XIX Legislatura

Commissioni Riunite (V Camera e 5a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 4 di Lunedì 5 dicembre 2022
Bozza non corretta

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo , Presidente ... 3 

Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari (Attività conoscitiva preliminare all'esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, ai sensi dell'articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera):
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo , Presidente ... 3 
Cavallari Lilia , presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 3 
Guerra Maria Cecilia (PD-IDP)  ... 18 
Dell'Olio Gianmauro (M5S)  ... 20 
Marattin Luigi (A-IV-RE)  ... 23 
Lai Silvio (PD-IDP)  ... 25 
Comaroli Silvana Andreina (LEGA)  ... 28 
Nicita Antonio  ... 29 
Cavallari Lilia , presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio ... 31 
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo , Presidente ... 40

Sigle dei gruppi parlamentari:
Fratelli d'Italia: FdI;
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista: PD-IDP;
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE: FI-PPE;
Azione - Italia Viva - Renew Europe: A-IV-RE;
Alleanza Verdi e Sinistra: AVS;
Noi Moderati (Noi con L'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro) - MAIE: NM(N-C-U-I)-M;
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-+Europa: Misto-+E.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA V COMMISSIONE
GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI

  La seduta comincia alle 20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la resocontazione stenografica e la trasmissione attraverso la web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della presidente dell'Ufficio parlamentare
di bilancio, Lilia Cavallari.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, innanzi alle Commissioni bilancio della Camera e del Senato, della presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, professoressa Lilia Cavallari, nell'ambito dell'attività conoscitiva preliminare all'esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, ai sensi dell'articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera.
  Nel ringraziare la professoressa Lilia Cavallari, salutiamo anche i componenti dell'Ufficio parlamentare di bilancio, il professor Giampaolo Arachi e la professoressa Valeria De Bonis. Prego, professoressa Cavallari.

  LILIA CAVALLARI, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Grazie presidente, buonasera onorevoli deputati e senatori. Visto l'orario, cercherò di essere breve e spero chiara.
  La manovra si inquadra in un contesto macroeconomico che è caratterizzato, come voi sapete, da un forte rallentamento Pag. 4delle prospettive di crescita sia nell'economia mondiale sia per quanto riguarda il nostro Paese, un contesto caratterizzato da un'inflazione sostenuta, che colpisce diverse economie, quindi che ha cause anche globali legate alla dinamica dei prezzi dell'energia. Sull'inflazione nelle nostre previsioni, come anche numerosi altri previsori, ci aspettiamo di essere vicini al picco dell'inflazione. La maggior parte dei previsori prevede che il picco sarà in quest'ultimo trimestre del 2022, alcuni anche nel primo trimestre del 2023, quindi dovremmo essere vicini al momento in cui l'inflazione comincia a diminuire: ci aspettiamo quindi un rallentamento del processo inflazionistico e delle tensioni sui prezzi nel corso del 2023. È un contesto caratterizzato da una notevole incertezza, che riguarda sia le prospettive della macroeconomia sia le dinamiche dei mercati energetici, quindi i fattori geopolitici che sono dietro a tali dinamiche.
  Si tratta di un contesto caratterizzato anche da un diverso orientamento delle politiche economiche: un orientamento delle politiche monetarie che è decisamente più restrittivo, anche questo a livello globale: sono le principali banche centrali cioè che adottano una politica monetaria restrittiva e anche la Banca centrale europea (BCE) sia attraverso rialzi dei tassi di interesse, che possiamo ben prevedere non saranno ancora terminati – avremo infatti ancora ulteriori rialzi dei tassi – sia attraverso un restringimento degli acquisti dei titoli sovrani, quindi degli asset delle attività delle banche centrali. Sono terminati i programmi straordinari di acquisto titoli della BCE e, quindi, ciò imporrà una maggiore necessità di trovare il finanziamento del debito sovrano sul mercato rispetto a quanto è stato in passato.
  L'altro elemento di contesto politico-economico riguarda la governance economica europea. Come sapete è stata presentata una proposta di revisione delle regole fiscali europee, che è una Pag. 5proposta che si basa essenzialmente sul fatto di sottolineare l'importanza dell'obiettivo di stabilità della finanza pubblica e, quindi, di sostenibilità del debito pubblico, coniugandola con prospettive di crescita sostenuta e sostenibile. L'elemento più nuovo di questa proposta ha a che vedere con piani specifici per singolo Paese e piani di consolidamento fiscale specifici per Paese. Quindi è in questo contesto, caratterizzato da questi elementi, che si iscrive e che si realizza la manovra.
  Riguardo alle dimensioni della manovra non vi ripeto tanti numeri, perché trovate nella memoria una ricostruzione dettagliata di tutti i momenti e di tutti i numeri della manovra, che illustrerò solamente per linee più generali, per poi entrare nello specifico delle analisi che abbiamo potuto svolgere nel tempo a disposizione.
  È una manovra lorda nell'ordine di 42 miliardi di euro ed è una manovra netta all'incirca di 21 miliardi di euro. È una manovra che conferma gli obiettivi programmatici della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF), che abbiamo discusso in quest'aula qualche settimana fa: obiettivi programmatici sia sull'indebitamento netto, quindi sul disavanzo, sia obiettivi di riduzione del rapporto debito/PIL. Alla fine del periodo dell'orizzonte di programmazione è prevista una riduzione all'incirca di 9 punti percentuali del rapporto debito/PIL, che quindi si attesterà intorno ad un valore di 141 per cento.
  La manovra è formata da una riduzione delle entrate nette nei quattro anni, dal 2022 fino al 2025, e la riduzione più sostanziosa riguarda l'anno 2023: siamo nell'ordine di quasi 10 miliardi. È previsto un aumento delle spese nette nel primo biennio 2022-2023 e una riduzione delle uscite nel secondo biennio 2024-2025, in particolar modo per quanto riguarda il 2025 e, quindi, alla fine dell'orizzonte di programmazione.Pag. 6
  Questa manovra finanzia impieghi che riguardano in modo preponderante misure a sostegno del caro energia, quindi tutto il maggiore indebitamento nell'anno 2023, pari a 21 miliardi di euro della manovra netta, è utilizzato per intero allo scopo di finanziare le misure a favore del sostegno sia delle imprese sia delle famiglie. Quindi, 21 miliardi di euro sono spesi per finanziare misure contro il caro-energia: si tratta di misure temporanee che per la maggior parte si esauriscono nel primo trimestre del 2023. È previsto un ampliamento e un rafforzamento degli strumenti che sono stati messi in campo già nel 2022 con l'introduzione di differenze di disciplina, per esempio un ampliamento della base dei percettori del bonus sociale, che passa da 12 mila a 15 mila euro di ISEE; l'eliminazione delle misure più universali, che sono, ad esempio, le accise sulla benzina. Questa è la parte preponderante della manovra, in termini proprio quantitativi di impieghi. Accanto a questo, ci sono molte misure – è una legge di bilancio molto ricca – che possiamo racchiudere in quattro categorie principali: misure fiscali; misure che riguardano lavoro, famiglia e sociale; misure che riguardano la sanità; misure che riguardano la crescita e gli investimenti.
  Come vi dicevo, sono molte misure e trovate nella memoria la descrizione dettagliata di ogni tipo di misura e anche delle relative risorse e impieghi. Per darvi giusto un'idea dei principali attori della manovra, ricordo tra le misure di politica fiscale, dal lato dell'impiego, quindi dal lato delle uscite, le misure concernenti la tassazione dei redditi del lavoro autonomo; il differimento di alcune tasse, la Sugar Tax e la Plastic Tax; le agevolazioni, ad esempio, per il mutuo per l'acquisto della prima casa e così via.
  Dal lato delle risorse, la parte più consistente viene dal contributo sugli extraprofitti: è introdotto un contributo di Pag. 7solidarietà per le imprese che operano nel settore energetico che si aggiunge al contributo previsto dal Governo precedente; ci sono poi anticipi anche di tassazione con soluzione in forma agevolata, cioè si pagano prima le imposte rispetto al momento in cui sarebbe dovuta arrivare la prenotazione, con un trattamento fiscale favorevole. Questo è il grosso nel capitolo misure fiscali.
  Nel capitolo famiglia e sociale, dal lato degli impieghi, la parte più rilevante è rappresentata dalla decontribuzione, dal cuneo fiscale e dalle misure di flessibilità in uscita riguardanti le pensioni, quindi Opzione Donna, Quota 103 e così via.
  Dal lato delle risorse, la parte più significativa è rappresentata dalla revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni e dal reddito di cittadinanza, riguardo al quale, come sapete, viene ridotta la platea per il 2023 e, dall'anno successivo, la misura è soppressa in vista di una ridefinizione di una nuova misura per il controllo della povertà e per le politiche attive.
  Sul lato della sanità, viene incrementato il Fondo sanitario nazionale per tutti e tre gli anni dell'orizzonte, 2023-2024-2025, che per l'anno 2023 copre in larga misura le spese per il caro-energia; e sono inoltre previste misure più limitate per la crescita e per gli investimenti attraverso i diversi fondi di sostegno delle piccole e medie imprese, attraverso i fondi che attribuiscono risorse per far fronte all'aumento del prezzo dei materiali e anche per far fronte all'aumento dei costi e dei prezzi dei materiali negli appalti pubblici.
  Quindi sin qui ho delineato una fotografia per linee molto generali della manovra, trovate chiaramente tutti i dettagli nella memoria.
  Le indicazioni di massima che noi formuliamo sono le seguenti. È una manovra in continuità con l'obiettivo di riduzione del debito e, quindi, anche con l'obiettivo di graduale Pag. 8riduzione del disavanzo: la continuità nel mantenere obiettivi di sostenibilità della finanza pubblica, di sostenibilità dei conti pubblici è sicuramente apprezzabile, tanto più nel contesto macroeconomico di cui dicevamo all'inizio, cioè tanto più in un contesto in cui il debitore sovrano deve andare un po' di più sul mercato rispetto a quanto fosse in passato e peraltro fronteggia delle condizioni di finanziamento che sono in deterioramento, che sono sicuramente più stringenti di quelle che c'erano un tempo.
  Vi è un altro elemento di continuità che riguarda la mole e la natura delle risorse a favore del sostegno per imprese e famiglie sul caro-energia: sono misure temporanee che riguardano essenzialmente il primo trimestre del 2023 e che insistono sulle famiglie più bisognose e sulle imprese energivore, maggiormente colpite dal caro-energia: anche in queste disposizioni vediamo una linea di continuità. Guardando in prospettiva, segnaliamo rischi legati sostanzialmente alla presenza di pressioni o esigenze di ammortizzare, di compensare gli effetti dell'inflazione che potrebbero riproporsi anche nella seconda metà dell'anno. Le tensioni sui prezzi, come vi dicevo, sono previste sicuramente in discesa, quindi anche la pressione per l'adozione di di queste misure è presumibile che sarà più bassa. Ciò nondimeno, occorre pensare a una strategia ordinata di graduale uscita dalle misure di sostegno che dovrà essere sempre di più temporanea, sempre di più selettiva, sempre di più mirata in favore di chi è effettivamente bisognoso.
  Oltre alle disposizioni riguardanti i costi energetici, che fanno la parte del leone nella manovra, sono previste un insieme piuttosto numeroso di misure che riguardano, come vi dicevo, quelle diverse categorie e che costituiscono i primi passi in prospettiva di una riforma più organica dei diversi comparti Pag. 9ai quali tali misure si riferiscono, quindi al comparto della tassazione, delle pensioni e del reddito di cittadinanza.
  Prima di entrare nel dettaglio delle analisi che abbiamo svolto, premetto che abbiamo sollevato una serie di cautele che riguardano alcune incertezze nelle quantificazioni degli effetti di alcune di queste misure, anche se non tutte. Tali incertezze di quantificazione riguardano tanto misure dal lato degli impieghi, quanto misure dal lato delle risorse: ad esempio le stime sul gettito della definizione agevolata dei contenziosi; le stime sull'onere della flat-tax incrementale o, ad esempio, sul gettito del contributo straordinario di solidarietà per le imprese che operano nel settore energetico. Alcune misure, per esempio le anticipazioni di imposta, per loro natura hanno effetti positivi sul gettito nell'immediato, perché si anticipa la riscossione dell'imposta, ma hanno poi effetti negativi che non sono contabilizzati perché si materializzeranno al di là dell'orizzonte di programmazione.
  Quindi vi è la necessità di adottare cautele o quantificare in maniera accurata e precisa l'impatto delle misure, sia dal lato delle spese sia dal lato delle entrate.
  Passando ad illustrare le misure nello specifico, iniziamo dalle misure energetiche, che, come abbiamo detto, insistono sia dal lato delle spese sia dal lato delle entrate. Per quanto riguarda il lato delle spese, abbiamo riproposto un'analisi che avevamo già fatto in passato sugli effetti distributivi che hanno le misure di sostegno contro il caro-energia erogate in favore delle famiglie. Come vi dicevo, sono previste misure universalistiche, cioè che non discriminano tra i tipi di percettori, ad esempio gli oneri generali di sistema, e altre misure invece più mirate, ad esempio il bonus sociale, e altre di questo genere.Pag. 10
  Non so se voi avete una copia della memoria. L'abbiamo spedita per posta elettronica, quindi forse non è molto agevole vederla. Potete leggerla sui telefonini, perfetto.
  Per avere un'idea dell'impatto distributivo di queste misure, potete osservare la figura a pagina 47. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo verificato l'impatto dell'inflazione e delle misure di sostegno contro l'inflazione per fasce di spesa. La prima fascia, cioè il primo decile, rappresenta le famiglie più bisognose, quindi con un livello di spesa relativamente più basso e viceversa man mano che andiamo sui decili maggiori. Le barre rosse rappresentano la perdita di potere di acquisto, divisa nelle sue componenti: energia in colore rosso più intenso; non energia, tutto il resto, in colore rosso più chiaro.
  Ad esempio, vedete che per il primo decile, cioè per le famiglie relativamente più povere, la perdita di potere di acquisto è nell'ordine del 15 per cento; mentre la perdita di potere di acquisto in media è nell'ordine dell'8 per cento. Quindi c'è una differenza molto grande: ciò significa che il profilo dell'inflazione è fortemente regressivo, qualcosa che chiaramente sapevamo, perché le famiglie relativamente più vulnerabili hanno una quota maggiore di spesa investita in beni il cui prezzo aumenta, cioè tipicamente, ad esempio, le bollette. Le barre blu invece rappresentano l'effetto di compensazione che viene dalle misure.
  Quindi la figura ci spiega che l'inflazione è regressiva e che l'impatto delle misure è a favore delle famiglie particolarmente bisognose, cioè la compensazione maggiore la vedete sul primo decile. Quindi, in questo senso, tali misure sono mirate a sostenere le famiglie relativamente più bisognose.
  Come vi dicevo, queste misure esauriscono in larga parte i loro effetti nel primo trimestre.Pag. 11
  In prospettiva, che cosa possiamo dire quindi sul resto dell'anno? Sul resto dell'anno, come vi dicevo, c'è una previsione di rallentamento dell'inflazione, che quindi riduce, da un lato, le pressioni e le esigenze di compensazione; ma, dall'altro lato, c'è comunque un effetto sul livello dei prezzi, nel senso che l'inflazione è il tasso di variazione dei prezzi ma, anche se nella seconda metà dell'anno l'inflazione fosse zero, comunque il livello dei prezzi sarebbe più alto, e quindi vi può essere un'esigenza di accompagnare l'aggiustamento dell'economia verso questo livello più alto dei prezzi anche nella seconda metà dell'anno. Nella seconda metà dell'anno, quando gli spazi di manovra diventano molto più stretti, diventa importante, anzitutto, rendere quanto sempre più possibile selettive e temporanee queste misure, quindi agire sul tipo di misure; e, in secondo luogo, immaginare una graduale uscita dalle misure di sostegno.
  L'altro insieme di interventi sull'energia riguarda il lato delle entrate e, quindi, il contributo di solidarietà imposto alle imprese che operano nel settore energetico. Su questo, in sostanza, dimostriamo che c'è una effettiva maggiore redditività delle imprese che operano nel settore energetico rispetto alle altre, sia scomponendo le energie rinnovabili sia considerando il settore energetico tutto insieme. Quindi, in questo senso, una sorta di giustificazione di fondo per chiedere un contributo straordinario in quel comparto è insita nel fatto che tale comparto è stato fortemente avvantaggiato dall'aumento del prezzo dell'energia.
  Dall'altro lato facciamo notare anche una serie di difficoltà, come vi dicevo prima, nella quantificazione degli effetti delle misure, ossia del gettito, che si può prevedere derivi da questo tipo di misura.Pag. 12
  Per quanto riguarda la tassazione, vi farei vedere la figura a pagina 57. Anche su questa materia abbiamo molte analisi: stiamo parlando della misura che estende la soglia di accesso al regime forfetario, quindi dai 65.000 euro agli 85.000 euro di reddito. Quindi facciamo vedere innanzitutto che è una misura che riguarda una potenzialità di contribuenti nell'ordine di 170 mila: quindi i contribuenti che rientrano nella fascia 65.000-85.000 euro di reddito, lavoratori autonomi e imprese individuali, sono circa 170 mila persone. Attraverso il nostro modello di simulazione, alimentato con i dati sulla dichiarazione dei redditi dell'universo dei contribuenti, riusciamo a stimare, quindi a dare una previsione, del numero dei potenziali beneficiari.
  Come avviene questa previsione dei potenziali beneficiari? Sostanzialmente confrontando benefici e costi dell'adesione al regime forfetario. I benefici sono la differenza tra l'imposta che pagherebbero nel regime ordinario Irpef e l'imposta effettiva che pagherebbero nel regime forfetario: ma l'imposta effettiva potrebbe non essere il 15 per cento, perché dipende sostanzialmente dal livello del reddito e dalla redditività della singola impresa rispetto alla redditività del settore. Ci sono altri elementi che riguardano i contributi, che riguardano l'IVA sulle vendite e l'IVA sugli acquisti, che possono variamente combinarsi e, quindi, determinare una maggiore o minore convenienza del singolo contribuente autonomo o della singola impresa nell'aderire a questo regime.
  Attraverso il nostro modello di simulazione facciamo vedere tutta la composizione di questi effetti e vedete il risultato in questa figura, dove, per l'appunto, nel complesso i nuovi forfettari sono nell'ordine del 33 per cento; il 47 per cento non opterebbe per passare al regime forfetario e poi c'è una percentuale di coloro che non hanno le caratteristiche proprio Pag. 13di eleggibilità per partecipare al forfetario. Questo è il dato medio. Il dato medio nasconde però una forte eterogeneità all'interno del settore del comparto autonomo, nel quale l'eterogeneità che più salta agli occhi è tra i professionisti che sono fortemente incentivati a partecipare al forfetario e le imprese che lo sono invece molto meno: al 59 per cento dei professionisti conviene passare al regime forfetario, mentre meno del 23 per cento delle imprese ha convenienza in tale passaggio.
  Questa stessa eterogeneità si manifesta anche nei vantaggi a livello di settore: ci sono cioè alcuni settori, in cui chiaramente c'è una maggiore percentuale di professionisti rispetto alle imprese, in cui conviene fortemente passare al forfetario, viceversa settori in cui conviene molto meno. Quindi trovate pure i settori diciamo in cui la convenienza è totale (che sono le barre tutte rosse) e settori, invece, in cui la convenienza è molto molto bassa, ad esempio bar, impianti elettrici e così via.
  Che cosa ci racconta quindi questa figura o anche la figura che trovate sulla pagina successiva? Ci racconta che c'è una notevole eterogeneità all'interno del settore, sia nel vantaggio di partecipare al sistema forfetario sia nel vantaggio monetario, cioè nella monetizzazione di tale agevolazione: nel senso che, nella figura successiva, trovate una stima su a quanto ammonta in euro il vantaggio di partecipare. In media il vantaggio di partecipare, quindi il risparmio d'imposta, è 7.665 euro con una forte variabilità e con le imprese che hanno un vantaggio relativamente più basso, circa 5.600 euro e i professionisti che avrebbero un vantaggio relativamente più alto, sui 9.500 euro.
  Quindi questa analisi che cosa rappresenta? Rappresenta una forte eterogeneità, rappresenta una forte differenza nei vantaggi del sistema all'interno del comparto del lavoro autonomo e ciò pone alcuni profili di criticità in termini di equità: infatti individui che hanno capacità contributive simili possono Pag. 14essere assoggettati, in realtà, a contribuzioni molto diverse e a trattamenti fiscali anche molto diversi, quindi all'interno dello stesso comparto.
  Analoghe possibilità di criticità rispetto all'applicazione di un principio di equità si hanno nel rapporto tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, quindi a parità di reddito. Quindi solleviamo potenziali questioni di equità oltre a potenziali questioni di efficienza legate al comportamento opportunistico nei dintorni della soglia, nel senso cioè che c'è un incentivo chiaramente a rientrare all'interno della soglia, come mettiamo in evidenza con queste analisi. Nella memoria è contenuta una spiegazione di quali sono le varie componenti dei vantaggi fiscali del sistema che agiscono sui vari gruppi di contribuenti, sui vari cluster: abbiamo fatto un'analisi dei cluster per capire i vari gruppi di contribuenti in quali momenti e in quali misure sono avvantaggiati e svantaggiati da questa scelta, quindi trovate un bel po' di informazioni.
  Per quanto riguarda l'altro tassello, cioè la flat-tax incrementale, la misura comporta un onere per la finanza pubblica temporaneo, perché previsto solamente per il 2024, di 800 milioni di euro. La misura, come sapete, consiste in una tassazione piatta del 15 per cento su una base imponibile, comunque non superiore a 40.000 euro, calcolata sull'incremento di reddito determinato nel 2023 rispetto al reddito massimo dichiarato nei tre anni precedenti.
  Anche su tale disposizione solleviamo questioni di equità e di efficienza: questioni di equità perché individui che hanno il medesimo reddito sono soggetti ad un'aliquota differente, quindi una diversa contribuzione a seconda del fatto che il reddito sia aumentato oppure no rispetto agli anni precedenti, per la definizione di reddito incrementale. A parità di incremento di reddito, invece, il modo in cui la tassa è congegnata, cioè con Pag. 15un'aliquota piatta e con una franchigia del 5 per cento, fa sì che ci sia una convenienza maggiore per livelli maggiori di reddito, cioè il fatto che l'incremento non è legato ad un limite di reddito. Quindi il limite di 40.000 euro di incremento può essere tanto per un reddito elevato quanto per un reddito basso: l'aliquota effettiva però è molto diversa a seconda che il reddito sia elevato o basso. Quindi ci sono problemi di equità anche in questo senso: quindi non solo di equità orizzontale ma anche di equità verticale. I problemi di efficienza, invece, sono legati al fatto che la misura è temporanea, quindi non ci si può aspettare che possa avere un effetto persistente e strutturale sul comportamento dei contribuenti, cioè che possa indurre una maggiore emersione, perché è una misura che vale per un anno e quindi al massimo l'emersione si avrà in quell'anno; per contro c'è un forte incentivo ad adottare comportamenti opportunistici, cioè comportamenti che tendono chiaramente ad aumentare il reddito e quindi la fatturazione nel periodo d'imposta facilitato.
  Gli altri elementi di analisi riguardano il reddito di cittadinanza e le pensioni.
  Sul reddito di cittadinanza che cosa rileviamo? Anche in riferimento a tale disposizione, facciamo un esercizio di simulazione dei potenziali esclusi, cioè cercare di capire chi sono, quanti sono e come sono fatti i potenziali esclusi. Lo facciamo utilizzando i dati dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS). Anche in questo caso, se osservate la figura che è a pagina 77, trovate la composizione percentuale degli individui beneficiari potenzialmente esclusi. Quindi, in totale, i potenzialmente esclusi sono circa il 23 per cento, con una leggera preferenza ad escludere uomini rispetto a donne, legata probabilmente alla presenza di minori e all'assistenza a persone anziane; con una forte preferenza ma voluta, ad escludere Pag. 16persone, nella fascia di età 18-59 anni, perché sono presumibilmente occupabili e, infine, sotto il profilo della condizione lavorativa, anche con la preferenza ad escludere disoccupati e occupati rispetto, ad esempio, alla categoria delle casalinghe.
  Il fatto che gli esclusi coinvolgano determinate categorie di persone fa sì che la composizione dei beneficiari della misura, per quanto sarà una misura transitoria in vigore nel 2023, cambi sostanzialmente: cioè, da individui singoli, quindi nuclei monopersonali che originariamente rappresentavano una quota consistente, la composizione si sposta decisamente, invece, a favore di nuclei con più persone.
  Facciamo questa analisi anche a livello territoriale. A livello territoriale non sembrano esserci differenze significative in termini percentuali, ad esempio tra Nord e Sud. Chiaramente ci sono tutte le differenze di livello, perché come sappiamo il numero di beneficiari, quindi la quantità di beneficiari, è più elevata nelle regioni del Sud.
  Sotto questo profilo avremmo voluto fare analisi ulteriori, quindi ci ripromettiamo, appena avremo i dati sulla posizione lavorativa, di incrociare le stime sulla composizione degli esclusi con informazioni a livello di singola persona, cioè sullo stato lavorativo e sulla storia lavorativa, per dire qualcosa sull'effettiva occupabilità delle persone escluse. Ci ripromettiamo quindi di farlo a breve, appena avremo i dati dell'Agenzia Nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL) sulle posizioni lavorative.
  Per quanto riguarda le pensioni, che costituiscono l'ultimo aspetto, dal lato degli impieghi, sono previste varie misure di flessibilità, tra cui alcune sono semplicemente riproposizioni di misure che già erano vigenti, la cui applicazione viene in parte limitata dall'introduzione di una serie di criteri selettivi, ad Pag. 17esempio Opzione Donna, mentre altre misure costituiscono delle novità, come Quota 103.
  Riguardo a Quota 103 mostriamo come la stima dell'onere dipende essenzialmente dal grado di adesione e indichiamo una forchetta di possibili scenari di adesione: uno scenario molto ottimistico in cui tutti gli eleggibili aderiscono; uno scenario in cui riportiamo le nostre stime sui tassi di adesione a Quota 103 e verifichiamo che le stime contenute nella relazione tecnica sono effettivamente plausibili, cioè rientrano all'interno della forchetta.
  Dal lato delle risorse, è previsto l'intervento sulla revisione dei meccanismi di indicizzazione: il passaggio dal sistema a scaglioni al sistema a fasce, con una limitazione della rivalutazione per le pensioni quattro volte superiori al minimo e una maggiorazione, invece, dell'indicizzazione per le pensioni più basse.
  Questa misura ha un notevole impatto: stiamo parlando di circa 10 miliardi nei tre anni, quindi è un sacrificio, se così si può dire, non indifferente richiesto ai pensionati.
  Mostriamo che questo sacrificio è relativamente alto per pensioni di importo quattro volte superiori al trattamento minimo INPS, se raffrontato al meccanismo vigente prima, che è stato però modificato di recente nel corso del 2022; rispetto al meccanismo che c'era ancora prima, cioè fino al 2021, la penalizzazione è per pensioni relativamente più alte.
  Sulle pensioni quindi, chiaramente, dal lato degli impieghi, rileviamo che tutte le possibili opzioni di flessibilità dovrebbero essere inquadrate in una riforma organica che tenga conto di un dato essenziale vale a dire il peggioramento delle condizioni demografiche. Nei prossimi vent'anni la nostra popolazione invecchierà a ritmi molto veloci e la nostra spesa pensionistica aumenterà per effetto della transizione demografica. Di questo Pag. 18occorre tener conto per calibrare le esigenze di flessibilità con le esigenze di sostenibilità a lungo termine dei regimi pensionistici.
  Non so quanto tempo ho impiegato, ho sforato un po' con il tempo e, quindi, direi che mi fermo qui in attesa delle vostre domande.

  MARIA CECILIA GUERRA. Grazie presidente. Ovviamente il materiale che ci avete messo a disposizione, come al solito, è molto ampio e molto preciso e, quindi, richiede un'analisi ulteriore rispetto alla pur efficace presentazione, quindi probabilmente alcune cose che sto per domandare sono già scritte nella memoria ma vorrei richiamare solo tre punti.
  Uno riguarda la questione delle previsioni, in particolare per quanto riguarda gli effetti dell'inflazione sulle previsioni, specificamente sulla sanità. È un tema che abbiamo affrontato anche in altre audizioni, vorrei capire meglio questo aspetto nel senso che abbiamo previsioni che già ci indicano una diminuzione della spesa sanitaria sul PIL; tuttavia sappiamo che l'inflazione generalmente ha un effetto di trascinamento sulla spesa ma sulla spesa che si può muovere, ad esempio la spesa per acquisto di beni e servizi fatta dai Ministeri, ma non sulla spesa sanitaria che è bloccata dal fabbisogno che è predefinito. Quindi, se l'inflazione persiste, mi sembra che ciò si traduce in un rischio forte di diminuzione delle prestazioni o in una pressione forte a dover stanziare altre risorse. Vorrei sapere se avete fatto una valutazione su questo.
  Passando all'analisi, degli effetti della flat-tax, non quella incrementale, ma la flat-tax di base, che ugualmente leggerò con più cura, vorrei chiedere se, nel fare questi vostri conti sulla convenienza di tale regime, su quanti vi rientrano e quanti invece vengono esclusi, avete tenuto in considerazione soltanto l'IRPEF, oppure anche l'IRPEF locale e anche gli effetti dell'IVA, Pag. 19che pure sono richiamati in alcuni casi. Quindi vorrei capire, quando vado a leggere il numero di 7.000 euro, 5.000 euro o 4.000 euro di vantaggio, a che cosa esattamente si riferisce. Mi sembra di capire che un punto essenziale è che la soglia di 85.000 mila euro di reddito, come quella ora in vigore peraltro, corrisponde a redditi molto diversi in relazione a quanto pesano i costi, con due elementi: costi forfetariamente riconosciuti, che fanno sì che... vorrei dire che i commercianti praticamente se ne infischiano di questo innalzamento perché sono già tutti o, se non tutti, sono largamente sotto la soglia di fatto, mentre, invece, è inevitabile che siano i professionisti che sono interessati perché sono sopra la soglia. Tuttavia il fatto che hanno percentuali di riconoscimento del costo differenziati comporta che alla soglia dei ricavi corrispondono redditi diversi ed è evidente che la convenienza nella piattizzazione è tanto più alta quanto più alto è il reddito perché cadresti in scaglioni di Irpef più elevati, ma anche perché – forse è l'aspetto più problematico dal punto di vista dell'efficienza – i costi analitici possono essere diversi da quello forfetario. Vorrei capire se riuscite a cogliere o meno questo secondo aspetto in qualche modo, con il tipo di dati che avete.
  L'altra cosa, l'ultima, per pietà vostra vista l'ora, riguarda la questione del reddito di cittadinanza. Allora, sostanzialmente c'è un effetto specifico sulle famiglie monocomponenti, c'è un effetto specifico sul rischio di essere esclusi dopo gli otto mesi per le famiglie monocomponenti, perché è chiaro che quanto più allarghiamo la dimensione delle famiglie tanto più è probabile che ci sia dentro un sessantenne o un minore. A questo punto il monocomponente, specialmente se working poor, e mi sembra di aver capito che c'è questa specifica difficoltà, potrebbe essere il classico giovane che cerca di emanciparsi dalla sua famiglia d'origine.Pag. 20
  Quindi è un tema che va considerato con cura come possibilità di rischio, se ho capito bene; forse non avete tutti i dati per poter cogliere specificamente l'incidenza anche dell'età in questa famiglia monocomponente e working poor, però se ce li avete e se me li sa dire, le sono molto grata perché è un tema che mi sta molto a cuore. Grazie.

  GIANMAURO DELL'OLIO. Grazie presidente. Quattro domande rapidissime.
  Per quanto riguarda l'energia, il contributo del settore energetico, per come è scritto il disegno di legge di bilancio, quella norma sostanzialmente impatta su tutto il reddito, su tutto l'IRES, di fatto prendendo in considerazione non solo gli extra-profitti energetici ma anche gli extra-profitti che dovrebbero essere di extra-gestione caratteristica. Nell'ipotesi in cui sia stato venduto un immobile e generato un extra-profitto, quest'ultimo non dovrebbe essere preso in considerazione dalla norma, perché altrimenti andiamo a prendere di tutto e di più, senza contare che magari alcuni gruppi potrebbero avere vantaggi da una parte e svantaggi all'altra e quindi, laddove hanno extra-profitti non sono neanche effettivamente tutti correlati alla parte energetica, anzi si troveranno a pagare di più.
  Questo però mi fa pensare che dei 4 miliardi di euro circa, se non ricordo male, che sono previsti: dovrebbero essere circa 4 miliardi, almeno questo mi ricordo secondo la stima che mi sembra sia stata riportata questa mattina da Banca d'Italia. Sono 2,6 miliardi di euro? Peggio ancora, allora; di questi 2,6 miliardi di euro credo che poi alla fine accadrà qualcosa e ci saranno azioni legali per cui questi soldi non ci arriveranno e questo è un primo punto. Sottolineo che i quattro punti sono collegati. Quindi chiedo quale impatto avrà questa situazione.
  Per quanto riguarda la tassazione forfettaria, è noto che, aumentando il forfetario, ci sarà il problema della sotto-Pag. 21fatturazione per evitare di fare il salto. Ampliando ancora di più l'ambito di coloro che possono optare per tale regime e osservando la categoria di soggetti che sono fortemente propensi ad entrare nel sistema forfetario, quindi tutta la categoria dei professionisti, si creano due problemi: uno della sotto-fatturazione e quindi probabile evasione; due, potrebbe accadere che tutta una serie di dipendenti potrebbero passare dal livello di dipendenza a livello di attività professionale falsamente dichiarata pur di risparmiare, quindi con una variazione effettiva in tutto il sistema, perché ho soggetti che dichiarano di fare qualcosa, che sono cioè a tutti gli effetti dipendenti ma nella realtà fanno attività professionali e, quindi, con un altro impatto. Anche in questa ipotesi potrebbe esserci un costo maggiore.
  Sul reddito di cittadinanza mi preoccupa molto la questione – scorrendo i numeri rapidamente – che fra i soggetti che potrebbero essere esclusi c'è una quota del 29,6 per cento di occupati, i working poor quindi, che vanno a perdere, così come anche il 4,5 per cento dei pensionati. Quindi mi sto domandando cosa succederà. Perché alla fine questi soggetti, se è vero quanto è stato detto, cioè che, durante il periodo della pandemia, un milione di persone sono state salvate grazie al reddito di cittadinanza; nel momento in cui lo perdono il mio problema è che queste persone non percepiranno più questi soldi che servono per vivere e avremo un incremento di spesa sociale probabilmente, avremo un impatto: il disegno di legge di bilancio probabilmente non contempla tale impatto. Quindi, da un lato, il provvedimento considera 700 milioni risparmiati, ma non considera l'impatto sull'economia delle persone che rientrano nel ciclo della povertà e quindi non avranno la possibilità magari né di cure mediche o assistenza sociale o altro. Pertanto non ho un effetto netto, ma ho un effetto lordo che vedremo Pag. 22solamente tra quattro, cinque o sei mesi, senza contare che ritengo che, allo stato attuale, questi 700 milioni di risparmio non ci potranno essere perché, se le regioni non sono state in grado in due anni e mezzo di attivare corsi di formazione, non riusciranno nel giro di uno, due o tre mesi a riattivare i corsi di formazione, quindi dopo otto mesi non è possibile pensare di far perdere il reddito di cittadinanza alle persone. Pertanto non potranno togliere il reddito di cittadinanza a queste 400 mila persone, perché non è loro responsabilità se non sono stati attivati quei corsi, quindi ancora una volta il problema è di copertura.
  In ultimo affronto la questione del contante. Sono andato un attimo a vedere e sulla questione dell'innalzamento del contante mi sono stupito, perché la memoria da voi presentata è chiaramente ironica. Afferma infatti che: «A supporto di ciò, vi sono diverse analisi che dimostrano analiticamente l'esistenza in Italia di una relazione tra utilizzo del contante, evasione e/o riciclaggio» e sono riportate un bel po' di tabelle, oltre ai documenti della Banca d'Italia che attestano tale fenomeno. La ricerca di Michele Giammatteo da voi citata afferma che «l'incremento a 3.000 euro della soglia di utilizzo del contante approvato con la legge di bilancio per il 2016 ha avuto l'effetto collaterale di incrementare il perimetro dell'economia sommersa».
  Quindi abbiamo una misura, l'innalzamento del tetto del contante, di per sé a costo zero per lo Stato e, detto incidentalmente, anche per questo tale disposizione non dovrebbe essere contenuta in un disegno di legge di bilancio proprio perché è una misura ordinamentale, ma lasciamo perdere questo aspetto: è stata fatta infatti una forzatura. Il problema tuttavia è che l'innalzamento genererà evasione, e quindi un'ulteriore perdita di gettito per lo Stato.Pag. 23
  Queste quattro domande, in realtà, sono tutte collegate ad un'unica osservazione: ma tutte queste misure di copertura del disegno di legge di bilancio così come sono state previste di fatto non mi permetteranno di avere quanto mi serve per coprire le altre misure che generano spese, perché non avrò corrispondenti entrate; infatti avrò sotto-fatturazione e avrò perdita di gettito che nella legge di bilancio non è contemplata.
  Quindi vorrei capire se è un approccio che avete studiato, avete pensato o qual è il vostro pensiero sull'effettiva capacità di queste norme, almeno di queste quattro, di poter essere applicate per costituire la copertura alle disposizioni onerose del disegno di legge di bilancio. Grazie.

  LUIGI MARATTIN(intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie alla presidente Cavallari, come al solito le audizioni dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio sono precisissime, anzi vanno studiate più di quanto non abbiamo potuto fare in questi pochi minuti.
  Ho soltanto due domande precedute da una premessa, dal momento che mi pare di capire che abbiamo iniziato una sorta di campionato per capire a quanto ammonta la manovra lorda. Il Servizio Bilancio dello Stato della Camera ha calcolato 42,2 miliardi di euro, Banca d'Italia stamattina 39,2 miliardi di euro e voi mi pare di capire che, in linea con il Servizio Bilancio, calcoliate 42,2 miliardi di euro: quindi Banca d'Italia stima 3 miliardi di euro in meno di manovra lorda ma, si sa, sarà dovuto al fatto probabilmente che è controllata da banche private. Quindi, in ogni caso, stiamo su un valore di di 42,2 miliardi di euro come entità della manovra lorda: volevo conferma di questo, ma la tabella è chiara.
  Mi pare di aver capito, scorrendo velocemente la vostra memoria, che vi soffermiate meno sulla misura di Opzione Donna, su cui, devo dire la verità, stiamo cercando di acquisire Pag. 24una... è una misura che da diversi anni viene prorogata di anno in anno, quindi forse è venuto il tempo o di stabilizzarla o di abolirla o di cambiarla.
  Ci sono ottimi argomenti per tutte queste ipotesi, vorrei capire un attimo quantomeno come valutate la modifica del Governo che a me lascia molto perplesso per il legame con il numero dei figli: la disposizione con la quale vengono riconosciuti ad una cinquantottenne o sessantenne un anno o due anni di sconto perché trent'anni prima ha fatto dei figli è una misura che non capisco.
  Riguardo a questa misura specifica, vorrei avere anche una valutazione sullo strumento, perché noi sappiamo che il gap di tasso di attività, di tasso di partecipazione al mercato del lavoro femminile è uno dei driver del differenziale di crescita economica che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei: quindi su questo forse magari questa volta sarà la volta buona che la politica prende una decisione stabile su tale strumento.
  La seconda e ultima considerazione non è legata tanto alla manovra. Ero tentato dal chiedervi un parere sul dibattito europeo riguardante la riforma delle regole fiscali e da lì mi è venuta la seguente considerazione finale. Stavo guardando prima, poi sono stato costretto a fare una stima approssimativa sul 2023, ma la spesa corrente primaria di questa Repubblica, nel 2010, era di 668 miliardi di euro; l'anno prossimo, se il calcolo approssimativo che ho fatto è corretto, sarà 880 miliardi di euro. Stiamo parlando, cioè, in tredici anni di un aumento di un terzo della spesa corrente primaria in questa Repubblica.
  Il collegamento con le regole fiscali è che probabilmente la spesa corrente primaria, nettizzata di alcune componenti, sarà il nuovo strumento su cui verrà valutato il percorso di raggiungimento dell'obiettivo, cioè un quadriennale aggiustamento del rapporto debito/PIL. Ma, al di là dell'Europa, come pensiamo Pag. 25esattamente di sostenere una spesa corrente primaria che, in tredici anni che, come nessuno mette in dubbio, sono stati tredici anni complessi, aumenta di un terzo? La domanda di fondo alla fine è soltanto quella. Tutti, infatti, durante la pandemia per il COVID pensavamo che l'aumento della spesa fosse un picco di un anno, ma non lo è stato. Poi è arrivata la crisi energetica, e si riteneva che, passata la crisi energetica, l'aumento della spesa sarebbe stato riassorbito. Ma temo che, in questo caso, ci sia una dinamica di isteresi negli incrementi di spesa corrente, che, se guardiamo i dati, in realtà proseguono linearmente: non è stato un andamento tutto piatto e poi abbiamo avuto un picco con il COVID e con l'aumento dei prezzi energetici. Questa Repubblica, cioè, sta macinando spesa corrente primaria da un sacco di tempo.
  Esattamente dove intendiamo fermarci? Se lei mi risponde: «guardate, dovete decidere voi», la accetto come risposta, però vorrei una sua opinione su dove stiamo andando esattamente da un punto di vista macroeconomico, perché un sistema economico deve essere in grado di sostenere un aumento del 30 per cento di spesa corrente primaria in tredici anni e ho il dubbio che noi non lo siamo. Grazie.

  SILVIO LAI. Grazie. Anch'io vorrei ringraziare l'Ufficio parlamentare di bilancio e la sua presidente per la ricchezza di dati, di argomentazioni e anche di analisi.
  Probabilmente le domande che farò in parte hanno già una risposta all'interno della memoria, ma, non avendo potuto in qualche modo analizzarla sino in fondo, magari chiederò qualcosa di ripetitivo. Ho quattro punti che vorrei in qualche modo sottoporre. Inizio dal primo che è il più semplice, nel senso che non l'ho potuto leggere, ho letto soltanto il titolo; il tema dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), affrontato nell'articolo 143, che parla della determinazione dei LEP.Pag. 26
  Vorrei capire qual è la vostra valutazione, cioè se si tratta effettivamente di una normativa che porta alla determinazione dei LEP in maniera corretta oppure se si tratta di una ricognizione e, quindi, qual è il vostro giudizio sul tema.
  La seconda questione concerne il regime forfetario. Voi fate un'osservazione corretta che riposiziona, a mio avviso, molto bene il senso del primo intervento sul regime forfetario, cioè pensare a regimi agevolati che erano riservati essenzialmente alle piccole attività con l'obiettivo di sgravarle di costi legati alla gestione amministrativa, che in caso di dimensioni ridotte possono essere effettivamente onerosi. Per cui questo era il senso del primo intervento.
  Adesso con questo secondo intervento che estende fino a 85 mila euro di reddito tale regime ovviamente voi in qualche modo osservate e fate un'analisi, rappresentata nella figura 3.5, con la quale analizzate i beneficiari ed è sorprendente che, alla fine, i beneficiari più avvantaggiati appartengano alle professioni intellettuali (notai o comunque attività negli studi notarili, progettazioni ingegneristiche). Si tratta di professioni che hanno una caratteristica, che hanno pochi costi, perché nella forfettizzazione dei 65 mila euro sostanzialmente si annulla la possibilità di detrarre dei costi. Allora mi chiedevo se all'aumento del limite di reddito fino a 85 mila euro non corrisponde anche una tentazione, quindi un comportamento opportunistico, che porta anche a indurre e a produrre l'evasione fiscale dal lato dei costi, ovvero, per dirlo brutalmente, che non chiedo fatture – tanto i costi non ce li ho – e si tratta di fatture a quel punto di costi molto più elevati rispetto al primo modello di forfetizzazione a 65 mila euro, quindi c'è anche un'evasione indotta. Magari sto sbagliando però vorrei in qualche modo capire se su questo punto c'è stata una vostra valutazione.Pag. 27
  Il secondo elemento, invece, riguarda il reddito di cittadinanza, perché il lavoro che fate è molto interessante ed è anche impressionante come la distribuzione territoriale dei potenziali esclusi determini differenze che non sono così nette nei territori, per cui al Nord, c'è il Piemonte che è come la Sardegna, come il Lazio e come la Calabria, mentre in Sicilia avremo una riduzione di potenziali esclusi più bassa, simile a regioni come le Marche, come sembra di vedere da questo dato. A me tuttavia interessa l'analisi che voi non avete fatto, cioè il tema dell'occupabilità.
  Per quale motivo? Perché l'articolo 57 del disegno di legge di bilancio prevede la proroga dell'esonero contributivo per assunzioni e, nella relazione tecnica, è riportato un dato che mi colpisce molto, perché ci si aspetta che i giovani assunti con l'esonero dal pagamento dei contributi previdenziali nel limite massimo di importo fino a 6.000 euro siano 173 mila al Nord e 27 mila al Sud. Se poi si guarda addirittura ai rapporti negli anni, il rapporto è quasi 1 a 10. Come dire, nel Mezzogiorno ci si aspetta di fare nuove assunzioni per uno, al Nord ci si aspetta per dieci, anche oltre la proporzione rispetto alle popolazioni. Questi dati sono in netto contrasto con l'idea che si possa produrre occupabilità in alcuni luoghi ed è significativo il fatto che il disegno di legge di bilancio stesso, nella relazione tecnica, affermi che, nei prossimi anni, il rapporto tra i potenziali assunti nel Sud e nel Nord sia di 1 a 10 persino con l'introduzione di questi interventi, come dire che l'occupabilità è presente in luoghi dove in qualche modo c'è già occupazione.
  L'ultima cosa che vorrei chiedere è la seguente: voi affermate in modo molto preciso il fatto che nel 2025 si andrà verso un finanziamento del sistema sanitario che praticamente arriva a livelli pre-pandemici per una serie di fattori. Vorrei capire se, tra questi fattori, è compreso sia l'aggiornamento contrattuale Pag. 28della sanità privata convenzionata, che è stata firmato lo scorso anno ed è attivo dallo scorso anno, sia l'aspettato e atteso aggiornamento dei contratti nel settore sanitario che, invece, dovrebbe essere fatto durante l'anno prossimo. Quindi se questo elemento che riguarda i costi del lavoro in un sistema che per la maggioranza è pubblico ma in cui c'è anche l'aumento del settore privato convenzionato, quindi che ricade anch'esso sul sistema pubblico, viene già contato oppure se ci dobbiamo aspettare che questo livello pre-pandemico addirittura sia anticipato di uno o due anni. Grazie.

  SILVANA ANDREINA COMAROLI. Grazie. Ringrazio anch'io moltissimo la professoressa Cavallari per la sua relazione, perché le relazioni dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio sono sempre una fonte per ampliare l'analisi anche ad aspetti che non avevamo considerato.
  La prima domanda che vorrei sottoporle concerne la governance economica europea cui lei accennava. Lei ha detto che il problema sarà la sostenibilità del debito coniugato con una ripresa economica. È evidente che attualmente abbiamo il grosso problema del caro-energia e tutte le nostre imprese stanno facendo molta molta fatica. Ecco, vorrei chiederle se può illustrarci le sue impressioni su come coniugare proprio la sostenibilità del debito, considerato che purtroppo il nostro Paese ha un enorme debito, con tutte le misure che, invece, dovrebbero andare a incentivare la ripresa economica.
  Poi avrei due domande anch'io sulla flat-tax e sul reddito di cittadinanza. Ascoltando anche i colleghi che le rivolgevano le loro domande, si parlava molto di evasione e quant'altro a causa della flat-tax. Vorrei farle la domanda su quanto può accadere in senso inverso. Molte volte purtroppo diversi professionisti, quando si chiedono loro delle prestazioni, domandano se il cliente vuole o meno ricevere la fattura, perché Pag. 29ovviamente la tassazione è elevata. Il nuovo sistema, invece, abbassando notevolmente la tassazione, può incentivare a far sì di recuperare risorse in entrata per il bilancio dello Stato.
  L'altra domanda, invece, riguarda il reddito di cittadinanza, perché è evidente, tenuto conto anche della nostra situazione legata alla prima domanda concernente il nostro debito pubblico e la sostenibilità dello stesso, è evidente che non si può continuare ad andare avanti erogando un reddito di cittadinanza, nel senso che i percettori che sono abili al lavoro non possono pensare di continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Sul tema si innesca la mia domanda: stiamo vedendo la difficoltà di molte imprese a trovare personale perché è più facile – avere un'entrata, ossia il reddito di cittadinanza, piuttosto che svolgere qualche lavoro in nero. Quindi il fatto che tale misura sia stata introdotta dal Governo può agevolare forse una minore diffusione del lavoro in nero? Grazie.

  ANTONIO NICITA(intervento da remoto). Grazie. Ringrazio anch'io la professoressa Cavallari. Ho avuto occasione di scorrere velocemente il rapporto e quindi mi scuso se alcune questioni che tratterò sono già presenti, ma non ho avuto occasione di approfondirle.
  La prima è una questione di carattere generale sul tema delle misure energetiche in relazione alle entrate. Vorrei chiedervi se avete fatto una valutazione sulla mancata considerazione sia della parte di risorse del REPowerEU, che potrebbe essere utilizzata proprio per finanziare questo tipo di attività, sia se avete stime sulla parte residua dei finanziamenti europei 2014-2020 in relazione al Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), che in effetti possono essere utilizzati a tal fine. Mi risulta che in questo momento tali risorse residue vengono considerate a livello di diverse regioni proprio per essere riutilizzate a fini di misure di sostegno per famiglie e per Pag. 30micro-imprese: domando se avete una stima di questo e se pensate di poterla recuperare.
  La seconda questione riguarda di nuovo la sanità e il livello di spesa pre-pandemico a cui si faceva riferimento, ossia se avete considerato un altro tema, cioè che tutta la parte di investimento che compone la sesta missione del PNRR, Salute, e, in particolare, alcune misure che riguardano tutta la parte della medicina di prossimità, dalle case di comunità alla telemedicina e così via, avranno bisogno di investimenti di capitale umano e, quindi, di aumenti della spesa corrente. Domando se avete considerato questa ipotesi perché, in effetti, quando finiremo quel tipo di investimenti, dovremo anche evidentemente immaginare del personale che dovrà occuparsene.
  Sulla questione del regime forfetario ho visto che, a pagina 61, voi insistete molto sugli aspetti distorsivi anche all'interno, ad esempio, della categoria dei lavoratori autonomi e mi chiedevo se anche in questo caso, nell'analisi dei cluster che avete fatto, avete considerato anche che cosa accade dal punto di vista delle aspettative laddove un certo gruppo di soggetti dovessero aspettarsi, anche per gli anni successivi, il rinnovo della misura, quindi dal punto di vista un po' più strutturale e organizzativo e non soltanto come effetto di un anno, anche sotto il profilo dell'effetto sulla spesa per consumi.
  E sempre sulle aspettative, vi chiedo se avete considerato gli effetti anche di variazione, sia in termini di spesa sia in termini di risparmio indotto, per la parte di pensionati colpiti dalla misura di revisione dell'indicizzazione delle pensioni, quindi che in qualche modo subiranno una riduzione della loro pensione, e come questo inciderà sulle scelte di risparmio e consumo. Ugualmente, vi chiedo se avete fatto delle stime anche su una parte dei percettori del reddito di cittadinanza e che cosa accade da questo punto di vista non soltanto rispetto al Pag. 31lavoro nero indotto o ad altre tipologie di attività, ma anche in termini di modifica delle loro spese attuali, tenuto conto che c'è una serie di incertezze perché molte di queste misure non hanno ancora una definizione. Mi fermerei qui, grazie.

  LILIA CAVALLARI, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio. L'onorevole Guerra ci chiede se abbiamo considerato gli effetti dell'inflazione sulle previsioni della spesa sanitaria. Sì, nel senso che parte dell'aumento del Fondo sanitario nazionale è legato alle maggiori spese per energia nel 2023, quindi sicuramente si è tenuto conto dell'inflazione, perché una buona parte di quei 2,3 miliardi di euro – se non sbaglio 1,6 miliardi di euro – , è finalizzata proprio a questo.
  Parlando di sanità, rispondo un po' ai vari punti che sono stati toccati sulla sanità. È stata sollevata anche una questione sul fatto che la spesa sanitaria – l'ha menzionata anche lei – tornasse a livelli pre-pandemici. Sì, questo lo facciamo vedere: c'è una criticità di mantenimento dei livelli reali di prestazioni a fronte di un'inflazione persistente. È una cosa che rileviamo. Se l'inflazione persiste, a parità di spesa nominale o con incrementi di spesa nominale che sono meno che proporzionali rispetto all'inflazione, c'è una riduzione di spesa reale. Quindi è un rilievo che facciamo ben presente sia per la spesa pensionistica sia per altre categorie di spesa: non l'ho nominato, però c'è un problema analogo per quanto riguarda il rinnovo dei contratti, il primo esempio che mi viene in mente. Quindi sicuramente sì, un'inflazione persistente incide sui livelli reali di spesa e, quindi, richiederebbe maggiori stanziamenti.
  Passando alla domanda sui vantaggi del partecipare al regime opzionale forfetario, consideriamo non solamente la differenza tra l'IRPEF e l'aliquota effettiva: consideriamo le addizionali locali e regionali, consideriamo anche i benefici IVA e consideriamo anche i benefici contributivi. Quindi il vantaggio Pag. 32è una miscela di tutte queste componenti che si muove diversamente per le diverse categorie e si vede molto chiaramente quali di questi vantaggi pesa di più nei diversi cluster: quindi, nell'analisi dei cluster, si vede chiaramente che per i professionisti sono soprattutto i vantaggi in termini di reddito, mentre per le imprese individuali sono soprattutto vantaggi di redditività effettiva più alta rispetto alla media del settore, quindi sicuramente sì, abbiamo tenuto conto degli effetti complessivi. Quindi facciamo vedere l'aliquota effettiva che tiene conto della struttura dei costi, quindi tiene conto della redditività effettiva dell'impresa rispetto alla redditività di settore. Quindi la risposta alla sua domanda è: assolutamente sì.
  La nostra analisi mette in evidenza che le famiglie composte da una persona sola sono sicuramente la parte più colpita nella soppressione del reddito di cittadinanza per i quattro mesi finali del 2023, quindi indubbiamente la cessazione di tale misura colpisce quel tipo di percettore e, quindi, cambia la composizione del reddito.
  Riguardo alla considerazione di extra-profitti di altra natura nel contributo di solidarietà, in teoria sì, se ne tiene conto, anche se ci sono dei caveat nella disposizione con la previsione di franchigie, con dei limiti, quindi si tratta di incrementi che non siano superiori ad un certo limite. Quindi ci sono dei correttivi intrinseci nella disposizione, quindi in teoria è possibile che il profitto possa dipendere non necessariamente dal rincaro dei prezzi dell'energia, però ciò che appare piuttosto evidente è la sussistenza di un aumento di redditività, sia che la misuriamo come redditività media sia che la misuriamo con gli utili, nel settore energetico rispetto a tutti gli altri settori: lo dimostriamo con i dati riguardanti il 2023 in modo abbastanza evidente.Pag. 33
  Ci sono criticità legate al cumulo dei due contributi, ad eventuali azioni legali e, quindi, alla possibilità che questi 2,6 miliardi di euro non siano effettivamente riscossi. Non vedo particolari criticità rispetto al contributo che c'era prima, che era calcolato su una base imponibile diversa perché era la differenza di fatturazione attiva e passiva, con una logica tuttavia simile e anche in quel caso le recenti sentenze non hanno ammesso i ricorsi e quindi mi aspetto che vi sia un'analoga decisione: per quanto non possa chiaramente anticipare il giudizio, però vedo una forte similarità nonostante la differenza della base imponibile.
  Riguardo a possibili incentivi alla sottofatturazione, diciamo chiaramente che è insito nel porre una soglia, che ci sia un incentivo a fare in modo di rientrare in quella soglia, qualunque sia la soglia. La questione è stata sollevata anche da qualcun altro: ho scritto anche i nomi però non ricordo l'elenco.
  Il punto è che effettivamente la misura del forfetario originariamente aveva come scopo sostanzialmente di favorire con una semplificazione della contabilità i piccoli, cioè le imprese o i contribuenti di dimensione piccola, per i quali l'aggravio amministrativo di gestione della contabilità è particolarmente oneroso. E allora nella dinamica, nella tensione costi-benefici, favorire con un regime forfetario quei soggetti può essere un beneficio netto forfetario. Viceversa, questo beneficio si attenua man mano che ci spostiamo verso soglie di reddito più alte e questo è nei fatti.
  In riferimento alla precarizzazione cioè al fatto che la flat-tax costituisce un incentivo a mascherare, se così si può dire, i lavoratori dipendenti da lavoratori autonomi. L'Italia ha un rapporto lavoratori autonomi-lavoratori dipendenti che è piuttosto elevato: per darvi un'idea, se non sbaglio, è un multiplo di quello di economie comparabili, per esempio della Pag. 34Germania, della Francia, della Spagna, cioè delle economie europee, e un multiplo di quella ritenuta più universalmente liberistica ossia gli Stati Uniti, eppure il nostro rapporto è molto più alto. Quindi forse una tendenza a usufruire di questa etichetta per una forte convenienza fiscale può anche sussistere, quindi forse questo rapporto così elevato può anche riflettere un regime fiscale particolarmente favorevole.
  Sugli esclusi dal reddito di cittadinanza, sono state sollevate due questioni, anzitutto la quota di occupati che sono working poor. Sì, gli occupati che percepiscono reddito di cittadinanza sono occupati con salari molto bassi e il modo in cui aiutare queste persone a trovare un lavoro che non sia così poor dovrebbe essere l'obiettivo numero uno dello strumento, cioè se la riforma vuole andare nella direzione di separare lo strumento povertà dagli strumenti di politica attiva è importante rendersi conto che parte degli occupati sono working poor e quindi è necessario attuare le politiche attive del lavoro che permettono a queste persone di superare tale condizione.
  Ci è stato chiesto se abbiamo contabilizzato l'impatto del fatto che questi esclusi possano poi pesare sulle casse del bilancio pubblico in termini di aiuti per la povertà. Non lo abbiamo quantificato: abbiamo dato un'idea di quanti possono essere numericamente questi esclusi e di essi quanti possono appartenere a quella categoria, quindi c'è una misura a spanne di quante persone possono rientrare in quella categoria e quindi, moltiplicando quelle persone per l'importo degli strumenti di povertà per quattro mesi, si può avere un'idea di quanto possa costare.
  Sul limite all'utilizzo del contante è stato giustamente ricordato che riportiamo una serie di studi. Facciamo una valutazione generale: nelle dinamiche più recenti, anche descritte dalla Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione Pag. 35fiscale e contributiva della Commissione istituita presso il Ministro dell'economia e delle finanze, emerge che in tempi più recenti c'è stato effettivamente un recupero di evasione legato a un maggiore adempimento spontaneo e tale maggiore adempimento spontaneo a sua volta è legato ad un utilizzo di incentivi ex ante. C'è stato un cambio di strategia: anziché colpire l'evasore ex post, quindi in fase di repressione, si cercano misure che incentivano l'adempimento in maniera spontanea. Tale indirizzo, nella letteratura internazionale come nella nostra esperienza di Paese, si è rivelato uno strumento efficiente per migliorare l'adempimento.
  Quindi, in questo quadro generale, il limite all'utilizzo del contante non è la misura per ottenere l'adempimento, cioè non avviene automaticamente che, se c'è la soglia del contante, c'è l'adempimento: può rientrare insieme a molte altre misure, tra le quali le più importanti sono lo split payment e la fatturazione elettronica, nelle misure che veramente incentivano l'adempimento ex ante. Il contante è una misura che in questo senso può rafforzare l'insieme di strumenti che stimolano un adempimento ex ante: quindi riportiamo una serie di studi, valutazioni e analisi che mostrano gli effetti. Tuttavia la visione sottesa a tale limite è più generale e riguarda un insieme di misure che, tutte insieme, sono ancora più efficaci rispetto alla loro somma: c'è un effetto di sistema che va in quella direzione, quindi quell'effetto è indubbiamente interessante.
  L'onorevole Marattin domanda del mistero sull'importo della manovra lorda-netta. Non è un mistero, seguiamo la convenzione contabile per cui sia tutte le risorse sia tutti gli impieghi sono lordi. Quindi nella nostra tabella, come nella tabella del Servizio Bilancio, tutti gli importi sono lordi, quindi l'importo della manovra con tutte le risorse e tutti gli impieghi lordi è 42 miliardi di euro.Pag. 36
  La convenzione contabile seguita dalla Banca d'Italia presumibilmente è che vi siano alcune voci nette tra le risorse e gli impieghi: sono nette sia le risorse sia gli impieghi, quindi non c'è alcun effetto sul saldo, per cui sono rappresentazioni sostanzialmente equivalenti dello stato della contabilità: cioè i saldi non cambiano. Queste differenze tra 39 miliardi e 42 miliardi sono dovute semplicemente a rappresentazioni o convenzioni contabili: immagino cioè che in quella della Banca d'Italia alcune voci siano nette.
  Su Opzione Donna è vero che non facciamo particolari valutazioni, perché di fatto viene prorogata una misura che era già in essere ridefinendo i criteri di accesso. Anche a me personalmente sembra – ma non è l'opinione dell'UPB – insomma anche a me sembra un po' bizzarro legare il pensionamento al numero di figli, cioè mi sembrerebbe più utile intervenire a supporto delle donne con figli nel momento in cui i figli ci sono e soprattutto sono piccoli, rispetto a figli grandi di trenta o quarant'anni, cioè la compensazione la vedrei più nel momento del bisogno forte che non nel momento della pensione. Però, appunto, è un'opinione personale.
  Sulla riforma della governance mi aggancio ad entrambe le domande. Sì, la riforma delle regole dell'Unione Europea sottolinea e mette al centro la sostenibilità delle finanze pubbliche, quindi la questione di come coniugare sostenibilità e crescita. Abbiamo uno strumento che rappresenta un'opportunità importante in questo Paese: il PNRR, che è un modo per coniugare sostenibilità e crescita, perché si tratta di risorse che possono essere impiegate efficientemente per aumentare il potenziale di crescita dell'economia in parte senza fare debito o comunque facendo debito a condizioni molto favorevoli, quindi esistono modi di coniugare i due aspetti. Più in generale, nelle nuove regole l'idea è che i singoli Paesi, quindi in base alle loro Pag. 37caratteristiche, alle loro esigenze e alla loro storia, si impegnano a seguire dei piani di consolidamento, quindi di riduzione del debito, differenziati per Paesi, che prevedono investimenti e riforme, cioè prevedono impegni per stimolare la crescita potenziale, quindi per coniugare i due aspetti della sostenibilità e della crescita. Lo strumento di monitoraggio dell'adempimento, quindi del rispetto del piano, sarebbe basato sull'indicatore di spesa primaria netta: spesa primaria significa al netto degli interessi; netta significa al netto delle misure congiunturali ossia sostanzialmente dei sussidi di disoccupazione: questo è l'indicatore.
  L'onorevole Marattin chiede come è possibile che in tredici anni la spesa corrente primaria sia aumentata di un terzo. Sono stati tredici anni belli densi di eventi piuttosto forti: c'è stata la crisi del debito sovrano, c'è stata la pandemia, c'è stata la crisi energetica, c'è ancora la crisi energetica, c'è una guerra, quindi sono stati anni molto densi. Se il Novecento è stato il secolo breve, questo è il decennio brevissimo perché è successo veramente di tutto.
  Quindi, come si fa a sostenere le necessità di spesa? La scelta è sempre la stessa: se aumenta la spesa devono aumentare le tasse o, viceversa, se si riducono le tasse si riduce la spesa, i margini sono sempre gli stessi.
  Riguardo ai LEP, facciamo vedere che c'è una ridefinizione del sistema dei livelli di prestazione, che dovrebbe andare di pari passo con l'indicazione dei fabbisogni che i diversi livelli di prestazione richiedono.
  Il forfetario è un sistema che per sua natura – emerge molto chiaramente nelle nostre simulazioni – avvantaggia chi ha una redditività effettiva più alta del settore a cui appartiene, ovvero costi relativamente più bassi: avere infatti una redditività più alta di quella settoriale significa avere una distanza tra ricavi e Pag. 38costi più ampia, quindi ricavi molto alti e costi molto bassi. Il vantaggio è accentrato su categorie che hanno una struttura di costo basso.
  Questa tendenza è un incentivo a sottodichiarare i costi, nel senso, cioè, che chi fa il forfetario non ha un obbligo di contabilità e quindi il fatto di non avere l'obbligo di contabilità potrebbe stimolare a non contabilizzare? La fantasia dei contribuenti è infinita: possono esserci incentivi in tale direzione ed è l'alert, la cautela che mettiamo in evidenza. Sul fatto di quantificare tale incentivo a sottodichiarare i costi, non lo facciamo e non vedrei nemmeno facilmente il modo di farlo.
  L'occupabilità dei soggetti esclusi dal reddito di cittadinanza, come dicevo prima, è il punto numero uno di interesse in sede di definizione della riforma dello strumento. Sicuramente c'è una differenza di occupabilità a livello di territori: ci piacerebbe, come vi dicevo, fare qualche analisi che entri più nello specifico della occupabilità effettiva di questi esclusi. Sono analisi che richiedono oltre ai dati che abbiamo, che sono i dati dell'INPS sul reddito di cittadinanza, anche i dati sulle condizioni lavorative. Quando riusciremo a integrare queste due fonti di dati, potremo anche rispondere in maniera ancora più precisa a queste domande.
  Sulla sanità a livelli prepandemici ho detto. Circa la domanda se incorporiamo o meno i rinnovi contrattuali.
  I rinnovi che sono già avvenuti lo scorso anno sono nei dati tendenziali e sono compresi nella spesa sanitaria, quindi quelli sono considerati nelle stime; i rinnovi che ci saranno presumibilmente l'anno prossimo, invece, non sono considerati.
  L'incentivo all'emersione è un argomento che funziona soprattutto per livelli più bassi di reddito, tende a essere un argomento meno efficace su livelli più alti di reddito.Pag. 39
  Ho scritto reddito di cittadinanza, ma non ho scritto che cosa ha chiesto, perché nella fretta mi sono dimenticata... L'emersione del reddito di cittadinanza, quindi non era l'emersione nel regime forfetario ma l'emersione sul reddito di cittadinanza.
  Su questo non abbiamo particolari informazioni, analisi, dati, forse qualcosa anche qui si può capire quanto ci sia di aneddotico in questa questione o quanto ci sia nei dati. Lo si potrà capire incrociando con i dati sulla situazione occupazionale, quindi anche su questo ci riproponiamo, una volta che riusciamo a mettere insieme le due banche dati, sicuramente di effettuare un'analisi.
  Dulcis in fundo, il senatore Nicita chiede se abbiamo stime sull'impatto di REPowerEU e sulla delle possibilità di riutilizzare i fondi. No, non abbiamo fatto stime sull'impatto di queste misure per il contrasto ai costi energetici. Chiaramente la possibilità di utilizzare fondi a tale scopo e non solo di utilizzare le risorse del piano REPowerEU ma di quello che ci auguriamo possa concretizzarsi a livello europeo di aiuto per l'energia è sicuramente un elemento positivo, però non posso darvi stime sull'impatto.
  Riguardo alla spesa a livello pre-pandemico ho già detto. Riguardo alle spese correnti per il personale, è un punto che solleviamo. Parte della missione Sanità nel PNRR, quindi la medicina di prossimità e così via, prevede una serie di investimenti infrastrutturali. C'è il problema che poi è necessario far funzionare queste strutture, è necessario cioè anche il personale e quindi sono inevitabili le spese correnti, quindi sicuramente sono necessarie risorse per finanziare le spese che servono a far funzionare quelle infrastrutture. Abbiamo fatto tempo fa anche un focus sulle spese sanitarie in cui questi argomenti e questi Pag. 40punti sono ben delineati e ben affrontati, quindi per chi fosse interessato a questi aspetti, invito a leggere il focus.
  In riferimento alla domanda se le distorsioni hanno effetti sui comportamenti, per definizione le distorsioni hanno effetti sui comportamenti, quindi, ad esempio, l'eterogeneità dei vantaggi fiscali all'interno di una stessa categoria può indurre dei comportamenti.
  Sulla domanda se abbiamo una stima dell'effetto che questo potrebbe avere, cioè quindi sostanzialmente mi sta chiedendo se abbiamo un'idea dei moltiplicatori: no, non abbiamo effettuato analisi sulla stima, sulla quantificazione dell'effetto dei comportamenti indotti dalle distorsioni degli strumenti di nuova introduzione.
  Penso di aver risposto a tutto, almeno lo spero.

  PRESIDENTE. Ringrazio la professoressa per la sua partecipazione ai lavori, la sua relazione e le risposte.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.40.