XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Mercoledì 15 novembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO

Audizione del professor Daniele Nardi, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Nardi Daniele , Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 4 
Nardi Daniele , Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI ... 5 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Nardi Daniele , Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI ... 5 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Caparvi Virginio (LEGA)  ... 5 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Nardi Daniele , Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AIxIA):
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Ghidini Chiara , Vicepresidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 7 
Ghidini Chiara , Vicepresidente dell'associazione italiana per l'intelligenza artificiale ... 7 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Caparvi Virginio (LEGA)  ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Orlandini Andrea , Organizzatore della 22esima Conferenza internazionale dell'associazione italiana per l'intelligenza artificiale ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 

Audizione di rappresentanti di Adra – AI, Data and Robotics Association :
Gribaudo Chiara , Presidente ... 9 
Girardi Emanuela , Presidente di Adra, AI, Data and Robotics Association (Intervento da remoto) ... 9 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 11 
Rizzetto Walter (FDI)  ... 11 
Girardi Emanuela , Presidente di Adra, AI, Data and Robotics Association (Intervento da remoto) ... 12 
Gribaudo Chiara , Presidente ... 12 

Allegato 1: Documentazione presentata dai rappresentanti dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AIxIA) ... 13 

Allegato 2: Documentazione presentata dai rappresentanti di Adra – AI, Data and Robotics Association ... 18

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 14.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del professor Daniele Nardi, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione del professor Daniele Nardi, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent System del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla giunta per il Regolamento.
  Nel ringraziare il nostro ospite per la disponibilità, gli cedo immediatamente la parola. Prego.

  DANIELE NARDI, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI. Buongiorno a tutti. Ringrazio dell'invito. Cinque minuti sono tiranni, ma faremo quello che si può in questo contesto.
  Intanto vorrei dire qualcosa relativamente allo stato dell'arte, in particolare spiegando dove si produce l'intelligenza artificiale.
  In questo momento direi che tre sono i contesti principali: il primo è quello delle grandi multinazionali e in generale dei grossi fornitori di soluzioni informatiche; il secondo è invece quello che riguarda le grandi aziende, come l'ENEL, ad esempio, che sta sviluppando al suo interno sistemi di intelligenza artificiale per migliorare i servizi che offre. Infine – la parte su cui vorrei richiamare l'attenzione – c'è un mondo di piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico che sono quelle che sviluppano soluzioni, che sono più specifiche.
  Quindi, se dovessi sottolineare un punto sul quale prestare maggiormente l'attenzione, direi che questo è rappresentato dalle PMI per le PMI, dove nel primo caso si intende le PMI tecnologiche che producono soluzioni per le PMI ad ampio spettro. Perché poi, come qualcuno ha detto, siamo in difficoltà sulla definizione di intelligenza artificiale; parliamo di qualcosa che non ha una definizione e non voglio dedicare molto tempo a questo argomento. Però, semplificando qualcuno ha detto che l'intelligenza artificiale è la Ferrari dell'informatica. Ecco, in questa ottica l'intelligenza artificiale è pervasiva e può essere applicata in qualunque contesto dove ci sono dei dati.
  Sull'opportunità e sui rischi citerò un solo caso come esempio; anche qui dilungarsi sulle opportunità credo che sia una materia troppo ampia per essere trattata. Il caso che vorrei far presente è quello dei riders; recentemente c'è stata la conferma della sanzione che è stata comminata dal Pag. 4Garante per la protezione dei dati personali a un'azienda che utilizzava un algoritmo (non so quanta intelligenza artificiale ci fosse dentro, probabilmente neanche tanta); un esempio concreto di come da una parte abbiamo l'opportunità che per tutti i processi ingegneristici è quella di ottimizzare la produzione, il servizio, l'uso delle risorse, dall'altra c'è una contropartita che ovviamente è il rischio che in questo caso è quello di creare delle discriminazioni potenziali e violare la privacy e così via.
  Per turismo, commercio e artigianato cosa abbiamo?
  Secondo me, al di là delle vocazioni specifiche, gli elementi principali che io metterei in evidenza sono le possibilità che attualmente vengono offerte, in gran parte attraverso questi large language models per migliorare la capacità di comunicazione e la capacità di interazione verso gli utenti, che evidentemente nessuna delle piccole realtà può gestire in maniera autonoma e per le quali invece molte applicazioni – anche solo per esempio usare uno di questi sistemi per creare l'immagine, il logo, il volantino – potrebbero essere di grande utilizzo. Nel contesto delle PMI, ciò potrebbe giovare al rapporto con il cliente, consentendo una gestione molto più personalizzata. Normalmente questi sistemi devono essere alimentati da grandi quantità di dati e per questo occorre, secondo me, pensare a delle forme consortili a livello locale, dove si possa effettivamente mettere a fattor comune questo tipo di opportunità.
  Concludo dicendo quali sono secondo me gli altri punti principali. Vorrei mettere in evidenza due aspetti: uno è quello delle risorse umane. Noi come sistema stiamo producendo un gran numero di laureati e dottori di ricerca, anche grazie a risorse dedicate che sono state date proprio al settore dell'intelligenza artificiale. Quando queste risorse si chiuderanno o diminuiranno – abbiamo un orizzonte temporale che è quello del PNRR – dobbiamo da una parte continuare ad alimentare il sistema e dall'altra parte fare in modo che le persone che noi formiamo rimangano in Italia. Questo lo dico anche a titolo personale, io ho un nipote e un figlio ingegneri che lavorano all'estero; dobbiamo domandarci il perché e fare in modo che questi possano tornare offrendogli delle condizioni, in particolare possano tornare nelle PMI, dove possono effettivamente incidere.
  Come laboratorio ci stiamo impegnando sulla questione della regolamentazione dell'intelligenza artificiale; credo che il nostro punto di attacco al problema sia quello della standardizzazione.
  Ci sono dei processi di standardizzazione internazionale ISO in ambito mondiale e CENELEC in ambito europeo; presidiare questi processi è secondo noi molto importante perché poi la legislazione si appoggerà su degli standard. Quindi, colmare questa distanza che al momento c'è tra la legislazione e la sua effettiva realizzazione in termini di standard, crediamo che sia particolarmente importante per le PMI. Queste ultime non sono per niente rappresentate, perché non hanno la forza di essere rappresentate in questo contesto e rischiano di essere tagliate fuori, quando la regolamentazione e gli standard li fanno altri che non tengono conto delle loro esigenze.

  PRESIDENTE. La ringrazio, è stato molto interessante. È chiaro che in quei cinque minuti canonici che la Commissione offre non si può parlare di tutto o di un qualcosa di assolutamente dirompente.
  Vorrei capire se lei avesse una sua opinione o una sorta di convinzione rispetto al fatto che l'intelligenza artificiale oggi può essere interpretata in due modi.
  In primo luogo, sfruttiamo l'intelligenza artificiale, seppure generativa, per cercare di dare una mano alla nostra forza-lavoro, per aumentare ad esempio i livelli di sicurezza, per cercare di aumentare la produttività delle nostre aziende.
  Dall'altro lato, evidentemente un'altra faccia della stessa medaglia, si potrebbe determinare una sostituzione di forza-lavoro.
  In un ultimo rapporto Goldman Sachs – mi pare a luglio di quest'anno – ha descritto scenari abbastanza drammatici sotto questo punto di vista, immaginando (ma di fatto certificando) che se continueremo così Pag. 5rispetto all'applicazione dell'intelligenza artificiale soprattutto in alcuni ambiti, ad esempio quello delle professioni (lei ha parlato ad esempio di PMI prima in modo molto corretto), nel mondo entro i prossimi 36 mesi ci saranno circa 300 milioni di posti di lavoro a rischio.
  Quindi, vorrei capire se avete già delle indicazioni, anche sulla base del fatto che lei prima ha ricordato che come laboratorio state cercando di impegnarvi, rispetto a una sorta di regolamentazione sul tema. Quindi, volevo capire se poteva darci questo tipo di indicazione.

  DANIELE NARDI, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI. Molto sinteticamente. Per quanto riguarda il primo punto diciamo che ci sono sicuramente molti contesti in cui il principio è quello della cooperazione e non quello della sostituzione. Potrei richiamare il settore della medicina o quello della traduzione. Questi sistemi sono quasi perfetti a livello di traduzione, però le aziende che forniscono il servizio in maniera professionale hanno sempre la necessità di avere un controllo. Quindi, si tratta di uno strumento per l'operatore che consente al traduttore di realizzare il suo compito lavorativo in un tempo molto inferiore.
  Questo non è diverso da nessuno di tutti i meccanismi di automazione e ottimizzazione del lavoro che sono stati introdotti finora e questo è estendibile a tantissimi altri esempi.

  PRESIDENTE. È vero quello che dice, ovvero che c'è l'uomo che comunque gestisce i processi di una macchina, però ci stiamo avvicinando – mi corregga se sbaglio – a tappe sempre più forzate verso un'intelligenza artificiale generativa. Quindi io sono d'accordo con lei quando dice che ad esempio le più grandi aziende che fanno traduzioni hanno sempre l'uomo accanto a questo bot che traduce; probabilmente al posto di avere dieci traduttori un domani ne avranno uno, che controlla il lavoro globale di questa macchina, perché si accorcia il tempo della lavorazione di una traduzione.

  DANIELE NARDI, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI. Questo sicuramente. Non ho una risposta onestamente dal punto di vista del mondo del lavoro, perché è un tema che è molto al di fuori della mia competenza.
  A me sembra che la storia insegni che c'è stata sempre una riorganizzazione della società a fronte di questo tipo di evoluzioni che abbiamo avuto anche in passato. Chiaramente questo è un processo trasformativo. Credo che da questo punto di vista il ruolo veramente importante spetti alla politica per capire come effettivamente gestire l'importanza dell'innovazione ai fini del miglioramento dei processi, dei servizi, dei prodotti e, nello stesso tempo, mantenere un equilibrio rispettando le esigenze della società e il lavoro delle persone.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  VIRGINIO CAPARVI. Ringrazio il professor Nardi. Mi ricollego alla domanda del presidente Rizzetto (in parte lei ha già risposto soprattutto in questa ultima parte).
  È vero, come probabilmente pensiamo tutti, che a ogni transizione c'è un aggiustamento delle cose. In una tavola rotonda di qualche tempo fa uno speaker disse che quando introdussero l'automobile probabilmente i guidatori di carro a cavallo avevano paura di perdere il lavoro; e fin qui ci siamo. Però forse il tema, e vorrei chiedere a lei un'opinione su questo, è che in questo momento si sta andando verso un'alta specializzazione. Cioè, laddove l'intelligenza artificiale, così come la robotica prima, non è ancillare al lavoro, ma è sostitutiva, si possono certo generare altri posti di lavoro, ma si può ritenere che i posti di lavoro che si generano richiedano un'alta specializzazione, mentre i posti di lavoro che si sopprimono siano invece quelli a più bassa specializzazione? Perché se così fosse, sarebbe un tema da tenere in valutazione. Cosa ne pensa?

  PRESIDENTE. Do la parola al nostro audito per la replica.

Pag. 6

  DANIELE NARDI, Direttore del Laboratorio Nazionale Artificial Intelligence and Intelligent Systems del CINI. Sono assolutamente d'accordo sul fatto che dovrebbe aumentare il livello di specializzazione e la capacità dell'uomo di gestire anche quello che dice la macchina. Vogliamo fare un altro esempio in ambito medico? Il discorso di avere degli strumenti diagnostici che permettono di dare delle indicazioni è sicuramente un elemento, ma la capacità di valutare l'intero contesto in questo momento mi sembra che sia molto più nelle corde dell'operatore umano, il quale deve essere ancor più specializzato di prima per poter avere la capacità di sfruttare questi ulteriori strumenti che vengono messi a disposizione. Quindi il trend dovrebbe proprio essere quello di elevare le funzioni dell'uomo e sostituirlo in quelle che possono essere delle parti, non certo in quelle che non sono definite di routine, come sgrossare un testo dal punto di vista della traduzione e intervenire nei punti in cui è importante l'attenzione e la capacità di valutare il contesto delle persone.

  PRESIDENTE. Ringrazio il professor Nardi. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale (AIxIA).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati secondo le modalità stabilite dalla giunta per il Regolamento.
  Intervengono la dottoressa Chiara Ghidini, vicepresidente dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale, e il dottor Andrea Orlandini, organizzatore della 22esima Conferenza Internazionale dell'Associazione.
  Vi ringrazio nuovamente e cedo immediatamente la parola alla dottoressa Ghidini. Prego, dottoressa.

  CHIARA GHIDINI, Vicepresidente dell'Associazione italiana per l'intelligenza artificiale. Grazie mille, buon pomeriggio e grazie per l'invito da parte di tutta l'Associazione.
  Come evidenziato nel breve rapporto che vi abbiamo inviato prima di questa audizione, le criticità che si possono trovare nel rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro sono moltissime. Noi abbiamo deciso di concentrarci su due criticità in particolare, perché sono particolarmente vicine al mondo dell'Associazione.
  La prima riguarda la formazione.
  Qualsiasi sia l'impatto che l'intelligenza artificiale avrà sul mondo del lavoro essa farà nascere nuove figure professionali e non solo in ambito tecnologico; quindi abbiamo un rischio concreto dovuto alla rapidissima evoluzione delle competenze richieste dal mercato del lavoro, ovvero il rischio di non riuscire a fornire un'educazione tempestiva e adeguata sull'intelligenza artificiale ai vari attori del mondo del lavoro.
  La seconda criticità riguarda gli strumenti di intelligenza artificiale; nel particolare la velocità con cui vengono immessi nel mercato del lavoro.
  Il clamore mediatico generato da Chat GPT ha creato un hype su questi strumenti, che vanno ben oltre le loro capacità reali.
  A nostro avviso, questa attenzione mediatica è stata molto positiva perché è servita ad alzare il livello di attenzione generale sull'intelligenza artificiale; però va sottolineato che le tecnologie di intelligenza artificiale pronte a entrare nel mercato del lavoro non sono solo quelle generative ma sono moltissime.
  Il rischio concreto che abbiamo è dovuto alla pressione di immettere nel mercato degli strumenti che sono ancora immaturi, il cui uso deve essere invece monitorato, regolamentato e guidato verso un'adozione corretta, inclusiva, equa ed efficace.Pag. 7
  Nel nostro breve rapporto abbiamo identificato tre considerazioni e tre azioni su cui basare possibili interventi correttivi.
  La prima riguarda la formazione, e in particolare mettere a fattor comune le competenze del mondo della ricerca e del sistema dell'istruzione superiore e universitaria per formare lavoratori e lavoratrici che sappiano usare queste tecnologie in modo consapevole e responsabile.
  C'è stata un'indagine di recente condotta dall'Associazione, anche con la collaborazione del Laboratorio CINI di cui vi ha parlato Daniele Nardi in precedenza, che ha messo in evidenza che già moltissimi corsi di laurea si stanno ponendo il problema dell'educazione dell'intelligenza artificiale (non solo nell'ambito tecnologico, nell'ambito delle materie STEM). Questi sforzi vanno messi a fattor comune e vanno sostenuti e guidati in modo anche centralizzato.
  Il secondo aspetto è che occorre rafforzare le attività di ricerca pubblica in intelligenza artificiale, riducendo il rischio di una oligarchia digitale lasciata in mano alle big companies.
  Una seconda considerazione riguarda la necessità di facilitare un'adozione sana e consapevole delle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale da parte delle imprese, in particolare le piccole e medie.
  Queste imprese sono ora di fronte a un mercato estremamente aggressivo, estremamente variabile e a loro completamente sconosciuto. Occorre guidare e accompagnare queste piccole e medie imprese ad esempio attraverso la creazione di centri di competenza. Centri di competenza che potrebbero essere distribuiti sul territorio nazionale e potrebbero permettere, soprattutto a micro, piccole e medie imprese, artigiane e associazioni di categoria, di avvicinarsi alle tecnologie di intelligenza artificiale.
  L'ultimo punto su cui facciamo un focus è quello relativo all'uso dei dati relativi al mercato del lavoro, su cui basare interventi futuri.
  Ci sono moltissimi report, soprattutto da parte di companies private, su scenari possibili e futuri dell'intelligenza artificiale, ma esistono anche iniziative pubbliche di estremo interesse come quelle finanziate dall'Unione europea. Tra queste merita una menzione la base di conoscenza europea degli annunci di lavoro tecnologico con libero accesso alle informazioni.
  Questo tipo di basi di conoscenza può rappresentare un asset strategico per il Paese, perché può fornire uno strumento di analisi su cui questa Commissione e anche il legislatore può basarsi anche in modo predittivo, perché può conoscere in tempo reale qual è l'esigenza delle piccole e medie imprese, che lì inseriscono domande e richieste di competenze e di lavoro.
  Ovviamente l'Associazione è disponibile ad aiutare il legislatore in tutte queste tre proposte.
  In conclusione riteniamo che, nonostante la complessità di previsione di scenari futuri, una formazione efficace ed efficiente dei lavoratori, la necessità di facilitare un'adozione sana e consapevole delle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale e l'utilizzo dell'analisi dei dati, che viene immesso in basi di conoscenza sul lavoro tecnologico, possano fornire un contributo per cogliere le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale al mondo del lavoro.

  PRESIDENTE. Lei nella sua relazione, e la ringraziamo, vede un rischio (mi corregga se sbaglio) di un deficit in termini di formazione.
  Perché? Mancano secondo lei le strutture e le infrastrutture? Mancano i formatori? Manca la materia prima, ovvero le persone che si avvicinano a questo tipo di iniziative? Non si riesce a «matchare»?

  CHIARA GHIDINI, Vicepresidente dell'associazione italiana per l'intelligenza artificiale. Le motivazioni sono molteplici; ovviamente ci sono motivazioni storiche, e già sappiamo che il mercato del lavoro richiede moltissime competenze STEM, quindi science and technology, mentre l'orientamento degli studi dei giovani italiani va solo parzialmente in questa direzione. Però ci sono anche delle specificità di questo particolare momento storico.
  Pensiamo a un tipo di lavoro che è sempre stato considerato solido e sicuro, Pag. 8quello del programmatore; noi abbiamo fatto per anni campagne per i ragazzi perché si iscrivessero ad informatica. Un ragazzo che si iscrive al primo anno di Scienze dell'informazione in informatica adesso non sa tra tre/cinque anni quale sarà l'impatto delle IA generative sul lavoro della programmazione.
  C'è un problema di velocità che fa in modo che questi ragazzi dovranno formarsi moltissimo durante la loro carriera.
  C'è anche un problema di pervasività delle tecnologie. L'intelligenza artificiale sta entrando nell'area della medicina, dell'avvocatura, dell'economia. Tipicamente queste professioni non hanno avuto un percorso particolare dal punto di vista tecnologico, però queste persone dovranno non solo usare gli strumenti di intelligenza artificiale, ma anche capirli; quindi dovranno avere un minimo di cognizione di come questi strumenti sono fatti, non solo come si usano da utente.
  Questo tipo di sfida è estremamente interessante per chi fa formazione, ma è anche estremamente difficile, perché occorrerà riqualificare e intervenire in un ampio settore della popolazione.
  Ultimo aspetto. L'intelligenza artificiale, a differenza di altre rivoluzioni tecnologiche, colpirà le classi scolarizzate. Non si va più a rimpiazzare, a sostituire o a cambiare il lavoro dell'operaio, ma si va a cambiare il lavoro del colletto bianco, e questa sarà un'altra sfida molto importante che dovremo affrontare.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  VIRGINIO CAPARVI. Faccio a lei la stessa domanda che ho fatto a chi l'ha preceduta, apprezzando l'esempio sulla programmazione, visto che sono un programmatore informatico e conosco da vicino questo tema che condivido pienamente. Era il mestiere del futuro, senonché abbiamo scoperto che per futuro si intendevano cinque anni; quindi questo ci dà l'idea di quanto siano veloci questi cambiamenti.
  Se diamo per assunto il fatto che per X posti di lavoro soppressi ne vengano generati altrettanti, lei ritiene che siano di ugual valore o ci sia uno spostamento verso l'alto che tirerà fuori tante persone, che non solo non si sono avvicinate alle materie STEM, ma non hanno proprio queste capacità. Una volta in un'azienda c'era dall'ingegnere all'operaio specializzato, dall'operaio al portiere; andiamo verso un orizzonte in cui avremo dall'operaio specializzato in su, ma una fascia di lavori non esisterà più. Chiedo a voi se siete della stessa opinione: se tutti i lavoratori si formeranno a tal punto da essere sopra quell'asticella, che anche l'intelligenza artificiale sta alzando, come in parte ha alzato la robotica.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

  ANDREA ORLANDINI, Organizzatore della 22esima Conferenza internazionale dell'associazione italiana per l'intelligenza artificiale. Grazie della domanda perché permette di svolgere una riflessione aggiuntiva che si lega proprio al suo riferimento alla robotica, perché questo ragionamento è stato fatto qualche anno fa dalla Commissione europea proprio nell'ambito della robotica. C'era chi sosteneva che è vero che spariscono dei lavori, ma se ne generano di nuovi che vanno a compensare questa mancanza.
  In realtà, la nostra convinzione è che il differenziale globalmente sarà comunque negativo; è vero che si creano nuovi lavori che sicuramente alzeranno l'asticella della preparazione e della formazione, però, proprio per quello che diceva la dottoressa Ghedini, poiché potenzialmente può essere colpita una categoria che fino ad ora non aveva vissuto esperienze di questo tipo, l'impatto potrebbe essere talmente pervasivo da sopprimere o comunque a ridurre la necessità di lavoratori, che non saranno sostituiti.
  È necessario pensare e questo solo il legislatore lo può fare, anche a una riduzione dell'orario di lavoro o ripensare a una riorganizzazione che ponga come priorità, non i profitti delle aziende, perché il costo del personale è il costo principale che tutte le aziende hanno, ma degli obiettivi Pag. 9anche sociali, per migliorare la qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori e fare in modo che la perdita di posti di lavoro venga compensata. Ciò al fine di permettere a tutti di avere una vita dignitosa, poter lavorare in condizioni migliori. La tecnologia ci dà questa opportunità di far lavorare meglio le persone, senza portare a questo differenziale negativo che nell'intelligenza artificiale sarà ancora più evidente delle rivoluzioni industriali o della robotica.

  PRESIDENTE. Sono assolutamente d'accordo con lei quando dice che a questo punto l'intelligenza artificiale, seppur generativa, va interpretata bene rispetto al mercato del lavoro. Richard Susskind, autore che sicuramente conoscete, nel suo saggio «Il futuro delle professioni» non era esattamente così certo che alcune professioni non potessero non essere di fatto sostituite integralmente.
  Nel senso che io sono assolutamente a favore dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale, riqualificando l'attuale forza-lavoro (quella che sarà di qui a qualche anno). Anche se, secondo me, serve intervenire subito in formazione anche obbligatoria, perché oggi non esiste un corso di laurea che non abbia almeno uno spunto rispetto al tema. Ricordavo anche prima, l'ultimo rapporto Goldman Sachs parla di circa 300 milioni di lavoratori che potrebbero essere di fatto sostituiti. Prima parlavamo del settore delle traduzioni. Si dice che deve esserci sempre una persona che controlla; invece di dieci persone, ce ne sarà una sola che controlla. Sono assolutamente d'accordo con il collega Caparvi.
  Leggevo qualche tempo fa di un passaggio inquietante ma molto interessante, rispetto al fatto che addirittura andremo prima o poi (ci sono già i primi casi) non tanto verso l'intelligenza artificiale generativa ma verso l'intelligenza artificiale emotiva. C'è stato il primo caso, che penso farà storia, di una chat che non sapendo rispondere a una domanda ha finto di essere un'altra persona o un altro organismo, fondamentalmente ingannando. Secondo me la politica deve tenere molto in considerazione tale aspetto, perché è evidente che serve una formazione prima di poter disciplinare un certo tipo di ambito.
  Sulla formazione io sono assolutamente d'accordo. Anzi, vi dirò di più, corsi di laurea, che comunemente non sono interpretati come utili rispetto a questi temi, come il corso di Filosofia, secondo me potrebbero essere invece molto importanti al fine di normare anche eticamente quello che accadrà.
  Ringrazio la dottoressa Ghedini e il dottor Orlandini. Avverto che gli auditi hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
CHIARA GRIBAUDO

Audizione di rappresentanti di Adra – AI, Data and Robotics Association.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Adra – AI, Data and Robotics Association.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dai deputati e dagli auditi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
  Nel ringraziare la nostra ospite per la disponibilità, cedo la parola alla dottoressa Emanuela Girardi, presidente di Adra. Prego, dottoressa Girardi.

  EMANUELA GIRARDI, Presidente di Adra, AI, Data and Robotics Association (Intervento da remoto). Buongiorno. Io sono Emanuela Girardi e sono la presidente di Adra. Vi ho lasciato qualche slide su Adra, potete poi guardarvele e se avete delle domande sono a disposizione. Parlerei subito di intelligenza artificiale e lavoro.Pag. 10
  L'intelligenza artificiale è una general porter technology, cioè un insieme di tecnologie a livello generale; quindi siamo veramente di fronte a una vera e propria rivoluzione tecnologica e come tale deve essere governata e gestita.
  Andiamo a valutare l'impatto dell'intelligenza artificiale sul lavoro.
  Nel report che mi avete condiviso sono citati diversi studi; io ne ho aggiunto qualcun altro. Da tutti questi studi emerge che l'intelligenza artificiale avrà un grandissimo impatto sul mondo del lavoro e che è destinato a trasformare tutti i settori lavorativi.
  Se veniamo invece a un'intelligenza artificiale generativa l'impatto sarà ancora più alto rispetto a qualsiasi tecnologia del passato perché è molto più veloce e perché non siamo pronti.
  In particolare, l'intelligenza artificiale generativa avrà un impatto maggiore su lavori impiegatizi.
  Oggi essere più qualificati non rappresenta più una scudo contro la perdita di lavoro e contro la perdita di guadagno.
  Ci tenevo a sottolineare la velocità di sviluppo di queste tecnologie che impatto ha. OpenAI qualche giorno fa ha lanciato nuovamente un nuovo servizio, che si chiama GPT, che sono una serie di chat bot per uso personale e professionale.
  Bill Gates due o tre giorni fa ha parlato di queste generative AI, e ha detto che l'AI sta per cambiare completamente il modo di usare il computer; entro cinque anni ognuno avrà chat bot personale per qualsiasi attività personale o lavorativa.
  Io vi presento quattro aree di intervento verso le quali secondo me bisognerebbe focalizzarsi per governare l'impatto dell'intelligenza artificiale generativa sul lavoro:

   portare l'intelligenza artificiale nelle aziende, nella pubblica amministrazione e nella società; quale intelligenza artificiale; il ruolo del Governo; l'impatto sociale e la sicurezza sul lavoro.

  Purtroppo mancano le competenze per portare l'intelligenza artificiale soprattutto nelle piccole e medie imprese e nella pubblica amministrazione. Bisogna fare quello che gli inglesi chiamano il capacity building, cioè lo sviluppo delle capacità, e bisogna intervenire su queste due aree: formazione da una parte ed educazione dall'altra.
  Sulla formazione ho identificato due aree. Bisognerebbe sviluppare un piano Industria 6.0 con la formazione di AI obbligatoria per i dipendenti delle aziende che vogliono accedere a questi finanziamenti pubblici, quelli del Piano 6.0. Serve un piano per portare degli esperti di AI dentro la pubblica amministrazione, un po' come l'ultimo lanciato dall'amministrazione americana.
  Per quanto riguarda l'educazione ci sono alcune aree di intervento. La prima riguarda gli esperti di AI; bisogna pianificare quanti esperti di AI servono e sviluppare dei programmi per attrarre gli studenti a seguire questo tipo di formazione. Quindi ho identificato programmi nell'ambito di ITS, lauree STEM, chiaramente il numero delle donne negli studi di AI nell'ambito delle materie STEM.
  Fondamentale, questo riguarda tutti, bisogna ripensare all'istruzione, perché oggi abbiamo già un'intelligenza artificiale generativa che è in grado di svolgere alcuni compiti meglio degli esseri umani; quindi bisogna capire che cosa andare a insegnare ovvero quelle quelle competenze che servono ai ragazzi per svolgere i lavori del futuro che ancora non ci sono.
  Secondo me, è fondamentale insegnare a usare l'intelligenza artificiale in modo sicuro e consapevole, spiegare che cos'è l'intelligenza artificiale, che cosa non è, come funziona, i rischi e come gestirli. Ed ultimo, ma più importante elemento: bisogna formare gli insegnanti.
  La cosa fondamentale è che bisogna agire con urgenza; quello che stiamo già facendo non basta assolutamente. Le aziende italiane ed europee usano prevalentemente oggi dei modelli di AI generativa che sono stati utilizzati negli Stati Uniti perché non esistono ancora delle valide alternative europee.
  Considerati i limiti attuali dell'AI generativa (come le allucinazioni, i bias), è fondamentale sviluppare e addestrare dei modelliPag. 11 di AI generativa in Europa su valori europei.
  Servono risorse finanziarie, dati, risorse computazionali, talenti in AI e partenariati. In particolare servirebbero delle grandi collaborazioni pubblico-privato, come per esempio quella che è stata annunciata qualche giorno fa in Germania – il caso Aleph Alpha – : una start-up di AI generativa tedesca è stata finanziata da una cordata di imprenditori tedeschi con 500 milioni di dollari.
  È fondamentale considerare l'impatto geopolitico dell'AI generativa. Qui sul tavolo la posta in gioco è l'autonomia strategica europea; questo è un elemento molto importante ed è anche nei risultati dell'AI Safety Summit che si è tenuto qualche settimana fa in Inghilterra.
  Il ruolo del Governo in Italia oggi non è stato particolarmente rilevante; è mancata proprio la priorità strategica degli ultimi Governi sull'intelligenza artificiale. Abbiano altre strategie, non abbiamo un istituto italiano per le AI, non abbiamo un piano esecutivo, non c'è un budget dedicato, non c'è un ministero sull'AI, non c'è un team AI al Governo.
  È fondamentale non focalizzarsi solo sulla regolamentazione dell'AI, perché, pur essendo importante, c'è l'Europa che sta seguendo questo aspetto e ci sono già una serie di iniziative internazionali (AI Safety Summit, AI Alliance, OECD, GPAI, G20, G7). Serve un approccio sistemico governativo per governare – questo è l'aspetto più importante – lo sviluppo e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
  Un altro aspetto che ci tenevo a precisare riguarda l'impatto sociale dell'intelligenza artificiale.
  In primo luogo, il digital divide, cioè l'aumento delle disuguaglianze. Se non insegniamo le competenze digitali di base a tutti avremo delle diseguaglianze sociali e avremo gli emarginati digitali, ovvero delle persone che non potranno partecipare attivamente alla nuova società digitale del futuro. Gli analfabeti digitali sono quelli che sono considerati i poveri del futuro.
  Un ultimo aspetto positivo che volevo trattare con voi riguarda cosa si può fare con l'intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza sul lavoro.
  Stamattina purtroppo abbiamo letto tutti sulle news di questo ulteriore incidente sul lavoro; è morta una ragazza molto giovane. Con l'AI si possono ridurre gli incidenti sul lavoro e ridurre le morti sul lavoro. Ci sono tantissime cose che già oggi si potrebbero fare: per esempio, la manutenzione predittiva ci potrebbe aiutare a prevenire e ridurre i guasti; la raccolta analisi in tempo reale dei dati dei macchinari ci potrebbe permettere di bloccarli prima che si verifichino dei malfunzionamenti; l'utilizzo di AI ci potrebbe permettere di raccogliere i dati dall'ambiente di lavoro e dall'interazione tra uomo e macchina e identificare preventivamente delle situazioni a rischio incidente, quindi bloccando la macchina, inviando dei segnali di allarme per far sì che non si verifichino incidenti. Penso che sia molto importante – rientra nella responsabilità di tutti – poter utilizzare l'AI in questo ambito.

  PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  WALTER RIZZETTO. Volevo fare una domanda molto secca. Chiedo scusa, ho dovuto assentarmi un attimo, quindi può essere che nella prima parte della relazione abbia già affrontato la questione che sto per porle. È la terza volta che oggi pongo questa domanda, perché mi interessa e ci interessa particolarmente, visto che è l'obiettivo dell'indagine conoscitiva che abbiamo avviato qui in Commissione.
  Mi riferisco all'impatto dell'intelligenza artificiale – ancorché intelligenza artificiale generativa o addirittura intelligenza artificiale emozionale di qui a qualche tempo – sul mantenimento dei posti di lavoro.
  Lei giustamente ha ricordato una cosa che per quanto mi riguarda è sacra; ovvero noi oggi dovremmo cercare di sfruttare questo tipo di tecnologia anche per quanto riguarda tutto il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Trovo abbastanza inaccettabile che oggi, nonostante andiamo avanti sotto molti punti di vista, con l'impiego Pag. 12intelligenza artificiale, in altri settori, soprattutto nel mercato del lavoro, si comunica ancora a voce, attraverso una telefonata; e gli incidenti continuano a capitare.
  Ci sono dei posti di lavoro e delle professioni che sono più a rischio di altre? E, se sì, quante in termini previsionali?

  EMANUELA GIRARDI, Presidente di Adra, AI, Data and Robotics Association (Intervento da remoto). Non c'è una risposta giusta o sbagliata su questo, non c'è un numero che si possa dare; ci sono moltissimi studi che stanno analizzando qual è l'impatto.
  La maggior parte di questi studi concorda sul fatto che l'impatto sarà positivo, cioè saranno generati nuovi posti di lavoro rispetto a quelli che verranno in qualche modo automatizzati o rimpiazzati. Sicuramente l'impatto sarà su tutti i lavori, nel senso che alcuni studi dicono che 300 milioni equivalenti di full time verranno sostituiti da sistemi di intelligenza artificiale. In realtà tutti i nostri lavori verranno in parte impattati dall'utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale e alcune attività verranno automatizzate.
  La risposta secondo me è che cosa fare di questo lavoro liberato; cioè se una parte del mio lavoro viene automatizzata o viene resa più veloce, quindi io sono più produttiva nel mio lavoro, che cosa faccio di quel tempo che viene liberato? Secondo me, dovrebbe essere dedicato alla formazione.
  Io non mi sono soffermata perché avevo poco tempo, ma c'è un'analisi molto interessante che è stata fatta dall'Harvard Business School. È un'analisi che è stata fatta proprio sul lavoro impiegatizio.
  Ad alcuni consulenti di una grande azienda di consulenza è stata fatta utilizzare la generative AI ed hanno confrontato i risultati tra chi ha usato la generative AI e chi non l'ha usata. Chi l'ha utilizzata è stato il 25 per cento più veloce, ha svolto il 12 per cento di attività in più e il lavoro era in media il 40 per cento di qualità superiore.
  Questo dato, secondo me, è molto interessante, perché la domanda che bisogna porsi sul lavoro impiegatizio è: se ci mettono il 25 per cento di tempo in meno a svolgere il lavoro, quante persone servono per svolgere lo stesso tipo di lavoro? Quindi che cosa fanno? Le persone vengono licenziate e quindi scompaiono dei lavori oppure vengono svolte nuove attività? Oppure ancora si dedicano alla formazione? Quindi la domanda che dobbiamo proprio porci è con le ore di lavoro liberate che cosa ne facciamo? Questo è un elemento secondo me fondamentale.
  Un altro dato interessante emerso è che il maggiore incremento di prestazioni è stato registrato tra i dipendenti meno qualificati. Che cosa vuol dire? Oggi generative AI apprende le conoscenze umane esistenti e fa una sorta di riassunto di quanto imparato. Quanto più la nostra conoscenza è ampia, tanto minore sarà il beneficio derivante dall'utilizzo di questi grandi modelli del linguaggio. Quindi le persone più qualificate traggono un vantaggio minore dall'utilizzo di questi sistemi.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Girardi per il contributo preziosissimo fornito alla nostra indagine conoscitiva.
  Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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