CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 maggio 2020
361.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03897 Cenni: Urgenti iniziative a sostegno delle imprese del settore florovivaistico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, l'agricoltura e l'agroalimentare sono sempre stati e saranno al centro dell'agenda politica, sociale ed economica del Paese e ancor più oggi che viviamo questa emergenza nazionale e mondiale.
  L'agricoltura ha bisogno di collaborazione e condivisione e, infatti, è costante il dialogo con le Regioni, le parti sociali, gli imprenditori e la filiera istituzionale.
  L'azione di questo Ministero si sta concentrando, in particolare, su azioni di sostegno economico a tutte le imprese agricole colpite dall'emergenza, mediante l'inserimento di specifiche norme sia nella decretazione d'urgenza del Governo e sia in appositi decreti ministeriali, al fine di favorire liquidità nel sistema con linee di credito, contributi sulla produzione, sgravi fiscali e previdenziali.
  In particolare sono stati destinati:
   100 milioni di euro ad ISMEA per la concessione di garanzie in favore di tutte le imprese del settore, comprese quelle del comparto florovivaistico;
   100 milioni di euro, per il 2020, per la copertura degli interessi su finanziamenti bancari e mutui contratti dalle imprese agricole e della pesca.

  È stata, inoltre, disposta la sospensione delle imposte, dell'IVA e dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione obbligatoria fino al 15 luglio 2020, a prescindere dalla dimensione e dalla riduzione dei ricavi.
  Per proseguire nell'azione di contrasto alle criticità causate dall'emergenza, intendiamo procedere in due direzioni, prefigurando diverse tipologie di misure: quelle trasversali, destinate a tutte le imprese, e quelle specifiche, mirate, di questo Ministero.
  In particolare, per quanto riguarda le misure specifiche, nel prossimo decreto-legge volto a rafforzare le misure a sostegno dei lavoratori e del sistema produttivo italiano, stiamo lavorando per istituire uno specifico Fondo finalizzato all'indennizzo dei settori colpiti dalla situazione di crisi connessa all'emergenza sanitaria.
  Nell'ambito di tale Fondo, una parte rilevante delle risorse sarà destinata al ristoro dei danni causati dalla diffusione del COVID-19.

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ALLEGATO 2

5-03898 Viviani: Iniziative del Governo a sostegno del Made in Italy agroalimentare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati, ritengo opportuno premettere, a fronte di quanto rappresentato dall'Onorevole interrogante, che le imprese dell'intero comparto produttivo agroalimentare nazionale in questo momento di assoluta emergenza sono nell'ordine di massima priorità per questo Ministero che si è prontamente attivato presso le istituzioni comunitarie al fine di rappresentare l'esigenza di prevedere appositi e mirati sostegni alle filiere produttive più esposte alla crisi procurata dal COVID-19.
  La Ministra Bellanova ha intrattenuto una serie di contatti bilaterali con il Commissario UE all'agricoltura al quale ha rappresentato la necessità di un intervento tempestivo ed efficace sui settori produttivi più penalizzati, in particolare il settore lattiero-caseario, le carni, l'ortofrutta, il vino e il florovivaismo.
  Al fine di riscontrare quanto richiesto dagli Stati membri, la Commissione ha predisposto una serie di proposte regolamentari che sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio 2020: si tratta di ben 14 regolamenti, dei quali tre atti delegati e nove regolamenti di esecuzione che disciplinano il sostegno al mercato in differenti settori, in particolare sui formaggi, carni bovine e ovine, ortofrutta e vino.
  Nello specifico, viene prevista l'apertura, come più volte richiesto dall'Italia, dello stoccaggio privato dei formaggi, delle cagliate, delle carni bovine e ovine e vengono recepite molte previsioni richieste dall'Italia in merito ad una maggiore flessibilità e semplificazione per il settore ortofrutticolo, vitivinicolo e zootecnico.
  A livello nazionale, si evidenziano una serie di provvedimenti per dare maggiore sussidiarietà e flessibilità nelle previsioni di implementazione delle OCM di settore.
  Si ritiene, inoltre, opportuno evidenziare che con il Fondo nazionale per l'assistenza alimentare alle persone più bisognose sono già stati adottati due recenti decreti interministeriali che stanziano complessivamente 56 milioni di euro per l'acquisto di prodotti italiani da distribuire agli Enti caritativi, prodotti tra cui sono compresi il latte, i formaggi, i prosciutti DOP e le carni ovine.
  Si segnala, infine, la rilevanza delle nuove modalità di corresponsione degli anticipi dei pagamenti diretti della PAC per il 2020, introdotte con il decreto «Cura Italia», che coinvolgono circa 650 mila imprese agricole. Quest'ultime, con modalità semplificate rispetto a quelle attuate nel 2019 (nel 2019 l'anticipo era del 50 per cento, è stato corrisposto alla fine di luglio 2019 ed ha interessato poco più di 60 mila imprese), a partire dal 15 giugno 2020 potranno beneficiare di un anticipo dei pagamenti diretti pari al 70 per cento dell'importo dovuto, che, in condizioni di ordinarietà, sarebbe stato corrisposto solo a partire dalla seconda metà di ottobre 2020.
  Ritengo opportuno far presente che sono stati predisposti i decreti ministeriali per il Fondo grano duro (40 milioni di euro), per il Fondo suinicolo nazionale (5 milioni di euro), per il Fondo Commissioni uniche nazionali (200 mila euro annui) e per il Fondo per la competitività delle filiere (29,5 milioni di euro) che permette oggi all'Italia di avere un primo strumento Pag. 84per intervenire su filiere strategiche come quella del mais, della soia, dei legumi, dove siamo fortemente deficitari.
  È stato previsto anche un intervento di emergenza per la filiera ovina, con aiuto consistente per ogni agnello nato, allevato e macellato in Italia, per un totale di 7,5 milioni di euro e 2 milioni di euro sono destinati alla filiera del latte di bufala, per evitare lo spreco di latte in questa fase di compressione della domanda.
  È stato già predisposto il decreto attuativo del Fondo da 100 milioni di euro previsto dal «Decreto Cura Italia» per la copertura degli interessi bancari e per la sospensione dell'attività di pesca e di acquacoltura e sta per essere formalizzata una delibera CIPE con uno stanziamento di 20 milioni di euro per i contratti di filiera del latte ovino.
  Infine, sempre nel «Decreto Cura Italia», è previsto anche uno stanziamento di 100 milioni di euro per il Fondo rotativo per le imprese di CDP a favore della filiera avicola che consentirà al Ministero di garantire prestiti agevolati alle imprese che investiranno nel benessere animale e che porterà l'Italia a essere il primo Paese Ue con uova da galline totalmente «gabbia free».

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ALLEGATO 3

5-03899 Gagnarli: Allungamento del termine di scadenza del latte fresco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, in via preliminare, occorre precisare che l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 157 del 2004, convertito in legge n. 204 del 2004, dispone che la data di scadenza del «latte fresco pastorizzato» e del «latte fresco pastorizzato di alta qualità» è determinata nel sesto giorno successivo a quello del trattamento termico.
  Ai sensi di tale norma, pertanto, nessun produttore di latte fresco in Italia è autorizzato a prolungare la data di scadenza del latte oltre il termine stabilito e gli eventuali comportamenti difformi sono punibili a norma di legge. Di contro, è consentito fissare un termine più breve.
  Come già dichiarato dalla Ministra Bellanova, occorre tener presente che in questo momento allungare il periodo di validità del latte fresco finirebbe per dare la possibilità a coloro che in questi anni hanno pensato di importare latte dall'estero, di vendere impropriamente il prodotto come Made in Italy.
  Il nostro compito, invece, è quello di preservare la filiera nazionale e rendere chiaro che se un prodotto è Made Italy deve essere ben tracciato, deve essere esplicitato dove è stata prodotta la materia prima, dove e in che modo è stata trasformata, perché il patto con i consumatori, sia a livello nazionale che internazionale, è fondamentale per preservare la validità del Made in Italy.
  Il latte fresco italiano è un'eccellenza unica in Europa, un vanto nazionale, invidiato anche da altri Paesi, la cui qualità è garantita dal Ministero non solo attraverso i severi disciplinari di produzione ma anche mediante costanti verifiche sulla tracciabilità.
  A garantirne il rispetto, anche a tutela dei consumatori, è il sistema dei controlli costantemente eseguiti dall'ICQRF che, tra l'altro, è preposto alla verifica della corretta applicazione delle disposizioni in materia di etichettatura dei prodotti alimentari previste dal Regolamento (UE) n. 1169/2011, dal Regolamento (UE) n. 1308/2013 (OCM unica) e dalle specifiche norme settoriali nazionali.
  A livello nazionale, inoltre, sono state adottate disposizioni specifiche sul termine «fresco» da utilizzare per il latte pastorizzato e il latte pastorizzato di alta qualità, introducendo taluni requisiti qualitativi, al fine di garantire che il trattamento termico subito dal latte sia effettuato in modo tale da mantenere il più possibile i principi nutritivi ed evitare alterazioni negative del gusto.
  In ogni caso, in merito al quesito posto dalla interrogante, preciso che attualmente non è intenzione del Ministero impegnarsi nella elaborazione di proposte normative finalizzate all'allungamento della data di scadenza del latte fresco.
  Evidenzio, inoltre, che anche in questa situazione emergenziale, l'Ispettorato continua ad assicurare la propria attività di controllo nel settore, in particolare presso i produttori/confezionatori di latte «fresco», per verificare la corretta applicazione delle norme sopra richiamate.
  Infine, colgo l'occasione per informare che, a salvaguardia del prezzo del latte e del reddito degli allevatori, al fine di Pag. 86contrastare gli eventuali fenomeni distorsivi di mercato connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19 che potrebbero ripercuotersi pesantemente sui produttori primari (allevatori), è stata attivata un'apposita casella di posta elettronica pratichesleali@politicheagricole.it, destinata a segnalare casi di pratiche commerciali sleali che si verificano nel settore agricolo e alimentare, gestita dall'ICQRF che provvede ad acquisire le segnalazioni pervenute assicurandone la «tracciabilità» fino all'adozione degli eventuali provvedimenti sanzionatori.

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ALLEGATO 4

5-03900 Anna Lisa Baroni: Urgenti iniziative dell'Esecutivo a tutela del settore zootecnico.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, in via preliminare, è quanto mai opportuno precisare che il settore agroalimentare nel suo complesso, pur con le grandi difficoltà degli ultimi mesi caratterizzati dall'emergenza sanitaria COVID-19, è riuscito ad assicurare cibo sano e di assoluta qualità grazie alle politiche messe in atto negli ultimi sessanta anni ed, in particolare, alla Politica Agricola Comune che, è bene ricordare, è nata come prima politica comune proprio nella fase della grande crisi successiva ai due conflitti mondiali del secolo scorso.
  Oggi, come allora, i cittadini si sono resi conto dell'importanza dell'auto approvvigionamento alimentare e di quanto strategico sia il settore.
  Non si comprende, quindi, la ratio di campagne mediatiche come quelle a cui abbiamo recentemente assistito e che hanno visto protagonista la televisione, la stampa ed il web tese a diffondere presso l'opinione pubblica ipotesi assolutamente infondate che hanno messo in relazione la diffusione del corona virus con il settore zootecnico.
  Nel respingere categoricamente siffatte supposizioni, è evidente l'esigenza di sostenere con convinzione ogni processo produttivo ed ogni filiera che punti con decisione al miglioramento della sostenibilità del settore, intesa come fattore economico, ambientale e sociale.
  Nel settore zootecnico, questo impegno si traduce nel miglioramento delle condizioni di benessere degli animali, sia in strutture specializzate, sia all'aperto e nella migliore gestione delle deiezioni prodotte dagli animali allevati, da valorizzare secondo i principi dell'economia circolare e della bioeconomia, ai fini della produzione di energia da biomasse e della produzione di ammendanti organici in sostituzione dei fertilizzanti minerali, in modo da riequilibrare il bilancio dei nutrienti nel suolo, ridurre le emissioni di anidride carbonica, di ammoniaca ed il rilascio di nutrienti nelle acque.
  Aggiungo che al fine di consentire una ripresa dei consumi e di rendere informazioni corrette ai consumatori, questa Amministrazione ha predisposto uno specifico piano di comunicazione per il tramite dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), rivolto agli operatori della filiera zootecnica, che ha dato ottimi risultati dal punto di vista comunicativo.
  Inoltre, con l'obiettivo di favorire le relazioni di mercato, con appositi provvedimenti amministrativi, sono state definite le procedure per il riconoscimento delle Organizzazioni Produttori (OP), con la previsione per le stesse, di «mandato a vendere», nel settore delle carni bovino e ovicaprino.
  Per quanto concerne la valorizzazione della carne bovina nazionale, ricordo che con il riconoscimento dell'Organizzazione Interprofessionale «IntercamiItalia»(OI), si consente alla stessa di delineare le strategie della produzione, trasformazione e commercializzazione della carne bovina.
  Queste sono le linee direttrici su cui si muove il Ministero per sostenere il comparto zootecnico, strategico per l'economia nazionale, perfettamente in linea con i più recenti orientamenti strategici predisposti a livello unionale, come il « Green new Deal» o l'annunciata strategia « Farm to Fork».