XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 25 di Martedì 19 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

Proposta di istituzione dei Comitati di cui agli articoli 3 e 7 della legge 2 marzo 2023, n. 22:
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 
Verini Walter  ... 3 
Colosimo Chiara , Presidente ... 3 

(La seduta, sospesa alle 13.45, riprende alle 13.50). ... 4 

Sulla pubblicità dei lavori:
Colosimo Chiara , Presidente ... 4 

Audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, Raffaele Fitto:
Colosimo Chiara , Presidente ... 4 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ... 4 
Colosimo Chiara , Presidente ... 7 
Pittalis Pietro (FI-PPE)  ... 7 
Colosimo Chiara , Presidente ... 8 
Verini Walter  ... 8 
Colosimo Chiara , Presidente ... 8 
Cafiero De Raho Federico (M5S)  ... 8 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Cantalamessa Gianluca  ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 9 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ... 9 
Colosimo Chiara , Presidente ... 11 
Congedo Saverio (FDI)  ... 11 
Colosimo Chiara , Presidente ... 12 
Gallo Francesco (Misto)  ... 12 
Colosimo Chiara , Presidente ... 12 
Piccolotti Elisabetta (AVS)  ... 12 
Colosimo Chiara , Presidente ... 13 
De Corato Riccardo (FDI)  ... 13 
Colosimo Chiara , Presidente ... 13 
La Salandra Giandonato (FDI)  ... 13 
Colosimo Chiara , Presidente ... 13 
Fitto Raffaele (FDI) , Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza ... 13 
Colosimo Chiara , Presidente ... 16 

ALLEGATO: Composizione dei Comitati istituiti dalla Commissione nella seduta del 17 ottobre 2023 ... 17

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
CHIARA COLOSIMO

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Proposta di istituzione dei Comitati di cui agli articoli 3 e 7 della legge 2 marzo 2023, n. 22.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di istituzione dei Comitati di cui agli articoli 3 e 7 della legge istitutiva. Su tale proposta l'Ufficio di presidenza ha convenuto all'unanimità nella riunione del 28 novembre scorso. I Comitati di cui si propone l'istituzione sono i seguenti:

   VI. Cultura della legalità e protezione dei minori;

   VII. Mafie straniere e proiezioni internazionali delle mafie autoctone;

   VIII. Infiltrazione e condizionamento mafioso negli appalti e nei contratti pubblici;

   IX. Infiltrazioni mafiose nell'economia legale;

   X. Mafie e nuove tecnologie: utilizzo da parte delle mafie di piattaforme di comunicazione criptata e valute virtuali.

  Alcuni deputati sono già presenti e il Ministro è già arrivato. Siccome alle 15 bisogna sospendere perché ricominciano i lavori dell'Assemblea della Camera, purtroppo non posso temporeggiare a lungo.

  WALTER VERINI. Scusi presidente, tra i comitati che stiamo per approvare e quelli già costituiti, quanti sono in tutto?

  PRESIDENTE. Sono dieci. Cinque istituiti, di cui due già costituiti. Altri cinque sono quelli che stiamo per istituire. I due Comitati già costituiti sono «Regime degli atti» e «Adempimenti urgenti». I Comitati già istituiti e che verranno costituiti in questa seduta sono: II. Gestione dei beni sequestrati e confiscati, misure non ablatorie ed effetti delle informazioni antimafia interdittive; III. Infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e negli enti locali; IV. Vittime della mafia e testimoni di giustizia. Quelli che istituiremo oggi con il prossimo voto sono, ripeto: VI. Cultura della legalità e protezione dei minori; VII. Mafie straniere e proiezioni internazionali delle mafie autoctone; VIII. Infiltrazione e condizionamento mafioso negli appalti e nei contratti pubblici; IX. Infiltrazioni mafiose nell'economia legale; X. Mafie e nuove tecnologie: utilizzo da parte delle mafie di piattaforme di comunicazione criptata e valute virtuali.
  Se non ci sono altre richieste di spiegazioni, pongo in votazione la proposta di istituzione dei suddetti cinque comitati.
  (È approvata alla unanimità).
  In merito alla composizione provvederò alla loro costituzione mediante la nomina dei singoli componenti di ciascun Comitato, tenendo conto delle indicazioni dei gruppi presenti in Commissione, e alla nomina dei rispettivi coordinatori, ai sensi dell'articolo 13 del regolamento e delle disposizioni del regolamento interno per il funzionamento dei Comitati. Prego quindi i rappresentanti Pag. 4dei gruppi di far pervenire, con cortese sollecitudine, alla segreteria della Commissione i nominativi dei componenti dei singoli Comitati.
  Comunico che si è proceduto alla costituzione dei restanti comitati che vi ho prima citato, la cui istituzione è stata approvata dalla Commissione plenaria in data 17 ottobre scorso. Si tratta, in particolare, del II Comitato, Gestione dei beni sequestrati e confiscati, misure non ablatorie ed effetti delle informazioni antimafia interdittive; del III Comitato, Infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e negli enti locali e del IV Comitato, Vittime della mafia e testimoni di giustizia, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del regolamento.
  In riferimento al IV Comitato, Vittime della mafia e testimoni di giustizia, comunico altresì che in questa prima fase ho deciso di tenere in sede della presidenza il ruolo di coordinatore, per una questione riguardante anche e soprattutto alcune sollecitazioni che sono arrivate e che sono state condivise in Ufficio di presidenza.
  In allegato ai resoconti sarà pubblicato l'elenco dei componenti di ciascun Comitato e dei rispettivi coordinatori (vedi allegato).

  La seduta, sospesa alle 13.45, riprende alle 13.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera.

Audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza, Raffaele Fitto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, a cui do il benvenuto e che ringrazio per questa prima importante disponibilità. Il ministro è accompagnato dalla dottoressa Ermenegilda Siniscalchi, capo di gabinetto, e dall'avvocato Mario Capolupo, capo del settore legislativo.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme di audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. I lavori potranno proseguire in forma segreta, a richiesta dell'audito o dei colleghi. In tal caso, non sarà consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.
  Solo ai fini dell'organizzazione dei lavori della Commissione, mi corre l'obbligo di ricordare che l'Assemblea della Camera dei deputati procederà alle votazioni a partire dalle 15 e che quindi sarà necessario interrompere l'audizione alle 14.45 per permettere ai deputati di tornare in Assemblea. Ovviamente, laddove necessario, la seduta sarà aggiornata, secondo le disponibilità del ministro.
  Do la parola al Ministro Fitto per la sua relazione, ringraziandolo ancora per la cortesia e la disponibilità.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

  Grazie presidente e grazie a tutti i componenti della Commissione. Questo è sicuramente un appuntamento molto rilevante e importante non solo nell'ambito del lavoro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche delle risorse delle politiche di coesione ed è molto importante perché viene in un momento nel quale si sta avviando la fase di attuazione del Piano. Siamo anche alla vigilia dell'avvio del programma di coesione 2021-2027. Siamo dunque in una fase nella quale è ragionevole ipotizzare che si stiano per mettere in moto ingenti risorse. Basti ricordare la quantificazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari, dopo l'aggiornamento, a 194 miliardi di euro europei più i 30 miliardi di euro del piano complementare, nonché i 42 miliardi di euro di risorse della politica di coesione, più le risorse Pag. 5collegate, relative agli interventi di cofinanziamento nazionale e regionali. A questo si aggiunge anche un tema associato alla visione che il Governo ha messo in campo, ovvero quello delle risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione che si aggiungono all'interno di questo contesto e che rappresentano sicuramente un'ulteriore parte di risorse sulle quali è necessario effettuare una valutazione ulteriore, anche rispetto alle scelte che si stanno mettendo in campo in questa questione in modo più specifico. Dopo questa premessa, penso sia importante fare una valutazione anche sulla fase dell'attuazione che ha da sempre rappresentato un momento non semplice dal punto di vista della capacità della spesa e conseguentemente anche su una serie di difficoltà che hanno accompagnato la tempistica e le relative procedure, che sicuramente rappresentano uno degli elementi fondamentali della fase attuativa. Partirei da una considerazione di carattere generale, relativa al fatto che l'Italia è oggi dotata di un apparato di misure di prevenzione e repressione che sono tra le migliori d'Europa, questo ci è riconosciuto oggettivamente. Ciò rappresenta certamente un punto rilevante anche dal punto di vista dei risultati. L'ultima relazione, presentata l'11 dicembre scorso dal COLAF, da me presieduto, rappresenta un risultato molto rilevante in questo senso, ma ciò è riferito in modo specifico alle risorse relative alle politiche della coesione, quindi ai fondi che tradizionalmente vengono assegnati al nostro Paese.

  Oggi abbiamo di fronte la necessità di mettere in campo un meccanismo che parta non solamente dalla cosiddetta condivisione delle informazioni – su questo c'è un lavoro molto efficace e positivo tra i diversi livelli istituzionali, tanto nazionali quanto europei, nello scambio di informazioni – ma anche dalla parte relativa alla cosiddetta assimilazione, che è la modalità attraverso la quale il nostro Paese si impegna, nella valutazione sull'utilizzo delle risorse europee, ad avere un approccio che sia quanto più destinato a garantire l'interesse europeo e nazionale nella fase di spesa di queste risorse. Penso sia molto importante ricordare che la nostra strategia nazionale antifrode sia uno degli elementi più importanti dal punto di vista dei risultati perché si basa sull'analisi di rischi mediante un lavoro su diverse banche dati che forniscono un aggiornamento costante molto rilevante. Oltre a questa fase preventiva, c'è soprattutto una fase relativa alle procedure collegate alle sanzioni dal punto di vista penale e amministrativo, che rappresentano un efficace strumento che ha portato a risultati molto importanti e dei quali l'ultimo rapporto del COLAF dà testimonianza, nonché una proficua e positiva collaborazione con la Commissione europea ai diversi livelli istituzionali che il Governo ha intenzione di rafforzare ulteriormente rispetto alla quantità di risorse che abbiamo a disposizione. Il ruolo del COLAF, per quanto mi riguarda, è fondamentale in tale contesto perché ci consente di poter avere un momento di attenzione, di scambio, di confronto e soprattutto di coordinamento con tutti i soggetti che svolgono una funzione rilevante in questo contesto. Questo aspetto testimonia come ci sia stata fino ad oggi un'azione mirata sul fronte dell'utilizzo delle risorse della coesione e quanto sia altrettanto importante e necessario mettere in campo oggi una strategia di raccordo tra le risorse che sono state utilizzate e che vengono utilizzate tradizionalmente con la politica di coesione, che hanno questo livello di attenzione al quale ho fatto riferimento, e le risorse che invece sono regolate da un protocollo d'intesa tra il Ministero dell'economia e la Guardia di finanza e da una serie di protocolli di intesa che sono stati avviati nella fase iniziale del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mai come in questo momento, proprio perché siamo nella fase di attuazione del Piano, ovvero della cosiddetta messa a terra e quindi dell'inizio della fase di spesa più importante dal punto di vista della quantità delle risorse da impiegare, occorre un elemento di maggiore e ulteriore riflessione, nonché di attenzione, anche dal punto di vista della capacità di poter incidere sia sulla parte preventiva, come ho già evidenziato, sia sulla parte eventualmente repressiva. Nell'ambito della Pag. 6revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al di là di una serie di valutazioni di merito nelle quali non entrerò, c'è una novità molto importante e collegata al fatto che, nell'ambito del PNRR italiano, abbiamo proposto sette nuove riforme che si aggiungono alle cinquantanove esistenti. Una di queste è quella della politica di coesione, che rappresenterà un momento molto rilevante e importante nell'associare i due programmi. Un tema oggettivo è rappresentato dalla necessità di unire, in una visione unica, l'utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza con l'impiego di quelle della coesione e quindi cercare di evitare sovrapposizioni ma soprattutto di compiere delle scelte che siano coerenti con le diverse programmazioni. Questo è un momento proficuo e positivo, quindi terminerò il mio intervento formulando anche delle proposte, aperte al confronto con questa Commissione, perché penso che siano utili dal punto di vista specifico e potranno essere oggetto di un lavoro che possiamo portare avanti insieme, anche successivamente. Penso che la fase e il lavoro svolto in questi anni, che ha portato ai risultati ai quali ho fatto cenno con l'ultima relazione approvata dal COLAF sulla politica di coesione e sui fondi strutturali, possa e debba rappresentare un modello da estendere, in modo ancora più efficace e anche dal punto di vista operativo, all'utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo per riuscire a mettere in campo un meccanismo che possa avere anche la capacità di affrontare le peculiarità della realtà italiana. Se sulla politica di coesione, negli anni abbiamo sempre avuto la massima attenzione sul fronte della prevenzione e del contrasto delle condotte illecite, perché siamo tra i principali Paesi beneficiari dei fondi di coesione, è evidente che analoga esigenza si pone con riguardo al Piano nazionale di ripresa e resilienza che vede il nostro Paese in assoluto come quello con il più grande piano all'interno del RRF (Recovery and Resilience Facility). Ciò rappresenta una necessità oggettiva sulla quale dobbiamo lavorare sul solco impostato per rafforzare e aumentare questa capacità di intervento e per costruire anche soluzioni efficaci dirette non soltanto ad estendere e rafforzare gli strumenti esistenti ma anche ad adeguare questi strumenti ad uno scenario che non perda di vista un'altra esigenza, che deve essere resa compatibile, ovvero quella della semplificazione e dell'accelerazione della spesa.

  Un tema, quest'ultimo, particolarmente rilevante, che richiede, da un lato, l'applicazione di un efficace meccanismo di prevenzione e contrasto dei comportamenti illeciti e, dall'altro lato, l'individuazione di soluzioni che siano in grado di agevolare la complessiva capacità di spesa.

  Abbiamo degli appuntamenti importanti, e perciò questa audizione è molto utile in questo momento e lo potrà essere, anche a partire dal prossimo mese, per un momento di approfondimento. Avremo uno strumento legislativo importante per l'attuazione della revisione del PNRR, nel quale dovremo affrontare una serie di aspetti collegati ad esso e quella può essere una sede nella quale potere anche immaginare un confronto di merito rispetto alle questioni cui ho poc'anzi accennato. In un secondo momento, adotteremo un ulteriore provvedimento legislativo, altrettanto importante, previsto all'interno della revisione del Piano e che sarà focalizzato sul coordinamento dei programmi della coesione e del PNRR e sull'esigenza di assicurarne la coerenza. Penso che in uno di questi due aspetti si possa trovare la modalità con la quale rafforzare questo meccanismo che, come dicevo, sull'utilizzo delle risorse europee tradizionali, ovvero quelle della coesione, ha già portato a risultati molto importanti per il nostro Paese e che inevitabilmente dovranno trovare elementi di confronto sempre più stretto e intenso; tale confronto è comunque già in atto con tutti i soggetti protagonisti a livello di prevenzione e repressione, che sono tenuti a svolgere un'azione importante in tal senso. Penso, inoltre, che sia particolarmente importante fare tesoro dell'esperienza fino a oggi vissuta a livello europeo anche per gli aspetti di confronto e di valutazione positiva che stiamo mettendo in campo. Sotto Pag. 7questo aspetto abbiamo attivato, nell'ambito del confronto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, un proficuo dialogo con la Commissione europea, così come abbiamo fatto peraltro molto positivamente fino a oggi su tutto l'impianto complessivo del Piano, per cercare di condividere questo tipo di strumenti e di poter individuare, insieme, soluzioni ancora più efficaci. L'interesse è comune e il principio di assimilazione, al quale ho fatto riferimento prima, fa sì che il nostro Paese abbia un approccio, in materia di utilizzo delle risorse europee, analogo a quello europeo per ciò che attiene alla difesa dell'interesse e della trasparenza nell'utilizzo di queste risorse e rappresenta certamente un punto fondamentale. Questo è il punto di partenza della nostra azione e può essere un'occasione per poter migliorare e integrare questo percorso, visto che siamo nella fase nella quale, dopo aver definito gli aspetti collegati alla terza e quarta rata – e in queste ore anche della quinta rata – e avendo ottenuto l'approvazione della revisione dell'intero Piano, il tema dell'attuazione diventa centrale. Questo momento rappresenta, altresì, l'occasione per poter costruire quegli elementi integrativi e rafforzativi anche sul fronte della trasparenza, che possano aiutare l'efficacia e l'attuazione dell'intera programmazione.
  Mi fermerei sulle considerazioni di carattere generale. Poi possiamo eventualmente iniziare un momento di confronto. Già sin d'ora accolgo senz'altro la richiesta del presidente, visti gli odierni tempi ristretti della Commissione, di individuare un momento per poterci rivedere anche nello stesso mese di gennaio e proseguire il confronto.

  PRESIDENTE. Grazie mille ministro. Prima di dare la parola ai colleghi iscritti a parlare, mi permetto solo di chiedere un'integrazione rispetto a quello che ho ascoltato. Come lei immaginerà, Ministro, abbiamo richiesto la sua presenza qui perché è interesse, assolutamente unitario e comune, portare un contributo perché questi fondi non finiscano in nessun modo e in nessuna maniera nelle mani della criminalità organizzata. Questo è lo spirito con cui l'abbiamo chiamata qui e con questo stesso spirito abbiamo poc'anzi istituito un Comitato che lavorerà proprio per verificare che quella trasparenza da lei auspicata sia di fatto il faro che possa renderci orgogliosi, esattamente come siamo orgogliosi di essere diventato un esempio di antimafia nel mondo nella gestione di questi fondi. Questa la ragione per la quale abbiamo chiesto di sentirla. Per cui esprimiamo la nostra piena adesione a un percorso che da parte di questa Commissione sarà parallelo rispetto al lavoro che fin qui è stato fatto, quando si entrerà nella fase di attuazione.
  Ricordo ai colleghi che abbiamo 45 minuti per gli interventi. Vedo che si sono iscritti a parlare i colleghi Pittalis, Cafiero De Raho, Verini, Cantalamessa e Gallo.
  Do la parola all'onorevole Pittalis.

  PIETRO PITTALIS. Grazie presidente. Intanto ringrazio il ministro perché il lavoro che sta facendo sta sicuramente portando dei risultati tangibili. La notizia di oggi secondo cui l'Italia è primo tra i Paesi membri ad aver presentato la richiesta per la quinta rata fa capire come gli obiettivi siano tutti nella prospettiva giusta di essere conseguiti. Mi pare che siano ben 52. Un flusso di risorse straordinario. Aggiungo anche, sebbene la questione non sia stata da lei trattata, che lo sforzo che lei sta facendo per una visione nuova anche della programmazione delle politiche per il sud del nostro Paese, consentirà dal mio punto di vista anche la modifica delle Zone economiche speciali (ZES) e di impostare una programmazione che tenga conto della capacità di sapere chi e cosa deve fare, e dove si può fare, con una cabina di regia che potrà anche meglio valutare e monitorare la spendita di importanti risorse. Volevo chiederle, signor ministro, se sono approntati, oltre alla cabina di regia per la programmazione delle risorse, anche strumenti di controllo che possano verificare l'andamento, monitorando quindi gli effetti, ma soprattutto, anche in relazione al nostro compito, assicurare che queste risorse siano immesse nel tessuto economico e produttivo sano del nostro Paese. Quindi le chiedo quali siano gli strumenti, se ne avete approntati, per evitare che vi siano Pag. 8infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Verini.

  WALTER VERINI. La ringrazio davvero per la disponibilità e per le intenzioni che ha manifestato. Però, ministro, noi ci auguriamo davvero che queste intenzioni non rimangano tali. Lei ha giustamente annunciato un supplemento di attenzione e riflessione, in concomitanza con la messa a terra dell'attuazione del Piano, di collaborazione per contrastare possibili infiltrazioni della criminalità, possibili turbative nelle aste, ha annunciato elementi ulteriori di velocità e semplificazione, ma anche innalzando la soglia dell'attenzione. Ha fatto riferimento ai protocolli esistenti con la Guardia di finanza. Tuttavia noi ci aspettiamo che da subito il Governo – quindi nella sua persona, ma non soltanto nella sua, anche se la responsabilità del Piano e la delega sono le sue – che vengano messe a terra delle proposte concrete, perché i rischi sono tanti. Considero questa una riunione di lavoro, non un dibattito politico in Aula. Siamo un po' preoccupati perché i segnali che sono stati dati in questi mesi obiettivamente non vanno nella direzione di rafforzare queste tutele di trasparenza e di legalità. Si può pensare, assieme ai protocolli che già avete, di predisporre una cabina di regia nella quale le associazioni imprenditoriali, i sindacati, la Conferenza delle regioni, gli enti locali, i comuni e poi la Guardia di finanza, le procure, la Direzione nazionale antimafia facciano un'opera di affiancamento e di monitoraggio costante. Non deve essere una vasta Conferenza dei servizi, deve essere un nucleo operativo che lavora quotidianamente per prevenire e contrastare. Si può pensare a un ruolo attivo di controllo concomitante, quello che avete tolto alla Corte dei conti, per esempio per l'ANAC? Questo penso che sia un tema. Busia non è stato portato al vertice americano anticorruzione, non è stato un bel segnale, ma al di là di questo, si deve pensare o no di utilizzare lo strumento ANAC per prevenire possibili infiltrazioni? Infine, ritengo che ci sia anche bisogno di valutare l'impatto probabilmente negativo, per noi preoccupante, della riforma del codice degli appalti, con l'innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti e quindi senza gare. Come impatta nella messa a terra del PNRR? L'allentamento dei controlli durante gli appalti, che dà meno sicurezza nel lavoro e che dà più spazio ai subappalti, può avere un impatto negativo? Cosa fa davvero il Governo? Noi faremo delle proposte, ma ci aspettiamo, ministro, che lei a gennaio venga non solo con questi annunci, utili come impegno, ma per il momento assolutamente aleatori.

  PRESIDENTE. La parola al vicepresidente Cafiero De Raho.

  FEDERICO CAFIERO DE RAHO. Grazie presidente. Ministro, lei ci ha dato questo quadro che per la verità però non ci evidenzia alcuna strategia specifica in relazione al PNRR. In particolare, non riusciamo a comprendere se sia stata o meno già adottata una misura complessiva che tenda a monitorare le partecipazioni agli appalti. Il Piano triennale di prevenzione della corruzione e trasparenza prevede peraltro che il responsabile dell'anagrafe per la stazione appaltante abbia l'obbligo di riversare gli elementi di ciascun appalto, ma le stazioni appaltanti sono numerosissime, forse saranno addirittura migliaia. Costoro dovranno poi riversare il tutto in un'unica banca dati. La banca dati costituisce lo strumento fondamentale al quale poter accedere. Nulla si dice e nulla vi è in relazione a una velocizzazione sull'attuazione della banca dati, sui collegamenti telematici e informatici delle singole stazioni appaltanti, sul riversamento e la comparazione fra i dati che arrivano dalle stazioni appaltanti. Ciò è fondamentale per la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo oltre che per le forze di polizia. Esiste poi la legge n. 136 del 2010 che prevedeva la tracciabilità dei flussi finanziari, oltre che l'identificazione delle imprese dei dipendenti, dei mezzi impegnati nei singoli appalti. In relazione a questi controlli che verranno eseguiti vi è una Pag. 9linea che raccorda tutte le prefetture che potranno utilizzare poi i nuclei interforze. Vi sono misure anche concrete rivolte a comprendere quali saranno i soggetti e in che modo comparare poi coloro che partecipano. Lei sa bene che le mafie oggi si infiltrano non con la forza o la violenza, ma spesso con la corruzione, che non è soltanto il pagamento di danaro, ma sono le amicizie, sono le forme di aggregazione che si riescono ad attuare. Come si penserà di controllare l'andamento delle assegnazioni degli appalti attraverso tantissime stazioni appaltanti? Come si penserà di controllare l'osservanza delle norme?

  I lavori che vennero eseguiti sul ponte Morandi evidenziarono immediatamente delle anomalie, laddove vi erano, perché tutti coloro che vi partecipavano venivano monitorati. Vi era un tracciamento diretto e immediato anche del mezzo che entrava in quel cantiere, tanto che una ditta che era stata interdetta in altra provincia venne immediatamente rilevata nei suoi mezzi e in altre occasioni ugualmente vi fu un'analoga esclusione. Tutto questo è stato messo a terra, è stato tracciato? Allora vi era un lavoro, oggi ci sono oltre 200 miliardi di lavori che verranno portati avanti con appalti disseminati su tutto il territorio nazionale, ed è necessario che ci sia non solo una cabina di regia unica, ma che questa cabina di regia riesca a dare utili direttive per l'attuazione e la concretizzazione immediata di questi interventi cui lei ha fatto riferimento prima.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al ministro per le risposte, farei intervenire il senatore Cantalamessa.

  GIANLUCA CANTALAMESSA. Grazie presidente, grazie signor ministro e complimenti innanzitutto perché sicuramente è una buona notizia il sapere che l'Italia è il primo Paese che chiede la quinta rata. Ha ragione quando dice, e l'ha detto con un orgoglio che condividiamo, che l'Italia ha grandi capacità investigative e una legislazione antimafia, che ci vengono riconosciute a livello europeo, come diceva anche la presidente. Ci troviamo secondo alcuni di fronte a un doppio obiettivo apparentemente incompatibile. Da un lato quello di spendere tanti soldi e subito, dall'altro quello di garantire che vengano affidati a persone e aziende serie e non colluse. Credo che il ragionamento che andrebbe fatto sia che non possiamo pensare di bloccare tutta una serie di lavori e tutta una serie di azioni che richiedono una determinata velocità per controllare, alla stessa stregua del fatto che per evitare che ci sia un rischio di rapine alla sera noi dicessimo alle persone di non uscire la sera. Se nessuno uscisse non ci sarebbe più il rischio della rapina. Sicuramente i protocolli che sono stati applicati con il MEF e con la Guardia di finanza sono positivi. Analogamente la Commissione, come diceva giustamente prima la presidente, ha istituito un Comitato ad hoc che intende collaborare laddove possibile con il ministro e anche con gli altri ministeri, perché penso che ci sia anche una competenza del ministero dell'Interno per quel che riguarda il controllo, perché veramente sono tanti i flussi che andranno messi a terra.

  Volevo sapere se prevedevate anche qualche intesa specifica con il ministero dell'Interno o ritenevate sufficienti i protocolli con il MEF e con la Guardia di finanza, grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola al ministro per una prima tranche di risposte.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ho fatto prima una premessa di carattere generale che si inserisce però in un contesto nel quale tutto è perfettibile e migliorabile. Noi però ci muoviamo in parte nel solco di quanto deciso in precedenza, nel senso che oggi possiamo anche immaginare di fare molte più cose, però è evidente che non tutto nasce negli ultimi mesi. Abbiamo una impostazione definita anche in precedenza. Si è fatto cenno al quadro relativo alla cabina di regia. Abbiamo istituito con il decreto-legge n. 13/2023, nella nuova governancePag. 10 del PNRR, la cabina di regia, che operativamente sta effettuando delle azioni con tutti i soggetti attuatori e questo è molto importante. Esiste poi, nell'ambito della rete dei referenti antifrode, un altro contesto, dove è presente anche ANAC. Non possiamo immaginare di moltiplicare gli strumenti, ma dobbiamo fare funzionare gli strumenti che ci sono, perché, diversamente, il rischio è di creare sovrapposizioni. Questo è un primo tema. Le valutazioni sulle stazioni appaltanti poi, rappresentano un obiettivo del PNRR che è stato raggiunto con l'adozione del codice dei contratti pubblici e successivamente approvato dalla Commissione europea. Tutto è perfettibile, per carità, ma noi parliamo di questo. Anche le altre questioni che ho ascoltato hanno fatto parte di uno degli elementi di confronto che abbiamo tenuto proprio in questo periodo con la Commissione europea. Penso, ad esempio, alla quarta rata, ai fini della quale è stato svolto un confronto, con un'impostazione condivisa e anche articolata, in circa la valutazione del raggiungimento degli obiettivi. Anche questi aspetti riguardano l'azione del Governo, anzi proprio per questo hanno fatto parte e fanno parte degli obiettivi da raggiungere, che sono contestualmente verificati e che in alcuni casi, in modo specifico, sono stati approvati. Dobbiamo provare a trovare, e colgo anche le parole del senatore Verini, un modello per rafforzare questo percorso sulla base degli strumenti esistenti. Ciò non vuol dire moltiplicare gli strumenti che già ci sono, ma cercare di dare a questi strumenti, anche dal punto di vista normativo laddove necessario, una maggiore capacità di impatto ed efficacia. Nel mio primo intervento ho fatto alcuni esempi che adesso, se possibile, vorrei ampliare. Il primo: quando parliamo del COLAF, stiamo parlando di un organismo che ha già questa funzione e che ha prodotto e sta producendo risultati molto positivi sul fronte dell'utilizzo delle risorse europee «tradizionali» della coesione, e quindi sul fronte antifrode e sul fronte della prevenzione. L'idea alla quale ho fatto cenno, e che intendo ribadire – ed è il momento di confronto con questa Commissione, proprio raccogliendo lo spirito di una riunione di lavoro – è che si sta lavorando sulla base di strumenti che già esistono, che devono essere resi più efficaci e sui quali è necessario provare a cogliere anche delle buone pratiche da ampliare. La decisione del Governo di proporre alla Commissione europea di immaginare una riforma aggiuntiva sulla politica di coesione, per mettere insieme le due programmazioni, è funzionale a rendere più efficace la spese delle risorse della coesione, così come avviene all'interno del PNRR, con l'impostazione organizzativa dal punto di vista amministrativo dei target e delle milestone. Al tempo stesso, può essere un'occasione molto importante per ampliare gli strumenti che già esistono all'interno della politica di coesione, come appunto il COLAF, e che può rappresentare un modello rafforzativo della modalità di spesa e della trasparenza anche all'interno del PNRR. Di tali aspetti penso sia importante tenere conto. Ho fatto anche riferimento allo spirito del confronto con questa Commissione e al momento nel quale è ipotizzabile lavorare in questa direzione. Infatti, come anticipato, predisporremo un provvedimento legislativo che avrà la funzione di attuare le modifiche conseguenti alla revisione del PNRR, – quindi sui temi specifici settoriali –, ma che potrà e dovrà contemplare degli strumenti attraverso i quali si può provare a rafforzare, applicando al PNRR anche la logica della politica di coesione sul fronte dei controlli, della repressione e della prevenzione, che sicuramente può rappresentare un modello, ed è un terreno di confronto in questo contesto. L'obiettivo penso sia comune, sono d'accordo e non vedo il rischio o la possibilità di una sensibilità diversa, dato che sarebbe un autogol per tutti. L'obiettivo è quello di rendere trasparente l'utilizzo di queste risorse di avere la capacità di spendere e di spendere bene, e di rafforzare questo meccanismo. Lo stiamo mettendo in campo con tutti i Ministeri interessati. Su questo fronte il lavoro andrà allargato, confrontato e reso coerente con tutti i Ministeri interessati, soprattutto con quelli che hanno un ruolo e una funzione sul fronte della prevenzione e della repressione,Pag. 11 perché è obiettivo e interesse comune. Su questo terreno – per questo sono qui con piacere – penso ci sia la possibilità di immaginare queste valutazioni, però sul presupposto di quello che abbiamo messo in campo fino ad oggi.

  Anche sul tema del controllo concomitante, non voglio ritornare su questioni superate, non è in discussione. Abbiamo attuato quanto previsto dal decreto-legge n. 77 del 2021, ossia il provvedimento di attuazione del PNRR, adottato dal precedente governo. Lì non era previsto, è un dato di fatto oggettivo, basta leggere i contenuti del decreto-legge n. 77 su questo fronte. Quindi il tema dei controlli non è in discussione, tant'è che anche su questo, nel momento in cui abbiamo presentato la modifica della governance e abbiamo individuato degli obiettivi all'interno del PNRR, la Commissione europea ha confermato il lavoro fatto anche rispetto al tema dei controlli, perché questo rappresenta sicuramente un tema di confronto con la Commissione europea. Immagino che su questo sia necessario trovare soluzioni che, alla luce dell'esistente, possano rafforzare, integrare e migliorare. Sono d'accordo e quindi siamo aperti a qualsiasi spunto su questo, visto che ci stiamo lavorando in questa fase. Non è un caso che questa sia una fase molto importante e rilevante perché finora abbiamo visto una fase di avvio del Piano, mentre oggi siamo nella fase nella quale si sta muovendo una mole di risorse molto rilevanti e importanti perché, su moltissimi investimenti, gli interventi stanno completando le fasi della progettazione e della gara, e quindi nel 2024 si avrà una dimensione di spesa importante e bisognerà svolgere questa azione, utilizzando gli strumenti che ci sono e rendendoli efficaci, così come sono stati condivisi precedentemente anche nella fase preliminare del PNRR e sulla base di quanto predisposto dagli strumenti esistenti. Anche nei confronti dell'ANAC non c'è alcuna preclusione. ANAC ha un ruolo all'interno degli strumenti previsti ed è anche ente di attuazione del PNRR. Stiamo quindi lavorando in questa direzione, senza alcun rischio di valutazione differente, anzi. Questo è lo spirito e l'approccio. Penso di aver risposto alle diverse sollecitazioni.

  All'onorevole Pittalis sul tema della ZES, rispondo che la riorganizzazione complessiva che abbiamo messo in campo - sull'utilizzo delle risorse della coesione va in questa direzione, cioè di una maggiore trasparenza. Faccio un esempio su tutti: chiedere preventivamente, prima di assegnare le risorse, un elenco di interventi con un cronoprogramma finanziario e temporale va in questa direzione, rafforza questo principio, crea degli elementi di ulteriore trasparenza, perché dà dimensioni chiare anche alla luce di un elemento che vorrei sommessamente ricordare. Siamo partiti facendo un monitoraggio dell'utilizzo delle risorse della programmazione precedente ed è bene ricordare che nel periodo 2014-2020 l'Italia aveva a disposizione 126 miliardi di euro, composti da risorse nazionali, europee e dei vari cofinanziamenti. Dopo circa nove anni, i dati della Ragioneria generale dello Stato hanno rivelato che nei primi mesi di quest'anno la percentuale di spesa era del 34 per cento. Dobbiamo avere anche questi elementi di riferimento per capire come e quanto sia necessario mettere in moto meccanismi che rendano la spesa più rapida, efficace ed efficiente, e quindi siano accompagnate da un percorso che garantisca e rafforzi, anche per la dimensione delle risorse, la trasparenza.

  PRESIDENTE. Sempre tenendo d'occhio i tempi, do la parola a qualche altro commissario iscritto a parlare. Rimangono gli onorevoli Congedo, Gallo, Piccolotti, De Corato e La Salandra. Vediamo se riusciamo a esaurire tutti gli interventi.
  Prego onorevole Congedo.

  SAVERIO CONGEDO. Grazie presidente. Anzitutto saluto e mi associo ai ringraziamenti dei colleghi verso il Ministro Fitto, non solamente per il lavoro che ha fatto, sta facendo e che farà per le varie rate del PNRR, ma anche per la modifica, e soprattutto per questo modo che il ministro ha voluto dare al suo metodo di lavoro, di Pag. 12avere un confronto preventivo con la Commissione antimafia, proprio in previsione di quello che il ministro ha definito una massa di risorse che stanno per essere messe in movimento. Ricordava il presidente Colosimo come il nostro Paese sia all'avanguardia nella normativa antimafia, cioè sul sistema delle certificazioni, delle interdittive, delle amministrazioni temporanee e straordinarie di nomina prefettizia e di quelle giudiziarie. Un sistema che interviene sostanzialmente in fase quasi repressiva. Credo, e immagino sarà così, ministro, che nei protocolli che lei sta per attuare insieme ai suoi uffici, ci sia una fase di prevenzione proprio per evitare che questa normativa nazionale all'avanguardia impatti fortemente anche con la possibilità che poi gli enti attuatori o le stazioni appaltanti non riescano a spendere bene le risorse, soprattutto in fretta, perché incappano magari in una di queste ipotesi che la nostra normativa prevede. Le volevo chiedere, ma immagino sarà certamente così, se nei protocolli che state per attuare ci sia una fase di prevenzione proprio per evitare che il sistema impatti con una normativa che è assolutamente prioritaria ma che non deve bloccare l'avvio delle opere previste nel Piano.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Congedo. Prego onorevole Gallo.

  FRANCESCO GALLO. Ovviamente mi unisco ai ringraziamenti e anche all'incoraggiamento che molti hanno già fatto per il lavoro iniziato e per quello che l'aspetta, perché fare bene e fare presto con 200 miliardi sul tavolo è un'impresa titanica. Siamo qua per dare il nostro modestissimo contributo nel senso anche banale che immaginare che con 200 miliardi di euro sul piatto le mafie non tentino di metterci il dito sarebbe come dire che le mafie non esistono. Posto che questo nessuno di noi lo pensa, vorremmo essere al suo fianco per fare bene, fare presto ed evitare nel miglior modo possibile ogni forma di infiltrazione. Questo è il motivo per cui oggi lei è qui a discutere con noi. Bisogna ragionare su quello che possono fare questa Commissione e i suoi comitati e soprattutto su quello che può fare il Governo per assicurare il massimo della vigilanza.
  Per entrare subito nel pratico, faccio una domanda al volo e chiudo per non sottrarre tempo ai colleghi. La questione della digitalizzazione dei contratti pubblici l'anno scorso, se non ricordo male, è stata rinviata al dicembre 2023. Sarebbe interessante sapere se ci sarà un nuovo rinvio o meno, cioè non basta sapere chi ha vinto la gara, è utile sapere anche chi sono gli altri cinque. Spesso in queste vicende si vede vincere una volta uno, una volta l'altro, per cui se chi deve controllare da Bruxelles, da Roma o da Palermo non ha il quadro complessivo, viene meno l'utilità della digitalizzazione di tutti questi dati che potrebbero mettere chiunque nelle condizioni quantomeno di farsi un'idea. È solo un esempio, avremo sicuramente occasione per farne altri. Conosciamo la sua storia, la sua esperienza e tutto l'impegno che ci sta mettendo. Quindi con il massimo spirito collaborativo vediamo di riuscire ad andare avanti insieme. Grazie.

  PRESIDENTE. La parola all'onorevole Piccolotti.

  ELISABETTA PICCOLOTTI. Grazie ministro di essere qui. Le faccio una domanda relativa alle sue affermazioni anche per comprendere in che modo poi tutti i gruppi parlamentari potranno essere utili per lo sviluppo di indicazioni su come potenziare i controlli nell'ambito del PNRR. Lei ha detto che c'è una strategia antifrode sulle risorse più tradizionali delle politiche di coesione che, a quanto lei ha detto, risulta essere più efficace, più strutturata e ha un percorso più forte, determinato anche dalle esperienze e dagli anni in cui si è andata costruendo, e quindi ha ipotizzato di applicare le stesse strategie antifrode anche sui fondi del PNRR e ha detto di essere in procinto di aprire una discussione su come applicare questa strategia anche a queste risorse. Ho visto che relativamente alla missione 5, componente 3, che è proprio quella delle politiche di coesione per il Mezzogiorno, nel novembre del 2022, quindi poco dopo la sua nomina, il ministero Pag. 13ha emanato delle linee guida di una strategia antifrode che coinvolgono l'OLAF, il COLAF, la Corte dei conti, l'ANAC e tutta una serie di soggetti, e sviluppano anche quella che lei prima ha citato come una rete di comitati antifrode. Le volevo chiedere che differenza c'è fra la strategia che si attua per le politiche di coesione tradizionali e la strategia che si attua invece sul PNRR e se questa strategia, che ho visto essere relativa alla missione 5 componente 3, vale solo per questa missione oppure se viene utilizzata già oggi per il complesso del PNRR.

  PRESIDENTE. Confidando nella capacità di sintesi del ministro, farei intervenire anche gli ultimi due iscritti a parlare. Poi, se ci sarà necessità, ci aggiorneremo secondo la disponibilità del Ministro. La parola all'onorevole De Corato.

  RICCARDO DE CORATO. Molto brevemente. Volevo intanto ringraziare il ministro per la disponibilità per essere qui oggi, visto che oggi è una giornata particolare. Siamo i primi in Europa a chiedere la quinta rata per 10 miliardi e abbiamo anche chiuso la partita della quarta rata. Quindi io lo ringrazio per la sua disponibilità perché anche nell'Aula della Camera il ministro è stato sempre molto disponibile e lo ringrazio anche per tutti i chiarimenti che ha potuto fare e ha fatto in Assemblea.
  La domanda è semplice. Signor ministro, lei ha parlato di semplificazione e accelerazione della spesa. In relazione all'attuazione del PNRR da parte di regioni ed enti locali, ci può dare qualche ulteriore chiarimento su cosa voglia dire semplificazione e accelerazione della spesa nel momento in cui questi fondi verranno utilizzati da regione e comuni, tenendo conto che quando si tratta di fondi di questa natura e di questa portata è necessario, sempre accanto all'accelerazione e alla semplificazione un occhio, da parte soprattutto del Governo, in relazione all'utilizzo di questi fondi? Le chiedo anche se ci poteva dire qualcosa di più anche sul programma di coesione.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole La Salandra.

  GIANDONATO LA SALANDRA. Molto brevemente. Innanzitutto la devo ringraziare sentitamente perché a me hanno insegnato che il primo passo per essere trasparenti è accettare il confronto ed è evidente che lei non si è mai sottratto rispetto a una mole di lavoro tra le più importanti che si siano mai realizzate in questo Paese. La ringrazio anche per aver fornito adeguate precisazioni sul controllo concomitante.
  Le domando se siano previste forme di ausilio aggiuntivo per quegli enti locali che hanno subito lo scioglimento per infiltrazione mafiosa o che attualmente versano in una condizione di commissariamento per gli stessi motivi. Visto che abbiamo una regione in comune e particolarmente complessa, le chiedo – mi riferisco in particolare alla provincia di Foggia, ma il discorso vale per tutta la regione Puglia – se siano previste misure dirette a evitare la formazione, attraverso i fondi del PNRR, di quelli che molti possono definire veri e propri ghetti d'oro, che, anziché determinare un ausilio rispetto alle forme di inclusione dell'immigrazione, alla fine vedranno soltanto la realizzazione di veri e propri ghetti d'oro.

  PRESIDENTE. Do la parola al ministro per le risposte.

  RAFFAELE FITTO, Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza. All'onorevole Gallo rispondo che sulla premessa siamo assolutamente d'accordo. La digitalizzazione è uno degli obiettivi al 31 dicembre di quest'anno, come giustamente ricordava. È uno dei 52 obiettivi che abbiamo raggiunto, che questa mattina abbiamo inserito nella comunicazione della cabina di regia e che abbiamo inviato alla Commissione europea. Avremo la fase di assessment, cioè di verifica del raggiungimento degli obiettivi, come per tutte le rate, che avverrà nei mesi di gennaio-febbraio. Dalla valutazione dei risultati e della documentazione, penso di poter confermare quanto abbiamo già definito. Stiamo inviando in queste ore tutta la documentazione alla Commissione europea e quindi l'obiettivo della digitalizzazione fa parte di questi obiettivi. Peraltro, nei prossimi giorni, e Pag. 14comunque entro l'anno, invieremo la richiesta di pagamento della quinta rata, quindi andremo in questa direzione.
  All'onorevole Piccolotti rispondo che la strategia antifrode per quanto riguarda il PNRR ha evidentemente un maggior numero di attori, perché cambia l'impostazione rispetto alla dimensione del Piano. Questo, secondo me, è proprio il terreno del confronto e del coinvolgimento che penso sia necessario avere nei prossimi giorni in un momento ulteriore, come dicevo prima. Abbiamo gli strumenti previsti in modo particolare dall'azione del COLAF per quanto riguarda la politica di coesione, cioè per le risorse europee che negli anni sono state utilizzate. L'idea sulla quale stiamo lavorando è quella di rafforzare questo aspetto, ampliandolo un po' oltre i protocolli che sono stati previsti, anche rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, oltre a costruire una struttura e un'organizzazione che possa ampliare una fase positiva che è stata quella del COLAF, perché esso ha raggiunto risultati positivi che ci vengono anche riconosciuti nell'ultimo anno anche a livello europeo. Riteniamo che quello sia un modello di lavoro, almeno per quanto mi riguarda, da rafforzare, visto che stiamo predisponendo un terreno di azione sancito da una nuova riforma. Infatti, abbiamo proposto la riforma della politica di coesione. In queste ore, ho inviato una lettera ai presidenti delle regioni e alle amministrazioni centrali interessate ai programmi della coesione, per avere l'indicazione di un loro componente all'interno di un gruppo di lavoro. La nuova milestone, concordata nella revisione, prevede la riforma della politica di coesione con una modalità, degli obiettivi precisi e delle tempistiche chiare (modello PNRR) e abbiamo immaginato, all'interno di questo contesto, la possibilità di costruire un sistema che possa essere anche preventivo sul fronte della collaborazione e delle scelte, perché è previsto uno strumento di legge entro il primo trimestre – questa è la milestone – del 2024. Penso che sia utile lavorare preventivamente sulla costruzione di questo strumento legislativo, condividendolo con gli enti attuatori e quindi con le regioni e l'amministrazione centrale. Esiste però, anche su questo terreno, un elemento parallelo, al quale stiamo facendo riferimento, che può essere non solamente un momento di raccordo tra i due programmi, ma anche un rafforzamento sullo scambio delle buone pratiche che ci sono state e che potrebbero essere utili per rafforzare il percorso successivo, data anche la dimensione enorme che per la prima volta ci troviamo ad affrontare. L'idea che stiamo mettendo in campo è questa, ma, come dicevo, a me fa molto piacere – l'ho accennato prima della nostra riunione e lo confermo tranquillamente qui in Commissione – che alla ripresa si possa fare un confronto dettagliato anche sulle proposte che metteremo in campo dal punto di vista legislativo. Come dicevo prima, infatti, abbiamo due momenti: uno, quello che ho accennato sulla politica di coesione, l'altro, quello relativo all'attuazione della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oggi abbiamo gli strumenti, ai quali abbiamo fatto riferimento: dal mio punto di vista, bisogna rafforzare l'efficacia di questi strumenti e dobbiamo provare ad ampliare questa modalità. Quanto previsto per una misura, l'idea è quella di ampliarlo all'intero Piano. Certo, l'obiettivo è quello che ci sia una valutazione complessiva sull'intero Piano e che possa essere un elemento di rafforzamento delle scelte che devono essere portate avanti in questa direzione. Molti colleghi lo potranno confermare, io ho sempre partecipato a ogni richiesta delle Commissioni parlamentari e al dibattito in Assemblea: ritengo che su un tema come il PNRR il confronto parlamentare sia molto utile e molto importante. Dopo la fase iniziale, nella quale lo abbiamo comunque mantenuto in modo piuttosto ampio, ritengo sia necessario provare a fare uno sforzo ulteriore e il lavoro in una Commissione specifica come questa può servire ad avere anche preventivamente delle indicazioni per provare a costruire dei provvedimenti, non dico condivisi – questo sarebbe un auspicio – ma che siano oggetto di un confronto per verificare le diverse sensibilità e i diversi temi.
  Per quanto riguarda la questione posta dall'onorevole De Corato relativa all'accelerazione della semplificazione, noi siamo reduci da un decreto-legge che, oltre ad aver rivisto la governance del PNRR e aver modificatoPag. 15 con una riforma piuttosto importante la governance della politica di coesione, ha previsto una serie di norme sul fronte della semplificazione e dell'accelerazione che sono state condivise e recepite, anche rispetto alle sollecitazioni che sono venute dalla Conferenza unificata. Non è un caso che quel decreto, che prevedeva importanti norme di semplificazione, abbia avuto il parere favorevole all'unanimità della Conferenza unificata, quindi di regioni, province e comuni. Seguendo quel primo sforzo e avendo oggi messo in campo con la revisione una serie di modifiche all'interno delle stesse misure – vorrei ricordare che dalla discussione generale sulla revisione, con la modifica di 11 dei 28 obiettivi, abbiamo estrapolato la quarta rata, che è stata approvata ed è in pagamento in questi giorni – abbiamo al tempo stesso messo in campo una revisione complessiva, che non è solo quella finanziaria degli oltre 21 miliardi che ha avuto un impatto anche mediatico maggiore, ma che ha visto anche 145 modifiche di obiettivi all'interno dei 285 iniziali, con un intervento specifico su tutte le rate dalla quinta alla decima. Quindi è necessario, mai come in questo momento, riprogrammare dal punto di vista normativo e rendere efficace questa attuazione. Così come è emerso nel confronto con tutti gli enti attuatori, c'è da tener presente la necessità di predisporre norme sul fronte della semplificazione e dell'accelerazione nel prossimo decreto-legge, che mi auguro che nel mese di gennaio possa venire alla luce, per individuare soluzioni proprio sul fronte della semplificazione e dell'accelerazione della spesa, per mettere a terra rapidamente gli interventi. Occorre però – e qui torniamo alle questioni di cui ci occupiamo nel rapporto con questa Commissione – evitare che le norme di semplificazione e di accelerazione possano non tenere conto delle esigenze sul fronte preventivo e anche, speriamo di no, sul fronte repressivo. Questa è anche l'occasione per dire all'onorevole Congedo che sicuramente il tema della prevenzione è uno degli elementi fondamentali. Il rafforzamento del ruolo del COLAF va in questa direzione, perché c'è un elemento importante sul fronte della prevenzione anche nello scambio di banche dati e di informazioni, un raccordo operativo che diventa un elemento fondamentale per rafforzare la parte preventiva e, se si rafforza la prevenzione, automaticamente si riduce il problema della repressione, perché l'obiettivo è proprio quello di evitare che questi interventi possano andare in quella direzione.
  Abbiamo una misura, lo dico all'onorevole La Salandra, che riguarda Borgo Mezzanone, ma anche altre aree della Campania sugli insediamenti abusivi, una misura molto articolata sulla quale ci sono difficoltà piuttosto complesse in sede di attuazione. Proprio nel decreto-legge che stiamo predisponendo l'obiettivo è di dare una risposta organica in grado di risolvere le problematiche emerse in fase attuativa. È un tema non facile perché, come lei e tutti coloro che conoscono quelle aree ben sanno, è difficile costruire soluzioni fisse e stabili, perché si tratta di lavoratori che seguono il flusso della stagione dei diversi prodotti. C'è quindi un periodo in cui c'è una maggiore presenza per un mese o due, poi, nello stesso territorio, dopo quei due mesi, non c'è più presenza per il periodo successivo dell'anno e quindi non è facile lavorare su questo problema. Il decreto di gennaio darà una risposta su questo punto, perché è un punto molto rilevante. L'obiettivo del Governo è realizzare questo tipo di intervento che rafforza il fronte dei lavoratori immigrati regolari, affinché si superino le attuali condizioni di contesti nei quali dal punto di vista della legalità la situazione è assolutamente fuori controllo, soprattutto nei periodi in cui c'è una grande mobilitazione di lavoratori collegata alla stagionalità, a cui ho fatto riferimento. Anche quello degli insediamenti abusivi sarà un tema che inevitabilmente dovrà essere affrontato.
  Per darci, e chiudo presidente, una tempistica sul lavoro da mettere in campo, a gennaio possiamo ipotizzare, alla luce del percorso che stiamo mettendo in campo, una seconda audizione dove avremo anche un'agenda dettagliata di queste questioni e delle proposte di merito che, come dicevo, andranno a rafforzare l'esistente e non a sovrapporsi, perché ritengo che non ci sia bisogno di moltiplicare gli strumenti, ma di rafforzare e raccordare quelli che ci sono, rendendoli molto più efficaci e soprattutto Pag. 16mettendo in campo un ulteriore sistema di comunicazione rafforzato, di scambio di notizie e di pratiche, perché questo rappresenta sicuramente l'elemento centrale per poter dare una risposta forte in tal senso. Grazie a voi per l'invito e mi auguro che ci sia la possibilità di poter proseguire questo nostro confronto

  PRESIDENTE. Grazie a lei ministro per la disponibilità a nome della Commissione. Sicuramente abbiamo l'interesse, magari con i suggerimenti che possono pervenire dal Comitato competente, a riaggiornarci e svolgere questo lavoro insieme. Le auguriamo buon lavoro e la ringraziamo ancora. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.

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ALLEGATO

Composizione dei Comitati istituiti
dalla Commissione nella seduta del 17 ottobre 2023.