XIX Legislatura

Commissioni Riunite (XI e XII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 18 gennaio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, sulle linee programmatiche del suo dicastero (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Calderone Marina Elvira , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 11 
D'Alessio Antonio (A-IV-RE)  ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XI COMMISSIONE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, sulle linee programmatiche del suo dicastero.

  PRESIDENTE. Avverto che i deputati possono partecipare in videoconferenza alla seduta odierna, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, il seguito dell'audizione sulle linee programmatiche del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.
  Ringrazio il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, per la presenza, non scontata, anche per la rapidità con cui interviene ancora in Commissione.
  Saluto il Presidente della XII Commissione.
  Ricordo che nella seduta del 20 dicembre 2022 il Ministro ha svolto la relazione e che sono intervenuti i deputati per formulare quesiti ed osservazioni.
  Cedo quindi la parola al Ministro per il suo intervento di replica. Prego Ministro.

  MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signori presidenti, onorevoli deputati, vi ringrazio per avermi nuovamente accolto nelle vostre Commissioni.
  Eravamo rimasti in sospeso con le mie repliche nel corso dell'audizione del 20 di dicembre. Insieme ai miei uffici, abbiamo cercato di prendere nota di tutte quelle che sono state le richieste e di formularvi delle risposte. Proprio per questo motivo mi consentirete di leggervi quelle che sono le mie risposte alle domande che sono state poste.
  Affronterò i diversi argomenti di interesse in un ordine che non è esattamente corrispondente a quello in cui sono stati formulati gli interventi, perché mi sembra che comunque su alcuni argomenti ci siano degli interessi trasversali sulle linee di attività del Ministero del lavoro e delle politiche sociali; quindi cercherò di trattare in questo caso unitariamente alcune questioni.
  Innanzitutto, vorrei soffermarmi sul tema delle pensioni, che hanno sollevato alcuni di voi, in particolare sul campo degli interventi che si sono potuti compiere nell'ambito della legge di bilancio per il 2023, che è stata approvata recentemente.
  In estrema sintesi, conoscete bene gli interventi che sono stati fatti, però credo sia importante in questa mia replica richiamarli. Siamo intervenuti sulla pensione anticipata flessibile (cosiddetta Quota 103); abbiamo riconfermato la normativa relativa all'APE sociale, quindi all'anticipo pensionistico per coloro i quali rientrano nelle caratteristiche dei percettori dell'APE sociale.
  Poi abbiamo rivisto il meccanismo di indicizzazione delle pensioni per gli anni 2023 e 2024, indicando un intervento che Pag. 4ci serviva per tutelare i più bisognosi e prevedendo una rivalutazione del 120 per cento del trattamento minimo e dell'85 per cento per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo.
  Poi è stato introdotto, per il 2023, l'innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per gli ultrasessantacinquenni.
  È stato esteso fino al 2023 l'istituto noto come «opzione donna», su cui si è tanto discusso.
  Per rispondere al quesito che aveva posto l'onorevole Barzotti, posso affermare che con lo strumento della legge di bilancio non è stato possibile intervenire sull'istituto in relazione anche a quelle che erano le coperture. Però io avevo preso uno specifico impegno, che era quello di tornarci in un contesto più complessivo, che è quello che noi vogliamo invece consegnare nell'ambito di un progetto di riforma delle pensioni che parte ufficialmente domani con il tavolo che è stato convocato. Ho già dichiarato che è uno degli obiettivi del mio Ministero e del Governo, nel senso che vogliamo comunque arrivare a definizione di un percorso di riforma che, come abbiamo detto, come ha detto anche il Presidente Meloni, scongiuri il rischio di dover nuovamente intervenire con degli interventi di natura annuale nella prossima legge di bilancio.
  Quindi su questo chiedo alle Commissioni di lasciare aperto questo canale di dialogo e quindi di consentirmi di venire anche a relazionarvi nel corso del tempo su quelli che saranno gli effetti e le riflessioni di questo tavolo che si apre domani.
  Colgo l'occasione anche per segnalarvi che sul fronte della gestione degli enti previdenziali, quelli privatizzati, con la legge di bilancio è stato previsto che entro il 30 giugno del 2023, con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sentita la COVIP, siano definite norme di indirizzo in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali, di conflitti di interessi, di informazione nei confronti degli iscritti nonché sugli obblighi relativi alla governance degli investimenti e alla gestione del rischio.
  È un intervento importante per il tema disciplinato e perché attribuisce anche una maggiore rilevanza al ruolo di vigilanza svolto dai Ministeri in una materia che è particolarmente delicata e per la quale da anni si attende un intervento regolatorio di questo tipo; da anni, infatti, si attendeva la fissazione del termine anche per l'entrata in vigore di questo regolamento.
  Per quanto riguarda le osservazioni in merito al reddito di cittadinanza che ha formulato ancora l'onorevole Barzotti, rilevo che dobbiamo affrontare in maniera proattiva un periodo di transizione, perché, con gli interventi contenuti nei commi da 313 a 321 della legge di bilancio 2023, il reddito di cittadinanza è stato limitato, nella formulazione attuale, al 31 dicembre 2023, però si è disposto che i conseguenti risparmi di spesa dovranno essere allocati in un fondo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali che finanzierà la riforma organica delle misure per il sostegno alla povertà e all'inclusione attiva. È evidente quindi che il 2023 dovrà essere l'anno nel corso del quale programmare e concretizzare nuove e più efficaci forme di inclusione attiva e istituti per il concreto sostegno ai cittadini in condizioni di sofferenza economica. Su questo vi assicuro che il Ministero sta lavorando puntualmente e che saremo pronti a brevissimo.
  Per quanto riguarda l'obbligo di frequenza ai corsi di formazione, me l'aveva chiesto sempre l'onorevole Barzotti, la legge di bilancio, all'articolo 1, comma 315, ha previsto che i percettori del reddito di cittadinanza di età compresa tra i 18 e i 65 anni non già occupati o pensionati, né frequentanti un regolare corso di studi, né con disabilità o gravati da carichi di cura, debbano essere inseriti per un periodo di sei mesi in un corso di formazione o di riqualificazione professionale di cui alla legge n. 53 del 2003. In caso di mancata frequenza al programma assegnato si prevede la decadenza del nucleo di appartenenza del diritto alla prestazione.Pag. 5
  È importante precisare che la frequenza di corsi di formazione e riqualificazione era già previsto normativamente dall'articolo 4 del decreto-legge n. 4 del 2019, istitutivo del reddito di cittadinanza, in quanto il comma 1 dell'articolo in questione condizionava l'erogazione del reddito di cittadinanza alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare, nonché all'adesione a un percorso personalizzato di accompagnamento all'inserimento lavorativo e all'inclusione sociale, che prevede attività al servizio della comunità, riqualificazione professionale, completamento degli studi nonché altri impegni individuati dai servizi competenti e finalizzati all'inserimento nel mercato del lavoro e all'inclusione sociale. Quindi tengo a ribadire che chi si trova in una situazione di difficoltà economica continuerà a essere tutelato, ma è necessario al contempo distinguere gli strumenti per contrastare la povertà, ovvero difficoltà sociale o familiare, da quelli previsti per accompagnare efficacemente al lavoro.
  Le politiche di inclusione e le politiche attive del lavoro hanno obiettivi che seppur in qualche modo complementari comunque rimangono diversi. Gli obiettivi delle prime consistono nel fornire uno strumento economico di inclusione che tenga conto delle recenti passate esperienze, eliminandone i punti controversi e rendendolo efficace e controllabile. Quelli delle seconde passano attraverso la realizzazione di un sistema che preveda nuovi strumenti di incrocio tra domanda e offerta di lavoro con il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati del mercato del lavoro, ridisegnando nel contempo i percorsi di formazione e riqualificazione affinché permettano di creare realmente le competenze professionali necessarie alle aziende e al mondo produttivo.
  I percorsi formativi che caratterizzano le politiche attive del lavoro dovranno tener conto delle esigenze professionali e lavorative delle aziende sui territori, con specifico riferimento anche a nuove figure professionali con competenze legate alla transizione digitale e ecologica, come espressamente indicato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Piano nazionale di ripresa e resilienza su cui stiamo facendo anche degli interventi per meglio definire la presa in carico dei percettori di reddito di cittadinanza nell'ambito del programma «GOL» e soprattutto meglio definire la platea dei soggetti che nel Target, che dovrà essere trattato entro il 2025, dovrà essere avviato a percorsi di formazione in materia di competenze informatiche e digitali.
  Peraltro questo è in linea con gli obiettivi del programma «GOL», il cui Target 2 prevede esattamente che dei 3 milioni di beneficiari del programma entro il 2025 almeno 800 mila devono essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300 mila per il rafforzamento delle competenze digitali. Su questo interverremo per meglio coordinare e definire la platea dei soggetti che verranno presi in carico dal programma «GOL». Comunque – credo di avervelo già detto il 20 di dicembre – per quanto riguarda i Target 2022, essi sono stati completamente raggiunti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali; nel caso specifico della presa in carico, per il 2022, era stato individuato come numero quello dei 300 mila soggetti da prendere in carico (al 20 di dicembre le prese in carico erano circa 619 mila). Quindi devo dire che le regioni, i centri per l'impiego, stanno effettuando velocemente la presa in carico; ancora, ovviamente, non siamo alla totalità dei percettori, però mi sembra di poter dire che ci sia comunque un buon riscontro.
  Il 2023 poi sarà ovviamente l'anno in cui, per lo meno sul Target percettori di reddito di cittadinanza, invece io vorrei portare al 100 per cento la presa in carico anche in relazione al programma «GOL».
  Sul tema aggiungo che nella legge di bilancio abbiamo previsto l'esonero totale tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023 dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro nel limite di 8 mila euro per le assunzioni a tempo indeterminato e le Pag. 6trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato di beneficiari del reddito di cittadinanza. Cioè, siamo intervenuti per consolidare anche una forma di intervento e sostegno alle aziende che assumono percettori di reddito di cittadinanza.
  Per quanto riguarda il tema delle politiche attive, che era stato sollevato dall'onorevole Mari, il problema del disequilibrio fra domanda e offerta di lavoro evidenziava un disallineamento fra prestazioni richieste dalle imprese e competenze offerte dai soggetti che si affacciano al mondo del lavoro.
  Considero questo un tema critico, importante, centrale, ed è perciò che reputo di fondamentale importanza compiere una serie di interventi: sviluppare le politiche formative favorendo il consolidamento di una rete virtuosa di collaborazioni fra soggetti pubblici e privati, implementare il sistema di certificazione delle competenze, valorizzare il contratto di apprendistato, rilanciare il sistema duale in un'ottica di interlocuzione costante con il sistema delle imprese, per comprendere quale sia il fabbisogno concreto in termini di professionalità.
  Le iniziative in materia di politiche attive del lavoro punteranno all'attuazione di un modello che, da un lato, miri a proseguire il piano di potenziamento dei centri per l'impiego e dall'altro consenta di sfruttare al meglio l'apporto delle agenzie private del lavoro, così da utilizzare tutte le forze in campo in materia sinergica e coerente.
  Mi è stato chiesto dall'onorevole Barzotti se si corre il rischio di disperdere le competenze maturate dai cosiddetti Navigator. Sul punto evidenzio che esiste già uno strumento normativo attivabile, che si rinviene nell'articolo 34, comma 4, del decreto-legge n. 50 del 2022. La norma prevede che, nell'ambito delle procedure di selezione e di assunzione delle unità di personale da destinare ai centri per l'impiego, relativamente alle procedure non ancora bandite, l'aver prestato attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni per garantire l'avvio e il funzionamento del reddito di cittadinanza costituisce titolo per un punteggio aggiuntivo definito nei bandi delle stesse procedure. Tra gli strumenti di politica attiva del lavoro volti al reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti interessati vanno considerati, accanto a quelli che si concretizzano nello svolgimento di attività formative di riqualificazione o di ricerca attiva del lavoro, quelli che hanno carattere economico e che possono assumere la forma, ad esempio, di sgravi contributivi per le nuove assunzioni o forme di sostegno all'autoimprenditorialità.
  Anche per rispondere alle sollecitazioni dell'onorevole Mari, che prefigura il rischio dell'aumento della precarietà, voglio precisare che l'intento del Governo è quello del «tutto a posto», di aumentare l'occupazione, favorendo soprattutto occupazione stabile e mettendo le imprese in condizioni concrete di assumere. Per questo motivo con la legge di bilancio sono stati rafforzati per il 2023 gli strumenti incentivanti, che erano già stati previsti nelle annualità precedenti e che sono relativi alle assunzioni di soggetti fino a 36 anni di età o di donne che si trovano in condizioni di particolare difficoltà ed è stata introdotta, come dicevo prima, una particolare forma di agevolazione per i datori di lavoro privati che assumono percettori di reddito di cittadinanza.
  Faccio poi un cenno al tema dell'indennità di discontinuità, che era stato sollevato dall'onorevole Malavasi, evidenziando che sono state incrementate di 60 milioni di euro per l'anno 2023, 6 milioni di euro per il 2024 e 8 milioni di euro per il 2025, le risorse del fondo per il sostegno economico temporaneo a favore dei lavoratori iscritti nel fondo pensione lavoratori dello spettacolo.
  Per quanto riguarda il fondo nuove competenze, di cui mi ha chiesto sempre l'onorevole Barzotti, sono convinta che si tratti di uno strumento capace di sostenere le imprese in una delicata fase come quella attuale, nella quale la formazione e l'accrescimento delle competenze dei dipendenti, soprattutto nei settori che sono Pag. 7maggiormente interessati dalla transizione ecologica e digitale, rappresentano tasselli fondamentali per agevolare la ripresa economica del Paese.
  L'articolo 88 del decreto-legge n. 34 del 2020 ha previsto un rifinanziamento del fondo nuove competenze, mentre il decreto ministeriale del 22 settembre 2022, nell'attuale rifinanziamento del fondo, ha previsto che le relative intese dovessero essere sottoscritte entro il 31 dicembre 2022 e debbano essere finalizzate a specifici progetti formativi da realizzarsi anche nel corso del 2023.
  Al fine di facilitare la presentazione e valutazione concreta delle istanze, quindi in piena attuazione della previsione di legge, una nota interpretativa dell'ANPAL, che è stata condivisa con il miei uffici, ha chiarito che gli accordi di rimodulazione dell'orario di lavoro sottoscritti entro il 31 dicembre 2022 possano essere successivamente integrati con la definizione del progetto formativo entro il 28 di febbraio del 2023.
  Per quanto riguarda le misure in favore delle categorie più fragili, di cui ha chiesto l'onorevole Malavasi, evidenzio che la legge di bilancio ha prorogato fino al 31 marzo 2023 il diritto allo smart working per i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, cosiddetti fragili, con la possibilità quindi di continuare a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile fino a questo periodo.
  Ancora in favore delle persone più vulnerabili, la legge di bilancio ha previsto la sperimentazione del cosiddetto «reddito alimentare» per chi si trova in condizione di povertà assoluta. Utilizzando un fondo di nuova istituzione, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, saranno distribuiti i pacchi alimentari realizzati con l'invenduto della distribuzione alimentare. L'obiettivo di aiutare le persone maggiormente bisognose è quello di evitare anche l'enorme spreco alimentare che caratterizza le società moderne ed è una sfida per il Ministero. Dovremo lavorare per potenziare negli anni a venire questo strumento che rappresenta solo un primo intervento in questo campo.
  L'onorevole Bonetti chiede di conoscere quali iniziative siano state assunte in relazione alle misure a sostegno della famiglia e della genitorialità e in particolare a quelle previste dalla legge n. 32 del 2022. Si tratta della legge conosciuta come Family Act, entrata in vigore lo scorso 12 maggio del 2022, che all'atto dell'insediamento del Governo non aveva ancora alcun decreto di attuazione. Per quanto riguarda l'articolo 2 è previsto un tempo per emanare i decreti attuativi di 12 mesi dall'entrata in vigore della norma. Il Ministero del lavoro è Ministero co- proponente perché il Ministero che in questo caso guida la formulazione del percorso è il Ministero della famiglia e delle pari opportunità, insieme al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e al Ministero dell'economia e delle finanze in taluni casi, di concerto con altri Ministeri. Vi posso assicurare che sul tema i Ministeri che sono coinvolti stanno lavorando affinché sia possibile portare a termine i percorsi di formazione dei decreti di attuazione, anche rinvenendo le fonti di finanziamento che all'interno della legge n. 32 del 2022 erano state in parte individuate ma che allo stato non hanno certamente, quelle fonti, dei residui che siano sufficienti per poter integrare tutti i gli interventi.
  Per quanto riguarda sempre l'intervento dell'onorevole Bonetti posso quindi rassicurarla sul fatto che il Ministero concorrerà a mettere in atto le pertinenti misure di competenza con l'obiettivo, tra l'altro, del riconoscimento di strumenti a supporto anche per i genitori che svolgano attività di lavoro autonomo, così come l'onorevole mi aveva richiesto.
  Ancora sullo stesso tema devo sottolineare che con la recente legge di bilancio, oltre a introdurre novità in materia di assegno unico e universale per i figli a carico, c'è stata anche l'introduzione e il riconoscimento di un ulteriore mese di congedo facoltativo retribuito all'80 per cento utilizzabile da uno dei due genitori. Questo per me è importante sottolinearlo.Pag. 8
  Voglio comunque assicurare il mio impegno a migliorare quanto prima le condizioni di percezione dell'assegno unico per le famiglie monogenitoriali, che sono escluse dal diritto alla maggiorazione dell'importo, con una scelta normativa, rispetto ovviamente a quello che è l'impianto originario, che reputo necessario, giusto correggere. E su questo il Ministero sta facendo tutte le valutazioni necessarie, anche avvalendosi ovviamente delle strutture vigilate quale l'INPS, per verificare le modalità e le risorse necessarie a copertura di questo intervento che, lo ribadisco, è un intervento che dal mio punto di vista non è solo necessario ma è giusto. Peraltro mi sembra utile segnalare in questa sede che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è impegnato anche, in attuazione del Piano d'azione nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, nell'adozione di iniziative volte al concreto rafforzamento degli interventi e dei servizi per il sostegno alla genitorialità, per il contrasto alla povertà minorile e per la promozione di interventi a favore dei preadolescenti e degli adolescenti.
  Aggiungo anche che il nuovo Piano nazionale 2021-2027 sosterrà tutti gli interventi di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'attuazione della Child Guarantee.
  Con specifico riferimento all'estensione delle tutele per i liberi professionisti, dicevo prima e lo ribadisco, ringrazio l'onorevole Bonetti che ha introdotto questo tema per il quale condivido la necessità di fare evolvere il sistema normativo di garanzia. Sul punto tengo a ricordare che, con un decreto interministeriale firmato lo scorso 7 dicembre da me e dal ministro Giorgetti, abbiamo esteso ai lavoratori autonomi e ai professionisti non titolari di partita IVA l'accesso all'indennità una tantum di 200 euro prevista dal «decreto aiuti», incrementata di altri 150 euro per i redditi sotto i 20 mila euro che era stata prevista dal «decreto aiuti-ter».
  Il decreto ha così modificato l'originaria previsione attuativa del decreto ministeriale del 19 agosto 2022 con cui si indicavano come beneficiari esclusivamente i lavoratori autonomi e i professionisti titolari di partita IVA. La misura aveva come obiettivo il contrasto al carovita dovuto all'aumento dei costi dell'energia e all'aggravarsi della situazione internazionale. L'ampliamento interessa una platea potenziale di ulteriori 30 mila lavoratori autonomi e circa 50 mila professionisti. Inoltre su questi temi ho convocato uno specifico tavolo di confronto con le parti sociali sul lavoro autonomo che affronterà anche questa materia, nell'ambito di un quadro complessivo di verifiche delle criticità dell'intero settore e di proposta di interventi normativi e amministrativi. La prossima riunione del tavolo è fissata per il prossimo 2 febbraio. L'avvio dei lavori del tavolo è stata una delle prime azioni messe in atto dal mio insediamento come Ministro del lavoro e delle politiche sociali perché credo che sia importante implementare delle misure a sostegno e a riconoscimento del lavoro autonomo.
  Il lavoro autonomo costituisce certamente un'opportunità da cogliere, ma ha necessità di prevedere delle azioni di sostegno che siano legate anche a un sistema di finanziamento della formazione, a valorizzare il contributo delle donne professioniste investendo sulla genitorialità, completando il percorso necessario all'individuazione dei criteri per la determinazione di un equo compenso e affrontando le questioni relative alla previdenza dei liberi professionisti «senza cassa» in quanto privi di una gestione previdenziale di categoria.
  Passando alle preoccupazioni in materia di lavoro occasionale sollevate dall'onorevole Gribaudo, in particolare per quanto concerne il ricorso alle prestazioni occasionali da parte delle imprese agricole, posso assicurare che la misura contenuta nella legge di bilancio dimostra che non c'è volontà di utilizzare il contratto di prestazione occasionale, che viene definito voucher, per destrutturare il mercato del lavoro, ma invece è un'opportunità per usufruire di un percorso di accesso alla manodopera che abbia natura di misura straordinaria e alternativa limitataPag. 9 alla stagionalità. La misura è stata frutto di ampia condivisione, anche con le organizzazioni di settore, e di approfondita valutazione come è dimostrato dal fatto che è stata modificata rispetto alla formulazione iniziale con delle modifiche parlamentari che sono state introdotte con il parere favorevole del Ministero.
  La soluzione a noi appare equilibrata e non realizza in alcun modo un abuso dello strumento perché mi piace sottolineare il fatto che è previsto un limite massimo, per quanto riguarda l'agricoltura, alle prestazioni che è di 45 giorni l'anno. Il pagamento dei lavoratori avviene in base alla contrattazione nazionale e ai contratti integrativi provinciali, rimanendo lo strumento precluso ai datori di lavoro agricoli che non rispettano i contratti collettivi nazionali e provinciali di lavoro stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Vi è poi l'obbligo del pagamento integrale della contribuzione previdenziale.
  Cambiando argomento, condivido pienamente la centralità del tema del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi del quale ha fatto cenno l'onorevole Barzotti. Per favorire la dinamica salariale è certamente necessario intervenire sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Nella legge di bilancio è stato possibile introdurre intanto l'esonero contributivo del 3 per cento per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 25 mila euro e riconfermare l'esonero del 2 per cento per coloro che percepiscono redditi fino a 35 mila euro, con un beneficio economico a favore dei lavoratori. Però, come ha detto anche il Presidente Meloni, l'obiettivo è più ampio ed è un taglio del cuneo fiscale e contributivo di 5 punti percentuali. Noi abbiamo un obiettivo di legislatura ma è evidente che se si realizzeranno le condizioni interverremo certamente anche prima e man mano che ciò sarà possibile.
  Per quanto concerne il recepimento della direttiva europea sul salario minimo, come è noto gli Stati membri vi si dovranno adeguare entro il 15 di novembre del 2024. La direttiva intende garantire ai lavoratori dell'Unione europea condizioni dignitose ma non fissa una soglia europea di salario, detta regole dentro le quali ciascuno Stato membro deve muoversi. In particolare l'Unione europea vuole che gli Stati membri arrivino a una convergenza verso l'alto delle retribuzioni minime nel rispetto delle specificità di ciascun ordinamento interno e favorendo al contempo il dialogo tra le Parti sociali. In questo senso, e sempre nel rispetto degli ordinamenti interni di ciascuno Stato, il salario minimo può essere individuato dalla legge o dai contratti collettivi di lavoro.
  La contrattazione collettiva in Italia, la contrattazione di qualità, ha dato nel tempo, credo, delle risposte adeguate. Questo sistema garantisce una serie di misure che negli anni sono state introdotte a tutela dei lavoratori e determina, già in molti casi, dei salari più alti di un'ipotetica soglia di salario minimo comprensivi degli istituti accessori di welfare e tutela, perché un contratto collettivo si valuta partendo anche dal presupposto di dover considerare tutti quelli che sono gli strumenti e gli istituti che poi fanno da corollario a quella che è la giusta retribuzione. Credo sia importante, lo voglio ribadire, la centralità della contrattazione collettiva aggiornando gli accordi qualora sia opportuno e necessario. Un ampliamento della contrattazione collettiva di qualità contribuisce inoltre ad arginare il fenomeno dei contratti pirata.
  Nel nostro ordinamento la determinazione di un'adeguata retribuzione oggi non è rimessa alla legge ma è demandata alla libera negoziazione delle parti sociali attraverso lo strumento della contrattazione collettiva. Sono quindi i singoli contratti di settore a definire, in base al livello di inquadramento dei lavoratori, le condizioni normative ed economiche applicabili e la libertà contrattuale delle parti sociali e la centralità della contrattazione, a mio avviso, deve essere garantita. Certo non possiamo non riconoscere che in taluni settori c'è un fenomeno di cronico e diffuso ritardo, anche in termini di diversi anni, nei rinnovi contrattuali. Su questo tema credo si siano cimentati, anche nel Pag. 10recente passato, tutti i Governi che ci hanno preceduto e laddove non è possibile imporre delle scadenze ai rinnovi contrattuali, alla contrattazione, credo che sia evidente da quelli che sono i dati che non ci sono stati esiti in ogni settore.
  Il Governo, per quel che mi riguarda il mio Ministero, si attiverà per fornire ogni utile forma di assistenza e supporto per agevolare la celere definizione dei rinnovi contrattuali, ove sia necessario e opportuno, pur non potendo sostituirsi alle parti contrattuali. Però comunque, in ogni caso, convocheremo al più presto al Ministero le parti trattanti interessate al rinnovo dei contratti scaduti da maggiore tempo; questo perché credo che sia importante sostenerlo. E poi vi riconfermo la nostra volontà di sostenere la contrattazione decentrata e il welfare aziendale oltre che, ovviamente, tutte quelle forme di tassazione agevolata che possano consentire e facilitare, come dire, la rimessa a regime dei rinnovi contrattuali.
  In ultimo, ma certamente non per importanza questo lo sottolineo, vorrei rispondere ad alcune sollecitazioni sul tema della sicurezza che sono venute dall'onorevole Barzotti e dall'onorevole Gribaudo. Il 12 gennaio è stato avviato un tavolo sulla sicurezza con un confronto molto ampio con le parti sociali, con tutti i soggetti che sono coinvolti dal tema e sul tema in senso veramente molto allargato, perché è importante partire dal presupposto di sviluppare una cultura della sicurezza, che abbiamo detto, deve essere trasversale e che non deve riguardare solo questo o quell'altro settore, oppure solo particolari tipologie di soggetti.
  Come sapete il 26 di gennaio il tavolo si occuperà di alternanza scuola-lavoro, quindi di salute e sicurezza per la parte che ci riguarda, ma anche di fare delle riflessioni su come implementare e migliorare e modificare i progetti di alternanza scuola-lavoro – o PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento) – insieme al Ministro Valditara e al Ministero dell'università, perché ci sono pure i tirocini curricolari che sono oggetto di valutazione. Questo per dire che è importante per noi diffondere la cultura della sicurezza attraverso degli strumenti di divulgazione e campagne di comunicazione, ma anche intervenire in modo assolutamente puntuale su quelle che sono le norme che oggi disciplinano la sicurezza sul lavoro in Italia.
  Qualcuno ha detto che c'è un intento e una volontà di depenalizzare i reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Dico assolutamente no, non è questa la finalità. La finalità è quella di fare in modo che il presidio di un tema così importante sia effettivo e non solo documentale e soprattutto che dall'effettività ci sia l'effettiva copertura di quelle che sono le esigenze di sicurezza dei lavoratori, delle loro famiglie e soprattutto anche delle imprese in generale. Quindi per questo vi dico che il percorso che faremo sarà un percorso per studiare modalità di implementazione e di riforma della salute e sicurezza sul lavoro, delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma con l'intento di farne un percorso culturale che parta dai momenti in cui noi andiamo a formare le coscienze e quindi dal periodo scolastico della scuola secondaria, per poi arrivare al percorso universitario per interessare i percorsi di alternanza scuola-lavoro e di apprendistato duale e per arrivare, ovviamente, all'interno dei luoghi di lavoro, andando anche a determinare correttamente quelle che sono le percentuali e le incidenze del rischio relativamente alle varie attività.
  Qualunque intervento di semplificazione amministrativa, al quale ha fatto cenno l'onorevole Gribaudo, in questo caso come in tutti gli altri campi di competenza del Ministero, sarà attuato nel pieno e rigoroso rispetto delle regole che garantiscono la legittimità dell'azione amministrativa e soprattutto, lo ribadisco, la tutela delle regole di sicurezza dei lavoratori. Sempre con riferimento alle osservazioni dell'onorevole Gribaudo sulla riforma dei contratti pubblici, approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 16 dicembre, rappresento quanto segue: la disposizione in materia di subappalto, l'articolo 119, ricalca il testo dell'attuale articoloPag. 11 105 del decreto legislativo n. 50 del 2016, così come è stato modificato dalle norme precedenti, in particolare quanto alla soppressione dei limiti quantitativi e il subappalto e al rispetto da parte del subappaltatore dell'obbligo di indicare una terna di nominativi di subappaltatori in fase di aggiudicazione e di offerta. Si sono mantenute, coordinandole anche con quanto previsto dall'articolo 11 in tema di applicazione dei Contratti collettivi nazionali e territoriali, la disciplina delle tutele economiche e normative dei lavoratori dipendenti dal subappaltatore e la responsabilità solidale dell'affidatario con il subappaltatore in merito agli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente. La principale novità del testo proposto attiene al cosiddetto subappalto a cascata e si adegua a una serie di rilievi formulati dalla Corte di giustizia europea e dalla Commissione, che hanno segnalato che le direttive dell'Unione vietano le limitazioni al ricorso al cosiddetto subappalto di subappalto, fissate in maniera astratta, a prescindere dalla possibilità di verificare le capacità di eventuali subappaltatori e senza menzione del carattere essenziale degli incarichi. Le limitazioni devono, pur nel rispetto necessario dei principi di trasparenza e di tutela del mercato del lavoro, essere quindi specifiche e motivate.
  In relazione alla tematica della clausola sociale, l'articolo 57 del nuovo testo risolve una serie di dubbi interpretativi sollevati dal Consiglio di Stato e dall'ANAC, sorti sul testo originario dell'articolo 50 del Codice degli appalti, che veniva interpretato dalla giurisprudenza nel senso che l'obbligo di prevedere nella documentazione di gara specifiche clausole sociali, investiva solo gli affidamenti di appalti e concessioni di lavori e di servizi ad alta intensità di manodopera. Veniva escluso, invece, che alcuna clausola sociale potesse essere prevista per appalti e concessioni di lavoro e servizi di natura intellettuale. Con il nuovo articolo 57, comma 1, del Codice degli appalti è stato previsto l'obbligo per le stazioni appaltanti di inserire, nei bandi di gara avvisi e inviti, specifiche clausole sociali con le quali sono richieste, come requisiti necessari dell'offerta, misure orientate a garantire la stabilità del personale impiegato. Nella norma si stabilisce che per gli affidamenti dei contratti di appalto e servizi diversi da quelli di natura intellettuale, l'obbligo della previsione delle clausole sociali deve tener conto della tipologia di intervento, in particolare ove riguardi il settore dei beni culturali e del paesaggio e nel rispetto dei principi dell'Unione europea. L'applicazione di clausole sociali resta esclusa solo per i servizi di natura intellettuali. Quindi l'articolo, coerentemente con i criteri di delega, fa riferimento espresso ai contratti collettivi nazionali e territoriali di settore e specifica che le clausole sociali debbano garantire le stesse tutele economiche e normative per i lavoratori in subappalto, rispetto ai dipendenti dell'appaltatore contro il lavoro irregolare.
  In merito alla proposta di abbandonare lo SPID, alla quale ha fatto riferimento l'onorevole Barzotti, a favore della carta d'identità elettronica, posso assicurare che l'Inps mi ha confermato che sono accessibili indifferentemente, l'abbiamo verificato, con entrambi gli strumenti i servizi dell'istituto, sia quelli con SPID che quelli attivabili attraverso l'utilizzo della CIE. In questo momento l'ingresso privilegiato ai servizi dell'istituto viene effettuato con lo SPID. C'è un'ampia differenza rispetto all'utilizzo della CIE, però i siti dell'istituto sono accessibili e raggiungibili attraverso tutti i canali, perché sono tutti ugualmente attivi e ugualmente efficaci.
  Presidente io mi fermerei qui, ho cercato di rimanere entro il tempo che mi avete dato ma le domande erano tantissime. Scusate se nella risposta magari sono stata prolissa, ma ci tenevo particolarmente visto che erano tutte le domande di grande interesse e di grande importanza.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro Calderone e grazie anche per il rispetto specifico dei tempi. A questo punto penso e ritengo che il Ministro abbia offerto un ampio ventaglio di risposte rispetto a tutte Pag. 12o a quasi a tutte le sollecitazioni che sono arrivate in seno alla scorsa audizione.
  Onorevole D'Alessio, non sarebbero previsti interventi in questo momento, se me lo chiede sull'ordine dei lavori non posso dirle di no.

  ANTONIO D'ALESSIO. Veramente, dieci secondi, avevo segnalato il tema dei giovani, come un allarme.

  PRESIDENTE. È stato citato nell'intervento il tema dei giovani, è altrettanto chiaro che ritengo e penso che non basterebbe un'ora per trattare il tema dei giovani, piuttosto che quello dei disabili.
  Quindi ringraziamo il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, e come da lei giustamente e virtuosamente sollecitato, la richiameremo presto in Commissione. Grazie Ministro. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.