XIX Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 11 luglio 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sulla politica spaziale e aerospaziale del Governo (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 3 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 3 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 8 
Pavanelli Emma (M5S)  ... 8 
Caramanna Gianluca (FDI)  ... 8 
Benzoni Fabrizio (A-IV-RE)  ... 8 
Comba Fabrizio (FDI)  ... 9 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 9 
Urso Adolfo , Ministro delle imprese e del made in Italy ... 9 
Gusmeroli Alberto Luigi , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI

  La seduta comincia alle 11.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante il resoconto stenografico della seduta nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sulla politica spaziale e aerospaziale del Governo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sulla politica spaziale e aerospaziale del Governo.
  Ringrazio il Ministro per aver risposto all'invito della Commissione e saluto i colleghi deputati.
  Prima di cedere la parola al Ministro, chiedo ai colleghi che intendano intervenire di comunicare le loro richieste alla presidenza.
  Do quindi la parola al Ministro Urso.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Grazie presidente, grazie colleghi per l'attenzione che manifestate su questo che è un settore estremamente importante, e lo sarà sempre di più, per il nostro sistema economico produttivo e anche per i suoi risvolti nel campo della difesa, come dimostrano gli ultimi avvenimenti verificatisi purtroppo nel cuore dell'Europa.
  Parlare di spazio oggi è molto diverso rispetto da come lo avremmo fatto soltanto un paio di anni fa, perché lo spazio sta vivendo profondi cambiamenti. Con la guerra in Ucraina è emerso quanto sia importante lo spazio per definire gli eventi bellici e anche quanto difficile sia la collaborazione a livello internazionale. Se volete, è proprio sullo spazio che l'effetto sanzionatorio o la decisione di limitare lo sviluppo della Russia in questo campo ha avuto il più forte impatto. Perché sullo spazio vi è una maggiore collaborazione tra l'Europa e la Federazione Russa, tra l'Occidente e la Russia, e se qualcuno che ha la mia età ricorda bene il passato, è proprio sullo spazio che si è sviluppata la competizione (tra gli Stati Uniti e la Russia, tra l'Occidente e la Federazione Sovietica) sin dai primi lanci nell'immediato dopoguerra e poi via via nella gara per la conquista della Luna. Ma è proprio sullo spazio che si sviluppò la collaborazione tra l'Occidente e Unione Sovietica, da cui derivano alcune collaborazioni che avevamo con la Russia per quanto riguarda i lanci dei satelliti e le stazioni orbitali. Quindi si tratta di una novità estremamente importante, di cui dobbiamo prendere atto, che fornisce anche delle opportunità: come in tutte le crisi, poi vi sono delle opportunità.
  Si sono chiuse delle strade, delle collaborazioni, e ora se ne aprono necessariamente delle altre. Si tratta di novità e opportunità impensabili fino a pochissimi anni fa che diventano sfide contro il tempo per le telecomunicazioni con tecnologie quantistiche, la navigazione satellitare, la cyber sicurezza, mentre sulla scena internazionale si affacciano nuovi attori impensabili fino a poco tempo fa. L'India si Pag. 4prepara a far volare il suo primo astronauta, mentre la Cina sta costruendo la sua nuova stazione spaziale. La Cina ha fatto straordinari progressi, più di altri in questo campo, negli ultimi anni. Vorrei fare appunto un passo indietro; tutto iniziò, come sapete, negli anni '50 del secolo scorso. Il lancio dello Sputnik, il primo volo orbitale di Gagarin, seguito da quello di Glenn e per l'Italia il lancio in orbita il 15 dicembre del 1964, perché l'Italia è stata una delle prime grandi nazioni spaziali. Nel 1964 quel lancio in orbita segna l'ingresso del nostro Paese nel settore spaziale, allora eravamo terzi al mondo dopo Stati Uniti e Unione Sovietica. Da quel giorno sono passati ben 58 anni. L'Italia è rimasta comunque protagonista assoluta della scena spaziale globale, un percorso contraddistinto da eccellenze nazionali e da una sua attiva partecipazione ai programmi multilaterali dell'ESA, l'Agenzia spaziale europea. Il nostro Paese ha accompagnato questo impegno investendo considerevoli risorse nel settore. Oggi lo spazio è diventato per l'Italia uno dei comparti più strategici sia per il suo sviluppo economico che sul fronte della competitività internazionale. Tale interesse si comprende facilmente sia per l'importanza degli sviluppi scientifici tecnologici e strategici derivanti dall'esplorazione spaziale, sia per l'imponente mole di capitali che oggi (ed ancor più in futuro) saranno mossi in tale contesto, capitali pubblici e capitali privati.
  Nel 2013 il valore economico della space economy aveva raggiunto la cifra di 260 miliardi di dollari, cifra che oggi ha superato i 480 miliardi di dollari e che nel prossimo decennio raggiungerà i mille miliardi di dollari, per superare nel 2040 i 2.700 miliardi di dollari. Una crescita continua, inarrestabile.
  A livello europeo il settore è altrettanto importante, si stima che il totale degli investimenti raggiungerà i 500 miliardi di euro entro il 2030. L'industria europea oggi dà lavoro a 230 mila persone con un giro d'affari annuo di 2 miliardi di euro. Agli stanziamenti versati su base nazionale all'ESA (i versamenti che i singoli Stati aderenti all'ESA fanno all'ESA, e dall'Unione europea) si aggiungono i fondi nazionali gestiti dall'Agenzia spaziale italiana e oggi quelli messi a disposizione dal Piano nazionale di riprese resilienza. Il PNRR prevede investimenti per un miliardo e 200 milioni di euro per potenziare i sistemi di osservazione della terra, per il monitoraggio dei territori dello spazio extra atmosferico e per rafforzare le competenze nazionali nella space economy oltre a un ulteriore stanziamento da gestire con apposita convenzione stipulata con l'ESA. A ciò si aggiungono ulteriori 2 miliardi di investimenti approvati dal COMINT (cioè il Comitato interministeriale per lo spazio) che presiedo su delega del Presidente del Consiglio.
  L'ingresso di nuovi soggetti privati nel settore dei lanciatori ha permesso la crescita del numero dei satelliti collocati in orbita. Nel 2021 se ne contavano in totale 4.838 con un aumento dei piccoli satelliti (cioè dei satelliti sotto i 600 chilogrammi). Solo nel 2020 ne sono stati lanciati il 40 per cento (pari a 1.202 satelliti) di quelli lanciati negli ultimi dieci anni: in un solo anno il 40 per cento di quelli lanciati nei dieci anni precedenti! La massa totale dei satelliti orbitanti è di circa 564 tonnellate con un trend di aumento costante che porta con sé grandi opportunità ma anche il rischio di inquinamento dello spazio e di collisioni involontarie tra velivoli e detriti spaziali.
  Quello che abbiamo sottolineato sopra fa comprendere che lo spazio offre certo molte opportunità ma si presta sempre più alle ambizioni delle superpotenze terrestri. Tali ambizioni complicano peraltro la stessa utilizzazione sicura e pacifica delle orbite terrestri, soprattutto quella più bassa. Ciò rende ancora più attuale un riassetto normativo nazionale e multilaterale dell'utilizzo dello spazio. Sostanzialmente gli elementi di maggiore criticità sono quattro: primo, la gestione della spazzatura spaziale; secondo, la militarizzazione dello spazio; terzo, lo sfruttamento di risorse primarie importanti dello spazio; quarto, le conseguenze del recente conflitto della Russia in Ucraina e le posture cinesi, e quindi l'aspetto geopolitico dello spazio sempre più preminente.Pag. 5
  Qual è la nostra strategia nazionale aerospaziale? Sulla base di queste considerazioni mi concentro ora sulle competenze a me affidate e sui provvedimenti approvati o previsti in materia di politica aerospaziale.
  Il Presidente del Consiglio, con decreto del 21 novembre 2022, mi ha delegato il settore. Come sapete io sono il Ministro delle imprese e del made in Italy, ma in aggiunta ho la delega allo spazio che mi è stata conferita direttamente dal Presidente del Consiglio (perché la competenza appartiene alla Presidenza del Consiglio) una novità assoluta in quanto in precedenza il settore era stato mantenuto all'interno della Presidenza e delegato di volta in volta ad un esponente politico della stessa Presidenza.
  Il Presidente Meloni invece ha ritenuto di associarlo, nella delega, a colui che è il titolare del Ministero delle imprese e del made in Italy: è una scelta politica evidente a tutti. In virtù di tale delega ho partecipato subito alla Conferenza ministeriale ESA di Parigi che ha deciso gli stanziamenti per il prossimo triennio. Appena ho ottenuto la delega sono andato a Parigi confermando il ruolo ministeriale di leadership dell'Italia. Su un plafond complessivo di quasi 17 miliardi di euro l'Italia ne ha impegnati 3, mai così tanti. 3 miliardi su 17 complessivi, a pochissima distanza dalla Francia che ne ha impiegati 3 miliardi e 200 milioni e non lontana dai 4 garantiti dalla Germania.
  È a tutti chiaro che la Germania ha un potenziale economico ben superiore a quello dell'Italia. Nello stesso tempo, pochi minuti prima che si aprisse il vertice ministeriale dell'ESA, abbiamo svolto una riunione tra i tre Ministri che hanno la delega allo spazio in Francia, Germania e Italia, cioè il Ministro Le Maire, il ministro Habeck e appunto il sottoscritto, e abbiamo firmato una dichiarazione trilaterale tra Italia, Francia e Germania sui lanciatori europei.
  Questo per farvi comprendere che essendo il primo atto, per quanto mi riguarda, sullo spazio e in generale sulla politica industriale, ho sin dall'inizio impresso una svolta nella piena consapevolezza che Italia, Francia e Germania che sono le tre grandi potenze europee sullo spazio e che sono anche le tre grandi potenze economiche e produttive europee (tutte e tre insieme rappresentiamo il 55 per cento della potenza europea e uno dei tre grandi attori della economia globale, dopo Stati Uniti e Cina – Italia, Francia e Germania si collocano insieme al terzo posto) ebbene, non a caso, hanno firmato una dichiarazione trilaterale sui lanciatori europei del futuro che delinea la strategia da adottare in tale settore e rafforza l'eccellenza italiana garantita oggi dalla nostra Avio che costruisce i vettori spaziali Vega.
  Sappiamo però che dobbiamo guardare al futuro prossimo che è ben diverso dal passato anche in conseguenza della separazione dalla potenza russa nell'attività spaziale.
  La ministeriale ha rafforzato altresì i settori dell'osservazione della Terra dove noi siamo leader, seguita dal centro dell'ESA-ESRIN di Frascati – l'Agenzia spaziale europea ha una sede a Frascati che segue l'osservazione della Terra –, e che è grande interesse della nostra Telespazio. Si è rafforzato inoltre il settore dell'ambiente orbitale, con progetti di grande rilevanza di nostre note aziende come Thales Alenia Spazio e, appunto, la già citata Avio, e di rilievo sono anche i finanziamenti previsti per la ricerca scientifica per le nuove missioni sulla Luna e su Marte e sulla via di una costellazione di satelliti europei, così come fatto dagli Stati Uniti e dagli altri concorrenti globali, costellazione europea. In quest'ultimo ambito molto importante sarà il ruolo della Commissione europea che ha già garantito ulteriori finanziamenti che si aggiungeranno a quelli previsti dall'Agenzia spaziale europea.
  L'Agenzia spaziale europea comprende anche nazioni non europee al suo interno. Il Commissario europeo Breton ha di recente avviato il programma della costellazione satellitare europea Iris² che darà alle nostre industrie del settore ulteriore opportunità di ingaggio e di cui parlerò più in dettaglio in seguito. Una mole di finanziamenti che garantirà anche nel prossimo triennio (la ministeriale elabora i programmi e i finanziamenti per il triennio) Pag. 6un ritorno industriale per la nostra filiera superiore di gran lunga agli impegni confermati dal nostro Governo a Parigi e in sede comunitaria. Ci aspettiamo un ritorno finanziario superiore alle risorse che noi abbiamo dato come è giusto per un grande Paese che ha una capacità a 360 gradi nel settore spaziale: una filiera completa su tutto il ciclo dall'accesso allo spazio alla manifattura, dai servizi per i consumatori ai poli universitari di ricerca, con un'ottima distribuzione delle attività su tutto il territorio concentratasi principalmente nel Lazio, in Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia. Lo Spazio in Italia non è in un'unica regione, è un ecosistema che è capace di sviluppare piena competitività in più regioni del Paese, nel Lazio, in Lombardia, in Piemonte, in Campania, in Puglia, al Nord come al Sud e per esempio, anche recentemente, in Veneto. Un panorama industriale che vanta un fatturato annuo di circa 4 miliardi e mezzo di euro (quasi trecento aziende) formato da grandi attori presenti sui mercati internazionali che si è arricchito, negli ultimi anni, con il contributo di piccole e medie imprese come start-up e spin-off, che insieme rappresentano un eccellente potenziale per la ricerca e per la crescita. 50 mila sono gli addetti specializzati, su più di 200 mila totali nella filiera, che impegnano oltre 4 mila aziende che costituiscono l'indotto. La maggior parte di esse – come accade nel modello italiano –, circa il 90 per cento anche in questo settore così innovativo, sono piccole e medie imprese. Il comparto italiano vanta anche diversi big player, attori globali, grandi imprese; sono circa il 17 per cento, riconosciute e affermate internazionalmente, che sviluppano la loro attività in diversi ambiti della filiera: dai lanciatori, alle telecomunicazioni, al satellitare. Tra le più grandi troviamo Leonardo che negli ultimi anni ha collaborato alle più importanti missioni spaziali europee quali Rosetta, ExoMars, Galileo, Copernicus, COSMO-SkyMed, Meteosat. Importanti attori sono altresì Thales Alenia Space (l'azienda italo-francese tra le più grandi in ambito aerospaziale in Italia), Avio S.p.A. (con i suoi lanciatori della famiglia Vega assicura l'accesso autonomo dell'Italia e dell'Europa allo spazio) – è Avio che assicura l'accesso autonomo dell'Italia e dell'Europa allo spazio – e poi Telespazio, azienda del gruppo Leonardo che assicura i servizi di tele-rilevamento e di osservazione della Terra. In questo contesto abbiamo necessità di un riordino normativo del settore, abbiamo cioè necessità di un intervento che aggiorni e integri la vicenda normativa nazionale anche in merito alla governance di enti, come l'Agenzia spaziale italiana (di cui abbiamo appena nominato il suo presidente il professor Teodoro Valente), e favorisca la crescita del settore aerospaziale nazionale.
  L'Italia in realtà non ha una legge nazionale sullo spazio. A differenza di altri Paesi europei, di altri 13 Paesi europei, che in questi anni hanno espresso una compiuta legislazione sullo spazio. Ma quella che prima era una opportunità oggi è un'assoluta necessità, per il semplice motivo che mentre nel passato sullo spazio agivano soltanto gli Stati, oggi sullo spazio agiscono anche i privati: esempio eclatante dagli Stati Uniti. Persino nella guerra in Ucraina sono intervenuti i privati dallo spazio e come sapete esistono progetti privati per i navigatori spaziali del futuro che partiranno verosimilmente anche dall'Italia. Quindi nel passato, in un settore in cui agivano soltanto gli Stati, si poteva fare a meno di una legislazione specifica nazionale sullo spazio. Certamente oggi, dato che anche i privati vi agiscono, ci deve essere assolutamente una regolamentazione su come agiscono, anche nel caso in cui vi fossero delle conseguenze alle loro azioni. Quindi serve una disciplina chiara e agile che offra agli operatori del settore (e anche ai privati) un quadro normativo certo che ne regoli in maniera adeguata le attività, dando con ciò anche esecuzione agli obblighi europei (al programma spaziale europeo 2021-2027) e internazionali, all'accordo ONU del 1967 (Trattato sullo spazio extra-atmosferico), all'accordo astronauti dell'anno successivo '68 (Convenzione relativa ai diritti degli astronauti e i diritti sugli oggetti posti nello spazio extra-atmosferico), all'accordo sulla responsabilità del 1972 (Convenzione sulla responsabilità dei Pag. 7danni causati da oggetti spaziali) e all'accordo sulla registrazione degli oggetti spaziali del 1975 (Convenzione sull'immatricolazione degli oggetti spaziali). Una disciplina che dovrà soprattutto regolamentare i tre princìpi fondamentali per un corretto utilizzo dello spazio: il principio di responsabilità dello Stato per le sue attività realizzate nello spazio, il principio della responsabilità finanziaria dello Stato per danni causati da propri oggetti nello spazio, il principio, infine, dell'immatricolazione degli oggetti spaziali seguendo l'esempio del diritto della navigazione marittima ed aerea.
  Il mio dicastero ha già iniziato a monitorare le leggi attualmente esistenti in ambito nazionale ed europeo ed è in corso un simile monitoraggio sulle leggi adottate da oltre 40 Paesi. Un simile monitoraggio sarà altresì necessario per valutare l'incidenza delle attività di soggetti privati soprattutto nei settori più sensibili dei lanciatori e in quello dei cosiddetti voli suborbitali. La guerra della Russia contro l'Ucraina, di cui prima parlavo, e gli effetti economici scatenati dalla pandemia hanno imposto una rivalutazione della sovranità strategica sulle attività spaziali. Non è mio compito addentrarmi nel settore della Difesa, ma come presidente protempore del COPASIR nella scorsa legislatura avevo già evidenziato tali criticità nella relazione sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica, approvata dal Comitato per la sicurezza della Repubblica il 7 luglio del 2022 (cioè lo scorso anno) e consegnata al Parlamento. Avevamo deciso di fare un'indagine conoscitiva sullo spazio, poco dopo la caduta di Kabul, rendendoci conto di quanto importante fosse questo settore anche per le mutate condizioni geopolitiche globali e abbiamo consegnato questa relazione al Parlamento (quindi è pubblica) il 7 luglio 2022, poco prima dello scioglimento delle Camere.
  Il settore più esposto è certamente quello della sicurezza cibernetica, delle attrezzature e dei sistemi spaziali. In tale contesto esistono specifiche normative finalizzate alla protezione degli asset critici delle reti satellitari. Con la legge n. 133 del 2019 (che ha convertito il decreto-legge n. 105 del 2019 recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica) è stato istituito il perimetro di sicurezza nazionale cibernetica. Anche allora io lavoravo dall'altra sponda, dalla parte del controllo parlamentare su questa materia, e i soggetti pubblici e privati sono stati definiti, in quell'atto, coloro «che forniscono servizi essenziali o svolgono funzioni essenziali per lo Stato» e sono tenuti all'applicazione di specifiche misure di sicurezza e alla notifica degli incidenti informatici alle autorità competenti individuate dalla stessa legge. In tale ambito il Ministero delle imprese e del made in Italy e l'Amministrazione competente per le telecomunicazioni, in particolare per le telecomunicazioni satellitari.
  Ovviamente anche l'Europa si è attivata in tal senso. Il problema della minaccia spaziale appare, nella prospettiva dell'Unione europea, ancora più significativo da quando l'Unione stessa si è dotata di costellazioni satellitari proprie, principalmente Galileo e Copernicus. La cosiddetta «Bussola strategica» prima, nel 2022, e la discendente Strategia dell'Unione europea sulla sicurezza nello spazio e nella Difesa, sono i più evidenti passi avanti che l'Unione europea sta compiendo per assicurare non solo difesa e protezione ai propri assetti, ma anche nel concretizzare una prospettiva europea di sicurezza comune nel dominio spaziale, nonché di garantire il regolare funzionamento della nostra società e della nostra economia. Le direttive dell'Unione europea n. 2555 del 2022, cosiddetta NIS2 (la NIS1 non contemplava lo spazio tra i settori di applicazione mentre la NIS2, appunto, li contempla), e la successiva direttiva n. 2557 del 2022, cosiddetta CER (Critical entity resilience) hanno introdotto tra i settori rientranti nell'applicazione delle direttive il settore spazio che comprende gli operatori di infrastrutture terrestri possedute, gestite e operate dagli Stati membri o da privati, che sostengono la fornitura di servizi spaziali, mentre gli operatori di reti di comunicazioni satellitari rientrano invece nel settore infrastrutture digitali.Pag. 8
  Su iniziativa del Commissario europeo Breton, l'Unione europea ha approvato la nuova rete di satelliti per telecomunicazioni europee attiva dal 2024 che sarà denominata Iris², acronimo di infrastrutture per la resilienza, l'interconnettività, la sicurezza via satellite. L'infrastruttura multi orbitale permetterà di evitare la dipendenza da Paesi terzi anche grazie all'utilizzo di nuove tecnologie.
  I primi beneficiari di servizi di comunicazione via satellite saranno enti governativi e istituzioni dell'Unione europea che potranno utilizzarli per la protezione delle infrastrutture critiche, la sorveglianza, la gestione della crisi e le applicazioni critiche per l'economia, l'ambiente, la sicurezza e la difesa.
  In conclusione, una nota che riguarda problemi che sono emersi recentemente dai lanciatori europei Vega C e Ariane 6. Vega C è Avio, Ariane 6 è il lanciatore francese, entrambi cofinanziati dall'ESA, che hanno avuto dei problemi nella fase di proprio sviluppo.
  Il lanciatore Vega C, costruito dalla nostra Avio, ha avuto un fallimento di lancio nel dicembre 2022 e nei giorni scorsi un test fallito del motore che era stato la causa dell'incidente del dicembre scorso. Tali criticità, che si spera di superare in tempi rapidi, unite ai ritardi del primo lancio di Ariane 6 (lanciatore pesante europeo) mettono in discussione la messa in orbita di importanti satelliti di costellazione europei, come Galileo e Copernico, e delle stesse costellazioni satellitari future, come la nostra Iride e quella europea Iris². Italia e Francia stanno attivamente collaborando per superare tali difficoltà e per programmare una cooperazione industriale più forte nel settore dell'accesso allo spazio.
  Al momento mi fermo qui. Spero di aver fornito un quadro completo delle sfide e delle opportunità che lo spazio offre oggi al nostro Paese e all'Europa, non celandovi anche le criticità che dobbiamo a breve affrontare e superare.
  Vi ringrazio per l'attenzione e ovviamente sono pronto a rispondere alle vostre eventuali domande.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Urso. Risulta iscritta a parlare l'onorevole Cavo che però ha rinunciato. Do allora la parola all'onorevole Pavanelli.

  EMMA PAVANELLI. Grazie presidente. Grazie Ministro per la interessantissima audizione di questa mattina. Se posso, le farei solo un piccolo appunto: anche in Umbria abbiamo tantissime imprese aerospaziali (circa 31 imprese) con 3.500 lavoratori. Lo dico per completezza, visto che ha nominato tante regioni, e anche qui vanno bene.
  Volevo solo fare una domanda sulle quattro criticità che lei ha menzionato. Se era possibile (magari non adesso ma anche in futuro) poter pensare di trovare delle soluzioni condivise perché alcune di quelle elencate sono abbastanza critiche. Le leggiamo anche sulla stampa da tempo e, magari, potrebbe essere interessante un approfondimento per individuare risposte e soluzioni (o comunque un approccio verso delle soluzioni) in maniera condivisa e puntuale.
  Quindi anche se è in agenda del suo Dicastero lavorare su questi quattro temi critici. La ringrazio.

  GIANLUCA CARAMANNA. Intanto grazie Ministro per l'audizione e per averci chiarito tanti aspetti ai più sconosciuti.
  Lei ha fatto un passaggio molto importante secondo me (che è un po' centrale anche su quella che è l'onda mediatica di questo problema): quello dell'ingresso dei privati e come può coincidere anche con le strategie di difesa. L'ingresso dei privati può in qualche modo intaccare anche la difesa o può essere un pericolo per alcuni Paesi dato che non ci sono dei regolamenti chiari (soprattutto in Europa) che possano far luce su come i privati possano agire. Questo è un dubbio che mi è venuto ascoltando la sua relazione.

  FABRIZIO BENZONI. Intanto ringrazio il Ministro per questa audizione che aspettavamo da un po' di tempo. Grazie anche per aver gestito i tempi in maniera molto Pag. 9corretta lasciandoci spazio per gli interventi.
  Io mi dilungo perché avevo scritto un po' di domande, ad alcune ha già risposto ad altre no. Credo che abbia dato il quadro di cosa significa lo spazio per l'Italia. Per tanti lo spazio è «andiamo a vedere la luna» non capendo come dietro la space economy ci sia non solo un indotto pazzesco per il nostro Paese, ma anche lo sviluppo di quelle tecnologie che poi sono il know-how anche per il settore civile e per la crescita di un Paese attraverso i brevetti e tanto altro. Quindi un'importanza economica, ma anche geopolitica e anche di sicurezza nazionale nel futuro, che è quello che diceva l'onorevole Caramanna.
  La prima domanda era proprio sulla legge sullo spazio che è stata annunciata, se aveva già un'idea dei tempi e, ribadisco la domanda di Caramanna: i privati arriveranno e quindi questa legge serve ancora di più per regolamentare l'arrivo e la gestione anche dei dati, dei flussi e della sicurezza nazionale. Come intendiamo approcciarci all'ingresso dei privati e se vogliamo, però, anche favorire la nascita di nuovi poli e di nuovi partenariati pubblico-privato. Cioè i Paesi che lei ha citato, Francia e Germania, forse sono più forti di noi nell'aver creato tante partnership pubblico-privato unendo le Agenzie nazionali, ma soprattutto le università del settore pubblico, con tante start-up e tanti investimenti privati. Quindi, su questo come ci rapportiamo considerato che – lei ha fatto sintesi dei numeri – nei prossimi cinque anni ballano 7,2 miliardi di euro che arrivano sul settore della space economy e dell'aerospazio?
  L'altra domanda riguarda il capire meglio, dei 2,6 miliardi del PNRR, a che punto siamo e se i progetti stanno procedendo nell'ottica di poter spendere questi fondi.
  Le chiedo altre due cose. La prima: abbiamo parlato tanto di Iris² e un po' meno di Iride che invece forse è l'eccellenza italiana, una costellazione unica al mondo. Volevo capire come si rapportava Iride a Iris e in generale al programma Copernicus, ma anche quali sono le intenzioni del Governo rispetto allo sfruttamento dei dati che da Iride vengono offerti al nostro Paese, sia con riguardo alle attività di controllo del Mediterraneo (quindi anche l'utilizzo di questa costellazione per progetti di collaborazione con gli altri Paesi del Nord Africa) sia per lo sfruttamento dei dati che da lì arrivano anche a fini commerciali, cosa che mi pare ad oggi non si faccia.
  L'ultima domanda riguarda la cultura aerospaziale. Una delle grandi difficoltà che oggi ha il nostro Paese è la crescita immensa del settore dell'aerospazio (lei ci dà delle prospettive ancora più forti per i prossimi cinque anni). Manca la manodopera specializzata però, il ricambio generazionale. Roma, per esempio, è quella dove ricadono i maggiori progetti (Roma e il Lazio) rispetto a ricerca e sviluppo, ma non c'è un politecnico che vada a creare figure che possano entrare in questo settore. Quindi, c'è l'idea di uno sviluppo da questo punto di vista? Grazie.

  FABRIZIO COMBA. Grazie presidente. Signor Ministro, era semplicemente per portare alla sua attenzione quella che è la progettualità della Città dell'Aerospazio di Torino che, in comunione di intenti con l'Amministrazione, con Leonardo e altre realtà, dovrebbe vedere la sua partenza con il distretto aerospaziale nell'autunno di questo anno. Per capire se in qualche modo anche da parte vostra ci sarà un'azione di accompagnamento per questo tipo di ricaduta così importante per il nostro territorio e per tutto il Paese.

  PRESIDENTE. Bene, ringrazio i colleghi intervenuti e do la parola al Ministro Urso per la replica.

  ADOLFO URSO, Ministro delle imprese e del made in Italy. Partirei innanzitutto dalla legge. Noi prevediamo di presentare la norma come collegata alla manovra finanziaria di quest'anno. Lo scorso anno, nella manovra economica, il nostro Dicastero ha presentato due collegati, il disegno di legge recante delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, che è in Parlamento all'esame del Senato, e il disegno di legge sul Made in Pag. 10Italy, approvato dal Consiglio dei Ministri che giungerà presto in Parlamento. Tra i collegati che abbiamo intenzione di presentare in questa manovra economica vi sarà anche quello che riguarda la legge sullo spazio, in modo da lavorarci poi insieme al Parlamento nella primavera del prossimo anno e concludere (come deve essere per un «collegato») entro la manovra successiva. Sarà un percorso di riflessioni in Parlamento che però ha una scadenza certa, in modo tale che la legge sia già approvata dal Parlamento entro l'autunno del prossimo anno. È una legge importante e significativa che deve affrontare anche le criticità che prima evidenziavo, alcune delle quali sono di nostra pertinenza (o comunque anche di nostra pertinenza) come la prima criticità: la gestione della spazzatura spaziale. Si tratta di una cosa significativa a cui stanno lavorando alcune imprese italiane come Alenia Thales, con velivoli che andranno a recuperare i detriti. Velivoli che svolgeranno una funzione simile ai veicoli che recuperano le spazzature per le nostre strade, ma nello spazio: recupereranno velivoli e detriti. Li recuperano o li spostano su altre orbite dove non saranno confliggenti con altri e affinché non procurino danni. È una tecnologia italiana molto importante e significativa e noi vogliamo valorizzarla. La legge ovviamente interverrà per quanto possa fare l'Italia con la legislazione nazionale, anche se farà riferimento a quello che ha fatto l'Unione europea o alle convenzioni delle Nazioni Unite a cui noi abbiamo aderito.
  Per quanto riguarda gli altri aspetti, sottolineo in particolare la militarizzazione dello spazio o la tutela dell'interesse nazionale riguardo la militarizzazione (e poi vi sono competenze anche di altri Dicasteri): non sfugga ad alcuno che questo è uno dei settori fondamentali. Non a caso lo spazio è stato inserito dall'Alleanza atlantica tra i cinque domini. I domini tradizionali dell'Alleanza ovviamente erano i domini della guerra classica; una volta era il mare, la terra, e i cieli. Poi si è aggiunto lo spazio e infine il dominio cibernetico. Quindi lo spazio fa parte dei cosiddetti domini riconosciuti come tali dall'Alleanza atlantica. Poi c'è l'aspetto della Golden power, perché chiaramente è un settore sottoposto ad essa e non può essere diversamente. Per l'Italia questo è importante, perché molte ricerche del futuro (per esempio quelle che riguardano l'alimentazione) oggi si possono sviluppare o si devono sviluppare nello spazio e poi hanno ricadute su tutto il sistema alimentare di cui noi siamo, nel mondo, tra i principali attori.
  Siamo consapevoli della strategia e una cosa che vorremmo sviluppare è anche la nostra presenza in Africa. Come voi sapete la presenza dell'Italia nello spazio si caratterizzò con la base spaziale di Malindi, in Kenya. Oggi diversi Paesi africani, e l'Africa come tale, vogliono avventurarsi da protagonisti nello spazio, soprattutto con costellazione nella parte bassa dello spazio, micro-costellazione. Vi sono Paesi che già stanno sviluppando, o intendono sviluppare, una collaborazione con l'Italia (dall'Algeria all'Angola), vi sono Paesi come il Kenya (in cui abbiano nostra base) che ce l'hanno da tempo. Io credo che un ruolo possiamo svolgerlo dando funzione anche alla base di Malindi, soprattutto per quanto riguarda questi Paesi africani che si vogliono affacciare nello spazio.
  Per quanto riguarda il PNRR posso assicurarvi che tutte le risorse, tutti i contratti sono stati sottoscritti nei tempi prescritti. Quindi l'utilizzo dei fondi del PNRR è garantito e credo che questo sia importante farlo, tanto più in questo campo. Tutti i contratti previsti li abbiamo conclusi nei tempi utili.
  Per quanto riguarda un futuro lanciatore italiano riutilizzabile, ci sono progetti che riguardano proprio la costellazione Iride e alcune tecnologie satellitari nei contratti che sono stati sottoscritti. Ne usufruiranno sia grandi che piccole imprese: nell'evento in cui abbiamo annunciato questo, fatto proprio alla sede di Frascati all'Agenzia spaziale europea, erano presenti (in quanto sottoscrittori di contratti) oltre 100 imprese. Questo per dire che non solo le grandi, ma anche le piccole e medie imprese hanno partecipato e che non sono soltanto presenti nelle regioni che ho citato ma, giustamente, anche in altre come l'UmbriaPag. 11 e altre ancora. Quello che appare strano agli altri, ma non a noi che conosciamo il nostro sistema Paese, è che queste competenze sono sviluppate non in un'area soltanto ma in tante aree del Paese a dimostrazione della storica vocazione dell'Italia allo spazio.
  Stiamo lavorando anche alla Città dell'Aerospazio. Ho incontrato l'assessore competente della regione Piemonte e siamo al lavoro con loro per definire un programma congiunto.
  Per quanto riguarda l'esplorazione dello spazio, dicevo prima, dobbiamo lavorarci. Mentre in altri Paesi esiste una legge sullo spazio, non esiste ancora una regolazione sullo spazio. È una avventura e dobbiamo farlo insieme agli altri (se riusciamo anche prima degli altri) e con un quadro normativo che deve essere chiaro ma in evoluzione, perché è un campo questo in cui l'evoluzione è continua. Dobbiamo essere predisposti a un quadro normativo che possa essere chiaro per il nostro Paese facendoci diventare, nella relazione comune, un grande attore in campo spaziale come noi sappiamo di essere (e come sanno anche i tecnici del settore) ma nella consapevolezza che anche in questo campo bisogna essere aperti alle innovazioni legislative. Questo è un campo che è sottoposto a una fase di innovazione continuativa e tanto più lo sarà nei prossimi decenni. Io penso che sullo spazio l'Italia scommette molto e credo che gli altri Paesi hanno avvertito il nostro ruolo da protagonista fin dall'inizio di questa Legislatura, quando all'ESA di Parigi abbiamo dimostrato assertività (in una condizione economica e finanziaria della bilancia pubblica non facile) per diventare, anche sul piano dei finanziamenti, uno dei tre grandi attori europei dopo la Germania e sostanzialmente alla pari con la Francia.
  Mi aspetto una piena collaborazione. L'abbiamo avuta per esempio nel disegno di legge sul made in Italy, e in questo campo, anche da parte della Commissione, perché poi il lavoro parlamentare è estremamente proficuo per migliorare quello che con i nostri uffici, con gli esperti del settore, con l'Agenzia spaziale italiana, con i grandi attori, stiamo disegnando. Anche con le università italiane che sullo spazio ci sono e ci devono essere sempre di più, e sono sicuro che nel provvedimento legislativo avremo anche uno spazio dedicato alla formazione, come l'abbiamo ricavato all'interno del disegno di legge del made in Italy. Io credo che anche in quel campo sia importante rendere sempre più adeguata la formazione per gli operatori del futuro.

  PRESIDENTE. Bene. Raccoglieremo sicuramente questo spunto finale e, a nome della Commissione, ringrazio nuovamente il Ministro per il suo intervento.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.45.