XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

Resoconto stenografico



Seduta n. 92 di Martedì 28 giugno 2022

INDICE

Comunicazioni:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 

Audizione del professor Raffaele Lener, consulente della Commissione, in materia di sofferenze bancarie:
Ruocco Carla , Presidente ... 3 
Lener Raffaele  ... 3 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
De Bertoldi Andrea  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 9 
D'Ettore Felice Maurizio (Misto-VI-ICT)  ... 9 
Ruocco Carla , Presidente ... 10 
Castiello Francesco  ... 10 
Ruocco Carla , Presidente ... 11 
Lannutti Elio  ... 11 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Laus Mauro Antonio Donato  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 12 
Buccarella Maurizio  ... 12 
Ruocco Carla , Presidente ... 13 
Buratti Umberto (PD)  ... 13 
Ruocco Carla , Presidente ... 14 
Lener Raffaele  ... 14 
Ruocco Carla , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CARLA RUOCCO

  La seduta comincia alle 13.10.

Comunicazioni.

  PRESIDENTE. Ricordo che il «foglio firme» è a disposizione dei commissari sul tavolino davanti al banco della Presidenza.
  Con riferimento all'odierna audizione, comunico che il professor Raffaele Lener ha presentato una relazione scritta in regime libero. La relazione è oggi in distribuzione ed è comunque stata già trasmessa per email ai commissari.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del professor Raffaele Lener, consulente della Commissione, in materia di sofferenze bancarie.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del professor Raffaele Lener, consulente della Commissione, in materia di sofferenze bancarie.
  Nel mese di luglio 2021, l'Ufficio di presidenza ha deliberato di istituire un apposito Gruppo di lavoro, coordinato dal professor Raffaele Lener, per definire apposite proposte di interventi legislativi per il settore degli NPL/UTP, partendo dall'analisi di due disegni di legge recanti «Disposizioni per la gestione dei crediti in sofferenza garantiti da ipoteche o contratti di locazione finanziaria relativi a immobili» (AC 3109) e «Disposizioni per la definizione transattiva dei crediti bancari in sofferenza» (AC 3110).
  È oggi presente il professor Raffale Lener, consulente della Commissione, accompagnato dal suo assistente, dottor Antonio Di Ciommo.
  Cedo quindi la parola al prof. Lener, per riferire sulla materia oggetto dell'audizione.

  RAFFAELE LENER. Grazie, presidente, di avermi chiesto questa forma di collaborazione interessante e per me anche fonte di un'esperienza professionalmente arricchente. Entrando nel merito del tema, che è indubbiamente molto tecnico, come ricordava la presidente, si parte da una proposta di legge, che poi chiamerò semplicemente proposta, l'atto Camera n. 3109, che ha seguito un suo iter, perché l'intervento in esame era inizialmente formulato sulla fine del 2020 dai relatori e si voleva – e si vuole – introdurre un nuovo mezzo per porre rimedio alla crescita dei crediti deteriorati, fenomeno che in quella fase, ma ancora oggi, riguardava un numero cospicuo di imprese, di famiglie, certamente provocato o comunque enfatizzato dalla crisi economica generata dalla pandemia. Per certi versi si potrebbe dire che l'emergenza sanitaria se non è cessata sicuramente si è ridotta, ma lo strumento di cui parliamo non ha per niente perso la propria rilevanza. Infatti, basta pensare alle nuove incertezze sull'andamento dell'economia globale causata dalla guerra in Ucraina, dalle sue conseguenze, quindi aumento dei costi dell'energia, spinte inflazionistiche e di nuovo è evidente la necessità di trovare soluzioni per gestire la significativa mole di crediti deteriorati o comunquePag. 4 di crediti classificati come inadempienze probabili.
  Quindi senz'altro ci troviamo dinanzi a una situazione di emergenza non ridotta rispetto a quando questo provvedimento era stato inizialmente pensato e anzi, a quanto si vede, destinato a crescere, come evidenziato da alcuni dati che ha fornito qui la Ernst & Young in una precedente audizione, spiegando l'ammontare delle esposizioni deteriorate ed evidenziando una abbastanza impressionante ipotesi di progressione. In questo contesto meritano particolare attenzione quei crediti che vengono classificati come stage 2, che sono aumentati del 70 per cento negli ultimi anni e la durata media delle aste immobiliari che oggi è di circa 6 anni con ribassi medi sul prezzo dei lotti in asta significativa perché è di circa il 30 per cento.
  L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di dovere riesaminare il contenuto iniziale della proposta alla luce di alcune criticità che erano state evidenziate dagli operatori del settore, quindi, come ricordava la Presidente, ha creato questo gruppo di lavoro che mi è stato chiesto di coordinare con l'aiuto fondamentale del capo della segreteria tecnica presso l'Ufficio di presidenza, il dottor Marcelli. Il gruppo di lavoro ha inteso procedere mantenendo una prospettiva storica, cioè non cambiandolo radicalmente, ma mantenendo quel testo e lavorando su quel testo, che aveva portato alla prima elaborazione della proposta, però modificando il testo per correggere alcune frizioni con il sistema normativo in vigore. Di fatto lo scopo è stato quello di aggiungere un nuovo strumento di intervento ad altri che l'ordinamento già conosce, quindi non creando una cosa che non c'era. In questi termini effettivamente uno strumento che non era presente nell'ordinamento, però non possiamo ignorare che ne esistono altri di recupero e trattamento delle esposizioni deteriorate e l'obiettivo è quello indicato, cioè mantenere un equilibrio tra interessi delle parti potenzialmente coinvolte. Il gruppo di lavoro ha funzionato molto bene, solo elencare chi c'era già porterebbe moltissimo tempo, però è giusto farlo se non altro per ringraziarli, almeno da parte mia, perché hanno capito lo spirito della proposta e hanno lavorato con dei suggerimenti tecnici comunque non sempre consueti, perché spesso questo tipo di proposte cadono in una situazione stagnante, ma l'impegno che hanno dato queste banche e questi operatori, Unicredit, Tesa, AMCO (Asset management Company), Popolare Emilia Romagna, la BCC (Banca di Credito Cooperativo) di Roma, Cassa Depositi e Prestiti, Monte dei Paschi, Banco BPM (Banca popolare di Milano) , Iccrea, Banca IFIS (Istituto di finanziamento e sconto) e poi anche università Cattolica, Prelios, SGR (Società di gestione del risparmio), Intrum, Deutsche Bank, IBL (Istituto bancario del lavoro), DoValue, Banca Guber, Rev gestione crediti, Gardant e anche dei consulenti, come lo Studio legale CBA e TP Consulting. Ci tengo a menzionarli perché si tratta di soggetti tecnicamente molto importanti e il cui contributo è stato veramente rilevante. C'è anche un'altra proposta di legge che è quella Atto Camera n. 3110, che pure questo gruppo ha esaminato. Su quello erano emerse maggiori criticità per l'eccessiva ampiezza delle tipologie di credito considerate per una fase procedurale un po' complicata per gli oneri fiscali connessi alla transazione. In generale, per il rischio che lo strumento si potesse prestare a comportamenti opportunistici da parte dei debitori, poiché facevamo un lavoro tecnico, si è pensato di accantonare quello e di concentrarsi sull'altra proposta.
  La proposta introduce un meccanismo nuovo per soluzione e trattamento delle esposizioni che il sistema creditizio classifica come deteriorate, che vuol dire inadempienze probabili, che siano dotate di garanzia ipotecaria oppure siano contratte all'interno di più complesse operazione di leasing. In particolare, l'idea è di introdurre un'operazione trilaterale per l'estinzione completa dell'esposizione debitoria del cliente, che abbia un valore non superiore a 500 mila euro per le persone fisiche o 5 milioni per le persone giuridiche. L'operazione è, per usare un termine tecnico che il mercato usa, rent to buy immobiliare, che è realizzato da tre parti: c'è un intermediarioPag. 5 creditore, banca ma non necessariamente banca, però normalmente è una banca; il debitore; il terzo soggetto, che qui ha un ruolo molto importante, che è un organismo di investimento collettivo del risparmio, una sorta di terzo acquirente. Con questa operazione l'organismo di investimento collettivo acquista dal proprietario, cioè il debitore della banca, l'immobile che è posto a garanzia del credito deteriorato. L'acquisto, come vedremo, ha un effetto importantissimo perché in strumenti analoghi questo non è detto. Spesso la liberazione del debitore/cliente è parziale, invece qui l'acquisto da parte del fondo libera integralmente il debitore dalla propria esposizione verso la banca creditrice. Il debitore ha la possibilità, poi, di ottenere in locazione lo stesso immobile dal fondo acquirente per un periodo significativo, 10 anni, e un canone in qualche misura calmierato, perché non deve essere superiore al 5 per cento del prezzo di acquisto. Avrà anche un'opzione di riacquisto come vedremo tra un attimo.
  Secondo le analisi condotte anche dall'Ufficio di presidenza si pensa che il canone di locazione concesso dal fondo acquirente all'ex debitore, secondo le indicazioni della proposta dovrebbe essere mediamente pari alla metà del canone di locazione praticato sul mercato per immobili simili e a un quarto circa dell'importo della rata del mutuo classificato a sofferenza, per cui economicamente è una operazione vantaggiosa. Il mezzo è totalmente volontario, nessuno costringe la banca a farne uso, nessuno costringe il fondo a comprare l'immobile, nessuno costringe il cliente a ricorrere a questo strumento. Nei fatti è l'intermediario creditore a valutare di quale strumento avvalersi, però il cliente intanto aderisce in quanto riterrà l'operazione per lui conveniente.
  Nell'operazione così delineata il ruolo centrale lo assume il terzo acquirente che sarebbe questo organismo di investimento collettivo del risparmio. Dal punto di vista tecnico, è un organismo di investimento collettivo del risparmio di tipo chiuso, e non un fondo aperto, che è appositamente costituito per operazioni di questo genere. Tecnicamente si tratta di un fondo comune di investimento alternativo, cosiddetto FIA, con limiti molto flessibili nella scelta degli investimenti di tipo chiuso, come dicevo, di tipo anche riservato, cioè a cui possono partecipare solo investitori professionali e di tipo immobiliare, perché comunque l'operazione è un'operazione sull'immobile. Le quote del FIA di questo fondo teoricamente potrebbero essere negoziate sul mercato regolamentato se il mercato parte, chiaramente riservato a investitori istituzionali, professionali, come potrebbe essere il MIV (Mercato telematico degli investment vehicles) di Borsa italiana nel suo segmento professionale. Questo fondo ha l'iniziativa ed è quello che dà origine all'operazione. Quindi c'è una sollecitazione che perviene dal creditore, banca o altro intermediario, il FIA propone a quel punto al debitore di acquistare l'immobile, che questi aveva inizialmente costituito a garanzia del credito, versando al creditore una somma che viene pattuita come prezzo dell'immobile. Ma questo comporta subito l'estinzione del credito che l'immobile garantisce e quindi il debitore cessa di essere debitore ed è interamente liberato. La sollecitazione può arrivare anche dal debitore, a questo punto il FIA propone al creditore la somma massima che è disposto a pagare per l'immobile: quindi l'iniziativa può venire da una parte o dall'altra. È più naturale che venga dalla banca ma può venire benissimo anche dal debitore della banca. Il FIA, nei fatti, deve raggiungere con il creditore un'intesa preliminare sul prezzo di vendita dell'immobile per identificare così la somma utile per la soddisfazione dell'esposizione deteriorata o in corso di deterioramento. In questa maniera FIA e intermediario creditore determinano la somma che viene pattuita come prezzo di vendita in occasione del successivo acquisto immobiliare.
  Noto che pure essendo queste norme concepite in un'epoca certamente precedente, vi è una caratteristica in questa proposta che tratta norme di fatto conformi, possiamo dire quasi ispirate, dal procedimento di vendita su iniziativa del debitore che dovrebbe essere introdotto nel nostro ordinamento in attuazione della legge Pag. 6n. 206 del 2021 di delega al Governo per la riforma del processo civile sugli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. In realtà si inserisce anche lì tecnicamente in una posizione secondo me molto interessante.
  Quanto al prezzo di cui parlavamo e che è stato oggetto di grandi discussioni all'interno di questo gruppo di lavoro, il FIA non acquista liberamente l'immobile: abbiamo detto che il prezzo che si paga diventa fondamentale perché è quello che consente alla banca o comunque all'impresa, all'intermediario creditore di soddisfarsi e al debitore di estinguere integralmente il proprio debito. Questo prezzo ha dei limiti che fissa la proposta, cioè non può superare nessuno, o comunque non può superare uno dei quattro parametri che vengono previsti, cioè il valore contabile netto del credito a bilancio, il prezzo di cessione del credito, il valore che può costituire la possibile base d'asta in base alla perizia di stima, poi il valore indicato dal CTU (Consulente tecnico d'ufficio) che viene prodotta nell'ambito del procedimento esecutivo. Si trova, utilizzando questi parametri che calmierano il prezzo, un'intesa tra intermediario e fondo, e a questo punto il fondo stipula con il debitore la compravendita del bene immobile ipotecato, anche se non paga direttamente al debitore, perché siccome lo scopo di questa struttura è liberare il debitore, a quel punto paga direttamente la banca, comunque l'intermediario creditore, ottenendo l'estinzione delle obbligazioni di pagamento che aveva il debitore della banca. Con il compimento di questa operazione il FIA si obbliga con il debitore a versare al creditore il prezzo dell'immobile che è stato pattuito, questo estingue integralmente le obbligazioni che il creditore ha contratto e garantito con l'immobile. Va notato che il FIA può accedere ai benefici di questa proposta non per tutte le posizioni ma con questo limite di 500 mila euro o 5 milioni a seconda se il cliente sia persona fisica o giuridica.
  Completato questo acquisto il FIA e il debitore hanno la possibilità anche di determinare la sorte dell'immobile oggetto dell'operazione inizialmente compravenduto: il debitore, che a questo punto è da qualificare ex debitore, perché è completamente liberato e quindi si libera anche la posizione quanto al suo merito creditizio, non è più un soggetto segnalato come inadempiente, ha pagato ed è libero, si vede anche attribuito un diritto a concludere con il FIA un contratto di locazione, come accennavo prima, dell'immobile ceduto. Questo non è necessario, se non c'è interesse da parte del debitore a tenersi l'immobile non lo fa, in questo modo comunque si libera. In realtà, anche fare questo con la locazione deve rispettare dei limiti precisi che la proposta indica e che prima avevo accennato, non può essere un contratto di durata inferiore a 10 anni e il canone non deve essere superiore al 5 per cento del prezzo di acquisto. Comunque sono delle condizioni molto convenienti per il debitore che facendo la prima parte dell'operazione ha estinto il suo debito, facendo anche la seconda parte lo riottiene in locazione a condizioni vantaggiose. Addirittura c'è un ulteriore possibilità – solo il tempo, il mercato ci dirà se è interessante realmente – e cioè il creditore che ha deciso di concludere il contratto di locazione può anche riservarsi il diritto di riacquistare l'immobile in qualsiasi momento versando come corrispettivo il prezzo inizialmente pattuito maggiorato del 10 per cento. Nel testo scritto, vado sul dettaglio di come qualificare giuridicamente questo sistema, può essere un unico contratto di transazione in cui le parti regolano la sorte del credito deteriorato, la compravendita dell'immobile, l'eventuale rapporto di locazione e questa opzione di riacquisto a favore del debitore. Oppure potrebbe essere un contratto di transazione più semplice che comprende semplicemente un contratto preliminare nel quale le parti si limitano a programmare i contratti attuativi successivi.
  In maggior dettaglio su questo non vado, dico qualcosa sulle norme di coordinamento e incentivazione fiscale che pure sono state oggetto di ampia discussione all'interno di questo gruppo di lavoro, perché la proposta vuole da un lato semplificare la gestione dei particolari aspetti fiscaliPag. 7 e contabili dell'operazione, ma dall'altro anche dare un incentivo ad avvalersi del nuovo strumento. La duplice intenzione è da un lato rendere più efficiente il mercato dei crediti deteriorati o comunque delle inadempienze probabili, offrendo agli intermediari un ulteriore strumento – non è uno strumento unico, ce ne sono già – volontario per la loro gestione; dall'altro di consentire al debitore di adempiere ai propri debiti con forme e modi che sembrano francamente, rispetto agli strumenti conosciuti, maggiormente rispondenti alla situazione patrimoniale del debitore che è mutata in ragione della crisi che stiamo ancora vivendo. Un primo gruppo di incentivi ha la volontà di semplificare la gestione di oneri e adempimenti dell'operazione, quindi norme che esonerano gli accordi dalle imposte di bollo, di registro, dalle imposte ipocatastali sulla cancellazione dell'ipoteca e la previsione di un regime sostitutivo per eventuali sopravvenienze attive rilevate dal debitore nel proprio bilancio.
  Un incentivo fiscale vero e proprio è contenuto nell'articolo 4 della norma della proposta dove si attribuisce all'intermediario un credito di imposta che è pari al totale delle perdite sul credito estinto con l'operazione che viene suddiviso nei cinque anni fiscali successivi. Questo è sembrato uno strumento se non necessario sicuramente molto opportuno per lanciare lo strumento incentivando l'intermediario ad accettare la chiusura della posizione, l'estinzione totale del debito anche percependo meno del suo credito iniziale e garantito dall'immobile.
  La proposta non regola, è importante sottolinearlo, una vera e propria attività di recupero in senso stretto di un credito deteriorato. Non è quello lo scopo: sì, il recupero del credito è reso più efficiente a vantaggio di tutti, però l'obiettivo è di trasformare un rapporto contrattuale che è fonte di questo debito. Poi, nel testo se si tratta di una particolare forma di patto marciano, in termini tecnici, direi tendenzialmente simile ma non uguale per una serie di considerazioni che qui tralascio. La vera azione proposta ha una funzione economica e quindi è caratterizzata da una causa che è diversa da quella tipica del patto marciano, è certamente funzionale a un'attività di recupero di un credito, però realizza un rapporto più complesso, non porta semplicemente all'estinzione del credito, ma crea un rapporto nuovo e incompatibile con quello precedente. L'operazione agevola il debitore nella liquidazione del bene per estinguere la propria obbligazione e in breve tempo ottiene miglioramento della propria valutazione di merito creditizio che è compromessa dalla precedente classificazione dell'esposizione come deteriorata. Migliorando la reputazione creditizia del debitore, senza voler fare un discorso troppo nobile, si abbassano significativamente anche le probabilità che questi venga attratto in un circuito usurario oppure in fenomeni di economia sommersa nei quali il debitore spesso si deve avventurare perdendo l'immobile ipotecato senza avere estinto la sua posizione debitoria. Restando un soggetto debitore, perciò senza merito di credito, e avendo bisogno di soldi è costretto a ricorrere a un sistema alternativo che spesso è il più opaco e meno pulito.
  Il punto che si è anche discusso è questo: capiamo i vantaggi per la banca o l'intermediario creditore, si capiscono i vantaggi per il debitore, ma questo FIA che si mette in mezzo e che ha un ruolo fondamentale che fa? È vero che agevola il recupero del credito e garantisce al debitore di mantenere la disponibilità dei propri beni, anche attraverso lo strumento dell'allocazione di cui vi ho detto, ma sta comunque investendo nell'immobile che costituiva la garanzia dei precedenti crediti e potrebbe anche instaurare questo nuovo rapporto di locazione. Il contratto di locazione qui è concepito come uno strumento che certamente va a vantaggio del debitore, gli consente di continuare a servirsi del suo bene ipotecato per le finalità per cui se ne serviva, che possono essere finalità imprenditoriali, ma potrebbe essere semplicemente la casa di abitazione. Il fatto che ci sia questo contratto di locazione dovrebbe, almeno nell'idea di chi ci ha lavorato, consentire al fondo di realizzare in tempi ragionevolmente brevi rendimenti adeguati Pag. 8sull'investimento effettuato con l'operazione di acquisto, perché le operazioni sono tra loro connesse: acquisto, pagamento alla banca creditrice, estinzione del debito e quindi liberazione totale del debitore che riacquista la propria verginità dal punto di vista del merito creditizio. Al tempo stesso un fondo che comunque non lavora con finalità pubblicistiche; se poi si creasse uno strumento pubblico per la gestione di queste creazioni, questo potrebbe anche non perseguire finalità di lucro, ma allo stato attuale non è credibile, quindi avremmo ipotizzato qualcosa che poi in natura non funziona. Il FIA paga l'immobile a un prezzo conveniente e rilocandolo, seppure con un canone di locazione calmierato, tiene un flusso di cassa che ci sembra possa essere interessante e tale da permettere al fondo di vivere e di svolgere la propria attività, che è un'attività speculativa, cioè il fondo comunque ci deve guadagnare.
  La proposta ha anche, visto che oggi se ne parla tanto, una finalità solidaristica, si ispira a principi quanto a finalità sociali che richiamano questa ben nota sigla di investimenti ESG (Environmental, social e governance). Innanzitutto indice della finalità solidaristica è la fiscalità di scopo che è prevista al fine di incentivare economicamente gli intermediari ad avvalersi delle norme della proposta e a evitare che dall'operazione gli intermediari possano subire perdite più gravi di quelle che dovrebbero o potrebbero subire avvalendosi degli strumenti di recupero attualmente noti. In questo senso c'è uno strumento di recupero, in realtà di liquidazione, prima di recupero, che si aggiunge a quelli esistenti e permette all'intermediario di avvalersene senza dovere sopportare eccessivi sacrifici economici. Si aggiunge quindi questo strumento alle operazioni di cartolarizzazione, alle cessioni di portafogli, a più semplici incarichi di recupero che sono caratterizzati da costi più contenuti, ma non sempre tutti permettono di adottare soluzioni negoziate con la prospettiva di un recupero maggiormente dilazionato nel tempo. Si aggiunge questo strumento agli altri già esistenti e potrebbe con ciò, almeno da un punto di vista teorico, anche ridurre il rischio che siano escusse le GACS (garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze) precedentemente rilasciate dall'apposito fondo di garanzia che è istituito presso il Ministero dell'economia. Dal lato del debitore poi, questo va sottolineato fortemente, le norme manifestano in modo ancora più marcato questo carattere solidaristico, perché la struttura dell'operazione in sé trasforma un mero rapporto di credito in un più complesso rapporto di locazione nei modi che ho detto. Nei fatti l'operazione impedisce al debitore di perdere subito la disponibilità dei propri beni immobili, naturalmente se e quanto ne abbia interesse e ne faccia perciò richiesta. Se non ha interesse non lo faremo, però ci aspettiamo che questo avvenga, agevolando per il debitore un rapido ritorno in bonis nei confronti del sistema bancario. A questa evidenza si aggiungono i particolari vincoli che la proposta impone al prezzo di vendita dell'immobile, alla durata della locazione e alla determinazione del prezzo di riacquisto dove ci sia il riscatto.
  Con riferimento a quest'ultimo aspetto, la proposta forse fa emergere una natura del FIA ancora più conforme ai nuovi principi ESG. Il FIA, come si è detto, potrà allocare l'immobile al debitore a canone vincolato e parametrato al prezzo di acquisto che si stima sia comunque più vantaggioso dei canoni normalmente applicati sul mercato. Questo sembra manifestare una particolare sostenibilità dell'investimento del FIA quanto ai suoi effetti e alle ricadute sociali. Chiudendo, mi sentirei di dire che le norme contenute nella proposta offrono agli operatori del settore uno strumento indubbiamente nuovo, poi il mercato mostrerà se apprezzarlo o meno. Lo strumento non è l'unico, ce ne sono altri con cui concorrerà, però sicuramente è nuovo per il recupero di queste esposizioni deteriorate e per la riabilitazione finanziaria del debitore, consentendo al debitore un rinnovato accesso al credito. Si può perciò dire che le norme della proposta, affinate e molto migliorate dal punto di vista tecnico grazie alle osservazioni pervenute dal gruppo di lavoro che, ripeto, ha funzionato molto bene, sono caratterizzate Pag. 9da una particolare attenzione alla libertà negoziale delle parti, tendono a salvaguardare in modo nuovo e auspicabilmente più efficiente le ragioni del creditore, ma conciliandole con la concreta situazione patrimoniale del debitore, ponendosi l'obbligo di valorizzare al meglio gli immobili inizialmente offerti in garanzia, che nel sistema attuale rischiano di perdere valore senza vantaggio per nessuno, certo non per il debitore, ma neanche per il creditore.
  In ogni caso, gli operatori potranno giovarsi di queste nuove misure solo dopo che da un lato l'Agenzia delle entrate, dall'altro la Banca d'Italia abbiano esercitato le deleghe regolamentari previste. Infatti per essere concretamente applicate queste norme necessitano che le autorità provvedano all'emanazione di una normativa secondaria, da un lato attuativa degli incentivi fiscali e dall'altro di coordinamento con la disciplina regolamentare ordinaria in materia di fondi comuni e gestione collettiva del risparmio. Si prevede che queste deleghe possano essere esercitate entro 120 giorni dall'entrata in vigore, termine ragionevole per concludere in modo sensato l'iter di attuazione di questo nuovo strumento. Mi fermerei qua e vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie professore per l'esposizione molto chiara. Prego, collega De Bertoldi.

  ANDREA DE BERTOLDI. Due brevissime considerazioni da una prima lettura del testo. Se ho ben capito il debitore ceduto avrebbe la possibilità di locare il bene, l'appartamento, il capannone, insomma il bene immobile. Non mi pare di avere visto un diritto di poterlo invece riscattare, perché l'ho visto per il creditore. No c'è anche per il debitore. Questo era un aspetto che ci tenevo a chiarire.
  L'altro punto è il 5 per cento individuato come limite massimo del canone. Forse potrebbe anche essere rivisto al ribasso perché nel mercato immobiliare attualmente è raro che si arrivi ad una resa del 5 per cento, al di là di quelle che sono le pretese del fisco per le società di comodo che si aggirano dal 4 al 6 per cento. Magari questo importo potrebbe essere rivisto al ribasso. Un altro punto è dove viene previsto nella proposta un credito di imposta per il creditore pari alla perdita subita in rapporto al prezzo di vendita. Qui si pone subito un problema di copertura. Bisognerebbe capire quanto potrà essere impattante sul tema della copertura una norma di questo genere. Sicuramente avrà un peso e peraltro un peso non facilmente stimabile perché noi non sappiamo quanto potrebbe essere in primis l'ammontare delle operazioni che ci rientrano e poi il gap tra il valore lordo e il valore netto. Questi sono, secondo me, dei passaggi che sarà opportuno approfondire. Mi limito nel concludere a ricordare che anche in Senato ci sono delle proposte nel merito e quindi potrebbe essere interessante vedere tutte le proposte Camera e Senato sul tema in una griglia di confronto per poter al meglio valutare i pro e i contro di ogni strumento che dovrebbe perseguire l'interesse unico del cittadino e del sistema.

  PRESIDENTE. Collega D'Ettore, prego.

  FELICE MAURIZIO D'ETTORE. Ringrazio il professor Lener per il lavoro svolto nel gruppo di lavoro. Credo che questa proposta vada incontro soprattutto al lavoro che noi dovevamo svolgere, quel famoso lavoro che nell'Ufficio di presidenza chiamavamo la parte costruttiva, quella che dovevamo eseguire anche in base alla legge istitutiva della Commissione. Quindi siamo in questa fase e questa proposta io ho avuto modo di vederla via, via in quanto il dottor Marcelli mi ha inviato i vari passaggi. Credo che abbia soprattutto due punti focali. C'è la parte più tecnica dove il professore Lener fa un riferimento specifico alla funzione economica, poi sociale, solidaristica, con questo rapporto che è del tutto nuovo rispetto agli strumenti finora previsti, che apparentemente ha una natura semplice di recupero e liquidazione, ma che in realtà ha una funzione più ampia e consente nel tempo di sanare situazioni che sono ormai oggettivamente presenti sul mercato e non risolvibili con gli strumenti che abbiamo, in particolare con strumenti giudici che non Pag. 10riescono a centrare il tema dell'operazione economica sottesa a questo tipo di soluzione. In questa operazione c'è un vantaggio sul piano fiscale che può essere acquisito nel tempo, anche come gettito per lo Stato. Ovviamente sulla base di una previsione che deve fare il Ministero, ma è stato previsto che questo non sia solo uno sconto, una provvidenza con il credito di imposta: è la soluzione così come è articolata che porta a un ulteriore gettito. A questo proposito è importante che l'operazione può anche essere costruita su una programmazione temporale, cioè il programma negoziale può essere nel tempo determinato. Qui si parla di contratto preliminare, che potrebbe, una delle ipotesi, comportare una programmazione nel tempo. Ciò che vuol dire? Che consente alle parti e soprattutto al debitore di avere un percorso predefinito che già è vincolante, già determina sulla base della libertà negoziale delle parti, una valutazione in concreto della singola operazione, cioè non di tutte le operazioni nel complesso. Qual è il problema degli strumenti che conoscevamo finora? La rigidità della tipizzazione dello strumento. Qui invece è rimessa all'autonomia delle parti, alla libertà negoziale, alla programmazione del rapporto. Qui c'è anche la novità, la possibilità della locazione, di consentire e di verificare la condizione del soggetto debitore, famiglia, impresa e costruire nel tempo una soluzione. Questa programmazione che già determina tra le parti un rapporto che consente al soggetto, in particolare all'imprenditore medio piccolo, di uscire dal capestro della valutazione del merito creditizio che è la condizione peggiore che in questo momento sappiamo tutti noi ci viene segnalata.
  Questo strumento è particolare per la funzione che è sia economica, sia sociale e anche di natura solidaristica. Questa è una considerazione mia. La libertà negoziale, l'autonomia delle parti possono raggiungere effetti di natura solidaristica, possono raggiungere interessi di carattere generale, consentendo ai privati di muovere nella relazione tra le parti l'operazione individuandola nel contesto migliore ai fini degli effetti, perché gli effetti possono essere variegati, come è detto nella relazione. Fermo restando una tipologia essenziale del rapporto. Questa è l'importanza dello strumento, che è agile e consente anche questo. Secondo me c'è bisogno di questo strumento, come Commissione abbiamo più volte visto che questi strumenti ci sono e non sono efficaci. Qui si consente di lasciare uno spazio sulla base di vincoli predeterminati per permettere al debitore di avere una prospettiva in una programmazione che si può modulare.
  Come diceva giustamente il professore Lener, la particolarità non è il patto marciano sic et simpliciter. È qualcosa di diverso, sembra avere quella prospettiva, ma in realtà si rende attuale in un contesto anch'esso nuovo che è quello di difficoltà finanziaria, che è del tutto diverso da quello che conoscevamo, anche per la rapidità delle situazioni di crisi. Oggi con la pandemia e con gli effetti che abbiamo avuto si è ristretto il tempo di crisi, è stato più rapido il tracollo, proprio per questo c'è bisogno di strumenti più agili per fare fronte a una situazione che rischia in breve tempo di mandare a gamba all'aria una marea di imprese. Le abbiamo avute queste segnalazioni.
  Ringrazio il professore per il suo lavoro, penso che tutti noi possiamo sostenere questa proposta, perché qui non ci sono parti politiche, qui forniamo qualcosa che nelle Commissioni può essere valutato in tempi abbastanza rapidi per poi delegarlo all'Agenzia delle entrate e soprattutto al MEF che dovrà valutare alcuni aspetti. Tutti ci dicono: proponente, fate. Stiamo proponendo, a questo punto facciamo la proposta, vediamo di sostenerla. Il tempo è poco, vediamo di costruire un percorso. Penso sia uno strumento che viene da una lunga riflessione e ringrazio il professore Lener perché qui la sapienza giuridica, la conoscenza del settore traspare dalle modalità con le quali non solo la relazione, ma anche la proposta è poi stata formulata.

  PRESIDENTE. La parola al collega Castiello.

  FRANCESCO CASTIELLO. Il mio intervento è estremamente conciso, quindi ruberòPag. 11 soltanto al dibattito pochi secondi. Faccio mie le riflessioni del collega che mi ha preceduto. Questo è uno strumento agile, sicuro e incentivante, per cui va tutto il mio apprezzamento, insieme a quello già manifestato dai colleghi, al professore Lener. Si tratta di dare la dignità della tipizzazione contrattuale a questo meccanismo trilaterale che riesce a conciliare in una pregevole ed equilibrata sintesi i confliggenti, potenzialmente confliggenti, interessi delle parti che si riconoscono in questo nuovo meccanismo contrattuale che, ripeto, si ispira a una sintesi molto equilibrata e direi soddisfacente per tutte e tre le parti. Il debitore lo proteggiamo con una cintura di sicurezza contro le apparenti lusinghe, ma invece le insidie, del mercato clandestino. Quindi gli facciamo una corazza, una cintura di sicurezza, oltretutto la solidarietà che ispira la scelta di fondo di questa intuizione appare con evidenza dal rapporto locatizio di lunga durata, fino a 10 anni, per giunta a prezzi calmierati e prestabiliti, ancorati al rapporto con il valore dell'immobile. È un meccanismo solidaristico, che soddisfa il debitore. È un meccanismo fortemente incentivato con la leva fiscale che soddisfa l'intermediario, è un meccanismo che soddisfa anche il fondo che interviene. Quindi il mio apprezzamento non è di forma, ma è di sostanza, nasce dalla constatata riflessione sui punti salienti e vantaggiosi per tutte e tre le parti che convergono in questo accordo contrattuale. Presidente, l'auspicio è che metta tutta la sua autorevolezza, come vertice di questa nostra Commissione, affinché l'iter legislativo sia solerte. Noi ci troviamo, tutto sommato, a pochi mesi utili dalla fine della legislatura, se depuriamo questo lasso di tempo di una decina di mesi dalle vacanze estive e da quelle di fine anno rimane veramente poco. Quindi occorre che lei, presidente, auspicabilmente ce la metta tutta e che si spinga affinché possiamo, a conclusione della legislatura, avere la soddisfazione di dotare il sistema bancario di questo accorgimento, di questo strumento che, ripeto, tra le prime qualità ha quello della solidarietà nei confronti dei debitori. Quindi noi, Movimento 5 Stelle, siamo fortemente e convintamente pronti a sostenere fino in fondo questo nuovo strumento legislativo.

  PRESIDENTE. Una tappa potrebbe essere la prossima legge di bilancio così nel frattempo potremmo fare ulteriori considerazioni in merito, sui rapporti della Commissione, sintesi finale e poi dopo proposta in quella sede. Prego, collega Lannutti.

  ELIO LANNUTTI. Presidente grazie, ringrazio anche il professore Lener e il gruppo di lavoro. Non poteva sintetizzare meglio il senatore collega Castiello che è un giurista, lo sappiamo, quindi non ripeto quello che è stato detto, l'apprezzamento e anche la possibilità di verificare, se ci riusciamo, magari con un emendamento, vediamo. Sappiamo che l'iter di alcune proposte è molto tormentato, ne sa qualcosa il senatore Buccarella, abbiamo in Commissione finanze – poi lui ha cambiato – tante proposte di legge però non sono mai andate. L'unica osservazione, professor Lener, io sono al 99 per cento d'accordo, però avendo speso tanta parte della mia vita a difendere i cittadini, i consumatori, anche qui ci sarà un contraente forte e un contraente debole.
  Il debitore è un contraente debole, dovremmo riuscire a mitigare questa debolezza, anche perché le libertà negoziali delle parti soccombono rispetto ad alcuni giuristi, che magari sono ingaggiati dalle banche o anche dai fondi alternativi di investimento per indirizzare verso una parte ben precisa. L'unico appunto che mi sento di fare se è consentito è questo: per me la parte contraente debole resta. L'altra domanda che volevo fare è sulla resa dei fitti del 5 per cento: certamente la natura è solidaristica, però noi abbiamo una turbolenza di mercato, andremo incontro a una recessione, a tassi di interesse che chissà dove arriveranno, perché abbiamo questa tragedia della guerra. Quindi non è tanto la questione dei fitti che mi preoccupa, quello che invece mi preoccupa è se possiamo contemperare le richieste. Certamente questo FIA non è un benefattore, l'ha detto anche lei, quindi dovremmo riuscire a contemperare quelle che potrebbero essere le Pag. 12commissioni, ossia fissare un tetto. Queste sono le osservazioni e la ringrazio. Ho ceduto la parola all'avvocato Castiello perché ha interpretato meglio di me, da par suo, quello che è il sentimento anche mio per cercare di dare una mano a tanta povera gente.

  PRESIDENTE. La parola al collega Laus.

  MAURO ANTONIO DONATO LAUS. Grazie presidente. Esprimo intanto apprezzamento al professore Lener e a tutto il gruppo di lavoro. Anche a lei, presidente, che è stata uno dei primi, se non la prima, a elaborare questa soluzione, questo strumento normativo. Evito di fare ulteriori riflessioni alla già brillante esposizione che ha fatto il professore. Trovo che questo sia uno strumento assolutamente positivo e in questo momento fondamentale vista la forte emergenza della situazione politica ed economica. Lo considero uno strumento indispensabile. È un'opzione, nessuno obbliga. Tutti gli interessi compresenti nella vicenda hanno dei vantaggi, quindi l'opzione è positiva, lo trovo indispensabile, perché abbiamo fretta, abbiamo la necessità. Ho provato in questi giorni a trovare delle argomentazioni contro: devo dire che ho una buona capacità di fantasia, riesco ad arrampicarmi sugli specchi spesso anche quando gli specchi non ci sono. Questa volta non ci sono riuscito. L'unica questione che faceva notare giustamente il collega è l'impatto economico, perché ci vuole una copertura. Il mio intervento vuole essere politico e non tecnico, anche perché non ne ho gli strumenti. Il primo tema è dove dobbiamo mettere l'asticella, su quale livello. L'altro riguarda quanto detto dalla presidente: non me ne voglia ma devo dissentire perché è troppo tardi andare alla legge di bilancio. Troppo tardi, quindi dobbiamo capire se possiamo dare un mandato alla Presidenza, all'Ufficio di presidenza, a una delegazione che intervenga con il Governo. Ci sono delle questioni formali e sostanziali, altre no: si tratta di interloquire con il Governo e spiegare al Governo che la Commissione, spero, all'unanimità ha intercettato questa esigenza quindi dobbiamo capire quali possono essere le soluzioni. Magari noi vediamo la soluzione con un emendamento che non sia la legge di bilancio, ma prima, oppure il Governo può intervenire con decreto su sollecitazioni, non lo sappiamo. Se è vero che questo intervento è urgente, è vero che non siamo poi solo dei passacarte, qui c'è la rappresentanza di tutte le forze politiche, non di una Camera, ma bicamerale. Non ci si può girare così tranquillamente dall'altra parte. Con questo le sto dando mandato pieno per trovare nel più breve tempo possibile l'interlocuzione con il Governo. Si alza il telefono, si chiama e si inizia a discutere e capire se c'è lo spazio o non c'è lo spazio. Poi se dovessero emergere ragioni che, nonostante la fantasia, non sono riuscito a intercettare, ognuno, per carità, si prende le proprie responsabilità politiche. Solo una piccola curiosità: sul prezzo di acquisto poi la locazione, il 5 per cento, come si è arrivati? C'è stato un lavoro tecnico per arrivare a queste cifre? Come si è arrivati? Solo questo, ma è una semplicissima curiosità, per il resto ringrazio la presidente e i colleghi che sono intervenuti che hanno apprezzato il lavoro e chiaramente lei e tutto il gruppo che ha lavorato su questa proposta.

  PRESIDENTE. Grazie. La parola al collega Buccarella.

  MAURIZIO BUCCARELLA. Grazie, sarò estremamente sintetico per non prendere tempo ulteriore. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti al professore Lener per il lavoro svolto da lui e da tutto il gruppo che con lui ha lavorato e anche per l'esposizione che ha fatto oggi. Lo strumento è interessantissimo, come lei già indicava si affianca e potrebbe avere un ruolo predominante a fronte di quello che già oggi è possibile fare con le armi spuntate che ci sono per la gestione virtuosa del fenomeno NPE tout court. Il testo può destare delle perplessità e quindi necessita di approfondimento se vogliamo che sia opportuno nel momento in cui questo progetto dovesse proseguire. Con riferimento alla preoccupazione del collega Lannutti, non perdo Pag. 13occasione per evocare la tutela dei debitori, delle contraenti, della parte debole dei rapporti economici. Mi ha colpito la circostanza che nell'articolo 6 le sanzioni siano previste unicamente nei confronti dei creditori, lasciando indenni i fondi che apparentemente non sono citati come organismi soggetti a sanzioni. Questa è una preoccupazione forse inutile. Se è vero che il gruppo di lavoro si è preoccupato di sgombrare il campo per evitare possibili incongruenze rispetto alla normativa attuale che vieta il patto commissorio, da qui la specifica ai richiami degli articoli 1967 e 2744, proprio al fine di evitare che si possono creare spazi di non totale trasparenza delle contiguità potenziali e astratte fra creditori e fondi, forse sarebbe opportuno valutare l'opportunità di coprire con eventuali misure sanzionatorie anche quei fondi qualora il loro operato non si attenesse a quanto, in maniera illuminata, è previsto nell'intero impianto.
  Inoltre, ma è una cosa meno importante probabilmente, il riferimento al ritornare in bonis dell'ex debitore, quindi obiettivo condivisibilissimo: forse il richiamo alla centrale di allarme interbancaria, che credo riguardi oggi solo le segnalazioni per l'emissione di assegni rubati, smarriti o bloccati, è un qualcosa che non richiederebbe la necessità della cancellazione del nominativo da quella banca dati perché stiamo parlando di fenomeni diversi. Un conto è la situazione debitoria e un conto sono attività che già oggi sono oggetto di segnalazione alla centrale di allarme interbancaria.
  Infine, l'imposta sostitutiva prevista nell'articolo 5, lo 0,5 per cento: a me non è chiaro perché si debba applicare sull'intero debito ceduto e non già sulla parte rimanente, perché questo credo che possa comportare dei controeffetti non voluti. Se ipotizziamo il caso in cui il FIA acquista, paga un prezzo pari a gran parte del debito, la sopravvenienza attiva potrebbe essere talmente modesta che l'importo del 0,5 per cento calcolato sull'intero debito potrebbe teoricamente sopravanzarla, quindi vanificando il beneficio ricercato. Ma queste sono verifiche tecniche che non è il caso di esporre adesso in questa sede. Comunque ringraziandola auspico che questo lavoro, insieme anche a tutti gli sforzi che abbiamo fatto nella Commissione, possa vedere luce entro la fine, semmai ce la faremo, di questa legislatura per risolvere una questione che va risolta da parte di un legislatore responsabile e lungimirante. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Il punto fondamentale, ce ne sono tanti, ma uno dei punti fondamentali che sottolineava il collega Buccarella è il ritorno della posizione del debitore in bonis, quindi senza gravami per eventuali esercizi della propria attività imprenditoriale ed economica, perché questo è uno dei più importanti paletti che vengono messi purtroppo ai poveri imprenditori, quando magari a causa di regole estremamente rigide, sulla valutazione dei meriti creditizi, vengono poi bloccati nella loro attività e nella loro possibilità di chiedere liquidità per le imprese, per le attività varie. Un problema iniziale molto risolvibile diventa, purtroppo, causa di morte di un'impresa. Prego, collega Buratti.

  UMBERTO BURATTI. Grazie, presidente. Non ripeto le cose che i colleghi hanno già sottolineato, ritenendo questa proposta molto interessante e tra l'altro nata nel periodo della pandemia. Come veniva detto prima, si colloca anche nelle situazioni che purtroppo sembrano essere all'orizzonte di difficoltà. Un chiarimento se è possibile nel definire meglio il perimetro della persona fisica che si trova in una situazione di sofferenza con la banca, se questa persona fisica ha sottoscritto o ha dato una garanzia ipotecaria solo e soltanto per quello che riguarda la sua sfera privata e non eventualmente se questa garanzia è stata data invece per ottenere una apertura di credito attinente a un'attività professionale o attività di impresa. Quindi poter definire un po' meglio questo perimetro, perché potrebbe essere uno degli elementi da capire, perché se c'è un'attività di impresa è ovvio che ci sono altre procedure e altri percorsi che vengono messi in moto. Molte volte accade che il soggetto rilascia Pag. 14garanzie su immobili che invece non fanno parte del patrimonio o della sfera di impresa, la sfera imprenditoriale.

  PRESIDENTE. La parola al professore Lener per tutti questi punti che sono emersi. Prego, professore.

  RAFFAELE LENER. Grazie molte di queste osservazioni, tutte molto pertinenti. Devo dire, visto che sono stati molti gli elogi, che la proposta non è mia, non mi voglio attribuire dei meriti che non ho, la proposta c'era già, io ho soltanto contribuito insieme al gruppo per cercare di risolvere alcune questioni di carattere tecnico giuridico, l'idea non è mia, mi piacerebbe ma non posso attribuirmi questi meriti. Dal punto di vista tecnico alcune delle vostre osservazioni sono sicuramente corrette. Cercando di discorrere un po', il 5 per cento del limite del canone potrebbe restare basso, ma come è stato detto la ripresa dell'inflazione probabilmente attenua il problema, al tempo stesso qui c'è la necessità di prevedere un flusso di rientro per il fondo che lo renda conveniente. Questo ho cercato di dire, siccome non si è pensato di attribuire funzioni a un ente pubblico che a quel punto non ha una finalità di lucro, purtroppo siamo costretti a questo.
  Il discorso del costo per il sistema in relazione al credito di imposta è estremamente serio e in vari l'avete osservato. Si tratterà, poi, di valutare bene col Ministero dell'economia l'impatto economico che questo possa avere. Nel farlo, come pure è stato detto, bisogna tenere conto anche di potenziali incrementi di gettito che potrebbero derivare da non avere tolto dal mercato la persona del debitore che altrimenti scompare; in realtà rimane e l'imprenditore può continuare a produrre un reddito e quindi lì produrre anche il gettito. Tecnicamente, cosa che trascende il tema specificamente legale, quindi le mie modeste competenze. Capisco il problema, è un problema che andrà affrontato con le autorità preposte.
  Che ci siano un contraente forte e un contraente debole è indiscutibile. Si è cercato di contemperare le esigenze di tutti attraverso uno strumento che, come anche voi avete detto, vuole essere uno strumento di autonomia privata, a cui le tre parti accedono perché tutte e tre hanno un interesse ad accedervi.
  Ipotizzare un tetto alle commissioni del FIA si può fare e potrebbe non essere oggetto di questa disciplina, ma potrebbe essere tranquillamente oggetto della disciplina secondaria della Banca d'Italia e di attuazione. Quindi sicuramente sì.
  Come si è arrivati a fissare il prezzo di acquisto, quei quattro paletti che sono stati ipotizzati? Quello è stato argomento di grande discussione all'interno del gruppo di lavoro tra idee diverse. A un certo punto, non essendo possibile fissare un prezzo in base a un unico parametro oggettivo, ne sono stati messi quattro tra loro alternativi, che in una discussione ulteriore potrebbero diventare tre o cinque, si potrebbero anche affinare. Su questo c'è stato un grande lavoro e alla fine si è preferito avere una pluralità di parametri per dare flessibilità ma comunque certezza su un prezzo non eccessivo.
  Sulle sanzioni previste solo per il creditore e non per i fondi: è vero. Su questo si può ragionare, in realtà era sembrato più semplice perché qui il disegno riguarda l'atteggiamento, il comportamento che il creditore segue dopo che fondo e debitore hanno negoziato una soluzione. Per questo si era pensato in principio di creare un semplice apparato sanzionatorio per il creditore soltanto.
  Infine, sul discorso della persona fisica che non si è circoscritto come fanno altre norme in materia di consumatori, cioè persona fisica che non agisce per finalità imprenditoriali: questa non è stata una dimenticanza, ma una scelta del gruppo di lavoro su cui abbiamo discusso e alla fine si è detto: «No, mettiamo persona fisica» quali che siano le finalità per le quali agisce. Ovviamente, come ogni scelta di questo tipo è discutibile. Però c'è stata una riflessione e un dibattito su questo punto. Ringraziando per le ottime osservazioni qui mi fermerei.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Ringrazio il professor Lener e tutti quanti voi. Questo è uno degli esempi di come lavora questa Commissione, grazie a ognuno di noi, perché abbiamo un gruppo di consulenti sempre presente, sempre collaborativo con obiettivi molto chiari. Abbiamo messo in piedi il sistema di segnalazione, che sta andando avanti e che esorto ognuno di voi a rivendere, all'interno dei propri i territori, è aperto a tutti, a tutti i cittadini in tutte le parti del Paese. Anche questa è una proposta di legge bipartisan aperta a tutti, non ha colore politico, è focalizzata su uno degli aspetti di cui la Commissione si occupa molto, con molta attenzione che è quella dei crediti deteriorati che si incrocia con il sistema di regole sempre stringenti, inserite in ambito europeo per tutti quanti indistintamente gli ambiti bancari delle varie realtà Europee.
  Oltre a cercare di agire sulle decisioni nelle rispettive sedi, nella cornice di quelle decisioni ci si muove operativamente per creare delle soluzioni ad hoc pur rispettando delle posizioni che a volte sono di una certa rigidità rispetto a un settore economico che si trova, poi, a fronteggiare pesanti conseguenze di eventi purtroppo disastrosi e che quindi deve avere il supporto di un settore bancario solido ma anche aperto sempre più a offerte rispetto al risparmio che siano sempre più ricche e su misura dei risparmiatori che trova di fronte. Vi ringrazio tutti. Mi impegno a questo punto ancora di più affinché questa proposta trovi luce e sbocchi operativi quanto prima. Grazie a tutti. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 14.20.