XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 12 dicembre 2023
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini:
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 2 
Bernini Anna Maria , Ministro dell'università e della ricerca ... 2 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 13 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 13 
Bernini Anna Maria , Ministro dell'università e della ricerca ... 13 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 13 
Bernini Anna Maria , Ministro dell'università e della ricerca ... 15 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 15  ... 15 
Bernini Anna Maria , Ministro dell'università e della ricerca ... 16 
Penza Pasqualino (M5S)  ... 16 
De Maria Andrea (PD-IDP)  ... 16 
Perissa Marco (FDI)  ... 17 
Patriarca Annarita (FI-PPE)  ... 19 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 21 
Bernini Anna Maria , Ministro dell'università e della ricerca ... 21 
Battilocchio Alessandro , Presidente ... 24

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BATTILOCCHIO

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite l'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dell'università e della ricerca Annamaria Bernini. Ringrazio innanzitutto il Ministro Bernini per la sua disponibilità. Il nostro è un lavoro che è iniziato nel mese di luglio, un lavoro di analisi e approfondimento, e al tempo stesso di proposta e di presenza sui territori. L'apporto che il suo contributo e la sua relazione potrà dare ai nostri lavori è ritenuto da noi particolarmente importante, e quindi le do la parola ringraziandola nuovamente per la disponibilità.

  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Buongiorno, sono io che vi ringrazio, soprattutto perché mi si dà l'opportunità di parlare di un tema che per noi del Ministero dell'università, della Ricerca e dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica rappresenta sicuramente uno degli obiettivi da perseguire.
  Il tema è come l'università, la ricerca e l'alta formazione artistica, musicale e coreutica – perché queste sono le tre anime incarnate dal Ministero che mi onoro di rappresentare – Pag. 3possano contribuire alla rigenerazione urbana, in senso stretto e in senso lato.
  La rigenerazione urbana, economica, sociale, culturale, costituisce un progetto ambizioso che oltre all'apporto e il supporto del Ministero dell'università e della Ricerca deve essere frutto di un lavoro corale. Quindi apprezzo in modo particolare la vostra richiesta di condividere riflessioni, e io sarò molto lieta di rispondere qui e altrove, perché il tema rigenerazione è il tema dei temi.
  Il Presidente mi ha detto, proprio ora che mi sono seduta, che il filo rosso di queste audizioni è Caivano, su cui noi (e quando dico «noi» intendo lo staff del Ministero dell'università e della ricerca) abbiamo voluto fortissimamente essere presenti, ed essere presenti non solo in maniera casuale, o congiunturale, ma per restare.
  Caivano non è solo una parola o un luogo, ma è un percorso. Voi me lo insegnate, tanto che in questa Commissione si sta parlando di modello Caivano. Ci sono luoghi abbandonati al degrado, alla rassegnazione, per non dire alla disperazione, il cui solo nome evoca delle suggestioni negative. In quei luoghi sono necessari, ma temo non sufficienti, presidi di Polizia, e questo è l'approccio del Governo rispetto a questo tema. I presidi di Polizia sono necessari, indispensabili, ma perché la situazione sia veramente in grado di produrre degli effetti modificativi permanenti, bisogna lavorare nei campi della conoscenza, della formazione, dell'orientamento.
  Quindi io mi permetterò di condividere con voi innanzitutto l'attività che stiamo svolgendo unitamente al Governo. Immagino che ognuno dei Ministri che mi hanno preceduto abbia raccontato la sua storia su Caivano, che è una storia – ripeto – di un Governo, di Ministeri che sono lì per restare.Pag. 4
  Per quanto mi riguarda, la vostra richiesta è particolarmente tempestiva perché proprio questo sabato inizierà un percorso, che noi abbiamo chiamato «Festival dell'Arte e della Scienza». Sabato 16 avranno inizio una serie di iniziative che prevedono insieme le Università, gli Enti di ricerca, Accademie, Conservatori, e gli I.S.I.A., ossia gli Istituti superiori delle industrie artistiche, realtà territoriali ancora molto limitate nel nostro Paese. Perché la nostra idea è quella di dare ai territori quello che i territori chiedono, ossia una inversione di tendenza che consenta ai cittadini di potersi riappropriare di aree che in questo momento sono nelle mani della criminalità organizzata, che condiziona i comportamenti di una popolazione che non è criminalità organizzata, ma che subisce le conseguenze della criminalità organizzata, a tutti livelli.
  Quindi l'unico modo è creare dei presidi, ripeto, caratterizzati da una dimensione di stabilità.
  Quindi abbiamo coinvolto tutti i Rettori delle Università campane, tutti. Tutti i Presidenti, direttori di Accademie e Conservatori, tutti. E abbiamo stanziato, attraverso uno specifico fondo, un finanziamento che il Ministero dell'università e della ricerca ha creato e ha inserito nel Decreto Caivano, insieme di rigenerazione e orientamento, perché a nostro avviso l'una cosa non può andare senza l'altra.
  Quindi abbiamo messo a disposizione 5 milioni di euro per rigenerare un immobile, all'interno del quale si svolgeranno delle attività, che non sono attività della durata del Festival dell'arte e della scienza che si concluderà a giugno, ma destinate a rimanere sul territorio come un presidio di alta formazione accademica e artistica.
  Ripeto: non si parlerà casualmente di temi che non abbiano un'attinenza con il territorio, si parlerà di scienze sociali, di professioni sanitarie, di presidi socioculturali, si parlerà di Pag. 5restauro, si parlerà di gestione, nuove modalità tecnico-innovative di gestione della agricoltura e del verde, tutti temi che hanno un immediato mercato. Quello che noi dobbiamo fare è ridurre il più possibile lo spazio tra la formazione a tutti i livelli e il mondo del lavoro, bisogna formare i giovani e farli lavorare, lavori che esistono sul territorio, che abbiano una prospettiva di durata sul territorio.
  Ed è per questo che il tavolo che abbiamo formato con il supporto fondamentale del Commissario straordinario Ciciliano, e che ricomprende i Rettori, non è un tavolo che ha portato in maniera casuale della generica formazione sul territorio, ma ha ascoltato la voce, le esigenze del territorio e le sta interpretando.
  A novembre ho avuto il piacere di accompagnare il Presidente Mattarella in occasione degli ottocento anni dell'università Federico II, e dopo la cerimonia inaugurale siamo andati a visitare la sede distaccata dedicata alle professioni sanitarie che l'università Federico II ha fatto a Scampia, abbattendo una vela e creando una struttura che viene attualmente utilizzata per la formazione, per restare.
  Ancora, sono stata partecipe di una ulteriore iniziativa che si sviluppa attraverso l'università, ovvero le infrastrutture strategiche europee e internazionali che, tramite i fondi del P.N.R.R., il mio Ministero sta finanziando e le Università stanno creando. In particolare parliamo di cinque grandi centri nazionali di cui uno è a Bologna ed è dedicato ai bigdata e alle tecnologie di calcolo quantistico, e dove ancora una volta il Presidente Mattarella un anno fa ha inaugurato il supercalcolatore Leonardo, che è il quarto supercalcolatore più potente del mondo gestito dal Consorzio CINECA. Tale centro avrà un suo ampliamento presso una nuova sede a San Giovanni a Teduccio, in provincia di Napoli, grazie a un accordo siglato con l'Università Pag. 6Federico II, e che vede anche il coinvolgimento dell'Agenzia per la Cyber sicurezza, del CNR e dell'azienda farmaceutica Dompè. Anche questa iniziativa rappresenta un'altra modalità di recupero del territorio, e dimostra che si può fare.
  Come ho detto, questi centri nazionali sono cinque: uno dedicato al supercalcolo e ha come capofila l'Università di Bologna, uno dedicato alla mobilità sostenibile, e ha come capofila l'Università di Milano, uno dedicato alle terapie geniche e ai farmaci a tecnologia R.N.A. e ha come capofila l'Università di Padova, uno dedicato all'Agritech, e ha come capofila l'università Federico II, e uno alle biodiversità e ha come capofila l'Università di Palermo.
  Agritech significa la nuova agricoltura, che non si fa solamente con i mezzi tradizionali, con i trattori, ma con il supercalcolo e la sua capacità predittiva. L'Intelligenza artificiale, in questo senso, applicata ai bigdata, non è sostitutiva dell'intelligenza umana, ma un moltiplicatore della medesima, che programmando in un certo modo rende più veloce l'acquisizione dei risultati. E si sta facendo esattamente questo, attraverso il supercalcolo.
  Quindi voi capite quanto sia importante, anche su territori che richiedono delle specificità agricole, cogliere ora l'opportunità di formare a tutti i livelli, e non solo quello universitario.
  Avete avuto in audizione il Ministro Valditara, quindi sapete quanto sia importante la formazione a livello I.T.S., per esempio. Nessuno fa tutto da solo, nessuno crea un vero sistema destinato a durare da solo.
  Quindi quello che sono venuta a comunicarvi è che lo Stato c'è a Caivano, e il Ministero dell'Università c'è a Caivano per creare dei presidi di durata, che formino studentesse e studenti a livello di formazione superiore e universitaria, e che trovino Pag. 7ragioni di speranza e di riscatto sui loro stessi territori, facendo i lavori che i loro territori supportano.
  Che dirvi ancora? Che questo modello per noi è il prototipo che è già stato trasferito e deve essere trasferito in giro per l'Italia, e lo si fa attraverso – anche in questo caso – un'azione combinata. E insisto sul tema degli Enti di ricerca, perché è la grande forza dell'Università da dieci anni a questa parte, vi parlo di una realtà che io ho scoperto in questo ultimo anno. Io sono in apnea dal 2008, perché sono in aspettativa obbligatoria per incompatibilità con il Mandato Parlamentare, e l'Università che ho ritrovato è felicemente diversa, evoluta, rispetto all'Università che ho lasciato. È un'Università che sa fare sistema, che sa mettere insieme la ricerca applicata, l'impresa, i territori. Noi facciamo convenzioni con Regioni e Comuni in maniera assolutamente trasversale, non politicamente orientata.
  In tale ambito anche il P.N.R.R. è una opportunità congiunturale, ma quello che creiamo da adesso in poi anche attraverso il P.N.R.R. deve diventare strutturale, destinato a durare. Quindi non possiamo operare solamente attraverso il P.N.R.R., ma certamente è una grande opportunità che dobbiamo usare miratamente, spendendo bene, altrimenti da grande opportunità rischia di diventare un momento di grande doping, che poi ci lascia in crisi di astinenza dopo il 2026 se non abbiamo creato, appunto, delle strutture, delle infrastrutture materiali e immateriali destinate a durare.
  Quindi l'università che interessa a questa Commissione deve essere una Università che orienta, che ascolta le istanze dei territori, ma anche le istanze degli studenti. Il diritto allo studio è un modo di ascoltare le esigenze di tutti coloro che hanno diritto di accedere alla formazione superiore.Pag. 8
  Il diritto allo studio significa, sostanzialmente, Borse di Studio, e residenzialità universitaria. Perché Borse di Studio significa dare allo studio la connotazione di diritto e non di privilegio, e quindi chi non può permettersi la formazione per difficoltà economiche, deve essere messo in condizione di formarsi, perché questo è il primo modo per contrastare il degrado.
  Quindi noi le Borse di Studio le abbiamo alimentate coprendo per quest'anno la categoria degli idonei non beneficiari.
  Visto che le Borse di studio sono aumentate per entità, 700 euro, e per soglia ISEE, ciò ha determinato il fatto che alcune Regioni non riuscissero a coprire tutta la loro parte, e quindi noi abbiamo «ramazzato» faticosamente all'interno del nostro bilancio un po' di fondi – veramente in maniera un po' rocambolesca – e abbiamo coperto anche la parte di quelle Regioni che non erano riuscite a coprire. È ovvio che ciò non può acquistare una connotazione strutturale, non è il mio mestiere finanziare anche i fondi delle Regioni, però questo mi induce ad una riflessione, e cioè: quella di cercare di spendere sempre meglio e di razionalizzare. Però abbiamo rifinanziato le Borse di Studio con i fondi del P.N.R.R. anche per il 2024, e il 2025, e stiamo lottando perché questi fondi continuino ad essere garantiti, e questa è la parte che io sto facendo all'interno del Governo.
  E poi c'è un'altra parte importantissima, che riguarda il supporto alla non autosufficienza e al disagio psicologico. Abbiamo pragmaticamente predisposto un fondo che aiuti le Università che, peraltro, si erano già mosse da sole, e anche ciò dovrà avere un tratto di continuità, di permanenza e di definitività. Quindi noi abbiamo messo più di 30 milioni sul disagio psicologico e 40 milioni sul supporto alla non autosufficienza, e anche sulla valorizzazione di alcune professionalità e di Pag. 9alcune competenze che sono storicamente – in maniera un po' demagogica – attribuite per genere, con riferimento ad esempio al tema delle discipline e materie STEM.
  Quindi, noi stiamo cercando di portare avanti una serie di iniziative che abbiano come comune denominatore quello di investire sulla continuità. Per investire sulla continuità non si può fare affidamento solo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma bisogna fare anche altro, come i progetti di housing. Soprattutto in alcune zone è ovvio che non basta una borsa di studio, ma è necessario garantire anche, la residenzialità, i famosi studentati con i posti letto, per cui gli studenti stanno protestando.
  Io rispetto le proteste, ed è meglio la protesta del silenzio, sempre. Però vi vorrei portare alcuni dati di realtà: noi abbiamo un sottodimensionamento dell'housing, in quaranta anni di storia repubblicana abbiamo fatto 40 mila posti letto, che sono troppo pochi. Il P.N.R.R. ci richiede un target finale di 60 mila posti letto da qui al 2026, che è un target molto sfidante. Ci proveremo in ogni modo possibile in quanto è una cosa importante per i territori, perché quella è la vera rigenerazione, quella è la vera riqualificazione, e quindi probabilmente questo è uno dei temi core connesso alla vostra attività.
  Noi abbiamo sostanzialmente tre canali che stiamo percorrendo. Il primo è attraverso il P.N.R.R.: noi abbiamo 960 milioni a cui – con una trattativa sfibrante che abbiamo fatto personalmente come MIUR con la Commissione europea – siamo riusciti ad aggiungere 240 milioni, perché non si può chiedere a nessuno di lavorare con troppi pochi fondi e troppe poche opportunità disponibili.
  E, soprattutto, abbiamo dato una prospettiva, abbiamo già creato 8.500 posti letto, e sono tanti. Abbiamo il target di 60.000, e quindi a questi se ne devono aggiungere tantissimi, ma Pag. 10abbiamo nel contempo diversificato la nostra attività, ricomprendendovi anche – oltre allo strumento del P.N.R.R. – una attività di finanziamento del Ministero, che si basa sulla Legge 338 del 2000, di cui avrete sicuramente sentito parlare, perché i vostri territori vi compulseranno su questo, che è vera rigenerazione. Sono immobili che vengono acquistati o rigenerati dalle università, e che noi finanziamo al 70%. Abbiamo messo a disposizione, proprio con un bando che abbiamo chiuso ora, 500 milioni, e abbiamo finanziato tanti bei progetti. Questo ci consentirà di aggiungere agli 8.500 posti letto, altri 5.400 posti letto, in quanto – ripeto – noi stiamo lavorando sulla continuità, non solo sui target P.N.R.R.
  Inoltre, all'housing P.N.R.R. e all'housing ex Legge 338 abbiamo aggiunto un'altra modalità di housing, attraverso un protocollo di intesa con il Demanio stipulato circa due settimane fa. Attraverso tale accordo il Demanio ci segnala degli immobili abbandonati, che hanno perso il senso originario, ma che possono riacquistarne uno nuovo attraverso adeguati progetti di riqualificazione. Ciò ad esempio è quello che è successo con la Caserma Magrone di Bari. La caserma Magrone di Bari è diventata un bellissimo campus universitario, che è l'hub dell'innovazione, così è stato chiamato, e che ricomprende laboratori, studentati, spazi verdi, e spazi comuni, perché quello che sta cambiando anche nell'università, oltre alla capacità di fare sistema, è l'orizzontalizzazione, e quindi si abbattono muri, si cerca di parlare, di essere più interattivi con altre realtà della città.
  Quindi mi sento molto cosostanziale alla vostra attività, sento che quello che noi stiamo facendo è molto affine. Un altro esempio – tanto per non citarvi solo il sud, ma anche il nord – viene dal Politecnico di Milano che ha recuperato a Bovisa una parte di architettura industriale, facendo un progetto che Pag. 11si chiama «La Goccia». Il progetto è di un ex alunno di grande prestigio del Politecnico, Renzo Piano, che sta facendo cose bellissime non solo per l'università, anche per la scienza, ha fatto una bellissima progettazione che si chiama Science Gateway al CERN di Ginevra, dove le impronte digitali italiane sono tantissime, non solo perché abbiamo il direttore generale Fabiola Giannotti, unico doppio mandato nella storia del CERN, ma abbiamo anche tante imprese che ci lavorano. Voglio citare anche una iniziativa legata alla Alta formazione artistica, musicale e coreutica, cioè il Conservatorio Giovanni Verdi di Milano che a Rogoredo ha recuperato una zona totalmente squalificata e ha creato un compound, un «Bosco della musica» bellissimo e che questo Governo ha ulteriormente finanziato con altri 60 milioni – perché si sta allargando e riqualificando ancora di più – facendo accordi con Regione e Comune. Anche qui, accordi non politici, ma accordi di contenuti e di risultato.
  Questa è l'università che promuove e costruisce, e altrettanto fondamentale è l'università che orienta. L'orientamento è il primo contatto con la mancanza di speranze dei giovani nelle zone degradate. Orientare è spiegare che un'alternativa per realizzare non solo i propri obiettivi ma anche i propri sogni c'è, e ciò è fondamentale per cominciare un percorso di recupero. In tal senso sullo STEM noi stiamo anche cercando di livellare la disomogeneità tra presenza maschile e femminile, e quindi abbiamo creato delle borse di studio per favorire protempore (altrimenti creeremmo un dislivello in senso contrario) la presenza di donne nelle facoltà STEM, e devo dire che questa presenza sta aumentando molto velocemente. Vi sembrerà un discorso retrivo, ma molto spesso ancora si dice che le donne hanno una certa difficoltà a comprendere la matematica e numeri, il che sembra quasi una battuta. Invece è parte di quei pregiudizi che ancora sopravvivono, e quindi sono queste le Pag. 12prime cose che devono essere smantellate attraverso l'orientamento e la conoscenza. Un esempio di orientamento è quello portato avanti dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che con noi sta facendo un progetto non solo a Caivano ma dappertutto, che si chiama Campionato della creatività. Abbiamo creato attraverso un fondo P.N.R.R. un percorso di orientamento che cerchiamo di portare verso proprio i livelli più iniziali della formazione primaria e non solo della formazione secondaria, perché prima si comincia e meglio è.
  Che cosa abbiamo fatto con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare? Abbiamo preso i ragazzi, e alcuni fisici formatori dell'Istituto – che sono dei comunicatori straordinari – hanno dato loro una spiegazione molto abbordabile di alcuni temi scientifici che sembrano irraggiungibili, come per esempio i buchi neri o le onde gravitazionali. Successivamente, per essere certi che i concetti siano arrivati bene e abbiano ingenerato nei ragazzi la sensazione di poter essere parte di quel percorso di apprendimento, a un certo punto il formatore – che è un fisico dell'INFN – dice: «Bene, voi avete ascoltato tutto, per farmi capire che avete capito me lo disegnate? O mi fate un qualcosa di vostro che descriva quello che sono riuscito a farvi capire? Che sia un plastico, o un disegno, o un quadro».
  In questo momento a Caivano vi sono le installazioni degli studenti che hanno fatto esattamente questo percorso, e sono bellissime. Questo unisce insieme orientamento, capacità di credere in sé stessi, arte, tecnologia e innovazione di cui prima si parlava, ed è un inizio importante, perché ha già dato dei risultati.
  Ed è per questo che io vi chiedo, e con questo concludo: aiutateci a identificare quei territori che hanno bisogno di questo. Noi siamo partiti da Caivano, ma ovviamente Caivano è solo l'inizio. È l'inizio di un lungo percorso, anche perché tutti Pag. 13i grandi viaggi – ha detto qualcuno molto meglio di me – sono cominciati con un primo passo.
  Io vi ringrazio, e spero che il nostro rapporto sia coordinato e continuativo e non solo spot. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie al Ministro Annamaria Bernini, che ci ha fornito una serie di indicazioni, e ci ha lanciato anche diverse sfide operative per lavorare insieme. Lascio ora la parola ai colleghi che hanno delle domande da rivolgere al Ministro.

  PASQUALINO PENZA. Ringrazio il Ministro per la presenza e per l'operato che sta cercando di mettere in campo su Caivano, e lo dico anche da caivanese.
  Su Caivano vi sono varie criticità che anche in questi giorni mi sono giunte per via breve, tipo le scuole che purtroppo hanno dei problemi di riscaldamento, e anche se questa problematica non sia tra le più rilevanti è comunque giusto farla presente in quanto rappresentante del territorio, e anche in quanto richiesta dai cittadini.
  Lei ha citato un immobile che sembra stia per essere attrezzato per qualche progetto. Vorrei approfondire esattamente di quale immobile si stia parlando, e a che tipo di progetto specifico ci si riferisce. Mi è piaciuto peraltro il connubio con l'università e con l'arte, che può essere messo in campo su Caivano.
  Io a Caivano ci vivo, e quindi ho avuto anche l'opportunità di fare incontrare alla Commissione un po' tutti i preti che sono presenti a Caivano, perché io li ritengo...

  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Non solo don Patriciello.

  PASQUALINO PENZA. Esatto, in quanto io li ritengo il front office con la realtà locale. Don Patriciello ha la fortuna, o Pag. 14diciamo la sfortuna, di essere più mediatico e quindi manda subito il messaggio, ma ci sono anche altre persone che fanno alla pari di don Patriciello il loro dovere, e io lo so perché li seguo.
  Io a volte entro in queste chiese perché mi piace tenere un contatto diretto con loro. A Caivano di recente si è aperto uno sportello di ascolto psicologico per le donne vittime di violenza anche grazie a un prete che ha messo a disposizione una sua piccola struttura. L'abbiamo inaugurata l'altro giorno, ed è stata veramente una bella cosa.
  Io mi trovo a girare in queste piccole chiese, e se ci sarà l'opportunità – magari con il Presidente e con la Commissione – potremo fare un giro anche per visitarle, perché negli anni anche queste chiese sono state – diciamo tra virgolette – vandalizzate, o trascurate più che altro. Quindi ci troviamo delle chiese completamente spoglie, e vedere una chiesa senza nemmeno un affresco, senza nemmeno un qualche cosa che richiama anche l'attenzione di un cittadino che può venire da fuori, non è una cosa positiva per Caivano.
  A Caivano i negozi non ci sono, perché il Centro commerciale comunque ha assorbito anche in modo indiretto tutte le altre attività commerciali. Inoltre i ragazzi tendono ad andare a studiare fuori, perché non c'è una università a Caivano che comunque attiri i ragazzi a studiare.
  Sappiamo che la città la vivono e la creano i ragazzi, che poi diventano adulti e rimangono comunque legati a quel territorio. Io penso che chiunque di noi abbia fatto un percorso di studi lontano dal suo paese di origine rimane comunque legato ai luoghi. Quindi noi dobbiamo fare in modo che Caivano diventi attrattiva anche da questo punto di vista, fare in modo che i ragazzi ci portino il cuore anche da fuori e ce lo lascino a Caivano. Così Caivano potrebbe ritornare alla vita. Ricordo che Pag. 15Caivano tempo fa, quando ero più giovane, era veramente un bel paese, la criminalità magari c'era ugualmente, però ricordo che Caivano viveva, mi ricordo che il sabato e la domenica c'erano ragazzi, giovani che riempivano la piazza vicino al Santuario della Madonna di Campiglione, e questi sono i ricordi che io ho di Caivano.
  Oggi invece vi è una Caivano che purtroppo non vive, è statica, e che sta andando man mano sempre più a immobilizzarsi. La proposta che quindi le faccio è quella di poterla rilanciare anche attraverso l'aiuto delle Università, e magari poter rilanciare un po' anche quella che è la bella arte nelle chiese e nel territorio caivanese. Se troverà magari occasione per ritornare a Caivano...

  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Sabato ritornerò, e tornerò anche altre volte. Spero che lei sia parte della compagnia quando ci vedremo, tutti ovviamente. Questa parte delle chiese mi piace moltissimo, perché proprio la seconda giornata che noi faremo a marzo del Festival dell'arte e della scienza la vogliamo dedicare al restauro.

  PASQUALINO PENZA. Se posso permettermi Ministro, se riesce lei deve andare a visitare la chiesa dell'Annunziata e la chiesa dei Cappuccini, che sono due chiese storiche, e insieme alla chiesa di San Pietro sono quelle principali. La chiesa dei Cappuccini ha un'importanza anche storica di un certo livello, e vedere delle pareti completamente imbiancate dove in realtà dovrebbero invece starci degli affreschi...
  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Sotto c'è qualcosa?

  PASQUALINO PENZA. Non si sa, perché la storia con il tempo si è persa.

Pag. 16

  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Sarebbe bello che i ragazzi dell'Accademia andassero a vedere se sotto c'è qualcosa, altrimenti potrebbero loro farci qualcosa. Ci sono delle scuole a Caivano, che io ho visto, dove hanno fatto dei murales e degli affreschi.

  PASQUALINO PENZA. Questa è l'idea, e anche con la chiesa dell'Annunziata si potrebbe fare la stessa cosa. Il parroco don Antonio cerca – per quello che può e con i pochi fondi che ha – in qualche modo di abbellire la sua chiesa, per renderla anche attrattiva nei confronti dei fedeli e comunque anche delle persone, per fare in modo che qualcuno la venga per visitare. Vedendo quindi questa sua apertura io la ringrazio, spero di poterla incontrare a Caivano e sicuramente faremo un giro insieme.

  ANDREA DE MARIA. Più che domande svolgo qualche considerazione, in quanto anche io ho trovato la relazione di grande interesse e, devo dire molto in sintonia con il lavoro che stiamo facendo come Commissione. Per il lavoro comune poi il Presidente è davvero una garanzia, sapendo valorizzare tutte le componenti anche politiche della Commissione. Una idea quindi è quella di produrre anche una serie di proposte di legge che, nascendo già da un confronto unitario in Commissione possano poi arrivare in Aula con l'accordo di diversi gruppi parlamentari, e quindi questo lo segnalo perché potrebbe essere un tema di interesse e di lavoro comune.
  Sulle cose che ho sentito vorrei sottolineare che, secondo me, uno dei grandi temi per la rigenerazione urbana è proprio quello di collocare funzioni di eccellenza nelle aree che devono essere riqualificate. L'esempio di Scampia è molto interessante, e per Bologna vi è l'esempio del Tecnopolo, dove c'è il supercomputer in un'area che è stata rigenerata e riqualificata.Pag. 17
  Inoltre, noi dobbiamo capire come le competenze che le nostre università esprimono possano entrare in sistema con le Istituzioni, anche per un lavoro di elaborazione. Questa è un'altra competenza che abbiamo come Commissione, perché c'è anche un tema di pensiero su come realizzare oggi le azioni di rigenerazione urbana e contrasto al degrado. Quindi anche su questo sarebbe interessante capire come l'elaborazione effettuata nelle nostre Università da parte di chi fa un lavoro intellettuale possa poi incrociarsi con l'azione dei decisori politici.
  Per quanto riguarda Caivano, io dico che è stato molto importante intervenire, perché c'era un contesto di particolare di degrado, e questo ha richiesto una concentrazione di risorse e di presenza dei Ministri molto significativa. È importante comunque che Caivano possa diventare anche un esempio per dei progetti che abbiano un valore più generale.
  Bisogna quindi capire come dall'esperienza Caivano si possa passare a una progettualità più complessiva, nel senso che Caivano non può essere uno spot. È importante in sé, ma ha senso anche se è dentro un discorso più generale, come ho già detto in un'altra audizione, anche se tengo a sottolineare che non so quanto possa essere ripetibile questo livello di risorse finanziarie e di attenzioni istituzionali, che sono state giuste.

  MARCO PERISSA. Grazie Presidente, e grazie ovviamente al Ministro per una relazione che, devo dire, è stata significativa rispetto al modello citato di Caivano come prototipo da potere esportare.
  Io non ho molte domande, mi limito a fare semplicemente delle considerazioni, sottolineando alcuni aspetti che, a mio avviso, sono particolarmente rilevanti nella sua relazione, e in particolare la possibilità in ambito universitario di poter investire con un indice di ritorno non necessariamente economico Pag. 18o finanziario, ma certamente formativo, con un ritorno dell'investimento anche sull'impatto territoriale e la rigenerazione urbana, e la giusta stella polare che lei e questo Governo state seguendo è quella della gestione dei fondi derivati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
  Caivano è un modello, e noi abbiamo visto come questo Governo stia cercando di affrontare il tema dell'abbandono prima ancora della criminalità organizzata, perché purtroppo la criminalità organizzata prolifera esattamente lì dove lo Stato è sparito, e quindi se prima non si affronta il tema dell'abbandono di alcuni territori non c'è proprio il terreno fertile per affrontare quello della criminalità organizzata. Quindi la ricetta non è soltanto quella delle Forze dell'ordine, che – è inutile negarlo – in alcune situazioni è indispensabile, ma è evidente che da sola non è sufficiente a fare in modo che quell'intervento possa poi essere quel meccanismo di lavorazione del terreno su cui piantare dei semi che possano sbocciare.
  Lei, e concludo questa riflessione, si occupa – a mio avviso – di uno dei Ministeri più delicati, perché se pensiamo all'apparato statale come un organismo che prende cura della vita dei cittadini, lei si occupa dei cervelli. Il Ministero dell'Istruzione ovviamente lo fa nella fase in cui quei cervelli vanno formati, e il Ministero dell'Università e della Ricerca lo fa quando quei cervelli sbocciano, e restituiscono alla collettività quell'elemento di formazione.
  In questi mesi noi abbiamo parlato in Parlamento diverse volte dell'ascensore sociale, e non c'è bisogno che ce lo ripetiamo, sappiamo che questo Paese è fermo da tantissimo tempo, e chi nasce figlio di un operaio difficilmente può diventare un ingegnere elettronico, figuriamoci chi nasce figlio di un criminale. Eppure, se crediamo tutti in maniera estremamente trasversale nell'istituto rieducativo della pena, figurarci se non Pag. 19possiamo credere tutti in maniera condivisa nel principio che i figli non possono pagare le colpe dei padri.
  A maggior ragione quindi l'intervento dell'Università – e quindi di quell'istituzione che attraverso essa viene rappresentata – deve dire ai nostri ragazzi, alle nostre ragazze che c'è una scala su cui possono salire se lo vogliono.
  Ecco, non voglio banalizzare, ma spesso e volentieri penso che chi nasca in contesti come quelli di Caivano abbia sempre bisogno di qualcuno che gli dica: «Sei meglio di quello che ti hanno detto, puoi dimostrarlo con le tue forze», e portare a Caivano quello che lei ha raccontato con molti elementi fattuali, insieme a quello che sta facendo il Ministero dello Sport, il Ministero dell'Istruzione, il Ministero dell'Interno, non significa solo dire a quel territorio che lo Stato c'è, anche se ovviamente questo è il primo messaggio. Ma significa – soprattutto – dire a quei ragazzi e a quelle ragazze, e a tutti quelli che abitano a Caivano: questa non è la condizione a cui siete condannati per tutta la vita, queste sono le scale, e dipende da voi salirle.
  Un ulteriore esempio, secondo me, – e su questo il Presidente sa che io ho una fissazione particolare essendo di Roma – ce lo sta dimostrando Corviale.
  Se noi a questi territori mettiamo a disposizione la protezione, e serve quindi il Ministero dell'Interno, gli strumenti per tornare a riprendere possesso dei propri quartieri non dobbiamo spiegarglieli troppo, perché le riposte le sanno prima e meglio di noi, basta esserci e sostenerli. Quindi grazie davvero il lavoro che state facendo.

  ANNARITA PATRIARCA. Voglio ringraziare il Ministro non solo per la precisione e la pragmaticità dell'intervento che ha fatto oggi, ma anche perché nella sua azione la caratteristica costante è di efficacia dell'intervento, una presenza che è operativa e che ci fa vedere i risultati, anche per Caivano.Pag. 20
  Caivano è un paradigma, cioè è un esempio, e quando è un esempio significa che deve essere ripetuto. Allora esistono una serie di realtà, soprattutto nelle grandi città, che sono diventate – brutta parola ma è la realtà – dei ghetti, e quindi sono diventati terreno fertile per la criminalità organizzata, e la presenza dello Stato in molti casi non c'è stata, come è successo al Parco Verde a Caivano.
  Per cui è vero che i presidi di Polizia sono necessari, ma non sono sufficienti, perché è fondamentale, prima di tutto che lo Stato debba riappropriarsi del proprio territorio, e ristabilire il rispetto delle regole, ma affinché questo tipo di intervento abbia effetti permanenti c'è bisogno di investire in formazione, in cultura e lavoro.
  E questo è il punto sul quale volevo – più che fare una domanda – chiedere sempre maggiore attenzione. Lei ha detto che l'interesse fondamentale in questo momento nell'intervento su Caivano è quello di ridurre lo spazio tra la formazione e lavoro. Secondo me questa è la chiave di volta per riuscire a dare una alternativa perché è la cultura che trasforma, ma offrire un'opzione pratica e pragmatica è quella della possibilità e offerta di lavoro.
  Per fare questo c'è bisogno di fare sistema tra territorio, università e impresa, sempre di più cercare di fare dialogare impresa e università per fare in modo che questi ragazzi possano formarsi anche vicino casa per chi non ha la possibilità di studiare fuori o di allontanarsi. Quindi anche l'esempio positivo di avere un'Università vicina, è edificante e fa migliorare, ma la cosa più importante, per rendere duraturi gli effetti, è fare in modo che poi abbiano delle alternative pratiche in termini professionali.
  Quindi su questo, Ministro, le chiediamo la massima attenzione, e continuo a dirle grazie per l'interesse costante che ha Pag. 21per un mondo che è quello fondamentale, cioè il futuro lo costruiranno i ragazzi delle nostre università, il testimone lo lasciamo a loro. La formazione universitaria è ciò che rende importante il sistema Italia, perché l'università italiana è un'eccellenza e lo vediamo anche quando andiamo fuori e ci confrontiamo, e quindi è necessario che attraverso la formazione si rafforzi questo sistema di comunicazione effettivo e permanente con il mondo del lavoro. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Un tema importante che lei ha toccato è quello di garantire, soprattutto in certe aree, degli efficaci e completi percorsi di orientamento. Durante la nostra missione a Caivano un dato che mi è rimasto in mente è quello sui ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, e che rappresentano una percentuale che sfiora il 30% contro il 18 della Campania e il 12 a livello nazionale.
  Quindi, secondo me questo è un aspetto sul quale è giusto continuare a fare uno sforzo, e so che l'incontro che è stato fatto con i Rettori anche in quella zona va proprio in questa direzione.
  Le do ora la parola per rispondere agli spunti dei colleghi, che ringrazio perché hanno fatto delle considerazioni importanti.

  ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'università e della ricerca. Permettetemi di ringraziarvi tutti, perché lo sapevo che la parte più interessante di questa audizione sarebbero state le vostre domande.
  Onorevole collega Penza per me è indispensabile quello che lei ha detto, cioè il fatto di avere una conoscenza del territorio. Qua stiamo parlando di Caivano, ma parliamo anche del prototipo Caivano, perché chiese abbandonate ce ne sono dappertutto, preti che sono dei presidi di frontiera, che riescono Pag. 22a tenere la criminalità lontana dai ragazzi, a rischio della loro stessa vita, ce ne sono dappertutto. E, vi dico, non solamente da una certa latitudine in poi, ma ad ogni latitudine.
  Sto girando molto l'Italia, e sono realtà che vedo con i miei occhi. Per questo vi dicevo che è importante ascoltare i territori, e ad esempio io ho capito che il restauro è un tema importante, non solo per la storia di Caivano, che è una storia significativa, una storia che ha radici profonde, una storia orafa, una storia di bellezza, una storia di capacità di rigenerare edifici storici. Di questo abbiamo parlato anche con i Rettori e con i colleghi che si occupano specificamente di storia dell'arte, noi possiamo formare non solamente i restauratori, ma anche i tecnici del restauro, che sono un tipo di formazione pre-universitaria, ma che ha un mercato: ritorno quindi a quello che diceva la collega Patriarca. Se poi qualcuno decide di formarsi per la cultura e fare solo cultura è una sua scelta, ma noi dobbiamo formare per la cultura e per il lavoro, e questo è il nostro obiettivo.
  Quindi questa non è solamente una operazione, secondo me, molto etica e giusta sotto il profilo culturale e artistico, ma è anche una operazione che ci aiuta a avvicinare le ragazze e i ragazzi al mondo del lavoro, e quindi noi a marzo lavoreremo proprio su questo, sui tecnici del restauro, e faremo delle specie di performance per attirare l'attenzione della cittadinanza. Quindi, a marzo sarà molto importante fare proprio delle performance di tecnica di restauro per spiegare a tutti che cosa vogliamo fare, questo è l'obiettivo che abbiamo e quindi per me è motivo di grande soddisfazione poterlo condividere.
  Sicuramente andrò alla Annunziata, a San Pietro, ai Cappuccini, sono stata in alcune chiese, ma non le potrei identificare, e quindi quando tornerò lo farò sicuramente, anche perché ho visto che Caivano non è grandissima. Tra l'altro e Pag. 23anche io ho notato che gli esercizi commerciali sono chiusi, comunque è un passo per andare avanti.
  Grazie all'amico collega De Maria, la proposta di Legge sicuramente è un tema che può dare una corsia preferenziale, non istituzionale, ma politica. Se si riuscissero a trovare dei presupposti comuni che caratterizzano l'attività di questa Commissione, e che non è solo la relazione finale ma anche una serie di proposte, secondo me si darebbe un bel senso al lavoro di questa Commissione e quindi, per quanto mi riguarda, in qualsiasi modo io possa essere utile sono a disposizione.
  È vero, ha ragione il collega De Maria, Caivano ha una concentrazione di attenzione naturale e inevitabile. È altrettanto vero che il modo per creare altre Caivano è l'ecosistema, quello che vi dicevo prima. Mettere insieme sicuramente il Governo, sicuramente i territori, quindi la Regione più che i Comuni, perché i Comuni spesso sono poveri. Non si può neanche prescindere – come stiamo facendo adesso con le infrastrutture strategiche – da una connessione tra università, ricerca e impresa. All'epoca in cui i nostri nonni e i nostri padri facevano l'università, l'università era una specie di turris eburnea dove si faceva solo la ricerca di base, che non doveva avere un obiettivo, era ricerca per la ricerca. Adesso la ricerca si è molto aperta, e si è creata una connessione proprio tra università e il mondo dell'impresa che crea ulteriori opportunità di placement nell'ottica che dicevamo prima. Quindi il modo migliore per rigenerare un territorio è fare sistema. San Giovanni a Teduccio, in Provincia di Napoli, è un esempio di questa cosa, abbiamo messo insieme la Regione, il Comune, Agenzia per la Cyber sicurezza, Università, Cineca. Creando l'ecosistema si creano anche i potenziamenti di fondi, cioè si appostano fondi più cospicui, e questo consente di arricchire il margine della rigenerazione.Pag. 24
  Questa è la ricetta, che ho visto applicare, e questa è la ricetta che io suggerirò di applicare dappertutto. Ecosistema, ossia mettere insieme tutte le risorse.
  Grazie, onorevole Perissa, per tutta una serie di motivi. L'università deve essere un investimento, perché l'università è una fabbrica che produce futuro. Lei ha detto, giustamente, che le giovani menti sono affidate al Ministero dell'Istruzione, ma in questa fase noi siamo veramente una fabbrica che produce futuro, perché stiamo generando professionalità che per certi versi ancora non esistono.
  Noi siamo particolarmente forti in Italia nel farlo perché abbiamo una cultura rinascimentale, una cultura di contaminazione. Abbiamo grandi uomini e donne del Rinascimento che hanno saputo essere insieme quello che gli americani chiamerebbero sciences and humanities: scienziati, astronomi, matematici, filosofi, e quindi a maggior ragione noi dobbiamo fare un investimento sul futuro delle nostre generazioni. Un'altra cosa che apprezzo moltissimo è l'idea di continuare a replicare la formula del «sei meglio di quello che ti hanno detto». È esattamente questo che fa la differenza, questo è lo switch. È per questo che con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare facciamo la rappresentazione pratica e tangibile delle loro lezioni: Di modo che vedendole possano essere in grado di capire che lo possono fare e lo hanno fatto, e per questo lo chiamiamo il campionato della creatività. Ancora grazie a tutti voi.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Abbiamo avuto veramente tanti spunti, che avremo modo di approfondire anche in ulteriori occasioni, e quindi di nuovo grazie per la sua presenza e per il suo contributo. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.20.