XIX Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 16 marzo 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tremonti Giulio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE E TUTELA DEI DIRITTI UMANI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia.
Tremonti Giulio , Presidente ... 3 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 3 
Ramos Natali , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 5 
Reyes Roberto , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 5 
Echeverria Mary Asunción , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Tremonti Giulio , Presidente ... 6 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Echeverria Mary Asunción , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Tremonti Giulio , Presidente ... 6 
Di Giuseppe Andrea (FDI)  ... 6 
Reyes Roberto , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 6 
Tremonti Giulio , Presidente ... 7 
Boldrini Laura (PD-IDP)  ... 7 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 8 
Echeverria Mary Asunción , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 8 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 8 
Tremonti Giulio , Presidente ... 9 
Quartapelle Procopio Lia (PD-IDP)  ... 9 
Tremonti Giulio , Presidente ... 10 
Onori Federica (M5S)  ... 10 
Tremonti Giulio , Presidente ... 10 
Di Giuseppe Andrea (FDI)  ... 10 
Tremonti Giulio , Presidente ... 10 
Onori Federica (M5S)  ... 10 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 10 
Onori Federica (M5S)  ... 11 
Tremonti Giulio , Presidente ... 11 
Pando Edda , rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza) ... 11 
Boldrini Laura (PD-IDP)  ... 11 
Tremonti Giulio , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIULIO TREMONTI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web TV della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia.

  PRESIDENTE. Buongiorno. Procediamo con l'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
  L'ordine del giorno reca l'audizione, in videoconferenza, di rappresentanti del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia, con specifico riferimento alla grave situazione di tensione e di repressione nei riguardi dei movimenti di protesta in Perù.
  Anche a nome della Commissione, si saluta e si ringrazia per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori la dottoressa Edda Pando, il dottor Roberto Reyes, la dottoressa Natali Ramos e la dottoressa Mary Asunción Echeverria.
  Segnalo che, come ribadito dal Governo nella risposta a una recente interrogazione presentata dalla collega Boldrini, in effetti il Perù sta vivendo una seria crisi politica, che si protrae da anni. Negli stessi termini abbiamo anche ricevuto informazioni da parte dell'Ambasciatore del Perù accreditato a Roma.
  A questo punto lascio la parola alla dottoressa Pando, collegata in videoconferenza. Prego.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Buongiorno. Vi ringrazio per questa possibilità data al Comitato Peruviani e Peruviane in Italia, che è nato da pochissimo – da non oltre un mese e mezzo – per mettere in luce ciò che sta accadendo nel nostro Paese.
  Innanzitutto, ci teniamo a dire che in Italia noi peruviani siamo la quarta comunità di peruviani all'estero: la prima è quella in Argentina, la seconda è quella negli Stati Uniti e la terza è quella in Spagna, e poi arriviamo noi. Siamo oltre centomila, ma molti di noi non sono più all'interno di quelle statistiche perché cittadini italiani. Quindi è anche in qualità di cittadini italiani che noi richiediamo che l'Italia prenda una posizione nei confronti di ciò che sta accadendo nel nostro Paese di origine.
  Dal 7 dicembre, giorno in cui è stato sciolto il Congresso, tramite un messaggio del Presidente della Repubblica Pedro Castillo – che segnalava che lo avrebbe sciolto, per tutta una serie di ragioni, nelle quali lui entrava nel merito – si è insediata la sua Vicepresidente, che è la signora Dina Boluarte, e questo ha scatenato una serie di proteste nel Paese.
  Pedro Castillo, al di là di quelle che possono essere le valutazioni nel merito di ciò che è accaduto il 7 dicembre, rappresenta però un simbolo per moltissime persone del nostro Paese, perché è una persona che proviene da quello che da noi viene chiamato il «Perù profondo». È una persona che ha i tratti indigeni, è una Pag. 4persona che viene da quella che da noi è chiamata la Sierra, cioè la zona andina del nostro Paese, è un insegnante di scuola, e quindi ha rappresentato per tanti la possibilità che uno vero, una persona del popolo potesse arrivare alla presidenza.
  Questo sicuramente lo dico perché è un elemento importante per capire quanto sta accadendo nel Perù.
  Le popolazioni che in questo momento si sono sollevate sono in particolare della regione sud del Paese, ed è contro di loro che la repressione della Presidente Dina Boluarte si è scatenata in maniera feroce.
  Ormai siamo a tre mesi di Governo della signora Boluarte, ma in soli due mesi di Governo sono state uccise oltre sessanta persone, di cui nove minorenni, sono stati arrestati decine di attivisti, che sono accusati di organizzazioni criminali oppure di collegamenti con organizzazioni terroristiche – che è un discorso che, purtroppo, dal punto di vista dello Stato si sta sviluppando sia tramite le istituzioni e sia tramite i mass media –, sono state arrestate persone per il solo fatto di aver magari avuto con sé 400 euro, che erano soldi raccolti da collette per poter sostenere i manifestanti.
  Sono stati evidenziati da molti report – tra cui Amnesty International, il gruppo parlamentare della Sinistra del Parlamento europeo, la Comisiòn Nacional dei diritti umani del Perù – che sono stati commessi crimini contro l'umanità, crimini contro la vita, contro l'integrità fisica, contro l'integrità sessuale – perché sono stati segnalati anche casi di abusi sessuali – delitti contro la libertà di riunione e libero esercizio alla protesta, contro la libertà di transito – addirittura – e contro la libertà di espressione.
  Ci troviamo in una situazione in cui la polizia spara ad altezza uomo, e questo lo confermano i referti di molti forensi, che purtroppo hanno analizzato i cadaveri delle vittime, e viene evidenziato che la polizia sta sparando direttamente alle persone.
  Il novantanove per cento delle vittime sono persone che provengono dalle regioni andine. C'è stato un solo morto nella capitale, perché nella capitale il Governo «si preoccupa» di usare la violenza in un altro modo, che non arriva a uccidere – hanno ucciso solo una persona – e moltissimi mass media alternativi hanno documentato che la polizia è stata quella che ha ucciso questa persona; ma delle sessanta vittime, cinquantanove sono delle regioni andine.
  Ci sono città come Puno, per esempio, dove sono state uccise in un solo giorno diciannove persone; ad Ayacucho ci sono dirigenti sindacali che vengono trattenuti. Purtroppo siamo tornati a dover convivere con quella parola che nel nostro continente ha avuto un tragico valore, che è quella del «desaparecido»: noi ci troviamo con persone disperse, di cui non si hanno più tracce. Ci troviamo con situazioni in cui, addirittura, arriviamo al fatto che l'ex capo del servizio d'intelligence del Perù segnala che le forme di protesta del terrorismo, il terrorismo che noi abbiamo vissuto negli Anni Ottanta, ora si sarebbero modificate e ora i terroristi si esprimono bloccando le strade. Quindi c'è una campagna di diffamazione nei confronti del movimento che non vede fine.
  Purtroppo abbiamo una situazione, come dicevate voi, di crisi politica molto forte, perché il Parlamento – contro il quale il popolo si sta esprimendo perché lo considera un Parlamento corrotto e al servizio di propri interessi personali, piuttosto che al servizio di interessi della patria e collettivi del nostro Paese – si oppone alla convocazione delle elezioni o alla rinuncia della Presidente Dina Boluarte.
  Quindi noi siamo molto preoccupati perché le proteste sono ricominciate. Si spara adesso a donne con addosso i propri bambini, alle donne aymara, che sono venute dalle regioni andine. E si dice – da parte della polizia e da parte degli esperti del servizio d'intelligence – che il terrorismo sta utilizzando le donne e le sta mettendo davanti come bersagli, come se loro non avessero nessuna coscienza di quello che stanno facendo. Invece le donne, in questo momento, in Perù sono le prime a protestare.
  Stiamo protestando, presidente, perché nel nostro Paese ogni giorno vengono rubate le nostre risorse naturali e, casualmente, in questo momento c'è il rinnovo di Pag. 5molti contratti per molte multinazionali, e quindi questo Congresso fa il favore a queste multinazionali.
  Noi siamo molto preoccupati per questa situazione. Ci stiamo trovando nella situazione in cui già parenti nostri incominciano a fare appello a noi per poter farli fuggire dal Perù e arrivare qua in Italia, dove dovranno essere protetti tramite la protezione internazionale, perché i loro nomi di cantanti di rap o semplicemente di attivisti incominciano ad essere elencati – nome e cognome – tramite i mass media, dicendo che quelle persone sono dei terroristi; quindi c'è una campagna fortissima di criminalizzazione del movimento e a noi questo preoccupa.
  Lascio la parola ai miei colleghi. Grazie.

  NATALI RAMOS, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Vado avanti io. Salve a tutti.
  Vorrei solo ribadire, signor presidente, alla Commissione che, sebbene sappiamo che il Perù è uno Stato sovrano, ossia non è dipendente né sottoposto a nessun altro potere o Stato, riteniamo però che la politica estera abbia una importanza rilevante nel nostro Paese, soprattutto in Sudamerica.
  È per questo che crediamo che tutti gli Stati e, in questo caso, l'Italia, dovrebbero pronunciarsi in modo forte e chiaro, signor presidente. Ve lo chiediamo – come ha detto già la mia compagna Edda – in nome dei nostri fratelli morti, che sono al momento più di ottanta, per quelle mamme che ancora continuano a scendere in piazza, a lottare e a protestare con i loro bambini sulle spalle. Questo perché, cara Commissione? Per far vedere al mondo che non è vero quello che sta affermando l'attuale Governo di Dina Boluarte: loro non sono vandali, non sono terroristi, così come ci vogliono definire.
  Chiaramente noi abbiamo sicuramente bisogno del vostro aiuto e noi crediamo che l'Italia, così come ha condannato fortemente altre guerre e altre battaglie, pensiamo che anche questa volta possa parlare chiaramente, perché – signori – noi non vogliamo credere che il dolore e la repressione abbiano meno importanza. Grazie.

  ROBERTO REYES, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Buongiorno. Grazie, per questo ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale, per questa promozione e la tutela dei diritti umani e contro la discriminazione.
  In questa Commissione noi vogliamo parlare oggi, giustamente, ed è doveroso segnalare che è stata presentata anche la settimana scorsa dell'avvocato Wilfredo Robles al Consiglio dei diritti umani dell'ONU, in almeno trentasette sessioni – tra queste cito le sessioni più importanti, che riguardano l'indipendenza tra i poteri, la libertà di espressione, il terrorismo e, tra le altre, contro le torture e le pratiche disumane – diversa documentazione che certifica che l'attuale Esecutivo, la maggioranza del Congresso, il potere giudiziario, la Fiscalia e, purtroppo, anche i mass media, violano sistematicamente la Costituzione peruviana e le leggi sulla libertà di espressione, così come non rispettano nessuna delle normative che riguardano il giusto processo; anche sull'argomento che abbiamo sentito, sulla destituzione e incarcerazione del Presidente eletto Pedro Castillo, perché lui voleva semplicemente rinegoziare i contratti e altri che sono stati concessi in maniera corrotta, con delle leggi fatte apposta per l'ex Presidente – adesso in carcere per genocidio e altri reati – Alberto Fujimori.
  Sappiamo che anche il giudice spagnolo Gomez ha chiesto delle spiegazioni sulle diverse violazioni dei diritti, detenzione dei dirigenti e – quello che è più scandaloso – l'uso eccessivo della forza con armamenti di guerra, contro civili disarmati, che ha generato più di ottanta morti, come è già stato citato. Queste morti selettive e sospette anche di tanti minori, molte di queste morti sono considerate come esecuzioni sommarie; e anche migliaia di feriti, dei quali molti rimarranno invalidi a vita.
  È importante commentare la posizione chiara di molti Paesi, tra questi la RepubblicaPag. 6 messicana, che, tramite il suo Presidente Lopez Obrador, ha deciso di non dare alla Presidente Boluarte la presidenza del turno, che le toccava in questo caso, nell'Alleanza del Pacifico, dimostrando una opposizione chiara e concreta, che chiedo gentilmente anche a voi. Grazie.

  MARY ASUNCIÓN ECHEVERRIA, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Buongiorno presidente, buongiorno onorevole Boldrini, a tutti quanti buongiorno.
  Ribadisco ancora una volta tutto quello che hanno detto i miei connazionali: è importante evidenziare la violenza contro le donne e i bambini in queste proteste pacifiche che loro hanno portato alla capitale Lima.
  È importante evidenziare che le mamme che si portano sopra le spalle i propri figli è normale in quella cultura, non li stanno portando perché le mamme vogliono violenza contro i propri bambini, no – al contrario – manifestano ed è una protesta pacifica, ed è per questo che si portano i bambini sulle spalle.
  C'è da dire, ancora una volta, che tutte quelle persone del sud, delle Ande, non accettano questa Presidente, non vengono rappresentati con questa Presidente, che è l'ultima che ha sostituto il nostro ex Presidente. È chiaro che è una dittatura civico-militare.
  È per questo che rivendichiamo i diritti umani per tutte queste persone, che già i miei connazionali hanno descritto chiaramente in precedenza.
  Ci tengo a farvi vedere un video realizzato da noi. Chiedo alla mia connazionale Edda di poterlo condividere. Grazie.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Scusatemi un attimo. Chiedo scusa, non so se riuscite a sentire l'audio. Purtroppo credo che l'audio non si riuscirà a sentire.

  PRESIDENTE. Un'alternativa è che ce lo inviate.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Okay, lo invio subito.

  MARY ASUNCIÓN ECHEVERRIA, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Questo video è la descrizione esatta che fa un giornalista torinese, dove spiega benissimo cosa sta succedendo nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. A questo punto, l'audio – se inviato – sarà oggetto della nostra valutazione e considerazione. In questo momento, se ci sono colleghi che intendono partecipare ed intervenire, è il momento. Prego.

  ANDREA DI GIUSEPPE. Grazie, presidente. Buonasera, sono Andrea Di Giuseppe.
  Siccome questa è un'indagine conoscitiva, volevo fare una domanda: il Presidente Castillo è stato esonerato con un processo democratico o con un colpo di Stato? Mi pare che ci siano stati dei voti che superano il 90 per cento del Parlamento per la destituzione del Presidente Castillo.

  ROBERTO REYES, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). No, il Regolamento prevedeva centoquattro voti e lui è stato destituito con centouno. Solo con quello decade qualsiasi altra analisi, perché il Regolamento della Camera esigeva centoquattro e invece sono centouno, che non era sufficiente.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Se posso permettermi, noi consideriamo che il 7 dicembre l'atto di aver voluto sciogliere il Congresso da parte del Presidente Pedro Castillo sia stato un errore. Questa è la prima questione che noi crediamo che debba essere chiara.Pag. 7
  Dopodiché questo ha comportato che le persone del suo partito sono salite subito dopo, perché la Presidente Boluarte era la sua Vicepresidente.
  Castillo deve avere un processo giusto su questo. Inoltre, ribadisco quello che diceva anche il mio collega Roberto: da un punto di vista formale – e infatti c'è in ballo una causa anche costituzionale su questa vicenda – i voti non c'erano per la destituzione, perché la destituzione non è stata la prima volta che il Congresso ha tentato di farla, ma ci sono state anche altre volte in cui hanno tentato di destituire il Presidente Castillo.
  Ciò che noi crediamo, però, è che se la Presidente Boluarte gode del 77 per cento di sfavore da parte della popolazione – cioè il 77 per cento della popolazione non la vuole come Presidente –, se la popolazione da tre mesi è in una situazione di mobilitazione permanente contro un Governo che ha ucciso nei fatti oltre sessanta persone – dopo novanta giorni siamo arrivati adesso anche a ottanta persone – consideriamo che quello è un Governo illegittimo e quindi si deve aprire un processo in Perù in cui evidentemente né quella Presidente né il Parlamento sono legittimati a poter gestire quella che è una necessità di trovare un'uscita, una via di sbocco a quella situazione. Ci vogliono dei referenti autorevoli, non chi ha ucciso ottanta persone e tanto meno un Congresso che negli ultimi anni si è dimostrato un Congresso che non ha per niente a cuore – se possiamo dire – gli interessi del nostro Paese.
  Quindi non consideriamo che non ci sia stato un errore, sicuramente, ma se dobbiamo elencare gli errori che sono stati fatti da parte del Congresso nei confronti di quello che è stato il Governo di Castillo, e al di là dell'essere partigiani – perché nessuno di noi qua è membro del partito del Presidente Castillo – però, se dobbiamo elencare quegli errori, la lista è molto lunga, non hanno permesso di fare assolutamente niente, era un Congresso che ha bloccato assolutamente tutto.
  Quindi, sì, c'era già una situazione di crisi istituzionale e, purtroppo, la misura adottata il 7 dicembre non è stata la più adeguata, ma neanche ciò che è stato fatto dopo il 7 dicembre sta garantendo la pace nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, onorevole Boldrini.

  LAURA BOLDRINI(intervento in videoconferenza). Grazie, presidente. Intanto vorrei dire ai colleghi e alle colleghe che quando la dottoressa si riferisce al Congresso, si riferisce al Parlamento, che in Perù viene definito Congresso.
  La situazione che le rappresentanti e i rappresentanti del Comitato Nazionale Peruviane e Peruviani residenti in Italia hanno illustrato è una situazione sicuramente assai problematica, soprattutto – al di là del merito politico e dunque della legittimità di questa destituzione del Presidente Castillo, che non è il merito di questa nostra audizione, in quanto non abbiamo gli strumenti neanche per potere entrare nel merito, che non ci compete – noi qui oggi vogliamo ascoltare ed eventualmente prendere un impegno in merito alla repressione violenta che è in corso e all'utilizzo sproporzionato della forza ai danni di popolazioni andine, che pacificamente dimostrano il loro dissenso e la loro protesta, contro cui, invece, viene messa in atto una repressione che ha causato decine e decine di morti, persone ferite, alcune delle quali forse rimarranno disabili, e questo genera molta insicurezza nel Paese.
  Ieri, insieme al collega Porta, abbiamo incontrato l'Ambasciatore peruviano in Italia, al quale abbiamo chiesto conto di questi metodi, di questa violazione dei diritti legittimi delle popolazioni di protestare, e l'Ambasciatore non ha negato quello che sta accadendo, e ha chiaramente espresso egli stesso preoccupazione per quello che accade. Quando noi abbiamo chiesto se si intravede un'uscita, una exit strategy da tutto questo, anche lui non ha potuto fornire molte alternative, giacché il Congresso, cioè il Parlamento, non intende ad oggi arrivare a sciogliersi e ad indire nuove elezioni. Questo crea una situazione di stallo molto insicura per le popolazioni.Pag. 8
  Io credo che noi, come Paese in cui vivono centomila peruviani – una buona percentuale di questi sono cittadini italiani – abbiamo il dovere di essere vicini a queste persone, ma il Governo dovrebbe anche fare un passo in più, nel senso che dovrebbe, a mio avviso, adoperarsi e fare pressione a livello internazionale affinché questi metodi violenti cessino il prima possibile.
  Non possiamo noi, come Paese che comunque ha al suo interno una tale presenza, non agire e non intraprendere un'iniziativa di carattere politico, sia in sede europea, sia in sede internazionale e bilaterale. Quindi spero che, alla fine di questa audizione, si possa addivenire anche ad un impegno.
  Presidente, è vero, noi abbiamo fatto l'interrogazione ma, non so se Lei ricorda la risposta che c'è stata, è stata una risposta che ha preso atto di un problema, ma io non ho sentito parole chiare e nette di condanna. Pertanto, io spero che oggi noi possiamo, in qualche modo, fare un passo avanti, come Commissione esteri, che vada in questa direzione.
  Chiederei anche alla dottoressa Pando se recentemente a Lei risulta – e anche alle altre persone – che ci siano ancora queste situazioni di repressione. Ieri l'Ambasciatore a me e al collega Porta ha fatto presente che le cose stanno cambiando e che non si utilizzerebbero più quei metodi e che quindi, in qualche modo, c'è una de-escalation. Vorrei capire se a voi questo risulta e se lo ritenete un segnale positivo, sufficiente, o se invece ritenete che non sia abbastanza da poter considerare questa cosa come un segnale positivo.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Io credo che la mia collega Mary può raccontare l'episodio che aveva iniziato a raccontare delle donne aymara, e questo è di quattro o cinque giorni fa.

  MARY ASUNCIÓN ECHEVERRIA, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Il giorno della donna il Ministro dell'educazione ha discriminato le donne aymara attraverso delle frasi molto offensive, maschiliste e anche discriminatorie. Questo ha sollevato ancora di più il rifiuto del popolo verso questo Governo.
  C'è da dire che è una continua discriminazione verso gli aymara, quechua, chanca, la gente più umile, da parte di questo Governo dell'estrema destra; i Ministri e i parlamentari continuamente provocano questi popoli, che sono in lotta pacifica contro questo Governo di dittatura civico-militare.
  Per favore, chiediamo la solidarietà, come il nostro popolo, a voi, presidente e onorevoli, ha messo in prima linea questa nostra richiesta come peruviani, perché il nostro Paese pretende una reale democrazia, rispettando tutti i diritti umani. È per questo che chiediamo il vostro aiuto come residenti peruviani in Italia. Molti di noi appartengono a questo sistema italiano, ma non per questo possiamo ignorare tutte le problematiche che ci sono nel nostro Paese, non per questo siamo felici che ancora i nostri Ministri discriminano i nostri parenti e la nostra famiglia. È per questo che vi chiediamo aiuto.
  Non perché siamo lontani abbiamo dimenticato la nostra terra: al contrario, adesso la abbracciamo ancora di più. Con la lontananza è molto triste vedere tutto questo, quando noi godiamo di tutti i diritti che questi Paesi civili ci danno, è molto triste che loro vengano discriminati perché usano magari un abbigliamento diverso. C'è da dire che ancora oggi c'è l'influenza spagnola in questi Ministri e in questa gente che ci governa, purtroppo, e mi vergogno anche a dirlo, che devono essere discriminati perché sono umili, perché sono di culture aymara, chanca, quechua.
  Per questo chiediamo che voi abbracciate questa causa nostra, perché non sappiamo più a chi chiedere aiuto, per favore.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Rispetto a quello che diceva l'onorevole Boldrini, la mia collega prima Pag. 9aveva parlato della manifestazione, quattro o cinque giorni fa, in cui hanno sparato i lacrimogeni direttamente alle donne che stavano manifestando. Quindi non è vero che non continua la repressione.
  Inoltre, la repressione, se vogliamo, la più esacerbata è stata quella di sparare alle persone; ma possiamo o non possiamo considerare repressione il fatto che si danno trentasei mesi di carcere preventivo a delle persone che avevano in mano 400 euro per le collette e vengono accusate di organizzazione terroristica? Abbiamo centinaia di attivisti che sono accusati di organizzazione criminale, che non hanno un processo giusto.
  La nostra richiesta di intervento da parte delle autorità è la condanna di quella che è la violazione dei diritti umani, non semplicemente che uccidere è sbagliato, ma è la violazione di tutti i diritti umani. Chiunque ha diritto a un processo giusto, e trentasei mesi di carcere preventivo per avere 400 euro in tasca non è una cosa corretta, non è una cosa che va nella direzione del rispetto dei diritti umani e della salvaguardia.
  Noi abbiamo bisogno che l'Italia prenda posizione rispetto a queste cose elementari.
  Abbiamo i presìdi dei gruppi di estrema destra davanti alle case dei giornalisti, davanti alle case di coloro che la pensano diversamente. Questo all'Europa dovrebbe far venire un campanello d'allarme.
  Quando si comincia a considerare il diverso come il nemico, questa è una cosa che in Europa è già successa, e ora in Perù ci troviamo con questo. Per esempio, presìdi a giornalisti molto conosciuti, a persone difensori dei diritti umani, nei quartieri bene della capitale, in cui l'estrema destra va con i manganelli a picchiare la gente. Questa è la situazione.
  Quello che noi chiediamo, ripeto, non è semplicemente che si dica che il Governo in Perù e la Presidente Dina Boluarte devono smettere di uccidere le persone, ma devono smettere di violare i diritti elementari.
  Alla signora Janet Carrasco, che è stata anche lei condannata per avere in tasca 350 euro, il Procuratore ha avuto il coraggio di condannarla a trenta mesi di prigione preventiva per il fatto che hanno ritenuto che non avesse una dimora stabile, perché ha lasciato i figli nel proprio paesino di origine. Quindi un atteggiamento maschilista, un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle donne. La signora Janet non aveva il diritto di venire a protestare a Lima e lasciare i suoi figli nel suo paesino d'origine perché, in quanto donna, deve stare solo vicino ai figli. Questi sono valori retrogradi, presidente, retrogradi, che stanno avanzando nel nostro Paese.
  Non sono soltanto i morti per i quali noi chiediamo giustizia e chiediamo che l'Italia si esprima correttamente, ma ci sono valori retrogradi che anche qua in Europa – se vogliamo – avanzano, e anche qui in Europa, anche qui in Italia stiamo combattendo affinché questi valori non avanzino.
  Come cittadini italiani, come cittadini peruviani noi pretendiamo che l'Italia affermi l'universalità dei diritti e il rispetto dei valori universali e la non violazione dei diritti delle persone.

  PRESIDENTE. Grazie. Devo dare la parola ancora a tre colleghi. Prima all'onorevole Quartapelle.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO(intervento in videoconferenza). Grazie, presidente, per avere reso possibile questa audizione. Grazie all'onorevole Boldrini, che ha aiutato a coordinare.
  Io aggiungo, rispetto a quello che diceva l'onorevole Boldrini, semplicemente un punto. Come Partito Democratico abbiamo dato l'adesione alle manifestazioni che si terranno questa domenica, proprio per sostenere le richieste di rispetto dei diritti umani che vengono fatte, perché ci sembra che la migliore pressione sia una pressione istituzionale, ma anche politica, nella direzione che voi indicavate.
  Un secondo punto d'informazione riguarda la condizione dei parlamentari: nel caso in cui voi sapeste che ci sono parlamentari coinvolti, il cui mandato parlamentare è stato fortemente limitato dalla situazione in atto, l'Unione interparlamentare ha un meccanismo di difesa dei diritti umani dei parlamentari, a cui qualsiasi Pag. 10parlamentare, di qualsiasi Paese membro dell'Unione – tra cui anche il Perù – può fare ricorso. Quindi aggiungo questo elemento come strumento di ricorso internazionale, di solidarietà internazionale, che non sempre è conosciuto.
  Se serve, sono disponibile a dare informazioni su come fare poi il ricorso, eventualmente. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Personalmente penso che sia una buona idea questa dello strumento dell'Unione interparlamentare. Ora l'onorevole Onori.

  FEDERICA ONORI(intervento in videoconferenza). Grazie, presidente. Buongiorno a tutti e benvenuti ai rappresentanti del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia: è un piacere ed è una bellissima opportunità per noi potervi ascoltare oggi.
  Anch'io mi riaggancio a quello che diceva l'onorevole Porta a inizio audizione: sono eletta all'estero, seppur in un'altra circoscrizione, però, come gruppo, come Movimento 5 Stelle, abbiamo seguito l'evolversi dei fatti in Perù, fin dall'inizio, uscendo anche con diversi comunicati stampa, proprio perché ci preme capire cosa succede ed, eventualmente, essere utili per contribuire a una soluzione.
  La mia domanda è forse un po' tecnica e apparentemente poco legata al problema dei diritti umani, però credo che avere chiara la parte fattuale delle circostanze sia invece il primo passo per poter poi raggiungere un contributo significativo.
  Si è parlato prima di centoquattro voti necessari per poter proclamare, in linea con i dettami costituzionali peruviani, l'impeachment del Presidente. Sulle fonti stampa, però, io ho trovato un dato diverso – e quindi ecco la mia domanda –, perché sulle fonti stampa ho trovato che invece sono necessari solo ottantasette voti, comparati poi con i centouno ottenuti a favore.
  Quindi volevo, se possibile, un chiarimento su questo. Grazie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Giuseppe.

  ANDREA DI GIUSEPPE. Grazie, presidente. Al netto del fatto che ogni morte è una tragedia immane, quello che sarebbe interessante – perché questa è un'indagine conoscitiva, quanto meno per me è importante conoscere, perché poi uno prende una posizione quando ha anche tutte le informazioni necessarie – sarebbe molto interessante audire l'Ambasciatore del Perù in Commissione, perché almeno sentiamo in Commissione la versione del rappresentante dello Stato.
  Non possiamo esimerci dal capire le logiche politiche che stanno dietro – non da ieri, ma da qualche tempo – perché se non ne capiamo la radice è difficile per noi, quanto meno per me, capire come poter aiutare nella cura e nell'intervenire. Per questo io vi esorto ad audire anche l'Ambasciatore, in modo da avere delle informazioni, che siano informazioni anche su canali ufficiali di un certo tipo. Grazie.

  PRESIDENTE. A questo punto io penso che possiamo considerare esaurita questa fase del trattamento del caso. Possiamo verificare presso l'Ambasciata del Perù se c'è disponibilità a venire in Parlamento, e quindi ci riserviamo uno sviluppo di questa indagine.
  L'onorevole Onori vuole intervenire? Direi basta, direi che possiamo interrompere la nostra riunione e ci aggiorniamo. Grazie a tutti.

  FEDERICA ONORI(intervento in videoconferenza). Mi scusi, presidente, avevo rivolto una domanda, in effetti. Non so se fosse possibile ottenere una risposta in merito.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Onorevole Onori, rispetto alla domanda che Lei faceva, le informazioni che noi abbiamo sono quelle che diceva il mio collega. Io vedo che Lei ha trovato la questione degli ottantasette voti, ma perché si riferiva al terzo impeachment – come dite voi qua – rispetto al Presidente. A noi invece, da quanto sappiamo Pag. 11dagli avvocati costituzionalisti che stanno seguendo, è centoquattro. Però, se vuole, onorevole, noi raccogliamo un po' di materiale su questa specifica situazione e possiamo mandarlo tramite la segreteria dell'onorevole Boldrini, che ci sta sostenendo in queste interrogazioni, e mandiamo informazioni in più. Possiamo anche mandarLe il testo del ricorso che sta facendo l'avvocato costituzionalista rispetto a questo impeachment.

  FEDERICA ONORI(intervento in videoconferenza). Va benissimo, grazie. Se può facilitare, può anche direttamente scrivermi all'e-mail istituzionale. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Credo che, per correttezza, quanto viene mandato... ci fidiamo dell'onorevole Boldrini, che ci trasmetterà il testo da Lei ipotizzato.

  EDDA PANDO, rappresentante del Comitato Nazionale delle Peruviane e dei Peruviani residenti in Italia (intervento in videoconferenza). Lo mandiamo alla segreteria, presidente, alla segreteria che ci comunicato il link.

  LAURA BOLDRINI(intervento in videoconferenza). La segreteria della Commissione forse è la cosa migliore.

  PRESIDENTE. La Segreteria della Commissione è più oggettivo. Grazie per ora. Seguiremo il caso.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.50.