CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 settembre 2018
53.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00380 Muroni: Rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente conseguenti al conferimento di rifiuti nell'impianto di trattamento meccanico biologico del quartiere Salario a Roma.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   MURONI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il treno che da tre mesi stazionava a Villa Spada, Roma, con 700 tonnellate di rifiuti ed era destinato ad arrivare in Germania con il suo carico di rifiuti indifferenziati ha effettuato un viaggio molto più breve, visto che la stazione d'arrivo è stata il contestato impianto di trattamento meccanico biologico di Salario;
   la decisione di trasferire nel TMB il carico di rifiuti, era trapelata nella giornata di sabato 11 agosto. Legambiente, a seguito di questa decisione, ha dichiarato «Spostare quei rifiuti di cinquanta metri non vuol dire risolvere il problema, ma aumentarne un altro con ulteriore conferma che a Roma un ciclo dei rifiuti non c’è»;
   il presidente del Municipio III ha commentato questa decisione così: «Nel 2016 al Salario si lavoravano in media circa 300 t/giorno, nel 2017 si è passati a oltre 520 t/g, un incremento insostenibile e colpevole, perché avviene a fronte di un calo della quantità di rifiuto indifferenziato (-26.300 t)». « RomaToday» il 12 agosto 2018;
   si evidenzia che i rifiuti, oramai tutti trasferiti nel TMB, sono di una tale entità da mettere in crisi la capienza dell'impianto. Come testimoniato da un video diffuso da Fp Cgil Roma e Lazio, i mezzi dell'Ama conferiscono i rifiuti nel piazzale, non all'interno del TMB. « ROMATODAY» il 12 agosto 2018;
   del tutto inefficaci le misure per l'abbattimento degli odori che AMA sta adottando nell'impianto: quel quadrante del Municipio III soffoca nel fetore forte e incessante, sprigionato a poche centinaia di metri da case, uffici e scuole, che dal 2011 rende la vita dei residenti davvero difficile. I quartieri più colpiti sono quelli di Fidene, Settebagni, Villa Spada, Serpentara, Casale Nei, Porta di Roma e Colle Salario;
   i residenti di questi quartieri lamentano problemi agli occhi e alla vie respiratorie, problematiche che potrebbero colpire drammaticamente anche i bambini che frequentano l'asilo nido di via Cortona, situata a poca distanza dall'impianto TMB –:
   se corrisponda al vero quanto esposto in premessa e, in caso affermativo, se non intenda avviare urgentemente, nell'ambito delle proprie competenze, un'azione di monitoraggio per verificare se nell'area insistano eventuali pericoli per la salute del cittadini e l'ambiente, adottando ogni possibile iniziativa al riguardo. (5-00380)

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ALLEGATO 2

5-00380 Muroni: Rischi per la salute dei cittadini e per l'ambiente conseguenti al conferimento di rifiuti nell'impianto di trattamento meccanico biologico del quartiere Salario a Roma.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il treno e il carico di rifiuti dell'interrogazione in essere fa parte del contratto stipulato da AMA con ENKI per il trasferimento fuori regione di un quantitativo di rifiuti indifferenziati raccolto da AMA. L'accordo tra AMA ed ENKI è successivo al 2013 ed è stato reso necessario dalla impossibilità di conferimenti all'interno del territorio della Regione Lazio. Il quantitativo dell'accordo tra l'azienda partecipata di Roma Capitale ed ENKI soddisfa meno del 5 per cento del fabbisogno di AMA ma, ad ora, è comunque necessario per dare completezza al ciclo dei rifiuti della regione Lazio che – dopo la giusta chiusura della discarica di Malagrotta – non ha ancora fornito una soluzione impiantistica adeguata alle esigenze dell'intera Regione ed, in particolare, della Capitale. Non a caso l'attuale piano regionale dei rifiuti è antecedente alla chiusura della suddetta discarica ed ancora in attesa di un aggiornamento.
  Per questo motivo il Ministero in accordo con l'amministrazione di Roma Capitale ha varato una cabina di regia atta a trovare soluzioni in attesa che venga quanto prima realizzato un Piano Regionale dei Rifiuti fermo, come detto, al 2012. Tale piano dovrà tenere conto del Piano industriale di Ama e del Piano per i Materiali Post Consumo deliberato da Roma Capitale nel primo semestre del 2017.

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ALLEGATO 3

5-00381 D'Ippolito: Adozione di iniziative legislative in materia di trattamento dei rifiuti.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   D'IPPOLITO, DAGA, DEIANA, FEDERICO, ILARIA FONTANA, LICATINI, ALBERTO MANCA, ROSPI, RICCIARDI, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   con l'ordinanza n. 4574/2018, su ricorso di numerosi comitati e associazioni, il TAR Lazio ha rimesso due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell'Unione europea, con riferimento all'articolo 35 del cosiddetto «Decreto Sblocca Italia», decreto-legge n. 133 del 2014, e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016 sulla termovalorizzazione dei rifiuti, esprimendo dubbi sulla conformità della predetta disposizione alla normativa comunitaria, senza sospenderne l'efficacia;
   il TAR richiama la Comunicazione COM(2017)/34 della Commissione europea sulla termovalorizzazione ove è riportato che «tassi così elevati di incenerimento non sono coerenti con obiettivi di riciclaggio più ambiziosi» e che sia indicato nell'ambito delle misure nazionali consentite a ciascuno Stato membro, di «abolire gradualmente i regimi di sostegno per l'incenerimento dei rifiuti e, se del caso, reindirizzare gli aiuti verso processi che occupano posti più alti nella gerarchia dei rifiuti» ovvero «introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti.»;
   il Tar ha, altresì, rilevato che dalla relazione difensiva dell'amministrazione emerge una generica posizione a difesa della conformità del dettato normativo alla competenza statale e alla direttiva 2008/98/CE per quanto riguarda l'ottimizzazione e il potenziamento delle infrastrutture di incenerimento con recupero energetico, ritenuto genericamente rispettoso del principio della «gerarchia dei rifiuti»;
   il TAR Lazio rileva, inoltre, come tutte le norme rinviate appaiono contrastare con la gerarchia d'intervento comunitario in materia di rifiuti che vede riduzione, recupero di materia e riciclo come interventi prioritari rispetto all'incenerimento di rifiuti e che l'ordinanza di rimessione crea una situazione d'incertezza legislativa e potrebbe produrre l'anomalo e indesiderato effetto di accelerare le richieste di autorizzazione per la realizzazione/completamento di nuovi inceneritori, sfruttando il periodo, presumibilmente non breve, entro il quale dovrà pronunciarsi la Corte del Lussemburgo –:
   se il Governo non ritenga necessario adottare iniziative normative urgenti per l'abrogazione dell'articolo 35 della legge n. 164 del 2014, al fine di evitare che il nostro Paese incorra in un'ennesima condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea, emanando in subordine un provvedimento urgente di moratoria della vigenza dell'articolo 35 della legge n. 164 del 2014 e, in ogni caso, disponendo l'abrogazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia dell'Unione europea. (5-00381)

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ALLEGATO 4

5-00382 Trancassini: Adozione di iniziative legislative in materia di trattamento dei rifiuti.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   TRANCASSINI, BUTTI e FOTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   presso la Commissione Ambiente del Senato della Repubblica, nella seduta del 10 luglio 2018, il Ministro interrogato, affermava che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto 2016, attuativo del comma 1, dell'articolo 35 del decreto-legge n. 133 del 2014, disciplina un segmento del ciclo dei rifiuti che, insieme al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 marzo 2016, attuativo invece del comma 2 del medesimo articolo, ed a diversi altri provvedimenti normativi già emanati o di futura emanazione, concorrono a definire la complessiva strategia dello Stato italiano;
   «Tale strategia è rivolta a ridurre la dipendenza delle pianificazioni del sistema di gestione dei rifiuti dalla logica delle discariche (...)», in primo luogo attraverso la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio, ed il recupero di materia (...), ed in secondo luogo anche attraverso il recupero energetico laddove le prime azioni non siano economicamente e tecnicamente sostenibili, in particolare proprio sui rifiuti di scarto che residuano dalle operazioni di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati;
   nei giorni scorsi, il predetto Ministro ha testualmente affermato: «È necessario modificare l'articolo 35 dello Sblocca Italia sugli inceneritori proprio per riaffermare il principio di prossimità di gestione dei rifiuti, per renderlo virtuoso». Ed ancora: «Se modifichiamo l'articolo 35 indichiamo un percorso virtuoso sulla gestione dei rifiuti, spingendo sulla differenziata e sul riciclo dei rifiuti» –:
   quali modifiche intenda proporre il Ministro interrogato all'articolo 35 della legge 11 novembre 2014, n. 164, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 11 settembre 2014, n. 133 (detto anche «Sblocca Italia»), e – in particolare – se le stesse riguardino la modifica del comma 6, con l'introduzione del divieto di trattamento dei rifiuti urbani negli impianti di incenerimento ubicati al di fuori dei confini regionali in cui detti rifiuti sono prodotti, oppure se si siano state impartite disposizioni ai competenti uffici per predisporre una modifica legislativa volta all'abrogazione del predetto articolo, la qualcosa risulterebbe contraddittoria rispetto alle summenzionate dichiarazioni rese dal Ministro interrogato. (5-00382)

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ALLEGATO 5

5-00381 D'Ippolito: Adozione di iniziative legislative in materia di trattamento dei rifiuti.
5-00382 Trancassini: Adozione di iniziative legislative in materia di trattamento dei rifiuti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alle questioni poste dagli Onorevoli interroganti, poiché vertenti, sulla medesima tematica, si fornisce un'unica risposta.
  Occorre evidenziare in linea generale che gli articoli della Direttiva 2008/98/CE non ostano ad una normativa interna primaria e alla sua correlata normativa secondaria di attuazione – quali l'articolo 35, comma 1, del decreto-legge n. 133 del 2014 e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016 – che qualificano solo gli impianti di incenerimento ivi considerati quali infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, allo scopo di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme di settore, oltre che al fine di limitare il conferimento dei rifiuti in discarica. Tale qualificazione ha il precipuo scopo di accelerare le tempistiche di realizzazione di un sistema adeguato di gestione dei rifiuti, necessario per ottemperare alle condanne pronunciate dalla Corte di Giustizia e senza che venga in alcun modo alterato o violato il principio di gerarchia dei rifiuti.
  D'altro canto, le Direttive comunitarie del cosiddetto «pacchetto economia circolare» pongono obiettivi ambiziosi per il riutilizzo, riciclaggio e raccolta differenziata da raggiungere nei prossimi anni.
  In tale contesto normativo, al fine di ridurre la produzione dei rifiuti e favorire l'aumento della raccolta differenziata, tenuto conto che attiene allo Stato la competenza in materia di gestione integrata dei rifiuti, il Ministro Costa ha dato disposizione agli uffici legislativi affinché sia modificato l'articolo 35 dello «Sblocca Italia», contro cui tantissimi cittadini e comitati si sono sempre battuti. È arrivato il momento di non puntare più sull'incenerimento ma sulla differenziata di qualità e sull'economia circolare.

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ALLEGATO 6

5-00383 Labriola: Contenuti della relazione sull'Ilva e sul piano ambientale presentata da ArcelorMittal.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   LABRIOLA e CORTELAZZO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il Ministro interrogato ha dichiarato di aver consegnato al Ministero dello sviluppo economico la sua relazione sull'Ilva e sul Piano ambientale presentato da ArcelorMittal;
   lo stesso Ministro ha dichiarato che la relazione è completa «al 95 per cento», e che ha chiesto ed ottenuto dal Ministero dello sviluppo economico ulteriore documentazione per i dovuti approfondimenti –:
   quali siano i contenuti della relazione depositata al Ministero dello sviluppo economico e quali gli ulteriori elementi di approfondimento richiesti. (5-00383)

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ALLEGATO 7

5-00383 Labriola: Contenuti della relazione sull'Ilva e sul piano ambientale presentata da ArcelorMittal.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai quesiti posti si fa presente quanto segue.
  Le questioni per le quali il Ministero dello sviluppo economico ha chiesto l'avviso del Ministero dell'ambiente attengono a due profili fondamentali. Il primo inerisce alla legittimità dell'offerta avanzata dal Gestore con riguardo al piano ambientale nel suo complesso. Il secondo riguarda l'Addendum, contenente proposte migliorative in materia ambientale, al contratto già stipulato e all'ultimo piano ambientale approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del settembre 2017.
  Per tale ultimo aspetto, avendo l'Amministrazione tutti gli elementi, è stato reso il parere richiesto nonché avanzate ulteriori proposte migliorative finalizzate alla possibile massimizzazione degli standard ambientali e della tutela della salute dei cittadini.
  Con riguardo, invece, al primo quesito inerente la validità dell'offerta presentata dalla cordata aggiudicataria, sono state richieste integrazioni documentali per favorire il parere richiesto. Tale documentazione è pervenuta nella giornata di ieri ed è al vaglio degli uffici competenti.
  Considerato che la trattativa è ancora in corso, e quello ambientale è uno dei temi salienti della stessa, ulteriori elementi non potranno che essere forniti all'esito dell'attuale fase.

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ALLEGATO 8

5-00384 Braga: Iniziative intraprese a seguito della piena del torrente Raganello nel Parco Nazionale del Pollino ed eventuali misure per rafforzare i controlli nell'Ente Parco.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   BRAGA, DEL BASSO DE CARO, MORASSUT, MORGONI, ORLANDO, PELLICANI e PEZZOPANE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   in data 20 agosto 2018, 10 persone sono morte travolte da una ondata di piena improvvisa e devastante del torrente «Raganella» nel territorio di Civita in Provincia di Cosenza all'interno del Parco nazionale del Pollino;
   l'area in cui si è verificata la tragedia rappresenta una dei luoghi di maggiore bellezza all'interno del Parco del Pollino e sulla cui attrattività quelle comunità hanno costruito una parte importante della loro economia;
   le vittime erano impegnate in una escursione e per ore si è temuto che il numero delle vittime potesse essere superiore;
   una parte degli escursionisti sorpresi dalla piena del torrente è riuscita a mettersi in salvo su alcuni massi ed è stata recuperata dalla macchina dei soccorsi che si è immediatamente messa in moto, dalla Protezione Civile, al Soccorso Alpino, dai Vigili del Fuoco ai Carabinieri Forestali e Guardia di finanza;
   la procura di Castrovillari ha aperto una indagine su quanto accaduto;
   per il Capo della Protezione Civile vi sarebbe stata una allerta meteo classificata come «gialla», classificazione che prevede anche esondazioni improvvise;
   il Ministro interrogato, recatosi sul luogo della tragedia, ha testualmente affermato: «C’è bisogno, al di là dell'indagine penale, di capire chi doveva fare cosa. È una ricerca della trasparenza, non solo della responsabilità. Il Paese si è stancato di piangere morti. Se poi queste morti sono figlie di negligenza, sciatteria, incapacità, poca professionalità, sono morti che reclamano, che urlano. E noi non possiamo e non vogliamo permettercele»;
   si tratta di affermazioni rilevanti pronunciate da un Ministro della Repubblica –:
   quali iniziative il Ministro interrogato abbia intrapreso a seguito della tragedia e quali misure abbia assunto o intenda assumere per rafforzare i controlli all'interno dell'Ente Parco, per affrontare, senza indugio, la questione dell'abusivismo nell'ambito del servizio guide e per una più funzionale ed efficiente catena di comando in materia di vigilanza e rispetto degli « alert» meteo. (5-00384)

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ALLEGATO 9

5-00384 Braga: Iniziative intraprese a seguito della piena del torrente Raganello nel Parco Nazionale del Pollino ed eventuali misure per rafforzare i controlli nell'Ente Parco.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla tragedia dello scorso 20 agosto nel Parco del Pollino, il Ministro Costa, recatosi sul luogo il 21 agosto, ha immediatamente richiesto all'Ente Parco di presentare una dettagliata relazione illustrativa concernente l'attività di gestione svolta per la tutela e la fruizione delle Gole del Raganello.
  Con nota del 24 agosto 2018, integrata con successiva nota del 27 agosto u.s., il Parco nazionale del Pollino ha trasmesso al Ministro una relazione sull'accaduto.
  Successivamente l'Amministrazione, nell'ambito dei poteri di vigilanza sugli enti parco nazionali e di controllo dell'attività dell'ente in merito ai fatti accaduti, ha provveduto all'acquisizione degli atti contabili gestionali richiamati nella predetta relazione predisposta dall'Ente Parco, nonché alla verifica dell'attuazione degli interventi ivi richiamati.
  Le operazioni si sono svolte nelle date del 3 e 4 settembre, sugli atti acquisiti ed è allo stato in corso un approfondimento.
  Relativamente alla questione sollevata dell’«abusivismo nell'ambito del servizio guide» si evidenzia che la legge 14 gennaio 2013, n. 4 (Disposizioni in materia di professioni non organizzate), prevede, all'articolo 1, che l'esercizio delle professioni, non organizzate in ordini o collegi, è libero. Tale attività resta pertanto liberalizzata su tutto il territorio nazionale. Ad ogni modo, l'Ente Parco ha fatto presente di aver provveduto a rilasciare, all'esito di corsi di formazione, il titolo di «Guida Ufficiale ed esclusiva» ai soggetti di cui all'elenco pubblicato anche sul sito ufficiale del medesimo Ente.
  Per quanto concerne, infine, il sistema delle allerte meteo, si deve evidenziare che destinatari dei messaggi di allertamento sono le amministrazioni comunali a cui compete di assumere tutti gli eventuali livelli di allerta e di attivazione delle corrispettive fasi operative previste dalla propria pianificazione di emergenza, come espressamente indica il messaggio trasmesso dalla protezione civile.
  Quanto riferito testimonia che il Ministero dell'ambiente sta riservando la massima attenzione sul grave incidente verificatosi, anche compiendo gli opportuni approfondimenti finalizzati ad individuare le misure da adottare nell'esercizio delle proprie competenze.