CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 ottobre 2018
83.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00844 Iovino: Sulla chiusura della Caserma dei carabinieri di Via San Paolo Belsito (Nola).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Prima di entrare nel merito della questione sollevata con l'atto in discussione, vorrei ricordare l'importante e indiscusso ruolo che l'Arma dei Carabinieri svolge nell'ambito dell'ampia missione affidata alle Forze armate per la sicurezza e la difesa del Paese, oltre che per la salvaguardia delle libere istituzioni.
  L'Arma dei Carabinieri rappresenta una delle istituzioni più vicine ai cittadini, nei confronti dei quali svolge una costante azione di prevenzione quale espressione significativa della presenza dello Stato sul territorio, grazie alla capillare distribuzione dei suoi presidi, con una loro mirata collocazione, privilegiando le aree maggiormente interessate da problematiche di sicurezza, in piena sintonia con le altre Forze di Polizia e con gli orientamenti dei Prefetti.
  Fatta questa premessa, rispondendo allo specifico quesito posto, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha comunicato che:
   nel comune di Nola operano una Compagnia e le Stazioni di Nola e di Piazzolla Nola;
   la Compagnia e la Stazione di Nola sono state accasermate, dal 1962, in un immobile di proprietà privata con un canone annuo pari a euro 109.747,08, sottoposto a sfratto (la relativa procedura sarà ultimata il prossimo 31 ottobre);
   il 13 maggio scorso, a causa di gravi carenze infrastrutturali accertate dai competenti organi tecnici, la Compagnia e la Stazione di Nola sono state ripiegate, rispettivamente, sulle sedi delle Stazioni di Tufino (distante 5 chilometri) e Cimitile (distante 2 chilometri);
   l'adozione del provvedimento non ha comportato alcuna variazione della competenza territoriale dei comandi interessati.

  Lo stesso Comando ha, altresì, evidenziato che per riallocare i reparti nel comune di Nola, sono stati individuati:
   per la zona operativa, un immobile di proprietà dell'INAIL, per cui è necessario adottare interventi di adeguamento infrastrutturale e per il quale sono in corso le procedure di stipula dell'atto di locazione a cura della Prefettura di Napoli;
   per gli alloggi di servizio, uno stabile di proprietà privata, sito in Cimitile, per il quale, il 25 settembre scorso, è già stato sottoscritto il relativo contratto di locazione.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00845 Tripodi: Sull'adozione di una legge sulla rappresentanza militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli interroganti richiamano, in premessa, la sentenza n. 120 del 2018 della Corte Costituzionale, con la quale viene riconosciuto il diritto, da parte dei militari, di costituire associazioni professionali a carattere sindacale.
  I giudici costituzionali, con questa decisione, hanno offerto i canoni ermeneutici per consentire la piena attuazione di tale diritto, affermando alcuni principi che ritengo basilari e vorrei citare testualmente: «le fonti internazionali, che concorrono a integrare l'articolo 117, primo comma, della Costituzione, riconoscono il diritto di associazione sindacale anche ai militari ed escludono per ciò stesso la possibilità per gli ordinamenti nazionali di negarlo o di prevedere restrizioni al suo esercizio tali da comportarne la sostanziale soppressione; né ritengono che possano costituire adeguate misure compensative organismi come quelli della rappresentanza militare previsti attualmente dall'ordinamento italiano».
  È un principio importantissimo, perché obbliga il legislatore nazionale a normare, prevedendo una serie di condizioni e limiti all'esercizio del diritto di associazione tra i militari.
  Tale prospettiva, così si esprimono i giudici costituzionali nella nota sentenza, «se è infatti facoltativa per i parametri internazionali, è invece doverosa nella prospettiva nazionale, al punto da escludere la possibilità di un vuoto normativo, vuoto che sarebbe di impedimento allo stesso riconoscimento del diritto di associazione sindacale».
  In tale quadro, per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione e l'adeguamento agli obblighi convenzionali, la Signora Ministro della difesa ha ritenuto opportuno far emanare una circolare con cui vengono specificati, a normativa vigente, i criteri e i limiti per la costituzione di tali associazioni e sono fissati gli scopi statutari e i poteri in capo alle stesse, nonché le principali modalità di riconoscimento.
  La circolare del Ministro non limita la portata della sentenza cui si fa riferimento, ma è perfettamente in linea con la decisione del giudice costituzionale e non lede la libertà sindacale che deve essere esercitata secondo determinati principi, i quali dovranno, sicuramente, essere puntualizzati in sede legislativa, ma che sono già desumibili dall'assetto costituzionale della materia nei limiti previsti dalla citata sentenza.
  Infatti, la sentenza in argomento ha eliminato il divieto di costituire associazioni professionali a carattere sindacale (articolo 1475, comma 2, del decreto legislativo n. 66 del 2010), ma ha ritenuto non censurata la disposizione dell'articolo 1475, comma 1, del decreto legislativo n. 66 del 2010, secondo cui «La costituzione di associazioni o circoli fra militari è subordinata al preventivo assenso del Ministro della difesa».
  Ne consegue che, per le associazioni dei militari a carattere sindacale permane l'assenso del Ministro, così come per tutte le associazioni tra militari, a prescindere dalle finalità perseguite.
  Il Ministro ha disposto, inoltre, l'emanazione di un chiarimento per ottenere una semplificazione e uno snellimento procedurale, attraverso l'interessamento delle sole autorità militari di vertice.Pag. 24
  Contestualmente, ha autorizzato l'invio di una richiesta di parere al Consiglio di Stato, al fine di acquisirne l'autorevole avviso soprattutto in merito alla possibilità che alle associazioni in esame aderisca, oltre al personale militare in servizio permanente e in ausiliaria, anche quello collocato nella riserva e nel congedo assoluto.
  La circolare costituisce solo il primo passo verso la piena attuazione di un diritto che tutti i militari aspettano da anni e rappresenta per la Difesa un motivo di orgoglio aver contribuito al raggiungimento di un obiettivo da molti auspicato.
  Tuttavia, si è consapevoli del fatto che, come ampiamente evidenziato dagli stessi giudici costituzionali, occorra disciplinare la materia sul piano legislativo.
  L'auspicio è che le Camere possano ospitare un ampio confronto tra maggioranza e opposizione, ascoltando ogni singola voce.
  Prima di concludere, voglio ribadire quanto già affermato su un tema così importante – quale quello dei diritti del personale – dal Ministro che, rispondendo sullo stesso argomento a un question time presso l'Assemblea della Camera ha assicurato il suo personale impegno, per quanto di competenza, affinché il dibattito avvenga in tempi rapidi, così da poter dare concretezza a un obiettivo che resta in cima alle sue priorità, cioè la tutela del personale, in questo caso quello militare, di ogni ordine e grado.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00846 Pagani: Sull'organizzazione degli spazi all'interno della Caserma Calvi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La caserma «Calvi» di Pieve di Cadore (BL) è un'infrastruttura di circa 2 ettari, in uso al 7° reggimento alpini della Brigata JULIA, che la utilizza come base logistica per lo sviluppo di cicliche attività addestrative a favore dei reparti del Comando delle Truppe alpine.
  In particolare, la base è composta da 10 principali corpi di fabbrica, di cui uno destinato a Comando ed i rimanenti a funzioni alloggiative e logistiche.
  L'infrastruttura viene impiegata in maniera ricorrente durante l'intero arco annuale, analogamente a quanto avviene per altre basi in forza al Comando Truppe alpine.
  In particolare, nel periodo invernale, la Caserma è utilizzata per la frequenza dei corsi di sci e movimento in ambiente innevato; in quello estivo, per la frequenza dei corsi roccia, funzionali alle attività più complesse svolte nelle vicine aree addestrative di Val D'Oten e Monte Bivera.

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ALLEGATO 4

Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio relativa al piano d'azione sulla mobilità militare (JOIN(2018)5 final)

PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE DEL RELATORE

  La Commissione IV (Difesa),
   esaminata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento la Comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio relativa al piano d'azione sulla mobilità militare (JOIN(2018)5 final);
   tenuto conto del parere espresso dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   premesso che:
    il piano d'azione sulla mobilità militare, presentato il 28 marzo 2018 congiuntamente dalla Commissione europea e dall'Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, si inquadra nel contesto delle recenti iniziative dell'Unione europea volte a rafforzare la cooperazione europea nel settore della difesa;
    attualmente varie barriere di natura fisica, giuridica e regolamentare impediscono al personale e all'equipaggiamento militare di circolare rapidamente e senza difficoltà nell'Unione europea;
    al fine di migliorare la mobilità militare, il piano d'azione individua una serie di azioni sia a livello europeo sia a livello di Stati membri, per quanto riguarda, in particolare, i requisiti militari, gli eventuali potenziamenti delle infrastrutture di trasporto, gli adeguamenti normativi e procedurali per le disposizioni vigenti sul trasporto di merci pericolose, la semplificazione delle formalità doganali, l'autorizzazione dei movimenti transfrontalieri;
   considerato che:
    risulta d'estrema importanza cooperare strettamente con gli Stati membri dell'Unione europea per l'attuazione della mobilità militare, la quale avverrà rispettando pienamente la sovranità degli Stati membri sul loro territorio nazionale e i processi decisionali nazionali concernenti i movimenti militari;
    a partire dal secondo semestre 2017 è stata espressa, a livello di Alto Rappresentante dell'UE, congiuntamente con il Segretario Generale della NATO, la volontà di utilizzare, anche per scopi militari, la rete di trasporto trans-europea TEN-T e sono stati forniti all'UE dalla NATO i requisiti militari che le infrastrutture europee devono possedere affinché possano essere movimentate forze militari in modo rapido ed efficace;
    con riguardo alla definizione delle infrastrutture necessarie per la mobilità militare, il piano prevede che entro la fine del 2018, la Commissione, in cooperazione con gli stati membri, condurrà il lavoro per la valutazione di gap tra le capacità attuali della rete trans-europea (TEN-T) ed i requisiti già individuati, mentre, entro ottobre 2019, si prevede l'identificazione dei progetti a connotazione dual-use;
    è urgente conoscere le risultanze dell'esame attualmente in corso sulle principali Pag. 27direttrici di traffico della rete di trasporto trans-europea che interessano il territorio italiano, soprattutto alla luce delle recenti vicende che hanno evidenziato la vetustà di molti viadotti della rete autostradale italiana e l'impossibilità di parte degli stessi di sostenere il carico di trasporti di natura eccezionale come quelli di natura militare;
    appare necessario che il presente documento, unitamente al parere della Commissione Politiche dell'Unione europea, sia trasmessa tempestivamente alla Commissione europea nell'ambito del cosiddetto dialogo politico, nonché al Parlamento europeo e al Consiglio,
  esprime una

VALUTAZIONE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   in ambito nazionale, è necessario che i dicasteri della Difesa e dei Trasporti concludano in tempi brevi l'esame attualmente in corso sulle principali direttrici di traffico della rete di trasporto trans-europea che interessano il territorio italiano, al fine d'individuare il divario tra le capacità attuali della rete e i requisiti richiesti per il miglioramento della mobilità militare, realizzando così l'intento di provvedere ad una mappatura del territorio, della rete di trasporto, di eventuali punti critici di snodo nel trasporto intermodale anche in relazione alla presenza sul territorio delle Infrastrutture Critiche e delle Infrastrutture Critiche Europee (Direttiva 2008/114/CE) e individuando in seno alle strutture coinvolte e competenti un punto unico di contatto sull'accesso alle infrastrutture di trasporto per scopi militari;
   è necessario prevedere uno sviluppo continuo e simultaneo nella realizzazione, con riferimento alla rete di trasporti trans-europea (TEN-T), dei quattro corridoi di interesse per l'Italia – il Corridoio Mediterraneo, il Corridoio Reno Alpi, il Corridoio Baltico Adriatico e il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo – che rappresentano un fondamentale supporto all'affermazione della priorità geostrategica dell'area mediterranea, anche in correlazione alle parallele iniziative che riguardano l'area strategica nord-orientale;
   riguardo ai progetti prioritari per il piano d'azione della mobilità militare che verranno individuati di concerto dalla Commissione e dagli Stati membri, il bilancio dell'Unione Europea dovrà prevedere finanziamenti adeguati, in particolare per la realizzazione e l'adeguamento delle infrastrutture di trasporto con duplice uso, civile e militare, di cui va garantita la sicurezza e la sostenibilità ambientale.