettitudine, l'altruismo, la generosità, la bellezza, la solidarietà, la gioia, sempre con un obiettivo: quello di perseguire insieme agli altri, insieme a chi la circondava una felicità profonda, che poteva nascere anche dalla comprensione del dolore, perché Marisa era stata vittima di stalking da parte del suo ex compagno e aveva denunciato.
  Marisa viveva un disagio, ma non lo manifestava, perché credeva nella possibilità di redenzione degli altri. Stava intraprendendo un percorso psicologico, al quale nell'ultimo periodo partecipava anche quello che poi è stato, purtroppo, il suo carnefice. Quindi Marisa condivideva con gli altri soprattutto la cultura del rispetto, rispetto per se stessi e rispetto per tutto il creato, tant'è che uno dei suoi progetti più importanti, una linea di vini bio, che rappresenta la Sicilia, si chiamava proprio Cara Terra, in memoria del suo grande rispetto della terra.
  Perché noi abbiamo deciso di creare questa associazione a suo nome? Sempre sull'onda dell'emozione abbiamo pensato alla sua piccola Alice, ma non solo a lei, anche a tutti i bambini che hanno lo stesso destino di Alice e che purtroppo non hanno una famiglia come lei, che si possa prendere cura di loro, ma sono oggi nelle case famiglia siciliane – partiamo sempre dal nostro territorio – o negli orfanotrofi. Quindi creare subito una borsa di studio grazie all'azione di privati, di aziende e di associazioni di categoria.
  Inoltre, attraverso tutti i mezzi a disposizione di questa associazione, noi vogliamo diffondere consapevolezza, parlando di temi come quello del patriarcato, che non è altro se non il substrato culturale su cui poggia la violenza di genere. Occorre che ci sia una presa di coscienza dei meccanismi che portano questa cultura patriarcale ad avvalorare la violenza nei confronti di tutti coloro che non rispettano gli standard imposti, siano esse donne, bambini, disabili, persone Lgbt, eccetera. Bisogna far comprendere l'importanza del cambiamento del linguaggio, perché purtroppo viviamo in un mondo in cui si usa un linguaggio falsato, un linguaggio sicuramente non corretto, mentre è importante cambiare il linguaggio per diffondere una cultura di rispetto. Questo è fondamentale.
  Vogliamo rimarcare il fatto che Marisa poneva sempre l'accento sull'importanza della dimensione spirituale delle persone. Marisa anche durante il lavoro favoriva sempre lo scambio, la condivisione e la connessione tra le persone, perché questo messaggio si potesse rafforzare, soprattutto tra donne, che erano il suo target di riferimento.
  Marisa dopo la sua vicenda aveva non solo iniziato a documentarsi su quali potevano essere gli strumenti di tutela per le donne in difficoltà come in quel momento era lei, ma aveva iniziato anche a collaborare con un centro antiviolenza onlus del nostro territorio, la Sicilia occidentale, che si chiama Palma Vitae, mettendosi lei stessa a disposizione per aiutare e supportare le donne e i bimbi in difficoltà. Aveva voluto fortemente che anche noi, che nella vita ci occupiamo di vino, tenessimo sempre alta l'asticella nei confronti del problema della violenza di genere, cosa che già facciamo da molto prima, dal 2018, perché nella nostra associazione c'era stato un altro caso di femminicidio.
  Per cui, come potevamo fare? L'anno scorso ci siamo riunite in brainstorming per capire come fare, noi donne del vino, che parliamo di vino e proponiamo vini nei territori e cultura della vigna, che comunque è madre, non ce lo dimentichiamo, perché genera vita, ad attrarre l'attenzione del nostro seguito, quindi dei winelovers, verso questo tema. Siamo state brave – e questo è un plauso che faccio a tutta la mia delegazione Sicilia, fatta oggi di ottantasette socie – a organizzare questo format itinerante attraverso la Sicilia, che si chiama «DxD Calici di vita», ed è un'alleanza tra Pag. 5chef che hanno creduto in questo nostro progetto. Si tratta di wine lunch solidali, una parte del costo del pranzo viene devoluto direttamente dal ristoratore all'associazione o al centro antiviolenza che si trova su quel territorio specifico siciliano, mentre a fine pranzo noi facciamo un'asta, le produttrici e le manager siciliane mettono a disposizione riserve, annate speciali, dotazioni speciali dei nostri vini identitari della cultura del vino in Sicilia e l'intero ricavato di quest'asta – non è mai rimasta una bottiglia invenduta, ad oggi abbiamo fatto sette incontri in tutta la Sicilia – viene devoluto via via a delle associazione che abbiamo messo in rete. Un nostro piccolo contributo che dimostra come da private cittadine, nonché imprenditrici, nonché manager, si può, se si vuole, fare un'azione concreta. Abbiamo raccolto attraverso questa attività circa 10.000 euro, che sono stati distribuiti alle cinque associazioni individuate e messe in rete.
  In questi giorni stiamo concretizzando la registrazione dell'associazione Marisa Leo e stiamo preparando una lettera ufficiale per attrarre soci – abbiamo già Assovini Sicilia, Unione Italiana Vini, Coldiretti Sicilia, quindi grandi realtà pronte a entrare con noi – al fine, oltre di creare questa borsa di studio, di realizzare altre attività, quali la formazione, destinata soprattutto alle scuole, per prevenire azioni di violenza, perché c'è tanta disinformazione (poi darò la parola a Flora che approfondirà sul tema).
  Noi abbiamo anche un progetto, che si chiama Progetto Divino, creato dalle delegazioni Sicilia, Emilia-Romagna e Piemonte della nostra associazione, oggi progetto nazionale. Abbiamo presentato una mozione al Ministero dell'istruzione e del merito per fare del vino materia didattica degli istituti alberghieri e per il turismo, per professionalizzare i nostri ragazzi e assumerli nelle nostre aziende. All'interno di questo format, che è fatto di sei incontri durante l'anno, l'ultimo è stato dedicato al bere consapevole e responsabile, che è l'altra nostra missione. Non solo professionalizzare per opportunità di lavoro le future generazioni, ma anche metterle in guardia contro quelli che possono essere i problemi legati all'abuso di alcol.
  Con questo progetto faremo ancora di più, cioè alla fine del percorso parleremo della violenza di genere, mettendo in guardia contro quelli che sono i pericoli che talvolta non vengono percepiti, purtroppo, come tali.
  La vicenda di Marisa ci ha insegnato che il tema della violenza di genere non ha censo, non conosce target sociale e purtroppo neanche supera le barriere culturali. È nostro dovere ogni giorno, da oggi, impegnarci sempre di più per fare in modo che venga abbattuto.
  Volevo concludere il mio intervento cogliendo l'occasione per ricordare l'importante azione che è stata fatta e le risorse che sono state allocate, questi 40 milioni, per le case rifugio che aiutano le donne in difficoltà. Vorrei ringraziare il Governo per questa azione veramente concreta e metterci a disposizione, nel nostro piccolo, per sostenere le attività che verranno avviate. Grazie per la vostra attenzione e per la vostra disponibilità.

  PRESIDENTE. Grazie. Ora interviene la dottoressa Mondello.

  FLORA MONDELLO, vice delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza. Buongiorno, grazie per l'attenzione e per l'opportunità riservataci. Io mi collego all'intervento di Roberta Urso per parlarvi del protocollo d'intesa che, come Associazione Nazionale Donne del Vino, abbiamo chiesto di sottoscrivere con la Polizia di Stato.
  Già dal 2018 il tema della violenza di genere è stato molto sentito e sposato dall'Associazione Nazionale Donne del Vino, attivando la compagna «Tu non sei sola», uno spazio virtuale dove si sensibilizzava, sia sul nostro sito web che con attività svolte dalle varie delegazioni, al tema della prevenzione della violenza di genere. Ogni delegazione si attivava in maniera autonoma, coinvolgendo, così come abbiamo fatto noi nel 2019, delegazione Sicilia, anche le forze dell'ordine, la Polizia di Stato in particolare.Pag. 6
  È stato naturale per noi voler ufficializzare a livello nazionale la sinergia con la Polizia di Stato per poter fare da cassa di risonanza a tutte le attività legislative poste in essere dal Governo, al fine di prevenire e informare quanto più possibile l'utenza finale degli strumenti atti a contrastare la violenza di genere.
  Noi ci occupiamo di vino, raduniamo personalità e professionalità vaste, dalle produttrici, ai manager del vino, giornalisti, agronomi e giornaliste di settore. Ma noi abbiamo un grandissimo seguito, fatto dai cosiddetti winelovers, che abbracciano una società veramente eterogenea. Abbiamo capito che potevamo utilizzare la nostra forza comunicativa, potevamo metterla a disposizione della Polizia di Stato e di tutti coloro che ne avessero bisogno. Così è nata questa idea.
  Continueremo e ci impegneremo con coerenza, con lealtà e con la professionalità che ci contraddistingue, sempre al fianco di tutto ciò che lo Stato e il Governo vorrà mettere in atto per contrastare questa piaga sociale, perché è di ciò che si tratta. Il primo step è sicuramente l'informazione.
  Forti anche del Progetto Divino, che ci porta a parlare ai ragazzi nelle scuole, cogliamo l'occasione per promuovere a 360 gradi – perché si affaccia alla società, ai ragazzi e anche al nostro seguito di utenti più maturi – quanto è necessario e quanto si può fare in caso di pericolo e soprattutto come riconoscere il pericolo. Io vi ringrazio e do la parola alle mie colleghe.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola alla dottoressa Gasbarro.

  TERESA GASBARRO, vice delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza. Grazie, buongiorno a tutte e a tutti. Noi siamo fortemente emozionate per questa opportunità che ci state dando perché, capite bene, come hanno detto prima Roberta e Flora, la morte di Marisa ci ha toccato da vicino, quelle che generalmente sono notizie che si sentono al telegiornale, purtroppo noi le abbiamo vissute molto da vicino. Tra l'altro, io mi scuso, ho avuto un problema e quindi non so se Roberta ha già detto che la nostra associazione qualche anno fa ha avuto la perdita di un'altra socia del Friuli, uccisa anche lei dall'ex marito.
  Proprio per questo motivo vorrei tornare sui progetti, che portiamo avanti e che hanno spiegato bene Roberta e Flora, sull'Associazione Marisa Leo, appena costituita, anche in tempi davvero brevi, proprio perché vogliamo portare avanti quello che è il pensiero di Marisa. Roberta ha parlato bene di lei. Era una persona solare, una persona che veramente trasmetteva luce e questa luce noi vogliamo continuare a trasmetterla attraverso lo strumento dell'associazione, che ha una mission, che è innanzitutto quella di sostenere i figli delle vittime di violenza, a partire dalla bimba di Marisa, Alice, ma anche tutti gli altri bambini che si trovano in situazioni economiche svantaggiate. Inoltre, intendiamo continuare in quella che era la visione di Marisa della cultura del rispetto. Il rispetto è il passaggio dalla cultura dell'avere e del possesso alla cultura dell'essere, la cultura dell'essere con i toni pacati che contraddistinguevano Marisa.
  Noi lo faremo attraverso una serie di azioni, così come facciamo già con il Progetto Divino, che mirano alla formazione nelle scuole, nelle università, nonché nelle aziende e nei luoghi di lavoro, perché sappiamo che questo è un problema che si vive giornalmente nei luoghi di lavoro. Continueremo a parlare di Marisa, lei è sempre presente in ogni nostro evento. Abbiamo stampato un bellissimo murales, creato su quello che era un suo pensiero, che ci accompagna sempre nei nostri eventi, «La mia essenza non è merce di scambio». Con questo vorrei chiudere il mio intervento e lasciare la parola alla presidente. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie alle nostre intervenute. Prima di lasciare la parola ai colleghi commissari, se da remoto vogliono intervenire, prenotandosi per un intervento, do la parola alla presidente Semenzato, che ci ha raggiunti.

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  MARTINA SEMENZATO. Grazie vicepresidente. Volevo ringraziare e salutare in particolar modo Roberta Urso, che ho avuto modo di incontrare a Palermo. È stata una delle prime telefonate di condivisione quando sono stata eletta presidente. Ringrazio naturalmente le dottoresse Mondello e Gasbarro per queste testimonianze importantissime e anche per l'Associazione delle Donne del Vino, che è fortemente rappresentativa dell'imprenditoria al femminile e del fare al femminile e che testimonia anche come gli atti di violenza, il femminicidio, non hanno né ceto sociale, né colore sociale, né tanto meno un aspetto economico piuttosto che un altro e quindi dobbiamo intervenire a più livelli.
  Mi scuso se sono arrivata in ritardo. Ringrazio per questa testimonianza. Conosco bene la vostra associazione, ne conosco l'impegno e la diffusione a livello territoriale. Come sempre io ricordo che per noi le audizioni sono il punto di partenza di un cammino comune. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Non vedo interventi prenotati da parte dei colleghi. Pongo io una questione prima di chiudere, riguardo all'attenzione relativa ai figli delle vittime. Con le borse di studio credo che si andrà a finanziare sicuramente un supporto importante. Questo progetto delle borse di studio nasce ora con il tragico evento, visto il vostro impegno già come Donne del Vino, oppure era già partito? Quale tipo di riscontro avete avuto sulle realtà nelle quali sono poi andate a impattare? Grazie.

  ROBERTA URSO, imprenditrice e delegata della Regione Sicilia dell'Associazione Nazionale «Le Donne del Vino», in videoconferenza. No, è partito adesso, questo nuovo progetto è partito con la vicenda di Marisa e quindi in settimana, nel momento in cui l'Associazione verrà registrata, faremo partire delle lettere indirizzate ad associazioni, privati e aziende, per invitarli a far parte della Onlus Marisa Leo, versando delle quote societarie annuali, che ci permetteranno di finanziare per la prima volta le borse di studio, realizzando un fondo di accantonamento specifico per i bambini in difficoltà, che vivono nelle case famiglia siciliane che abbiamo messo in rete attraverso questa nostra attività. Non ci sono dei precedenti.
  Mi piace ricordare, tra il serio e il faceto, il nostro mantra, che è quello delle Donne del Vino in Sicilia, che è «Non diteci che non si può fare». Qualsiasi cosa, se si vuole fortemente, si può fare, avendo chiari gli obiettivi si raggiungono, tant'è che dopo meno di un mese noi siamo già pronte ad avviare tutta questa attività e abbiamo veramente scatenato, un po' sull'onda emotiva e un po' per il fatto che abbiamo molto seguito, tantissima attenzione e sensibilizzazione. Questo onestamente ci rende particolarmente orgogliosi. Naturalmente, dato che questo, come ha ben detto la presidente, è un punto di partenza, un primo contatto di una collaborazione che speriamo sia lunga e proficua, sarà sicuramente nostro impegno comunicarvi step by step, magari da qui a sei mesi e poi a un anno, quanti soci entreranno, chi saranno e quanto saremo riuscite ad accantonare per le borse di studio.

  PRESIDENTE. Grazie davvero sia alla dottoressa Urso che alle dottoresse Mondello e Gasbarro. Vi ringrazio per questo intervento e soprattutto per l'impegno che state mettendo sui vostri territori. Dichiaro conclusa l'audizione e ringrazio nuovamente per il contributo importante alla Commissione.
  La seduta procede con la successiva audizione alle 14.15.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14.15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARTINA SEMENZATO

Audizione di Elisabetta Migliorelli,
presidente dell'Associazione Oltre.

  PRESIDENTE. I nostri lavori proseguono con l'audizione di Elisabetta Migliorelli, presidente dell'Associazione Oltre, alla quale do il mio benvenuto a nome di tutta Pag. 8la Commissione. L'Associazione Oltre è di recente costituzione e per tale motivo siamo interessati anche alla sua genesi e ai suoi obiettivi.
  Anche in questo caso avverto che l'audizione avrà necessariamente una durata di quarantacinque minuti, considerando che alle 15 riprendono le votazioni. Chiedo pertanto alla dottoressa Migliorelli di contenere il suo intervento entro i quindici/venti minuti, per poi dare spazio alle domande e alla replica finale. Cedo quindi alla dottoressa Migliorelli la parola. Grazie.

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Buon pomeriggio a tutti e grazie infinite. Racconto di Oltre. L'Associazione Oltre, come diceva lei, è un'associazione nata pochi mesi fa, è nata a febbraio di quest'anno, e siamo diventate associazione dopo un periodo di community, all'inizio eravamo soltanto una chat. L'Associazione nasce dall'idea di un gruppo di donne amiche, che hanno capito che alcune persone si corrispondono e vedono le cose nella stessa maniera, quindi hanno cominciato a collaborare e a lavorare insieme. Le prime azioni sono state azioni di solidarietà. Quando la prima chat, la prima community è stata formata scoppiava la guerra in Ucraina e noi abbiamo iniziato a mandare delle cose e ad aiutare le donne ucraine che venivano qui, le abbiamo aiutate a trovare lavoro, abbiamo indirizzato qualche donna ucraina.
  Mi sembra importante sottolineare che l'Associazione Oltre nasce da un'idea di donne, ma non è formata soltanto da donne. Abbiamo in rete come soci diversi uomini e ci sono anche ragazzi e ragazze che collaborano con noi, che ci danno delle idee e che sono a disposizione per collaborare. Naturalmente parliamo di volontariato per tutti, sia per i più giovani che per quelli più grandi.
  Che cosa abbiamo fatto? Quando è nata Oltre le socie fondatrici si sono dette: «Noi arriviamo oggi, quando la maggior parte delle associazioni che combattono la violenza sulle donne è già formata, molte sono associazioni storiche ben radicate sul territorio, anche con case famiglia». Noi non avevamo la forza, essendo giovanissime, di competere con queste strutture. Abbiamo quindi pensato di combattere la violenza facendo prevenzione. Il nostro obiettivo è soprattutto aiutare le vittime, che nella maggior parte dei casi, continuiamo a dire, sono donne, a capire quali sono i campanelli d'allarme, quindi a non arrivare alla violenza. E come si fa? Con la consapevolezza. Una delle violenze che ci sta più a cuore è la violenza che non lascia segni, quella che non lascia lividi, non perché le percosse o il femminicidio non lasci ferite nei nostri cuori, ma perché crediamo che nelle famiglie ancora oggi alcuni tipi di violenza siano visti come un carattere difficile. Magari «Papà ha un carattere difficile» oppure «Mamma ha un carattere difficile. Quello zio ha un carattere difficile». Invece, noi crediamo profondamente che sia un problema culturale e che la parità si combatta con la preparazione. Quindi cerchiamo di preparare le donne a essere consapevoli. Non so se avete domande.

  PRESIDENTE. Dottoressa, io volevo approfondire dove opera Oltre, se ha delle sedi, come funziona operativamente, se ci sono degli uffici. Come si approcciano a voi le donne? Diceva prima che voi collaborate in rete anche con le altre associazioni, i centri antiviolenza e le case rifugio. Da che professionalità è composta?
  Lei prima ha detto che questa associazione non è composta solo da donne, ma anche da uomini. Come si approcciano gli uomini di fronte alla violenza di genere? Qual è il contributo che danno? Noi diciamo spesso che la violenza di genere non è una questione di donne, ma è una questione di uomini e che quindi il grande cambiamento culturale debba avvenire necessariamente soprattutto sugli uomini, nell'approccio di genere uomo e donna e rispetto alla cultura del possesso, che poi porta ai casi più drammatici di femminicidio e di controllo.
  Riassumendo. Dov'è questa associazione? Come si relaziona con le altre associazioni già presenti storicamente? Quali professionalità la compongono? Quale contributo danno effettivamente gli uomini? Come Pag. 9coinvolgerli maggiormente in questo cambiamento culturale?

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Le socie fondatrici, perché le socie fondatrici sono tutte donne, vengono da tutti i settori: c'è l'insegnante, ci sono due giornaliste, una sono io e l'altra è una collega, c'è un avvocato, c'è un funzionario, quasi tutte le professioni sono rappresentate. Sono rappresentate quasi tutte le professioni anche nella parte maschile dell'associazione, sia con riguardo agli associati veri e propri, sia ai collaboratori volontari che ci aiutano.
  Io non posso dire che tutti gli uomini che abbiamo incontrato si siano associati, ma quelli che si sono associati e quelli che fanno squadra con noi ci corrispondono assolutamente in tutto a questo tipo di problema, sia nell'approccio di pensiero, sia nell'approccio del linguaggio, che è un'altra cosa molto importante, non tanto per il maschile o il femminile, ma l'attenzione a un linguaggio, che sia un linguaggio non violento e non discriminante.
  La nostra sede è a Roma, non abbiamo molti uffici. Le sedi siamo noi e i nostri cellulari, sicuramente il mio e quello della vicepresidente. Quando arrivano i casi noi ci riuniamo, ne parliamo, li distribuiamo e li indirizziamo. Anche se siamo giovani, comunque ci siamo già occupate, grazie alla collaborazione con altre associazioni, di diversi casi, che abbiamo seguito insieme agli avvocati che rappresentavano le donne; i casi che abbiamo seguito noi sono casi di violenza fisica e non di altro, non quello di cui parlavo prima.
  Sempre perché noi siamo nate recentemente e pensiamo alla prevenzione, anziché organizzare piccoli convegni, piccoli appuntamenti, magari presentazioni di libri, conferenze stampa, dati, eccetera, abbiamo deciso tutte insieme di fare un grande evento annuale, che è il Festival Internazionale dell'Economia di Genere, che si terrà ad aprile a Roma. Saranno tre giorni di riflessione sulla situazione femminile in Italia e nel mondo.

  PRESIDENTE. Prego vicepresidente.

  ELENA LEONARDI (FdI). Grazie per l'intervento. Vorrei porre delle domande su due tematiche che mi hanno incuriosito. Una è questo Festival dell'Economia di Genere. Il tema economico è un tema sul quale la Commissione ha iniziato un percorso perché è una di quelle violenze che, come lei diceva, fondamentalmente non si vedono, quindi è molto importante capire come dare degli strumenti, visto che volete focalizzarvi sulla prevenzione.
  Inoltre, la presenza di due giornaliste, quindi del mondo dell'informazione e della comunicazione: anche questo è un tema sul quale la Commissione vuole indagare. Abbiamo visto che si può fare molto con l'utilizzo corretto delle informazioni nella cronaca quando accadono questi casi così drammatici, ma anche il vocabolario di tutti i giorni deve essere corretto, come deve esserlo il modo di approcciarsi a queste donne che subiscono violenza o alle situazioni che si possono creare. Mi incuriosiva se anche su questo state ponendo l'attenzione, vista la presenza tra voi di esperte in materia, con iniziative o con una discussione interna, che può essere utile ai lavori della Commissione. Grazie.

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Grazie a lei. Scusi se non rispondo immediatamente, ma mi sono dimenticata di dire che noi stiamo lavorando anche con un'altra socia, che sta a Treviso e che ha una casa editrice, a una parte del Festival di Treviso Giallo, dove noi cureremo la parte al femminile. Il nostro impegno è anche nella cultura in generale e da qua il legame con le parole che si usano.
  Il Festival Internazionale dell'Economia di Genere parte proprio dalla riflessione che la libertà delle persone passa anche per la libertà economica perché succede spesso ancora oggi – questo è un tema che a noi sta molto a cuore – che una donna abbia lasciato il lavoro perché sono nati dei figli e non riesca più a lavorare tutte le ore che lavorava, si trova magari innamorata e si trova a dover dipendere dall'uomo. Quando tu dipendi da qualcuno, da qualunque punto di vista, non sei libero di scegliere perché una donna che non ha un lavoro, una Pag. 10donna che non è mai stata in banca è più difficile che scelga di lasciare una sofferenza.
  La banca è un altro tema. Fra le donne che girano intorno alla nostra associazione ne abbiamo diverse che lavorano in banca come vicedirettori di agenzia e come promotori finanziari e anche loro ci confermano che in gran parte le banche sono frequentate da uomini, che in buona parte nelle famiglie c'è un solo conto corrente, che in buona parte nelle famiglie c'è un mutuo che è stato deciso dall'uomo, un investimento che è stato deciso dall'uomo. Naturalmente non è una generalizzazione.
  Nell'ambito del nostro Festival abbiamo previsto anche degli appuntamenti di workshop, delle piccole lezioni, che possono aiutare le donne interessate a capire che tipo di preparazione possono avere e quindi a confrontarsi anche semplicemente dicendo: «Questo lo so. Ah, questo non lo sapevo». È una tre giorni alla portata di tutti, con appuntamenti di livello culturale molto alto, di livello informativo molto alto e anche di un livello semplice di informazione ed educazione finanziaria.
  Il giornalismo è la mia vita, non c'è grande differenza tra la mia professione e la mia vita. Sia per me che per la mia collega nel direttivo dell'Associazione – è anche un volto noto, perché Francesca Nocerino è stata conduttore del telegiornale per tanti anni – è molto presente questa attenzione al linguaggio che usiamo. Devo dire che il direttore del nostro telegiornale è molto attento a questo tema e non troviamo affatto difficoltà perché siamo allineati e anche quando in alcuni casi rileviamo difficoltà ci confrontiamo. Io personalmente faccio molta attenzione alle questioni legate al linguaggio, ma non per il maschile o per il femminile, bensì per il linguaggio di violenza oppure frasi come «Lui l'ha uccisa perché lei lo voleva lasciare». Per noi queste cose qui sono pane quotidiano.

  PRESIDENTE. Dottoressa, le faccio una domanda: lei pensa che ci voglia un intervento formativo sull'uso del linguaggio dei colleghi o delle colleghe – adesso non voglio fare una differenza di genere – a livello giornalistico? Ritiene che sia una caratteristica tipicamente maschile quella di fare una narrazione che spesse volte sottopone la vittima a una vittimizzazione secondaria?
  Le pongo una seconda domanda, vista la sua professionalità. Sicuramente qui l'audizione riguarda una neonata associazione in tema di violenza di genere, ma non solo, riguarda anche la professionalità, visto che questa Commissione ha tra i suoi tredici punti quello di parlare di mass media e di etica nel reporting. Sentiamo riferire con particolare dovizia di particolari – scusate la ripetizione – proprio l'efferatezza di un omicidio, dando adito magari anche a un interesse morboso non solo sull'uccisione di una donna, ma sul metodo con cui quella donna è stata uccisa. L'etica del reporting, la narrazione dei casi di femminicidio dovrebbe trovare un modus operandi diverso all'interno dei mass media, che non è solamente la televisione, ma anche la carta stampata, piuttosto che i social? Le vengono in mente interventi formativi, le vengono in mente processi e strumenti che non ci sono o si tratta di nuovo di un'educazione culturale, che passa ovviamente anche attraverso le varie professionalità, non solo quelle delle forze dell'ordine, anche i medici, eccetera?

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Inizio da quanto detto per ultimo. Io penso che sia una questione culturale, che riguarda tutti, anche le nostre famiglie. A volte questo approccio al problema ce l'abbiamo in casa, ce l'abbiamo anche fra gli amici.
  Per quanto riguarda la preparazione dei colleghi e i corsi, noi di corsi ne facciamo tantissimi per i colleghi e le colleghe. Da questo punto di vista gli strumenti ci sono.
  Io dico sempre che dobbiamo seminare, è una questione di semina per cambiare l'approccio, per cambiare la cultura nei confronti di queste realtà. Questo riguarda colleghe e colleghi, ma riguarda anche il resto della società. Parlarne e fare delle iniziative perché, anche se si riesce a salvare una sola donna, abbiamo vinto.

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  PRESIDENTE. Posso chiederle che tipo di corsi fate in tema di violenza di genere?

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Ne facciamo tantissimi sia sulla violenza di genere, proprio sull'etica del racconto, sia sul linguaggio.

  PRESIDENTE. E da chi vengono fatti?

  ELISABETTA MIGLIORELLI, presidente dell'Associazione Oltre. Vengono fatti dai colleghi, organizzati dall'Ordine, con i magistrati. Adesso non so quantificarli, però se ne fanno parecchi.

  PRESIDENTE. Se non ci sono colleghi o colleghe che vogliono approfondire gli argomenti, io ringrazio la dottoressa Migliorelli. Come ho detto, le nostre audizioni sono sempre un punto di partenza e di confronto per un percorso condiviso. La ringrazio nuovamente per essere stata qua e ringrazio i colleghi e le colleghe. Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.35.