XIX Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Mercoledì 13 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RAPPORTO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E MONDO DEL LAVORO, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AGLI IMPATTI CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA PUÒ AVERE SUL MERCATO DEL LAVORO:

Audizione di rappresentanti di Enel Spa.
Rizzetto Walter , Presidente ... 3 
Forte Aldo , responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa ... 3 
Rizzetto Walter , Presidente ... 4 
Forte Aldo , responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa ... 4 
Rizzetto Walter , Presidente ... 4 
Laus Mauro Antonio Donato (PD-IDP)  ... 4 
Forte Aldo , responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa ... 5 
Rizzetto Walter , Presidente ... 5 
Forte Aldo , responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa ... 6 
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 

Audizione di rappresentanti di ANICA:
Rizzetto Walter , Presidente ... 6 
Rutelli Francesco , Presidente di ANICA ... 7 
Rizzetto Walter , Presidente ... 8 
Caparvi Virginio (LEGA)  ... 8 
Rizzetto Walter , Presidente ... 9 
Rutelli Francesco , Presidente di ANICA ... 9 
Schifone Marta (FDI)  ... 10 
Rizzetto Walter , Presidente ... 10 
Rutelli Francesco , Presidente di ANICA ... 10 
Rizzetto Walter , Presidente ... 11 
Rutelli Francesco , Presidente di ANICA ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 

Audizione di rappresentanti di Federmanager:
Rizzetto Walter , Presidente ... 12 
Boccia Francesca , Coordinatrice Commissione nazionale sull'Intelligenza Artificiale di Federmanager ... 12 
Rizzetto Walter , Presidente ... 13 
Boccia Francesca , Coordinatrice Commissione nazionale sull'Intelligenza Artificiale di Federmanager ... 13 
Rizzetto Walter , Presidente ... 14 

Audizione di rappresentanti di Conflavoro PMI:
Rizzetto Walter , Presidente ... 14 
Trifino Chiara , addetta alle relazioni industriali di Conflavoro PMI ... 14 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 
Trifino Chiara , addetta alle relazioni industriali di Conflavoro PMI ... 16 
Rizzetto Walter , Presidente ... 16 

Allegato 1: Documentazione presentata dai rappresentanti di Enel Spa ... 17 

Allegato 2: Documentazione presentata dai rappresentanti di Federmanager ... 28 

Allegato 3: Documentazione presentata dai rappresentanti di Conflavoro PMI ... 61

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Popolari europeisti riformatori - Renew Europe: AZ-PER-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Italia Viva - il Centro - Renew Europe: IV-C-RE;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
WALTER RIZZETTO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Enel Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Enel Spa, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro.
  Sono presenti per Enel il dottor Aldo Forte, responsabile Personale ed organizzazione, e il dottor Massimo Dafano, responsabile rapporti per il Parlamento.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Ci sono alcuni deputati, che saluto, collegati.
  Nel ringraziare i nostri ospiti per la disponibilità, cedo immediatamente la parola al dottor Aldo Forte. Prego.

  ALDO FORTE, responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa. Presidente Rizzetto, grazie per l'invito, grazie ai membri della Commissione. Complimenti per questa iniziativa, che denota una particolare sensibilità nel cogliere uno degli effetti più importanti di quella che sarà – e che è già – l'invenzione che segnerà la nostra epoca.
  Visto il poco tempo a nostra disposizione, vado avanti sulla slide, che spiega chi è Enel in Italia. Abbiamo preparato poi una presentazione che lasceremo agli atti. Enel già lavora sull'intelligenza artificiale, sull'applicazione, in relazione al nostro business, già dal 2016.
  Oggi siamo arrivati a una community, a un centro di eccellenza interno, con più di ottanta colleghi che sviluppano la strategia guidata dai dati dell'Enel, attraverso un'economia aperta, di interscambio con startup, innovation hub e università. Da cinque anni ormai lavoriamo sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale in tutta la catena del valore, dalla produzione, alla distribuzione e alla vendita di energia elettrica; abbiamo portato alcuni esempi di quello che ad oggi è l'utilizzo dell'intelligenza artificiale da parte di Enel. Qui parliamo di intelligenza artificiale tradizionale, non quella predittiva.
  Questo, ad esempio, è un utilizzo che facciamo sulle nostre reti. Attraverso questo progetto noi in pratica creiamo un gemello virtuale della nostra rete, che ci permette di elaborare un'analisi di quelli che possono essere i problemi e gli interventi da fare. In questo modo noi risparmiamo i costi di intervento e mettiamo anche in sicurezza le nostre squadre, che arrivano sul posto già sapendo esattamente sul territorio – pensiamo anche ai territori impervi – come e dove intervenire sulla nostra rete.
  Presidente, io approfitto per invitare lei e i membri della Commissione, qualora lo riteniate opportuno, nei nostri uffici a confrontarvi con i nostri tecnici, non soltanto sui progetti che applichiamo, ma soprattutto sulle sperimentazioni sulle quali stiamo Pag. 4già iniziando a lavorare per il futuro, con un'applicazione in particolare nelle reti, nel procurement e nell'ICT.
  Ci sono altri esempi. Uno è nel campo della distribuzione, dove, in particolare, abbiamo questo assistente per i reclami e le richieste di informazioni dei clienti nell'ambito delle reti; sostanzialmente, quando un cliente chiama il nostro contact center per un reclamo o un'informazione, il motore di intelligenza artificiale è in grado di classificare in real time la richiesta e indirizzarla all'operatore nel minore tempo possibile in maniera più efficace. Adesso stiamo introducendo un ulteriore step, cioè che il motore di ricerca sarà in grado non solo di indirizzare la richiesta del cliente, ma anche in tempo reale di creare uno storico con le richieste fatte e quindi una profilazione del cliente.

  PRESIDENTE. Scusi, le pongo una domanda. Questo format prevede sempre l'arrivo al contact center, così l'avete chiamate voi, correttamente. Questo tipo di meccanismo arriva sempre all'utenza telefonica diretta, persona-persona, oppure ci sono dei casi in cui i clienti, su questo tipo di indicazione, possono risolvere automaticamente, con un bot?

  ALDO FORTE, responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa. No, in questo momento ancora attraverso il bot non possono risolvere automaticamente tutta la pratica.
  Una delle ultime slide l'abbiamo dedicata alla formazione, che, secondo noi, riveste un tema fondamentale in questo settore. Abbiamo creato una data school, che si basa su sei corsi, che sta formando i nostri colleghi; dal 2020 sono state formate 248 persone, per un totale di quattromila ore erogate, e questi valori sono in aumento in maniera esponenziale. Questo proprio per creare una maggiore consapevolezza da parte dei colleghi nell'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
  Concludo con la parte a cui teniamo di più, visto il poco tempo a disposizione, che è quella delle conclusioni che ci tenevamo a condividere con la Commissione. Secondo l'Enel l'applicazione dell'intelligenza artificiale, sia generativa che tradizionale, non è sostituiva dell'intervento umano, ma serve a supportarlo e a renderlo più efficiente.
  Enel contribuisce, con le nuove competenze che serviranno, alla corretta gestione di questi sistemi, e quindi, secondo noi, l'intelligenza artificiale rappresenta un'importante opportunità, soprattutto in un sistema come quello italiano, caratterizzato da anni da un indice di bassa produttività e con, purtroppo, tassi demografici tali che ne compromettono la crescita nel medio e lungo periodo. Se pensiamo che dal 2030 al 2040 verranno a mancare tre milioni e settecentomila occupati, che ai valori di produttività pro capite attuale corrispondono circa 268 miliardi di valore aggiunto, capiamo come l'intelligenza artificiale possa invece rappresentare una leva importante.
  Chiaramente in questo il decisore pubblico, l'Unione europea e gli Stati membri, hanno un ruolo fondamentale nel costruire la cornice attraverso cui questo sviluppo può essere una leva importante, insieme alle aziende, che comunque stanno già sperimentando queste applicazioni.
  Vorrei evidenziare come Enel faccia già fatica nel costruire i percorsi formativi con gli istituti professionali e con i politecnici per individuare e per formare le figure professionali, di cui già oggi abbiamo bisogno e non riusciamo a trovare sul mercato del lavoro; pertanto è chiaro che pensare di formare le figure professionali di cui avremo bisogno in questa transizione significa partire con molto anticipo, e forse adesso è il momento giusto.

  PRESIDENTE. Grazie. Chiedo se ci sono interventi o domande da parte dei colleghi.

  MAURO ANTONIO DONATO LAUS. Buongiorno direttore e grazie per l'illustrazione. Avrei voluto fare una domanda, ma il direttore ha già dato la risposta nella chiusura del suo intervento. Faccio riferimento soprattutto alla fotografia attuale relativa alle competenze.
  A me è stato sempre a cuore il passaggio generazionale del nostro sistema imprese e Pag. 5del nostro sistema Paese; io parlerei di staffetta generazionale. Adesso si accelera ancora di più.
  Ma voi già in precedenza avevate avvisato questa necessità della formazione? Il fatto che una parte delle persone va via e va in pensione di per sé è un problema, ne arrivano altri, ma non tutti, tra quelli che non vanno in pensione – non parlo del caso specifico, parlo in generale (magari cinquantenni e cinquantacinquenni) – hanno quella formazione, sono predisposti ad assorbire una formazione veramente innovativa. Questo si avverte nell'Enel? Sia per chi entra, ma anche per chi c'è e deve andare però in pensione tra una decina di anni, per voi può essere utile una sorta di intervento normativo finalizzato ad una sorta di staffetta, tra virgolette, generazionale?

  ALDO FORTE, responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa. Grazie per la domanda. Parliamo innanzitutto di professionalità di nicchia in questo momento. Nel mondo Enel non abbiamo bisogno che i classici ingegneri diventino tutti data sciences. Il problema non è che determinate figure vengano espulse dal mondo del lavoro perché non più aderenti a quelli che sono i bisogni attuali. La nostra necessità è un'altra perché, per competere con i cinesi, con gli indiani e con le altre economiche, abbiamo bisogno che quelli che entrano, lo facciano con le stesse competenze con cui entrano i cinesi, gli indiani e gli americani. Su questo ad oggi bisogna ancora lavorare.

  PRESIDENTE. Grazie, soprattutto perché ci riportate il dato che, per quanto vi riguarda, l'intelligenza artificiale, seppur in questo momento, non andrà di fatto a sostituire quello che è il capitale umano. Voi ci dite che l'intelligenza artificiale non sostituisce l'intervento umano, ma, anzi, ne facilita il lavoro.
  La mia domanda, molto breve, è: sino a che punto? Noi oggi ci troviamo di fronte a questo panorama, ovvero, l'intelligenza artificiale generativa ad oggi non va a sostituire l'intervento umano. Secondo me, però, ha già iniziato a sostituire gli interventi umani.
  Seppur in modo favorevole e virtuoso, probabilmente anche Enel quindici anni fa o dieci anni fa, per andare a verificare, ad esempio, il rilevamento di asset ed anomalie utilizzava delle squadre, mentre oggi probabilmente il rilevamento fatto sui tralicci in linea elettrica viene effettuato con elicotteri; tra l'altro, io conosco molto bene un'azienda che si occupa di questo, non so se collaborano con voi, un'azienda di Tolmezzo, e, in sintesi, facendo anche degli incontri con questa azienda, loro mi dicono che oggi hanno un elicottero che vola fondamentalmente sulle linee, un pilota e un tecnico che vanno a manovrare una sorta di telecamera, ma si stanno già preparando al fatto che nei prossimi cinque o dieci anni comanderanno da remoto lo stesso elicottero, senza pilota, e il manovratore sarà anche a centinaia di chilometri di distanza.
  La mia domanda è: sino a che punto possiamo tenere in debito conto il fatto che l'intervento umano non venga sostituto, non dico completamente, ma quanto meno in parte? Se noi ci basassimo su quello che, ad esempio, Goldman Sachs ha scritto qualche mese fa, su quanto ha dichiarato durante un podcast molto importante il fondatore di Microsoft, Bill Gates, che dice che fra qualche anno avremo la possibilità di lavorare tre giorni alla settimana e tutto il resto sarà sostituito dalla robotica, dovremmo giungere ad altre conclusioni. L'Europa ha fatto qualcosa nelle ore scorse, ma si è limitata a produrre una sorta di indicazione. Secondo me è troppo poco, noi qui ci prenderemo almeno sino ad aprile/maggio del prossimo anno per approfondire un'indagine conoscitiva, per poi cercare di dare questi tipi di documenti al legislatore, quindi a noi stessi fondamentalmente, al fine di introdurre una disciplina normativa.
  Io però temo che la norma che ogni Parlamento, non soltanto italiano, andrà a produrre, dopo sei mesi sarà obsoleta vista la velocità con cui questi sistemi evidentemente vengono immessi nel mercato. Addirittura noi parliamo di intelligenza artificiale e si iniziano ad avere dei casi di intelligenza artificiale generativa ed emozionale. Anche quello è un tema.Pag. 6
  Faccio una domanda a cui è sicuramente difficilissimo dare una risposta. Voi lo sviluppo lo vedete rapido, rapidissimo? Sino a quando manterremo esattamente questi livelli occupazionali?

  ALDO FORTE, responsabile Personale ed organizzazione di Enel Spa. È chiaro che rispondere alla sua domanda è complesso. Quello che però le posso dire è che lo spirito del nostro documento è quello di dire che tra i macro trend della società che abbiamo, perlomeno in Italia, i tempi dello sviluppo di questa tecnologica e soprattutto il fabbisogno che questa tecnologia fa nascere sono tali per cui noi già oggi facciamo fatica a reperire determinate figure, così come facciamo fatica a reperire figure rispetto alla green transition già in atto adesso. Infatti, anche quelli che sono visti i classici operai dell'Enel non sono più gli elettricisti di una volta, oggi le reti sono digitali. Gli ITIS, gli istituti professionali, già oggi non sono più adatti per formare i ragazzi che poi noi utilizziamo. Noi abbiamo degli accordi, però ad oggi non riusciamo a sopperire al fabbisogno.
  Basta pensare a tutto quel mondo di installatori del fotovoltaico, che cresce del 200 per cento; noi stiamo avendo una transizione ecologica in Italia che è trainata soprattutto dai piccolissimi impianti, perché, per motivi autorizzativi, in Italia non riusciamo a fare impianti fotovoltaici ed eolici, però le persone stanno portando avanti la loro transizione da casa. In Italia sono aumentati di 16.000 unità i nuovi installatori, quelli che vengono a casa, che ti installano il pannello e che poi te lo dovranno manutenere. Per fare questi lavori ad oggi non esistono percorsi adeguati, perlomeno per soddisfare il fabbisogno che abbiamo.
  Alla sua domanda non so rispondere. Posso dire che però, all'interno di un certo quadro, se non sarà una transizione selvaggia, si creeranno, oltre a dei rischi, anche delle opportunità.

  PRESIDENTE. Le opportunità ritengo che siano quelle che d'ora in poi il mercato del lavoro offrirà. Ad esempio, oggi non esiste un corso di laurea laddove non si vada a parlare di intelligenza artificiale. Ieri sera io stavo facendo un incontro proprio sul tema e c'era una professoressa di filosofia, con cui io ho un po' discusso, alla quale ho detto che un tempo a chi si laureava in filosofia si prospettavano forti rischi di disoccupazione nonostante la filosofia sia centrale, ci mancherebbe altro. Oggi, addirittura, viene riproposta sulla base di un concetto etico in relazione alla valutazione di questi algoritmi.
  La domanda è addirittura un'altra. Noi concediamo a quelli che fanno filosofia il potere di dirci che quello che ci dice una chat è buono o cattivo; l'etica fondamentalmente è la decisione fra una cosa buona e una cosa cattiva. Però, a monte, chi controlla che questa chat dica a mio figlio che quel compito copiato sia corretto, utilizzi le giuste fonti, o a uno studio legale che sia esattamente corrispondente a un codice, o a un parlamentare che il discorso che preparo sia corretto? Ringrazio il dottor Forte e il dottor Massimo Dafano.
  Avverto che gli auditi hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di ANICA.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di ANICA.
  Ricordo che l'audizione odierna sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. Ci dividiamo un po' tra presenza e connessi.
  Sono presenti per ANICA il presidente Francesco Rutelli e il dottor Davide Miglietta, consulente per le relazioni istituzionali.Pag. 7
  Nel ringraziare gli ospiti per la disponibilità, cedo immediatamente la parola al Presidente di ANICA, Francesco Rutelli. Prego, Presidente.

  FRANCESCO RUTELLI, Presidente di ANICA. Vi ringrazio molto. È opportuna e utilissima la vostra attività di perlustrazione, in un momento nel quale le competenze, presidente, sono tante, diversificate e gli interessi in sede governativa e parlamentare corrispondono a un'immensa complessità di questa materia. L'attenzione della vostra Commissione ci vede molto vicini.
  Io parlo a nome di ANICA, che è un'associazione antica, nasce ormai quasi ottant'anni fa, per rappresentare l'industria del cinema e dell'audiovisivo. Lei sa che io ho svolto a lungo anche un'attività politica parlamentare, che è terminata dieci anni fa. Mi occupo di questo aggregato, che oggi è molto significativo, se mi posso permettere, anche per gli interessi della vostra Commissione e del vostro lavoro, perché l'ANICA rappresenta anzitutto la tradizionale filiera cinematografica, i produttori, i distributori e le imprese tecniche. Tra l'altro, abbiamo presentato dei rapporti sull'occupazione molto interessanti in questo comparto – che vi invierò – e su come ogni euro investito generi un impatto estremamente positivo per l'occupazione e per gli effetti economici.
  L'ANICA ha poi preso a bordo le nuove imprese dello streaming – perché sono in Italia, operano in Italia, sono soggetti globali, assoggettati alla regolazione, oltre a portare i prodotti contenuti italiani nel mondo – le imprese digitali e creator, realtà anch'essa importantissima, gli esportatori e cartoon Italia, cioè l'animazione. Noi siamo quindi rappresentativi un po' di tutta la filiera.
  In più ANICA firma i contratti collettivi perché è l'associazione maggiormente rappresentativa. A questo proposito, proprio la settimana scorsa abbiamo sottoscritto, dopo quindici anni di attesa, il contratto sul doppiaggio. So che voi avete ascoltato i rappresentanti di tale settore la settimana scorsa. La sottoscrizione del contratto sul doppiaggio è stata un'impresa molto faticosa e fruttuosa, perché non vi sfugge che questo è avvenuto a seguito del lunghissimo sciopero di Hollywood. A Hollywood la tematica ha riguardato, da una parte, l'utilizzo delle potenzialità dell'intelligenza artificiale, che sono indiscutibili – ormai è un fatto trasformativo da cui non si può e non si potrà prescindere – dall'altra, la questione di come regolarne gli impatti, in particolare per quanto riguarda la creatività e l'occupazione. Credo che questo sia proprio il lavoro che voi state svolgendo.
  È evidente che nessuno può pensare di bloccare gli sviluppi trasformativi dell'intelligenza artificiale, ma è chiaro che le conseguenze che ci saranno in termini occupazionali, se mi posso permettere – e qui è intervenuta, con una presa di posizione, l'Unione europea, cui l'Italia ha portato un contributo importante con questo concetto di IA umanocentrica (mi sembra un fatto prezioso e significativo) – andranno ad interessare il tema della formazione. I posti di lavoro si possono perdere e certamente se ne perderanno per mestieri che verranno soppiantati dai sistemi di intelligenza artificiale, ma se ne potranno creare di nuovi se noi in Italia saremo bravi a formare nelle direttrici, per cui le filiere interessate potranno avere figure adeguate e professionalmente skillate, competenti per potere intervenire.
  Mi pare che la cosa più importante – poi sono a vostra disposizione per rispondere a domande, se lo riterrete – sia la formazione, il tema veramente clou, da affiancare a tutte le analisi, e proprio in questa in Commissione, a mio avviso, trova il suo elemento vocazionale istituzionale specifico nel dialogo tra le diverse forze parlamentari.
  Sottolineo l'importanza di tutelare il diritto d'autore, perché è un settore che si basa sul lavoro intellettuale e non può essere semplicemente bypassato dall'intelligenza artificiale, che resta comunque anche uno strumento utile per creare un'opera.
  Non è elegante fare rassegna stampa, però sulla previsione sul mondo di domani, del 2024, questo inserto dell'Economist afferma che grazie all'intelligenza artificiale immagini possono essere prodotte in pochi Pag. 8secondi, canzoni possano essere create nello stile di cantanti morti o viventi; che oggi più di tremila libri su Amazon risultano scritti da ChatGPT – o vedono ChatGPT come coautore – . Questo dà un nuovo significato al termine «ghostwriter». Sono numeri molto significativi. In questo articolo, è molto interessante il paragone che lega l'avvento dell'intelligenza artificiale – parlo delle nostre industrie – a quello che fu l'avvento del sonoro per il cinema. L'avvento del sonoro per il cinema non è stata soltanto un'opportunità in più e quindi un elemento cruciale in più per la produzione e la fruizione del fatto cinematografico, ma è stato un fatto trasformativo. I film muti non hanno nulla in comune con i film con il sonoro; è un'epoca nuova che inizia, e qui credo che bisogna seriamente attrezzarci.
  La mia notazione è di apertura; certamente, si auspica che meccanismi di trasparenza nella regolazione e di certezza vengano messi in campo. L'ho ricordato all'evento del Sottosegretario Butti a Cernobbio. Quello che vorrei richiamare lo ritengo sorprendente. Si è appreso qualche tempo fa che uno dei grandi studios cinematografici di Hollywood usasse un algoritmo con tecniche di riconoscimento facciale e tecnologie deep learning per vedere come il pubblico, selezionato con una campionatura perfetta, reagisse nel vedere il film. Queste telecamere inquadravano – e si parla di sedici milioni di immagini facciali, tremila persone di audience e di nutrimento del network neurale – per vedere le reazioni ed eventualmente cambiare la sceneggiatura (se vediamo che il pubblico, magari il bambino o la persona anziana, non ride o ride in modo ritardato, si annoia, facciamo una media con questi dati e cambiamo la sceneggiatura).
  Quando è uscita questa notizia molti hanno detto: «Dove andremo a finire? Il mondo cambia». Io ho ricordato che cento anni prima – è una cosa incredibile – a partire dal 1918, uno scienziato, Edouard Toulouse, su mandato di Charles Pathé, uno dei fondatori del cinema europeo a Parigi, aveva predisposto la stessa cosa per vedere le reazioni del pubblico davanti a un film; quindi metteva aghi alle persone, che si sdraiavano in una saletta per vedere un film muto, oltre che in bianco e nero, all'epoca, con pulsometro, cardiografo, pneumografo, per vedere le reazioni del pubblico quando c'era un determinato film prodotto dalla Pathé, a Parigi nel 1920.
  Quello che voglio dire è che la tecnologia non è mai neutrale, se la governiamo, e anche le cose che ci sembrano pazzesche oggi hanno sempre rappresentato oggetto di applicazione industriale da parte dell'umanità, della scienza, nel tentativo di innovazione. È una cosa che sembra strana: si vanno a vedere le reazioni delle persone e si cambia la sceneggiatura di un film per assecondare il gusto del pubblico. Allora finisce la creatività e l'originalità? No, perché alla fine la sorpresa del successo di un film non è mai scritta prima. Un esordiente, Sorrentino, era uno sconosciuto. Quando ha fatto il suo primo film chi era? Nessuno. Chi poteva prevedere che vincesse l'Oscar? Era un giovane un po' fuori dai canoni tradizionali. Tanti altri non ce la fanno.
  Dobbiamo avere fiducia anche nella capacità creativa, a condizione che la capacità creativa abbia delle regole all'interno delle quali creatività, diritto d'autore e prerogative delle imprese che investono sull'innovazione vengano tutelate; quindi, occorre far camminare insieme l'innovazione tecnologica, così brutale da tanti punti di vista, e le prerogative di tutela e di preservazione di questi valori, senza i quali non c'è umanità. È lo sforzo e l'impegno che dovete, se mi posso permettere, come legislatori, come Parlamento, riuscire a soddisfare.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Rutelli. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  VIRGINIO CAPARVI. Ringrazio il presidente Rutelli per l'esposizione interessantissima. Volevo tornare su un punto, sicuramente quello del controllo delle reazioni. Lei ha portato un esempio estremamente datato, ma con l'avvento di Internet è un esperimento già fatto, grandi e-commerce mondiali, se spostano l'icona del carrello di Pag. 9un millimetro, potrebbero spostare gli affari dello 0,1 per cento, che può sembrare poco, ma su certi numeri è fondamentale (quindi la scelta dei colori, il posizionamento degli alert e una serie di altre cose). Mai mettere un pulsante con scritto «paga» in rosso, perché il rosso richiama un'emergenza, il verde è sicuramente più conciliante, e tante altre cose. L'interazione uomo e macchina è una scienza che va avanti da tanti anni.
  Lei l'ha accennato alla fine, ma glielo voglio chiedere nuovamente. Lei non trova che, dando uno sguardo a quello che accadeva tanti anni fa, anche in altri settori – penso al momento in cui è subentrata l'automobile e quindi si è dismesso il carro con il cavallo – il tutto è avvenuto secondo una gradualità e una tempistica che erano più in linea con le capacità dell'uomo? Il vero tema non è che c'è innovazione, c'è sempre stata, e l'innovazione porta sempre disorientamento, ma che l'intelligenza artificiale che arriva con una iper velocità, che forse non siamo in grado di controllare.
  Le chiedo se questo, secondo lei, è dirimente nel settore che ci ha rappresentato e se – lei ha detto già di no, ma glielo chiedo nuovamente – questa acquisizione dei pareri, della sorpresa, dello stupore, del gradimento dell'utente finale, non rischi veramente di determinare una conformazione dei gusti e dei generi. Lo diceva un esperto di comunicazione qualche tempo fa rispetto agli algoritmi dei reels Facebook e Instagram. Quando uno è interessato ad alcuni argomenti si ritrova poi che gli vengono proposti solo quegli argomenti e solo quelle cose su cui lui si sofferma di più; e solitamente ci soffermiamo su quello che ci piace di più e, andando avanti, restringiamo il nostro campo di interesse. Può avvenire anche questo nell'arte cinematografica?

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Rutelli.

  FRANCESCO RUTELLI, Presidente di ANICA. Il tema è esattamente quello che lei ha detto, iper velocità o gradualità, e qui sta forse il rischio più grande.
  Vorrei citare un giovane studioso appena scomparso all'età di cento anni, Henry Kissinger, il quale ha scritto un libro recentissimo, nel quale ha messo in rilievo – il tema è diverso, ma forse la risposta non è eccentrica – come il vero pericolo dell'intelligenza artificiale possa decisamente farci ripensare l'arte della guerra, di cui lui si è occupato con grande realismo, cinismo e riconosciuta capacità. Lui dice che non è ancora chiaro se l'intelligenza artificiale generativa, quando i mezzi avranno una capacità autonoma di scatenare delle azioni, siano poi controllabili dal punto di vista militare. Ha fatto un'analisi cruda nel suo ultimo libro. Mi riferisco a un aspetto esistenziale, laddove i conflitti sono tornati – ahinoi – all'ordine del giorno, dove la iper velocità, anche in aspetti così cruciali, come i conflitti, gestione dei conflitti, limitazione dei conflitti, termine dei conflitti, possa finire fuori controllo. La sua preoccupazione è che i sistemi d'arma, che sovrintendono in particolare agli arsenali atomici, possano finire fuori dalla capacità di controllo di chi poi ha la disponibilità di quel bottone.
  È vero, c'è un rischio uniformazione e precostituzione omologante, così che alla fine tutti finiamo per essere un po' uguali e un po' consuetudinari. Rimettiamoci però anche alle capacità italiane. Alla fine, noi italiani siamo sempre stati fuori dagli incasellamenti precostituiti. L'Italia, i nostri talenti, i nostri creativi, le nostre capacità, in tanti periodi della storia hanno fatto un salto inaspettato. Dobbiamo concentrarci sulla formazione. Qui sottolineo che l'ANICA ha creato un'academy formativa – siamo a vostra disposizione per darvi informazioni – sui mestieri che le imprese ci chiedono perché vedono meno coperti e per cui occorre formazione, ovviamente nella scrittura, negli amministratori dei set, delle figure anche nuove. Segnalo che abbiamo creato un corso per intimacy coordinator, l'unico in Europa, che serve a formare le persone che sui set assicurano che non ci siano sopraffazioni verso figure femminili, bambini, come qualche volta è capitato o qualche volta si teme possa capitare, affinché rispetto alla sceneggiatura Pag. 10che prevede scene di sesso, scene di amore e scene anche di violenza, ci sia un occhio di riguardo, non di tipo moralistico astratto, che non serve e non aiuterebbe perché ci deve sempre essere la libertà espressiva nella storia, nella cultura, nei romanzi, nell'arte. Di certo non possiamo mettere, come il Braghettone, Daniele da Volterra, le mutande – mi permetta, presidente – ai nudi fatti da Michelangelo nella Cappella Sistina oggi, non è questa la soluzione, però avere un assecondamento di questi processi rispettoso e attento forma il regista e forma gli sceneggiatori. Questi sono degli esempi concreti in cui nel cambiamento ci sono e ci possono essere delle cose positive.
  Io, se mi permette, alla sua domanda la risposta che darei è che dobbiamo cercare di avere fiducia nelle qualità italiane, che sono qualità di pluralismo, diversità, interesse per l'innovazione, capacità di aprire nuovi sentieri (questa è stata l'Italia, sempre); e questo potrebbe paradossalmente aiutarci. Però abbiamo bisogno dei presidi tecnologici. Ecco perché servono investimenti che il Parlamento, con le sue indicazioni, deve far recepire, perché il processo dell'innovazione creativa disponga degli strumenti che permettano di avere controllo sui processi, non nel senso che lei paventa, giustamente, cioè di un controllo uniformante – che sarebbe la negazione di quella che è stata l'Italia nei millenni – ma nel senso di dotarsi di strumenti che ci permettano di non soccombere, di leggere criticamente e di correggere. Non sono pessimista. Spero di essermi spiegato.

  MARTA SCHIFONE. Grazie presidente, ci ha dato un bello spaccato. Noi abbiamo ascoltato la scorsa settimana le associazioni dei dialoghisti e dei doppiatori, queste associazioni che ci hanno già sollecitato in passato, e sono stati molto veloci perché, quando noi ancora stavamo cercando di capire questo impatto, con questa velocità, a cui faceva riferimento il collega, loro già erano avanti, perché ci raccontavano che in America c'era stata una accelerazione incredibile. I loro racconti ci hanno molto colpiti perché, addirittura, alla domanda sui tempi trascorsi da quando hanno visto certi strumenti, che erano degli strumenti molto dozzinali, che potevano ripetere la voce, al momento in cui loro li hanno considerati e catalogati come commercialmente accessibili, ci hanno detto che sono passati solo sei mesi. Questi strumenti hanno la capacità di ascoltare un paio di ore una voce e di poterla replicare. Categorie intere di lavoratori andrebbero praticamente molto rapidamente a casa; quindi questo è un tema molto importante.
  Lei ha toccato il tema del diritto d'autore, che credo sia davvero lo snodo, la creatività, e io ci aggiungerei pure l'emozione. Sono tutta una serie di parametri che vanno valutati quando parliamo di arte, complessivamente.
  La domanda è questa. Noi stiamo svolgendo questo lavoro perché, secondo me, il decisore legislatore deve assorbire per poter governare il processo. Lei, rispetto a questo, rispetto a questo tema che io le ho sottoposto, se lei dovesse darci un ausilio e un'indicazione che cosa ci consiglierebbe, cosa consiglierebbe al legislatore? Quali paletti e quali perimetri? Si è fatto questa domanda? So che è una domanda da cento milioni di dollari, però lei è dentro al settore e potrebbe darci qualche indicazione. Noi ci aspettiamo che questa indagine conoscitiva ci porti a fare delle valutazioni di questo tipo. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schifone. Prego, presidente Rutelli.

  FRANCESCO RUTELLI, Presidente di ANICA. Grazie. Se potessi dire una cosa da regolare con ancora più energia, direi il fenomeno del deepfake, cioè la capacità di prendere lei, che sta parlando, se mi permette, e farle dire quello che lei non ha mai detto; ormai è facilissimo, ci sono delle applicazioni istantanee, che voi conoscete perfettamente. Mi riferisco a chi utilizza deepfake per diffamare, distorcere l'identità e le opinioni tanto più di personalità pubbliche, magari in momenti anche di grande ascolto, laddove il pubblico stenta a cogliere la differenza tra la realtà e quella che è una totale invenzione; in qualche caso può essere benevola, spiritosa o divertente, in altri però può essere catastrofica e irrimediabile,Pag. 11 perché mette in bocca a persone cose non dette. Faccio un esempio: noi ci siamo occupati, e c'è stata un'ottima convergenza con il Parlamento, della normativa antipirateria e si è anche stabilito un modo di intervento rapidissimo contro l'accesso (che riguarda il cinema, le serie televisive, il calcio, lo sport, eccetera). Lì si è trovata una risposta tempestiva e abbastanza efficiente, tutto sommato. Ho citato questo aspetto, che è un aspetto che riguarda anche le figure pubbliche, la responsabilità delle istituzioni, oltre che quella propria specifica della cultura.
  In positivo, mi faccia dire, dopo che voi avete ascoltato i doppiatori, noi abbiamo firmato un contratto con loro al termine di una complessa trattativa, dove tutti hanno ceduto qualcosa. È un fatto estremamente importante. Non trascurate che negli Stati Uniti lo sciopero di Hollywood è stato largamente legato a questo. In Italia c'era stato un inizio di agitazione, e poi si è riusciti a scongiurare un blocco delle produzioni e del doppiaggio.
  Aggiungo però, perché non voglio lasciarvi con un senso di troppa rassicurazione, che secondo me voi tra qualche anno, i nostri figli o voi stessi, più giovani di me, troverete qualche grande attrice o attore defunto che farà degli spot televisivi perché la sua voce è stata registrata da vivo, con il suo consenso. Questo determinerà anche curiosità e, chissà, più vendite dei prodotti pubblicizzati. Fatemi fare questa facile previsione, quando qualche mostro sacro della nostra recitazione non ci sarà più la sua voce ugualmente verrà utilizzata per fare qualche battuta, qualche apparizione o spot televisivo, magari remunerati a beneficio degli eredi.

  PRESIDENTE. Io sono molto d'accordo con quanto appena ascoltato. Immaginiamo oggi di vedere una pubblicità, ad esempio, recitata – anche se è un po' forzato come termine – da Elvis Presley o Michael Jackson, avrebbe un impatto dirompente.
  Presidente, faccia conto che circa dieci giorni fa un nostro collega, molto simpatico, devo dire, alla Camera dei deputati – è uscito su qualche giornale online – era seduto sugli scranni della Camera dei deputati, che lei ha frequentato, e ha fatto un intervento dicendo: «Se sentite questo video vuol dire che questo è un fake». Era molto simile alla realtà perché, molto probabilmente, le piattaforme che attualmente sono a disposizione della gran parte degli utenti non sono piattaforme così raffinate, a differenza di altre che già esistono. Io ho provato ad andare su quel tipo di piattaforma e, preventivamente, rispetto al video che io mi sarei di fatto autoprodotto con una mia immagine, mi avrebbero fatto firmare una liberatoria praticamente eterna rispetto al fatto che la mia voce e la mia immagine sarebbero state cedute gratuitamente. La mia voce è un dato biometrico – noi oggi mandiamo in galera qualcuno sulla base di biometrici – e per l'eternità avrei ceduto in rete la mia faccia e la mia voce. Ora, sin tanto che lo fa Walter Rizzetto, che magari fra cinque anni sarà da qualche altra parte – mi auguro a pescare – ma se, ad esempio, un Capo di Stato qualsiasi fosse soggetto a questo tipo di trattamento, potremmo correre dei rischi; non parlo di rischi rispetto al fatto che potrebbe scoppiare una guerra, ma, molto più banalmente, ciò potrebbe influenzare l'apertura delle borse la mattina dopo.
  Pur considerando questo ambito una grande possibilità – ad esempio, l'intelligenza artificiale applicata ad alcune categorie può dare una grande mano (disabilità, anziani, medici, sanità) – quello che a me spaventa un po' è la velocità rispetto alla quale noi ci stiamo avvicinando a questo ambito. Ieri sera abbiamo fatto un incontro proprio discutendo di quello che la Cina sta facendo per cercare di disciplinare, al netto del documento dell'Unione europea, l'impatto dell'intelligenza artificiale. Dopo avere ascoltato molte certezze, la mia domanda è stata: «Ma noi siamo assolutamente sicuri che lo Stato cinese rispetterà esattamente quanto lui stesso ha normato?». Mi pare che si inizi a parlare di intelligenza artificiale predittiva rispetto ai crimini, quindi è come se fosse un Cesare Lombroso 4.0, molto raffinato, per quanto riguarda tutto il tema del riconoscimento facciale biometrico; quindi dovremmo anchePag. 12 capire se noi, sulla fiducia che lei ripone rispetto all'Italia e all'Europa, in termini di concorrenza saremo così certi che altri Stati o altri ambienti seguiranno le regole.
  Io sono un appassionato del Far East Film Festival che si svolge a Udine ogni anno, recentemente molti registi che sono venuti a trovarci a Udine ci hanno detto che probabilmente fra dieci anni, soprattutto rispetto a quel tipo di mercato asiatico – piattaforme, film, serie – non avremo più attori in carne e ossa. Secondo me l'aspetto dirimente di tutto questo è l'emozione che un prodotto ti dà. Oggi abbiamo un'emozione che è parziale, nel senso che non è un'emozione piena, però con lo sviluppo della tecnologia, effettivamente, queste emozioni saranno sempre più profonde, quanto meno nello spettatore. Penso che sia un tema assolutamente importante da gestire, anche se temo che, una volta che noi andremo a normare questo ambito, dopo sei mesi le norme introdotte saranno quasi obsolete.

  FRANCESCO RUTELLI, Presidente di ANICA. Io la ringrazio molto. Dico che ci sono aspetti già integrati e positivi; penso agli effetti speciali, che quindi migliorano il prodotto. Tra l'altro, noi oggi abbiamo delle imprese italiane molto brave, associate tra l'altro all'ANICA, che lavorano direttamente nel set dove si lavora. Quindi non è una cosa fatta in astratto, con il fondo verde, ma ci sono degli operatori. Anche qui, ci sono elementi positivi ed elementi negativi.
  Nel rinnovo del contratto c'è stata l'intesa tra le parti in ordine alla tutela della creatività umana originale – una modalità di trasparenza – ; secondo me questi sono altri aspetti molto positivi che sono stati introdotti. Proviamo a gestirli insieme.
  Presidente, io mi impegno a mandarvi i dati sull'occupazione del settore, che riguardano il lavoro della vostra Commissione e anche, se crede, questo lavoro che svolge ANICA Academy per formare nuove figure, perché la parte formativa non è meno importante.

  PRESIDENTE. Molto bene. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Federmanager.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Federmanager. Sono presenti per Federmanager la dottoressa Francesca Boccia, Coordinatrice Commissione nazionale sull'intelligenza artificiale, e il dottor Paolo Cucinotta, responsabile delle relazioni industriali.
  Abbiamo ancora due audizioni da fare prima di arrivare in aula, quindi abbiamo dieci minuti a testa, ahimè, ma queste sono le tempistiche. Prego, dottoressa Boccia, la ascoltiamo.

  FRANCESCA BOCCIA, Coordinatrice Commissione nazionale sull'Intelligenza Artificiale di Federmanager. Buonasera a tutti. Grazie molto per il tempo che ci dedicate. Sarò brevissima. Vengo dal mondo della finanza strutturata e poi sono passata al settore dell'industria; perciò sarò lieta di portarvi quello che è l'impatto che abbiamo analizzato all'interno di Federmanager, in relazione a un contesto molto ampio, che dimostra che l'Italia, in realtà, è un'utilizzatrice dell'intelligenza artificiale ormai da più di vent'anni; quindi, anche se non è tra i Paesi produttori di questa tecnologia, comunque ha realizzato delle grandissime innovazioni in termini di cosiddetta delivery di questo importantissimo strumento.
  Vi portiamo anche una rappresentazione dei dati, che dimostrano che, in relazione all'impatto sul mercato del lavoro, una recente indagine di giugno 2023 ha dimostrato che il 40 per cento degli intervistati vede una necessità di reskilling del 23 per cento circa delle risorse, che saranno probabilmente penalizzate da questa tecnologia, ma in realtà solo l'8 per cento degli intervistati ci dice che ha timore di una reale perdita dei posti di lavoro.Pag. 13
  Questo ci ha portato a svolgere un'ulteriore analisi, ampliando la ricerca, anche grazie alle informazioni che ci dà l'OCSE. In una recentissima indagine la stessa OCSE ci conferma che, nonostante nelle loro stime avessero previsto addirittura una riduzione fino al 40 per cento dei posti di lavoro, soprattutto per le figure più specializzate, ahimè, sono stati costretti ad ammettere che finora gli impatti sono stati in realtà l'opposto, ossia che l'intelligenza artificiale e la sua applicazione ha in realtà aumentato la qualità del lavoro di queste persone altamente specializzate; ovviamente, si riservano di mantenere sotto osservazione il fenomeno nel corso degli anni.
  Perché dico questo? Perché, per quanto riguarda le stime sulla probabilità di perdita dei posti di lavoro, il panorama è ancora molto incerto, e dunque non possiamo basarci sullo sforzo che tantissime organizzazioni – anche European House Ambrosetti – stanno facendo relativamente alle survey raccolte; abbiamo preparato un piccolo documento che riporta anche le informazioni relativamente a questa loro rappresentazione.
  Sicuramente quello che vogliamo oggi trasmettervi è che l'Italia è in prima linea su questa tecnologia, visto che lo stesso report conferma che più del 70 per cento delle organizzazioni che oggi in Italia utilizza l'intelligenza artificiale ha confermato di trarne un grandissimo beneficio. Pensate soltanto alla generative AI, hanno dimostrato un risparmio dei tempi di produzione fino al 70 per cento; quindi capite che anche il time to market ne beneficia.
  Da questo punto di vista noi crediamo che l'Italia abbia l'opportunità di fare la proposta di diventare un hub europeo per l'innovazione dell'intelligenza artificiale, focalizzandosi proprio sui settori in cui noi siamo maestri: quindi il design, la moda e anche tutto ciò che è la manifattura.
  Soprattutto, invitiamo questa Commissione a valutare l'apertura di un osservatorio nazionale sull'intelligenza artificiale, come è già stato fatto a Singapore e nel Regno Unito, che sicuramente ci dà l'opportunità non tanto di monitorare l'aggiornamento di leggi e regolamenti, che spettano ad altri tavoli, ma sicuramente di iniziare una strategia coerente con tutti gli attori, non perdendo terreno rispetto ad altri Paesi, che in questo momento stanno invocando la nostra partecipazione. Vi ricordo che noi abbiamo finalizzato – l'Italia in prima linea con Germania e Francia, un percorso comune per la strategia sull'intelligenza artificiale, al di là di tutti gli scenari normativi, dell'Artificial Intelligence Act. Perché questo? Perché riconoscono all'Italia il grandissimo vantaggio di saper mettere a terra questa tecnologia in ogni scenario e in ogni ambito. Questa è la nostra forza, e quindi cerchiamo di valorizzarla al massimo.

  PRESIDENTE. Devo dire che è stata molto chiara e la ringrazio anche per il rispetto dei tempi. Cosa ne pensa della formazione rispetto a tutto questo? Lei dice: «Noi oggi non abbiamo particolari problemi e dobbiamo cercare di capire nei prossimi anni quello che accadrà», ma io penso che, ad esempio, la formazione di una determinata categoria per poter affrontare un certo tipo di modello sia di fondamentale importanza, proprio per preservare eventuali posizioni.

  FRANCESCA BOCCIA, Coordinatrice Commissione nazionale sull'Intelligenza Artificiale di Federmanager. Abbiamo affrontato questo aspetto tra i primissimi, in realtà. La velocità di questa tecnologia impone un cambiamento metodologico globale, nel senso che la necessità di reskilling e upskilling continuo deve avvenire per tutta la durata della vita di un soggetto.
  Tra l'altro, abbiamo analizzato degli esempi nella nostra analisi. Io adesso non ho voluto qui approfondire, ma esiste una parte relativa alla formazione, che non è solo formazione professionale, è la modellizzazione di un'attitudine che deve partire ancora prima, ad esempio, dalle scuole superiori, per preparare proprio la forma mentis dei futuri lavoratori.
  Vi faccio notare che l'anno scorso sono nati circa quattrocentomila bambini, non siamo più come cinquant'anni fa, dove un milione e cento bambini potevano sopperirePag. 14 alla forza lavoro. L'intelligenza artificiale in questo caso è un alleato, perché sicuramente ci consente di compensare parzialmente la carenza di questi bambini, perché sarebbe meraviglioso potere importare tutte le risorse umane necessarie, ma sappiamo che non è possibile; dobbiamo essere molto concreti.
  Sicuramente però, per poter sfruttare appieno quello che abbiamo – quindi si lavora con le risorse disponibili – è necessario cambiare metodo. Ora, personalmente, i colleghi con cui mi sono confrontata, anche in vari ambiti, ad esempio e settori economici, sono assolutamente concordi nel ritenere che la grande opportunità ci viene dal fatto che non è necessario un certo reskilling tecnologico, perché oggi, usando il linguaggio naturale, è possibile dialogare con le macchine, una cosa che in passato non era possibile. Da questo punto di vista sicuramente riteniamo fondamentale il reskilling e l'upskilling continuo, ma avendo chiaro che non è necessario dotare di strumento tecnologici avanzati scuole ad aziende, soprattutto le PMI, perché è tutto molto più semplice. Oggi abbiamo questa opportunità.

  PRESIDENTE. Ringraziamo la dottoressa Boccia e il dottor Cucinotta. Non abbiamo avuto molto tempo, ma siete stati molto molto incisivi. Avverto che gli auditi hanno messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 2).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti di Conflavoro PMI.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l'intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro, l'audizione di rappresentanti di Conflavoro PMI. Sono presenti la dottoressa Chiara Trifino, addetta alle relazioni industriali, e la dottoressa Irene Botta, responsabile delle relazioni istituzionali.
  Cedo immediatamente la parola alla dottoressa Trifino. Abbiamo circa dieci minuti. Prego.

  CHIARA TRIFINO, addetta alle relazioni industriali di Conflavoro PMI. Buongiorno a tutti i membri della Commissione. Grazie, presidente, per averci coinvolto in questa indagine conoscitiva, che riguarda da vicino il mondo che noi quotidianamente cerchiamo di tutelare e di rappresentare, le piccole e medie imprese e le micro imprese, che sono quelle su cui l'impatto e l'implementazione delle tecnologie dell'intelligenza artificiale rischia di essere più importante e rilevante. Ad oggi, infatti, circa l'80 per cento del tessuto imprenditoriale è rappresentato proprio da queste realtà più circoscritte e per questo motivo, anche in ragione della differenziazione dei settori e delle diverse esigenze che ci sono tra i vari settori, riteniamo di assoluta importanza tenere in considerazione le necessità delle piccole imprese.
  Sappiamo tutti che strutturalmente queste realtà hanno già dei problemi di per sé, quindi hanno la difficoltà per l'accesso al credito, la limitatezza dei capitali e delle risorse finanziarie, la difficoltà nel fronteggiare la concorrenza e anche le criticità nella gestione della crescita degli investimenti. È proprio su questo punto che si inserisce la questione dell'intelligenza artificiale.
  È molto rilevante il dato registrato sul fatto che solo il 26 per cento delle imprese ad oggi sembra matura per l'implementazione di una simile tecnologia e, addirittura, il 47 per cento degli imprenditori non è ad oggi consapevole di quali sarebbero realmente i benefici e le capacità che l'implementazione di un'intelligenza artificiale potrebbe portare nelle loro realtà imprenditoriali. Ecco che qua noi ci vogliamo porre come degli interlocutori per portare avanti quelli che, secondo noi, sono gli elementi più importanti.
  In primo luogo l'informazione; è necessario far sì che imprenditori e manager siano consapevoli di quelli che sono i reali benefici e le reali opportunità in termini di Pag. 15produttività, efficacia ed efficienza che le imprese potrebbero trarre dall'implementazione dell'intelligenza artificiale. Allo stesso tempo, però, è necessario che loro aprano a questi vantaggi e a queste possibilità con assoluta etica, con un senso etico che possa anche riconoscere il fatto che una produttività maggiore necessiterà di rivisitare anche le modalità di ridistribuzione dei redditi all'interno dell'azienda, riconoscendo altresì l'opportunità di dover aprire a nuove forme di lavoro più flessibile, che è l'esigenza che comunque ormai da anni si sta determinando nel nostro mondo del lavoro e che un'intelligenza artificiale richiederà ancora di più. Quindi, vi è l'esigenza di rivedere un orario di lavoro ridotto e altre forme di implementazione del rapporto di lavoro, anche se più flessibili.
  Tutto questo deve avvenire anche in un'ottica soprattutto di formazione. La formazione è fondamentale nel mondo del lavoro e, in questo caso, deve andare sia sulla parte dei lavoratori, che saranno la futura forza del lavoro, ma anche e soprattutto su quei lavoratori che sono già presenti nell'azienda e che rischiano di subire l'impatto più importante per l'intelligenza artificiale, se verrà implementata nelle loro realtà.
  Per quanto riguarda le future leve, riteniamo fondamentale rivedere in maniera complessiva e massiccia i programmi formativi, realizzati sia a livello di scuole superiori sia di università. In questo senso riteniamo di assoluto prestigio lo strumento dell'apprendistato duale, che dovrà essere valorizzato in questo senso, anche per cercare di colmare quelle che ad oggi sono le lacune fra la formazione professionale negli istituti tecnici, nelle università e nelle scuole, e quelle che sono le reali esigenze delle aziende, che sicuramente con l'intervento dell'intelligenza artificiale cambieranno. Uno strumento che, quindi, limiterà e accorcerà le differenze tra la necessità della formazione fatta a scuola e quelle che sono le esigenze all'interno delle aziende.
  Per i lavoratori già presenti all'interno dell'azienda serve un'opera integrale di reskilling, quindi una rivalutazione delle competenze, soprattutto in quei comparti, come il settore manufatturiero, che rischiano di essere i più colpiti, perché sono quelli all'interno dei quali abbiamo le mansioni più semplici e più routinarie, che rischiano di essere sostituite per l'intervento dell'intelligenza artificiale e non integrate, che è invece l'obiettivo verso il quale noi vogliamo andare.
  In questo senso, quindi, la formazione permetterà, da un lato, di forgiare nuove competenze nei lavoratori già impiegati, liberando nuova creatività e dando loro nuove opportunità di valorizzazione e di nuova motivazione.
  Per quanto riguarda invece l'implementazione di altre forme di intelligenza artificiale riteniamo che possa essere utilissima anche nel comparto della sicurezza del lavoro. Sarebbe opportuno utilizzare dei nuovi strumenti di intelligenza artificiale in ambito ad esempio formativo, per rendere quei percorsi formativi per i lavoratori, ma anche per gli imprenditori e per le varie figure del mondo del lavoro e della sicurezza, permettendo di rendere i percorsi stessi più reali, più tangibili. Attraverso le esperienze di realtà virtuale e di percorsi sempre più pratici e più tangibili questo potrà dar modo di verificare realmente quali sono i rischi all'interno del mondo del lavoro e di capire quali potrebbero essere i potenziali rischi, anche per ridurre quel dato molto importante sugli infortuni nel mondo del lavoro. Quindi sicuramente questo è un intervento al quale auspichiamo, così come riteniamo che in campo di sicurezza per il lavoro l'intelligenza artificiale potrà essere uno strumento utile per integrare le attività dei tecnici e degli ingegneri nella produzione della documentazione, ambito nel quale l'intelligenza artificiale dovrà comunque essere uno strumento sempre integrativo e non sostituivo delle risorse umane.
  Per quanto riguarda l'implementazione di tutte queste opportunità, sono necessari sicuramente incentivi e risorse pubbliche che possano, in primo luogo, eliminare quelle che sono le barriere all'accesso delle nostre piccole e medie imprese e quindi garantire loro la possibilità di implementare in maniera corretta e realmente ottimalePag. 16 le strutture stesse dell'intelligenza artificiale.
  Riteniamo inoltre utile la possibilità di valorizzare quelli che sono gli strumenti open source, laddove non vi sia un software di proprietà, ma un software con licenza libera – che possano quindi essere utilizzati in maniera più efficiente e con costi più ridotti. Anche in questo senso è necessario valorizzare ancora di più questi strumenti.
  Per chiudere, riteniamo sicuramente di valore lo strumento dell'intelligenza artificiale, anche per poter verificare al meglio quelle che sono le opportunità all'interno dell'azienda e una valutazione dei costi e benefici per l'imprenditore stesso.
  Riteniamo di assoluta importanza il coinvolgimento delle associazioni di categoria, come elemento di raccordo fra le istituzioni e le realtà imprenditoriali, anche al fine di comprendere quelli che sono i reali impatti dell'intelligenza artificiale e capire quelle che potrebbero essere le effettive soluzioni, al fine di liberare le potenzialità che le nostre imprese hanno e valorizzare ancor di più il made in Italy.

  PRESIDENTE. La ringrazio, è stata molto chiara.
  Mi pare di capire che vi sia un orientamento discretamente positivo in termini di possibilità che questo tipo di strumento può fornire, di qui ai prossimi anni.

  CHIARA TRIFINO, addetta alle relazioni industriali di Conflavoro PMI. Assolutamente.

  PRESIDENTE. Avverto che l'audito ha messo a disposizione della Commissione una documentazione, di cui autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato 3).
  Al netto della sua spiegazione, leggeremo anche con molta attenzione il documento che Conflavoro ci ha fornito. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.20.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 3

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