XIX Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

Resoconto stenografico



Seduta n. 17 di Giovedì 7 dicembre 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara:
Semenzato Martina , Presidente ... 2 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 2 
Semenzato Martina , Presidente ... 5 
Ascari Stefania (M5S)  ... 5 
Semenzato Martina , Presidente ... 5 
Pulciani Paolo (FDI)  ... 5 
Semenzato Martina , Presidente ... 6 
Ferrari Sara (PD-IDP)  ... 6 
Semenzato Martina , Presidente ... 7 
Leonardi Elena  ... 7 
Semenzato Martina , Presidente ... 7 
Sensi Filippo  ... 7 
Semenzato Martina , Presidente ... 7 
Lancellotta Elisabetta Christiana (FDI)  ... 7 
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Ghio Valentina (PD-IDP)  ... 8 
Semenzato Martina , Presidente ... 8 
Maiorino Alessandra  ... 8 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 9 
Maiorino Alessandra  ... 9 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 9 
Maiorino Alessandra  ... 9 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 9 
Maiorino Alessandra  ... 9 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Valente Valeria  ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 10 
Semenzato Martina , Presidente ... 10 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 10 
Sensi Filippo  ... 12 
Valditara Giuseppe , Ministro dell'istruzione e del merito ... 12 
Semenzato Martina , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARTINA SEMENZATO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione del Ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
  A nome di tutti i commissari e di tutte le commissarie, anche quelle in collegamento, do il benvenuto al Ministro Valditara, che ringrazio per la disponibilità a intervenire ai nostri lavori ed anche per essersi adattato ai nostri tempi.
  Ministro, le do subito la parola in modo da agevolare l'arrivo degli altri colleghi e lasciare poi spazio alle eventuali domande. Grazie.

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Cara presidente e cari onorevoli, è con grande piacere che intervengo in questa sede. Questo è un tema che mi sta molto a cuore e che sta molto a cuore a questo Governo e su cui dobbiamo fare sempre di più.
  Vorrei esordire con qualche precisazione.
  Innanzitutto la scuola ha una finalità educativa, questo non lo dobbiamo mai dimenticare. La scuola interviene sui processi culturali e quindi la scuola ha una fondamentale rilevanza proprio perché contribuisce a modellare la cultura a cui si ispira un determinato Paese e a cui si ispira una determinata società.
  Da questo punto di vista credo sia importante evidenziare subito perché è nata l'iniziativa «Educare alle relazioni». «Educare alle relazioni» non nasce all'indomani dell'omicidio di Giulia Cecchettin. Nasce dopo una riflessione conseguente ad alcuni episodi di violenza sessuale, che fra l'altro sono ben noti e che hanno occupato le cronache estive, fatti verificatisi a Palermo e fatti verificatisi a Caivano. La presentazione del nostro progetto «Educare alle relazioni» e del protocollo contro la violenza di genere, sottoscritto con il Ministro Roccella per le pari opportunità e il Ministro Sangiuliano per la cultura, è stata fatta proprio in occasione del 25 novembre, cioè della Giornata mondiale contro la violenza nei confronti delle donne. Questa presentazione ha coinciso anche con i tragici eventi che hanno coinvolto Giulia Cecchettin. Questo è importante sottolinearlo perché la nostra riflessione è una riflessione più ampia e che vuole contribuire a sradicare quella cultura maschilista che ancora residua all'interno della nostra società.
  Voglio peraltro evidenziare come il problema della violenza nei confronti delle donne sia un problema assai diffuso non soltanto in Italia. Abbiamo appreso dalle statistiche internazionali che vi sono Paesi che apparentemente sembrerebbero avanzati dal punto di vista sociale e che hanno invece un problema di violenza sessuale nei confronti delle donne particolarmente elevato. Penso per esempio alla Svezia, penso per esempio (ed è stata una sorpresa perfinoPag. 3 per me) alla stessa Islanda ed altri Paesi ancora.
  La nostra riflessione dunque mira a incidere sugli aspetti culturali della società. E come mira ad incidere? Come ebbi a dire nella conferenza stampa di presentazione del progetto, mira a incidere in modo variegato e in modo ampio, quindi è importante tenere sempre presente come intendiamo intervenire.
  Innanzitutto intendiamo intervenire sulle materie disciplinari. Intendiamo intervenire a 360 gradi, partendo anche dalla scuola primaria. Qualcuno ha detto che il progetto «Educare alle relazioni» riguarda soltanto gli studenti della scuola secondaria di secondo grado. In realtà il progetto è molto più ampio, l'ho detto in modo esplicito e molto chiaro. Tutte le discipline devono contribuire a fare emergere questa problematica. Tutte queste discipline, in particolare quelle che hanno una valenza culturale maggiore, devono fare emergere il tema della cultura del rispetto, quindi del rispetto innanzitutto nei confronti della donna.
  Poi c'è il tema dell'educazione civica, che è l'altro grande tema di intervento e che coinvolge già i bambini della scuola primaria. Nelle linee guida per l'educazione civica noi abbiamo deciso di porre una particolare attenzione al tema della cultura del rispetto nei confronti delle donne e rispetto nei rapporti di genere.
  Poi c'è questa idea sperimentale, perché io ritengo che le riforme importanti debbano essere sempre avviate in via sperimentale per capirne il funzionamento, per migliorarle, poi c'è sempre spazio per un intervento legislativo, per fissarle e per renderle stabilmente obbligatorie. L'idea di fondo è quella di avviare una sperimentazione che faccia dialogare i ragazzi. Anche qui voglio smontare un po' di affermazioni che sono state fatte: «Ma saranno lezioni dalla cattedra?». No, assolutamente no. L'idea mi è venuta partendo dal peer tutoring, anche dall'esperienza universitaria, peer tutoring che abbiamo fra l'altro esteso all'educazione stradale.
  Io penso ad un coinvolgimento in prima persona dei ragazzi che raccontano le loro esperienze, che prendono consapevolezza dei propri atteggiamenti, che prendono consapevolezza delle proprie rappresentazioni su un determinato argomento e quindi che prendono consapevolezza della possibilità di modificare atteggiamenti, rappresentazioni, comportamenti, in un dialogo tra di loro e ovviamente con un moderatore che deve essere il docente della classe. Anche qui qualcuno ha chiesto: «Ma il docente arriva da fuori?». No, come abbiamo chiarito molto esplicitamente nella direttiva mandata alle scuole, il docente è un docente della classe, che sarà retribuito. La retribuzione è importante anche per incoraggiare la partecipazione dei docenti, perché sapete meglio di me che senza un obbligo contrattuale il docente dice «Ma io contrattualmente non sono tenuto, perché devo fare lavoro ulteriore?», quindi c'è una retribuzione.
  Abbiamo stanziato 15 milioni di euro proprio per retribuire i docenti che saranno coinvolti e che saranno adeguatamente formati, quindi anche qui rispondo subito a una possibile osservazione «perché l'ordine degli psicologi?». Perché l'ordine degli psicologi insieme con i pedagogisti è certamente quello più deputato a formare dei docenti, che saranno però dei moderatori, attenzione, quindi non ci sarà la lezione dalla cattedra, saranno dei moderatori che dovranno fare uscire le problematiche e dovranno stimolare questo confronto tra i giovani, che saranno i protagonisti.
  Personalmente credo nell'efficacia di un tipo di intervento così modulato. Si parte dalla scuola dell'infanzia con l'educazione alla cittadinanza, si parte dalla scuola primaria per il discorso dell'insegnamento disciplinare e quindi anche della narrazione della storia già ai ragazzini di terza, di quarta, di quinta elementare, ci sarà la possibilità di un intervento di questo tipo e quindi di una sensibilizzazione di questo tipo. Il tutto, fra l'altro, è uno svolgimento ed è una prima vera applicazione di quelle linee guida «Educare al rispetto» che erano state avviate nel 2016 e che ora trovano una concreta prima applicazione.Pag. 4
  Il tutto fa parte di una più ampia visione di scuola, immediatamente da quando mi sono insediato ho sottolineato che la scuola deve educare al rispetto. Il valore rispetto è fondamentale, proprio perché la nostra è una scuola costituzionale che mette al centro la persona. E allora mettendo al centro la persona, essendo una scuola per la persona, per la persona dello studente, per la valorizzazione della persona e quindi per il rispetto nei confronti di qualunque persona, è fondamentale che anche nelle relazioni tra i sessi questo principio abbia un'attuazione significativa.
  Questo percorso di formazione di insegnanti si svolgerà attraverso Indire, che si avvarrà dell'Ordine degli psicologi, quindi ci saranno tutta una serie di documentazioni e attività formative. Lo svolgimento avverrà, come ormai è ben noto, sulle 30 ore e valorizzerà anche l'autonomia delle singole scuole. Anche qui quindi c'è una risposta a «perché non sono stati coinvolti determinati enti, determinate associazioni, determinati organismi?». Noi abbiamo fatto una consultazione veramente molto ampia che ha coinvolto tutto il mondo della scuola, le associazioni degli studenti, le associazioni dei genitori, i sindacati, le associazioni dei docenti, tant'è vero che ci sono arrivate numerose osservazioni che hanno contribuito a modellare e ulteriormente precisare il progetto. Per esempio, la partecipazione del Fonax, cioè la partecipazione di quell'organismo che riunisce le varie associazioni familiari, i forum delle associazioni familiari, che potrà intervenire e potrà dire la sua nella strutturazione concreta della progettualità.
  È ovvio che le scuole nella loro autonomia potranno poi ulteriormente coinvolgere, sentire e sensibilizzare altre realtà per arricchire questo percorso di educazione alle relazioni che si strutturerà di fatto in gruppi di discussione moderati da un docente.
  Questo è il senso dell'iniziativa che vuole ridurre il più possibile, auspicabilmente svuotare, quello stagno dove pesca una cultura di sopraffazione e di violenza, che in casi estremi arriva addirittura al femminicidio. Ma il messaggio forte deve essere innanzitutto quello di una società fondata sul rispetto che elimini dai rapporti sociali, dai rapporti di lavoro, dai rapporti relazionali qualsiasi tipo di discriminazione, di violenza, violenza anche verbale e culturale, perché è evidente che noi non possiamo accettare un'impostazione sociale che vede la donna secondaria rispetto al «primato» del machista di turno. Faccio qualche esempio. Quando il capo ufficio distribuisce le ferie favorendo i colleghi maschi con cui magari al bar si vede per discutere di calcio, questo è un fenomeno di maschilismo; quando il cafone di turno incontra una signora e si mette a fare apprezzamenti per strada, questo è un fenomeno di maschilismo; quando un collega ne approfitta per fare battute o per avere atteggiamenti impropri, questo è un fenomeno di maschilismo. Questi fenomeni di maschilismo, che sono molto variegati, contribuiscono a creare una cultura che poi in determinate situazioni può ingenerare situazioni criminogene.
  L'altro obiettivo che noi ci siamo prefissi è quello di rendere edotti i giovani delle conseguenze dei loro comportamenti. Spesso e volentieri, ce ne siamo accorti già nell'educazione stradale, il giovane non si rende conto che determinati comportamenti sono penalmente rilevanti e comportano delle conseguenze gravi dal punto di vista penale. Quindi avere la consapevolezza che un atteggiamento improprio e inopportuno nei confronti di una compagna di classe, il non fermarsi di fronte a un no della ragazza che si conosce, ha delle conseguenze penali particolarmente rilevanti.
  Ce ne siamo resi conto proprio partendo dal fatto che c'è una forte ignoranza per quanto riguarda un altro tema, l'educazione stradale, dove i ragazzi non conoscono nemmeno l'esistenza dell'omicidio stradale, che ti rovina la vita, un omicidio stradale significa rischiare di andare in galera per tanti anni. Anche questo credo che sia importante.
  Quindi in sostanza una serie di interventi molto ampi, con la finalità di sradicare dalla nostra società quella mentalità maschilista che poi è espressione di violenza, è espressione anche di sottocultura e Pag. 5offende il principio del rispetto e della centralità della persona umana, questa linea di interventi plurima fa parte dell'azione del mio Ministero.
  Aggiungo, facendo un cenno al protocollo siglato con gli altri due Ministri, Roccella e Sangiuliano, che svilupperemo anche dei cortometraggi, gli studenti svilupperanno dei cortometraggi che saranno poi premiati a Venezia. Anche qua, per quella narrazione e per quella rappresentazione delle problematiche e per insegnare sempre questa cultura della parità e del rispetto.
  Ovviamente noi siamo sempre molto ben disposti a qualsiasi suggerimento e ipotesi di miglioramento.
  Mi piace rilevare che l'attuazione specifica di questo progetto l'ho affidata a tre donne, di cui una è una donna che si è battuta molto per la difesa dei diritti delle donne, quindi credo che anche questo sia un segnale importante di particolare considerazione e soprattutto di attenzione verso un'esigenza forte che deve essere quella di una battaglia di civiltà, una battaglia culturale per il rispetto e per la parità.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro, anche per il dono della sintesi, perché abbiamo concordato insieme che stringesse molto la sua relazione per dare la possibilità di fare le domande. Chiedo ai colleghi e alle colleghe se ci sono interventi. Prego, onorevole Ascari.
  Raccogliamo le domande di tutti i colleghi, Ministro, perché può esserci una sovrapposizione di risposte. Raccomando brevità per la domanda, per dare la possibilità a tutti di farla. Grazie.

  STEFANIA ASCARI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, del suo contributo. Grazie anche per avere rappresentato la disponibilità a raccogliere suggerimenti, perché, come io tendo a dire sempre, non esiste la legge perfetta ma esiste la legge più condivisa, che deve nascere da un lavoro di ascolto da parte di tutte le forze politiche.
  La domanda è questa. Purtroppo dal Duemila a oggi c'è stato letteralmente un massacro, oltre 2 mila donne, una ogni 3 giorni viene ammazzata. Noi abbiamo depositato una proposta di legge che prevede dei percorsi volti all'educazione all'affettività e alla sessualità. Ovviamente nel rispetto dell'età, ogni età ha una modalità di intervento diverso. Però quello che ci tengo a dire è che entrambi gli aspetti hanno sfumature importanti, che magari spiegate nelle opportune sedi possono essere di integrazione a quanto lei ha detto oggi.
  Arrivo alla seconda domanda. Una particolare forma di violenza, cosiddetta istituzionale, si determina allorché, come è avvenuto spesso e anche ultimamente in modo eclatante con l'allontanamento di un minore a Ischia, un bambino sia forzosamente e violentemente estirpato dal contesto familiare mediante azioni della forza pubblica e dell'Amministrazione.
  Si chiede quale sia la posizione del Governo per quanto riguarda l'esigenza che in ambito scolastico e in ogni contesto di formazione e istruzione si informino i minorenni e i loro genitori circa i loro diritti e l'inviolabilità della loro libertà personale, non limitabile neppure attraverso provvedimenti diversi dalle pronunce penali emesse nel rispetto delle garanzie costituzionali e processuali. Si chiede, inoltre, la Sua posizione sulla necessità che il personale della scuola, quindi di qualunque amministrazione, si astenga dal prendere parte in alcun modo a operazioni di prelievo forzoso e violento e dal consentire o tollerare lo svolgimento. Infine, sull'opportunità che sia assunta una posizione unitaria di tutti i Dicasteri, principalmente di quelli posti a presidio della libera formazione della personalità del cittadino, circa la valutazione in termini di inaccettabile illiceità di simili attività di prelievo coattivo, del resto già censurata a conclusione dell'anteriore legislatura nella relazione conclusiva della Commissione di inchiesta sugli affidamenti minorili.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ascari. Onorevole Pulciani, prego.

  PAOLO PULCIANI. Grazie, Ministro, per la sua illustrazione e anche per avere individuato quelle che sono le linee guida del Pag. 6Governo e del suo Ministero in ordine a questa problematica. Mi sento personalmente di condividere in pieno sia l'esigenza che la cultura del rispetto emerga anche dalle altre materie nel sistema scolastico, individuandola magari in forma maieutica, sia questa nuova prospettiva di educare attraverso forme di interazione tra ragazzi, quindi non in modo unicamente cattedratico, così come ha detto.
  Mi domandavo se in questo progetto ci fosse la possibilità per le scuole (in parte già aveva risposto) di fare intervenire in questi corsi, oltre che gli psicologi, gli operatori del diritto, il personale del Tribunale dei minori, magari anche i ragazzi che hanno fatto il carcere minorile, piuttosto che gli assistenti sociali della stessa struttura o delle forze dell'ordine. Credo infatti che anche la narrazione e l'esempio di chi ha sbagliato e magari ha fatto una vita pagando per questo possa essere significativa in un'epoca in cui la comunicazione reale passa più del mero racconto di ciò che è buono e di ciò che è cattivo.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pulciani. Onorevole Ferrari, prego.

  SARA FERRARI. Grazie, Ministro. Ho apprezzato alcune delle cose che lei ha detto, in particolare quando alla parola «rispetto» ha aggiunto il concetto di parità, perché rispetto da solo non funziona. Non è non picchiare una donna il rispetto, ha provato a fare qualche esempio anche lei, è riconoscere in primis una necessità che le differenze esistono, hanno lo stesso valore e che noi dobbiamo lavorare per una parità concreta e non di facciata.
  Risulta che in questo Paese spendiamo troppo poco sul fronte della «P» di prevenzione, delle «P» della Convenzione di Istanbul e soprattutto in prevenzione primaria, mentre ci si è impegnati molto, anche con l'ultimo provvedimento parlamentare sulla prevenzione secondaria con le misure cautelari, il loro rafforzamento, il tentativo giusto di evitare che dalla violenza si passi al femminicidio. Noi dobbiamo lavorare molto di più sulla prevenzione primaria.
  Mi fa piacere che lei abbia immaginato che si debba intervenire in tutti gli ordini di scuola, perché sappiamo perfettamente che addirittura è l'educazione prescolare quella che sarebbe necessaria, perché gli stereotipi e i pregiudizi si formano prestissimo, perché la nostra cultura, quella patriarcale, incide già da subito. So che dobbiamo superare dei pregiudizi anche rispetto alla formazione prescolare che però è necessaria se non altro nei confronti dei docenti. Se proprio non si può immaginare di lavorare con i piccolissimi, però con chi trasmette loro dei messaggi, quegli adulti che anche inconsapevolmente, sia come genitori sia come formatori, riproducono stereotipi e pregiudizi hanno bisogno di una loro specifica formazione, perché poi tutto quello che viene dopo è un tentativo di levare.
  Pertanto mi fa piacere pensare che lei accompagnerà favorevolmente anche il lavoro che faremo in Commissione cultura e istruzione sulle leggi, a partire dalla Camera. Lei prima diceva che è necessario che la legge poi metta per iscritto in maniera strutturale e obbligatoria l'assunzione di responsabilità pubblica di questi interventi, partendo dall'esperienza che lei ci ha appena raccontato, da questo progetto che sta provando a mettere in campo, sul quale raccomando in primis la grande formazione degli insegnanti. Lo dico perché sono un insegnante e sono stata assessore alle pari opportunità e all'università e ho parecchi colleghi che in questo momento sono disorientati, come lo sono i genitori, quest'ultimissimo femminicidio ha sollevato le piazze ha aperto (finalmente, io dico) un dibattito dentro le scuole. Il problema è che mentre i giovani chiedono risposte, chiedono interlocuzione, gli adulti che stanno dentro quelle scuole sono terrorizzati di usare le parole sbagliate e spesso non si sentono in grado di rispondere nella maniera giusta. Quindi la formazione dei docenti è assolutamente preliminare a tutto ciò che immaginiamo di fare con i ragazzi.
  Io ho avuto la fortuna di poter fare interventi strutturati in un territorio autonomo, dove abbiamo fatto percorsi di educazione alla relazione di genere in tutte le Pag. 7scuole di ogni ordine e grado per cinque anni. Alla formazione dei docenti si deve accompagnare giustamente quella dei discenti e dobbiamo sfruttare l'occasione che la scuola, soprattutto nei primi anni, è un luogo di attrazione dei genitori. Il problema di una responsabilizzazione pubblica è quello di arrivare anche agli adulti delle famiglie, visto che i dati ci dicono che la violenza domestica è all'interno delle relazioni affettive e delle famiglie. La scuola è un luogo di grande capacità attrattiva per i genitori, soprattutto nelle età più precoci, perché sappiamo che poi gli adulti si allontanano dall'esperienza scolastica quando i figli diventano adolescenti.
  Quindi vorrei immaginare che, a partire da questa esperienza che lei ora sta mettendo in campo, la legge andasse a costruire un sistema molto più ampio che coinvolgesse adulti e minori e che interessasse tutte le discipline, come dicevamo prima, perché è una comunità educante che deve essere allineata su questi obiettivi. Poi discuteremo se utilizzare le ore e i percorsi di educazione alla cittadinanza, ma non basta un singolo docente nelle ore di educazione alla cittadinanza per costruire una comunità educante che vada tutta nella stessa direzione.
  Ci sono esperienze e spero che potremo farne tesoro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferrari. Do la parola alla vice presidente Leonardi.

  ELENA LEONARDI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, sia per questa sua presenza ma anche per gli interventi che state portando avanti con il Governo in un tema che sicuramente è diventato oggetto di forte interesse nell'opinione pubblica con l'omicidio di Giulia Cecchettin, ma che in realtà, di fatto, ha visto in questo evento il culmine di una serie di situazioni. Quindi grazie per questo intervento perché alla scuola chiediamo tanto.
  Sicuramente la scuola deve avere un ruolo nella formazione non solo culturale e quindi professionale dei nostri giovani, ma anche nella formazione morale, quindi aiutare a comprendere quali sono le cose giuste e quali quelle sbagliate anche nei rapporti personali. Questo ovviamente senza dimenticare quello che è il ruolo della famiglia.
  L'iniziativa che state mettendo in campo è a mio avviso molto importante, proprio perché fa dialogare i ragazzi partendo anche dalle esperienze delle vittime, quindi un linguaggio reale piuttosto che quello di un docente o di chi ha magari un'età a volte lontana dai ragazzi e può scatenare quell'impatto emotivo.
  Arrivo alla domanda per non allungarmi. Volevo capire quali sono i passaggi che vorrete fare per poi valutare l'impatto di questo percorso, che è sicuramente in itinere e quindi è un qualcosa in divenire, per calibrarne poi eventualmente ulteriori approfondimenti e ulteriori integrazioni.

  PRESIDENTE. Grazie, vice presidente Leonardi. Senatore Sensi, prego.

  FILIPPO SENSI. Grazie, presidente. Spero che non sia scambiata per una forma brusca di interlocuzione, ma vado al punto della domanda.
  Al Ministero risulta un esperto ad alta qualificazione, Alessandro Amadori, c'è stata una polemica sulla vicenda del suo libro uscito nel 2020, «Il diavolo è anche donna». Va bene, lei ha detto «polemiche squallide e pretestuose».
  Volevo farle tre domande telegrafiche. La prima, se si riconosce nelle dichiarazioni che Alessandro Amadori – che è stato anche coautore di un suo libro, «Il manifesto della Lega per governare il Paese» –, ha fatto nel libro del 2020. Seconda domanda, se conferma la sua fiducia come esperto ad alta qualificazione di Alessandro Amadori. E terzo, se è confermato nella sua responsabilità di coordinatore per educare alle relazioni.

  PRESIDENTE. Grazie, Senatore Sensi. Onorevole Lancellotta, prego.

  ELISABETTA CHRISTIANA LANCELLOTTA. Grazie, presidente. Ministro, la ringrazio per la sua presenza e per avere Pag. 8sottolineato tutto quello che lei e il Governo state attuando con questo progetto importante che si chiama «Educare alle relazioni». Credo che la scuola sostanzialmente stia puntando realmente all'educazione e al rispetto: questo per noi è fondamentale e importante perché bisogna – come ricordava poc'anzi lei e anche la collega Ferrari – insistere sul discorso dell'educazione al rispetto e far comprendere sempre di più quanto sia sostanziale la parità e quindi che non ci siano assolutamente differenze di genere.
  Vorrei farle due domande, arrivo subito al punto perché siamo stretti con i tempi.
  Lei ha parlato del coinvolgimento di tutte le scuole, quindi di ogni ordine e grado. Mi piacerebbe comprendere il coinvolgimento della scuola dell'infanzia per far sì che ci sia una vera e propria alfabetizzazione all'educazione. Credo sia fondamentale e sostanziale intervenire anche nella scuola dell'infanzia e quindi con i bambini di un'età minore.
  Poi lei ha parlato di sport. Noi come Commissione abbiamo dedicato un gruppo che si rivolgerà allo sport, perché lo sport è un elemento educativo importante. Quindi volevo sapere se all'interno della scuola sono previsti dei progetti per il tramite dello sport, affinché si possa educare anche grazie alla pratica sportiva.
  Grazie di nuovo Ministro per la sua presenza e per la sua attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie, Onorevole Lancellotta. Onorevole Ghio, prego.

  VALENTINA GHIO. Grazie. Ringrazio il Ministro per l'illustrazione, sicuramente è un percorso interessante che approfondiremo e sul quale credo che sia molto importante, anche nello spirito che abbiamo impostato in questa Commissione bicamerale, che sia condiviso nella sua evoluzione.
  Io credo che sia molto importante – questo lo dicevano anche i colleghi che mi hanno preceduto – estendere un'impostazione formativa ed educativa, a seconda poi dei contesti in cui si inserisce, che sia molto più generalizzata nella società a partire dalla scuola. Credo che un progetto di questa portata dovrebbe anche porsi l'obiettivo di sensibilizzare i materiali di studio in modo trasversale, affinché non contengano stereotipi di genere che andrebbero poi a inficiare un lavoro e un intervento che nasce adesso.
  Quindi la prima domanda è questa, se c'è anche una riflessione che vada – ovviamente mi rendo conto che è un percorso lungo – anche a considerare i materiali di studio.
  Altre due veloci domande. In Italia sul tema della violenza di genere i soggetti che vantano l'esperienza più concreta e diretta sono i centri antiviolenza che abbiamo sul territorio. Mi chiedevo se sia prevista qualche forma di coinvolgimento con i centri anti violenza che hanno sicuramente degli elementi molto concreti e diretti. Ovviamente non potranno da soli svolgere un ruolo completo per ragioni fisiche e strutturali, ma credo che sia importante un coinvolgimento.
  La terza per capire se c'è una correlazione con i fondi legati alla formazione dei formatori e degli operatori, perché questo credo che sia un elemento fondamentale.
  Ieri abbiamo posto in un question time alla Camera una domanda alla Ministra Roccella per capire, visto l'impegno preso con l'approvazione della legge sulle misure cautelari, che contiene un primo passo sulla formazione, se nei prossimi provvedimenti, a partire dalle leggi finanziarie, ci siano delle voci legate alla formazione. Lei ha parlato di 15 milioni per formare e coinvolgere i docenti; mi chiedevo se ci fosse un pensiero più articolato rivolto proprio alla formazione degli operatori che fanno parte di tutto il sistema che si occupa di violenza di genere.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ghio. Senatrice Maiorino, prego.

  ALESSANDRA MAIORINO. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per la sua illustrazione, anche se purtroppo dal Senato non abbiamo fatto in tempo ad ascoltarla tutta, abbiamo perso la prima parte.
  Nella parte che ho ascoltato, Ministro, devo dire che ho parecchio apprezzato uno Pag. 9degli esempi di maschilismo che lei ha fatto, quando ha parlato del capo al bar che prende il caffè con i colleghi e poi questi colleghi vengono beneficiati con (l'esempio che ha fatto lei) delle ferie preferenziali. Questo può sembrare un esempio banale, ma è probabilmente la forma più subdola di maschilismo, quella che non viene vista, quella del cameratismo tra uomini che si traduce ove possibile in cooptazioni e promozioni che lasciano fuori le donne e non viene neanche letto come appare.
  Questo mi spinge a pensare che lei sia sincero nelle intenzioni che l'hanno spinta a emanare queste linee guida nel progetto che si prefigge di perseguire.
  Noi festeggiamo il fatto che oggi finalmente – purtroppo dopo quanto è venuto ad accadere alla povera Giulia e la reazione della sua famiglia, perché è quello che ha fatto la differenza in questo femminicidio, come ha reagito la sua famiglia – anche le forze di centrodestra dicano che il punto è l'educazione. Noi lo abbiamo detto per anni, Ministro, in tutte le salse – mi si consenta l'espressione gergale – ma ci veniva risposto teoria gender, ogni volta che si parlava di educazione al rispetto e alla parità nelle scuole ci veniva risposto con lo spettro della teoria gender, che nessuno ha ben capito che cos'è. Finalmente sembra che questo spettro si sia dileguato dall'orizzonte e siamo pronti a parlare di educazione all'emozione, di educazione alla parità, di educazione al rispetto.
  Nelle sue linee guida mi sembra però di capire, Ministro, che questo progetto sarebbe destinato soltanto alle scuole secondarie di secondo grado e riguarderebbe soltanto una forma di educazione affettiva. Ora io le chiedo, Ministro, se lei è al corrente del fatto che i dati Unicef (ma di qualunque altro osservatore) dicono che i nostri bambini e bambine, non ragazzi e ragazze...

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Se posso interromperla, nella parte della mia esposizione dove era assente ho fatto riferimento alla complessità del progetto, che parte dalla scuola dell'infanzia, tocca il tema dell'educazione civica e il tema delle discipline, quindi si sviluppa su tre impianti.

  ALESSANDRA MAIORINO. Ma questo progetto è concretato in un qualche testo?

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. È quello che ho già comunicato il 22 di novembre in occasione della conferenza stampa.

  ALESSANDRA MAIORINO. Le linee guida che ha presentato?

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Le linee guida che ho inviato alle scuole riguardano le scuole secondarie di secondo grado, ma il progetto complessivo, così come lo presentai il 22 di novembre, riguarda un complesso di interventi. Riguarda tre interventi, le linee guida sull'educazione alla cittadinanza, l'insegnamento disciplinare di tutte le discipline e specificamente questo progetto di gruppi di discussione.

  ALESSANDRA MAIORINO. Questo progetto di gruppi di discussione riguarda soltanto le scuole secondarie di secondo grado. Molto bene. Allora manca eventualmente in tutti i cicli.
  I dati ci dicono che i nostri bambini e le nostre bambine accedono ai siti pornografici mediamente all'età di 11 anni, il che vuol dire che alcuni accedono anche all'età di 8/9 anni, se la media è quella. I primi rapporti sessuali avvengono tra i 13, 14, 15 e 16 anni.
  Il tipo di rapporto che veicola la pornografia è un rapporto di oggettificazione della donna, quindi il tema non è tanto il sesso, il fatto che vengano a contatto con il sesso in quanto tale, ma con una forma di violenza che si espleta nel rapporto sessuale.
  Pensa davvero, Ministro, data la sincerità a cui mi appellavo all'inizio del mio intervento, che intervenire semplicemente sulla teoria, cioè intervenire soltanto per quanto riguarda l'affettività e il rispetto possa essere preso sul serio dai nostri ragazzi e dalle nostre ragazze, che invece Pag. 10hanno questo tipo di modelli, che sperimentano già nella propria vita le relazioni affettive che si concretizzano poi anche nei rapporti sessuali o vogliamo continuare a far finta che siano spirito e non carne fino ai 18 anni?

  PRESIDENTE. Grazie, senatrice Maiorino. Senatrice Valente, prego.

  VALERIA VALENTE. Ringraziandola per l'esposizione, vado anch'io direttamente alla domanda.
  La convenzione di Istanbul, che per noi è faro come saprà, all'articolo 14, in tema di educazione (è legge di questo Stato oltre a essere il nostro faro, quindi ci dobbiamo per forza adeguare tutti), parla di «azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado materiali didattici sui temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati ai livelli cognitivi degli allievi».
  Mi pare che questo possa essere per tutti noi qua impegnati un faro. Questo progetto è nei programmi strutturali, la violenza è un fenomeno strutturale e ci auguriamo che anche l'intervento sull'educazione sia strutturale.
  La domanda che le faccio è in merito al coinvolgimento dell'ordine degli psicologi. Secondo le nostre indagini con la precedente Commissione parlamentare di inchiesta non basta purtroppo una figura professionale, anche tecnica, a garantire l'adeguata formazione.
  Quindi le faccio davvero un appello accorato: non basta fare l'accordo con l'Ordine degli psicologi, abbiamo avuto modo di parlare con l'attuale presidente, che è un uomo molto consapevole, dei limiti degli ordini professionali in alcuni casi, cioè fare anche formazione. In alcuni casi, secondo le nostre indagini, l'intervento di psicologi non adeguatamente specializzati o formati è addirittura disastroso per l'esito di alcune indagini. Questo per dire che non basta semplicemente, dal mio punto di vista e dal punto di vista di chi ha studiato questa materia, affidarsi all'ordine, ma anche all'interno dell'ordine prevedere il coinvolgimento di personale specificamente formato a questi temi.
  Lo abbiamo messo nella riforma Cartabia per quelli che intervengono nei procedimenti giudiziari, a maggior ragione per chi arriva nelle scuole a formare.
  Questa sarebbe per noi una garanzia. Insieme a quello che diceva la collega senatrice Ghio, che per noi, ma credo questo per il buonsenso di tutti, le persone più specializzate e formate sul tema sono coloro che dagli anni Settanta a oggi si occupano esclusivamente di questo e lo fanno sul campo, cioè le operatrici dei centri antiviolenza, che non vogliamo vadano nelle scuole ma che ci auguriamo siano coinvolte nella formazione di chi andrà nelle scuole.

  PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro ha dato disponibilità a rispondere intanto a questo blocco di domande, almeno una parte.

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Mi devo scusare, ma essendo iniziati i lavori con 40 minuti di ritardo io non riesco.

  PRESIDENTE. Lo abbiamo condiviso con i colleghi di maggioranza e opposizione, quindi facciamo quello che riusciamo, assolutamente, lo abbiamo condiviso.

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Alle tre e dieci io purtroppo vi devo lasciare. Vado con ordine.
  Onorevole Pulciani, mi trova pienamente d'accordo sull'idea di coinvolgere esperti di vario genere, proprio perché l'autonomia delle scuole lo consente e il progetto lo stimola. In questo percorso il docente moderatore potrà portare certamente in classe anche giuristi, pedagogisti o esperti che possano dare un contributo all'arricchimento di questi gruppi di discussione. Quindi anche i centri antiviolenza potranno essere coinvolti dalle scuole nella Pag. 11loro autonomia nello svolgimento del percorso.
  Mi ha fatto molto piacere condividere con l'onorevole Ferrari il tema della parità, che per me è un tema fondamentale, e il tema della formazione degli insegnanti, ma soprattutto l'idea di scuola come aperta al territorio e quindi come comunità educante, capace di coinvolgere le famiglie. Ho visto per esempio a Napoli (credo che fosse una scuola primaria, sono stato due o tre settimane fa a visitare questa scuola) in un'aula una quarantina di mamme che si formavano per potere poi insegnare ai loro figli l'utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale e quindi del digitale. Mi ha fatto molto piacere perché è un bel modo per coinvolgere i genitori. Quindi la scuola è anche un momento di formazione delle famiglie, in quel caso specifico erano mamme ma auspicabilmente il coinvolgimento dovrebbe essere rivolto a tutti i genitori.
  Poi c'è il tema sollevato dalla senatrice Leonardi, la valutazione di impatto. Noi abbiamo specificato nelle linee guida indirizzate alle scuole che al termine dell'anno, al termine di questo percorso formativo, il preside dovrà fare una narrazione, una sintesi, un riassunto di come sono andati questi gruppi di discussione, quali risultati hanno prodotto, anche per aiutarci a individuare delle best practices. Così come l'ordine degli psicologi che coopererà nel supportare lo svolgimento di questo programma, dovrà farci avere delle riflessioni, delle suggestioni, in modo da migliorare sempre di più il testo.
  Il tema del coinvolgimento della scuola dell'infanzia mi trova assolutamente d'accordo, ma – lo ribadisco – questo percorso, lo ebbi già a dire il 22 presentando il progetto e quindi non lo dico oggi a seguito delle polemiche del tutto immotivate che si sono sviluppate, si sviluppa su tre articolazioni. Il discorso dell'educazione alla cittadinanza, che parte addirittura dalle scuole di infanzia. Il discorso disciplinare, lo ripeto per chi è arrivato dopo, quindi anche nel percorso di storia, piuttosto che latino, greco, letteratura e via dicendo. Ovviamente il docente sarà chiamato a trattare il tema della centralità della persona, dell'educazione al rispetto e della parità.
  Alla senatrice Maiorino, che domanda se il percorso è nato dopo il tragico fatto che ha coinvolto Giulia Cecchettin, rispondo di no, questo percorso nasce ad agosto, nasce con una mia forte consapevolezza della necessità di intervenire, proprio all'indomani di quei fatti particolarmente aberranti verificatisi a Palermo e a Caivano. L'idea di intervenire per sradicare questa cultura maschilista, che può essere il fondamento anche di ulteriori tragici sviluppi come quello di cui abbiamo parlato prima.
  Per quanto riguarda il discorso dei materiali di studio mi trova pienamente d'accordo, l'onorevole Ghio mi sembra che abbia sollevato questo problema.
  Il tema dei materiali di studio è molto importante e molto significativo, va ovviamente allargato il più possibile. Noi abbiamo immaginato non solo il coinvolgimento dell'ordine degli psicologi, ma banalmente anche il coinvolgimento dell'ordine dei pedagogisti, perché il tema di mettere a disposizione degli insegnanti materiale di riflessione che sia il più ampio e il più formativo possibile ritengo che sia assolutamente imprescindibile.
  Infine, senatore Sensi, lasciamo perdere queste polemiche. Innanzitutto chi ha detto che il professor Amadori è il coordinatore del progetto? Io ho detto poc'anzi che questo progetto nella sua articolazione verrà portato avanti da tre donne, quindi non risulta da nessun atto ufficiale. Forse lei non ha letto il libro del professor Amadori, che insegna in Cattolica, quindi se avesse scritto delle cose aberranti probabilmente non lo avrebbero... Vorrei però dire che il libro si conclude così: «In generale è venuto il momento di mettere fine a tutte le forme di archia, che si tratti dell'ormai obsoleta patriarchia – quindi il patriarcato lo condanna – o di un'ipotetica e in fondo altrettanto arcaica ginarchia, – forse si potrebbe parlare di matriarcato – quello che invece per concludere auspichiamo e possiamo cercare di realizzare è un terzo scenario che ponga fine alla guerra dei Pag. 12sessi e ci porti finalmente verso un mondo migliore. Lo scenario di un nuovo patto di collaborazione fra i giovani, un'alleanza per la costruzione di un modello di relazioni interpersonali più armonico a partire da subito, da oggi, dal qui e ora. Ciascun giovane rispettando e valorizzando l'altro, interagendo e comunicando nel nostro quotidiano in un modo più maturo, più consapevole, più sincero, leale, maggiormente basato sull'ascolto e sulla comprensione e quindi davvero reciprocamente coinvolgente. Sull'affermarsi di questo ultimo scenario che noi – cioè lui – personalmente puntiamo, nella consapevolezza che tanto da parte del genere femminile quanto di quello maschile c'è molto lavoro da fare». Io non ho detto che mi riconosco, non facciamo polemica. Dico semplicemente che il professor Amadori auspica il superamento del patriarcato e credo che voi vi riconosciate nell'auspicio del superamento del patriarcato, sostiene che non si debba neanche andare verso forme di ginarchia (migliaia di anni fa sì, ma certamente oggi no), ma francamente l'idea di una composizione, di una sintesi, di un dialogo per una società fondata sul dialogo mi sembra che questo tutte le persone di buon senso non possano che...

  FILIPPO SENSI. Quindi, Ministro, conferma la fiducia?

  GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'istruzione e del merito. Guardi, le dico, il professor Amadori è un ricercatore, non è un politico, e poi questa non credo che sia la sede per trattare del curriculum scientifico del professor Amadori.
  A me francamente non interessa quello che è il pensiero del professor Amadori.
  Io ho detto che questo progetto sarà guidato... anzi, se volete anche un nome, si chiama Paola Concia, che immagino voi conosciate, che ha partecipato al progetto sin dall'inizio e che ora ha accettato di esporsi pubblicamente. Questo progetto verrà portato avanti da tre donne.
  Vorrei veramente chiedere a tutti, ma lo dico molto sinceramente, siccome il tema è drammatico ed è serio, non impoveriamolo con delle polemiche che giudico piuttosto meschine.

  PRESIDENTE. Chiudo su questa bella frase del Ministro, che ringraziamo.
  Ricordo a tutti e a tutte che per noi è il punto di partenza, non un punto di arrivo, e di lavoro della nostra Commissione. I Ministri non scappano, continueremo a indagare con loro violenza di genere e femminicidio, riservandoci, come ci siamo detti anche ieri, di audire nei momenti in cui non ci sono lavori parlamentari, come oggi per cui abbiamo dovuto far slittare di quasi quaranta minuti l'audizione, in modo che possiamo avere più tempo anche per rispondere a più domande. Grazie Ministro Valditara. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.10.