XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 19 aprile 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO AMBIENTALE DEGLI INCENTIVI IN MATERIA EDILIZIA

Audizione di rappresentanti di Confartigianato e Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA).
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Gatto Barbara , Responsabile del Dipartimento Politiche Ambientali CNA ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Polimeni Daniela , membro del Dipartimento Affari legislativi e parlamentari di Confartigianato ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 6 
Simiani Marco (PD-IDP)  ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 6 
Gatto Barbara , Responsabile del Dipartimento Politiche Ambientali CNA ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti di Confartigianato e CNA ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 15.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Confartigianato e Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, dei rappresentanti Confartigianato e Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia.
  Sono presenti Daniela Polimeni, membro del Dipartimento Affari legislativi e parlamentari di Confartigianato e Barbara Gatto, Responsabile del Dipartimento Politiche Ambientali CNA, cui cedo la parola per lo svolgimento della relazione.

  BARBARA GATTO, Responsabile del Dipartimento Politiche Ambientali CNA. Grazie buongiorno. Ringraziamo la Commissione per questo momento di approfondimento. Come già detto, ci presentiamo a questa audizione in maniera unitaria, con un documento congiunto che vi abbiamo inviato stamattina.
  Il tema degli strumenti di incentivazione dedicati alla riqualificazione di edifici è certamente un tema di grande attualità – anche piuttosto caldo – alla luce delle vicende degli ultimi mesi. Noi ovviamente abbiamo cercato, sia nel documento che nell'intervento di oggi, di rimanere sul tema e di concentrarci sull'oggetto dell'audizione e quindi sull'impatto ambientale di questi benefici, anche inquadrando la tematica rispetto a quello che si sta muovendo a livello europeo in termini di politiche per la decarbonizzazione del parco immobiliare europeo, senza però ovviamente voler dimenticare che parallelamente c'è un dibattito tuttora aperto circa il futuro di questi incentivi anche rispetto ai provvedimenti adottati proprio poche settimane fa.
  Concentrandoci sul profilo ambientale di questi incentivi, nelle considerazioni che trovate nel documento ci siamo concentrati sui bonus più «vicini», più mirati ad avere dei risultati in ambito ambientale, quindi tipicamente superbonus, ecobonus ma anche sismabonus, senza però voler distogliere l'attenzione sull'impatto che complessivamente questi bonus – quindi incluso il bonus casa – hanno in termini di miglioramento della qualità delle nostre abitazioni. È un elemento che non è prettamente oggetto di questa audizione, che però abbiamo voluto richiamare nel nostro documento.
  Come dicevo ovviamente il tema va incentrato rispetto all'evoluzione delle strategie europee, ma anche alla luce della crisi energetica pesantissima che abbiamo vissuto in questo anno e mezzo, che ha reso ancor più urgente la necessità di intervenire per ridurre i consumi energetici delle nostre abitazioni, rispondendo anche agli obiettivi di contenimento dei consumi di gas.
  Il quadro di incentivazione attuale trova un po' le sue basi nei due documenti strategiciPag. 4 in materia di energia, che tuttora sono vigenti seppure dovranno essere, come sappiamo, aggiornati, che sono la Strategia energetica nazionale (SEN) e il PNIEC. Entrambi i documenti, infatti, ponevano il tema della riqualificazione degli immobili strategici in termini di misure più complessive di risparmio energetico ed entrambi i documenti strategici ponevano l'attenzione sulla necessità di dotarsi di un quadro di incentivazione necessario per sostenere gli investimenti degli utenti in questo settore. Quindi, sotto questo profilo, crediamo che questi obiettivi rimangano validi e che anzi dovrebbero essere ulteriormente potenziati alla luce del rafforzamento degli obiettivi di risparmio energetico (che sono intervenuti dopo la scrittura della SEN e del PNIEC). Sappiamo anche che, successivamente, la vera azione di rafforzamento di queste misure si è avuta poi con le misure emergenziali adottate durante la pandemia, poi confermate all'interno del PNRR, che hanno introdotto sia la percentuale eccezionale del 110 per cento che la possibilità di utilizzare le due opportunità dello sconto in fattura e della cessione del credito, che però sappiamo oggi hanno subito uno stop con il decreto-legge 11 del 2023, su cui, come ho già detto, non entro nel merito perché è oggetto di altri confronti tra Governo e parti sociali ed è stato oggetto di altre audizioni parlamentari. Quindi non richiamo posizioni che le nostre Confederazioni hanno già presentato in altre occasioni.
  L'unica considerazione che faccio è che questo drastico stop è avvenuto proprio nel momento in cui in Europa si discuteva la «direttiva casa», che, con tutte le mediazioni che poi si otterranno col trilogo, anche magari in termini di ridefinizione degli obiettivi e degli strumenti, fa certamente intravedere comunque un quadro che richiederà un continuo e maggiore impegno per la riqualificazione degli immobili.
  Ricordo soltanto, tra i contenuti della direttiva, che la stessa prevede la necessità di definire un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, con una tabella di marcia e obiettivi stabiliti, una rassegna delle politiche e delle misure necessarie per attuare questo piano anche in funzione del fabbisogno degli strumenti. Quindi la necessità di continuare a definire nelle politiche nazionali idonei strumenti finanziari e di supporto per la riqualificazione degli edifici è qualcosa che non possiamo abbandonare, considerando che dovremmo intervenire sul 70 per cento circa degli immobili nazionali.
  Venendo alle valutazioni sull'impatto degli incentivi, ovviamente trovate nel documento anche delle elaborazioni che le nostre Confederazioni hanno fatto sui dati ufficiali, quindi fondamentalmente ENEA, MEF in alcuni casi GSE e Censis. Ne richiamo soltanto alcuni: nei due anni di vigenza dei bonus rafforzati, diciamo così, introdotti durante la fase pandemica, noi abbiamo avuto una crescita degli investimenti di oltre 72 miliardi di euro, quindi un valore enorme di interventi che comunque hanno portato benefici in termini di qualificazione del nostro parco immobiliare. È chiaro che questo picco di crescita è stato trainato certamente dalla misura eccezionale del 110 per cento, è evidente, ma, andando a guardare i dati sui singoli interventi, anche i bonus minori, che sono rimasti nelle percentuali precedenti a questi interventi, hanno avuto un incremento significativo. Ciò vuol dire che il quadro complessivo che si era delineato dal 2020 in poi ha saputo in qualche modo trainare anche gli interventi che già precedentemente godevano di benefici importanti.
  In termini di impatto ambientale sicuramente il superbonus è l'incentivo che per sua natura è stato strutturato proprio per puntare a una riqualificazione energetica profonda: il salto di due classi era requisito di accesso all'incentivo e questa è stata una scelta fatta per colmare quella difficoltà che il vecchio ecobonus aveva rispetto alla sua capacità di intervenire sugli immobili complessivamente intesi a livello condominiale o comunque sugli edifici interamente considerati. Ma riteniamo che in questo quadro comunque l'ecobonus abbia mantenuto la sua valenza strategica in termini di capacità di trainare investimenti nelle singole unità immobiliari, nelle singole unità abitative, rispetto a quegli interventi che Pag. 5storicamente sono stati trainati dall'ecobonus – serramenti, riscaldamento, coibentazione – e che comunque rimangono interventi strategici rispetto alla necessità di migliorare le prestazioni energetiche dei nostri edifici.
  Qualche dato sui benefici ottenuti: nel periodo 2014-2021, quindi solo ecobonus escludendo il superbonus dai dati, noi abbiamo avuto circa oltre 11 mila gigawattora di risparmio annuo; a partire dal 2011, questo risparmio annuo si assesta per ogni anno su una media di oltre 15 mila gigawatt. Quindi l'ecobonus da solo comunque si conferma uno strumento di interesse.
  È chiaro che l'introduzione del superbonus ha sostanzialmente quasi fatto raddoppiare questi vantaggi, perché il superbonus da solo ha portato ulteriori 10.800 gigawatt di risparmio annuo.
  Quindi sostanzialmente la combinazione di questi incentivi, intesa complessivamente, ha portato risparmi energetici significativi.
  Una evidenziazione secondo me importante: lo stesso superbonus ha trainato 143 GWh anno di nuova potenza installata da FER, e cito questo dato perché sappiamo il ritardo che il Paese ha nel far crescere nuove installazioni da fonti rinnovabili e nel 2022 due impianti fotovoltaici su tre sono stati realizzati grazie all'accesso al superbonus. Quindi effettivamente sul fronte delle rinnovabili in ambito familiare – perché parliamo di incentivi destinati alle famiglie – il superbonus è stato uno strumento, una leva importantissima.
  Un altro elemento importante che secondo me va evidenziato – questa è un'informazione che si desume dall'ultimo rapporto dell'Enea – è che nell'ambito del parco immobiliare vetusto che richiamavo poc'anzi, in cui oltre il 70 per cento degli immobili sta nelle classi più basse – E, F e G – abbiamo visto negli ultimi 2 anni, grazie appunto alla combinazione di questi incentivi, un trend positivo di riduzione delle classi più basse. Quindi diciamo che la distribuzione degli attestati di prestazione energetica nelle varie classi vede uno spostamento verso le classi migliori grazie sia ai bonus, ma, bisogna dire, grazie anche agli obblighi cosiddetti di realizzazione di nuova edilizia (Near Zero Energy Building).
  Una considerazione a parte andrebbe fatta sul sismabonus, che è purtroppo di questi incentivi quello che forse è riuscito a espletare in misura minore le proprie potenzialità. Parliamo di un ambito importantissimo, quello della messa in sicurezza sismica degli immobili: qui il gap rimane forte e quindi riteniamo che sul fronte sismabonus i risultati raggiunti siano forse un po' al di sotto delle potenzialità e soprattutto delle necessità.
  Chiudo, non volendo togliere troppo tempo al dibattito, facendo una riflessione di prospettiva: al di là delle discussioni e del dibattito pubblico, sul costo di questi incentivi, sulla situazione gestita non sempre alla perfezione soprattutto dopo l'entrata in vigore del superbonus, i dati ci dicono che comunque questi bonus in qualche modo rimangono una leva necessaria per proseguire nel percorso di riduzione dei consumi energetici delle nostre abitazioni e più complessivamente di riqualificazione e di innalzamento della qualità dei nostri immobili.
  Per cui riteniamo – e speriamo di aver dato in questa occasione un contributo in tal senso – che sia questa la fase per rimettere mano complessivamente al sistema degli incentivi, in una logica di riordino, un riordino che in realtà è stato annunciato diverse volte negli ultimi anni, che però adesso ancora non vediamo; vediamo piuttosto interventi spot e spesso problematici e scoordinati. Un riordino che, lo avevamo già detto nei mesi scorsi come Confederazione, vediamo bene anche in una logica di rimodulazione delle percentuali incentivanti e in funzione di quelli che saranno gli obiettivi e lo sforzo che ciascun intervento dovrà portare in termini di riqualificazione del parco immobiliare. Tutto ciò, però, con l'obiettivo di avere un quadro stabile, certo, trasparente, non soggetto a continue modifiche e magari che sia in grado di anticipare quelli che saranno gli sforzi che dovremo raggiungere con la nuova direttiva quando sarà approvata.

  PRESIDENTE. La dottoressa Polimeni interviene oppure no?

Pag. 6

  DANIELA POLIMENI, membro del Dipartimento Affari legislativi e parlamentari di Confartigianato. No presidente, abbiamo una posizione unitaria.

  PRESIDENTE. Allora lascerei spazio al dibattito. Chiedo se vi sono deputati che intendono intervenire per formulare quesiti o osservazioni.

  MARCO SIMIANI. Grazie presidente. Intanto ringrazio del contributo. Le cose dette fanno parte già di alcuni dati che sono emersi in questa nostra discussione, ma soprattutto abbiamo capito anche dalle sue parole la bontà del percorso dei bonus edilizi in Italia. Tuttavia sappiamo benissimo i limiti che ci sono stati, le difficoltà temporali, le modifiche fatte nei vari decreti che hanno portato instabilità. Sappiamo benissimo che oggi l'aumento dei prezzi c'è stato per il fatto che fosse corto il periodo di intervento e se fosse stato lungo sarebbe stata assolutamente una musica diversa, sicuramente una scelta diversa, ma era un intervento spot che doveva essere così, con i suoi pregi e con i suoi difetti. Detto questo non dobbiamo più sbagliare.
  Le vostre associazioni sono la parte portante nell'ambito non solo delle economie che oggi girano intorno ai superbonus e alle ristrutturazioni e sono un numero importante di imprese, ma anche di dipendenti, perché comunque poi a quello si legano molte cose.
  Io volevo capire da lei tre aspetti: primo, se oggi serve una legge che qualifica effettivamente l'impresa artigiana, visto che oggi sappiamo benissimo che tutti si possono mettere a fare costruzioni di case e invece noi abbiamo bisogno di professionalizzare sempre di più il sistema delle imprese; secondo, se oggi serve, se lei lo ritiene opportuno, uno strumento che possa essere unico, dove confluiscono tutti gli incentivi attraverso un periodo lungo che si basa su quindici/vent'anni; terzo, se voi avete dei dati, che potrebbero servirci, sul numero delle aziende, visto che si parla di 180 mila cantieri che si dovranno aprire dopo «case green» – anche se secondo me sono sottostimati; volevo sapere se voi avete dei numeri più puntuali su questo aspetto, perché diventa importante capire cosa si può attivare anche in base al nuovo percorso che dovrà accompagnare «case green».

  PRESIDENTE. Do la parola alle nostre ospiti per la replica.

  BARBARA GATTO, Responsabile del Dipartimento Politiche Ambientali CNA. Grazie. Primo tema, non l'avevo citato ma mi dà l'occasione di parlare di un aspetto che è sicuramente strategico e all'attenzione delle nostre Confederazioni. La premessa è che la scelta della SOA che è stata fatta nei mesi scorsi non era stata a nostro avviso la scelta giusta, non è quello lo strumento che a nostro avviso è corretto per qualificare le imprese che vogliono operare nei bonus. Certo è che l'esigenza di qualificazione di chi opera in un settore così di prospettiva è un tema che va affrontato. Noi crediamo che il superbonus – ripeto con tutta la situazione complicata che c'è stata in questi mesi – ha contribuito in un certo senso a far crescere, qualificare e strutturare le imprese. Noi abbiamo visto imprese, e le nostre sono imprese micro e piccole – che per anni avevano lavorato da sole, con scarsa propensione a lavorare in rete con altri soggetti – costituire consorzi e dotarsi di strumenti di qualificazione già in maniera spontanea. Certo non possiamo affidarci soltanto ai comportamenti appunto spontanei, ma è corretto ragionare in una logica di qualificazione complessiva. Vanno differenziati i settori, pensiamo a tutto il settore dell'installazione impianti, che ha una normativa di settore soggetta all'applicazione di tutta una serie di requisiti stringentissimi e credo che è un settore già molto qualificato, diverso dal settore edile che invece ha un contesto totalmente diverso.
  Quindi anche la riflessione va tarata alla luce dei settori e delle relative caratteristiche. Noi abbiamo una base nelle direttive europee già esistenti e recepite da un decreto legislativo – mi pare sia il numero 49 del 2021 – che parla di qualificazione dei soggetti che devono operare nell'ambito degliPag. 7 incentivi. C'è una norma che doveva essere recepita con decreto ministeriale, che non è mai stata recepita e credo che dia l'occasione per sedersi a un tavolo con le istituzioni e le parti sociali rappresentative di quei settori per ragionare su quale possa essere un percorso di qualificazione, che effettivamente faccia crescere il settore, evitando quelle situazioni poco trasparenti che abbiamo visto e che nessuno nega ci siano state, senza però imporre vincoli, procedure e certificazioni che a nostro avviso non sono la risposta adatta.
  Strumento unico e stabile: sì, sono d'accordo, era un po' il senso della parte finale del mio intervento. Ripeto, noi crediamo che la logica del riordino, una sorta di testo unico degli incentivi per la riqualificazione degli edifici, può essere il percorso e la via da scegliere. Probabilmente le procedure andranno un po' tarate alla luce della complessità degli interventi, perché noi abbiamo visto col superbonus e con la cessione del credito anche un appesantimento delle procedure burocratiche, giustificato dalle percentuali alte e da ciò la necessità di controllare e di evitare quello che poi non si è riusciti ad evitare. Il tutto, con le dovute caratterizzazioni in funzione dell'ambiziosità dell'intervento e della complessità dell'intervento, racchiuso in un quadro unitario e stabile che possa dare certezza agli investimenti. Quindi, se ho colto la sua seconda domanda, la risposta è sì, siamo d'accordo con un'impostazione di questo tipo.
  Sui numeri, tutti noi stiamo un po' lavorando sulle analisi di prospettiva di quello che sarà l'impatto della «direttiva casa». Sappiamo che il quadro non è certo perché gli obiettivi saranno stabiliti sulla base di un nuovo criterio di definizione degli APE, degli attestati di prestazione energetica, quindi possiamo ragionare su ipotesi e stime. Magari proviamo a integrare il documento che vi abbiamo mandato con le stime e con quello che stiamo facendo.

  PRESIDENTE. Ringrazio le nostre ospiti per il loro contributo e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.50.

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