CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 aprile 2022
785.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione
ALLEGATO
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ALLEGATO

NUOVA PROPOSTA DI RELAZIONE SULL'ATTIVITÀ SVOLTA DAL COMITATO DAL 14 NOVEMBRE 2018 AL 30 MARZO 2022

(Art. 37 della legge n. 189 del 2002)

  La Relazione intende delineare un quadro delle attività svolte dal Comitato a partire dalla prima riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, convocato per il 29 novembre 2018 al 30 marzo 2022, secondo quanto previsto dall'articolo 37 della legge n. 189 del 2002.
  I lavori del Comitato si sono prioritariamente concentrati nello svolgimento di audizioni formali ed informali, di missioni di studio e di un'indagine conoscitiva sulla gestione dei fenomeni migratori e nell'effettuazione di alcuni sopralluoghi, nel corso dei quali sono stati approfonditi specifici profili tematici, con particolare riferimento alla gestione delle frontiere.
  Le audizioni hanno fornito importanti elementi conoscitivi in ordine al contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, al perfezionamento dei sistemi di cooperazione di Polizia nell'Area Schengen, con un focus particolare sul SIS (il Sistema di Informazione Schengen), al potenziamento delle agenzie EUROPOL e FRONTEX, alla situazione degli hotspot e, più in generale, sulle tendenze nella gestione dei flussi migratori.
  L'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha investito gli ambiti di competenza del Comitato, sia per i profili riguardanti l'applicazione dell'Accordo di Schengen, che in relazione alle misure di controllo dei flussi migratori, che inevitabilmente hanno assunto caratteristiche diverse rispetto al passato a causa delle misure adottate per il contenimento della pandemia.
  Il Comitato si è altresì confrontato con la nuova disciplina delineatasi a seguito della Dichiarazione programmatica in materia di princìpi e condizioni d'ingresso nel Regno Unito, adottata dal Governo britannico all'inizio dei negoziati con l'UE, avviati il 31 gennaio 2020, che ha avuto, com'è noto, rilevanti ripercussioni sulla libera circolazione delle persone e segnatamente della numerosa comunità di connazionali residenti in quello Stato.

L'avvio delle attività del Comitato.

  Immediatamente dopo il suo insediamento, il 14 novembre 2018, il Comitato ha avviato un'articolata serie di attività a carattere conoscitivo, a partire dall'audizione, il 5 dicembre 2018, del Ministro dell'interno allora in carica, Sen. Matteo Salvini, incentrata sulle politiche nazionali in materia di immigrazione, asilo ed EUROPOL, cui ha fatto seguito, il 6 marzo 2019, l'audizione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale pro tempore, Enzo Moavero Milanesi, sulle politiche internazionali in materia di immigrazione.
  In parallelo sono state programmate alcune missioni tese ad acquisire elementi informativi su strutture istituzionali operanti negli ambiti di competenza del Comitato o finalizzate a fornire ai suoi componenti una visione diretta di situazioni critiche ed emergenziali.
  In quest'ottica si colloca la visita del Presidente Zoffili, dal 18 al 19 dicembre 2018, alla sede dell'Agenzia EUROPOL (di cui sono state rese comunicazioni al Comitato il 14 febbraio 2019), in preparazione della successiva missione a L'Aja di una delegazione del Comitato, svoltasi dall'8 al 9 aprile dell'anno successivo (le cui comunicazioni sono state rese nella seduta del 26 giugno 2019), finalizzata all'esercizio delle funzioni di controllo e vigilanza assegnate al Comitato sull'attività dell'Ufficio europeo di polizia, anche a seguito della sua trasformazione in Agenzia dell'UE. Tale missione ha, peraltro, comportato una stretta Pag. 285interlocuzione con l'Ambasciatore d'Italia a L'Aja ed un briefing da parte del Vice Presidente di EUROJUST e Responsabile del desk italiano, il magistrato Filippo Spiezia.
  Nel corso dello stesso mese, il 16 aprile 2019, una delegazione del Comitato si è recata a Ventimiglia, per acquisire elementi informativi sulle criticità relative all'immigrazione clandestina su quel territorio (cfr. seduta di Comunicazioni del Presidente del 26 giugno 2019). La missione della delegazione parlamentare ha consentito di evidenziare come l'organizzazione della struttura del valico frontaliero di Ventimiglia rappresenti un punto di eccellenza, e ciò grazie ad incontri con il Prefetto di Imperia, Dottor Alberto Intini, e con i rappresentanti delle istituzioni territoriali coinvolte: il Comando provinciale dei Carabinieri di Imperia, della Guardia di Finanza, dell'Esercito, il Dirigente della Polizia di Frontiera, rappresentanti della Regione Liguria, della Provincia di Imperia, il Sindaco di Ventimiglia, e del comune di Olivetta San Michele al confine con la Francia.

L'indagine conoscitiva.

  Il Comitato ha deliberato, il 3 luglio 2019, lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sulla «Gestione del fenomeno migratorio nell'Area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone», il cui termine, originariamente fissato al 31 dicembre 2019, è stato prorogato dapprima al 31 dicembre 2020, poi al 31 dicembre del 2021 e, da ultimo al 30 giugno 2022, anche in considerazione dell'avvio da parte della Commissione europea di un processo di riforma dell'Accordo di Schengen.
  L'indagine conoscitiva intende approfondire le più recenti problematiche connesse alla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico irregolare di migranti e alla tratta di persone.
  La finalità è quella di esaminare le prospettive di gestione unitaria e congiunta del fenomeno migratorio, esaminando anche lo stato del fenomeno nei Paesi aderenti all'Accordo di Schengen. Le decisioni assunte da alcuni Paesi aderenti all'Accordo di sospenderne reiteratamente l'applicazione rende inoltre necessario verificare sia la predisposizione degli strumenti di controllo, sia la corretta applicazione degli indirizzi europei in materia.
  Allo stesso tempo, l'indagine intende proseguire la conoscenza delle dinamiche sottostanti i flussi migratori che stanno interessando il Continente europeo, concentrandosi sui differenti moduli di accoglienza esistenti nei vari Stati europei o in corso di predisposizione. In questo senso, l'indagine mira a verificare il ruolo svolto da organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo, anche alla luce degli interventi del Governo e della magistratura sulla loro attività.
  Negli ultimi anni, come testimoniato dalle principali agenzie internazionali e sovranazionali di settore, la tratta di persone ed il traffico di migranti stanno rappresentando fenomeni criminosi in crescente aumento. Non a caso i flussi migratori, che interessano l'area del Mediterraneo e in particolare il nostro Paese, costituiscono il substrato sul quale la tratta di persone e il traffico di migranti si sviluppano in modo progressivo.
  Al contempo, per sostenere l'attività delle Agenzie EUROPOL ed EUROJUST, che svolgono attività di analisi e supporto alle forze dell'ordine ed alle autorità giudiziarie degli Stati aderenti all'UE, appare necessario approfondire la conoscenza delle condizioni per favorire la definizione di una normativa europea in grado di prevenire e perseguire i reati associativi, soprattutto di stampo mafioso, che devono essere considerati non più solo limitati ai confini nazionali, ma hanno assunto un carattere transnazionale, anche nel controllo e nella gestione del traffico illecito di migranti e nella tratta di esseri umani.Pag. 286
  Stante il permanere del rischio di attacchi terroristici di matrice islamista in Europa, il Comitato ha inteso svolgere, attraverso l'indagine, un monitoraggio del fenomeno migratorio nel continente europeo, in connessione con le possibili occasioni di violazione delle frontiere da parte di individui che possano commettere atti di tal genere, o esserne fiancheggiatori.
  L'obiettivo dell'indagine è conoscere lo stato del fenomeno migratorio negli Stati aderenti all'Area Schengen, a partire da una valutazione dell'efficacia della disciplina in materia di libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi nell'Area. Allo stesso tempo, l'indagine intende approfondire la conoscenza delle dinamiche sottostanti i flussi migratori che stanno interessando il Continente europeo.
  Il programma dell'indagine prevede lo svolgimento di audizioni dei Ministri dell'interno, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, della giustizia, della salute e di altri rappresentanti del Governo; di rappresentanti diplomatici dell'Italia in Paesi stranieri e di Paesi stranieri in Italia; di rappresentanti di amministrazioni di altri Paesi in qualità di esperti; di esponenti di organismi internazionali ed europei: di rappresentanti di organizzazioni non governative; di docenti universitari, magistrati e altri esperti; di rappresentanti di Regioni e di enti locali nazionali e istituzioni europee, interessati dal fenomeno migratorio. È inoltre prevista la partecipazione a seminari e convegni sulle tematiche oggetto dell'indagine, nonché la partecipazione a missioni, ove ritenute necessarie, previa autorizzazione dei Presidenti delle Camere.
  Nell'ambito dell'indagine, dalla sua deliberazione, avvenuta il 10 luglio 2019, e fino al 30 marzo 2022, il Comitato ha svolto le seguenti trentanove audizioni:

   Presidente della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, con particolare riferimento al tema dei flussi migratori provenienti dalla frontiera terrestre del Friuli-Venezia Giulia (10 luglio 2019);

   Ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, con particolare riferimento al tema delle mafie nigeriane che gestiscono il traffico di esseri umani (2 ottobre 2019);

   Ministro per gli affari europei, Vincenzo Amendola, con particolare riferimento al traffico di esseri umani gestito dalle mafie nigeriane, alimentando così attività criminali di vario genere, dalla prostituzione al traffico di stupefacenti, che vedono costantemente impegnate le nostre forze dell'ordine (10 ottobre 2019);

   Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, ai fini di un inquadramento sulle iniziative in essere o che al riguardo delle competenze del Ministero saranno avviate in ambito europeo (7 novembre 2019);

   Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, con particolare riferimento alle mafie nigeriane (27 novembre 2019);

   Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio sulle politiche attuate dal Governo nei confronti dei Paesi da cui originano i principali flussi migratori nel Mediterraneo (11 dicembre 2019);

   i rappresentanti di EUROPOL, Jari Liukku, Head of Serious and Organised Crime Centre e Alfredo Nunzi, Head of Corporate Services Department, per conoscere l'attività di EUROPOL nel suo complesso ed approfondire quali relazioni vi siano con quella svolta dall'Agenzia FRONTEX (30 gennaio 2020);

   Sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino, Stefano Castellani, e commissario della polizia locale di Torino presso la Procura della Repubblica, Fabrizio Lotito, con particolare riferimento al tema delle mafie nigeriane (19 febbraio 2020);

   Direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP), Generale Giuseppe Spina, sull'attività dell'Unità nazionale EUROPOL (26 febbraio 2020);

   i Sindaci di Lampedusa, Salvatore Martello, di Porto Empedocle, Ida Carmina, e di Pozzallo, Roberto Ammatuna, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni Pag. 287migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (22 aprile 2020);

   il Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'interno, Michele di Bari, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (30 aprile 2020);

   l'Ambasciatrice della Confederazione Svizzera in Italia, Rita Adam, in merito alle problematiche dei lavoratori transfrontalieri a causa delle limitazioni alla circolazione per l'emergenza COVID-19 (6 maggio 2020);

   Sottosegretario di Stato alla salute, Sandra Zampa, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (7 maggio 2020);

   Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, in videoconferenza, in merito alla regolarizzazione di braccianti agricoli come possibile misura in risposta all'emergenza del COVID-19 (27 maggio 2020);

   Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto, sulla situazione dei lavoratori transfrontalieri e sui corridoi turistici (4 giugno 2020);

   Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, in merito agli intendimenti del Governo relativi alla regolarizzazione dei migranti come possibile misura in risposta all'emergenza del COVID-19 (10 giugno 2020);

   Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche relative ad immigrazione, asilo ed EUROPOL, anche a fronte della diffusione dell'emergenza sanitaria da COVID-19 (30 giugno 2020);

   Presidente della regione Calabria, Jole Santelli, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (22 luglio 2020);

   Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (29 luglio 2020);

   Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in videoconferenza, con particolare riferimento al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19 (5 agosto 2020);

   Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, in merito alle politiche relative ad immigrazione, asilo ed EUROPOL anche a fronte dell'emergenza sanitaria da COVID-19 (24 settembre 2020);

   rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), con particolare riferimento agli elementi informativi che l'OIM raccoglie sulle rotte ed i flussi migratori (10 novembre 2020);

   Direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP), generale Giuseppe Spina, con particolare riferimento alle banche dati e allo scambio di informazioni tra le forze di polizia dei Paesi europei, anche in relazione alle possibili infiltrazioni di soggetti pericolosi per il tramite dei flussi migratori (18 novembre 2020);

   Direttore centrale dell'immigrazione e della Polizia delle frontiere, prefetto Massimo Bontempi, con particolare riferimento alla collaborazione tra le forze di polizia alle frontiere Italia-Francia e Italia-Slovenia, nel quadro complessivo dell'applicazione degli accordi di Schengen (25 novembre 2020);

   Vice direttore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell'anti-trafficking della Commissione europea, Olivier Onidi, in videoconferenza, con particolare riferimento ai dati acquisiti in merito ai flussi provenienti dalla rotta balcanica (24 febbraio 2021);

   Capo del Centro europeo per la lotta al terrorismo, Claudio Galzerano, e Capo del Dipartimento per gli affari istituzionali e legali dell'Agenzia EUROPOL, Alfredo Nunzi, in videoconferenza, con riferimento alle novità introdotte dalla nuova bozza di regolamento EUROPOL, presentata alla Commissione il 9 dicembre scorso e le Pag. 288principali conseguenze, in termini di cooperazione tra le forze di polizia, determinate dall'uscita del Regno Unito dall'Unione europea (03 marzo 2021);

   Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, con riferimento alle politiche migratorie e, in particolare, allo stato dei negoziati europei sul sistema comune di asilo (19 maggio 2021);

   Prefetto di Trieste, Valerio Valenti, con particolare riferimento alla cosiddetta «rotta balcanica» (26 maggio 2021);

   Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio rifugiati ONLUS e componente del direttivo nazionale dell'ASGI (Associazione Studi Giuridici Immigrazione), Gianfranco Schiavone, con particolare riferimento alle riammissioni tra Italia e Slovenia (23 giugno 2021);

   Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, con particolare riferimento ai rischi d'infiltrazione di elementi terroristici nei flussi migratori e di rientro di foreign fighters nel territorio nazionale (28 luglio 2021);

   Direttore Esecutivo dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera (FRONTEX), Fabrice Leggeri, in videoconferenza, con particolare riferimento all'andamento dei flussi migratori verso l'UE e alla prevenzione di minacce nella regione del Mediterraneo, anche alla luce della nuova strategia europea sui rimpatri, nonché alla riforma dell'Agenzia e alla prospettiva di istituzione di un corpo permanente di Guardia di frontiera e costiera (7 ottobre 2021);

   Rappresentanti della ONG Save the Children: Giusy D'Alconzo, responsabile relazioni istituzionali e advocacy, e Antonella Inverno, responsabile Politiche per l'Infanzia e l'adolescenza, con particolare riferimento alla problematica dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia (13 ottobre 2021);

   Assessore regionale alle autonomie locali, funzione pubblica, sicurezza, immigrazione della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, in videoconferenza, sul tema delle riammissioni tra l'Italia e Slovenia sulla rotta balcanica (20 ottobre 2021);

   Ambasciatore del Regno Unito in Italia, Jill Morris sull'impatto del processo attuativo degli accordi sulla Brexit sull'Accordo di Schengen e sui profili di sicurezza di comune interesse tra Italia e Regno Unito con riferimento alla lotta al traffico di esseri umani, al terrorismo internazionale (23 novembre 2021);

   Prefetto di Agrigento, dottoressa Maria Rita Cocciufa, in videoconferenza, con particolare riferimento alla situazione presso il centro di accoglienza «Villa Sikania» di Siculiana (15 dicembre 2021);

   Prefetto di Prato, Adriana Nicolina Rosaria Cogode, in videoconferenza, in relazione all'impatto del fenomeno migratorio sulla città di Prato e sul contesto locale (8 febbraio 2022);

   Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, in videoconferenza, con particolare riferimento agli effetti del conflitto tra Federazione Russa e Ucraina, all'organizzazione dell'accoglienza dei profughi sul territorio nazionale, nonché ai rapporti con gli Enti Locali (16 marzo 2022);

   Commissaria Europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, in videoconferenza, in relazione alla risposta europea all'emergenza legata all'accoglienza dei profughi dall'Ucraina, all'applicazione della Direttiva Europea 2001/55/CE, alle prospettive di revisione degli Accordi di Schengen e alle azioni europee in materia di migrazione e asilo, nonché del processo di riforma del mandato dell'Agenzia EUROPOL (23 marzo 2022);

   Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, con riferimento all'attualità dell'emergenza profughi provenienti dall'Ucraina, alla situazione dei flussi migratori attraverso le rotte mediterranee e terrestri, alle concrete prospettive di riforma in sede europea degli Accordi di Schengen e per un nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo, (30 marzo 2022).

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  Nell'ambito dell'indagine conoscitiva il Comitato ha svolto, altresì, cinque missioni:

   a Lampedusa a fronte della situazione di criticità determinatasi nell'isola a seguito degli sbarchi di migranti e per verificare la condizione del centro di accoglienza di Contrada Imbriacola (22-23 luglio 2019), su sui sono state rese comunicazioni al Comitato il 25 luglio 2019;

   presso la sede dell'Agenzia europea della Guardia di frontiera e costiera, FRONTEX, a Varsavia (24-25 settembre 2019), su cui sono state rese comunicazioni al Comitato il 10 ottobre 2019;

   a Lampedusa per verificare la situazione determinatasi nell'isola a seguito del prosieguo degli sbarchi di migranti e le relative criticità (16-17 ottobre 2019), su cui sono state rese comunicazioni al Comitato il 23 ottobre 2019;

   a Cagliari per verificare la situazione conseguente agli arrivi sempre più frequenti di migranti provenienti dall'Algeria, nonché le condizioni del Centro di accoglienza di Monastir (6-7 novembre 2019), su sui sono state rese comunicazioni al Comitato il 4 dicembre 2019;

   a Pozzallo, Porto Empedocle e Lampedusa per verificare la situazione degli sbarchi anche sotto il profilo delle misure adottate a seguito dell'emergenza sanitaria del COVID-19 (23-25 giugno 2020), su cui sono state rese comunicazioni al Comitato l'8 luglio 2020.

  Infine, il Presidente ha reso comunicazioni sullo stato di avanzamento dell'indagine nella seduta dell'11 febbraio 2020.

Audizioni informali.

  Su alcune tematiche di particolare delicatezza geopolitica il Comitato ha audito informalmente rappresentanti diplomatici italiani ed anche esteri.
  Sono da segnalare a tal fine le seguenti audizioni:

   Ambasciatore di Tunisia in Italia, Moez Sinaou, sui flussi migratori che dalla Tunisia arrivano sull'isola di Lampedusa (21 novembre 2019, in sede informale);

   Ambasciatore britannico in Italia e a San Marino, Jill Morris (25 marzo 2021), sul tema della circolazione delle persone dopo la Brexit, con particolare riferimento anche agli aspetti della sicurezza sanitaria;

   Ambasciatore d'Italia in Algeria, Giovanni Pugliese, sul tema dei flussi migratori e dei rapporti bilaterali Italia-Algeria (8 aprile 2021);

   Ambasciatore d'Italia in Tunisia, Lorenzo Fanara, sul tema dei flussi migratori e dei rapporti bilaterali Italia-Tunisia (21 aprile 2021).

Gli ambiti di attività del Comitato.

  L'applicazione dell'accordo di Schengen durante la crisi pandemica.
  L'attività del Comitato è stata certamente condizionata dall'emergere della crisi pandemica, che ha avuto avvio nel primo trimestre del 2020. Dopo una fase di generale rallentamento dei lavori parlamentari, durata meno di un mese, anche grazie alle novità procedurali introdotte dalle Giunte del Regolamento della Camera e del Senato nel marzo del 2020, l'agenda del Comitato è tornata gradualmente alla piena operatività già a partire dal mese di aprile.
  Nonostante alcuni oggettivi impedimenti, anche durante il periodo di lockdown, il Comitato ha sempre continuato la propria attività istituzionale con modalità da remoto, consentendo di assicurare la piena continuità sul piano delle attività di controllo e di vigilanza di competenza.
  Durante il periodo di emergenza il Comitato avrebbe auspicato una maggiore interlocuzione con gli organi di governo e soprattutto un appropriato coinvolgimento per le materie di propria competenza, nell'ottica di un corretto dialogo istituzionale, pur nella consapevolezza della gravità dell'emergenza pandemica.
  Il Comitato si è costantemente confrontato con l'applicazione dell'Accordo di Schengen in relazione all'emergenza sanitaria da Coronavirus, già a partire dall'audizione del Ministro della salute, Roberto Pag. 290Speranza, svoltasi l'11 febbraio 2020, incentrata sulle misure di sicurezza, sotto il profilo sanitario, adottate alle frontiere esterne dello Spazio Schengen. La tematica è stata nel prosieguo ulteriormente approfondita quanto al nesso tra fenomeni migratori ed emergenza sanitaria COVID-19, cui sono state dedicate alcune audizioni svolte in sede di indagine conoscitiva.
  In proposito occorre evidenziare che, a differenza della maggioranza degli Stati dell'UE, il Governo italiano non ha ufficialmente sospeso l'Accordo di Schengen, ma ha imposto dei vincoli sia per quanto riguarda i confini interni che quelli esterni della Penisola.
  In particolare, come dichiarato dal Presidente del Consiglio nella lettera del 21 aprile 2020, in risposta a quella inviatagli dal Presidente del Comitato, è stato adottato il 17 marzo 2020 il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, che ha previsto l'obbligo di autoisolamento di 14 giorni per tutte le persone che facciano ingresso in Italia, anche se asintomatiche rispetto al Covid-19, comunicando immediatamente il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria territorialmente competente.
  Inoltre, il DPCM del 1° marzo 2020 aveva previsto l'obbligo, per chi avesse fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico, come identificate dall'Organizzazione mondiale della sanità, di comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per l'adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva.
  Infine, in data 7 aprile 2020, è stato adottato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell'interno e della salute, il cosiddetto decreto porti chiusi, in base al quale i porti italiani sono stati dichiarati non sicuri.
  Ciononostante, si è registrato un forte incremento del flusso migratorio, sia perché tale decreto non ha potuto impedire i cosiddetti sbarchi autonomi, cioè di piccole imbarcazioni sulle coste italiane, sia perché i migranti soccorsi in mare da navi di ONG sono comunque stati trasportati sulle coste italiane a seguito della richiesta di soccorso proveniente dalle navi medesime. Né l'Accordo di Malta, raggiunto a La Valletta il 23 settembre 2019, per il ricollocamento automatico su base volontaria dei migranti – in piena emergenza da Covid-19 – ha potuto essere applicato.
  Come ha precisato il sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ivan Scalfarotto, nel corso dell'audizione svoltasi dinanzi al Comitato il 4 giugno 2020, «le nostre frontiere non sono state mai tecnicamente chiuse verso i Paesi europei dell'area Schengen. I Paesi che hanno invece formalmente notificato, secondo quanto prevede l'articolo 28 del Codice delle frontiere di Schengen, la reintroduzione di controlli temporanei alle frontiere interne allo spazio di libera circolazione europea, a causa dell'emergenza del Coronavirus, sono stati: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Ungheria, Polonia, Lituania e Svizzera».
  Per quanto attiene alle dimensioni quantitative del fenomeno, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell'interno, Luciana Lamorgese, nel corso dell'audizione svolta dinanzi al Comitato il 30 giugno 2020, dal 31 gennaio 2020 (proclamazione dello stato di emergenza) al 29 giugno dello scorso anno, si sono registrati 163 eventi di sbarco, di cui 140 autonomi per un numero migranti giunti sulle nostre coste, da gennaio a giugno, pari a 5.456. Le principali nazionalità di provenienza risultano essere: Tunisia, Bangladesh, Costa d'Avorio, Sudan, Algeria e Marocco.
  Il Comitato si è inoltre soffermato sulle misure sanitarie adottate in relazione a tale criticità, svolgendo il 7 maggio 2020 un'audizione della Sottosegretaria alla salute, Sandra Zampa, che ha fornito un'elencazione delle prescrizioni sanitarie richieste ai fini di assicurare il distanziamento e la tutela sanitaria dei migranti che non è stata ritenuta sufficiente da alcuni componenti del Comitato.

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Ulteriori tematiche: sanatoria migranti, lavoratori transfrontalieri, libera circolazione delle persone dopo la Brexit, crisi Ucraina.

  Un altro importante filone di attività, sempre connesso all'emergenza Covid-19, si è incentrato sull'analisi della proposta governativa di regolarizzazione degli immigrati presenti sul territorio nazionale.
  In proposito sono state svolte le audizioni del Ministro delle politiche agricole alimentati e forestali, Teresa Bellanova (27 maggio 2020) e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo (10 giugno 2020) che hanno illustrato le finalità ed i contenuti della nuova normativa di settore, introdotta dal decreto-legge n. 34 del 2020 (cd. «Decreto Rilancio»).
  Accanto a questi macro-fenomeni, il Comitato ha approfondito la tematica dei lavoratori transfrontalieri costretti a disagi per recarsi sul luogo di lavoro a causa della chiusura di molti «valichi minori», insieme ad un controllo capillare di documenti e certificazioni più che di controlli sanitari, quali la misurazione della temperatura corporea con termo scanner.
  Per fornire una risposta a sollecitazioni pervenute ai componenti del Comitato è stata convocata in audizione, il 6 maggio 2020, l'ambasciatrice elvetica in Italia Rita Adam, per sensibilizzare le autorità elvetiche circa l'esigenza di riaprire alcuni valichi minori, cosa che è avvenuta pochi giorni dopo (11 maggio 2020).
  Parallelamente a questi approfondimenti conoscitivi, il Comitato ha costantemente monitorato il percorso di recesso del Regno Unito dall'Unione europea (Brexit), concretizzatasi nella dichiarazione programmatica adottata dal Governo britannico il 19 febbraio 2020.
  In particolare, il Comitato ha inteso approfondire i contenuti della nuova normativa britannica attuativa della dichiarazione, volta a modificare radicalmente il principio di libera circolazione delle persone e non priva d'implicazioni sul piano della sicurezza.
  Sul tema della libera circolazione delle persone nell'area Schengen dopo la Brexit è stata svolta, il 20 gennaio 2021, l'audizione, in videoconferenza, dell'Ambasciatore d'Italia nel Regno Unito, Raffaele Trombetta. Successivamente, il Comitato ha quindi deliberato lo svolgimento, nel marzo 2020, di una missione nel Regno Unito, al fine di sensibilizzare i competenti organi parlamentari in vista dell'adozione della menzionata normativa, che è stata annullata a causa dell'emergenza del Coronavirus.
  In relazione al nodo della cessazione della partecipazione britannica alle attività di EUROPOL, il gen. Antonio Spina, Direttore del Servizio per la cooperazione Internazionale di polizia (SCIP) del Ministero dell'interno, nel corso dell'audizione svolta dinanzi al Comitato il 26 febbraio 2020, ha evidenziato l'esigenza di agire con tempestività al fine di individuare un accordo anche su questi aspetti, per non disperdere il patrimonio di esperienze e di collaborazione acquisito.
  Di qui l'importanza di sensibilizzare la controparte sui temi della cooperazione di polizia, anche attraverso le occasioni di incontro bilaterale, sempre tuttavia nel rispetto del quadro del negoziato sulle future relazioni in corso a Bruxelles.
  Da ultimo, con l'irrompere dell'emergenza ucraina sullo scenario internazionale, a seguito dell'aggressione della Federazione Russa nei confronti dell'Ucraina, il Comitato si è dedicato all'approfondimento della risposta europea ed italiana in relazione al sistema di accoglienza dei profughi.

Conclusioni.

  La centralità delle tematiche che costituiscono oggetto dell'attività di monitoraggio, vigilanza e controllo da parte del Comitato trova conferma quotidiana nel quadro geopolitico internazionale e nell'emergere di continui focolai di instabilità e di conflitti a livello globale e lungo i confini esterni dell'Unione europea. In un simile scenario, aggravato da emergenze di tipo ambientale e climatico e da fattori di tipo demografico, i flussi migratori appaiono destinati ad intensificarsi a livello globale ed in particolare verso i Paesi dell'Unione europea, secondo rotte e percorsi ad oggi solo in parte prevedibili.Pag. 292
  L'attuale crisi russo-ucraina si inserisce in un contesto già segnato da dinamiche multipolari difficilmente controllabili e in un difficile processo negoziale europeo, finalizzato alla definizione di un nuovo Patto in materia di migrazione ed asilo e di una politica migratoria comune e condivisa.
  Ora, di fronte al dramma dei milioni di profughi ucraini in fuga verso l'UE, la risposta europea si identifica ancora come emergenziale, pur a fronte di una risposta omogenea, solidale e coesa da parte degli Stati membri.
  In questo quadro complessivo ed anche in considerazione dell'approssimarsi della fine della XVIII Legislatura, il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di EUROPOL, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione svolgerà un ruolo efficace di monitoraggio sulle materie di competenza ed approfondirà, in particolare, i profili di attualità della disciplina in materia di libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi nell'Area Schengen, valutando le modalità applicative dei nuovi indirizzi europei in materia, anche alla luce di eventuali specifici casi concreti seguendo lo svolgersi del processo di riforma in sede europea. Va in tale direzione la proroga al 30 giugno 2022 dell'indagine conoscitiva sulla gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone, ed anche il programma di missioni e sopralluoghi in Italia e all'estero, già deliberati dall'ufficio di presidenza del Comitato, integrato dai rappresentanti dei gruppi.