CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 luglio 2021
624.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus per evitarne la propagazione nel mondo (Doc XXII, n. 42).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

   esaminata la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus per evitarne la propagazione nel mondo (Doc. XXII, n. 42), come risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente presso le Commissioni riunite III e XII;

   preso atto che la Commissione di cui si propone l'istituzione ha il compito di esaminare le responsabilità relative allo scoppio della pandemia di SARS-CoV-2 e di accertare l'effettiva congruità del comportamento tenuto dalle autorità degli Stati di origine del virus e colpiti per primi dall'infezione, con riferimento al periodo antecedente alla dichiarazione dell'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale da parte della Organizzazione mondiale della sanità, avvenuta il 30 gennaio 2020, rispetto all'obiettivo di prevenire la diffusione internazionale del contagio e di assicurare la pronta trasmissione delle informazioni rilevanti per il contrasto della propagazione della pandemia;

   rilevato, per quanto attiene al rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come l'articolo 82 della Costituzione stabilisca che ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 2

Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (C. 2561 Governo).

PARERE APPROVATO

  Il Comitato permanente per i pareri della I Commissione,

   esaminato il disegno di legge C. 2561, recante deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, nel testo risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente presso la XII Commissione;

   evidenziato come il provvedimento in esame contenga disposizioni di delega al Governo per l'adozione, il riordino e il potenziamento di norme dirette a sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, per contrastare la denatalità, per valorizzare la crescita armoniosa e inclusiva dei bambini e dei giovani, per sostenere l'indipendenza e l'autonomia finanziaria di questi ultimi, nonché per favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro di entrambi i genitori e sostenere, in particolare, quello femminile;

   rilevato, per quanto concerne il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite, come la finalità complessiva del provvedimento in esame appaia riconducibile alla materia «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», oggetto di potestà legislativa esclusiva statale ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione;

   rilevato altresì, quanto alle singole materie oggetto della potestà di delega, come il provvedimento sia riconducibile alle materie «sistema tributario», per quanto attiene alle forme di incentivazione fiscale, e «ordinamento civile», per quanto attiene alla disciplina dei congedi parentali e del rapporto di lavoro, attribuite alla potestà legislativa esclusiva statale rispettivamente dalle lettere e) ed l) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione, e come le misure di sostegno all'educazione dei figli possano essere considerate attuazione del diritto all'istruzione sancito dall'articolo 34 della Costituzione;

   rilevato inoltre come assuma rilievo la materia delle politiche sociali, di competenza residuale regionale ai sensi dell'articolo 117, quarto comma, della Costituzione;

   ricordato come, a fronte di un intreccio di competenze quale quello di cui al provvedimento in esame, la giurisprudenza costituzionale richieda in generale l'adozione di procedure concertative con il sistema delle autonomie territoriali e, in particolare (si richiama, ad esempio, la sentenza n. 7 del 2016), appaia orientata a ritenere la previsione dell'intesa la forma più idonea di coinvolgimento regionale in presenza di prevalenza di una materia di legislazione concorrente o di residuale competenza regionale, ovvero (sentenze n. 52 e n. 79 del 2019) in presenza di un intervento che rappresenti un «nodo inestricabile» di competenze esclusive, concorrenti e residuali, nel quale non sia possibile stabilire una competenza prevalente;

   sottolineato come l'articolo 7 preveda l'intesa in sede di Conferenza unificata ai fini dell'adozione dei decreti legislativi attuativi della delega di cui all'articolo 3 in materia di riordino delle misure di sostegno all'educazione dei figli e come analoga previsione non sia recata dagli articoli 5, 6 e 6-bis,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

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ALLEGATO 3

5-06403 Iezzi: Iniziative per ristabilire il sistema delle riammissioni dei richiedenti asilo dall'Italia alla Slovenia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, l'On.le interrogante fa riferimento alla pressione migratoria sul confine italo-sloveno e ricorda la decisione ex articolo 700 del codice di procedura civile, del tribunale di Roma che aveva ritenuto illegittima la riammissione informale in Slovenia di un cittadino pakistano. Al riguardo va rilevato che lo scorso 27 aprile, a seguito di gravame avanzato dal Ministero dell'interno, il tribunale ha riformato la propria pronuncia in senso favorevole all'Amministrazione, ritenendo che, nel caso specifico, fosse mancante la prova che il cittadino pakistano avesse personalmente subito quanto sostenuto in atti.
  Va ricordato che l'accordo bilaterale italo-sloveno, sottoscritto nel 1996, consente di procedere alla riammissione alla frontiera degli stranieri rintracciati in posizione irregolare all'atto dell'attraversamento del confine italo-sloveno. Tengo a precisare che tale strumento convenzionale opera parallelamente al Regolamento di Dublino, limitandosi a disciplinare le forme di collaborazione italo-slovena solo per quei casi di riammissione, cosiddetta «informale», dei migranti rintracciati immediatamente a ridosso della linea confinaria, secondo presupposti spaziali e temporali indicati dall'Accordo bilaterale.
  Desidero evidenziare che le procedure di riammissione alla frontiera, che trovano la loro base giuridica nell'Accordo, tutelano le categorie di stranieri vulnerabili o esposti a particolare pericolo, risultando quindi non applicabili a diverse categorie di soggetti, cioè ai migranti ai quali sia stata riconosciuta una qualsiasi forma di protezione internazionale, ai minori, alle persone che presentano malattia, agli stranieri che risultano registrati nel sistema Eurodac.
  Va altresì chiarito che a tutti gli stranieri vengono fornite, con l'ausilio di mediatori culturali e linguistici, nonché mediante la consegna di appositi opuscoli, opportune informazioni sulle modalità con cui formulare istanza di protezione internazionale, la quale, ove presentata, non dà luogo alla riammissione.
  In merito alle iniziative del Governo volte al controllo delle frontiere in questione, ricordo che il tema è stato oggetto, di recente, di un incontro a Lubiana tra il Ministro dell'interno Lamorgese e il suo omologo sloveno, Ales Hojs.
  In tale occasione, oltre ad un confronto più ampio in ambito migratorio in vista della Presidenza slovena dell'Unione europea, iniziata il 1° luglio, il Ministro Lamorgese ha affrontato nello specifico le problematiche migratorie che riguardano la rotta balcanica e che investono direttamente anche la Slovenia e l'Italia, constatando che i dati dei primi mesi del 2021 indicano una sostanziale stabilità dei flussi rispetto allo stesso periodo del 2020.
  Da parte italiana è stata confermata la proposta, già formalizzata con una lettera alla Commissione e ora rilanciata in vista della Presidenza slovena dell'Unione, di promuovere una riunione tra i Paesi interessati ai flussi migratori che hanno il loro snodo centrale in Bosnia Erzegovina.
  Oltre a ciò, i due Ministri, anche alla luce dell'esito positivo del confronto tecnico tra i vertici delle rispettive Forze di polizia, hanno convenuto di riattivare i pattugliamenti congiunti nella fascia confinaria italo-slovena interrotti nel 2020 a causa del COVID-19, che riprenderanno già dal mese corrente.
  Al riguardo è previsto un piano comune di vigilanza per i valichi di frontiera anche con l'impiego di mezzi tecnologicamente avanzati per contrastare più efficacemente le organizzazioni criminali che sfruttano il traffico dei migranti.

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ALLEGATO 4

5-06404 Forciniti: Sull'attribuzione del livello di preposizione al rango di primo dirigente per il commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, per quanto riguarda la dinamica della delittuosità nel territorio di Cosenza, dai dati in possesso risulta che nella provincia di Cosenza c'è stata una riduzione pari al 15,5 per cento della totalità dei delitti commessi nel 2020 rispetto al complesso dei delitti posti in essere nel 2019.
  A fronte di tale calo l'azione di contrasto registra un incremento del 3,3 per cento nel totale dei delitti scoperti e del 16 per cento in quello delle persone denunciate/arrestate.
  Nel Comune di Corigliano Rossano il numero complessivo dei reati nell'anno 2020 registra una diminuzione del 22,6 per cento rispetto all'anno precedente mentre l'azione di contrasto registra un incremento del 20,2 per cento nel totale dei delitti scoperti e del 35,8 per cento in quello delle persone denunciate/arrestate.
  Per quanto riguarda la presenza delle Forze di polizia nella provincia di Cosenza, si rappresenta che l'Arma dei Carabinieri dispone di 1.083 unità. In particolare, nel Comune di Corigliano-Rossano, l'Arma è presente con una forza effettiva di 47 unità.
  Nell'area in argomento la Guardia di Finanza ha un organico di 553 unità ed è presente a Corigliano-Calabro con una Compagnia avente una forza effettiva di 24 unità e con una Tenenza a Corigliano avente una forza effettiva di 34 unità.
  La Guardia di Finanza ha inoltre potenziato la Sezione Operativa Navale di Corigliano-Rossano con n. 18 unità.
  Per quanto riguarda la Polizia di Stato, il Commissariato di Corigliano Rossano, a cui sono state destinate 5 unità nel corso del 2020, può disporre di un organico di 58 effettivi, mentre la Questura di Cosenza ha una forza di 291 unità. Si segnala, al riguardo, che ulteriori 8 effettivi hanno preso servizio nel corso del 2021.
  In relazione alla richiesta avanzata dall'interrogante, relativa all'elevazione a Primo Dirigente del Commissariato Corigliano Rossano, si rappresenta che l'assetto e la dotazione organica complessiva del Commissariato in argomento saranno previsti dal nuovo «Atto Ordinativo Unico degli Uffici territoriali della Polizia di Stato», che è in fase di predisposizione, come già rappresentato dal Governo nella seduta di Question Time a cui ha fatto riferimento l'On.le interrogante.
  Per completezza d'informazione, si precisa, altresì, che con riferimento all'assetto e alla dotazione organica di 71 unità del «ruolo ordinario» del Commissariato in oggetto, siccome previsti nel quadro del citato progetto riorganizzativo delle articolazioni periferiche dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza, la Sezione di Polizia Scientifica – allocata sempre presso il citato presidio e composta di 4 unità – sarà posta alle dipendenze del Centro regionale di Polizia Scientifica per la Calabria.
  Resta ferma, inoltre, la previsione di elevazione del livello di preposizione del predetto Commissariato al rango di Primo dirigente, che sarà stabilita dallo schema di decreto del Ministro dell'interno di individuazione dei complessivi posti di funzione riservati ai dirigenti di livello non generale della Polizia di Stato, anch'esso in via di elaborazione.

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ALLEGATO 5

5-06405 Ceccanti: Sull'andamento della procedura per la concessione della cittadinanza italiana all'atleta Abdelhakim Elliasmine.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, l'interrogazione all'ordine del giorno verte sulla richiesta di concessione della cittadinanza italiana al Sig. Elliasmine Abdelhakim, atleta di origine marocchina.
  Al riguardo, informo che l'atleta in questione è stato segnalato al Ministro dell'interno dal Presidente della Federazione italiana di atletica leggera ai fini della concessione della cittadinanza italiana per meriti speciali ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, che – lo ricordo – è un procedimento connotato da caratteri di eccezionalità.
  Risulta inoltre che l'atleta in questione ha altresì presentato, in data 26 settembre 2018, domanda di cittadinanza ai sensi dell'articolo 9, comma 1, lettera f), della legge citata, essendo residente nel territorio nazionale da più di dieci anni.
  Tuttavia, esperita la relativa istruttoria dalla Prefettura di Bergamo, è emersa una carenza preclusiva relativa al requisito reddituale familiare e, di conseguenza, l'istanza veniva respinta in data 13 febbraio 2019. Di tale esito l'interessato veniva informato con apposita comunicazione telematica.
  Non risulta che, successivamente, l'interessato abbia ripresentato ricorso avverso la decisione né che abbia prodotto ulteriore documentazione rispetto a quella già in atti.
  Informo che, da ultimo, i competenti uffici del Ministero hanno ripreso in considerazione la complessiva situazione dell'interessato in relazione a profili suscettibili di aggiornamento.
  Pertanto, ove fosse verificata la presenza dei requisiti di legge, l'eventuale concessione in via ordinaria dello status civitatis permetterebbe comunque di soddisfare l'interesse del richiedente.

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ALLEGATO 6

5-06406 Prisco: Iniziative per risolvere il problema della carenza dei segretari comunali, in particolare nei piccoli comuni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, con riguardo alle carenze di organico segnalate dall'On.le interrogante, rappresento preliminarmente che la figura del segretario comunale e provinciale è articolata in tre diverse fasce professionali (A, B e C), distinte in relazione all'entità demografica degli enti locali. Allo stato, la categoria risulta caratterizzata da una sensibile carenza di organico, accentuata nella fascia professionale iniziale di accesso in carriera (C), i cui iscritti sono destinati allo svolgimento delle funzioni nei comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti.
  L'accesso alla carriera di segretario comunale è subordinato al superamento di una procedura selettiva articolata in un concorso pubblico e, successivamente, ad un corso di formazione ed un tirocinio pratico.
  Con l'articolo 16-ter, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 sono stati introdotti alcuni strumenti volti a fronteggiare le difficoltà organizzative dei comuni, in particolare di quelli di minori dimensioni demografiche.
  Tra di essi si segnala, in primo luogo, il potenziamento dell'istituto delle convenzioni di segreteria di cui all'articolo 98, comma 3, del TUEL, mediante il quale più enti locali condividono il medesimo segretario. Difatti, con un occhio attento alle esigenze dei piccoli comuni, ai fini della classificazione delle convenzioni in discorso, è stato adottato il criterio della «somma delle popolazioni», che consente di assegnare agli enti di più piccola dimensione – ripartendo i relativi oneri – segretari iscritti anche nella fascia professionale superiore.
  L'istituto della convenzioni di segreteria è stato ulteriormente rafforzato con il recente decreto del Ministro dell'interno 28 aprile 2021 che consente di coinvolgere, nel processo aggregativo, più dei cinque enti locali inizialmente previsti, purché vengano illustrate le relative motivazioni e garantite modalità di svolgimento delle funzioni segretariali in grado di assicurare il buon andamento dell'azione amministrativa.
  Del pari, con disposizione esclusivamente diretta ai comuni di minore dimensione – fino a 5.000 abitanti ovvero fino a 10.000 se convenzionati – è stato riformato l'istituto del vice segretario comunale, estendendo l'arco temporale entro il quale egli è autorizzato allo svolgimento dei compiti del segretario titolare, in qualità di vicario, fino a 12 mesi complessivi nell'arco del triennio 2020/2022.
  Da ultimo, con l'obiettivo di ridurre i tempi per l'immissione di nuovi iscritti – da destinare agli enti fino a 3.000 abitanti – è stata prevista una contrazione dell'attività formativa da svolgere nell'ambito del processo di reclutamento, rimodulandone le finalità e la ratio.
  Difatti, se da un lato è stato ridotto da 12 a 8 mesi il periodo di formazione e di tirocinio da svolgere prima dell'assunzione, dall'altro si è cercato di rilanciare l'istituto formativo secondo un approccio più moderno, in base al quale i neo segretari saranno tenuti ad un programma formativo nel biennio successivo alla prima presa di servizio, da svolgere mediante moduli teorico-pratici di supporto e affiancamento.
  L'attività di semplificazione e di snellimento del processo di reclutamento di nuovi segretari comunali e provinciali è proseguita, inoltre, con l'approvazione dell'articolo 25-bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, che – per il triennio 2021/2022 – ha previsto modalità accelerate e semplificate, ivi compreso il ricorso alle più moderne Pag. 48 tecnologie informatiche per lo svolgimento e la correzione delle prove.
  In tale contesto ordinamentale, l'Amministrazione dell'interno è attualmente impegnata in un intenso programma di reclutamento.
  Lo scorso 5 luglio sono terminate le prove orali del sesto corso concorso di accesso alla carriera di segretari comunali e provinciali. Tali prove si sono svolte, per la prima volta per l'Amministrazione dell'interno, con modalità telematiche per consentire, in un periodo di emergenza sanitaria, la conclusione del concorso con la massima celerità, in soli sei mesi, e garantire la sicurezza dei candidati.
  I primi 291 candidati, destinatari di borsa di studio, saranno ammessi al corso di formazione nella sessione «ordinaria» del predetto corso concorso, ed inizieranno le prescritte attività didattiche, già programmate, nel prossimo mese di settembre.
  Inoltre, a breve, ulteriori 223 borsisti saranno ammessi alla sessione «aggiuntiva». Al suo termine, altri 172 soggetti conseguiranno il diritto all'iscrizione all'Albo.
  Sono state pure avviate le procedure relative al corso-concorso per l'accesso in carriera di 174 segretari comunali (COA 8), incrementando così il contingente di 171 segretari comunali già precedentemente autorizzato (COA 7). Con il nuovo bando di concorso si procederà quindi all'assunzione di entrambi i contingenti autorizzati ai fini dell'iscrizione all'Albo di ulteriori n. 345 unità (COA 7 + COA 8).
  Tutto ciò testimonia, mi permetto di segnalare, lo sforzo che l'Amministrazione dell'interno sta realizzando per ripristinare quelle condizioni – mediante la presenza dei segretari comunali – necessarie per ciascun ente per una gestione ordinata, nella profonda convinzione della necessità della presenza di queste figure al fine di assicurare il necessario supporto giuridico all'attività dei comuni.

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ALLEGATO 7

5-06407 Marco Di Maio: Iniziative per rafforzare gli organici della Polizia di Stato nella provincia di Forlì-Cesena.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, l'On.le interrogante chiede di conoscere le iniziative per rafforzare la presenza della Polizia di Stato nel territorio di Forlì-Cesena.
  Al riguardo, rappresento che la provincia di Forlì-Cesena è dotata di un organico di 521 unità, che sarà incrementato di 16 unità entro la fine del mese di luglio 2021. In particolare, l'organico della Questura di Forlì-Cesena consta attualmente di 186 unita in Questura e 83 in servizio presso il Commissariato distaccato di Cesena.
  La forza prevista dal decreto ministeriale del 16 maggio 1989 è di 204 unità per la Questura (18 in più rispetto agli attuali) e 68 per il Commissariato (15 in meno rispetto agli attuali).
  La recente costituzione di un nuovo ufficio della Questura, e cioè il Posto di Polizia di Frontiera presso l'aeroporto «L. Ridolfi», ha indotto a destinarvi 12 operatori, attingendo alle risorse disponibili in vari settori di Questura e Commissariato, per garantire i servizi di vigilanza e controllo.
  Il numero di operatori è destinato ad aumentare, allorquando i voli riprenderanno a pieno regime e saranno operativi, verosimilmente dal mese di novembre, anche quelli extra Schengen.
  Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel generale piano di potenziamento degli uffici sul territorio, ha previsto una serie di movimenti in ingresso e in uscita, cui conseguirà – con decorrenza 28 luglio 2021 – un incremento di organico pari a sei unità per la Questura e una per il Commissariato.
  Con riferimento agli ambienti di lavoro, segnalo che la sede della Questura è ubicata in uno stabile antico di proprietà demaniale mentre il Commissariato distaccato di Cesena è allocato in due palazzine private di recente costruzione in zona residenziale. Per tale ultimo ufficio sussiste un progetto esecutivo che prevede la costruzione di una nuova sede del commissariato all'interno dell'area che già ospita il Centro Addestramento Polizia di Stato di Cesena, con apertura dei cantieri prevista per la fine dell'anno in corso.
  Salubrità e sicurezza degli ambienti lavorativi per entrambe le sedi di servizio sono sufficientemente garantite, come attestato dai periodici sopralluoghi effettuati dal medico competente.
  Infatti, utilizzando l'applicativo messo a disposizione dal Ministero dell'interno per tutti e sette i gruppi nei quali sono stati suddivisi i lavoratori, è emerso un livello di rischio non rilevante, per il quale non sono previsti interventi correttivi.
  Informo infine che il medico competente, dirigente l'Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Forlì-Cesena, a tutt'oggi non ha mai rilevato patologie da stress lavoro-correlato.

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ALLEGATO 8

5-06408 Baldino: Iniziative per consentire il ripristino della stazione dei carabinieri nel comune di Mandatoriccio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, la caserma Carabinieri di Mandatoriccio è stata allocata in uno stabile privato, in forza di un contratto di locazione del 1991, successivamente prorogato. In considerazione della ritenuta inadeguatezza logistico-funzionale dell'immobile, oltre che per l'inerzia della proprietà nell'esecuzione dei necessari interventi di adeguamento e manutenzione, il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza ha proposto, nel gennaio 2018, la risoluzione del rapporto locativo, che si è perfezionata nel gennaio 2019.
  In particolare, la sede della stazione Carabinieri di Mandatoriccio non risultava più rispondente ai requisiti prescritti dalla vigente normativa di sicurezza sui luoghi di lavoro ed agli standard infrastrutturali indicati dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, soprattutto con particolare riferimento ai requisiti di vulnerabilità sismica.
  La ricerca di soluzioni allocative alternative, oggetto di continua ed attenta valutazione da parte della Prefettura di Cosenza e condotte sul mercato immobiliare locale direttamente dall'Arma, nonché mediante specifiche manifestazioni di interesse pubblicate ad iniziativa del Comune di Mandatoriccio e di Pietrapaola, non hanno consentito il reperimento di valide proposte.
  Alla luce di quanto sopra richiamato, il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza, in conformità alla disposizione del Comando Generale dell'Arma ha attivato la procedura, terminata in data 21 aprile 2020, per il ripiegamento della stazione di Mandatoriccio presso quella di Scala Coeli.
  L'Arma dei Carabinieri ha, comunque, predisposto ogni intervento di pianificazione strategica per mantenere inalterati i livelli di controllo del territorio e di presenza operativa, assicurando, nel contempo, la massima attenzione alle necessità di servizio ai cittadini, anche con la presenza programmata di un presidio di stazione mobile nel comune di Mandatoriccio.
  La rivisitazione della decisione di ripiegamento del Reparto in questione resta subordinata all'eventuale reperimento di un'idonea soluzione allocativa, rispondente alle esigenze operative e logistiche dell'Arma, oltre che economicamente conveniente; soluzione che finora non è stato possibile reperire.
  In ogni caso il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha assicurato che, nell'intento di ripristinare la sede della stazione nel territorio in questione, proseguirà con il costante monitoraggio delle eventuali, possibili soluzioni.
  Con riguardo al Fondo a cui fa riferimento l'On.le interrogante segnalo che l'articolo 1, comma 844, della legge n. 178 del 2020 ha previsto il rifinanziamento per 5 milioni di euro per l'anno 2021 del Fondo di cui all'articolo 106-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
  L'articolo 1, comma 845, della citata legge n. 178 del 2020 prevede che le risorse di cui al citato Fondo siano destinate esclusivamente alla realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria di beni immobili da assegnare alla Polizia di Stato e all'Arma dei Carabinieri e sono attribuite sulla base dei progetti approvati entro il 31 dicembre 2020 da parte degli stessi Comuni in stato di dissesto finanziario.
  Ai sensi dell'articolo 106-bis del decreto-legge n. 34 del 2020 e dell'articolo 1, comma 846, della citata legge n. 178 del 2020, il Fondo è ripartito, sulla base della popolazione residente al 31 dicembre 2018, con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'economia e delle Pag. 51finanze, da adottare previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
  Tanto premesso, informo che con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze in data 19 ottobre 2020 sono state erogate le risorse di cui al citato articolo 106-bis, ai comuni in dissesto finanziario alla data del 15 giugno 2020 che ne avessero fatto richiesta. In particolare, al Comune di Mandatoriccio sono stati assegnati euro 11.484.
  Successivamente, con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, sono state ripartite le risorse di cui al citato articolo 1, comma 844, legge n. 178 del 2020, tra i Comuni in dissesto alla data del 15 giugno 2020, nei limiti dell'importo richiesto dai medesimi enti.
  Il Comune di Mandatoriccio con il suddetto decreto in corso di pubblicazione, non è risultato assegnatario del contributo in quanto non ha trasmesso la documentazione completa ai fini del riparto delle medesime risorse.
  Si potrà in futuro verificare, sulla base di eventuali nuove risorse, la possibilità di prevedere ulteriori contributi per far fronte alle segnalate esigenze.