CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 aprile 2021
572.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2021-2023. (Atto n. 251).

PARERE APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),

   esaminato, ai sensi dell'articolo 1, della legge 17 ottobre 1996, n. 534, lo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2021-2023 (atto del Governo n. 251);

   tenuto conto che detto schema reca la tabella per le istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2021-2023, sulla base dei requisiti stabiliti dalla medesima legge del 17 ottobre 1996, n. 534;

   considerato che lo schema di decreto in esame opera la ripartizione dell'importo complessivo di euro 19.374.433,00 fra le istituzioni incluse nella tabella allegata;

   tenuto conto che, da un raffronto tra le risorse attribuite agli enti per le finalità di cui all'articolo 1 della legge del 17 ottobre 1996, n. 534, nel 2018 – primo anno di vigenza della tabella per il triennio 2018-2020 – e le somme di cui si propone, con il presente schema, l'attribuzione per il triennio 2021-2023, si registra un aumento di risorse complessivo dell'89,7 per cento;

   rilevato che la premessa dello schema evidenzia, inoltre, che euro 3.485.000,00 sono destinati ai contributi annuali di cui all'articolo 8 della legge del 17 ottobre 1996, n. 534;

   manifestato apprezzamento per il sensibile incremento delle risorse disponibili rispetto al precedente triennio;

   rilevato dalla relazione del Governo per le Commissioni parlamentari che l'istruttoria relativa alla valutazione e selezione degli istituti culturali ammessi al contributo ordinario dello Stato, per l'inserimento nella Tabella triennio 2021-2023 è stata condotta dalla Commissione istituita con decreto del Direttore Generale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo n. 47 del 16 luglio 2020 in conformità con i criteri previsti dalla legge del 17 ottobre 1996, n. 534 e dalla circolare del 28 febbraio 2017, n. 101, emanata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

   appreso dalla relazione per le Commissioni parlamentari che, delle 210 domande ammesse al contributo, 62 sono istituzioni di nuova iscrizione e 148 risultano già presenti nella tabella vigente per il triennio 2018-20;

   evidenziato che:

    la stessa relazione specifica che «in considerazione delle difficoltà operative connesse alla pandemia in atto, che si sono procrastinate anche nell'anno in corso, si è provveduto a riportare l'importo del contributo di quattordici Istituti, che avevano subito un'iniziale decurtazione, al valore del contributo concesso nella Tabella 2018-2020» e che, «al fine di ripristinare gli importi dei predetti quattordici Istituti, si è proceduto ad una decurtazione lineare sugli ulteriori 196 Istituti, dell'1,15 per cento dell'importo assegnato»;

    nonostante ciò rimangono esclusi sette istituti (Accademia Lancisiana, Centro di studi sul classicismo, Centro europeo di studi normanni, Fondazione centro studi filosofici di Gallarate, Fondazione culturale San Fedele, Istituto culturale di scienze sociali Nicolò Rezzara, Unione accademica Pag. 35nazionale) già presenti nella precedente tabella triennale e di cui sono noti il valore scientifico e il patrimonio posseduto;

    da un esame delle 210 domande ammesse al contributo, appena 25 istituzioni culturali risultano operanti nel Sud Italia,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente condizione:

   si intervenga perché, in considerazione delle difficoltà operative connesse alla pandemia ancora in atto, a tutti gli istituti inseriti nella tabella 2018-2020 che abbiano presentato regolare domanda sia garantita la presenza nella Tabella 2021-2023;

  e con la seguente osservazione:

   si promuova, particolarmente nel Mezzogiorno, ogni azione necessaria a diffondere la consapevolezza dell'importanza di raccogliere, riordinare e valorizzare, rendendole fruibili, le fonti del patrimonio culturale esistenti sui territori.

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ALLEGATO 2

5-05448 Pellicani: Sulla riqualificazione del Hotel Des Bains (Lido di Venezia).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Pellicani, si rappresenta quanto segue.
  Si premette che questo Ministero non è a diretta conoscenza del piano industriale e dei relativi aspetti finanziari della società Coima SGR S.p.a. e L+R rispetto al Grand Hotel Des Bains e all'Hotel Excelsior.
  Relativamente all'hotel Excelsior, tutelato ai sensi della parte II del decreto legislativo n. 42 del 2004 con decreto del 25 novembre 2010, la Soprintendenza per il comune di Venezia e laguna, territorialmente competente, ha autorizzato ai sensi dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 42 del 2004 un programma generale di interventi riguardante gli apparati esterni e alcuni interventi interni. La campagna di lavori è proceduta nel tempo per stralci esecutivi. L'ultimo, riguardante opere di conservazione di alcuni fronti esterni, si è concluso a seguito dell'autorizzazione del 7 agosto 2018 su istanza della società Hotel Lido Uno; successivamente non sono stati intrapresi ulteriori stralci esecutivi.
  Con nota del 14 febbraio 2019 su istanza della società Hotel Lido Uno s.r.l. è stato inoltre autorizzato un programma di lavori di riorganizzazione di spazi e arredi, in particolare della hall opera dell'ingegno dell'architetto Ignazio Gardella.
  Relativamente al Grand Hotel Des Bains, la Soprintendenza competente si è espressa sul progetto definitivo di restauro del complesso in sede commissariale (2010) e successivamente tra il 2010 e il 2012 ha autorizzato gli stralci esecutivi. Nel corso degli anni, inoltre, sono state eseguite opere di manutenzione periodica del parco, in particolare in occasione delle mostre di arte cinematografica del 2018 e del 2019 una parte degli ambienti al piano terra è stata sede di un'esposizione temporanea da parte di La Biennale di Venezia.
  In via preliminare è stato eseguito un sopralluogo nell'area terrena del complesso, rispetto al quale non sono risultate particolari criticità; con l'occasione dell'evento sono state comunque autorizzate alcune opere di manutenzione e lo spazio è stato reso fruibile alla cittadinanza e ai frequentatori della mostra.
  In data 22 giugno 2020 è pervenuto un esposto di alcune associazioni ambientaliste, in cui sulla base di articoli di stampa locale veniva segnalato un danno parziale alle coperture dell'Hotel Des Bains. A seguito di tale esposto, in data 20 luglio 2020, la Soprintendenza ha trasmesso alla società COIMA la richiesta di una documentazione sullo stato della copertura e ha invitato alla messa in sicurezza dell'area con conseguente richiesta di autorizzazione dei lavori.
  Attualmente risulta che il progetto per i lavori definitivi è in fase di redazione e non è stato ancora trasmesso all'ufficio della Soprintendenza per la necessaria autorizzazione. Sono stati comunque apportati alcuni lavori di messa in sicurezza.

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ALLEGATO 3

5-04954 Mollicone: Sull'Istituto per la storia del Risorgimento italiano.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione parlamentare con la quale l'onorevole interrogante chiede quali iniziative intenda adottare il Ministro della cultura per ripristinare l'operatività dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, garantire il riconoscimento degli emolumenti dovuti ai lavoratori e nominare il nuovo presidente, si rappresenta quanto segue.
  L'Istituto per la storia del Risorgimento italiano (ISRI) è una prestigiosa istituzione culturale le cui attività possono considerarsi risalire già al 1906, anno di istituzione, con Regio decreto 17 maggio 1906, n. 212, del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento italiano. A seguito della soppressione di tale organismo, disposta con Regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1126, le specifiche attribuzioni relative alla formazione e alla sorveglianza dei musei del Risorgimento furono deferite alla Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano che, a seguito dell'adozione del Regio decreto n. 1068 del 1935, assunse il titolo di Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
  L'Istituto, la cui sede centrale è ubicata a Roma nel complesso del Vittoriano, è un ente di studio e ricerca a base associativa con personalità giuridica di diritto pubblico, vigilato dal Ministero della cultura. È inserito, ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419, nel sistema strutturato a rete degli enti operanti nel campo della ricerca storica ed è coordinato dalla Giunta storica nazionale, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 11 novembre 2005, n. 255.
  In considerazione della riconosciuta importanza culturale dell'ente a livello nazionale e internazionale l'ente beneficia annualmente di contributi pubblici.
  L'Istituto svolge la sua opera avvalendosi dell'attività della sede centrale e dei Comitati territoriali, che possono essere istituiti in ogni provincia e città metropolitana in cui siano presenti non meno di venti di soci.
  Sono funzioni istituzionali primarie dell'ISRI la ricerca, la promozione culturale e la formazione storica.
  Per il perseguimento di tali finalità, l'istituto, in particolare promuove:

   a) la pubblicazione della rivista «Rassegna storica del Risorgimento» e di una collezione editoriale scientifica;

   b) la valorizzazione del Museo Centrale del Risorgimento in Roma al Vittoriano e la costituzione, il coordinamento e la sorveglianza dei Musei locali del Risorgimento, secondo il disposto del regio decreto 20 luglio 1934, n. 1226,

   c) lezioni, conferenze, concorsi, esposizioni, convegni di studi e partecipazione a manifestazioni culturali e celebrazioni indette da altri enti.

  Nell'ambito del legame tra attività di ricerca e insegnamento, l'ISRI provvede alla cura della formazione e dell'aggiornamento degli insegnanti di storia nelle scuole secondarie, svolgendo altresì, in convenzione con Università e con centri di ricerca, attività di formazione per il conseguimento del dottorato di ricerca, nonché attività di formazione e di ricerca post-dottorale nel proprio campo di attività.
  A conclusione del periodo di gestione commissariale dell'ente e come previsto dal decreto di nomina che aveva affidato al Commissario straordinario il compito di predisporre il nuovo testo di statuto, oltre che di ripristinare la gestione amministrativo-contabile dell'Istituto e di garantire la Pag. 38regolarità e la continuità delle attività scientifiche, il 15 dicembre 2020, è stato approvato lo statuto dell'ente con decreto n. 582 del Ministro della cultura di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze secondo le modalità disposte dall'articolo 3, comma 1 dei citato decreto del Presidente della Repubblica n. 255 del 2005.
  L'approvazione dei testo statutario ha reso possibile la ricostituzione degli organi avvenuta con i decreti ministeriali del 5 gennaio 2021, nn. 7 e 8 con i quali sono stati nominati, il Direttore e il Consiglio Direttivo e di consulenza scientifica, per la durata, rispettivamente di sei e di quattro anni.
  La ricostituzione degli organi ha consentito la graduale ripresa delle attività amministrative e scientifiche dell'ente che attualmente risulta quindi essere pienamente operativo.
  Di conseguenza anche gli emolumenti dei dipendenti e dei collaboratori sono stati regolarmente corrisposti.

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ALLEGATO 4

5-05092 Mollicone: Sulla trasformazione della Torre di Chia in casa-museo in onore di Pier Paolo Pasolini.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Mollicone, si rappresenta quanto segue.
  L'immobile detto Castello di Colle Casale o Torre di Chia è sottoposto a tutela in virtù del provvedimento di dichiarazione di interesse particolarmente importante del 19 gennaio 2001. Pertanto, l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere, o eventuali variazioni di destinazioni d'uso, dovranno essere preventivamente autorizzati dalla competente Soprintendenza, così come previsto dall'articolo 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. È inoltre vietato ogni uso che non sia compatibile col carattere culturale del bene.
  Gli atti di alienazione dei beni vincolati, ai sensi dell'articolo 59 del Codice, devono essere denunciati al Ministero che, come previsto dal successivo articolo 60, può acquistare l'immobile in via di prelazione o trasferire questa facoltà agli enti pubblici territoriali eventualmente interessati.
  Nel maggio del 2000 l'immobile è stato venduto dall'allora proprietario, il Centro Studi Pasoliniano, ad un privato cittadino, attuale alienante del bene.
  Naturalmente l'azione di tutela e sorveglianza da parte dei competenti Uffici del Ministero non è mai venuta meno, e a partire dal 2019 è stato possibile organizzare con cadenza periodica delle visite guidate presso l'immobile.
  Infatti, grazie a un contratto tra i proprietari e la cooperativa sociale «Il Camaleonte», attiva nel campo della promozione culturale e turistica del comune di Soriano nel Cimino, il complesso castello/casa di Pier Paolo Pasolini è stato da allora oggetto di visite al pubblico una volta al mese, garantendone la pubblica fruizione.
  Con rogito stipulato il 25 febbraio 2021, e denunciato alla Soprintendenza il 1° marzo 2021, l'immobile è stato rivenduto ad un altro soggetto privato, per il prezzo di 775.000 euro. Come in molti altri casi, anche in relazione a questa compravendita il Ministero non ritiene di dover acquisire il bene al patrimonio dello Stato mediante esercizio della prelazione ferma restando, peraltro, la possibilità di analoga acquisizione alla mano pubblica da parte degli Enti locali eventualmente interessati.
  Occorre considerare che l'esercizio della prelazione, trattandosi di atto ablatorio della proprietà privata, trova giustificazione, fondamentalmente, nella possibilità di assicurare la realizzazione di un progetto di valorizzazione culturale del bene a fini di pubblica fruizione. Nel caso in questione, il bene era già di proprietà di un privato, circostanza che non ne ha impedito la tutela né precluso il pubblico godimento. Il bene si trova infatti in buono stato di conservazione ed è aperto al pubblico mediante visite programmate.
  Al fine della prelazione devono essere inoltre attentamente valutate anche ragioni di natura economica, in considerazione del fatto che il Ministero non ha le risorse necessarie per poter acquisire tutti i beni culturali che vengono messi in vendita e sui quali potrebbe esercitare la prelazione. Il Ministero, inoltre, di recente ha già impegnato ingenti risorse per gli acquisti in via di prelazione, acquisendo la villa sull'isola di Gallinara (SV); sta inoltre valutando l'acquisizione di un altro complesso immobiliare nei pressi del Parco dell'Appia Antica, che andrà ad Pag. 40incrementare la consistenza del Parco archeologico.
  Tutti gli acquisti, anche in via di prelazione, vengono sottoposti al controllo della Corte dei Conti e pertanto devono essere puntualmente motivati, anche in termini di sostenibilità economica della futura valorizzazione dei beni.
  Come detto, la «Torre di Chia» è visitabile al pubblico su appuntamento (possibilità attualmente sospesa in conseguenza dell'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid) ed è mantenuta in buone condizioni.
  La proprietà privata del bene, pertanto, così come avviene per moltissimi beni del patrimonio culturale, non ha pregiudicato la tutela e la valorizzazione di questo importante manufatto.
  Nel rispetto delle misure restrittive vigenti, si potranno certamente concordare anche con gli attuali proprietari, come già avvenuto in passato, le nuove modalità di fruizione e valorizzazione del bene.

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ALLEGATO 5

5-03519 Toccafondi: Sull'erogazione del bonus cultura («18App») per i nati nel 2001 e per i nati nel 2002.

5-05496 Toccafondi: Sull'erogazione del bonus cultura («18App») per i nati nel 2001 e per i nati nel 2002.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'interrogazione dell'Onorevole Toccafondi è riferita alla misura denominata Bonus Cultura o più comunemente definita «App18».
  Essa è rivolta, come noto, ai ragazzi che compiono 18 anni, ai quali sono attribuiti 500 euro utilizzabili, tramite una piattaforma elettronica, per l'acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali, cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale, musica registrata, prodotti dell'editoria audiovisiva, biglietti di ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali, nonché per corsi di musica, di teatro o di lingua straniera. A partire dall'edizione attualmente in corso (ragazzi nati nel 2002), l'elenco dei beni acquistabili è stato integrato con l'aggiunta degli abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale e a partire dalla prossima (ragazzi nati nel 2003) saranno acquistabili anche i periodici, anche in formato digitale.
  L'iniziativa, che è stata avviata nel 2015, non solo è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi ma è stata anche molto apprezzata dagli esercenti e dai produttori dei beni interessati. In particolare si è rivelata uno strumento fondamentale per il sostegno del settore dell'editoria e del libro, che le statistiche evidenziano essere il bene più acquistato, e il fatto che una quota rilevante della spesa è stata quella per i libri scolastici, ha reso evidente che il bonus cultura ha costituito, altresì, un contributo importante per molte famiglie quale sostegno ai costi dell'istruzione superiore dei figli.
  La percentuale di adesione è infatti andata aumentando di anno in anno, così come sono stati perfezionati di anno in anno anche gli strumenti anti-frode.
  Relativamente alle tempistiche per la registrazione e la spendita del Bonus Cultura per i soggetti nati nel 2001 e nel 2002, è importante specificare alcuni punti.
  Il decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, 24 dicembre 2019, n. 177, «Regolamento recante i criteri e le modalità di attribuzione e di utilizzo della Carta elettronica, prevista dall'articolo 1, comma 604, della legge 30 dicembre 2018, n. 145», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 19 febbraio 2020, è entrato in vigore in data 5 marzo 2020. Per i ragazzi nati nel 2001, pertanto, l'iscrizione all'iniziativa era consentita a partire dal 5 marzo 2020 fino al 31 agosto 2020, termine ultimo per le registrazioni di cui all'articolo 5, comma 1, del predetto decreto n. 177 del 2019. Ai sensi dell'articolo 6, comma 1, del medesimo decreto, il Bonus era utilizzabile entro e non oltre il 28 febbraio 2021.
  In merito ai ragazzi nati nel 2002, i criteri e le modalità di attribuzione e di utilizzo del Bonus Cultura sono individuati con il regolamento 22 dicembre 2020, n. 192, di modifica al regolamento 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 66 del 17 marzo 2021, in vigore dal 1° aprile 2021. I soggetti nati nel 2002 possono dunque iscriversi all'iniziativa a partire dal 1° aprile 2021 fino al 31 agosto 2021 e possono spendere il Bonus entro e non oltre il 28 febbraio 2022. Alla data del 16 aprile 2021, Pag. 42i diciottenni registrati sono già circa 240 mila a conferma del successo dell'iniziativa.
  Per quanto riguarda le somme stanziate per garantire l'erogazione del bonus anche ai ragazzi nati nel 2003, ricordo che l'articolo 1, comma 576, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha confermato il riconoscimento del bonus ai ragazzi che compiono 18 anni nell'anno 2021, destinando all'iniziativa risorse pari a 150 milioni di euro, somma che il Governo intende incrementare nei prossimi provvedimenti, allineandola allo stanziamento disposto per l'edizione in corso, in modo da non creare differenze tra i beneficiari nati nei diversi anni.

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ALLEGATO 6

5-05300 Vizzini: Sull'organico del personale della Biblioteca statale di Lucca.

5-05303 Colmellere: Sull'organico del personale della Biblioteca statale di Lucca.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In relazione alle interrogazioni parlamentari presentate dagli onorevoli Vizzini e Colmellere, relative alla medesima questione della carenza di personale presso la Biblioteca statale di Lucca, si rappresenta quanto segue.
  La rilevanza culturale del patrimonio custodito dalla Biblioteca Statale di Lucca è ben nota, come pure è divenuta comune sentire la consapevolezza della funzione sociale svolta da tutte le Biblioteche pubbliche.
  Conseguentemente, la costante preoccupazione di garantire la continuità del servizio ha indotto sia la Direttrice della Biblioteca Statale di Lucca, sia la competente Direzione generale del Ministero ad assumere alcune iniziative di carattere provvisorio, nelle more della conclusione delle procedure di assunzione avviate.
  Colgo dunque l'occasione per dare conto di quanto, al momento, è stato già realizzato e, delle ulteriori iniziative in itinere, precisando che grazie a questa attività è stato possibile assicurare la prosecuzione – senza alcuna interruzione – del servizio e delle attività essenziali svolte dalla Biblioteca. Più in particolare:

   è stata prevista una collaborazione part time (per due giorni alla settimana) di un assistente amministrativo in servizio presso l'Archivio di Stato di La Spezia;

   è stata avviata un'interlocuzione con la Fondazione Cassa di Risparmio per il finanziamento della collaborazione temporanea di una cooperativa (2 unità per 30 ore settimanali cadauna);

   sono in corso trattative con ALES S.p.A. al fine di addivenire alla stipula di un contratto annuale per la erogazione di servizi di supporto nell'ambito di progetti di rafforzamento della capacità amministrativa e gestionale degli uffici e di miglioramento della fruizione nelle biblioteche per complessive 6 unità di personale;

   è stata avanzata specifica richiesta alla competente Direzione generale del Ministero (DG Organizzazione) di attivazione dello strumento previsto dell'articolo 3, comma 4, lettera a) della legge 19 giugno 2019, n. 56, relativa alla condivisione delle graduatorie concorsuali di pertinenza di altre Amministrazioni (nel caso di specie, dell'Università degli Studi di Firenze). Tale strumento consentirebbe, infatti, la assunzione di personale a tempo indeterminato, ma presuppone l'assenso della struttura titolare della graduatoria e, prima ancora, la compatibilità del reclutamento con le facoltà assunzionali del MIC.

  Ad ogni modo, per ovviare Mia rilevante e persistente carenza di personale di questa Amministrazione – dato peraltro in continua evoluzione anche in conseguenza degli effetti degli interventi normativi in materia di accesso anticipato ai trattamenti pensionistici che, di fatto, condizionano l'efficacia dell'espletamento delle delicate funzioni istituzionali affidate a questo Dicastero – sono in corso di svolgimento una serie di procedure, concorsuali e selettive, intese al reclutamento di nuove unità di personale al fine di colmare il prima possibile le attuali scoperture organiche.

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ALLEGATO 7

5-05524 Pezzopane: Sulla dotazione di personale dell'Archivio di Stato di Sulmona.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Pezzopane, nella quale l'onorevole interrogante, nel prendere atto da fonti giornalistiche di una «lettera aperta indirizzata, fra gli altri, al Ministro (della cultura) interrogato, al prefetto dell'Aquila, Cinzia Teresa Torraco, e alla sindaca della città peligna, Annamaria Casini, sottoscritta da oltre trenta operatori culturali sulmonesi, dalle associazioni culturali, da centri studio e da testate giornalistiche, con la quale essi auspicano la revoca della decisione di chiusura della locale sezione dell'Archivio di Stato», ha richiesto al Ministro «quali iniziative intenda adottare per risolvere i problemi gestionali e di dotazione del personale dell'archivio di Stato di Sulmona, al fine di garantire la prosecuzione del suo fondamentale ruolo per la cultura della città di Sulmona e per il territorio di riferimento» si rappresenta quanto segue.
  L'Archivio di Stato dell'Aquila e le dipendenti Sezioni di Archivio di Stato di Sulmona e Avezzano presentano una pesante carenza di personale che è andata ad aggravarsi nell'ultimo anno a causa del collocamento in quiescenza di gran parte del personale.
  Per quanto riguarda la Sezione di Sulmona, delle cinque unità di personale che ad oggi consentono la regolare apertura della Sezione, ben quattro accederanno alla pensione, in ragione degli effetti degli interventi normativi in materia di accesso anticipato ai trattamenti pensionistici (la cosiddetta «quota 100») e non saranno più in servizio entro la fine del 2021.
  Per garantire l'apertura e il corretto svolgimento delle funzioni istituzionali da parte dell'Archivio di Stato dell'Aquila e delle Sezioni di Sulmona e Avezzano dovrebbero essere reperite ulteriori dieci unità di personale entro il mese di dicembre 2021, oltre ad un archivista che è già stato assegnato tramite la società Ales ed un operatore alla vigilanza che verrà assunto dai Centri per l'impegno.
  Questo Ministero è ben consapevole delle carenze di personale che affliggono tutti gli Istituti archivistici, con particolare riguardo per quelli con dipendenti Sezioni di Archivio di Stato, e per ovviare a questa mancanza di personale ha avviato collaborazioni con le Amministrazioni comunali per poter assicurare l'apertura delle Sezioni.
  Proprio in questo quadro, la Direzione generale Archivi ha chiesto il supporto anche all'Amministrazione comunale di Sulmona, che ha già manifestato la propria fattiva disponibilità a trovare delle soluzioni condivise che possano consentire di assicurare la continuità delle funzioni della Sezione di Sulmona.
  Ad ogni modo, per ovviare alla rilevante e persistente carenza di personale di questa Amministrazione – dato peraltro in continua evoluzione anche in conseguenza degli effetti degli interventi normativi in materia di accesso anticipato ai trattamenti pensionistici che, di fatto, condizionano l'efficacia dell'espletamento delle delicate funzioni istituzionali affidate a questo Dicastero – sono in corso di svolgimento una serie di procedure, concorsuali e selettive, intese al reclutamento di nuove unità di personale da immettere nei ruoli dirigenziali e non al fine di colmare le accentuate scoperture organiche della struttura organizzativa.
  In aggiunta a quanto appena riferito, si evidenzia, altresì, la recente facoltà riconosciuta dall'articolo 24, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, secondo cui, al fine di garantire lo svolgimento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio degli Istituti periferici, Pag. 45 questo Dicastero è stato autorizzato (nelle more della pubblicazione dei bandi delle procedure concorsuali per l'assunzione di funzionari) al conferimento di incarichi di collaborazione per la durata massima di quindici mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2021.
  Con questa procedura è intenzione del Ministero individuare anche collaboratori destinati a ricoprire incarichi di archivisti.
  Infine, giova rammentare che le Sezioni di Archivio di Stato sono state istituite con decreto del Ministro, su conforme parere del Consiglio superiore per gli Archivi, in base al Decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1490, nei Comuni «nei quali esistano archivi statali rilevanti per qualità e quantità», la loro chiusura è, dunque, subordinata al medesimo iter procedimentale.