XVIII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave «Moby Prince»

Resoconto stenografico



Seduta n. 25 di Martedì 5 luglio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Romano Andrea , Presidente ... 3 

Audizione di Roger Olivieri e Paolo Thermes, testimoni degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991:
Romano Andrea , Presidente ... 3 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 4 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 5 
Olivieri Roger , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 5 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Olivieri Roger , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Potenti Manfredi (LEGA)  ... 6 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 6 
Olivieri Roger , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 6 
Romano Andrea , Presidente ... 6 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 7 
Olivieri Roger , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 7 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 7 
Romano Andrea , Presidente ... 7 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 7 
Romano Andrea , Presidente ... 7 
Thermes Paolo , testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991 ... 7 
Romano Andrea , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA ROMANO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite impianto audiovisivo a circuito chiuso nonché via streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Come convenuto, i deputati componenti della Commissione possono partecipare all'odierna seduta in videoconferenza. Saluto i colleghi che vedo collegati appunto in videoconferenza – l'onorevole Deidda, l'onorevole Ciagà e l'onorevole Marino – oltre al collega Manfredi Potenti che è qui presente.

Audizione di Roger Olivieri e Paolo Thermes, testimoni degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991.

  PRESIDENTE. Oggi, come sapete, abbiamo all'ordine del giorno l'audizione del dottor Olivieri e dell'avvocato Thermes, che nel 1991 erano in servizio presso l'Accademia navale di Livorno – il dottor Olivieri come guardiamarina della Guardia costiera e l'avvocato Thermes come ufficiale di complemento della Guardia costiera – e che furono testimoni degli avvenimenti di quella sera, soprattutto per la parte precedente alla collisione, ciò che ha sempre reso le loro testimonianze particolarmente importanti. Dopo le ricapitolerò nei punti fondamentali. Ricordo che il dottor Olivieri e l'avvocato Thermes stesero autonomamente una relazione nei giorni successivi alla tragedia e sono stati ascoltati varie volte sulla vicenda, sia dalla procura di Livorno sia dalla Commissione d'inchiesta parlamentare che ha lavorato nella scorsa legislatura presso il Senato della Repubblica.
  L'audizione oggi si svolge in forma libera e di essa sarà redatto e pubblicato un resoconto stenografico. Avverto che, considerate le modalità di svolgimento della seduta, qualora gli auditi dovessero ritenere che taluni argomenti sui quali intendono riferire richiedano di essere assoggettati a un regime di segretezza, la Commissione valuterà le modalità più opportune per consentire loro di farlo. Se ritenete di comunicare qualcosa su cui desiderate che sia tenuto il segreto, quindi, me lo comunicate e passiamo in seduta segreta.
  Voglio ricordare prima dell'audizione quelli che, secondo me e per quello che ho compreso, sono stati i punti qualificanti di quanto detto dal dottor Olivieri e dall'avvocato Thermes nel corso degli anni, ovvero che prima della collisione i nostri due auditi si trovavano presso l'Accademia navale di Livorno e circa venti minuti prima della collisione – poi vedremo l'orario preciso, è anche agli atti – hanno guardato con attenzione la petroliera Agip Abruzzo e hanno notato due fenomeni: la comparsa di una nube gassosa, che hanno interpretato come potenzialmente provocata da vapore acqueo, e poi la comparsa all'interno della nube, in coincidenza con la posizione dell'Agip Abruzzo, di bagliori rossastri. La loro valutazione – non ricordo se di entrambi o di uno dei due – è che tutto questo abbia dato l'impressione che le luci dell'Agip Abruzzo si fossero spente improvvisamente. Questi tre punti li ho compresi come punti qualificanti, anche perché questa Commissione d'inchiesta sta dedicando molta attenzione all'Agip Abruzzo. Questo non perchéPag. 4 la precedente Commissione non l'abbia fatto; la Commissione del Senato ha lavorato anche sull'Agip Abruzzo, disegnando alcune ipotesi che sarebbero meritevoli di approfondimento. Noi stiamo approfondendo il tema dell'Agip Abruzzo sia per quanto attiene al potenziale ruolo che ebbe nel corso di quella vicenda, sia per quanto riguarda l'accordo assicurativo che fu stipulato successivamente – questa fu una scoperta della precedente Commissione – tra i due soggetti armatoriali. Sull'accordo assicurativo l'avvocato Molisani sta svolgendo una perizia molto specifica, anche grazie all'analisi di carte che ci sono state date dall'Eni.
  Perché abbiamo chiesto al dottor Olivieri e all'avvocato Thermes di tornare di nuovo in Parlamento? Mi rendo conto che non era scontato e li ringrazio per la loro disponibilità. Abbiamo chiesto loro di venire in questa Commissione d'inchiesta perché è molto importante anche solo ribadire o, eventualmente, dettagliare maggiormente e approfondire quanto videro prima della collisione relativamente all'Agip Abruzzo.
  La prima domanda che faccio ai nostri due auditi è se intendono ripetere e confermare le dichiarazioni già rese nel corso degli anni relativamente a questi tre punti. Dopodiché i commissari, sia presenti sia collegati, potranno porre le domande che riterranno. Grazie.

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Buonasera, sono l'avvocato Paolo Thermes. Come esposto dal presidente, all'epoca dei fatti ero in servizio come ufficiale della Guardia costiera, espletavo il mio periodo di servizio militare. Sia io sia il mio amico e collega Roger eravamo ufficiali addetti alla sezione velica dell'Accademia navale. In sostanza, eravamo istruttori di vela in Accademia: insegnavamo ad andare in barca agli allievi e anche agli ufficiali che avessero voluto farlo.
  Posso dire innanzitutto e sicuramente che a distanza di così tanto tempo io continuo ad avere le stesse immagini e gli stessi ricordi, quindi confermo esattamente quello che scrissi nell'immediatezza dei fatti in un rapporto che in realtà nessuno ci chiese formalmente, ma che noi ritenevamo di dover fare (era un rapporto al nostro diretto superiore di quel tempo), anche perché nella notte in cui avvenne questa collisione ci fu un notevole trambusto all'interno dell'Accademia, per una serie di ragioni legate ad aspetti organizzativi della vita interna dell'Accademia. Quindi, era praticamente di dominio pubblico il fatto che noi avessimo assistito a questo incidente, o meglio, che avessimo assistito alle fasi precedenti il sinistro, dunque ci ritenemmo in obbligo di riferire ai nostri superiori.
  In estrema sintesi, posso dire che quello che vedemmo fu il traghetto, completamente illuminato, uscire dal porto. Noi ci trovavamo in un punto dell'Accademia prospiciente sul mare, una sorta, di terrazza che è vuota, libera sul davanti. Ci trovavamo lì e abbiamo visto il traghetto uscire dal porto, sfilarci davanti nella consueta rotta verso la Sardegna. Era una nave di linea, quindi l'avremo vista passare altre decine di volte. Contemporaneamente avevamo notato questo susseguirsi di fenomeni su una delle diverse navi che erano alla fonda aspettando di poter entrare nel porto di Livorno, fra cui due petroliere dell'Agip, che erano l'Agip Abruzzo e l'Agip Napoli, che era ancorata leggermente più a Nord rispetto alla prima. Sull'Agip Abruzzo, e solo su quella nave, a un certo punto iniziò a formarsi una sorta di nuvola. Era un fenomeno che insisteva solo su quella nave e non sulle altre, neanche in termini di progressione; quindi non abbiamo mai avuto la sensazione che stesse avanzando un banco di nebbia o qualcosa del genere. La nave si avvolse in questa sorta di nuvola biancastra che da dove eravamo noi, a distanza di un miglio e mezzo, sembrava oggettivamente vapore o acqua nebulizzata, qualcosa del genere. Parliamo di una petroliera lunga duecento metri, quindi comunque una cosa monumentale anche a quella distanza. Erano le dieci di sera, quindi era già buio. Questa nuvola biancastra l'avevamo notata perché era retroilluminata dalle luci di bordo della petroliera. Immaginate una petroliera illuminata con i fari arancioni, che illuminano questa sorta di nuvola; a un certo punto, Pag. 5improvvisamente, si spegne tutto e – correggimi se mi sbaglio, Roger – lì dove c'era la petroliera viene il buio completo.
  A questo punto, per dei motivi piuttosto banali ci siamo dovuti spostare da lì e andare nei nostri alloggi, come si dice in termine militaresco. Siamo entrati nelle nostre stanze, che erano a distanza di cinquanta metri dal punto dove stavamo osservando, ma erano al secondo piano, quindi con una visuale ancora più libera rispetto a quella di prima. Ci affacciamo alle finestre e vediamo una serie di bagliori che attraversavano quella che sembrava una cortina di fumo, a tutti gli effetti. Si intravedevano questi bagliori rossastri. La cosa che abbiamo pensato oggettivamente era che si trattasse di un incendio.

  PRESIDENTE. Sempre prima della collisione?

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. In quell'istante, a un certo punto arriva a terra questa specie di rumore come di una lastra – immaginate una lastra di metallo che viene scossa, un po' come si fa nel teatro – ma non abbiamo visto il traghetto contro la nave. Abbiamo sentito quel rumore e l'abbiamo associato a quello che vedevamo, cioè quei bagliori e così via.
  A questo punto siamo scesi di nuovo di sotto, al piano dell'acqua, dove c'è il porticciolo interno dell'Accademia. Lì avevamo a disposizione delle radio ricetrasmittenti; le abbiamo prese e ci siamo messi in ascolto sul canale 16. Da lì in poi abbiamo ascoltato praticamente per tutta la notte il traffico radio, dalle prime chiamate all'avvisatore marittimo del porto, poi l'intervento dei Vigili del fuoco, l'intervento della capitaneria e così via. Questo è il mio ricordo.

  PRESIDENTE. Grazie.

  ROGER OLIVIERI, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Buon pomeriggio a tutti. Grazie, Paolo, del tuo racconto. Io confermo tutto ciò che è stato detto sia nell'introduzione sia dall'amico e collega Paolo. Aggiungo solo un particolare che mi continua a rimanere, credo, abbastanza fresco, anche se sono passati diversi anni: nel tragitto che noi facemmo nel primo piazzale, che era prospiciente al mare, come raccontava Paolo, io ricordo che fummo colpiti anzitutto da una serata stupenda, magnifica, e dalle luci del traghetto e delle navi che erano in rada. Noi avevamo due alloggi affiancati – scusate se condisco con particolari che non sono inerenti – ed eravamo abbastanza fortunati perché altri colleghi non li avevano con la vista sul mare. Quindi molto spesso passavo il dopocena a studiare e affacciarmi alla finestra, gustandomi questo spettacolo. Eravamo andati a prendere nella mia macchina una cosa da mettere nell'alloggio; gli avevo chiesto una mano perché era un po' ingombrante. Il caso ha voluto che vedessimo... Fummo colpiti anche da questo particolare delle luci del traghetto che usciva dalla diga del porto, in una rotta che, come diceva Paolo, era verso la Sardegna, verso Sud, ma dalla nostra prospettiva non avremmo potuto assolutamente valutare pericoli, impatto, rotta precisa. Aggiungo che ricordo che il bagliore rossastro, che a noi diede l'impressione di un incendio, era molto concentrato sulla parte poppiera della nave. Scoprimmo dopo, dalle comunicazioni radio, che la petroliera era l'Agip Abruzzo; era la prima petroliera davanti a noi con la prua rivolta a Nord e bagliori concentrati, sembrava, alla base del castello di poppa. Le petroliere hanno il castello tutto quanto verso poppa, quindi sembrava un evento concentrato lì. Fummo anche colpiti da questo spegnersi improvviso, come ha detto Paolo; come se in questa sala spegnessimo le luci e ci fosse non un buio progressivo – come uno spegnimento delle luci da Nord a Sud, da prua a poppa – ma un clic, su una nave di duecento metri di lunghezza. Questa è una cosa che ci ha colpito molto. Ci siamo riaffacciati dal mio alloggio, abbiamo continuato a vedere questo fenomeno e questi bagliori rossastri. Poi di fatto non riuscivamo a darci una spiegazione. Ci siamo salutati, io mi sono rimesso a studiare, Paolo è tornato nel suo alloggio. Dopo pochi minuti abbiamo sentito questa forte Pag. 6esplosione sorda e abbiamo visto il fungo di fiamme, tant'è vero che, prima di andare a prendere i VHF e così via, scendemmo sotto in sala mensa ufficiali a cercare l'ufficiale più anziano, anche se fuori servizio, perché c'era una partita di Champions League in quel momento. Tutti gli ufficiali erano in sala televisione, quindi entrammo e avvisammo un tenente di vascello di cui non ricordo il nome, che era comandante dei cacciamine che servivano all'istruzione degli allievi dell'Accademia, che però erano in legno. L'abbiamo subito avvisato dicendo: «Abbiamo sentito un'esplosione, c'è probabilmente un incendio». Successivamente fu lui, credo, ad avvisare il corpo di guardia dell'Accademia. Fu questa una cosa che ci mise abbastanza angoscia, insieme a tutto il resto, perché gli allievi del primo anno dormono a finestre aperte; quindi, col passare della prima ora, con l'avvicinarsi della colonna di fumo, col sentire l'odore di bruciato, avvisammo di andare a chiudere le finestre e così via. Fu un post abbastanza concitato, ma dopo l'esplosione io non ricordo di aver visto null'altro che questa nuvola di fumo che arrivava e che poi ha coperto tutti i locali dell'Accademia, dove eravamo. Dopo rimanemmo in ascolto radio fino all'una, l'una e un quarto abbondante di notte.

  PRESIDENTE. Ho una sola domanda, ringraziandovi: un chiarimento sulla posizione della prua dell'Agip Abruzzo. Il dottor Olivieri ha detto che era a Nord.

  ROGER OLIVIERI, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Io ricordo che era verso mare, verso la Meloria. Magari non era Nord magnetico, ma era verso mare. Questa cosa mi è stata chiesta diverse volte, sia in udienza, sia dal primo perito. Io confermo quello che ho scritto nel rapporto fatto la mattina dopo l'incidente.

  PRESIDENTE. Grazie ancora. A questo punto i colleghi presenti e collegati, se vogliono rivolgere domande o richieste di chiarimento ai nostri due auditi, sono i benvenuti. Onorevole Potenti, prego.

  MANFREDI POTENTI. Ringrazio anzitutto gli auditi per la loro presenza e anche per la loro comprensione, essendo nuovamente sottoposti a un'audizione che capisco possa essere anche tediosa; ma è chiaro che, rispetto ai tanti che magari abbiamo audito e che anche de relato ci hanno potuto riferire fatti e circostanze, la vostra, in quanto testimoni diretti del fatto, è sicuramente fra le più pregevoli e rilevanti testimonianze che ci possano essere.
  Vorrei domandare questo: il dottor Olivieri ha parlato di esplosione, mentre lei, avvocato Thermes, ha detto invece di avere sentito un rumore tipico di lamiere o di rumori che si creano in teatro, quindi una sorta di tuono, se non ho capito male. Vorrei capire meglio questo tipo di riscontro uditivo.

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Evidentemente ho usato un esempio poco calzante. Abbiamo sentito quello che si potrebbe definire banalmente un botto, un colpo, un boato. Ora, io l'ho associato a una sorta di tuono molto potente, Roger l'ha definita esplosione; il concetto nei fatti è lo stesso: sentimmo lo stesso rumore. Ricordo che eravamo ognuno nella propria stanza, Roger è corso, è entrato nella mia e ha detto: «Affacciati alla finestra perché è successo qualcosa. C'è stato questo botto, l'hai sentito?». Io avevo sentito questo rombo e quindi ovviamente anch'io mi sono affacciato, ho guardato e abbiamo assistito a questa cosa. Ma direi che è solo un problema di descrizione, nella sostanza è la stessa cosa.

  ROGER OLIVIERI, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Onorevole, se posso aggiungere, se non ricordo male – sono sempre passati trent'anni – il nostro primo commento quando chiamammo l'ufficiale fu: «È esplosa una petroliera».

  PRESIDENTE. Grazie. Se i colleghi vogliono rivolgere domande o richieste di chiarimento, sono i benvenuti. La parola all'onorevole Deidda.

Pag. 7

  SALVATORE DEIDDA. Grazie, e grazie anche agli auditi. Una domanda molto semplice, perché il loro racconto è stato abbastanza chiaro e, nonostante il tempo trascorso, mi sembra molto preciso. Vorrei sapere se, dopo che queste dichiarazioni sono state rese pubbliche, c'è stata qualche smentita, qualche spiegazione, qualcuno che ha commentato, magari con un commento banale come: «Siete stati suggestionati». Anche perché, se loro erano vicino ai loro alloggi, non è che non c'è stato rumore... Si delinea un quadro molto diverso da quello che è stato il primo racconto o l'esito di una sentenza. Tutto qui, e grazie ancora per l'audizione.

  ROGER OLIVIERI, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Onorevole, grazie. Paolo forse ha ricordi più precisi, da parte mia ricordo soprattutto... Anche se poi mi sono riletto quei verbali e forse ero anch'io un po' sotto pressione durante la prima udienza presso il tribunale di Livorno. Ricordo che fui messo molto sotto pressione sulle mie conoscenze e competenze nautiche, sulla capacità di riconoscere una petroliera, sul fatto che avesse la prua rivolta al mare, a Nord o meno. Questo sì – però questa è una questione personale – l'ho vissuto un po' come tentativo di smentire quello che abbiamo riportato e quello che abbiamo visto.

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Se posso aggiungere, in realtà, nel tempo, più periti che furono incaricati ci descrissero un po' come due spettatori dotati di una certa fantasia o che comunque si erano lasciati suggestionare dai fatti. Ci fu qualcuno fra i periti dell'Agip, se non sbaglio, che ci definì due emulatori di Salgari.

  PRESIDENTE. Si ricorda chi?

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Il nome non lo so, però è negli atti; volendo, lo potreste anche ritrovare. La questione inizialmente era quasi tutta incentrata su due cose: la prima era la posizione delle navi alla fonda e la loro direzione, e l'altra la presenza o meno della nebbia – la famosa questione della nebbia – nel momento della collisione. Siccome abbiamo sempre sostenuto – e io lo continuo a sostenere – che non ci fosse un filo di nebbia e che la serata era assolutamente limpida, la questione era nata su questa cosa; perché fin dall'inizio c'è stata – ed è stata coltivata – una versione dei fatti che prevedeva l'intera scena come contaminata da una fitta nebbia che improvvisamente era sopraggiunta sul posto. Quindi sì, ci sono state delle contestazioni sulle nostre deposizioni.

  PRESIDENTE. Grazie. Mentre i colleghi valutano se porre un'altra domanda, vorrei solo una conferma: la relazione che avete redatto all'indomani, spontaneamente, come ci avete già detto, è stata consegnata ai superiori diretti? Poi la ritroviamo agli atti.

  PAOLO THERMES, testimone degli avvenimenti della sera del 10 aprile 1991. Sì.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande o commenti da parte dei commissari e se i nostri auditi non vogliono aggiungere altro, dichiaro conclusa l'audizione, ringraziando davvero nuovamente i nostri due ospiti per essere tornati. È stato veramente importante e credo che sarà rilevante per il lavoro che stiamo svolgendo. Grazie.

  La seduta termina alle 15.30.