XIX Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 2 agosto 2023

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sugli esiti della riunione del Consiglio Ambiente dell'Unione europea del 20 giugno 2023 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Rotelli Mauro , Presidente ... 3 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 3 
Rotelli Mauro , Presidente ... 5 
Mattia Aldo (FDI)  ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 6 
Mazzetti Erica (FI-PPE)  ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 6 
Montemagni Elisa (LEGA)  ... 6 
Rotelli Mauro , Presidente ... 7 
Ferrari Sara (PD-IDP)  ... 8 
L'Abbate Patty (M5S)  ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 8 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 8 
Rotelli Mauro , Presidente ... 11 
Scarpa Rachele (PD-IDP)  ... 11 
Rotelli Mauro , Presidente ... 11 
Pichetto Fratin Gilberto (FI-PPE) , Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ... 11 
Rotelli Mauro , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MAURO ROTELLI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sugli esiti della riunione del Consiglio Ambiente dell'Unione europea del 20 giugno 2023.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sugli esiti della riunione del Consiglio Ambiente dell'Unione europea del 20 giugno 2023. Ringrazio il Ministro Pichetto Fratin per la sua partecipazione ai lavori della Commissione, la sua presenza in audizione e gli cedo la parola per lo svolgimento della relazione. Ministro ben ritornato, benvenuto.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Ringrazio il presidente Rotelli e la Commissione per questo invito che mi dà la possibilità di informare compiutamente il Parlamento dell'attività svolta in sede europea e mi consente di chiarire alcuni aspetti nella nostra azione di Governo che sono stati oggetto di un vivace dibattito politico.
  Il Governo è stato accusato ripetutamente, in queste settimane, di negazionismo climatico. C'è stato chi ha ipotizzato l'introduzione di una nuova fattispecie criminale, il reato di negazionismo. Su questo poi si sono esercitate varie valutazioni di ordine psicologico e di umori con frasi estrapolate da vari interventi. Una narrazione priva però di alcun aggancio con i fatti, con le azioni concrete, con i comportamenti che sin dal suo insediamento ha messo in atto il Governo a partire dalla COP di Sharm el-Sheikh dove la premier Giorgia Meloni, da poco insediata, ha ribadito solennemente che l'Italia avrebbe tenuto fede a tutti gli impegni sul clima assunti a livello internazionale dal nostro Paese.
  A questi impegni ci stiamo attenendo rigorosamente, ad esempio rimettendo in moto il settore delle rinnovabili (che era praticamente paralizzato), elaborando una proposta di revisione del PNIEC (Piano nazionale energia e clima) molto più ambiziosa e al contempo realistica della precedente, varando il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici che non era mai stato elaborato.
  Ciò detto, vengo a riferire della seduta del Consiglio Ambiente del 20 giugno scorso, che è stata un'occasione in cui è emersa con chiarezza la linea del Governo. Siamo a favore del conseguimento degli obiettivi climatici, non siamo disposti a subire direttive e regolamenti che penalizzano l'Italia senza giovare all'ambiente, anzi in alcuni casi danneggiandolo. L'Italia è uno dei più grandi e importanti Paesi dell'Unione, ha la seconda manifattura europea, ha storia, ha prestigio, ha autorevolezza per dire la propria e difendere gli interessi nazionali, come fanno del resto a Bruxelles i Pag. 4rappresentanti di tutti i Paesi della Comunità.
  L'argomento principale della riunione era la discussione della proposta di regolamento «ripristino natura». La proposta di regolamento stabilisce un quadro entro il quale gli Stati membri dovranno mettere in atto misure di ripristino efficaci e basate sulla superficie che insieme copriranno, entro il 2030, almeno il 20 per cento delle zone terrestri e marittime dell'Unione ed entro il 2050 tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino.
  Per conseguire tale fine generale, il regolamento stabilisce una pluralità di obiettivi specifici di ripristino – per un'ampia gamma di ecosistemi – fissando termini temporali al 2030, 2040 e 2050 per il loro raggiungimento, nonché l'obbligo, per gli Stati membri, di garantire gli ecosistemi in cui sono state raggiunte buone condizioni e garantire che non si deteriorino.
  In sede di Consiglio abbiamo sottolineato come il regolamento sul ripristino della natura sia uno strumento fondamentale per arrestare la perdita di biodiversità e contribuire ad affrontare il cambiamento climatico e il suo impatto sulla società e sull'economia. Garantire il non deterioramento dell'habitat rappresenterà una sfida ambiziosa per l'Italia, Paese straordinariamente ricco di specie, habitat ed ecosistemi.
  Nel corso della discussione abbiamo ribadito l'importanza di seguire un approccio graduale alla preparazione e all'attuazione dei previsti piani nazionali di ripristino. Abbiamo inoltre sottolineato che, considerato l'elevato livello di ambizione del regolamento, permangono ad oggi molte perplessità sulle sue possibili implicazioni finanziarie. Riteniamo la disponibilità di adeguate risorse una condizione imprescindibile per poter sostenere la fattibilità degli obiettivi e degli obblighi definiti da questo nuovo regolamento. Per questo ho chiesto l'introduzione, nel testo del regolamento, di una disposizione che impegna la Commissione a presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio che conterrà, oltre ad una valutazione del fabbisogno finanziario per l'attuazione, anche un'analisi per individuare eventuali carenze di finanziamento. Al termine del dibattito il Consiglio ha adottato, a maggioranza qualificata, l'orientamento generale sul provvedimento, sul quale si sono espressi in senso contrario, oltre al nostro Paese, i Paesi Bassi, la Polonia, la Finlandia, la Svezia e si sono astenuti (che equivale a non voto a favore) Austria e Belgio. La maggioranza ottenuta è stata appena sufficiente ad evitare la bocciatura, avendo potuto l'opposizione di un solo Paese in più invertire le sorti del regolamento.
  L'Italia ha ritenuto che, nonostante i miglioramenti apportati dalla presidenza, il testo presentato al Consiglio non desse ancora sufficienti garanzie di una concreta ed efficace implementazione, garanzie che sono tanto più necessarie per l'importanza degli obiettivi che il provvedimento ha il compito di promuovere. Sulla base del pragmatismo che ha sempre caratterizzato l'azione del Governo, abbiamo rilevato inoltre che, per essere efficaci, le nuove misure debbono essere sostenibili per tutti i settori coinvolti, specie per l'agricoltura e la pesca.
  Abbiamo inoltre ribadito i dubbi sollevati sull'attuabilità degli obiettivi quantitativi proposti per il ripopolamento dell'avifauna e delle disposizioni sulle deroghe per gli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile. Infine, è stata sottolineata da parte nostra la mancanza di certezza sulla disponibilità effettiva delle risorse necessarie, dovuta all'assenza di un riferimento, nel regolamento, alla creazione di uno strumento finanziario dedicato al ripristino della natura.
  Anche in questo caso insomma l'Italia ha tenuto una posizione chiara: adesione al principio e all'obiettivo della norma, riserva e contrarietà a disposizioni poco chiare, prive di concreta attuabilità, prive di risorse. Noi siamo per le norme che si applicano concretamente per migliorare l'ambiente non per le norme manifesto, in questo caso inapplicabili.
  Altro argomento affrontato in quella seduta del 20 è stato il dibattito, in fase orientativa, sul regolamento delle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti. La proposta prevede un incremento dal 30 al 45 per Pag. 5cento dell'obiettivo di riduzione al 2030. In sede di confronto abbiamo messo in evidenza che per assicurare una decarbonizzazione efficace occorre che sia anche attuata in modo economicamente sostenibile e socialmente equo, tenendo conto delle ricadute occupazionali e produttive e delle circostanze nazionali, nonché secondo tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore.
  Abbiamo inoltre rilevato che il regolamento dovrebbe prevedere un ruolo dei carburanti a bassa emissione di carbonio quale tecnologia complementare a quelle della elettrificazione e a celle a combustione. Come affermato anche dai rappresentanti di altri Stati, l'Italia considera inoltre utile il mantenimento degli incentivi per tutti i veicoli a bassa emissione. Abbiamo anche espresso preoccupazione per l'impatto del regolamento sulla concorrenzialità del mercato.
  Altro argomento, altro importante tema affrontato il 20 di giugno, è stata la proposta della Commissione della nuova direttiva sulla qualità dell'aria. La nuova direttiva si propone di avviare un percorso che porti, nel medio e lungo termine, al raggiungimento degli obiettivi individuati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità fissando, in una fase iniziale, valori limite da rispettare al 2030 che sono circa dimezzati rispetto a quelli attualmente vigenti.
  Prendendo atto dell'esistenza di situazioni territoriali complesse, quali quella, nel nostro caso, del bacino padano (la Pianura Padana) la direttiva prevede un periodo di deroga di cinque anni (pertanto fino al 2035 in questo caso, con uno slittamento dal 2030) per i territori in cui sono riscontrabili problematiche orografiche e di natura meteo climatica. Il caso Pianura Padana è l'esempio massimo: montagne a sud, a ovest, a nord e l'Adriatico che fa da muro anziché da attrazione.
  Gli inquinamenti sottoposti a verifica e a valore limite sono materiale particolato, il PM10, il PM2,5, il biossido di azoto, il biossido di zolfo, il monossido di carbonio, piombo, benzene, nichel, cadmio, arsenico. Nel corso del dibattito orientativo abbiamo confermato l'importanza di tenere in debita considerazione la raccomandazione dell'OMS per ridurre ulteriormente i livelli degli inquinamenti atmosferici che, nonostante i significativi miglioramenti conseguiti negli ultimi decenni, restano un problema per la salute dei cittadini. Anche in questo caso abbiamo insistito sull'esigenza che la nuova disciplina sia attuabile e basata su dati e presupposti corretti.
  Al riguardo consideriamo inadeguata la tempistica proposta dalla Commissione che richiederebbe il raggiungimento in pochi anni di obiettivi per il cui conseguimento è necessario un periodo molto maggiore, specie in zone come il citato bacino padano in questo caso, in cui le condizioni meteo orografiche rendono permanenti le concentrazioni di inquinanti anche a fronte di una riduzione delle emissioni.
  Ultimo tema che riteniamo importante: abbiamo presentato in quella sede di Consiglio europeo (e naturalmente promosso) la candidatura di Roma ad Expo 2030. È stato evidenziato come l'Esposizione universale possa costituire una vetrina per dare lustro all'impegno dell'Unione per la transizione ecologica e al ruolo di leader da essa acquisita a livello internazionale. Abbiamo anche avuto modo di ribadire come la candidatura sia fortemente orientata alla realizzazione dell'obiettivo dell'Unione sulla neutralità climatica al 2050 e dell'Agenda 2030 dell'ONU, mirando a intensificare la cooperazione su tali temi attraverso il dialogo, lo scambio accademico e scientifico, nonché una piattaforma educativa inclusiva.
  È stato altresì valorizzato il progetto di dotare il sito dell'Expo di un impianto energetico autosufficiente che dovrebbe costituire la prima net zero carbon community italiana e di realizzare i padiglioni secondo il principio della circolarità. Questo è un dato rilevante perché potrebbe essere davvero una rappresentazione della neutralità italiana come best practice a livello europeo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei Ministro. Chiedo se vi sono colleghi che intendono intervenire.

Pag. 6

  ALDO MATTIA. Grazie presidente. Grazie Ministro anche per l'ora, perché essere qui alle 8.15 e anche prima è importante e rispettoso nei confronti della nostra Commissione.
  Certo che lascia un po' perplessi il fatto che questa audizione è stata chiesta dall'opposizione e, al di là del collega Manes, non vediamo colleghi presenti in aula (se c'è qualcuno in video non lo so).
  Grazie per l'esposizione e per la presa di posizione del nostro Governo per cercare di difendere le esigenze del nostro Stato membro. Tra l'altro c'è anche un altro aspetto, forse non l'ho percepito bene, ma questa eventuale direttiva va anche a prevedere la riduzione del 30 per cento delle aree agricole all'interno delle aree protette, dei parchi e delle riserve, riducendo ancora di più il potere d'acquisto delle imprese agricole e agroalimentari del territorio. Io credo che noi dobbiamo cominciare ad organizzare una difesa del nostro territorio mettendo in campo anche delle proposte, come appena evidenziato, per cercare appunto di esaltare la nostra peculiarità che è importante. Dispiace sapere che se ci fosse stato l'intervento negativo di un altro Paese membro, probabilmente avremmo superato questo primo ostacolo. Comunque avremo altre scadenze nei prossimi mesi, vedremo come organizzarci. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Mattia. La collega Mazzetti. Prego.

  ERICA MAZZETTI. Grazie presidente. Grazie soprattutto al Ministro per questa informativa perché nell'ultimo periodo, soprattutto da parte del centrosinistra italiano – che, mi dispiace, ha chiesto l'audizione poi stamani non è presente – sono stati fatti gli assurdi allarmismi giornalistici che si sono visti in questi giorni, mentre magari si poteva chiarire molte idee.
  Invece il Governo italiano, grazie alla presenza costante del Ministro Pichetto in Europa proprio per questi temi, è riuscito a valorizzare il nostro territorio, la nostra nazione e soprattutto le aziende del nostro territorio. Non perché noi siamo contro l'ambiente, anzi, lo voglio ribadire, come Forza Italia e il Ministro per primo, siamo a favore di tutti quei procedimenti che aiutano a migliorare il nostro ambiente, però anche a dare un'opportunità in più alle imprese che io vedo si stanno adeguando negli ultimi decenni; si sono adeguate molto anche per rispettare le emissioni verso l'esterno, per lo smaltimento dei propri rifiuti (fra l'altro siamo i migliori in Europa e non solo, anche in questo settore).
  Molto bene tutto quello che riguarda la biodiversità che è un habitat fondamentale e che serve anche e soprattutto a prevenire il dissesto idrogeologico. Per cui bene, su questo tema continuiamo a proporre certe soluzioni, ma non può mai essere a discapito delle peculiarità del nostro Paese (ne abbiamo viste diverse, dall'automotive, alle case green e tanti temi che l'Europa voleva imporci) e speriamo che nel tempo si capisca che non è una cosa giusta per il nostro Paese.
  Sottolineo anche il tema degli imballaggi, che ora stiamo discutendo, e tanti di quei temi che creano dei problemi alle nostre imprese che, ripeto, negli anni si sono valorizzate molto dal punto di vista ambientale e questa proposta di salvaguardia della natura, dei fiumi, dei boschi, delle nostre città che devono modificarsi, anche una rigenerazione urbana, è fondamentale, devono essere attuate senza però dimenticare (e mi fa piacere che nella sua relazione lo abbia detto il Ministro) la sostenibilità non solo dal punto di vista ambientale – che è fondamentale – ma anche dal punto di vista economico e sociale.
  Per cui ringrazio il Ministro. Sappia che noi tutti, io parlo per Forza Italia ma sono convinta di parlare anche a nome di tutto il centrodestra, la appoggeremo nelle nostre battaglie in Europa, sempre a favore di un ambiente più sano, ma non di un ambientalismo ideologico come abbiamo sentito negli ultimi periodi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Mazzetti. La collega Montemagni. Prego.

  ELISA MONTEMAGNI. Grazie presidente. Grazie al Ministro e voglio anche Pag. 7augurargli un buon lavoro perché con i temi che emergono in queste settimane sulla stampa, l'accanimento dell'opposizione (che dispiace non vedere qui stamani) sarebbe stato bello un po' di dibattito per chiarire alcuni punti e anche esaminare alcune considerazioni che proprio l'opposizione fa nei nostri confronti.
  Io credo che quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto sia più che giusto, nel senso che, come centrodestra, abbiamo una visione che è globale e ci vuole una visione globale quando si parla di ambiente. Perché cos'è l'ambiente? Tutto, anche l'essere umano fa parte dell'ambiente. Quindi l'ambiente è tutto. Noi dobbiamo, come esseri umani, prenderci cura dell'ambiente, quindi trovare soluzioni di compatibilità che rendano possibile la coesistenza nostra con l'ambiente che ci circonda, senza penalizzare le nostre imprese, senza penalizzare i cittadini che vogliono lavorare o che – su quei territori – già lavorano o insistono da generazioni. È evidente che se da anni si parla, per esempio, del consumo di suolo e quindi cerchiamo di andare verso la rigenerazione, ristrutturazione, piuttosto che il nuovo consumo di suolo, è altrettanto vero che poi ogni tanto salta fuori lo spot di un ambientalismo che è pressoché estremo.
  Stamani, dall'audizione del Ministro, è stato chiarito benissimo invece qual è l'intenzione del Governo. Ci dicono che noi siamo dei politici che non pensano all'ambiente, non pensano al futuro delle nostre generazioni, invece vedo l'esatto opposto. Perché pensare alle future generazioni significa pensare anche a cosa lasciamo ai nostri figli dal punto di vista lavorativo oltre che ambientale. Penso anche al turismo stesso. Giustamente si parlava di attività economiche – ne parlava il collega di Fratelli d'Italia – ma io ci voglio aggiungere anche il turismo, perché il nostro è un Paese a forte vocazione turistica. Abbiamo tanti parchi che potrebbero essere valorizzati e che spesso sono in mano ad enti (mi vengono in mente quelli regionali) che sono tutto fuorché parchi, perché l'estremo dell'ambientalismo li ha portati ad essere luoghi abbandonati. E nel luogo di abbandono cosa accade poi? Accade che prolifera lo spaccio, piuttosto che la prostituzione, piuttosto che la discarica abusiva. Allora se l'ambientalismo che vuole una certa sinistra è quella dell'abbandono dei luoghi, scusate ma il centrodestra non può essere d'accordo, perché abbiamo tanti esempi che dimostrano che così non può funzionare.
  Si parla della Pianura Padana, ma io vengo da una terra che ha sicuramente i PM10, che è la Piana di Lucca, che è in una situazione (in versione più piccola) proprio simile a quella della Pianura Padana, perché abbiamo una piccola parte di collina e dietro abbiamo tutto il costone delle montagne dell'Appennino, quindi quell'area rimane soffocata. In tanti anni in cui si parla di inquinamento di quell'area (io sono stata sette anni e mezzo in Consiglio regionale) l'unica cosa che la sinistra è stata capace di fare è stato di dire ai cittadini di non accendere i caminetti. Ecco, quando loro ci vengono a fare la morale o a insegnare, bisognerebbe anche vedere quali sono le loro soluzioni, perché poi criticare è facile ma trovare le soluzioni è un po' più complesso.
  Io penso che il Ministro stia andando nella giusta direzione, anche nel dialogo con l'Europa, perché è evidente che quando parliamo di cose green noi non siamo il Nord Europa, noi abbiamo una storia, una tradizione e anche una vocazione diversa. La nostra casa di proprietà per noi è un valore che viene subito dopo la famiglia; prima c'è la famiglia e poi c'è la casa di proprietà. È così da sempre e quindi non possiamo essere paragonati ad altri. Se negli anni precedenti siamo stati troppo appiattiti in questa voglia di uniformare l'Europa, invece noi siamo contenti che questo Governo cerchi di far valere le ragioni dell'Italia.
  Quindi auguro un buon lavoro al Ministro e a tutto il Governo e lo ringrazio ancora per essere stato qui stamani.

  PRESIDENTE. Grazie collega Montemagni. La parola alla collega Ferrari che è collegata. Prego collega.

Pag. 8

  SARA FERRARI(intervento in videoconferenza). Buongiorno. Chiedo se mi vedete e mi sentite. Bene, grazie. Sottolineo anche la presenza della mia collega Rachele Scarpa, del gruppo del Partito Democratico. Siamo presenti dall'inizio di questa seduta organizzata anche on-line, da remoto, pertanto abbiamo potuto ascoltare l'intervento del Ministro, che ringrazio per la sua relazione, al quale chiederei dei chiarimenti rispetto al primo punto che ha spiegato ed illustrato. In particolare quindi rispetto al regolamento sul ripristino della natura. Ho colto la sua spiegazione in riferimento al parere negativo che ha espresso a nome del nostro Paese, collegato in particolare a dubbi – ha detto – sulla fattibilità rispetto agli obiettivi e agli obblighi di questo piano. Una fattibilità, in particolare, finanziaria. Vorrei capire meglio, visto che ha giustamente detto che ha una contrarietà a tutte le regole poco chiare, in che cosa esattamente lui nutra questi dubbi, se sono solo di ordine finanziario o altri tipi di dubbi e quali controproposte abbia avanzato, a nome del nostro Paese, per rendere effettivamente fattibili e raggiungibili questi obiettivi. Grazie.

  PATTY L'ABBATE(intervento in videoconferenza). Grazie presidente.
  Dunque io ringrazio il Ministro, prima di tutto perché è venuto qui a raccontarci quello che sta accadendo e questo è assolutamente un'ottima cosa, noi lo ringraziamo per questo.
  Volevo fare solo delle domande riguardo al Consiglio che ha adottato il mandato negoziale per avviare dei colloqui con il Parlamento europeo sulla proposta di regolamento sulle spedizioni di rifiuti. Questa iniziativa europea rischia però di impattare negativamente su Paesi che hanno adottato delle normative all'avanguardia nel settore dell'economia circolare, depotenziando peraltro gli effetti dei decreti cosiddetti «end of waste», in particolare quello sulla carta da macero per il quale, ricordiamo, l'Italia ha un primato in Europa. Quindi le chiediamo come si sta adoperando il Governo nelle competenti sedi europee e se si possa concretamente contare sull'impegno e sul supporto del Governo nel difendere in Europa il settore della carta da macero quale eccezione del nostro Paese.
  Una seconda domanda: con l'accordo del Consiglio europeo sulla Nature Restoration Law per la prima volta vengono adottate delle misure volte a preservare la natura. Gli atti della Commissione confermano che gli investimenti per il ripristino della natura apportano a un valore economico tra gli 8 e i 38 euro per ogni euro speso. A fronte di questi dati noi le chiediamo quale sarà l'orientamento del Governo nei negoziati con il Parlamento europeo sulla versione definitiva della normativa, auspicando che vengano espresse posizioni coerenti con gli impegni internazionali assunti dall'Europa in materia di clima e biodiversità.
  Per quanto riguarda invece la proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza si prevede un definanziamento delle risorse per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extra urbano. Quindi vi chiediamo quali sono le impossibilità oggettive al raggiungimento degli obiettivi della missione e come si intende rifinanziare questi progetti che sono finalizzati appunto all'attuazione di misure di ripristino della natura, come la rinaturalizzazione, il reimpianto di alberi e il rinverdimento dei contesti urbani ed extraurbani, in coerenza con gli obiettivi tracciati in sede europea.
  Sempre sul PNRR, e concludo presidente, si prevede un definanziamento integrale delle risorse – 1.287 milioni di euro – per il rischio idrogeologico. Quindi qui noi chiediamo come si intenda reperire le risorse da destinare al finanziamento dei progetti di mitigazione del rischio idrogeologico, visto quello che sta accadendo in Italia, e quali misure intenda porre in essere, nell'immediato, per dare attuazione al piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie vicepresidente. La parola per la replica al Ministro.

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Grazie presidente. Io ringrazio tutti i Pag. 9colleghi che sono intervenuti su diversi temi, che sono andati oltre a quello che era il Consiglio del 20 di giugno. In merito al Consiglio del 20 giugno mi sono permesso di fare questa considerazione: noi abbiamo e io personalmente ho partecipato a moltissimi incontri anche bilaterali sulla discussione per il ripristino, quindi non c'è stata una posizione pregiudiziale rispetto all'obiettivo, anzi c'è stata una condivisione rispetto all'obiettivo. Questo è il percorso che abbiamo tenuto, salvo arrivare in fase di dirittura d'arrivo, nella quale è stata impressa un'accelerazione da parte della Commissione europea, che ha spinto il Consiglio europeo ad assumere una decisione, perché la proposta in quella sede – da parte di un gruppo di Paesi sui quali c'era anche la condivisione di Paesi che poi hanno votato a favore – era quella di dire: rinviamo, così lo completiamo con tutta una serie di correzioni o integrazioni. Le integrazioni riguardano le aree, almeno i criteri fondamentali di individuazione delle aree, perché il dover ripristinare all'origine, non so, le aree umide è una frase che suona molto bene, ma poi se facciamo una valutazione nel merito diventa molto difficoltoso da tradurre. Forse vuol dire che dobbiamo riprendere l'area di Latina e ritrasformarla nella condizione... adesso, scusate l'esempio che può sembrare esagerato, però... Naturalmente c'è un problema da un lato di mappatura che non riguardava solo il nostro Paese, ogni Paese ha posto eccezioni nella parte di discussione. Poi l'accelerazione al voto ha portato a questa divisione, ma anche molti dei Paesi che hanno votato a favore lo hanno fatto con tante riserve. Questa è la sostanza del tutto. Ora, è chiaro che sul trilogo noi insisteremo con le nostre rappresentanze per arrivare il più possibile a dargli un contenuto che sia compatibile con quelle che sono le nostre esigenze. La fase di trilogo, come voi sapete, riguarda da un lato la rappresentanza del Parlamento con il voto del Parlamento, la Commissione col suo progetto originale e il Consiglio europeo dei Ministri che ha dato il suo orientamento.
  È chiaro che a fianco di tutto ciò ci sono una lunga serie di temi che riguardano complessivamente il fronte energetico-ambientale, che sono strettamente legati in ambito europeo. Quando diciamo energetico-ambientale diciamo che riguarda il sistema produttivo, il sistema industriale. La collega L'Abbate ha citato prima la questione dell'economia circolare. Su questo c'è un fronte, non uso il termine battaglia, ma abbiamo una posizione molto ferma e chiara perché noi siamo il Paese d'Europa che ha sviluppato il sistema più avanzato di trattamento nell'ambito dell'economia circolare per quanto riguarda i rifiuti della plastica e i rifiuti della carta. Lei citava la carta, ma questo riguarda anche la plastica. Noi siamo in una condizione di avere il doppio di percentuale di differenziata rispetto alla Germania, in una condizione dove stiamo chiedendo all'Unione europea che questa ricerca dell'uguaglianza, dell'omogeneità, non deve valere dall'alto verso il basso, ma deve valere dal basso verso l'alto. Così come è chiesto all'Italia uno sforzo su alcuni settori per avvicinarsi a modelli che possono essere ritenuti migliori, altrettanto noi lo stiamo chiedendo agli altri.
  Abbiamo inoltre un dovere, oltre al principio: il dovere è che noi abbiamo costruito sull'economia circolare una gamba importante del nostro sistema produttivo, con migliaia di imprese, con uno sviluppo importante, con il riciclo che è uno dei percorsi di sviluppo futuro. Su questo noi non possiamo rinunciare issando la bandiera del riuso, anche perché in alcuni settori, parlando della distinzione tra riciclo e riuso, noi riteniamo che con il riuso vi sia un danno anche sul fronte della salute. In particolare sul sistema alimentare e sul sistema farmaceutico noi crediamo che il riuso assolutamente non sia da accogliere. Sul sistema alimentare significa anche un brand di un Paese che fa del food uno dei veicoli fondamentali del proprio sistema agricolo. Questo è il dato sul fronte dei rifiuti.
  Stessa valutazione rispetto alla carta da macero. Preciso una cosa, addirittura ci viene contestata una parte della carta da macero delle confezioni, dei bicchieri, che ha una micro quantità di materia sintetica, comunque biodegradabile, che comunque Pag. 10viene contestata. Quindi ci troviamo davanti ad alcune situazioni che sono estremamente ideologizzate e questo non è l'approccio corretto da parte nostra.
  Con riguardo al PNRR, per il Dicastero che il premier Meloni mi ha affidato, ci sono tre sostanziali spostamenti. Uno è relativo ad un miliardo su Taranto, l'Ilva, dove io per primo ho chiesto lo spostamento sul Fondo di sviluppo e coesione perché – lo dico sinceramente – non c'è la certezza di riuscire a spendere tutto, in una realtà complicata, entro il 30 giugno 2026. C'è comunque l'impegno a farlo, anzi c'è lo stimolo a farlo, c'è lo sprone, vogliamo spronare proprio la realtà di Taranto a raggiungere l'obiettivo. Quindi quello è garantito, si tratta di appostare sui Fondi di sviluppo e coesione il miliardo perché, essendo un'operazione sull'idrogeno particolarmente complicata e rilevante, è giusto anche avere determinate certezze.
  Il secondo è il miliardo e 200 milioni che riguarda essenzialmente fognature e così via. Io vorrei far presente che noi abbiamo già fatto il bando, i fondi sono già stati autorizzati ai comuni. Abbiamo migliaia di soggetti che stanno partendo, alcuni già col progetto, alcuni con le procedure. Quindi non è un definanziamento, come dire «non si fa più l'opera, cancellate i progetti». No assolutamente. Si tratta di uno spostamento che deve andare di pari passo con la copertura del bilancio dello Stato. Bilancio dello Stato che sarà FSC o in sede di legge di bilancio naturalmente, valuteremo come muoverci. Vorrei ricordare che in questo momento non è definito il PNRR. Il PNRR verrà definito quando si arriverà al nuovo PNRR. Pertanto ho visto negli organi dalla stampa stamattina dire: «ma non c'è l'altro fondo». Non c'è nemmeno il nuovo PNRR se la mettiamo così. Siamo in una fase di discussione dove il Governo ha chiuso una proposta, su questo il Ministro Fitto andrà in Unione europea, verrà definito tutto man mano e verrà siglato il tutto. Nel contempo ci saranno le condizioni di copertura delle opere comunque avviate.
  La partita dei 110 milioni ha un difetto d'origine: si tratta di una partita che riguardava le città metropolitane, le grandi città. In realtà c'era un vincolo di cinquanta ettari, di blocchi da 50 ettari per città. In questo caso si è verificata una situazione del «cavallo non beve», nel senso che mentre a Roma è molto facile probabilmente trovare 50 ettari (anche se i 50 ettari liberi dovrei disboscarli prima di rimboschirli) a Milano è praticamente impossibile, perché non ci sono gli spazi fisici. Quindi con una valutazione degli uffici c'è un impegno, in questo caso, a spostarli su interventi di rimboschimento, che vanno nella programmazione ordinaria, proprio per evitare di trovarsi a spingere un qualcosa che non aveva condizioni di utilizzo.
  Questo è il quadro complessivo rispetto al PNRR. Per quanto riguarda tutte le altre azioni a livello europeo, e chiudo, mi fermo sulla questione del biocarburante e sulla questione elettrico 2035. Chi vi parla è convinto che uno dei veicoli fondamentali sia l'elettrico perché tutti gli indicatori ci danno un forte sviluppo dell'elettrico. Ma non esclusivamente; se il tema è l'emissione noi dobbiamo concentrarci sulle emissioni, non sullo strumento. C'è ormai la convinzione di avere anche tutta una serie di opportunità con motori endotermici utilizzando e-fuel o per noi biofuel, perché siamo produttori di biofuel.
  Ecco, mi sia permesso precisare anche questo. Sostenere il biofuel, che ormai è stato inserito nel documento dei G7 e del G20, quindi nella tassonomia G7-G20, significa difendere l'interesse nazionale, perché siamo noi i produttori del biocarburante. Naturalmente sempre con il fatto che vi sia una neutralità tra quella che è la captazione e quella che è l'emissione. Questo è il percorso rispetto a quella che è la parte di veicoli.
  Stesso ragionamento per quanto riguarda le case green. Il ragionamento è sostanzialmente questo, noi abbiamo un patrimonio particolare – la faccio brevissima – abbiamo 31 milioni di fabbricati, ne abbiamo 21 oltre la classe D. In questo momento come Ministero è partito un tavolo tecnico-operativo della struttura interna con consulenti, con la partecipazione di università che ha come obiettivo la verificaPag. 11 della nostra classe energetica. Le nostre classi energetiche non erano un'esercitazione accademica, erano qualcosa di molto serio, ma erano troppo ambiziose o poco ambiziose, la metto così. Erano calibrate giustamente tra lo Stelvio e Mazara del Vallo? Perché ricordiamo allo Stelvio la stufa l'accendo undici mesi all'anno a Mazara del Vallo probabilmente l'accendo un mese all'anno.
  Quindi per quanto riguarda le emissioni c'è una differenza colossale. Il nostro è un Paese lungo. Quindi va fatta una verifica puntuale sui fabbricati che abbiamo e un cronoprogramma di quella che è l'azione. Noi non mettiamo in dubbio che il nostro obiettivo deve essere quello della decarbonizzazione, dell'abbassare il livello di emissioni, ma con un cronoprogramma serio, nostro. Poi vediamo come è rispetto al 2033. Prima dobbiamo mettere i piedi per terra, essere realistici, poi naturalmente la valutazione verrà fatta da parte del Governo e della maggioranza.
  Stiamo facendo il piano sul dissesto, naturalmente è legato al piano di adattamento al cambiamento climatico, altre 361 azioni, se mi date le prossime tre ore posso aggiungere anche questo.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Io non vorrei approfittare troppo perché siamo anche vicino all'inizio dei lavori in Assemblea, però la collega Scarpa credo che volesse fare un intervento. Di solito dopo la replica del Ministro non interveniamo, però diamo massima disponibilità.

  RACHELE SCARPA(intervento in videoconferenza). Buongiorno.
  In realtà volevo, a questo punto, sottolineare alcuni punti che noi riteniamo fondamentali per la transizione ecologica e su cui ci auguriamo che il Ministro – che ringrazio per la sua presenza qui oggi – possa venire a darci ulteriori delucidazioni, perché credo che non siano stati trattati con sufficiente chiarezza. Oltre al Piano nazionale energia e clima e al Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che giustamente venivano citati prima, vorremmo al più presto sapere qual è lo stato dei lavori sul decreto sulle aree idonee a ospitare le rinnovabili e sui decreti attuativi per le comunità energetiche, oltre che sullo sblocco e sulla pubblicazione del decreto FER2 per l'incentivazione delle rinnovabili innovative.
  Questi sono punti che per noi dell'opposizione, del Partito Democratico, sono cruciali per dire che stiamo affrontando con completezza il percorso di transizione ecologica.
  Rendendomi conto che ora non ci sono i tempi, chiederei al Ministro, nelle prossime occasioni, di portarci qualche notizia in più su questi temi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie collega Scarpa. Ministro vuole aggiungere qualche cosa?

  GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il mio rispetto per il Parlamento è tale che in qualsiasi momento vogliano io sono a disposizione. Quindi sono assolutamente pronto a rispondere su tutti i temi. Io non ho citato, in questo caso, tutto il fronte energetico, ma credo che sia noto che considero il percorso energetico come la parte fondamentale per dare soluzione alla parte ambientale, la principale.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Grazie a tutti i colleghi. Rinnovo naturalmente i ringraziamenti al Ministro da parte nostra, di tutti i colleghi presenti e dei colleghi collegati. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.