XVIII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 7 di Martedì 15 ottobre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Morelli Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione sulle linee programmatiche della Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento) :
Morelli Alessandro , Presidente ... 2 
Pisano Paola , Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione ... 2 
Morelli Alessandro , Presidente ... 12 
Maccanti Elena (LEGA)  ... 13 
De Lorenzis Diego (M5S)  ... 13 
Rosso Roberto (FI)  ... 14 
Morelli Alessandro , Presidente ... 15 
Rosso Roberto (FI)  ... 15 
Bruno Bossio Vincenza (PD)  ... 16 
Rotelli Mauro (FDI)  ... 17 
Morelli Alessandro , Presidente ... 18 
Pisano Paola , Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione ... 19 
Morelli Alessandro , Presidente ... 21 
Sozzani Diego (FI)  ... 21 
Capitanio Massimiliano (LEGA)  ... 22 
Pisano Paola , Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione ... 23 
Morelli Alessandro , Presidente ... 24

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio: Misto-C10VM;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO MORELLI

  La seduta comincia alle 12.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione sulle linee programmatiche della Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione sulle linee programmatiche della Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano. Dunque, ringrazio la Ministra per aver accolto l'invito della Commissione e le cedo la parola per lo svolgimento della sua relazione, prego.

  PAOLA PISANO, Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Allora, io ho portato anche una presentazione con alcune slide perché la fruizione delle attività che stiamo mettendo in piedi sia più semplice da seguire. Allora, questo è un ministero, io sono un ministro giovane perché siamo nati da 30 giorni; ovviamente questi primi giorni li abbiamo dedicati alla creazione della squadra, all'organizzazione degli uffici, alla scrittura delle linee programmatiche. Questa è l'agenda dei temi che tratteremo oggi, qual è il contesto e la governance del nostro Ministero e come si è evoluta nei mesi passati fino ad arrivare alla nomina di un Ministro, qual è il contesto economico nel quale ci troviamo in questo momento per quello che riguarda i settori dell'innovazione tecnologica e del digitale, ma anche dei settori sociale, geopolitica dei paesi. Si tratta dei settori principali all'interno del nostro programma che sono la digitalizzazione e l'innovazione ed infine le attività che svolgiamo a livello internazionale.
  Solo due parole per dirvi come abbiamo organizzato le attività relative al settore della digitalizzazione e di quello dell'innovazione.
  Oltre a presentarvi i progetti che ho ereditato nel settore della digitalizzazione, vi presenteremo anche quali sono le linee programmatiche future e quali sono i primi goal che abbiamo ottenuto nelle prime quattro settimane di lavoro.
  Il perimetro della delega del ministero non riguarda solo la parte di trasformazione digitale della pubblica amministrazione e di digitalizzazione dei servizi, ma riguarda anche le attività relative all'innovazione del Paese.
  Per innovazione noi non intendiamo solo innovazione tecnologica, come spesso leggiamo sui giornali, ma intendiamo innovazione a tutto tondo, quindi innovazione anche nei vari settori dall'ambiente, all'innovazione nell'ambito sociale, innovazione nella pubblica amministrazione, l'educazione, la salute, le aziende, quindi innovazione all'interno di tutti i Ministeri.
  Qual è la nostra visione, qual è la visione di questo ministero? Allora, il primo punto da evidenziare è che esiste un paese unico, esiste un'unica pubblica amministrazione, quindi speriamo che la pubblica amministrazione si attivi ed inizi a remare tutta verso la digitalizzazione e l'innovazione verso un Paese che per noi è un unico Paese. Pag. 3
  Noi spesso parliamo di un Comune unico per i servizi che dobbiamo erogare dal punto di vista digitale, ovviamente questa è una banalità che si sente dire spesso il cittadino al centro, il cittadino per noi è il nostro primo user, il nostro cliente e quindi noi dobbiamo in qualche modo capire e strutturare la nostra innovazione, la nostra digitalizzazione per un unico scopo, il benessere del cittadino e il benessere della società.
  Tutto questo deve essere fatto tenendo presente un ulteriore elemento che fa parte della nostra visione che prevede di tenere in considerazione le diversità e l'obiettivo dell'inclusione; sembra anche questa una banalità, però è la parte più difficile del nostro lavoro, cioè non lasciare nessuno indietro, riuscire ad includere in questa trasformazione digitale e tecnologica tutti i cittadini che abitano e vivono all'interno della nostra nazione.
  Quali sono quindi gli obbiettivi, dopo aver descritto qual è la nostra visione, quali sono gli obbiettivi concreti con i quali noi ci misureremo e misureremo se le attività, i progetti che stiamo portando avanti hanno un'efficacia e un impatto all'interno del nostro territorio. Prima di tutto l'aumento dell'utilizzo dei servizi digitali, quindi non basta digitalizzare un servizio, ma è necessario poi che questo servizio sia utilizzato: maggiore è il numero di utenti che utilizzano il nostro servizio digitale più noi aumentiamo l'impatto all'interno del nostro territorio, questo per quanto riguarda l'utilizzo da parte dei cittadini, ma anche l'utilizzo da parte delle imprese è anche un nostro target insieme ai cittadini.
  Il secondo obbiettivo concreto è l'aumento della produttività e dei posti di lavoro, questo riguarda sì la digitalizzazione, ma riguarda soprattutto la questione dell'innovazione, quindi noi siamo chiamati a creare un ecosistema culturale, regolamentare, economico che riesca a far crescere l'innovazione all'interno del nostro territorio, svilupparla, attrarre l'innovazione, ma trarre anche competenze e creare e formare competenze.
  Allora, la nuova governance, questa nuova governance che riguarda l'innovazione e la digitalizzazione rende ordinario quello che prima era straordinario, si è quindi scelto di creare un Ministro ad hoc mentre il commissario straordinario per la digitalizzazione è entrato a far parte di un dipartimento insieme al team di trasformazione e digitale, si è creata una nuova società che si chiama PagoPa S.p.A. e sempre dal punto di vista della governance creeremo varie task force che per noi saranno utili al fine del coordinamento di alcune tematiche sia nel campo della trasformazione digitale, sia nel campo dell'innovazione.
  Una prima task force sarà creata e sarà composta dai rappresentanti dei Ministeri e delle pubbliche amministrazioni locali, ovviamente per creare questo coordinamento innovazione e digitalizzazione, se ne è già parlato, è già stato fatto molto all'interno dei Ministeri, bisogna coordinarla e creare una politica di visione congiunta.
  Rappresentanti e stakeholder privati, quindi molta collaborazione anche coi soggetti privati, non solo aziende, ma anche fondi venture capital che serviranno proprio per sostenere l'innovazione all'interno del Paese e poi pensiamo di creare un team di esperti di innovazione che dal punto di vista teorico ci aiuteranno a risolvere dei problemi e poi noi dovremmo applicare la soluzione teorica in modo pratico.
  Perché ci serve anche un gruppo di esperti di innovazione? Perché devono guardare a due variabili per noi molto importanti che girano intorno all'innovazione che sono la parte sociale e la parte etica, per cui ogni innovazione tecnologica, ogni innovazione in generale deve avere anche due componenti che dobbiamo sempre esaminare, l'impatto positivo nella società e l'impatto per quanto riguarda la parte di etica.
  Questa governance è prevista dal decreto-legge n. 135 del 14 dicembre 2018, convertito con modificazioni dalla n. 12 del 11 febbraio 2019. In base a tale provvedimento le competenze del commissario straordinario sono state trasferite al Presidente del Consiglio dei ministri, è stato creato un dipartimento per la trasformazione digitale e successivamente è stato nominato un Ministro ad hoc che ha ereditato queste competenze. Pag. 4
  PagoPa che è un progetto che era allocato all'interno di AgID viene trasferito da Agid alla Presidenza del Consiglio e viene costituita una società che si chiama PagoPa S.p.A. Il 24 luglio del 2019, con DPCM del 19 giugno, è stata costituita la società PagoPa S.p.A., cosa farà questa società e cosa sta facendo? Prima di tutto non è una società in house, ma è una società che possiede la flessibilità per confrontarsi sul mercato, questa società dovrà sviluppare ed industrializzare alcuni dei nostri servizi che sono PagoPa, il Progetto IO e la piattaforma digitale nazionale per i dati. Un concetto importante che vorrei condividere con voi è il fatto che noi agiremo in assoluta continuità con il lavoro che è stato fatto dal commissario straordinario per l'attuazione dell'Agenda digitale e da tutto il suo team, quindi noi abbiamo ereditato una serie di progetti che porteremo avanti in assoluta continuità, ciò che c'è di buono deve essere salvato, migliorato e preservato, quello che invece non funziona deve essere analizzato e ovviamente modificato.
  Luca Attias che è il commissario digitale ad oggi ha raccolto il testimone di Diego Piacentini e come Ministero noi raccoglieremo da Luca Attias tutte le sue attività e il commissario straordinario Luca Attias continuerà comunque a lavorare con noi come direttore del Dipartimento. Ad oggi noi siamo 40 persone con un alto livello di competenza, però come ben voi potete immaginare 40 persone non sono sufficienti per il cambiamento, la trasformazione digitale, la trasformazione sull'innovazione che ci attende, quindi l'obbiettivo è quello di creare una squadra con più soggetti al suo interno, con l'obiettivo di fare rete, di mettere in relazione tutti quei soggetti pubblici e privati che possono aiutarci a creare innovazione e diffondere innovazione e digitalizzazione all'interno del nostro Paese.
  Allora, dal punto di vista del contesto, ovviamente noi ci troviamo davanti dei trend di trasformazione che sono noti a tutti, li percorro molto velocemente: aree di crescita geografiche che noi non ci aspettavamo che crescessero, già da un po’ di anni c'è un trend di movimentazione di persone, di risorse all'interno di alcuni paese, pensiamo ad esempio all'America del Sud, pensiamo all'India, pensiamo all'importanza che sta avendo dal punto di vista tecnologico il Giappone, quindi sono aree di crescita che noi dobbiamo tenere sotto controllo.
  C'è un'accelerazione all'interno dei settori industriali per quanto riguarda quella che viene chiamata la disruption industriale, cosa significa? Che l'uso della tecnologia all'interno di alcuni settori sta modificando i settori stessi accelerandone la produzione o cambiando addirittura la produzione di alcuni settori, nel mentre il comportamento degli utilizzatori, non dico niente di nuovo, si sta modificando, ci si aspetta sempre più personalizzazione dei servizi e personalizzazione del prodotto e c'è un utilizzo dei servizi in real time, quindi tutti noi cerchiamo di ottenere dei servizi che sono immediatamente utilizzabili.
  Ultima cosa la rivoluzione degli ecosistemi: le industrie che si intrecciano tra di loro, quindi assicurazioni che si intrecciano con l’automotive e si creano fenomeni come quello di WeChat, che non so se voi conoscete, è una piattaforma cinese dove convergono molti servizi al suo interno e svolge anche la stessa funzione che noi conosciamo di Whatsapp.
  Un nuovo contesto sociale: le città acquistano un'estrema importanza, la sostenibilità ambientale è una variabile che dobbiamo tenere in considerazione, l'utilizzo delle risorse che sono sempre più scarse, si iniziano ad utilizzare risorse alternative anche se in quantità non infinita e abbiamo da un lato i nativi digitali che conosciamo bene, dall'altro l'età media che si è innalzata, nuovi lavori che non ci aspettiamo arriveranno, la formazione focalizzata molto sulle materie STEM, il reskilling, quindi materie molto più scientifiche, il reskilling delle professionalità che ad oggi lavorano e la formazione continua di tutti i soggetti che si affacciano al mondo del lavoro.
  Infine hanno molta importanza i temi della sicurezza dati e della privacy, ma nel contempo noi dobbiamo essere aperti e collaborativi. E l'Europa e l'Italia cosa fanno in questo momento? Sono lente, hanno Pag. 5un'adozione delle tecnologie molto lenta, hanno un ritardo sui modelli di business per la diffusione, per la creazione e la diffusione dell'innovazione e ci sono molte aziende che vengono chiamate zombie firms che consumano risorse, investimenti e talenti e impediscono che questi investimenti e talenti possano essere utilizzati per aziende più produttive e più innovative. Ovviamente dobbiamo colmare il gap, non solo dobbiamo colmare il ritardo, ma dobbiamo anche riuscire a cogliere le opportunità che le nuove tecnologie possono dare al nostro paese.
  Giusto per farvi un esempio in Italia l'innovazione in particolare l'intelligenza artificiale si stima possa generare un giro di affari intorno ai 228 miliardi di euro entro il 2030, questa è un'opportunità per noi, perché? Perché contribuisce alla crescita, potrebbe contribuire alla crescita del PIL del 13 per cento per cento.
  Questo significa che lo Stato deve iniziare ad avere un comportamento che è di facilitatore e creatore di sviluppo e di condizioni affinché queste opportunità non si possano non cogliere, concentrarsi sulle eccellenze italiane ed individuare quali sono i fattori abilitanti.
  Allora, andiamo a vedere quali sono i progetti di questo Ministero. La prima parte come vi dicevo sarà la parte che riguarda il digitale, ovviamente non vi posso raccontare tutti i progetti che sono in essere perché sono moltissimi ma intendo concentrare la vostra attenzione su alcuni progetti che per noi sono dei progetti importanti all'interno del Ministero.
  Allora, il primo progetto è il progetto ANPR, l'anagrafe nazionale per i residenti: il 2019 è considerato l'anno della svolta perché è un anno in cui stiamo avendo più impatto sul Paese.
  Qual è la visione di questo progetto? Questo progetto deve riuscire a creare una base dati unica per i cittadini e quindi coinvolge un numero di Comuni molto elevato, 8.000 Comuni, tutti i Comuni italiani, per riuscire a creare quello che vi dicevo prima, un unico grande Comune. Sono impegnate in questo progetto circa 40 software house e migliaia di persone stanno condividendo questo progetto, quindi va da sé che noi dobbiamo avere un approccio che è un approccio di comunicazione trasparente e costante allineamento sugli stati di avanzamento di questi progetti. Perché questo progetto? Perché gli stakeholder, i soggetti che sono coinvolti sono un numero elevatissimo e deve prevedere una comunicazione diretta tra Comuni e fornitori e un processo di evoluzione continua del progetto ispirato ai principi dell'open source, quindi ai principi di condivisione della documentazione, di pubblica discussione, aperto anche rispetto ai bug e all'evoluzione tecnologica.
  Quali sono i vantaggi per i cittadini e per le pubbliche amministrazioni? Per il cittadino le procedure saranno semplificate, tutti i certificati saranno online, ci sarà la possibilità di controllare i propri dati, ci sarà la possibilità di poter accedere servizi non solo nel proprio Comune di appartenenza, ma anche in altri Comuni. Quali sono i vantaggi per i Comuni? L'interazione tra i vari Comuni diventa più semplice, oggi l'interazione è complessa, bisogna scambiare tanta documentazione fra i Comuni per fare le pratiche, magari per i cambi di residenza, con ANPR con una base dati unica questo sarà molto agevolato, maggiore sicurezza ovviamente e la cosa anche più importante è che i servizi saranno immediatamente erogabili.
  Per quanto riguarda le metriche pubbliche, dove siamo arrivati oggi? Ad oggi abbiamo portato un board all'interno del progetto di circa 31 milioni di cittadini, 3.609 Comuni sono all'interno di ANPR, inoltre sono in pre-subentro 12 milioni di cittadini, cosa significa in pre-subentro? Che hanno fatto tutte le attività per poi entrare all'interno della base dati e in pre-subentro sono anche 1.677 Comuni.
  Per quanto riguarda, PagoPa per noi è un altro progetto estremamente interessante, perché abbiamo fatto nascere questo progetto? Perché il nostro Paese è arretrato per quanto riguarda l'utilizzo dei pagamenti elettronici, questo cosa comporta? Oltre ad una problematica nostra nell'utilizzo del pagamento elettronico quando ci troviamo diciamo ad acquistare determinati Pag. 6 servizi c'è anche un costo rilevante all'interno del nostro Paese, il costo del contante in Italia è il più alto di Europa.
  Si tratta di 10 miliardi annui che impattano dello 0,5 per cento per cento sul PIL, le transazioni annue tra cittadini e pubblica amministrazione sono 55 milioni, queste transazioni corrispondono ad un controvalore di 700 miliardi di euro, quindi perché noi dobbiamo fare un progetto del genere?
  Per abbattere sicuramente i costi e per rendere queste transazioni più efficaci, più sicure e immediate all'interno della pubblica amministrazione. Quali sono i vantaggi per i cittadini e quali sono i vantaggi per la pubblica amministrazione? I vantaggi per il cittadino sono che può scegliere quale strumento vuole utilizzare per il pagamento, semplicità di uso e sicurezza, risparmio di tempo, trasparenza nelle commissioni e un importo sempre corretto. Dal lato della pubblica amministrazione si avrà integrazione di strumenti di pagamento in un'unica piattaforma, riconciliazione automatica dei pagamenti, questa sembrerà una banalità, ma si impazzisce nella riconciliazione dei flussi di incasso, riduzione dei costi per la gestione delle transazioni, velocità di riscossione dei tributi e minor recupero di crediti ed infine un monitoraggio puntuale, quello che ad oggi ci manca, fin dal giorno successivo al pagamento.
  Quali sono i numeri? C'è stata una buona evoluzione, siamo partiti nel 2016 in cui l'utilizzo di PagoPa era molto basso, infatti le transazioni erano lo 0,3 per cento, nel 2018 sono salite al 5 per cento, nel 2019 si prevede il 20 per cento, per un ammontare previsto di 10 miliardi di euro in un anno. Una cosa importante è che nel 2019 sono stati integrati all'interno della piattaforma PagoPa tutti i servizi pubblici più importanti e questo per noi è un grosso obbiettivo raggiunto, quindi significa che i servizi possono essere pagati attraverso PagoPa.
  SPID è l'identificativo unico del cittadino, dove siamo oggi? È stato attivato dai maggiori fornitori di servizi che sono le regioni e i comuni più grandi, abbiamo creato la notifica eIDAS che dà la possibilità di riconoscere SPID anche a livello europeo, disponibilità per l'integrazione nei siti dei privati, quindi anche i privati possono utilizzare SPID per il riconoscimento dei loro utenti e abbiamo avuto il primo privato che ha inserito il link a SPID per l'utilizzo dei suoi servizi, quindi l'accesso tramite SPID da Acquirente Unico che è un gestore di energia elettrica. Qual è la situazione su SPID? 4,9 milioni di utenti ad oggi utilizzano SPID, abbiamo 9 utenti provider attivi, circa 4.000 servizi integrati e 120.000 è il picco di rilascio settimanale nel 2019 di SPID.
  Il Progetto IO, il Progetto IO per noi è un progetto importantissimo perché è l'applicazione dove speriamo convergano tutti i servizi digitali della pubblica amministrazione. C'è un cambio di paradigma che abbiamo provato a rappresentare: prima era il cittadino che si doveva interfacciare con vari servizi della pubblica amministrazione, vari enti della pubblica amministrazione, il paradigma cambia, sono gli enti della pubblica amministrazione che ad oggi attraverso IO si devono interfacciare col cittadino, cosa cambia?
  Nascondiamo la complessità, noi siamo un ente estremamente complesso, grazie ad una piattaforma come questa nascondiamo la complessità all'utente e l'utente ha la sensazione di avere un unico punto di accesso per tutti i suoi servizi.
  Cosa abbiamo fatto?
  Prima di tutto abbiamo fatto uno studio su tutti i servizi che la pubblica amministrazione eroga, quanti di questi servizi vengono usati più volte in un mese, quanti vengono usati molte volte in un anno, quanti vengono usati qualche volta in un anno e quanti vengono usati una o due volte nella vita, quindi li abbiamo classificati in meno del 30 per cento, più del 30 per cento, 60 e 90 per cento. Perché abbiamo dovuto fare questa classifica? Per capire quali fossero i servizi che noi dobbiamo portare per primi all'interno di IO, cioè quei servizi che hanno il più alto impatto sui nostri cittadini.
  Vi faccio un esempio di servizi che vengono utilizzati come frequenza più del 30 per cento e qualche volta all'anno nei quali Pag. 7ad esempio io mi ritrovo e ho utilizzato: il pagamento dei tributi, l'iscrizione a scuola, le assenze scolastiche, i permessi di parcheggio, le graduatorie dell'asilo, le attività delle imprese, lo storico dei pagamenti della pubblica amministrazione, questi sono tutti servizi che noi almeno una volta abbiamo utilizzato, che utilizziamo diciamo più volte all'interno della nostra esistenza e ci piacerebbe riuscire ad ottenerli comodamente a casa attraverso un'applicazione.
  Quali sono gli enti che partecipano alla versione beta di questo progetto? L'ACI, l'Agenzia delle Entrate e della riscossione, la Regione Veneto, il Comune di Milano, il Comune di Torino e i Comuni più piccoli come il Comune di Cesena e il Comune di Valsamoggia.
  Passiamo ora alle infrastrutture digitali. Allora, per parlare delle infrastrutture che ad oggi noi utilizziamo sulle quali poi poggiano i servizi digitali della pubblica amministrazione dobbiamo guardare alcuni numeri.
  Ad oggi noi abbiamo 22.000 pubbliche amministrazioni e abbiamo 11.000 data-center, cosa significa? Abbiamo un data-center ogni due amministrazioni, abbiamo 25.000 siti web, abbiamo 160.000 basi dati, abbiamo 200.000 applicazioni e la spesa per la ICT annuale è di 5,8 miliardi, la maggior parte del quale è allocato all'interno della manutenzione del data-center. Allora, qual è la nostra strategia sulla parte di infrastrutture? La strategia dipende dal servizio, quindi esistono dei servizi critici che stiamo mappando e sta mappando anche la Comunità Europea, esistono dei servizi non critici, ma altrettanto importanti all'interno della pubblica amministrazione.
  I servizi digitali che sono tutti servizi pubblici che creano valore per i cittadini e per le imprese devono essere migrati all'interno di un cloud, speriamo vengano migrati all'interno di un cloud nelle sue varie declinazioni. I servizi critici ed essenziali per la pubblica amministrazione, cioè quei servizi che sono essenziali per il mantenimento di attività sociali, economiche che sono critiche per il Paese la cui mancanza potrebbe rappresentare un rischio per il Paese, devono migrare all'interno di un soggetto che gestirà il cloud che noi chiamiamo polo strategico nazionale. Per farvi un esempio un servizio non critico è la Pec, un servizio critico sono i dati dei cittadini e sono i servizi sanitari Quindi questa è la differenza tra servizi critici e non critici.
  Cos'è il polo strategico nazionale? Il Polo Strategico Nazionale prima di tutto è un gestore unico, è un soggetto, è un gestore unico che è controllato dallo Stato che praticamente è formato da tra, speriamo, almeno tre datacenter distribuiti sul territorio nazionale, offre servizio di colocation e di cloud ed è dedicato alle amministrazioni centrali che erogano servizi essenziali di particolare rilevanza e criticità. Perché è un Polo Strategico Nazionale? Potevamo lasciare tutti così e stavamo tutti più tranquilli e non facevamo diciamo questo lavoro mastodontico di convergenza che ci aspetta. Perché se voi paragonate l'energia elettrica al cloud oggi in Italia con l'energia elettrica succede questo, che l'88 per cento dell'energia elettrica è di produzione nazionale, mentre solo l'11 per cento dell'energia elettrica è importazione dall'estero, cosa avviene invece dal cloud? Dal cloud avviene la seguente cosa, che la quasi totalità dei servizi cloud che oggi sono disponibili sul mercato è erogata da player che sono extra Unione Europea. In un futuro che non è troppo lontano, che noi vedremo benissimo, l'Europa rischia di essere dipendente per l'approvvigionamento delle risorse di calcolo e lo storage sul quale si basa tutta l'innovazione di un Paese. Quindi per riuscire ad eliminare il rischio geopolitico noi dobbiamo iniziare ad avere una politica di cloud all'interno del nostro Paese, cosa stiamo facendo? C'è un gruppo di lavoro alla Presidenza del Consiglio composto da rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri, MEF, MISE, DIS, Ministero della Difesa, Ministero dell'Interno, team digitale, Dipartimento della Funzione Pubblica, AgID e Corte dei conti che sta facendo un grosso lavoro che produrrà delle indicazioni che noi ovviamente seguiremo, prima di tutto per favorire l'adozione del cloud computing e accelerare lo sviluppo tecnologico delle amministrazioni, quindi ci darà indicazione su come farlo e Pag. 8metterci in sicurezza da questo rischio geopolitico, mettere in sicurezza le nostre infrastrutture digitali che ad oggi erogano servizi essenziali per il mantenimento delle attività economiche e sociali critiche per il nostro Paese, quindi questa è una criticità altissima.
  Per riuscire nella digitalizzazione e nell'innovazione il team digitale ha fatto un accordo molto importante per il mio mandato, che spero mi permetta una maggiore facilità di esecuzione, che è un protocollo di intesa tra il team digitale e la Corte dei conti per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione. Cosa significa questo? Significa che noi abbiamo ora una leva istituzionale per aumentare la consapevolezza della pubblica amministrazione sulla centralità di temi che riguardano la digitalizzazione, che non deve essere considerato uno dei tanti adempimenti che le pubbliche amministrazioni devono fare.
  Non digitalizzare è da considerare danno erariale perché incide sull'efficacia, l'efficienza e l'economicità della pubblica amministrazione e capite che per noi questa è una leva importantissima: l'attuazione della digitalizzazione da parte delle pubbliche amministrazioni.
  Vorrei condividere con voi i nostri microrisultati di queste quattro settimane di lavoro.
  Su ANPR siamo arrivati in queste quattro settimane a 30 milioni di cittadini on board, è entrata Napoli, è entrata Palermo; per PagoPa abbiamo superato i 500.000 wallet che sono utenti registrati su PagoPa che hanno memorizzato al loro interno la loro carta di credito, tutti i pagamenti del bollo auto sono transitati all'interno di PagoPa, tutti i pagamenti verso Agenzia delle Entrate Riscossioni stanno transitando all'interno di PagoPa, solo nel mese di settembre sono stati gestiti oltre 1 miliardo di euro di pagamenti, quindi PagoPa sta bene e sta iniziando a funzionare correttamente. Quali sono le azioni che noi faremo nel breve e medio periodo.
  Per AgID rinnovo del direttore e razionalizzazione delle competenze, del ruolo e delle funzioni di AgID; ad oggi c'è in corso un assessment interno, ci sarà la nomina di un nuovo direttore, ci sarà un'analisi di quelle che sono le competenze e le attività all'interno di AgID.
  Il Progetto IO che vi abbiamo presentato l'app nella quale convergeranno tutti i servizi, verrà lanciata negli store e verranno attivate le funzioni di digitalizzazione di patente e tessera sanitaria in modo da garantire l'utilizzo di questi due documenti attraverso lo smartphone, quindi patente e tessera sanitaria saranno all'interno dell'applicazione IO che vi invito a scaricare, dagli store.
  Identità digitale: SPID ha 5 milioni di utenti che è un buon numero, ma non è abbastanza per riuscire a far sì che questa identità digitale venga utilizzata da tutti i nostri cittadini, ci vuole una riforma all'interno di SPID per superare alcune criticità che noi abbiamo ad oggi, bisogna ridisegnare il sistema pubblico di attribuzione e di gestione dell'identità digitale e questa attività noi la faremo in collaborazione con il Ministero dell'economia e delle finanze. Vediamo cosa frena SPID e qual è la nostra proposta di riforma. Le pubbliche amministrazione hanno paura che un giorno i cittadini debbano pagare SPID, la pubblica amministrazione non vuole dare l'identità tramite un servizio gestito da privati, la user experience di SPID è migliorabile, ma gli identity provider che sono i soggetti che ad oggi erogano SPID sono in perdita e quindi non la vogliono migliorare ovviamente. Gli identity provider non sono in grado di fare business attraverso l'utilizzo di SPID da parte dei privati, AgID è in questo momento in difficoltà sulla governance di questo sistema estremamente complesso ovviamente.
  Qual è la nostra proposta di riforma? Lo Stato deve investire almeno nella partenza, all'inizio nella fase di startup di questo progetto, ci vuole una governance più incisiva in cui gli identity provider diventino dei fornitori di un soggetto centrale sotto il controllo dello Stato. Ci vuole una collaborazione con il settore bancario e il settore postale che per loro natura possono diffondere all'interno del territorio l'identità digitale e su questa proposta di riforma non stiamo ovviamente lavorando da soli, Pag. 9noi non lavoreremo mai da soli, ma stiamo lavorando con il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Un altro passo importante che noi faremo nei prossimi mesi è il domicilio digitale, cosa significa il domicilio digitale? Significa l'attivazione per la pubblica amministrazione, per le imprese, per i professionisti e per i cittadini di un domicilio digitale dove far arrivare tutte le comunicazioni aventi valore legale.
  Ad oggi queste comunicazioni ci arrivano al nostro domicilio analogico con tutti i costi che noi conosciamo bene, la perdita di tempo che noi conosciamo e soprattutto la non certezza della data in cui noi veniamo a conoscenza di questa notifica, quindi questa è un'iniziativa che farà risparmiare sicuramente una spesa alla pubblica amministrazione e migliorerà l'efficacia della comunicazione tra pubblico e privato e soprattutto ci farà perdere meno tempo.
  Quale sarà l'evoluzione di IO? Allora, all'interno di IO, di questa piattaforma dovranno arrivare tutti gli avvisi che avranno valore legale, quindi il domicilio digitale, l'utilizzo da parte di soggetti privati, quindi tutti quei servizi che possono essere considerati di pubblica utilità speriamo di riuscire ad inglobarli all'interno della piattaforma IO, i messaggi con la geolocalizzazione, quindi inviare dei messaggi in base alla posizione del nostro utente, i micro pagamenti devono poter essere fatti attraverso la piattaforma IO, attraverso questa piattaforma ci deve essere la convergenza di tutto quello che vi ho descritto prima, PagoPa, SPID, ANPR, tutti i servizi digitali devono rientrare all'interno di questa piattaforma, smaterializzazione dei documenti e possibilità del cittadino di seguire la documentazione che ha richiesto, documenti certificati inviati all'interno di IO, borsellino privato e crediti, cioè attraverso IO non si potrà solo pagare quello che noi cittadini dobbiamo pagare, ma anche ricevere dei crediti da parte della pubblica amministrazione, pensate al bonus mamma, pensate al 18 app, quindi ci sono dei crediti che la pubblica amministrazione può darci e quindi potremmo riceverli attraverso questa applicazione.
  Convergenza dei servizi: ci vuole un punto unico di accesso per il cittadino se no noi cittadini impazziamo a trovare le informazioni come fare all'interno del web.
  Passo ora alla parte dell'innovazione tecnologica cercando di essere sintetica. Nel settore dell'innovazione dobbiamo affrontare delle sfide molto importanti e ovviamente questa parte è una parte nuova, quindi io vi sto presentando un programma in versione alfa che sarà soggetto a modifiche nel corso del periodo in cui sarò in questo ufficio ad operare e la cosa importante è che se da un lato noi siamo in fase di progettazione delle nostre politiche dall'altro stiamo procedendo ad una mappatura delle innovazioni che ad oggi esistono all'interno dei vari Ministeri e delle pubbliche amministrazioni per riuscire a creare una politica che sia una politica unica di innovazione all'interno del Paese. Un tema altrettanto importante è lo studio degli altri Paesi, dove non c'è tanto da inventarsi, ci sono delle politiche che già funzionano molto bene, bisogna vedere se queste politiche possono essere assorbite all'interno del nostro Paese.
  Qual è la nostra visione su questo punto? Inclusione digitale, come vi dicevo prima: la digitalizzazione e l'innovazione rappresentano un bene comune che devono utilizzare tutti, occorre costituire un ecosistema che sia un ecosistema pronto a supportare l'innovazione e la contaminazione. La contaminazione è importantissima, se ne parla tanto ovviamente, ma se ne fa sempre poca, contaminazione non solo tra startup, grosse organizzazioni, acceleratori, centri di ricerca, ma anche con la pubblica amministrazione.
  La pubblica amministrazione è il soggetto numero uno che può creare la domanda di innovazione e ad oggi quando si parla di innovazione spesso ci si focalizza sull'offerta di innovazione, però poi qualcuno quest'innovazione la deve comprare, la deve utilizzare, deve essere utile per qualcuno, ci deve essere il padre dell'innovazione. Pag. 10
  Cosa stanno facendo gli altri paesi nel campo dell'innovazione? Allora, il 32 per cento dei paesi OECD ha un singolo Ministero che stabilisce le priorità nazionali in materia di scienze e innovazione, il 18 per cento sempre dei paesi OECD ha un Ministro specifico per la ricerca e l'innovazione, il 32 per cento si affida a dei Consigli Nazionali per l'innovazione, in Danimarca, Estonia, Regno Unito esistono delle agenzie di innovazione che si sono consolidate nel tempo.
  I finanziamenti vengono assegnati per l'80 per cento dai Ministeri per quanto riguarda l'innovazione ed una cosa importante sono i contratti di performance, cioè in 13 paesi OECD, ossia il 37 per cento, sono stati creati dei contratti di performance per l'erogazione del budget dell'innovazione. La performance è un indicatore molto interessante, ma molto complesso da costruire. Consegnerò questa presentazione, quindi non mi soffermo ad elencare in dettaglio i risultati di una prima analisi che abbiamo fatto all'interno dei diversi paesi, ma voglio solo attirare la vostra attenzione su alcune delle attività che fanno gli altri paesi. Per esempio la Danimarca sta cercando di abbattere i silos burocratici, supporta la diffusione di innovazione nel Governo e all'interno delle istituzioni, prende in considerazione le differenze territoriali tra i vari comuni e le varie aree geografiche per creare innovazione.
  La Francia ha creato un sistema nazionale di innovazione, è attenta ai temi delle risorse, l'impatto sul sistema educativo, è molto incentrata sul coinvolgimento della ricerca pubblica, ma soprattutto sui trasferimenti di conoscenza tra il settore pubblico e le imprese, questo è un punto per noi anche molto importante, responsabilità sociale dell'innovazione, quella di cui vi ho accennato anche prima.
  Nel Regno Unito abbiamo la presenza di un'agenzia per l'innovazione che supporta le aziende allo scopo di sviluppare e realizzare il potenziale di nuove idee e collega le imprese tra di loro con clienti ed investitori, quindi fa proprio un lavoro di semplificazione per riuscire a creare i modelli di business dell'innovazione, finanzia la collaborazione per accelerare l'innovazione, quindi se si collabora il Ministero finanzia, il Regno Unito finanzia, crea reti di conoscenza tra di loro.
  Gli Stati Uniti, hanno creato un team per l'innovazione dei servizi digitali, hanno lanciato una piattaforma di micro acquisti, cioè sfruttano la flessibilità per lo sviluppo del software attraverso semplici acquisti tramite la carta di credito. Questa è una cosa molto importante anche per noi, l'acquisto di tecnologia che deve essere veloce, obiettivo che ad oggi nel nostro Paese ancora è da raggiungere.
  Vediamo quindi alcuni pilastri della nostra strategia.
  Prima di tutto creare il settore dell'innovazione, non si parla di creazione di innovazione, si parla di un settore dell'innovazione che è trasversale a tutti gli altri settori, è un settore fatto di domanda e offerta di innovazione e ha alla base la tecnologia.
  Il settore dell'innovazione utilizza molto la tecnologia per crescere, quindi se da un lato noi fino ad oggi ci siamo concentrati sull'offerta, sull'innovazione, le startup, gli acceleratori, le grandi aziende, oggi ci dobbiamo iniziare anche a concentrare sulla domanda di innovazione.
  Chi richiede innovazione? Chi deve richiedere innovazione che faccia questa domanda.
  Inoltre ci vuole come negli altri settori il merge tra domanda e offerta d'innovazione. Ovviamente competenze per l'innovazione ed inclusione per noi sono molto importanti, creare società migliori focalizzandoci su alcune tematiche come la mobilità innovativa, il settore dell’aerospace e di tecnologie che si possono utilizzare nella nostra società, la IOT, la sensoristica, la rigenerazione urbana.
  Tutto questo può essere visto in chiave innovativa, l'infrastruttura tecnologica, certo, è importante il cloud, è importante anche la fibra, è importante il 5G, è importante che noi all'interno del nostro Paese creiamo delle infrastrutture sulle quali poi possa appoggiare l'innovazione in modo sicuro. Tecnologia ad alto contenuto di innovazione ovviamente mantenendo un focus Pag. 11 su quella che è la sicurezza: quindi l'intelligenza artificiale per noi avrà un ruolo fondamentale perché è la base di tutte le altre tecnologie; inoltre investimenti di innovazione, esiste un Fondo ad hoc per l'innovazione, esiste in Italia, esistono dei programmi europei, dobbiamo creare un coordinamento in modo che le politiche di innovazione possano essere sostenute dai fondi stanziati e non come succede spesso viceversa che siamo poi noi che creiamo innovazione a dover reperire le risorse necessarie. E poi creare degli ecosistemi di innovazione dove l'innovazione possa nascere e crescere velocemente.
  Il primo progetto che abbiamo creato, Repubblica Digitale verso l'emergenza digitale, è un manifesto al quale i privati e anche i soggetti pubblici possono partecipare, cosa mettono in comune? Mettono in comune i loro progetti per riuscire a diminuire il digital divide, quindi tutti i progetti dei soggetti pubblici e privati che hanno un impatto sull'aumento di competenze digitali e tecnologiche e la diminuzione del digital divide, quindi l'utilizzo da parte dei cittadini di tutti quei servizi in digitale, pensate il car sharing, pensate la spesa online vengono messi a fattor comune all'interno di questo progetto e vengono diffusi in Italia.
  Un altro progetto che noi stiamo portando avanti è il diritto ad innovare, allora, il diritto ad innovare in cosa consiste? Consiste in un disegno di legge che riconosca agli imprenditori e a tutti coloro che facciano richiesta di fare innovazione all'interno del nostro Paese di poterla fare, cosa significa? Poiché oggi all'interno del nostro Paese abbiamo molte norme, spesso per riuscire ad arrivare al testing di innovazione passa un periodo molto lungo; questo non deve accadere, bisogna creare uno specie di sembox dove le innovazioni possano testare il loro impatto, naturalmente monitorate da tutte le autorità competenti in modo tale da verificare che l'impatto sia positivo. Se poi l'impatto è positivo, se si creano posti di lavoro, se portano competenze allora è la normativa che deve essere rivista per far crescere queste aziende e quindi noi utilizzeremo le aziende, le startup che producono innovazione come apripista per nuove normative che devono supportarle, che dovrebbero essere riviste almeno una volta l'anno, questo non so se sarà possibile, ma noi ci proveremo.
  Laboratori Italia, questo è un altro progetto: nella sostanza è una piattaforma tecnologica dove vengono inviati dei progetti di innovazione da parte di città, regioni, privati e vengono analizzati in base al fatto che richiedano o no in prima istanza la deroga ad innovare; le città che vogliono partecipare, le regioni che vogliono partecipare a questo progetto devono condividere i propri asset.
  All'interno del nostro Paese abbiamo molti asset che possono essere messi a fattor comune, le reti 5G, le reti Illora per l'utilizzo della sensoristica, l’edge computing, quindi il cloud a bordo rete utile per tutti i servizi che hanno bisogno di bassa latenza, come ad esempio la mobilità autonoma, zone di sperimentazione dove si può sperimentare la tecnologia; tutti questi asset sparsi per l'Italia possono essere messi a fattor comune.
  Le regioni e le città devono definire la loro inclinazione, magari Torino è una città che è più incline ad acquisire innovazione per quanto riguarda l’automotive, Milano magari per quanto riguarda la tecnologia più hard, Venezia per quanto riguarda le tecnologie di comunicazione, cinema, quindi realtà virtuale, Roma per quanto riguarda l'innovazione nella cultura, quindi ognuna delle nostre città ha delle specificità sulle quali noi andremo ad innestare l'innovazione. Le città potranno sfruttare i propri asset per risolvere le proprie problematiche, quindi faranno una call of innovation che muoverà la domanda all'innovazione.
  Qual è dunque il nostro obbiettivo su questo progetto? Far conoscere gli asset strategici che noi abbiamo in giro per il paese e creare un'infrastruttura unica tecnologica che possa sostenere l'innovazione e riuscire a far partire l'acquisto di innovazione da parte delle città e delle pubbliche amministrazioni.
  Come Ministero dobbiamo anche riuscire a supportare non solo la creazione di Pag. 12innovazione all'interno del nostro Paese, ma anche supportare le nostre aziende nella scalabilità della loro innovazione a livello globale, cosa pensavamo di fare? Se l'innovazione sperimentata va bene e se questo è un servizio per la pubblica amministrazione, noi possiamo diventare il cliente numero uno per quella startup o per quell'azienda che ha sperimentato e creato un nuovo servizio, mettendo in atto l'analisi del pre commercial procurement, cioè l'acquisto innovativo di tecnologia e di innovazione in modo tale che le pubbliche amministrazioni, cosa che già oggi c'è, possono andare più rapidamente ad acquistare un servizio e diventare il cliente primo delle creazioni di innovazione all'interno del nostro Paese. Se lo Stato diventa il cliente primo diventa anche un partner per quelle startup, per quelle aziende che fanno innovazione e diventa un partner forte per la scalabilità a livello nazionale, una cosa è presentare una startup, un'azienda da sola, una cosa è presentare una startup, un'azienda come ecosistema in cui il partner è una pubblica amministrazione e in questo ci deve venir dietro anche il fondo di innovazione, quindi il fondo di innovazione ci deve supportare non solo nella creazione di innovazione all'interno del Paese, ma anche nella scalabilità di innovazione a livello internazionale.
  L'attrazione di cervelli è un altro progetto che noi vogliamo promuovere: ad oggi noi facciamo una chiamata di 50 esperti all'interno del nostro Ministero, ma ci impegniamo a creare una politica insieme alle aziende private, aziende di tecnologia e di innovazione, affinché si riesca a fare una chiamata strutturata per posizioni aperte verso l'estero, i cervelli in fuga ritornano se ci sono lavori interessanti all'interno del nostro Paese, quindi noi dobbiamo creare lavori interessanti e farli conoscere.
  I micro risultati che abbiamo ottenuto nella parte innovazione in questi quattro settimane: stiamo parlando con le Nazioni Unite per creare un hub, un laboratorio di innovazione tecnologica all'interno del nostro Paese che sarà presente in due città, un hub di innovazione tecnologica creato all'interno della città di Torino che ha messo insieme un acceleratore delle startup, due fondazioni, l'Università e le grosse aziende può scalare anche in un'altra città grazie ai rapporti che noi stiamo creando con Intesa San Paolo.
  Stiamo quindi portando avanti questo progetto per creare un altro hub come quello in un'altra città all'interno del nostro paese.
  Perché questi hub sono importanti? Perché creano dei centri in cui si velocizza la creazione di innovazione e la crescita di innovazione. Infine all'interno di quel progetto Repubblica Digitale di cui vi parlavo all'inizio per creare una risposta al digital divide sono entrate all'interno Tim e Rai e hanno raggiunto i 50 partner privati.
  Tim e Rai porteranno un progetto molto interessante, gireranno per l'Italia in 3.000 Comuni con dei camper per formare i cittadini nel campo dell'utilizzo di servizi digitali.
  Per questioni di tempo non illustrerò in dettaglio le nostre attività internazionali però ci tengo a sottolineare che abbiamo intensi rapporti con l'Unione Europea, con l'OCSE, curiamo l'organizzazione di workshop tematici, contribuiamo a varie stesure di documentazione, partecipiamo al G7 e al G20, abbiamo relazioni bilaterali, cosa abbiamo fatto in particolare in queste quattro settimane? Siamo stati alle Nazioni Unite a settembre per partecipare, al workshop «Digital citizenship crucial steps to word universal and sustainable society» attirando l'attenzione delle Nazioni Unite sul tema dell'inclusione digitale per riuscire a creare delle politiche comuni anche a livello dei paesi delle Nazioni Unite e saremo a San Francisco ad ottobre per parlare al Forum dell'innovazione italo-americano e per riuscire a definire delle collaborazioni che già esistono, ma che abbiano anche un impatto economico all'interno del nostro Paese. Io ho finito, se avete delle domande sono a disposizione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, abbiamo già un corposo elenco di iscritti come sempre faremo un primo giro di domande, le risposte del Ministro e poi un secondo giro di interventi dei gruppi presenti.

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  ELENA MACCANTI. Grazie, Presidente. Ministro, da cittadina torinese, da membro di questo Parlamento e da parte di tutto il Gruppo della Lega Salvini Premier, che qui ho l'onore di rappresentare, noi naturalmente le diamo il benvenuto in Commissione e le auguriamo buon lavoro. Faremo un'opposizione di merito per quanto ci sarà possibile, cercheremo di mettere a disposizione le nostre competenze e le nostre esperienze per il bene del Paese.
  Prima di entrare nel merito delle linee programmatiche della sua relazione, ci penserà nel secondo giro di interventi l'onorevole Massimiliano Capitanio, io credo che lei debba innanzitutto delle scuse ai cittadini torinese e vede, ministro, questa non credo sia una richiesta di parte, non credo che sia la richiesta di una parte politica, ma credo che sia davvero la richiesta di una città che si è sentita tradita, perché, ministro, lei è stata promossa ministro di questo Governo, mentre nella sua città, la città di cui lei era assessore proprio all'innovazione regnava il caos su una delle competenze fondamentali, l'anagrafe, con migliaia di cittadini che sono stati costretti a mettersi in coda alle due del mattino dico questo per i Deputati che non sono di Torino.
  Cari colleghi, è proprio così, fin dalle due del mattino per poter avere un documento o una carta d'identità ed è un anno e mezzo che questa è la situazione nella sua città, ma l'innovazione non dovrebbe semplificare la vita dei cittadini, anche di quelli torinesi? Cittadini che lei ha anche provato a sedurre in qualche modo vendendo il progetto di Torino come laboratorio delle altissime tecnologie, peccato che i droni di cui avete dotato i Vigili Urbani per il controllo del monitoraggio del traffico siano ancora in magazzino perché non hanno l'autorizzazione a volare, ma purtroppo hanno invece volato i droni con i quali avete sostituito i fuochi d'artificio tradizionali di San Giovanni con uno spettacolo che ai più è parso penoso e che sicuramente è costato tantissimo. Avete venduto Torino come città di sperimentazione delle auto a guida autonoma, peccato che i test delle auto smart siano ancora fermi e peccato che lo sportello dedicato alle imprese di cui tanto ha parlato nella sua relazione delle imprese hi-tech sia aperto un giorno alla settimana per 3 ore e riceva soltanto su appuntamento. Ma vede, ministro, governare una città, una pubblica amministrazione è cosa complessa, lo sappiamo, ci possono essere dei ritardi, ci possono essere delle inefficienze, si può sbagliare, ma un amministratore accorto vieppiù un ministro deve avere la capacità di assumersi le responsabilità, chiedere possibilmente scusa e mettere in campo immediati strumenti, ed è quello che lei non ha fatto, ministro, perché lei ha lasciato Torino nel caos e questo non fa onore non soltanto e ovviamente non è rispettoso non soltanto nei confronti di chi ha votato il Movimento 5 Stelle e della Sindaca Appendino, ma credo di tutti i cittadini torinesi, di lei stessa ed anche del portafoglio di cui è diventata titolare, perché vede, ministro, innovare richiedere determinazione, genio, ma anche umiltà, quella stessa umiltà che lei forse potrebbe cogliere l'occasione per dimostrare oggi e chiedere scusa ai cittadini torinesi. In ogni caso augurandoci come Gruppo della Lega che non consegua gli stessi risultati che ha conseguito a Torino nella pubblica amministrazione centrale, le auguriamo davvero buon lavoro.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io ringrazio ovviamente il ministro per essere qui con noi e per aver illustrato le sue linee programmatiche. Ovviamente compito di questa Commissione e dei suoi componenti è quello di commentare le linee programmatiche e quindi mi atterrò ovviamente alla presentazione che la ministra ha appena concluso. Intanto una battuta, se mi permette, Presidente. Il ministro ha detto di rappresentare un Ministero giovane. Io dico questo ministero sarà anche quello più longevo. Perché? Banalmente perché abbiamo già visto alcuni Ministeri, penso a quello della Marina, o altri, che nel tempo ovviamente sono stati assorbiti da Ministeri diversi. Oggi in questa legislatura, è nato questo ministero voluto fortemente in maniera trasversale da diverse forze politiche ed è il più longevo perché la tecnologia noi immaginiamo sempre Pag. 14 che sia qualcosa che ci fa fare un gradino in più, che migliori in qualche modo la vita dei cittadini attraverso step successivi. In realtà tecnologicamente, se noi guardiamo la curva di accelerazione, questi cambiamenti stanno diventando esponenziali e quindi il processo di innovazione in realtà è continuo e quindi dobbiamo anche abituarci a pensare alla tecnologia e all'innovazione come qualcosa che fa parte di un processo che, appunto, non ha un termine. La Ministra ha toccato veramente tanti argomenti interessanti. Io la ringrazio perché la sua presentazione è stata veramente ampia. Ci sono però alcuni punti che forse meriterebbero di essere chiariti. Dalla sua presentazione si evidenzia che AgID, come Agenzia che prima era sotto la funzione pubblica, quindi il Ministero della pubblica amministrazione, continua ad esistere e vorrei ci spiegasse meglio come questo nuovo dipartimento e l'Agenzia coesistano insieme al team digitale, quindi come la governance del Ministero possa fondersi in maniera da raggiungere in termini di efficienza ed efficacia gli obiettivi, che sono molto ambiziosi che ci ha descritto, e siamo contenti che siano così ambiziosi, in modo, appunto, da raggiungerli. Mi premeva anche sottolineare un aspetto, Presidente, si è parlato del Manifesto della Repubblica Digitale e non posso che ringraziare per questo passaggio la ministra, perché anche qui si tratta di un cambiamento culturale, un cambiamento in cui la tecnologia non viene vista solo per fini economici, per un impatto economico, che pure, sì, è rilevante in tante attività, e sono stati infatti descritti gli impatti che noi avremo nei mercati nel favorire l'internazionalizzazione, nell'attrarre intelligenze, competenze. Però questo aspetto finalmente viene affiancato, completato, direi, da tutta quell'altra serie di diritti che deve essere tutelato, perché l'innovazione, la digitalizzazione, le tecnologie possono aiutare anche a tutelare la salute, a tutelare l'ambiente, a tutelare i diritti della persona. Non a caso, insomma, il CAD, il Codice dell'Amministrazione Digitale parla del diritto all'alfabetizzazione informatica. Questa Camera ha approvato nella scorsa legislatura una Carta dei diritti fondamentali di internet, se ne discute ormai in tutti i consessi internazionali e quindi i diritti anche nella dimensione immateriale devono in qualche modo essere ribaditi e promossi per avere anche una società più giusta anche dal punto di vista etico. Quindi anche su questo profilo, se ci sono degli ulteriori elementi che possono essere esplicitati, credo che sia d'interesse della Commissione. E poi, Presidente, un'ultima riflessione, che riguarda il cambio di metodo. Noi per la prima volta possiamo essere orgogliosi di quello che il nostro Paese sta facendo in questo settore, in questo campo, non soltanto, dicevo, perché siamo stati i primi in Europa a inserire una normativa sulla blockchain, a stanziare dei fondi per l'innovazione, investendo e cercando anche di colmare il gap con altri attori internazionali sull'Intelligenza Artificiale, ma anche perché finalmente abbiamo provato ad aprire i Ministeri, che solitamente sono dei luoghi non ben accolti dall'opinione pubblica, con una call di esperti, quindi ad attrarre il nuovo all'interno della Pubblica Amministrazione in termini di intelligenze e competenze. Mi chiedevo se, visti anche i numeri presentati dalla Ministra, dal punto di vista delle risorse umane, c'è qualcosa che il Parlamento e il Governo ha intenzione di fare perché è chiaro che con questi numeri non si possono in maniera plausibile governare tutti quei progetti, tutte quelle piattaforme. Quindi vorrei capire anche qui se ci sono ulteriori dettagli che la ministra può ulteriormente specificare. Io per adesso lascerei la parola al Ministro su questi temi.

  ROBERTO ROSSO. Grazie, ministro, di essere venuta qui. Anch'io, come la collega Maccanti, le do il benvenuto in questa Commissione e le dico: «Brava», brava perché lei presenta bene, parla bene, non legge. Ha parlato in piedi, quindi mostrando grande rispetto per quest'aula e ha detto tante cose nel modo giusto. C'è però un problema, ministro, c'è un problema che però nella sua recente attività politica non ne ha azzeccata una e allora è un'ottima commerciale, però quando è ora poi trasformare le grandi idee, ne abbiamo Pag. 15sentite tante oggi, non tutte sono sue, perché in un mese non poteva produrre questo, arrivano dal recente passato. Io ho sentito parlare di innovazione, digitalizzazione, governance, visione, rischio geopolitico. Di queste cose avremo modo di parlare nel proseguo della legislatura e di approfondirle, però siccome in alcuni passaggi lei ha citato dei progetti uguali o simili a quelli che ha sviluppato a Torino, non posso esimermi dal condividere anche con i colleghi i disastri che ci sono stati a Torino. Non parlo tanto del fatto che lei sia conosciuta come «l'assessore dei droni», una parte l'ha già detta la mia collega Maccanti. Una cosa che mi ha colpito molto nel vivo, essendo io un tradizionalista sulla parte tradizionale, non sull'innovazione in generale, è che ha tolto ai torinesi il piacere di una tradizione che era quella dei Fuochi di San Giovanni, ma tant'è. Ma i disastri sono altri. Ha già detto la collega Maccanti dell'Anagrafe. Preciso solo che i problemi dell'Anagrafe sono derivati dal fatto che si voleva, invece di trasferire nuovo personale, che è una roba non innovativa, il personale non è innovativo, comprare dei bei robottini da far andare in giro, dimostrando di non conoscere neanche come funziona l'Anagrafe centrale di Torino. Risultato finale è che i robottini sono stati rimandati a casa e che allora abbiamo detto: «No, prendiamo delle postazioni in cui il cittadino può avere i certificati, quelli più semplici, stampati direttamente dal totem». I totem non sono entrati in funzione, almeno non ancora. Allora il problema è questo: le idee sono buone, ma non si riescono ad applicare. Che cosa diciamo, per esempio, di un progetto, che mi sembra di aver capito continuerà a livello nazionale, cioè il Progetto City Lab, in cui si investe in innovazione? Giusto, giustissimo. Il ministro ha detto, forse era ancora assessore quando l'ha detto, «L'obiettivo è di sperimentare a Torino e poi scalare a livello internazionale». Scalare, tra l'altro, è un termine che ha usato anche qui oggi. Dopodiché sembra che il primo bar robotico di Torino, una bellissima cosa, qualche giovane potrebbe dire: «Una figata pazzesca», perché mescola i cocktail, nato e finanziato a Torino, si trasferisce a Milano. Allora io chiedo al ministro: «Attenzione, cerchi di trattare meglio gli italiani di come ha trattato i torinesi», perché non vorrei che in questa foga dell'innovazione si sviluppi con i soldi pubblici in Italia, magari ripercorrendo al contrario la Via della Seta, vadano questi progetti in Cina, per esempio. Magari se riusciamo a tenerli, oltre svilupparli, in Italia. Parliamo anche del suo amico Di Maio, che l'ha scelta per fare il Ministro direttamente dal Comune di Torino al Governo nazionale. Parliamo dell'ex Asilo di via Alessandria, occupato. Io parlo di questo perché abbiamo sentito ora l'illustrazione di determinati progetti...

  PRESIDENTE. Ognuno usa il proprio tempo come crede. Ha ragione, se volesse parlare anche di Carnevale...

  ROBERTO ROSSO. Quello che sto dicendo serve a fare la domanda finale, è una preparazione un po’ lunga, però me la consente, io non parlo tantissimo in questa Commissione, per cui mi avvantaggio di tutte le volte che non ho parlato. In questo ex Asilo, giustamente sgomberato, bravi, giustamente da riqualificare, bravi, arriva Di Maio il 14 aprile e insieme a lei dice: «Ci facciamo la Casa delle Tecnologie Emergenti, si sperimenterà l'innovazione 5 G, robotica, automotive e aerospazio», bellissimo, più o meno come le cose che abbiamo sentito oggi, fantastico. Dopodiché Di Maio si spinge ancora più in là e dice: «7 milioni e mezzo di contributi dallo Stato». I 7 milioni e mezzo non ci sono. Poi mi dicono che in questo momento queste risorse vengono indirizzate ad altri progetti, mi sembra a Matera, se non sbaglio. Ma non solo il finanziamento non si è visto, in questa enfasi innovativa si è scoperto che quel locale non poteva neanche ospitare i fondi derivanti dai 7 milioni e mezzo perché c'era da fare una complessa variante urbanistica e questo non lo dice Rosso, lo dice Ilaria Antonino, neo Assessore all'Urbanistica della Giunta Appendino. Quindi mettetevi d'accordo tra voi. Finisco, con questi precedenti siamo un po’ preoccupati di quello che abbiamo visto. Lei a un certo Pag. 16punto nella sua presentazione ha scritto, all'inizio, «ministro ai blocchi di partenza». Forse è meglio che ci rimanga ai blocchi di partenza, faccia lavorare i tecnici che hanno già fatto bene, andiamo avanti, perché con questi precedenti diventa poco credibile quello che lei ci ha detto molto bene e in maniera molto efficace stamattina. E le do un consiglio da una persona che in trent'anni ha visto tante persone presentarsi bene, ma poi non riuscire a tradurre il loro pensiero in azione, innovare non vuol dire solo cambiare per il gusto di cambiare, questa un po’ è la sensazione che lei ci ha dato a Torino, ma cambiare in meglio per tutti, stando attenti che la soluzione innovativa non sia peggio del problema che si vuole risolvere. Grazie.

  VINCENZA BRUNO BOSSIO. Io, naturalmente, ringrazio per questa presentazione, anche perché, appunto, più che giovane, è neonato questo ministero. Però ci terrei a sottolineare che, anche in base alla presentazione e soprattutto ai progetti che sono stati presentati, l'attività di questo Ministero, pur se non configurata come attività del m, nasce da almeno 4 o 5 anni, cioè le cose che sono state presentate sono il frutto di una iniziativa che è iniziata intorno al 2015/2016 e colgo con piacere che non si vuole interrompere, anzi, si vuole sviluppare e questo è un fatto sicuramente positivo. Il punto vero, su cui però mi permetto di far riflettere, ed è stato tra l'altro il tema su cui abbiamo incentrato anche l'istituzione della Commissione di inchiesta sulla digitalizzazione della PA, è di capire come effettivamente poi si riesce a far diventare il digitale e l'innovazione digitale quello strumento che riesce effettivamente a cambiare la vita delle persone, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, perché in fondo il digitale ha cambiato la vita delle persone. Quando parliamo, lo hanno detto in tanti, di Intelligenza Artificiale, noi abbiamo l'Intelligenza Artificiale in questo telefonino quando intervistiamo Siri, o qualcosa di simile. Quando parliamo anche di possibilità, di geolocalizzazione, cioè tutto quello che può generare quell'ecosistema digitale, è qualcosa che nella vita quotidiana noi sperimentiamo, però purtroppo la Pubblica Amministrazione, nonostante i soldi che ha speso, qualcuno dice troppo, io direi anche forse poco, perché 5 miliardi all'anno nella Pubblica Amministrazione nel suo complesso non sono moltissimi, considerato quanto investono, per esempio, banche e altre istituzioni. Il problema vero è come fare in modo che la Pubblica Amministrazione sia alla guida di questo ecosistema digitale. Tutti parliamo di ecosistema digitale, ma come si governa questo ecosistema digitale e come sostanzialmente si riesce a fare in modo che tutte le strutture che attualmente ci sono, che si possono sviluppare, lavorino in raccordo? Quindi mi unisco anch'io alla domanda che ha fatto il collega De Lorenzis su AgID, naturalmente. Ma io penso anche a come può avvenire il raccordo con il ministero dell'Innovazione, perché tutto il tema di impresa 4.0 e del rapporto fra la Pubblica Amministrazione, quindi la Pubblica Amministrazione digitalizzata, o comunque che punta sull'innovazione nel rapporto con le imprese e come sostanzialmente si riesce a dare delle risposte che siano sempre coerenti. Faccio un esempio, l'altro giorno sul 5 G c'è stato un momento in cui non si capiva bene quale fosse la posizione del Governo sulla questione dei campi elettromagnetici. Oppure come, per esempio, possiamo affrontare la questione della cyber security, non forzando eccessivamente sui rischi geopolitici, perché questo tema dei rischi geopolitici sulle tecnologie, francamente a me non convince. E per fortuna proprio ieri la Germania sembra che abbia fatto un regolamento abbastanza simile al nostro, cioè comunque in attuazione alla direttiva europea, in cui questo tema delle aziende europee ed extra europee, non le considera. D'altra parte noi siamo dominati da over the top, che sono americani. Questo problema geopolitico finora non ce lo siamo posti, non abbiamo scelto di avere un motore di ricerca italiano, anzi, quello che c'era l'abbiamo un po’ ammazzato, o l'ha ammazzato il mercato, ovviamente. Per cui non capisco perché invece all'improvviso c'è il rischio geopolitico su cloud computing. Certo, su cloud computing c'è il tema dei dati, però, Pag. 17voglio dire, anche qui il tema dei dati è un tema che riguarda i regolamenti per la sicurezza e per il non utilizzo, altrimenti, ripeto, gli over the top sono quelli che hanno più dati di tutti rispetto agli altri. Così come non si può avere una visione..., cioè io sto cercando di capire se questo ministero è in grado di coordinare tutte queste cose, in qualche misura si pone questo problema, perché sennò veramente poi il rischio è che il digitale non abbia quell'attuazione attesa. Non è un problema, non voglio fare la difesa d'ufficio, perché poi non conosco i fatti, ma non è neanche un problema di Torino o di Cosenza, o di Roma. Il problema del digitale e della governance del digitale è un problema di difficile attuazione. Lo dico, ma questa è la mia posizione, anche perché non abbiamo fatto la riforma costituzionale, perché, forse, se avessimo fatto un po’ di semplificazioni... Riguardo al fascicolo sanitario si dice che la regione che l'ha più portato avanti è la Lombardia, ma in realtà non si riesce ad interfacciare con lo Stato, con l'applicazione IO. Su tale aspetto tra l'altro abbiano fatto una discussione all'Intergruppo Innovazione, proprio sull'applicazione IO perché non ci sono ancora i dati sanitari, perché chi detiene i dati sanitari, cioè le regioni, non li vogliono mettere a disposizione. Ma questo non dipende dal fatto che le regioni sono cattive, è che c'è un sistema che forse va perfezionato, così anche su ANTR. Allora io credo che noi dobbiamo capire meglio anche sull’open source c'è tutta questa questione di quell’app su cui Trenitalia ha fatto causa perché utilizzava i dati pubblici. Allora questa open source ci deve essere, o non ci deve essere? Com'è che a un certo punto poi viene sospesa l'attività di una startup innovativa sui dati? Per cui, ho finito, io credo che il modo migliore per affrontare queste cose sia anche quello di coordinarci. Sicuramente noi dobbiamo fare la nostra parte e invito anche qui il Presidente a darci una mano, insieme a tutti gli altri abbiamo fatto una proposta di legge perché si faccia questa XV Commissione permanente sul digitale, però anche con le attuali Commissioni occorre un rapporto più stretto, più assiduo, in maniera tale, anche se mi rendo conto che non abbiamo una competenza specifica sull'innovazione e sulla PA, ma ce l'abbiamo più sulle telecomunicazioni, fondamentalmente, però forse si può far finta che ce l'abbiamo, ecco, in qualche misura, in maniera tale da provare a vedere come si possono affrontare tutta una serie di criticità. Grazie.

  MAURO ROTELLI. Grazie, Presidente. Intanto saluto e ringrazio il ministro. La ringrazio per la partecipazione in Commissione e le auguro anche buon lavoro, ministro. Io penso che lei non se ne debba volere con noi, ma io la prima cosa che noto di questa Commissione e di questa audizione, rispetto ad altre, Presidente, che abbiamo fatto, sia per il precedente Governo, che con l'attuale, stiamo per fare, insomma, è che, ministro, a lei l'hanno lasciata praticamente da sola oggi. Io mi sento quasi di mettermi dalla parte sua. Su quattro forze politiche che sostengono questo Governo c'è naturalmente il suo Partito di riferimento, tutto presente in aula. C'è l'Onorevole Bruno Bossio, che ha fatto il suo intervento. Il resto del Gruppo ha sgattaiolato via, sono sgattaiolati via per non prendere la parola. Almeno un paio di forze politiche che sostengono e che dovrebbero sostenere anche lei sono assenti. Può capitare. MAIE c'è, perfetto. Io pensavo all'EU e all'Italia, credo, Viva, credo suppongo. Perché, ministro, io non sono né piemontese, come potrà notare molto probabilmente dall'accento, né di Torino, quindi non è che sta a me, ma forse a nessuno di noi, io penso che il giudizio sulla sua amministrazione e del Sindaco di Torino lo daranno gli elettori quando andranno a votare a Torino e lì si vedrà. Ma io mi rendo conto che questa difficoltà è perché poi le forze di opposizione a questo Governo all'interno di quell'amministrazione rappresentano 3-4 consiglieri comunali di opposizione, i problemi più grossi lì in amministrazione ve li ha portati proprio il PD e ve li porta il PD e ve li sottolinea ogni volta c'è questo passaggio. Però io non vorrei andare a finire, come giustamente anche altri colleghi dicevano prima, nel discuterne, nel parlare di Torino, che sinceramente Pag. 18 non è qui il posto, anche se ha la sua importanza perché ognuno di noi si porta sulle spalle quello che è il nostro bagaglio e le nostre esperienze. Questo, intanto, e glielo trasmetto ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, è quello che poi succede a chi si misura con la Pubblica Amministrazione. Chi si misura con la Pubblica Amministrazione, dopo vieni qua dopo altre esperienze, con gli errori, i passi falsi, che in questo caso, ministro, sono, io mi permetto di dire, forse poco digitali e tanto analogici, perché poi io credo che quello che è successo all'interno dell'Amministrazione della quale lei ha fatto parte è un problema tutto analogico, cioè fondamentalmente quello che mancava lì, o che potrebbe essere mancato, o che manca ancora oggi, è una questione di personale, forse. Forse la cosa più importante, più urgente, potrebbe essere questa. Allora io prendo questo spunto perché la mia critica, la critica della forza politica che rappresento, di Fratelli d'Italia, alla sua nomina è rivolta al fatto che non sappiamo quanto ci fosse veramente necessità di questo dicastero. Noi non siamo convinti che ci dovesse essere un ministro per l'Innovazione. E non è soltanto perché siamo sovranisti, attaccati alle tradizioni, ai fuochi d'artificio o ai carri allegorici, non è così, è perché pensiamo che molto probabilmente questa casella serviva per far quadrare un altro tipo di conti, che erano quei conti all'interno della compagine governativa tra le varie forze che la compongono. Questa è la prima critica, perché lei vedrà che molto probabilmente, esattamente come nell'amministrazione dalla quale lei proviene, la maggior parte dei problemi che si troverà a dover affrontare sono analogici e non digitali, per quanto riguarda le Pubblica Amministrazione. Intanto è una delega che ritorna dopo una quindicina d'anni, non è una novità assoluta. Io mi ricordo il ministro Stanca un po’ di anni fa. E credo che, rifacendomi a una delle slide, che lei in maniera ineccepibile ci ha presentato, rispetto alla possibilità di crescita del PIL o all'incidenza del PIL di questa rivoluzione digitale e innovativa, che parlava di un'incidenza, credo, se non sbaglio, del 13 per cento, ho provato a stare più attento possibile ai dati che lei ci ha fornito, non so, ministro, quanto tale effetto sul PIL possa essere effettivamente attribuibile a questo tipo di innovazione, della quale oltretutto io le dico intimamente sono innamorato, sono semplicemente innamorato.
  Credo che forse il Governo debba pensare molto di più a tutti quegli ambienti che possono portare molta più crescita del PIL, perché in quegli ambienti di ricerca e sviluppo noi siamo leader internazionali, invece di andare a rincorrere digitalizzazioni filo Silicon Valley, per le quali purtroppo, come lei ci ha anche fatto vedere da qualche parte, noi arriviamo in seconda, terza, quarta posizione e quindi non siamo proprio leader. La sto seguendo con attenzione. Ho visto che ieri o l'altro ieri, non mi ricordo bene, lei è andata al Talent Garden a Ostiense per questa nuova fucina di iniziative, questo incubatore straordinario. Io ho avuto l'occasione di conoscere Dattoli penso una decina d'anni fa. Quindi rispetto a questo sono sicuramente passaggi molto, molto interessanti, Ministro. Però io non penso e non credo che sia soltanto questo che il Governo, e noi, gli italiani, si aspettino da un ministero come il suo. Ci aspettiamo risorse a supporto di queste iniziative private, ma soprattutto fondi per i settori di ricerca, sviluppo, le biotecnologie e tutti gli ambiti nel quale l'Italia e le aziende italiane, le startup italiane, sono veramente primi a livello internazionale. Credo, per concludere, che le richieste di chiarimento da parte di tutti i Gruppi che hanno parlato fino adesso rispetto alla possibilità di poter coniugare ministero con AgID e team digitali derivino dal fatto che proprio ritornando all'inizio del mio ragionamento io credo che fosse inutile organizzare un nuovo ministero, nel momento nel quale c'erano già queste forze in campo che potevano portare a raggiungere gli stessi risultati, magari con un passaggio in meno. Saremo pronti qui a ricrederci, se lei accelererà questi percorsi. Saremo pronti naturalmente a criticarla, se dovesse succedere il contrario. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, Ministro, le cedo la parola per la replica.

Pag. 19

  PAOLA PISANO, Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Grazie, Presidente. Oggi mi sarei aspettata di parlare delle mie linee programmatiche, non di trovarmi nella seduta del Consiglio comunale di Torino, nella quale, peraltro, si criticano dei progetti che ad oggi sono in corsa e, come lei probabilmente saprà, e anche il suo collega, quando si parla di innovazione, l'innovazione non viene fatta da un giorno all'altro, ma è un percorso che ovviamente ogni tanto ha delle problematiche, ma è un percorso che deve andare avanti secondo le tempistiche che ci si è dati. Per tornare invece all'argomento di questa audizione, quindi le linee programmatiche, provo allora a rispondere. Il primo punto, AgID, quello che noi stiamo facendo con AgID è, prima di tutto, iniziare una procedura di avvio per la selezione del direttore generale di AgID e iniziare un'analisi nel dettaglio di quali sono le competenze di AgID e quali sono state le criticità di AgID. Ad oggi AgID è entrata all'interno di questo ministero e dovremmo riuscire ad analizzare le sue competenze e capire quali sono delle competenze funzionali che magari dovranno rimanere al loro posto, quali invece dovranno essere scorporate e magari riallocate in posti più consoni in base anche alle criticità che sono state riscontrate. Ad oggi sappiamo che ci sono delle criticità molto definite, ad esempio i pareri che AgID deve ancora dare per gli acquisti su Consip, quindi ci sono delle attività che stanno bloccando l'operatività della parte tecnologica, di acquisto tecnologico. Le colpe non stanno mai solo in un soggetto, ovviamente, però l'obiettivo è quello di analizzare questa struttura, capire che competenze ha, capire se queste competenze possono essere ancora supportate da AgID o se devono essere assorbite da altri organismi della Pubblica Amministrazione, o internamente a noi, come abbiamo fatto con la cyber security, oppure all'interno di altri Ministeri. Quindi siamo ancora in una fase di analisi. Ovvio che ci vuole una totale convergenza e governance tra il ministero e AgID, quindi anche nella parte di analisi iniziale, in cui c'è questo periodo di interregno, ci dovrà essere una governance molto stretta delle attività.
  Repubblica Digitale: per noi è importantissimo questo progetto. Appunto, come più onorevoli hanno detto, non è solo una questione di tecnologia e di digitalizzazione, ma poi è una questione di riuscire a far cambiare la mentalità delle persone e la normale attività delle persone per fargli utilizzare queste strumentazioni. Io anche sono una pigra, quindi spesso non cambio abitudini, quindi capisco la difficoltà nel cambiare le abitudini e anche la difficoltà nel doversi mettere ad imparare dei nuovi servizi. Perché è così importante che venga invece acquisita, prima di tutto, la connettività ad internet? Perché molti cittadini ad oggi non sono ancora connessi ad internet all'interno del nostro Paese? E poi l'utilizzo di questi servizi? Perché se non riusciamo a utilizzare questi servizi e avere la connessione, si rischia di essere tagliati fuori da una fetta di opportunità e di diritti che oggi internet e il digitale offrono. Per parlare solo di un diritto banalissimo, il diritto alla comunicazione. Oggi se noi non abbiamo internet, comunichiamo ma non abbiamo quell'impatto comunicativo che invece si ha con l'utilizzo di internet. È vero che abbiamo poche risorse. Speriamo con la manovra di bilancio di aumentare il numero di persone che lavorano all'interno del nostro Ministero.
  I temi importanti sui quali voi avete lavorato già negli anni precedenti, come il tema dell'intelligenza e della blockchain, saranno temi per noi importanti e quindi li porteremo avanti. Stiamo analizzando, ovviamente in 4 settimane non si riesce a fare tutto, ma noi abbiamo in pipeline anche l'analisi di tutto il materiale che avete prodotto su queste due tematiche per noi interessanti. Spero di aver risposto alla sua domanda.
  L'onorevole Rosso di Forza Italia, ha posto forse la domanda più attinente al mio programma, facendo solo un inciso, e mi scuso se parlo della problematica del Comune di Torino, non si importa mai la tecnologia per puro esercizio di stile, ma ci sono stati a livello nazionale degli adempimenti alle quali le città dovevano rispondere: Pag. 20 ANPR, come vi ho raccontato, SPID, la Carta d'Identità Elettronica, quindi la città di Torino ha risposto agli adempimenti nazionali, questo è il primo punto. Il secondo punto, come ha detto bene, è anche spesso una questione di personale, quindi di gestione del personale e c'è tutta una problematica intorno ed è una problematica che noi nella Pubblica Amministrazione conosciamo benissimo e che deve essere gestita insieme alla parte di innovazione, giustamente. Infatti, come diceva prima il suo collega, spesso si portano delle innovazioni che poi sono difficoltose da usare; inoltre c'è il tema della formazione all'interno della Pubblica Amministrazione.
  L'utilizzo, il riuscire a portare avanti queste tematiche è importantissimo. È ovvio che voi capirete bene che anche questo reskilling all'interno della Pubblica Amministrazione ci mette un po’ di tempo per essere scaricato a terra. La Casa delle Tecnologie, il progetto non va a Matera, ma in base a quanto previsto dal decreto-legge, che immagino lei conoscerà benissimo, partiva da Matera, quindi adesso il progetto di Matera è stato consegnato e quindi può andare avanti.
  I 7 milioni e mezzo arriveranno alla città di Torino. Sulla questione della sperimentazione dell'asilo, lascio alla Sindaca risponderle, quando lo riterrà opportuno.
  Bene, la difficoltà che mi accennava, Onorevole, sull'utilizzo, la governance di questi progetti, quella è la grossa sfida, la grossa sfida è la governance, quindi riuscire a far convergere tutti questi progetti, che già esistono, che già io mi trovo in portafoglio. Pensiamo, ad esempio, all'Industria 4.0, ai Competence Center. Quindi sono state fatte negli anni delle iniziative importantissime per l'innovazione all'interno del Paese. Queste misure devono essere legate tra di loro. La parte dell'innovazione di Industria 4.0 e dei Competence Center ha parlato con la parte dei progetti su competenze dei giovani e di attrazione di cervelli, perché adesso noi abbiamo dei Competence Center bellissimi, ce ne abbiamo 7 a livello nazionale, devono essere riempiti.
  Allora facciamo una politica comune anche con la politica in tema di educazione per riuscire ad attrarre le competenze che ci servono. La politica deve essere un po’ questa, riuscire a creare un filo conduttore. Non è facile, non è facile, credo che ci abbiano provato prima di me molte volte, quindi immagino di ereditare un compito estremamente difficoltoso. Quello che vi posso dire è che mi impegnerò e ci proverò, come probabilmente si sono impegnati anche gli altri. L'unica cosa che gioca a mio favore, per dire quanto sono credibile, è il momento anche storico, perché adesso è un momento maturo. Il fatto che sia stato previsto un ministero dell'Innovazione, ce n'era bisogno o no di questo ministero dell'Innovazione? Questa è una domanda che ovviamente si sono posti in tanti, me la sono posta pure io. C'è bisogno proprio per creare queste politiche comuni, che riguardano anche l'innovazione? L'innovazione si fa, nasce naturalmente all'interno dei vari ministeri e delle Pubbliche Amministrazioni. Si perde, però, se non è legata ad una politica comune e spesso succede quello che si dice sempre: «Nella Pubblica Amministrazione, nelle aziende, la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra». Questo è normalissimo, se non si crea una politica comune. Ma è difficoltoso creare una politica comune di innovazione, perché spesso noi siamo assorti nella gestione corrente delle nostre attività, quindi l'innovazione non viene mai messa al primo posto. Allora sarà compito nostro, della nostra capacità di riuscire a metterla al primo posto nell'agenda dei vari Ministeri e della Pubblica Amministrazione e riuscire a creare questo file rouge per creare una politica comune. Abbiamo però delle chiavi. Il patto con la Corte dei conti non è da sottovalutare, perché questo è un patto estremamente importante. Noi prima di questo patto potevamo dire: «Per favore, Pubbliche Amministrazioni, città, adeguatevi ad ANPR, ci saranno magari delle problematiche perché il vostro personale non sarà in grado di utilizzarlo, allora lo dovete formare contestualmente, ma questo è un bene per il Paese». E allora le Pubbliche Amministrazioni che ad oggi hanno pochi soldi, poco personale, anziano, con tutte le problematiche che noi conosciamo, dicono: Pag. 21«Ma magari lo rimando al prossimo anno», no? Perché effettivamente spaventa fare un cambio di base dati, spaventa dare una Carta d'Identità elettronica, spaventa molto prevedere per tutti i servizi un unico accesso su SPID, è difficoltoso, si creano dei disagi, è vero, si creano dei disagi, ma poi si creerà una politica di digitalizzazione comune. Allora noi dobbiamo stringere i denti, supportare le amministrazioni in questi disagi, supportare nei disagi magari con più personale, prevedendo la formazione continua del personale. Io facevo degli incontri settimanali, non so se questa notizia magari non è stata scritta sui giornali, ma faccio degli incontri settimanali con gli sportellisti. Ho lavorato anch'io allo sportello, quindi ho fatto anch'io le Carte d'Identità per rendermi conto di quali erano le problematiche. Quindi diciamo che se c'è bisogno di un ministero ad hoc, io le dico che, arrivati a questo punto, dove c'è tanta innovazione all'interno della Pubblica Amministrazione, tante persone competenti, ma davvero competenti, cerchiamo di mettere tutto a fattor comune e rilanciamo il nostro Paese. Io ci credo, spero di convincerla.
  Il fatto che sia stata lasciata da sola oggi, io non mi sento da sola. Non so se era una domanda alla quale dovevo rispondere. Non mi sento da sola.
  La ricerca e sviluppo, però ha tirato fuori un tema importantissimo, la ricerca e sviluppo. Questo è un tema fondamentale, certo. Io adesso ho cercato di darvi un overview generale, una panoramica su quello che vogliamo fare. Poi dobbiamo entrare ovviamente nel dettaglio e chiedo scusa se non abbiamo potuto portare oggi il dettaglio.
  La ricerca e sviluppo è importantissima, nascono le idee dalla ricerca e sviluppo, che va legata all'industria e questo trasferimento tecnologico, anche se abbiamo creato la figura dei tecnologi transfert è difficoltoso, quindi va accelerato e va strutturato. Il linguaggio che parlano le aziende non lo parlano i ricercatori, che sono preoccupati dalle riviste di impact factor, quindi là c'è una scollamento che va ovviamente sostenuto e che va ovviamente limitato.
  Ricerca e sviluppo: sappiamo quanto l'Italia investe in ricerca e sviluppo. Non siamo né molto bravi a investire in ricerca e sviluppo in questo momento, né ad utilizzare i fondi dell'Unione Europea, quindi sicuramente là c'è un pensiero comune che bisogna fare anche con il ministero competente per riuscire a supportare la nostra ricerca perché poi siamo dei bravi ricercatori, quando andiamo all'estero siamo molto bravi. Oggi ero al CNR, si parlava proprio di questo, ma soprattutto si parlava di una cosa, e io glielo dico da ricercatrice, che è verissima, noi ricercatori spesso siamo obbligati a seguire tutta una serie di pratiche amministrative e burocratiche che ci distolgono dalla ricerca. Ecco, su questo si può pensare ad iniziative di semplificazione. Anche sull'acquisto di tecnologie all'interno dell'Università si può portare della semplificazione, perché noi dobbiamo avere come Università gli strumenti migliori all'interno dei laboratori, velocemente. Queste sono le tematiche che noi sicuramente affronteremo. Spero di aver risposto a tutte le vostre domande.

  PRESIDENTE. Passiamo ora ad un secondo giro di domande dei deputati che hanno chiesto di intervenire.

  DIEGO SOZZANI. Grazie, Ministro. Anch'io le do il benvenuto in Commissione e non avendo ovviamente la conoscenza dei miei colleghi, mi limiterò ad una domanda molto specifica. Uno degli elementi che non ho notato nella sua presentazione, salvo il fatto che mi studierò le slides con attenzione, visto che io non sono ancora collegato all'applicazione Geo Camera, quindi forse dovremmo anche noi accelerare ad esempio l'utilizzo delle piattaforme informatiche all'interno della nostra Commissione.
  Il tema sul quale vorrei chiederle un approfondimento è questo: uno dei problemi sostanziali di questa Nazione, è che tra le infrastrutture in Italia ci sono anche le infrastrutture digitali, ma manca un rapporto tra le Pubbliche Amministrazioni.
  Lei ha parlato molto di dialogo tra la Pubblica Amministrazione di secondo, di Pag. 22terzo livello, ma non del dialogo fra colleghi del Ministero. Cosa voglio dire con questo? L'inefficienza parte dal centro, cioè il grosso problema di questo Paese è il fatto che i Ministeri non funzionano, il fatto che non ci sono degli investimenti. Io leggevo un'intervista del ministro Provenzano sul recupero anche della competitività del Sud, ma credo che se non vi è un efficientamento rispetto alla burocratizzazione ridondante di questa Nazione, evidentemente non ci sono le possibilità di sviluppo della Nazione stessa, perché uno dei problemi di competitività che questa Nazione ha con i suoi partner, chiamiamoli così, europei, piuttosto che con i nuovi mercati, come la Cina, è proprio sull'inefficienza dal punto di vista della Pubblica Amministrazione. Ora, ho notato che nella sua presentazione mentre si intuisce che lei ha, ha lavorato tantissimo con i Comuni, immagino anche con le regioni, non ho notato un riferimento esplicito al sistema orizzontale. Cioè tra Ministeri qual è la critica che viene fatta attraverso i Ministeri? E quali sono le capacità di superamento di questa critica rispetto alle attuali inefficienze?? Ad esempio, non è un tema probabilmente di sua competenza, ma l'ANAS ha annunciato qui, presso la Commissione Trasporti, 35 miliardi di investimenti contro l'inefficienza del Governo Giallo-Verde prima, Giallo-Rosso poi e ha speso 250 milioni dall'inizio dell'anno ad oggi, pari a quanto spendeva una provincia come quella di Novara qualche anno fa.
  Esistono infatti tutta una serie di attività ridondanti, ma esiste anche un problema di rapporti fra le Pubbliche Amministrazioni, fra di loro, che non si sbloccano mai. Quindi vorremmo capire, e questo glielo dico magari anche in vista di un successivo incontro fra di noi, se esiste da parte del suo ministero anche un'analisi critica di questi elementi che le ho descritto e, qualora ci fosse, quali sono gli interventi che voi prevedete di porre in campo per migliorare o superare queste criticità.

  MASSIMILIANO CAPITANIO. Grazie, Presidente. Grazie, ministro. Ovviamente mi associo in maniera sincera all'augurio di buon lavoro perché ci sarà veramente tanto da lavorare. Vede, lei, giustamente, ha ricordato che il ministero da lei guidato si è costituito da poche settimane. Non avrebbe dovuto scegliere allora l'immagine dei blocchi di partenza, dove tempi di reazione di solito si aggirano intorno a un decimo di secondo e qui invece vediamo una partenza molto, molto più lenta, perché è il ministero dell'Innovazione, ma manca la novità fondamentale, in quelle che lei ha presentato come linee programmatiche, che rappresentano invece più che altro una fotografia di quello che si stava facendo in precedenza, e glielo diciamo perché come Lega abbiamo partecipato sia ai lavori dell'Intergruppo sul progetto IO, abbiamo sostenuto e firmato tra i primi firmatari il progetto di legge per l'istituzione della Quindicesima Commissione, che noi preferiremmo, tra l'altro, essere una Quattordicesima, accorpandone altre, abbiamo chiesto in consessi l'istituzione del ministero dell'Innovazione, avremmo voluto un ministero dell'Innovazione fortemente finanziato. Ha fatto meglio il suo collega Fioramonti, che pochi giorni dopo essersi insediato ha chiesto 3 miliardi, che ovviamente poi non ha ottenuto, minacciando anche le dimissioni, per le politiche per la scuola, ma è qui di soldi non ne vediamo. È vero che abbiamo letto le metriche sull'approdo di 31 milioni di cittadini nei portali sull'Anagrafe Digitale, però ricordiamo che lo SPID non ha ancora oltrepassato la soglia dei 5 milioni di utenti che ha detto lei, siamo ancora a 4.900.000 iscritti e non abbiamo sentito una parola su come si intenda sviluppare e incrementare questo numero, che costituirebbe già un segnale di innovazione del Paese. Tra l'altro noi abbiamo visto che lei giustamente parla di costante monitoraggio della Pubblica Amministrazione, ma visto che qui siamo tanti amministratori locali, come ha capito anche dalle polemiche su Torino, non capiamo, e quello ci piacerebbe saperlo sinceramente, che tipo di monitoraggio sta facendo il ministero sulla Pubblica Amministrazione, perché il 70 per cento dei Comuni italiani sono Comuni sotto i 5.000 abitanti e non ci risulta che ci sia un'azione Pag. 23di monitoraggio nei confronti dei piccoli Comuni.
  Per cui dopo ci troviamo di fronte a quella mancanza di dialogo, relazione, compatibilità dei sistemi informatici, che causano i disagi nelle nostre Amministrazioni. Non abbiamo sentito a livello di formazione l'istituzione di fondi per la formazione del personale dei Comuni. Fa bene il collega a ricordare che il nostro sia un problema più analogico, che digitale, perché tutte le Pubbliche Amministrazioni che frequentiamo, senza sminuire il lavoro prezioso che svolgono i nostri dipendenti pubblici, manca di formazione, per cui se lei va a parlare con una dipendente di un Comune sotto 5000 abitanti, lasciando perdere blockchain, 5 G e tutto il resto, non sa neanche se i sistemi del Comune siano ospitati in server sicuri o cosa sia un antivirus. Ha parlato giustamente del problema dei rischi legati alla Geopolitica, però volevo ricordarle che nel decreto-legge che abbiamo all'esame proprio in questi giorni in Commissione, che è uno degli atti più importanti di questa legislatura, quello sulla cybersicurezza, il suo ministero non viene neanche citato in nessun passaggio.
  Più in generale se è vero che l'innovazione va stimolata, non abbiamo sentito anche in questo caso nessun passaggio su come intende risolvere il nodo dei voucher per il consumo della banda ultra larga e per quanto riguarda il Manifesto per la Repubblica Digitale, molto interessante, sicuramente una tematica che abbiamo sempre sostenuto, dovrebbe relazionarsi sempre con il ministro Fioramonti, che all'inizio del mandato ha pensato bene di fermare il progetto di legge approvato all'unanimità alla Camera e quasi anche al Senato sull'educazione civica, che conteneva almeno 50 per cento del proprio asset, dedicato proprio alla formazione e all'introduzione della cittadinanza digitale.
  Vogliamo dunque capire come si concilia l'esigenza di innovare e di sostenere le startup innovative con le politiche del Governo che vorrebbero rivedere le politiche relative alla flat tax, che avevano destinato comunque il 5 per cento di tassazione, quindi quale sia la prospettiva di sviluppo alle startup innovative. Se lei ritenga innovativa l'ipotesi che sta circolando in questi giorni di tassazione delle SIM card, visto che comunque il progetto del PAGO PA, il progetto IO dovrà passare necessariamente sull'utilizzo degli smartphone e dei tablet. Come valuta, sempre per quanto riguarda il sostegno alle politiche di innovazione, le mozioni anti 5 G che si stanno diffondendo in molti Comuni, soprattutto molti piccoli Comuni. Non abbiamo sentito quale sia il suo intendimento, per quanto di sua competenza sulla tematica Tim-Open Fiber, o comunque sullo sviluppo della rete. Grazie.

  PAOLA PISANO, Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Onorevole Sozzani, ho parlato anche, della task force dei Ministeri sull'innovazione e la digitalizzazione, sì, ma forse sono andata molto veloce, noi ci occuperemo sia di innovazione all'interno dei Ministeri, ma anche di tutta la parte di digitalizzazione, ovviamente, il che comporta rivedere, purtroppo, i processi, perché la digitalizzazione non significa rendere digitale le procedure analogiche, ma significa creare dei processi che nascono in digitale. Quindi ci troveremo a doverci confrontare con tutte le inefficienze, tutti i blocchi che riguardano spesso tali attività e cercheremo di migliorare tali aspetti, attività che rientra certamente nel nostro mandato, quindi anche all'interno dei Ministeri svolgeremo questa attività.
  Abbiamo individuato il problema, ovviamente non abbiamo ancora completato l'analisi e avremmo bisogno di un po’ di tempo per completare l'analisi appunto di queste problematiche. Non appena ce l'avremo pronta, la condivideremo volentieri con voi.
  Onorevole Capitanio, le risorse per il nostro budget noi le chiederemo nella legge di bilancio. Tutti i progetti che abbiamo ereditato, sì, io ho ereditato molti progetti, come vi ho fatto vedere, ho fatto vedere anche le cose che intendiamo fare. Tra l'altro SPID, che lei ha citato come un progetto in crisi, era un progetto dell'AgID, che io ho ereditato dal vostro ministro, la Bongiorno, quindi ho editato anche le criticità, Pag. 24 non solo i progetti positivi, probabilmente non è entrato in crisi in queste ultime quattro settimane, immagino. Repubblica Digitale è il contenitore all'interno del quale ci sono progetti per la formazione di soggetti pubblici.
  Cyber Security, non è previsto espressamente il coinvolgimento del nostro ministero, è stato previsto il Consiglio dei ministri, che poi passerà la delega al nostro ministero.
  Riguardo al tema dei voucher, se ne occupa il MISE, mentre di educazione civica, se ne occupa il MIUR, ma dico solo una cosa, la sperimentazione non si è interrotta, quindi partirà immagino il prossimo anno.
  Startup innovative, queste domande probabilmente sarebbe meglio raccoglierle tutte e poi fornire una risposta più approfondita successivamente. Cosa intendiamo fare noi per le startup innovative era la domanda. Ovviamente noi abbiamo un plafond di risorse che chiederemo nella legge di bilancio, c'è un fondo ad hoc per l'innovazione, quindi ci coordineremo per fare delle politiche che supportino le startup, ovviamente, ma non solo le startup.
  Ci ricorderemo anche dei fondi di innovazione e i ventures che ad oggi investono all'interno del nostro territorio e quindi ci sarà anche una task force, di cui ho parlato velocemente all'inizio, di questi soggetti che dovranno agire in sinergia con noi e li incontreremo per capire quali sono le problematiche che ad oggi, ad esempio, riguardano gli investimenti di questi soggetti, per dirne una, le assicurazioni supportano startup all'esterno del nostro Paese e non all'interno.
  Sulla tassazione SIM card, non siamo d'accordo, ovviamente, è già stato detto. Sul 5 G, le problematiche del 5 G, ci sono degli studi che ad oggi sono stati fatti. Si parla di onde elettromagnetiche, io non sono una ricercatrice in questo campo, utilizzo gli studi che sono stati fatti e quindi mi baso su quei risultati. Mi baso anche sul fatto che in Italia abbiamo una norma molto più restrittiva rispetto ai limiti previsti in Europa, quindi ritengo siamo abbastanza tutelati.

  PRESIDENTE. Grazie a tutti i colleghi. Ringrazio la Ministra Paola Pisano per la sua disponibilità e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.55.