XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Mercoledì 18 ottobre 2023
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 3 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 14 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 14 
Milani Massimo (FDI)  ... 17 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 19 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 21 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 21 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 22

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che si trova a gestire un Dicastero che ha delle competenze molto legate all'attività della nostra Commissione. Devo dire che anche nelle prime visite esterne e nelle prime audizioni che abbiamo svolto il tema delle istituzioni scolastiche è stato sempre al centro delle richieste che provenivano dagli amministratori locali, dai cittadini, dalle associazioni, dalle parrocchie, e quindi è un tema particolarmente centrale nel nostro lavoro.
  Come le accennavo prima, sicuramente sarà importante creare in questi anni una sinergia con lei e con il suo Ministero, perché le tematiche sono tutte in grande evoluzione.
  Le comunico anche che nella giornata di lunedì 23 una delegazione della Commissione parlamentare d'inchiesta si recherà in missione a Napoli, Scampia e Caivano, e sicuramente anche in quell'occasione avremo modo di approfondire alcune tematiche legate a iniziative portate avanti dal suo Ministero già in questi mesi.Pag. 3
  Quindi l'invito che intanto le rivolgo, anche in prospettiva, è quello di avviare una collaborazione e interazione che può sicuramente essere proficua.
  Ministro, le do la parola.

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Caro presidente, gentili onorevoli, è con grande piacere che ho raccolto questo invito e ritengo anche che la proposta del presidente di avviare una collaborazione molto stretta fra il mio Dicastero e questa Commissione sia una proposta estremamente saggia e utile.
  Per quanto riguarda l'azione che caratterizza il Ministero dell'istruzione e del merito, io ho voluto imprimere subito la centralità del recupero e della lotta alla dispersione all'interno di una visione del Paese, che deve essere una visione unitaria.
  Sono ben note a tutti le condizioni di drammatica differenza per quanto riguarda gli esiti formativi fra i giovani che vivono soprattutto in determinate aree del Mezzogiorno d'Italia e i giovani che vivono in altre realtà più avvantaggiate del Paese. Questi divari sono divari formativi moralmente inaccettabili, divari che privano di futuro molte migliaia di nostri giovani, privano di un'adeguata formazione ma anche di adeguate prospettive lavorative.
  Allora se il messaggio deve essere quello di riunire l'Italia partendo dalla scuola, io credo che noi dobbiamo fare una riflessione a 360 gradi su quello che la scuola può fare proprio in relazione con quello che è l'oggetto sicurezza e degrado, quindi contrastare il degrado e favorire la sicurezza, e favorire più in generale la crescita di tutte le periferie d'Italia e in particolare delle aree del Mezzogiorno meno avvantaggiate.
  Sappiamo perfettamente che la povertà educativa è definita come la privazione della possibilità di apprendere, di sperimentare, di sviluppare capacità e talenti, di coltivare aspirazioni,Pag. 4 e tutto questo incide molto negativamente sulle opportunità di crescita educativa, fisica e socio-emozionale dei giovani. In altre parole è l'impossibilità di accedere a risorse cognitive e culturali per la promozione della propria libertà individuale.
  Si tratta, inoltre, di una condizione sociale fortemente correlata alla povertà economica e troppo spesso la ridotta disponibilità economica si traduce in una drastica riduzione delle occasioni educative proprio nel periodo della vita in cui l'educazione e la formazione giocano un ruolo essenziale nello sviluppo della persona.
  Divari sociali, economici e di opportunità sono causati da molteplici fattori, e non esistono solo i noti e macroscopici divari fra le diverse regioni del Paese ma anche quelli tra aree talvolta distanti poche centinaia di metri all'interno delle nostre città.
  Questo fenomeno impatta pesantemente sulle opportunità di inserimento lavorativo dei nostri giovani, favorendo fra l'altro il ben noto fenomeno dei neet, ovvero dei giovani che non lavorano e non cercano un'occupazione. Un fenomeno questo che vede l'Italia purtroppo in una posizione drammaticamente ai primi posti a livello europeo.
  Quanto appena detto rappresenta uno dei drammi più gravi che riguardano la nostra gioventù, ragazzi che non hanno la motivazione allo studio, rimanendo così più esposti al rischio di disoccupazione, di inattività, di povertà e talvolta anche rischiando di finire preda di organizzazioni criminali che operano sul territorio.
  Ecco, vorrei partire da qua per fare una serie di riflessioni insieme con voi.
  Sono stato in alcune aree di frontiera, in alcune aree considerate difficili. Sono stato a Caivano, e poi parleremo Pag. 5anche del progetto Caivano. Sono stato nella Locride. Sono stato banalmente anche in un quartiere di Ostia dove anche lì vi sono emergenze sociali significative importanti. Ho trovato però uno straordinario entusiasmo da parte dei giovani. Ho trovato persino uno straordinario entusiasmo da parte della popolazione.
  Quando io sono andato nella Locride era la prima volta che un Ministro dell'istruzione vi andava, e credo che sia stato uno dei pochissimi ministri nella storia della Repubblica a recarsi nella Locride, in generale e al di là dell'istruzione.
  Ho visto persone sui balconi, affacciati alle finestre che riprendevano con i telefonini, ho visto ragazzi festanti, ho visto veramente l'entusiasmo per il fatto che lo Stato per la prima volta era lì, era lì presente. Allora io credo che, ringraziando per lo straordinario lavoro che fanno le Forze dell'ordine, la Magistratura, noi dobbiamo essere consapevoli che se vogliamo recuperare certe parti d'Italia da un disagio sempre più forte non possiamo non puntare sulla scuola. La scuola ha una funzione fondamentale.
  Ed è da qui che nasce per esempio il progetto di Agenda sud. È la prima volta che si concepisce una proposta organica strategica specificamente concepita per le scuole del Mezzogiorno e in particolare per le scuole del Mezzogiorno che si trovano in aree di maggiore criticità oppure che hanno risultati formativi di particolare criticità.
  Innanzitutto diciamo subito che Agenda sud interviene su 2000 scuole elementari (scusate se uso ancora questo termine, ma è molto più semplice e più facilmente comprensibile da tutti) del Mezzogiorno che avranno a disposizione risorse per realizzare attività formative e di contrasto alla dispersione scolastica anche (ed è qui una delle novità importanti) oltre Pag. 6l'orario scolastico, perché l'obiettivo è di tenere aperte il più possibile le scuole e di tenere aperte le scuole al territorio.
  Poi c'è un intervento mirato che riguarda in particolare le scuole medie e le scuole superiori, secondarie di primo o di secondo grado per essere più precisi, un intervento che si struttura in dieci punti specifici e che ha come obiettivi alcune attività che poi vengono a innervare e a caratterizzare questi punti specifici.
  Cioè il contrasto alla dispersione e alla riduzione dei divari negli apprendimenti; il potenziamento delle competenze di base; la retribuzione delle ore aggiuntive svolte dal personale scolastico impegnato nell'attuazione di questi progetti (anche questo è un passaggio importante e molto significativo); le attività laboratoriali, l'investimento quindi nello sport, nel teatro, nella musica, nell'educazione alla cittadinanza, nell'educazione al rispetto; l'apertura delle scuole al territorio.
  Per fare tutto questo ovviamente servono innanzitutto dei finanziamenti. Abbiamo stanziato 265 milioni e 500 mila euro per essere precisi, sono fondi PNRR e fondi PON, poi vi aggiorno anche sul discorso dei fondi PON che sono particolarmente importanti pure quelli. Abbiamo sviluppato, in particolare per 245 scuole – e poi vi specificherò anche come sono state individuate – un piano per punti.
  L'idea è che studentesse e studenti devono essere al centro della scuola, io continuo a dire che la nostra è una scuola costituzionale, la scuola costituzionale è quella che mette al centro la persona, la persona studente, la scuola al servizio della persona, un po' come lo Stato al servizio del cittadino.
  Questo vuol dire sempre più puntare su un insegnamento personalizzato. L'applicazione ancora più estesa della riforma del docente tutor che abbiamo introdotto per gli ultimi tre anni delle scuole superiori in tutt'Italia, qua invece la estendiamo Pag. 7anche ai primi due anni e alle scuole medie. L'idea di partenza è che ogni giovane abbia delle abilità, delle potenzialità, dei talenti che vanno individuati, e la scuola ha il compito innanzitutto di individuare questi talenti e di valorizzarli. Per far sì che nessuno rimanga indietro e per dare anche l'opportunità di correre, la possibilità per quei ragazzi che hanno ritardi di recuperare ma anche per quei ragazzi che in classe si annoiano, e anche questo è un altro fenomeno importante da considerare, di poter accelerare. Quindi una formazione taylor made, sartoriale quasi, strutturata esattamente sulle potenzialità, sulle esigenze e sui talenti di ogni singolo ragazzo.
  Vi è poi anche una didattica innovativa, una didattica che abbia al centro il laboratorio, quindi tutta una serie di apprendimenti fortemente innovativi con il superamento di quell'idea della didattica frontale, delle lezioni frontali e l'introduzione di nuove metodologie didattiche. Da questo punto di vista ovviamente una formazione dedicata e specifica per quei docenti che operano in queste scuole. Noi andremo a formare specificamente i docenti che operano in queste scuole. Inoltre mettiamo a disposizione i nostri istituti formativi fondamentali, Indire e INVALSI, che andranno anche sul territorio per supportare concretamente questi docenti, per far sì che questi docenti possano essere anche assistiti e aiutati nello svolgimento di queste nuove modalità didattiche.
  Più docenti in queste scuole individuate, mediamente circa quattro docenti in più per ogni scuola. Solo a Caivano abbiamo portato 20 docenti per le quattro scuole, in questo caso non cinque quindi per scuola, per le quattro scuole onnicomprensive.
  Una scuola aperta tutto il giorno, non necessariamente per fare didattica ma anche per fare attività che possono essere di recupero da una parte, di potenziamento dall'altra parte oppurePag. 8 attività ludiche e sportive appunto come dicevamo prima, quelle attività che servono anche a tenere insieme i ragazzi.
  Riteniamo che sia fondamentale anche il coinvolgimento delle famiglie, dialogare con le famiglie. In queste mie missioni nella Locride, a Caivano e in altre realtà io ho trovato la voglia delle famiglie di partecipare e noi dobbiamo ricostruire questa alleanza soprattutto in quelle realtà più delicate e più difficili.
  Un altro aspetto è la promozione del tempo pieno. Quindi oltre alla scuola aperta tutto il giorno vi è anche la promozione del tempo pieno, quindi di una didattica prolungata.
  L'utilizzo dello sport come grande strumento per coinvolgere i giovani e per diffondere anche valori che riteniamo siano particolarmente importanti.
  Ma accanto a questo abbiamo previsto lo stanziamento di 25 milioni di euro nel Decreto Caivano, poi parleremo anche più specificamente il Decreto Caivano che ovviamente non si riferisce soltanto a Caivano, perché la prima emergenza è quella di portare i ragazzi a scuola.
  I tassi di dispersione in certe realtà del nostro Paese sono talmente elevati che stanno a testimoniare come la missione più importante e più delicata sia quella di portare i ragazzi a scuola. Allora azioni di recupero sociale e anche di sostegno psicologico, proprio per far sì che i ragazzi vadano a scuola.
  Vedete, io sono rimasto molto impressionato quando ho sentito la storia di alcune docenti, una è nel quartiere Zen e un'altra è una storia personale che mi ha raccontato una docente di Caivano, che andavano casa per casa a convincere le famiglie a mandare i ragazzi a scuola, a portarli a scuola. Allora ho detto non può essere tutto questo abbandonato al volontariato del singolo docente, dobbiamo strutturarlo investendo delle risorse, investendo su un sostegno sociale, su un sostegno psicologico, coinvolgendo le famiglie. Questo è il primo passaggio,Pag. 9 poi ovviamente ci vuole tutto il potenziamento dell'attività didattica.
  Ma ci vuole anche una visione nuova di scuola, cioè di una scuola che sia il motore, il centro moltiplicatore dello sviluppo del territorio.
  La scuola che noi vogliamo costruire è una scuola su cui poi, come vedrete, cerchiamo anche di investire le risorse, risorse non soltanto PNRR ma anche risorse nostre ministeriali che abbiamo individuato. La scuola deve saper essere un centro che moltiplica lo sviluppo dell'intero territorio, ecco perché la scuola aperta, ecco perché la scuola che sa coinvolgere i cittadini.
  Proprio a Caivano ho visto una testimonianza molto bella di un liceo scientifico, tra l'altro un bel liceo scientifico, che non è una scuola tra virgolette problematica. Un liceo scientifico che in questo bellissimo chiostro, tra l'altro con un pozzo meraviglioso ricostruito con ceramica originale, meraviglioso, stupendo, con i fiori, curato benissimo. Bene, i ragazzi mi hanno raccontato che di pomeriggio la sera si raccolgono per commentare, studiare, ma neanche, non è uno studio, per commentare e leggere dei brani classici. Allora gli ho detto: ragazzi, ma voi dovete coinvolgere anche la gente del vostro quartiere, portate qui anche degli adulti, discutete, dialogate e commentate insieme con loro questa bellezza.
  Ecco perché io ritengo che la scuola sia veramente lo strumento più importante per recuperare e rilanciare. Allora veniamo poi a una serie di altre iniziative.
  Per esempio nel Decreto Caivano abbiamo stanziato 12 milioni di euro per l'incremento del personale ATA, abbiamo bisogno di personale ATA anche per tenere aperte le scuole.
  Per il potenziamento dell'organico dei docenti per tutte le scuole pilota 13 milioni e 300 mila euro, altri 13 milioni e 300 Pag. 10mila euro oltre ai 12 milioni per il personale ATA per il Piano Agenda sud.
  25 milioni, come già anticipavo, per queste azioni di supporto sociale e psicologico per far venire i ragazzi a scuola.
  Sono previsti incentivi economici per 6 milioni di euro per far sì che i docenti rimangano in queste scuole di queste aree più complicate. Perché noi abbiamo un altro dramma, quello della fuga dalle aree più difficili, nessuno vuole andare a insegnare. Io ammiro e apprezzo quei docenti che sino ad oggi hanno svolto eroicamente le loro funzioni e il loro servizio in aree difficili del nostro Paese. Noi dobbiamo incentivarli, e dobbiamo incentivarli con risorse e anche con punteggio aggiuntivo. Vai in certe aree di frontiera e avrai un punteggio aggiuntivo.
  Su Caivano noi abbiamo assegnato un milione e 600 mila euro, abbiamo portato 20 docenti in più per le quattro scuole coinvolte da questo progetto. Soprattutto abbiamo discusso con le scuole, perché tutto questo deve avvenire nel dialogo con le scuole, che progetti loro volevano che noi supportassimo. E, per la prima volta che si fa in Italia, abbiamo un protocollo sottoscritto da cinque scuole di Caivano e dal Ministero per la realizzazione di tutta una serie di progetti con scambi di risorse umane e didattiche. Una cosa molto bella.
  Nella scuola frequentata da quelle due ragazzine di Parco Verde che sono state drammaticamente oggetto di quel terribile caso di abuso, noi abbiamo portato per i cento ragazzi di questa scuola 100 tablet, 100 zainetti con dentro libri, astucci, quaderni, abbiamo portato anche altro per i docenti, ma questo è stato accolto con un entusiasmo indicibile da questi ragazzini.
  Poi in altre scuole abbiamo elaborato per esempio un piano per il sostegno alla disabilità, in altre scuole per la valorizzazione di attività di educazione musicale che vedono in quelle Pag. 11scuole delle eccellenze e via dicendo. Insomma, un protocollo unitario che poi si è dipanato in tanti singoli protocolli, in tante azioni specifiche, concordate con le scuole.
  È evidente che tutto questo richiede un'attenzione a 360 gradi. Allora io devo fare i complimenti anche al personale del mio Ministero, che nell'interlocuzione con la Commissione europea è riuscita a ottenere per i finanziamenti PON un miliardo di euro in più rispetto al precedente Piano. Potenzieremo ulteriormente gli interventi per Agenda sud, l'idea è anche quella di intervenire in quelle periferie delle grandi città del centro nord, dove anche qua si iniziano ad avvertire situazioni di degrado e di emarginazione.
  Tutto questo poi si va ad aggiungere al miliardo di euro che il PNRR stanzia per la dispersione scolastica, parte di queste risorse noi le utilizziamo proprio per questi interventi.
  Si va anche ad aggiungere a quegli interventi che noi abbiamo grazie ai fondi PNRR, 600 milioni di euro per la formazione sulle materie STEM, anche qui un altro settore di criticità soprattutto in certe realtà del nostro Paese.
  Anche qui ho visto in alcune realtà del sud delle aule meravigliose grazie proprio a questi interventi.
  Relativamente al piano per l'edilizia scolastica, ai 3 miliardi e 900 milioni di euro destinati dal PNRR noi abbiamo aggiunto, con fondi ministeriali trovati nelle pieghe del bilancio, un altro miliardo e 200 milioni di euro. Quindi complessivamente più di 5 miliardi per l'edilizia scolastica, che avrà anche qui una particolare attenzione in quei comuni e in quelle realtà di particolare disagio. Posso citare anche il piano mense e il piano per le palestre, con il PNRR sono stati investiti 400 milioni sulle mense e 300 milioni sulle palestre, e a dicembre abbiamo aggiunto 280 milioni di fondi a questo stanziamento PNRR, con una particolare attenzione per le scuole situate nelle aree del Pag. 12Mezzogiorno che sono del tutto prive di infrastrutture sportive o di mense. La mensa è importante, perché favorisce il tempo pieno, favorisce la permanenza nella scuola, e se non c'è la mensa il bambino torna a casa.
  Questo è un altro aspetto credo molto significativo e molto importante che noi abbiamo voluto sviluppare, proprio nella consapevolezza che puntando sulla scuola noi possiamo recuperare determinate realtà.
  Poi, certamente, ci vuole anche un minimo di coazione nei confronti di quei genitori che non mandano i figli a scuola e magari preferiscono mandarli a lavorare in nero o a svolgere attività illecite. In tal senso, sapete che il Decreto Caivano ha introdotto una sanzione sino a due anni di reclusione per quei genitori che disattendono radicalmente l'obbligo scolastico per i propri figli. Qui abbiamo modulato in modo che ci sia l'avvertimento preventivo da parte di istituzioni scolastiche, quindi il fatto che la scuola faccia innanzitutto prima una pressione, una moral suasion tra virgolette, sui genitori perché mandino, perché iscrivano, perché tengano i figli a scuola, poi laddove invece si preferisce deprivarli del loro futuro allora credo che sia giusto anche intervenire con altre sanzioni.
  Vi è poi anche il discorso del contrasto al bullismo e al cyber bullismo, un altro tema che mi sta molto a cuore, perché il contrasto al degrado e il favor verso la sicurezza si realizza anche facendo sì che nelle scuole si riaffermi la cultura del rispetto, rispetto verso tutti.
  Oggi l'ho detto anche in un'intervista radiofonica, io credo che noi dobbiamo ripristinare la cultura del rispetto verso chiunque. Noi non possiamo accettare che nelle nostre scuole possano in qualche modo rievocare ed echeggiare istinti di tipo razzista, di tipo antisemita, di tipo discriminatorio nei confronti di chiunque.Pag. 13
  Questa è quindi la scuola che mette al centro la persona, una scuola che sappia valorizzare la bellezza della persona, dello studente. Io lo dico sempre, e incontrando questi ragazzi trovo molto frequentemente delle persone veramente stupende e meravigliose.
  Dobbiamo anche sfatare un pregiudizio e un luogo comune. È vero, ci sono i bulli, è vero che è un fenomeno in aumento, è vero c'è il cyber bullismo. Ma la stragrande maggioranza dei nostri giovani non sono né bulli né ragazzi che compiono atti su internet deplorevoli, sono ragazzi che hanno soltanto voglia di essere considerati, di essere valorizzati.
  Chiudo questo mio intervento partendo da un'esperienza che mi ha toccato molto. Sono stato in alcune scuole di formazione professionale, c'erano ragazzi che erano stati bocciati più volte, e va bene. Ma c'erano soprattutto ragazzi che avevano avuto problemi con la Giustizia, ben al di là del bullismo: rapine, spaccio di droga, furti, lesioni gravi. Questi ragazzi attraverso la scuola si sentivano riscattati, si sentivano motivati, avevano saputo accendere quella fiammella che c'è in ogni giovane e che attende soltanto di essere accesa.
  E voglio quindi aggiungere un ulteriore elemento in tema di riforma dell'istruzione tecnico-professionale. Un percorso formativo che sappia valorizzare le potenzialità, le abilità, i talenti di ogni giovane è il miglior antidoto nei confronti del bullismo. Perché anche quei ragazzi che hanno comportamenti come dicevamo prima riprovevoli, se li si sa motivare, se si sa capire quali sono le loro potenzialità, i loro sogni, le loro aspirazioni e se la scuola sa dare una risposta vera e concreta a questi sogni e a queste aspirazioni anche quelli saranno sicuramente recuperati e per loro la scuola sarà un momento di riscatto.
  Io credo che con queste mie riflessioni si possa concludere questa mia relazione, e sono nella completa disponibilità a far Pag. 14sì che interlocuzioni di questo tipo proseguano e si accentuino come dicevamo all'inizio, perché credo fortemente nella collaborazione fra questa Commissione e il lavoro che il mio Ministero sta svolgendo.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro per la sua relazione, che tra l'altro ci ha dato tutta una serie di spunti che potremo approfondire nel corso dei nostri lavori. Tra l'altro ci ha dato anche alcuni input che potremo già approfondire e verificare nel corso della nostra missione della prossima settimana.
  Do ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

  PASQUALINO PENZA. Grazie presidente. Signor Ministro, io sono un cittadino di Caivano, perché ci sono nato risiedo ancora oggi lì. Sono contento che le sia piaciuta la nostra scuola, il nostro liceo. Quello è un liceo che, se avremo modo di passarci, era un vecchio monastero che poi è stato convertito in scuola. Mi dispiace che non ha potuto vedere il castello comunale di Caivano.
  Io sono stato anche amministratore locale, e dato che nel castello ci sta già la biblioteca comunale molto attrezzata e con una dirigente capace di gestire in modo eccellente la biblioteca comunale, all'Amministrazione avevo proposto di istituire all'interno anche un polo universitario.
  So che sono state avanzate alcune ipotesi, e a me piacerebbe che diventasse un polo universitario perché l'università, come le altre scuole, andrebbe a completare un ciclo che i ragazzi potrebbero poi ovviamente fare.
  Vede, Caivano ha una problematica grossa oltre a quella della criminalità, che poi è una conseguenza non è l'input, cioè quindi non è l'inizio ma la conseguenza, ovvero quello che a Caivano sostanzialmente non c'è nulla come movida, come vita. Allora l'università potrebbe creare già una prima affluenza di Pag. 15ragazzi che vengono anche da fuori e incominciano a frequentare Caivano. Chi ha frequentato l'università sa che un pochettino le scuole diventano anche un po' casa propria, quindi uno è legato anche lì dove ha studiato; io ho studiato a Caserta e quindi sono legato a Caserta in modo molto profondo.
  Peraltro il castello si trova proprio al centro di Caivano, e di fronte ci sta una bellissima piazza perché comunque Caivano storicamente ha tanto da raccontare.
  Circa la problematica del Parco Verde e le scuole, io l'altro giorno dal prefetto facevo un'analisi che potrebbe servire un pochettino a tutti per capire un po' come è fatta anche la realtà caivanese.
  Caivano ha un quartiere che si chiama Parco Verde, quindi Parco Verde fa parte di Caivano, questo è un dato oggettivo. Io noto, e ho visto e constatiamo sempre, che ho un accento diverso rispetto ai ragazzi e a chi vive nel Parco Verde. E questo perché chi nasce nel Parco Verde rimane nel Parco Verde, vive nel Parco Verde, lavora nel Parco Verde – per quello che può essere chiamato lavoro se è illegale – e va a dormire di nuovo nel Parco Verde. Quindi non esce da quei quartieri e conserva l'accento che è diverso dal nostro, perché quelle sono abitazioni che sono state poi abitate da ex sfollati di Napoli, quindi persone che hanno un accento già di natura diverso dal nostro. Dagli anni Ottanta ad oggi si sarebbe dovuto però perdere con le nuove generazioni, e invece loro lo conservano perché effettivamente ci sono dei ragazzi che crescono dentro là e rimangono dentro là. Non può essere che ci sono ancora oggi persone che io, essendo stato anche amministratore locale, non ho mai visto per Caivano, perché rimangono solo in quei quartieri.
  Il messaggio è che bisogna cercare di indirizzare un tipo di politica che serva a convincere o a costringere i ragazzi anche a uscire fuori da quei quartieri, perché soltanto uscendo fuori Pag. 16si vede che esiste un'altra realtà. Purtroppo è un diaframma sottile che ci separa, ma bisogna bucarlo e spetta alla politica questo arduo compito.
  Noi della politica dobbiamo capire che per dare la possibilità ai ragazzi dei quartieri più degradati, ma non soltanto quelli di Caivano perché di Caivano in Italia ce ne sono tantissime, in Campania forse c'è il non plus ultra, data l'edilizia degli anni Ottanta che abbiamo condannato dal primo momento perché ovviamente abbiamo capito che con gli anni si sono trasformati in ghetto.
  Le scuole a Caivano poi possono essere anche un elemento formativo unitamente alla zona industriale. Caivano ha una zona industriale che tra le più grandi se non la più grande del sud d'Italia. Nella zona industriale, se prendiamo una fabbrica di 200 persone, sa quanti caivanesi ci lavorano? Due. È un esempio. Questo perché magari la formazione a Caivano non viene fatta per quelle attività che stanno nella zona industriale.
  Allora da noi vengono a lavorare quelli da Acerra, perché magari studiano in scuole che formano professionalità che servono alla zona industriale, mentre i nostri magari vanno altrove, se vanno. Quindi questo è un altro elemento che la prego di tenere in considerazione.
  Per quanto riguarda poi il Decreto Caivano, è interessante vedere che per convincere le famiglie a collaborare per inviare i figli a scuola, l'unico modo per ottenere questo risultato è l'ipotesi di una sanzione.
  In altri Stati ci sta invece l'incentivo e non la sanzione, quindi convertire la sanzione in incentivo per chi manda i ragazzi a scuola. Questo avviene nei Paesi del nord Europa, parliamo del Belgio per esempio. Le famiglie vengono incentivate con l'invio dei ragazzi a scuola anche con delle somme.Pag. 17
  È chiaro che una famiglia per mandare un figlio a scuola ci deve mettere 400 euro per i libri, magari il ragazzo non ha nemmeno voglia di studiare, e allora però la famiglia dice tu non vuoi studiare, io devo spendere 400 euro per i libri, come devo uscirmene da questa situazione.
  Quindi diciamo può anche essere accolta da un certo punto di vista la sanzione in mora ai genitori, però poi noi come amministratori riusciamo ad andare incontro alle esigenze anche di questa famiglia? Abbiamo famiglie che non lavorano, e per studiare c'è bisogno di soldi per comprare i libri ai figli, però se i figli non vanno a scuola perché non ci hanno voglia o comunque non riescono a convincerli ad andare a scuola, noi gli diamo la promessa di una sanzione se non li mandano.
  Poi dopo rischiamo ovviamente anche di avere una sorta di ritorsione da parte di queste famiglie, e quindi a quel punto direi che forse è anche giusto, perché per mandare mio figlio a scuola oltre a non avere un lavoro ho 400 euro di libri che devo comprare in un anno, e magari se i figli sono tre sono mille e duecento euro, e in tutto ciò se mio figlio già non ha voglia di andarci io devo combattere perché sennò vado a fare due anni di reclusione.
  Io non so se questo sia un indirizzo giusto, e dall'altra parte dobbiamo mettere prima in condizioni il genitore forse di non avere alibi. Ma per non avere alibi dobbiamo creare prima le condizioni adatte, e una volta create le condizioni adatte ben vengano le eventuali sanzioni. Però dobbiamo prima rendere questa strada percorribile a tutte le famiglie, non dico solo di Caivano perché parliamo in senso generale, quindi dell'Italia. È stato molto interessante quello che ha detto il Ministro, e lo ringrazio.

  MASSIMO MILANI. Grazie presidente, e grazie al Ministro Valditara, per essere venuto qui a riferire in Commissione.Pag. 18
  Io volevo mettere in luce soprattutto due aspetti che lei ha citato. Il primo è il piano delle mense scolastiche di cui devo dire che dobbiamo veramente andare orgogliosi, perché far percepire alle famiglie e consentire che le scuole siano quante più possibile un luogo di aggregazione e non solo d'apprendimento durante la mattina, che ovviamente tale è e tale rimarrà, è un fatto fondamentale.
  È ovvio che questo è un Piano di livello nazionale e riguarda tutti gli ambiti, però nelle periferie far sì che questi bambini possano mangiare in mense scolastiche con dei menu studiati appositamente per quella fascia di età significa che la scuola va a sostituirsi attraverso il Piano mense anche in questa importante attività che è anche l'educazione alimentare dei nostri figli.
  Il secondo aspetto che volevo mettere in luce e che vedo positivamente, e invito a dare maggiore slancio a questo, è appunto la premialità per i docenti che scelgono le cosiddette sedi disagiate. Questo è importante, perché se noi vogliamo invertire la rotta di alcuni quartieri e di alcune situazioni come quella – che il collega Penza ci ha qui rappresentato – di Caivano, per invertire la rotta i cittadini devono capire che lo Stato gli è amico, gli è vicino, con tutti gli strumenti che può. È chiaro che un Ministro non può conoscere la singola situazione, il singolo istituto e le sue problematiche, ma deve favorire il fatto che ci siano persone che non siano penalizzate, ma al contrario vengono promosse e premiate nelle modalità che voi come Ministero vorrete decidere di attuare. Quindi si deve far capire che scegliere delle situazioni difficili non è un demerito per sé e per la propria carriera ma al contrario è un merito, e va giustamente incentivato perché lo Stato favorisce gli insegnanti che scelgono di dare una mano alla nostra società e a tutta la collettività.

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  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Ringrazio l'onorevole Penza e l'onorevole Milani.
  Considerare le scuole come momento di crescita del territorio è uno dei passaggi centrali, che poi è in fondo anche quello che diceva lei. Le azioni di sostegno sociale e psicologico vuol dire proprio venire incontro alle necessità delle famiglie. Ma anche il sostegno psicologico per far sì che ci sia la consapevolezza e l'educazione alla scuola. Per rendere poi attrattiva la scuola, non soltanto bisogna convincere le famiglie a mandare il ragazzo a scuola ma anche far sì che il ragazzo ci vada volentieri a scuola. Allora deve esservi tutta una serie di attività, di azioni che non rendano un incubo pesante il frequentare la scuola provenendo da determinate realtà che certamente non favoriscono una concezione positiva della scuola.
  Vi è poi il tema di docenti praticamente formati e didattiche fortemente innovative, perché sappiamo perfettamente che docenti e didattiche sanno tenere a scuola il ragazzo, altrimenti l'altra forma di dispersione è che il ragazzo non solo non vada a scuola ma se ne vada da scuola, non frequenti più. Serve l'incentivo sociale, dopo l'assistenza psicologica, dopo la didattica, dopo che la scuola vuole essere un luogo bello e attraente anche per chi magari ha un pregiudizio contro la scuola. Perché chi viene da certe aree e certi contesti, come anche lei diceva giustamente, ha un pregiudizio verso la scuola, quindi bisogna renderla attrattiva. Dopo che si è investito su tutto questo però poi ci vuole anche la sanzione.
  Mi ha colpito molto quello che l'onorevole Penza diceva del diverso dialetto, in quanto uno dei temi che noi abbiamo affrontato è proprio il mandare i ragazzi fuori contesto. Quei 25 milioni serviranno quindi anche per favorire viaggi studio, per favorire presenza in altre realtà in Italia e magari anche all'estero, per venire a contatto con realtà particolarmente Pag. 20positive e stimolanti, anche realtà sociali diverse. Questo è uno dei temi che ritengo centrali, molto significativi, per favorire anche l'evoluzione della mentalità cui si faceva riferimento.
  Sullo sviluppo del territorio, noi investiamo, insieme col Ministero dello sviluppo economico e il made in Italy, anche in un progetto che vuole mettere in collegamento le imprese con gli Istituti superiori, per far sì che tutto questo sia anche un'occasione di insediamento produttivo. Perché io sono fermamente convinto, ho dimenticato il decimo punto di Agenda sud, circa l'idea di far sì che la scuola possa, d'intesa con le forze produttive e con le realtà del territorio, assecondare lo sviluppo.
  So che su questo non ci troveremo d'accordo, ma io invece ritengo che sia stato molto positivo aver trovato le risorse per finanziare il Ponte sullo Stretto. Faccio questo esempio perché il Ponte sullo Stretto richiederà delle maestranze, ma richiederà soprattutto le gestioni di servizi anche successivamente e una volta realizzato, che richiedono delle competenze che oggi non ci sono, e che oggi il sistema scolastico non è in grado di fornire.
  Ma cito un esempio che forse le piacerà di più. Cosenza, Arcavacata, ha uno straordinario dipartimento di informatica che però non è supportato da una presenza sul territorio di scuola e istruzione tecnico-professionale di avanguardia, che possa costruire una filiera in modo da far sì che ci siano insediamenti produttivi, per cui quei brevetti divengano delle potenzialità enormi per lo sviluppo del territorio.
  Ecco che cosa vuol dire, il decimo punto di Agenda sud è proprio questo: individuare d'intesa con le regioni e con gli enti locali quegli insediamenti formativi di istruzione tecnico-professionale in particolare, che possano far esplodere lo sviluppo del territorio, di intesa con gli insediamenti imprenditoriali.Pag. 21
  Sull'educazione alimentare, noi abbiamo fatto un'intesa con Coldiretti, ed è un tema che sta molto a cuore a questo Governo. Abbiamo fatto quella convenzione fra l'altro puntando proprio sul discorso delle mense, affinché ci sia l'alimentazione chilometro zero, la valorizzazione dei prodotti del territorio, ma anche la valorizzazione dei prodotti buoni. Le famiglie si devono fidare, e anche qui l'investimento non è soltanto per le mense, ma anche per mense di qualità.
  In questo clima di fiducia io credo quindi che noi possiamo far sì che le nostre scuole possano sempre più essere un luogo di crescita collettiva sociale, di coinvolgimento, e di fiducia delle famiglie appunto.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Vorrei chiederle solo qualche notizia in più su Agenda sud. Lei ci ha parlato del fatto che saranno coinvolte 2000 scuole elementari, volevo sapere se c'è già una serie di step che sono stati individuati e anche magari qualcosa sulla tempistica.
  Poi mi ha anticipato il collega Milani sul discorso del Piano mense, lei ha parlato di Piano mense e palestre, che pur essendo due ambiti diversi sono però collegati da una finalità in parte simile. Quindi se su questo, anche oggi se vuole, ci può dare qualche elemento in più perché credo possa essere interessante.

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Agenda sud parte subito, ovviamente con i tempi tecnici, ma a Caivano ho già firmato il Decreto per portare i venti docenti in più, e abbiamo già firmato il protocollo. Per esempio la direttrice dell'ufficio scolastico regionale della Calabria ha già costituito un tavolo con tutte le forze produttive proprio per individuare quelle localizzazioni anche formative che siano più coerenti con le potenzialità di sviluppo del territorio. Indire e INVALSI stanno già apprestando dei moduli formativi da metterePag. 22 a disposizione dei docenti. Quindi sta già partendo, ovviamente poi con i tempi tecnici per tutte le realizzazioni.
  Abbiamo 265 milioni e mezzo per Agenda sud, a cui si aggiungono le risorse del Decreto Caivano, quindi sono circa complessivamente 325 milioni di euro.
  Per quanto riguarda il discorso degli investimenti, ho fatto prima cenno a quanto abbiamo investito di fondi PNRR e anche di fondi nostri ministeriali, su palestre e mense.
  Noi abbiamo già anche il dettaglio, sia per quanto riguarda Agenda sud, delle singole scuole interessate, che non sono state selezionate discrezionalmente dal Ministero ma sono state selezionate da INVALSI sulla base di alcuni indicatori costruiti da questo istituto di ricerca e di supporto al Ministero. Tra questi indicatori, per esempio, la fragilità del territorio, l'indice di dispersione e di abbandono scolastico, di insuccesso formativo, insomma ci sono cinque o sei indicatori che loro hanno costruito e sulla base di questo hanno stilato l'elenco di quelle realtà scolastiche più a rischio dispersione e quindi partiamo da queste.
  Per quanto riguarda l'elenco dei singoli interventi, oltre alle risorse per mense e palestre che vi ho già evidenziato, sottolineando quanto noi (285 milioni di euro) abbiamo aggiunto rispetto ai Fondi PNRR, se vuole posso farle avere, presidente, il dettaglio delle scuole interessate dall'Agenda sud.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Se non ci sono altri colleghi che vogliono intervenire, ringrazio tutti i parlamentari presenti e i parlamentari collegati da remoto, ma ringrazio soprattutto il Ministro.
  Noi prendiamo per buono l'impegno che lei ha confermato di poter interagire, perché è chiaro che le tematiche che lei tratta quotidianamente sono molto legate all'attività di questa Commissione. Tra l'altro già lunedì avremo modo di verificare Pag. 23sul campo alcune situazioni. Credo che sia stata un'audizione per noi molto interessante, che ci fornisce degli spunti molto utili per il nostro lavoro.
  Quindi la ringraziamo Ministro e le diamo appuntamento a presto.

  La seduta termina alle 15.10.