CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 9 maggio 2019
185.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Sulla Conferenza interparlamentare sul futuro dell'Unione europea svolta a Bucarest l'1 e il 2 aprile 2019.

RELAZIONE DELLA DEPUTATA OCCHIONERO

  Nelle giornate del 1o e 2 aprile 2019 si è svolta a Bucarest la Conferenza interparlamentare sul futuro dell'Europa, che ha consentito di proseguire il dibattito già avviato durante le precedenti presidenze dell'Unione. Per il Senato della Repubblica ha preso parte ai lavori il senatore Pietro Lorefice.
  La conferenza si è articolata in quattro sessioni, dedicate rispettivamente al dibattito con i rappresentanti dei Gruppi politici europei sulle politiche per il futuro; la società del futuro: cittadini e valori nell'era della quarta rivoluzione industriale; l'economia del futuro: eventuale necessità di riformare il modello economico; vicinato europeo: Balcani, relazioni orientali ed eurotransatlantiche.
  La Conferenza è stata aperta dall'intervento del Presidente del Senato romeno, Popescu-Tăriceanu, che ha sottolineato la necessità di porre limite alle tendenze protezionistiche che possono limitare il mercato unico europeo. Il Presidente ha inoltre evidenziato la necessità di adottare il nuovo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 per dare risposte ai cittadini, rilevando come il bilancio possa rappresentare uno strumento per assicurare il collegamento tra l'Unione europea e i cittadini. In proposito, ha fatto presente come in Romania vi sia un forte sentimento a favore dell'Unione europea, ricordando come sia necessario, al fine di preservare tale sentimento, spiegare i benefici derivanti dall'appartenenza all'Unione agli elettori. Il Presidente ha inoltre auspicato che si possa al più presto completare l'adesione della Romania al sistema Schengen, poiché, in mancanza, molti cittadini hanno difficoltà a sentirsi pienamente europei. Il Presidente ha quindi fatto notare come le elezioni di maggio saranno un test cruciale per capire il futuro dell'Unione, rilevando come uno degli aspetti principali del deficit democratico da tanti evocato è dovuto anche al fatto che i partiti concorrono non sulla base di esigenze e problemi europei ma nazionali.
  All'intervento del Presidente del Senato sono seguiti i saluti di benvenuto del Vice presidente della Camera romena, Liviu Dragnea, e della senatrice Gabriela Creţu, presidente della Commissione affari europei del Senato di Romania, che ha in particolare evidenziato la necessità di sostituire un approccio economico alle varie questioni europee con approccio nuovo e più etico, sottolineando l'importanza di costruire ponti tra i legislatori per capire realtà gli uni degli altri.
  Come accennato in precedenza, la I sessione è stata dedicata al dibattito con i rappresentanti dei Gruppi politici europei sulle politiche per il futuro. In particolare sono intervenuti i deputati europei Siegfried Mureşan (EPP), Victor Boştinaru (S&D), Renate Weber (ALDE), Bas Eickhout (Verdi europei) e Nicolas Bay (ENF), nonché la deputata slovena Violeta Tomić (Partito della sinistra europea e verdi nordici GUE/NGL).
  L'onorevole Siegfried Mureşan ha ricordato come, negli ultimi dieci anni l'Unione europea abbia dovuto affrontare crisi molto complesse, ma che le riforme poste in essere sono state troppo lente con economie caratterizzate da alto debito e bassa produttività. Ha inoltre evidenziato Pag. 85come, dal 2008, ogni Paese è stato aiutato, richiamando in proposito l'introduzione del meccanismo di stabilità – che il suo gruppo vuole trasformare in vero e proprio Fondo monetario europeo –, la scelta di aprire il fondo anche al di fuori dell'eurozona, le misure per rafforzare sistema bancario, lo strumento InvestEU per stimolare gli investimenti in Europa. A fronte di tali scelte, ha evidenziato come si registri il settimo anno di crescita con un basso tasso di disoccupazione e come vi siano stati risultati anche rispetto alla crisi migratoria delle persone che vengono da situazioni disperate, grazie anche agli importanti stanziamenti per l'Africa in cui la popolazione continua a crescere. Il rappresentante del Partito popolare europeo ha inoltre ricordato l'importanza della sicurezza delle frontiere esterne, auspicando un rafforzamento di FRONTEX con numero adeguato di funzionari. L'onorevole Mureşan ha inoltre rilevato come lo scopo del suo partito sia quello di assicurare prosperità e crescita in un mondo che cambia costantemente, ricordando gli obiettivi del candidato alla presidenza della Commissione europea per il PPE, Manfred Weber, di creare 5 milioni di posti di lavoro nei prossimi cinque anni, di migliorare lo scambio di prodotti e le reti infrastrutturali europee. L'onorevole Mureşan ha inoltre richiamato l'attenzione anche sulla politica di coesione, considerata uno strumento necessario per portare lavoro e investire nelle infrastrutture, anche al fine di colmare le lacune esistenti nel settore del digitale rispetto ai Paesi terzi, nonché sulla necessità di difendere i valori europei e mantenere lo stato di diritto. Infine, il rappresentante del PPE ha sottolineato l'importanza di investire sui giovani e nell'istruzione perché i ragazzi che oggi frequentano le scuole elementari svolgeranno, con ogni probabilità, un lavoro che oggi non esiste e quindi il sistema di istruzione deve, a suo avviso, tenere conto di questo e preparare i giovani all'innovazione.
  L'onorevole Victor Boştinaru ha formulato quindi l'auspicio che l'eurozona possa essere aperta a tutti gli Stati membri che vi vorranno accedere, poiché, ritiene, avere un gruppo chiuso garantirebbe solo ulteriori divisioni. Ad avviso dell'esponente socialista occorre a tale fine impedire tentativi di egemonia visibili nelle azioni di alcuni Stati membri. Il deputato europeo ha inoltre evidenziato come il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali abbiano il dovere di controllare l'operato dei Governi degli Stati membri affinché nel vertice di Sibiu si possano prendere le giuste decisioni. In proposito, ha ricordato la proposta del Partito socialista europeo, che parte dallo scenario «fare di più e insieme» tra quelli individuati dalla Commissione europea per il dibattito sul futuro dell'Europa. Ha quindi ricordato come le prossime elezioni europee potrebbero vedere la conquista del 30 per cento dei seggi del prossimo Parlamento europeo da parte di nuove formazioni politiche ovvero di formazioni dal carattere nazionalista, con possibili riflessi, a suo avviso negativi, sulla convivenza tra gli Stati membri. L'esponente di S&D ha ricordato l'approvazione del pacchetto relativo all'equa tassazione per colpire evasione ed elusione fiscale, evitando che ci siano giurisdizioni che possano favorire le grandi aziende, a discapito del principio in base al quale le tasse vanno pagate dove si generano i profitti. L'onorevole Boştinaru ha, inoltre, sottolineato l'impegno del suo gruppo in difesa delle frontiere esterne e per la politica di coesione, ricordando in proposito come vi siano però ancora divergenze tra i diversi Paesi sull'entità del bilancio dell'Unione europea.
  L'onorevole Renate Weber ha evidenziato come non si possano ignorare segnali negativi che vengono da Brexit e come le prossime elezioni europee siano estremamente importanti non solo per ridisegnare gli assetti all'interno del Parlamento europeo, ma per l'Europa nel suo complesso. Ad avviso dell'esponente liberaldemocratica, se davvero oltre un terzo dei seggi del prossimo Parlamento europeo sarà controllato da partiti euroscettici ci sarà il rischio di un blocco delle istituzioni europee. L'eurodeputata ha quindi sottolineato come una rigorosa analisi degli errori Pag. 86compiuti non significhi essere meno europeisti, ma al contrario dimostrare attaccamento per il progetto europeo. In proposito, ha osservato come ci sia stato forse un eccesso di regolamentazione e di burocrazia, nonché probabilmente anche un eccesso di austerità, richiamando, in fine, il caso della Grecia.
  L'onorevole Bas Eickhout, candidato alla Presidenza della Commissione europea per il gruppo dei Verdi, ha rilevato come l'Unione europea sia vista solo come un insieme di palazzi, mentre manca ancora un vero e proprio senso di appartenenza europeo. L'onorevole Eickhout ha inoltre sottolineato la necessità di un'economia verde e rilevato quanto l'Unione europea sia stata debole sullo scandalo dieselgate. Infine, ha ricordato la necessità di una tassazione più equa a fronte di aziende multinazionali che pagano sempre meno tasse.
  La deputata slovena Violeta Tomić, candidata alla Presidenza della Commissione europea per il Partito della sinistra europea, ha evidenziato come persistano ancora forti diseguaglianze e vi sia in Europa uno sfruttamento ingiusto della ricchezza, con l'uno per cento di cittadini più ricchi che beneficia del lavoro degli altri. In proposito ha osservato come, malgrado scienza e tecnologia abbiano fatto enormi passi in avanti e si viva molto meglio dei nostri predecessori, invece di lavorare meno, si lavori di più e per salari generalmente più bassi. Al riguardo, la deputata della Unione della sinistra ha rilevato come l'evoluzione scientifica sia un dominio privato e si sentano ipotesi, a suo avviso, inquietanti di sostituzione di uomini con robot. L'onorevole Tomić ha quindi evidenziato la necessità di stabilire un salario minimo europeo almeno il 20 per cento superiore al costo della vita. Con riferimento alle tematiche ambientali, la candidata alla Presidenza della Commissione europea ha ricordato come vi siano numerose ragioni che richiedano cambiamenti radicali, a partire dall'enorme quantità di plastica che sta soffocando il pianeta. In proposito, ha rilevato come fino ad ora sia stato posto l'accento sulla crisi economica e su quella migratoria, ma si sia dimenticata quella ambientale che colpisce tutti. Al riguardo, ha ricordato l'importante azione che sta svolgendo il movimento inspirato dalla giovane Greta Thunberg. In materia di politica di vicinato, l'onorevole Tomić ha affermato che l'Unione europea può allargarsi ai Paesi dei Balcani occidentali, ma garantendo il rispetto degli standard democratici europei. In materia di azione esterna, l'esponente della Sinistra, ricordando come occorra risolvere i problemi dell'area senza interferenze esterne, ha rilevato che le grandi potenze non si sono attenute alla neutralità e la NATO, a suo avviso, continua a svolgere interventi di carattere imperialistico. Infine la candidata della Sinistra ha evidenziato la necessità di investire in scienza e ricerca, di porsi l'obiettivo dell'abolizione della povertà, nonché di perseguire un modello di economia verde e sostenibile, ponendo i cittadini e il pianeta prima della logica del profitto privato.
  L'onorevole Nicolas Bay, Segretario generale del Fronte nazionale francese e rappresentante del gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà, ha sottolineato come le prossime elezioni europee saranno un'opportunità per i popoli europei per votare non contro l'Europa ma contro un certo approccio all'Unione europea, rivendicando come la sua famiglia politica non sia contro l'Europa. L'onorevole Bay ha richiamato le principali sfide del suo raggruppamento politico, quali quelle della difesa delle identità, della sicurezza alimentare, della protezione dei dati. L'esponente dell'ENL ha rilevato la necessità di introdurre meccanismi decisionali nelle istituzioni europee maggiormente democratici che garantiscano il diritto dei cittadini di esprimersi a pieno sulle questioni europee. Con riferimento ai futuri assetti istituzionali ha evidenziato come occorre domandarsi se serva ancora una Commissione che, pur in assenza di un mandato democratico, sia ancora titolare di così ampi poteri, sostituendosi a Governi eletti democraticamente e magari questionando il rispetto da parte di questi ultimi dello Pag. 87stato di diritto nei diversi Paesi membri. Parimenti ha rilevato come sia un errore pretendere di garantire uniformità su tutto il territorio dell'Unione a discapito delle tradizioni e delle diverse culture degli Stati membri. Con riferimento all'azione esterna, l'esponente dell'Europa delle Nazioni e della Libertà ha rilevato come l'Europa debba essere in grado di difendere i propri confini esterni e come occorra una strategia globale anche nella negoziazione di accordi commerciali tra l'Unione e i Paesi terzi, abbandonando scelte, a suo avviso molto negative, adottate fino ad ora.
  Agli interventi degli esponenti dei gruppi politici europei è seguito un ampio dibattito relativo in particolare alle priorità per le prossime elezioni europee e alla politica di allargamento dell'Unione, cui i relatori hanno replicato.
  La II sessione è stata dedicata ad un dibattito su: «la società del futuro: cittadini e valori nell'era della quarta rivoluzione industriale».
  Dopo l'introduzione dell'onorevole Angel Tîlvăr, presidente della Commissione affari europei della Camera dei deputati della Romania, è intervenuto il dottor Jeroen Schokkenbroeck, Direttore dell'antidiscriminazione, nell'ambito della Direzione generale per la Democrazia del Consiglio d'Europa. Il direttore ha svolto un'analisi sugli effetti del nazionalismo e del populismo, ricordando come una democrazia solo formale non possa proteggere l'umanità da violazioni dei diritti umani della maggioranza. In proposito ha rilevato la tendenza dei vincitori delle elezioni, in alcuni Paesi, di occupare tutti i posti di potere e la pretesa di limitare l'autonomia della magistratura, spesso indirizzando attacchi alla libertà di stampa fino all'uccisione di giornalisti. Il direttore ha inoltre evidenziato la recrudescenza di fenomeni di discriminazione di genere e di odio antisemita e anti islamico. In tale contesto, l'esponente del Consiglio d'Europa ha rilevato come si cerchi anche di delegittimare le istituzioni del multilateralismo, fonte di grande preoccupazione in seno al Consiglio di Europa che è stato costituito per evitare di ripetere l'esperienza del nazismo, che ha dimostrato come le democrazie potessero essere attaccate anche dall'interno. Infine, il direttore ha evidenziato la necessità di difendere i valori democratici europei e come sia responsabilità dei leader politici la difesa sostanziale dello stato di diritto laddove esso soffra minacce.
  Il professor Iordan Bărbulescu, del Dipartimento di relazioni internazionali e integrazione europea dell'Università nazionale romena di studi politici, ha quindi sottolineato come sia strategico il ruolo della cooperazione e del dialogo europeo. In proposito, il professore ha evidenziato le specificità del modello sociale ed economico europeo, diverso dal modello americano e da quello asiatico, come modello basato sul mercato libero, ma anche su una forte dimensione sociale.
  Il dottor Michael Dauderstädt, già capo economista della Fondazione Friedrich Ebert per lo sviluppo internazionale, ha evidenziato come tuttora persistano significative differenze socio economiche in Europa, con Paesi che hanno ancora un quinto del PIL pro capite di quelli più sviluppati e tassi di crescita che porterebbero a colmare tale differenza in almeno 50 anni. In proposito, il dottor Dauderstädt ha auspicato l'adozione di una politica fiscale più espansionistica, nonché l'istituzione di un servizio di tesoreria europea che raccolga le proprie tasse europee e collochi i propri titoli di debito sul mercato, consentendo significativi investimenti in istruzione.
  Agli interventi dei relatori è seguito un ampio dibattito, terminato con le repliche dei relatori, cui sono intervenuti i rappresentanti di diverse delegazioni nazionali confrontando le posizioni di chi ritiene corretta una politica monetaria non espansiva e quelle di chi ha invece sostenuto la necessità di una maggiore integrazione europea anche a livello finanziario.
  La III sessione è stata dedicata all'economia del futuro e al dibattito sull'eventuale necessità di riformare il modello economico europeo.Pag. 88
  Dopo l'introduzione della presidente Creţu, il Ministro delle finanze pubbliche del Governo di Romania Eugen Orlando Teodorovici ha rilevato la necessità di una maggiore competitività dell'Europa a tutti i livelli al fine di un aumento della produttività. In proposito, ha auspicato un cambiamento nell'operato della Banca europea per gli investimenti, con la possibilità di un prestanziamento degli investimenti anche al fine di aumentare la coesione. Il Ministro ha evidenziato l'opportunità di investire nel settore dei trasporti, della ricerca e dell'innovazione, per fare sviluppare settori come le biotecnologie e l'utilizzo di materiali a emissioni zero. Il Ministro ha auspicato inoltre soluzioni europee per affrontare i problemi relativi alla regolamentazione degli appalti pubblici, nonché un maggiore sostegno in favore delle imprese in relazione alla loro sensibilità ambientale. Il Ministro ha quindi evidenziato l'importanza delle politiche di protezione sociale che devono differenziare l'Unione europea rispetto al resto del mondo, nonché del rafforzamento dell'Unione economica e monetaria, con la partecipazione di tutti i Paesi europei e non solo di quelli che partecipano all'euro. Il Ministro ha quindi rilevato come l'Unione bancaria serva per fronteggiare adeguatamente le esigenze del sistema bancario e come la politica fiscale debba essere giusta e trasparente.
  Il dottor Carlos Martinez Mongay, vice direttore generale ad interim della Direzione per gli affari economici e finanziari della Commissione europea, ha evidenziato come il tasso di crescita potenziale sotto l'1,5 per cento e il basso livello di inflazione riflettano la bassa crescita dei salari, con conseguenti difficoltà a risolvere i motivi che possono portare alla crisi. Il vice direttore ha inoltre rilevato come se, di contro, una piccola parte della popolazione continua ad aumentare i propri redditi in maniera significativa, ci troviamo di fronte a situazione insostenibile sotto il profilo dell'uguaglianza sociale. L'esponente della Commissione europea ha osservato come vi sia un rischio recessione e come occorra porre in essere una serie di iniziative affinché questo rallentamento possa essere solo temporaneo. A tale fine, ad avviso del vice direttore, servirebbe il completamento dell'Unione economica e monetaria, secondo un approccio olistico, e politiche finalizzate a rendere la crescita più inclusiva. Il dottor Martinez Mongay ha inoltre rilevato come l'Unione bancaria e l'Unione dei mercati dei capitali siano due facce della stessa medaglia e come vi sia un legame molto stretto tra responsabilità e governance comune, evidenziando peraltro come occorra affrontare maggiormente il tema delle crisi bancarie al fine di rendere le procedure più rapide ed efficaci. Il vice direttore ha avanzato perplessità circa la proposta di un meccanismo di stabilizzazione automatica, che, a suo avviso, non sarebbe efficace nemmeno se vi fosse una vera Unione bancaria. Il dottor Martinez Mongay ha infine sottolineato la necessità di politiche per sostenere l'istruzione e l'apprendimento costanti, ricordando come occorra riallocare i fattori di produzione per mantenere la competitività, prevedendo allo stesso tempo un accompagnamento per i lavoratori che perdono il lavoro nell'evoluzione dei processi legati allo sviluppo tecnologico e alla globalizzazione, con opportune politiche di welfare.
  Il professor André Sapir, Senior Fellow della libera Università di Bruxelles, ha rilevato come, pur essendo legittimo chiedere una maggiore coesione, non si possano disconoscere i progressi compiuti specialmente dai Paesi ammessi all'Unione europea dopo il 2004. Allo stesso tempo, il professore ha rilevato come persistano gravi squilibri nella periferia meridionale dell'Europa. Il professore ha inoltre evidenziato come, rispetto ad altre potenze mondiali, anche sotto il profilo della redistribuzione della ricchezza l'Europa sia in una condizione migliore, mentre l'esperienza europea, se confrontata con quelle degli Stati Uniti d'America e della Cina, fa registrare problemi soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico. Ad avviso del professore non sarebbe dunque necessario Pag. 89un nuovo modello economico e sociale europeo, che anzi andrebbe preservato, mentre si registrano forti rischi relativamente alle tendenze del modello di sviluppo di altri Paesi, rispetto ai quali non è detto che il modello europeo possa reggere in termini di competitività.
  Agli interventi è seguito un ampio dibattito tra i rappresentanti dei Parlamenti nazionali. Per la delegazione italiana è intervenuta la deputata Occhionero che ha evidenziato i rischi di una sovranità monetaria concentrata a livello nazionale, sottolineando però come, in mancanza di politiche autenticamente orientate alla crescita e di un'assicurazione contro la disoccupazione, sia difficile completare il percorso verso un'autentica Unione monetaria. Con riferimento all'Unione bancaria, la deputata Occhionero ha evidenziato anche la necessità di una politica di condivisione dei rischi e ha auspicato che la Banca centrale europea possa assumere il ruolo di prestatore di ultima istanza, al fine di bloccare i fenomeni di speculazione internazionale a danno dei Paesi europei.
  Agli interventi dei rappresentanti nazionali hanno replicato i relatori e, in particolare, il dottor Martinez Mongay ha rilevato come si sia registrata una riduzione dei crediti deteriorati estremamente significativa a vantaggio della solidità del sistema bancario e ha sottolineato come la condivisione dei rischi non necessariamente comporti la riduzione del rischio medesimo. Infine, il vice direttore ha evidenziato come la Commissione europea sia favorevole a sostenere una politica di investimenti in Europa.
  La IV sessione è stata dedicata alle questioni del vicinato europeo: Balcani, relazioni orientali, nonché alle relazioni tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America.
  Il Vice Primo Ministro e Ministro per l'integrazione europea della Moldova, Iurie Leancă, ha evidenziato, tra l'altro, come non sia corretto per il suo Paese parlare di una politica di vicinato, e quindi di un vero allargamento, con riferimento ai Paesi dei Balcani occidentali, mentre solo di un partenariato per i Paesi orientali, sottolineando come, a suo avviso, serva un'alleanza strategica con Stati Uniti d'America e Unione europea per garantire la prosperità della regione.
  L'onorevole Tamar Khulordava, presidente della Commissione per l'integrazione europea del Parlamento della Georgia, ha sottolineato come il suo Paese abbia inserito nella Costituzione un espresso riferimento al processo di integrazione con l'Unione europea che quindi non diventa più una scelta dei singoli governi, ricordando peraltro come l'Unione europea sia anche uno dei principali partner commerciali della Georgia. L'onorevole Khulordava ha sottolineato però come persista il problema dell'occupazione russa del territorio georgiano, rilevando come garantire la pace e la stabilità in quell'area sia fondamentale per garantire pace in Europa e nel resto del mondo.
  L'ex membro repubblicano della Camera dei Rappresentanti americana, Pete Sessions, ha sottolineato come gli Stati Uniti vedono l'Unione europea molto favorevolmente. L'esponente repubblicano ha evidenziato, inoltre, come gli USA vedano gli Stati ex sovietici come nuovi mercati con cui interagire nel rispetto assoluto della rispettiva sovranità nazionale di tali Paesi. L'onorevole Sessions ha quindi osservato come sia necessario un piano strategico per l'allargamento dell'Unione europea. L'esponente repubblicano ha quindi affrontato la questione della politica commerciale tra USA e Cina, osservando come la Cina si stia adattando ad un'economia di mercato e ricordando il ruolo dell'Agenzia delle entrate americana nella guerra sui dazi, che ha combattuto una battaglia globale a beneficio di tutti per evitare l'egemonia cinese.
  L'onorevole Kristian Vigenin, presidente della Commissione affari europei e controllo sui fondi europei del Parlamento bulgaro, ha evidenziato i passi avanti fatti verso l'allargamento, formulando l'auspicio che tali politiche possano proseguire e ricordando come la discussione sul nuovo Quadro finanziario pluriennale riguardi anche i fondi per la politica di vicinato, con l'auspicio che possano essere destinate Pag. 90maggiori risorse per la politica di allargamento. L'onorevole Vigenin ha quindi rilevato l'opportunità di incrementare le risorse destinate allo strumento di preadesione e rivendicato i successi della politica di partenariato orientale degli ultimi dieci anni, sottolineando i progressi e l'allineamento anche a livello legislativo di Paesi come Moldova e Ucraina.
  Agli interventi è seguito un ampio dibattito nell'ambito del quale è intervenuto anche un rappresentante del Parlamento dell'Armenia che ha sottolineato i progressi del proprio Paese dopo la cosiddetta rivoluzione di velluto.
  La Conferenza si è chiusa con l'adozione di una dichiarazione informale sul futuro dell'Europa.

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ALLEGATO 2

5-02074 Rossello: Sull'adeguamento del diritto interno rispetto alle procedure di infrazione europee pendenti a carico dell'Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor presidente, colleghi deputati,
  in riferimento alla richiesta formulata dai colleghi interroganti, preciso, sulla base delle informazioni ricevute dai competenti Uffici per gli Affari europei, che a seguito dell'ultima sessione di decisioni del Collegio dei Commissari dell'11 aprile scorso, il numero complessivo delle procedure d'infrazione pendenti nei confronti del Governo italiano è diminuito da 74 a 71.
  Oltre a questo dato formale di decremento, il Governo può affermare di aver conseguito, grazie agli sforzi profusi da tutte le strutture competenti, un'ulteriore riduzione delle procedure pendenti poiché, dieci di queste sono da considerarsi archiviate per i seguenti recenti sviluppi:
   tre procedure si risolveranno con l'imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge europea 2018 approvata il 16 aprile scorso (si tratta di procedura: n. 2014/4187 Attuazione della direttiva 2009/12/CE sui diritti aeroportuali; n. 2018/4000 Regime IVA servizi accessori all'importazione dei beni in franchigia; n. 2018/0354 Mancato recepimento della direttiva (UE) 2017/1564 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 settembre 2017, relativa ad utilizzi di opere e materiale protetto da diritto d'autore e da diritti connessi a beneficio di persone con disabilità visive);
   due procedure sono da considerarsi archiviate per l'Italia in seguito a quanto riconosciuto dalla Commissione europea con nota del 19 marzo scorso (si tratta di procedura: n. 2003/2061 Accordo bilaterale con gli Stati Uniti in materia di servizi aerei (Open Sky) n. 2010/2185 Mancata conformità alla legislazione europea degli Accordi bilaterali in materia di servizi aerei tra la Repubblica Italiana e la Federazione Russa);
   altre cinque non richiedono ulteriori adempimenti e ci si attende una prossima archiviazione (si tratta di: n. 2018/2408 Mancata notifica di cui all'articolo 45 del Regolamento UE 2016/425 sui dispositivi di protezione individuale; n. 2017/2185 Violazione della direttiva 2009/81/CE per la fornitura di unità navali; n. 2018/2356 Mancato invio degli aggiornamenti richiesti dalla Direttiva Quadro sulla Strategia per l'ambiente marino; n. 2013/2155 Accordo tra Stati relativo al blocco funzionale di spazio aereo BLUE MED; n. 2005/5086 Compatibilità comunitaria della legge n. 112/2004 con la direttiva quadro sulle reti e servizi di comunicazione elettronica).

  Tra queste ultime cinque procedure, evidenzio che quella sul public procurement nel settore della difesa fa riferimento ad una commessa del valore di oltre sei miliardi di euro e ne è prevista l'archiviazione a luglio secondo notizie recenti da parte della Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea.
  In relazione ai disegni di legge europea e di delegazione europea, occorre rilevare che l'allungamento dei tempi di approvazione dei disegni di legge per il 2018, ha comportato l'inevitabile slittamento della predisposizione dei nuovi strumenti normativi per il 2019.
  A riguardo, preciso che i tavoli di coordinamento attivati dal Governo sono impegnati nell'elaborazione dei disegni di legge europea e di delegazione europea 2019 che saranno presentati a breve in Parlamento.

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ALLEGATO 3

5-02075 De Luca: Sullo stato delle procedure di infrazione europea a carico dell'Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor presidente, colleghi deputati,
  in riferimento alla richiesta formulata dai colleghi interroganti, preciso, sulla base delle informazioni ricevute dai competenti Uffici per gli Affari europei, che questo Governo, nella consapevolezza dell'impatto finanziario delle sanzioni europee, ha avviato fin da subito un sistema di coordinamento attivo tra le strutture interessate su tutte le procedure ancora pendenti, rafforzando altresì il raccordo costante con la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea e con la Commissione europea.
  Per quanto riguarda l'informativa periodica al Parlamento, rilevo che sono rispettati i termini e le previsioni di cui alla legge n. 234 del 2012, con la trasmissione, a cura dei Ministri competenti per materia oggetto di procedura, di relazioni puntuali sulle contestazioni della Commissione europea; sul quadro regolamentare interno e sulle misure da adottare.
  Quanto poi all'informazione nei confronti dei cittadini, faccio presente che sul sito delle politiche europee, il Governo fornisce costantemente notizie aggiornate riguardanti sia lo stato delle procedure che le materie interessate. Tale aggiornamento informativo rappresenta una best practice di trasparenza che non avviene negli altri Stati membri.
  Relativamente all'aspetto delle procedure d'infrazione, rappresento che le archiviazioni intervenute da giugno 2018 ad oggi ammontano a 14.
  Preciso anche che, a seguito dell'ultima sessione di decisioni del Collegio dei Commissari dell'11 aprile u.s., sono attualmente pendenti nei confronti del Governo italiano 71 procedure d'infrazione, di cui 64 per violazione del diritto dell'Unione e 7 per mancata trasposizione di direttive.
  Il dato evidenzia una diminuzione del numero d'infrazioni rispetto alla precedente rilevazione in cui si segnalavano come pendenti 74 procedure.
  Va evidenziato, inoltre, che dieci importanti procedure d'infrazione sono in via di chiusura, in quanto sono state poste in essere tutte le misure risolutive. Pertanto, gli sforzi profusi dall'intera compagine governativa consentono ad oggi di considerare ridotto a 61 il numero delle procedure pendenti.
  In relazione ai disegni di legge europea e di delegazione europea, rappresento che l'allungamento dei tempi di approvazione dei disegni di legge per il 2018, ha comportato l'inevitabile slittamento della predisposizione dei nuovi strumenti normativi per il 2019.
  A riguardo, preciso che i tavoli di coordinamento attivati dal Governo sono impegnati nell'elaborazione dei disegni di legge europea e di delegazione europea 2019 che saranno presentati a breve in Parlamento.

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ALLEGATO 4

5-02076 Scerra: Priorità del Governo per la definizione dell'Agenda strategica dell'Unione europea per il periodo 2019-2024.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor presidente, colleghi deputati,
  in riferimento alla richiesta formulata dai colleghi interroganti, preciso, sulla base delle informazioni ricevute dai competenti Uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che uno degli aspetti sociali che questo Governo ha preso immediatamente in considerazione è quello delle tutele del mercato del lavoro.
  La realtà quotidiana testimonia che ancora oggi migliaia di lavoratori sono senza tutele e con limitati diritti. Negli ultimi anni in Italia si è arrivati al paradosso per cui pur di lavorare si rinuncia anche ad una paga dignitosa e questo genera ansia sulle prospettive future di vita e di lavoro.
  Questo è un sistema al quale occorre mettere la parola «fine» in un Paese che ha l'ambizione di porsi tra le nazioni più avanzate dal punto di vista economico.
  Per aumentare il sistema di tutele dei lavoratori occorre credibilità e la credibilità è data dai provvedimenti normativi che, concretamente, una forza politica è capace di realizzare.
  È in questa prospettiva che voglio ricordare il nostro primo provvedimento, il «decreto dignità», con il quale abbiamo dichiarato guerra al precariato disincentivando il ricorso ai contratti a tempo determinato, attraverso la riduzione del numero delle proroghe.
  Dopo il «decreto dignità» è stata la volta del Reddito di cittadinanza grazie al quale si facilita l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro per aumentare l'occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze.
  Il sistema di misure fin ora messe in atto sta generando i risultati sperati e ce lo conferma l'Istat, i cui dati certificano una crescita dei contratti a tempo indeterminato.
  Adesso è la volta del salario minimo orario, il cui disegno di legge sta svolgendo il suo iter in Senato per approdare a breve alla Camera.
  L'Italia è uno tra i pochi Paesi europei privi di questo strumento e questo spiega come mai nel nostro Paese ci siano migliaia di lavoratori che pur avendo un lavoro non riescono ad arrivare alla fine del mese.
  Secondo il rapporto Eurostat In-work poverty in the EU (marzo 2018), quasi il 12 per cento dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali contro una media Ue del 9,6 per cento. Ci sono province dove il reddito medio mensile di un lavoratore dipendente è di 520 euro, al di sotto della soglia di povertà.
  La legge sul salario minimo sarà la nostra risposta a questo fenomeno, quella stessa risposta che vogliamo dare all'Europa, affinché si possa arrivare all'istituzione di un salario minimo europeo capace di scoraggiare quegli episodi di delocalizzazione, da parte di certe imprese, che decidono di spostare i loro stabilimenti verso quei Paesi dove i salari sono più bassi ed il sistema di tutele meno efficace, provocando, altresì, fenomeni di concorrenza sleale a quelle imprese che, con coraggio e tenacia, continuano a mantenere la loro produzione sul territorio.
  Su quest'ultimo aspetto voglio ricordare come già questo Governo è intervenuto, in occasione del «decreto dignità», prevedendo un dettagliato quadro di divieti e sanzioni per arginare il fenomeno della delocalizzazione delle imprese che abbiano Pag. 94avuto dallo Stato aiuti per costituire, ampliare e sostenere le proprie attività economiche.
  Per questo motivo la legge sul salario minimo garantito produrrà effetti positivi sui nostri imprenditori, sui lavoratori che potranno beneficiare dell'aumento del proprio potere d'acquisto e, soprattutto, sull'economia reale dei Paesi in quanto aumenteranno i consumi da parte delle famiglie.
  Quello del salario minimo è un tema complesso ed articolato ma non per questo possiamo permetterci di ignorarlo.
  Occorre invertire la tendenza del lavoro sottopagato per restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori la possibilità di percepire una retribuzione dignitosa in ossequio ai princìpi della nostra Costituzione.
  Tuttavia, per attuare anche il principio della retribuzione sufficiente è necessario fissare ex lege un importo minimo orario tabellare sotto al quale la contrattazione non può scendere, e che rappresenta il punto di partenza per ulteriori incrementi.
  Il nostro obiettivo non è quello di comprimere la libertà sindacale, così come sostenuto dai detrattori del disegno di legge, bensì di incentivarla e di indirizzarla verso una contrattazione al rialzo in sede di rinnovo dei contratti collettivi nazionali.
  Per questi motivi il disegno di legge in oggetto assume carattere prioritario per l'agenda di Governo: il nostro obiettivo è quello di portare questo dibattito in Europa affinché possa aumentare la sensibilità dei Paesi membri su questo tema.
  Per farlo è, tuttavia, necessario che sia in primo luogo l'Italia a dare il giusto esempio in modo da recuperare il gap che ci separa dalle altre democrazie europee.
  Per questo confido in un dialogo costruttivo con l'opposizione, al fine di arrivare in tempi quanto più celeri all'approvazione di una legge italiana che riconosca un salario minimo garantito.