CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 aprile 2017
809.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-07336 Tripiedi: Su questioni relative allo status giuridico ed economico dei vigili del fuoco.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Tripiedi, unitamente ad altri deputati, prendendo spunto dalle dichiarazioni dei rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali riportate in un articolo di stampa, richiamano l'attenzione su una vicenda di cartelle esattoriali che sarebbero state inviate dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco ad una parte del proprio personale e su altre situazioni di criticità inerenti al Corpo nazionale.
  Riguardo ai temi evidenziati, gli onorevoli interroganti pongono un'articolata serie di quesiti volti a conoscere le iniziative che il Ministro dell'interno intende intraprendere al riguardo.
  I quesiti coincidono solo in parte con quelli contenuti in un'altra interrogazione dell'onorevole Tripiedi, alla quale ho risposto davanti a questa stessa Commissione nella seduta del 26 gennaio scorso.
  Intendo innanzitutto chiarire che, contrariamente a quanto riportato nel citato articolo di stampa, i Comandi provinciali non avevano emesso alcuna «cartella esattoriale» nei confronti del personale autista vigile del fuoco, bensì avviato iniziative, poi sospese, per recuperare le somme erogate a titolo di lavoro straordinario per lo spostamento di sede in vista dello svolgimento del turno di servizio.
  Nello scorso mese di dicembre, il Dipartimento dei vigili del fuoco ha chiarito definitivamente la questione, precisando che, per effetto della disposizione del contratto collettivo nazionale di lavoro integrativo del 2002, relativa al trattamento di trasferta, la guida degli automezzi dei vigili del fuoco, preventivamente autorizzata, costituisce comunque attività lavorativa e, qualora sia resa al di fuori dell'orario ordinario, deve considerarsi lavoro straordinario.
  Pertanto nessuna delle somme erogate a tale titolo è stata né sarà recuperata nei confronti del personale interessato.
  Per quanto concerne, le iniziative del Governo per favorire il rinnovo del contratto dei vigili del fuoco, la legge di bilancio per il 2017 ha stanziato risorse aggiuntive ai 300 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio per il 2016, da destinare alla contrattazione collettiva, relativa al triennio 2016-2018, del personale dipendente dalle amministrazioni statali in regime di diritto pubblico, tra cui, il personale del Corpo nazionale.
  Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio scorso, tali risorse aggiuntive sono state quantificate in 600 milioni di euro per l'anno 2017 e 900 milioni di euro a decorrere dall'anno 2018.
  Non va dimenticato, peraltro, che le leggi di bilancio 2016 e 2017 hanno destinato al personale non dirigenziale del Corpo nazionale, al pari di quello dei Corpi di polizia e delle Forze armate, un contributo straordinario di 960 euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
  Relativamente all'attivazione dell'assicurazione sanitaria per i vigili del fuoco, comunico che, a seguito di un bando di gara regolarmente pubblicato nella Gazzetta ufficiale, il Dipartimento dei vigili del fuoco ha affidato all'impresa Unisalute S.p.A. la copertura assicurativa per il rimborso delle spese sanitarie sostenute dal personale in servizio, nonché le coperture assicurative integrative.Pag. 30
  La polizza sanitaria, stipulata con la predetta società il 30 maggio dello scorso anno, ha una valenza estesa a tutto il mondo e una durata di tre anni, dal 31 maggio 2016 al 31 maggio 2019.
  In ordine alla richiesta di ridurre il «precariato» nel Corpo nazionale, faccio presente che si tratta di un tema a cui l'Amministrazione ha dedicato in questi anni la massima attenzione, nell'intento di non disperdere il contributo di alta professionalità assicurato dal personale volontario.
  Ricordo innanzitutto che a beneficio di tale componente vige una riserva del 25 per cento dei posti nei concorsi pubblici per l'accesso alla qualifica di vigile del fuoco permanente.
  Tale riserva ha consentito, alla data del 31 dicembre scorso, l'assunzione di 935 vigili volontari attraverso lo scorrimento della graduatoria del concorso pubblico a 814 posti di vigile del fuoco.
  Il favor del Ministero dell'interno verso questa peculiare e meritoria categoria di personale è testimoniata anche dalla circostanza che nell'agosto del 2007, in deroga al principio costituzionale dell'accesso all'impiego nelle pubbliche amministrazioni mediante concorso pubblico, è stata indetta in via eccezionale una procedura di stabilizzazione riservata ai vigili volontari aventi determinati requisiti di anzianità e servizio.
  La relativa graduatoria è rimasta aperta per quasi dieci anni e l'anno scorso è andata esaurita per effetto dell'assunzione di tutti i candidati utilmente collocati.
  Non è prevista al momento l'indizione di nuove procedure di stabilizzazione. In ogni caso, un'iniziativa del genere richiederebbe un ulteriore intervento legislativo di natura eccezionale, che dovrebbe farsi carico di reperire la necessaria copertura finanziaria, oltreché di realizzare un equilibrato bilanciamento delle varie aspirazioni e interessi coinvolti.
  Altre iniziative in favore della componente volontaria sono contenute nello schema di decreto legislativo predisposto in attuazione della legge n. 124 del 2015, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri nella seduta del 23 febbraio scorso e attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari per il parere prescritto.
  In particolare, è stata prevista l'elevazione dal 25 al 35 per cento della quota dei posti riservati ai vigili volontari nei concorsi per l'accesso alla qualifica di vigile del fuoco ed è stata introdotta ex novo una riserva del 10 per cento per tutte le procedure concorsuali pubbliche per l'accesso alle altre qualifiche del personale del Corpo.
  Inoltre, per l'accesso al ruolo degli operatori e degli assistenti del Corpo, è stata prevista una prelazione in favore del personale volontario che alla data della selezione sia iscritto negli appositi elenchi da almeno tre anni e abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio.
  L'interrogazione pone anche il problema del superamento delle carenze di organico dei vigili del fuoco.
  Sul tema segnalo innanzitutto, trattandosi di una misura di sicuro impatto positivo sulla funzionalità del Corpo nazionale, che, a partire dal 2016, il turn over del personale è stato ripristinato integralmente. In sostanza, dopo svariati anni di blocco parziale degli avvicendamenti, abbiamo ricominciato ad assumere lo stesso numero di vigili del fuoco rispetto a quelli che lasciano il servizio.
  Evidenzio poi che, nello scorso mese di novembre, a distanza di otto anni dal concorso precedente, è stato indetto un concorso pubblico a 250 posti di vigile del fuoco. La prova preselettiva si terrà dal 29 maggio al 12 giugno prossimi.
  Tali misure – mi riferisco sia al ripristino del turn over sia al concorso a 250 posti – consentiranno, tra l'altro, di incidere sul fenomeno dell'aumento dell'età media del personale in servizio, che rischia di diventare una seria criticità sia sul piano organizzativo che funzionale.
  Giova ricordare anche che, in questa legislatura, la dotazione organica dei vigili del fuoco è stata incrementata di 2 mila Pag. 31430 unità complessive, grazie a tre successivi interventi legislativi fortemente sostenuti dai Governi pro tempore.
  Inoltre, recenti iniziative legislative hanno consentito di immettere nei ruoli operativi altre 848 unità di personale, la cui assunzione in servizio avverrà alla fine del corso di formazione in via di svolgimento.
  Ulteriori assunzioni saranno possibili facendo leva sulle risorse del Fondo per il pubblico impiego istituito con la legge di bilancio 2017. Come noto, quota parte di tale fondo, pari a 119 milioni di euro per quest'anno e a 153 milioni per il 2018, è destinata ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nell'ambito delle amministrazioni dello Stato, ivi compreso il Corpo nazionale.
  Rappresento, inoltre, che, nell'ambito dell'operazione di assorbimento del Corpo forestale dello Stato, 390 unità del relativo personale sono transitate nei ruoli dei vigili del fuoco per l'assolvimento dei compiti in materia di spegnimento degli incendi boschivi.
  Ritengo utile, a questo punto, richiamare l'attenzione su un'altra linea direttrice che l'Amministrazione sta seguendo per realizzare l'efficientamento del servizio di soccorso tecnico urgente auspicato dagli onorevoli interroganti.
  Partendo dalla constatazione che in questa fase congiunturale il potenziamento delle dotazioni organiche è una leva condizionata dalla limitatezza delle disponibilità finanziarie, abbiamo intrapreso con decisione la strada dell'ottimizzazione delle risorse esistenti e della razionalizzazione del funzionamento delle strutture.
  È stato predisposto ed è in corso di attuazione, ad invarianza di spesa, un progetto di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo nazionale che, partendo dalle esigenze del territorio, ha ridefinito la mappatura delle sedi, riclassificandole in base a indicatori oggettivi riconducibili al rischio territoriale, alla popolazione, all'estensione territoriale, allo sviluppo industriale e commerciale. In tale ambito, si è provveduto a bilanciare nel miglior modo possibile la distribuzione del personale nei vari Comandi provinciali, garantendo le esigenze di sicurezza e tutela di tutti i territori.
  Soggiungo che il progetto ha riconosciuto ai Comandanti provinciali la facoltà di adattare il modello di dispositivo di soccorso alle esigenze legate alle specificità del territorio, operando una diversa distribuzione delle unità di personale tra i diversi distaccamenti della provincia ovvero attivando sedi distaccate, in aggiunta a quelle previste dal progetto, purché tale ipotesi sia compatibile con le risorse assegnate.
  Per quanto riguarda, infine, la situazione delle attrezzature e degli automezzi, si rappresenta che, a causa della riduzione degli stanziamenti sui relativi capitoli di spesa, subita nel corso degli esercizi finanziari antecedenti questa legislatura, per vari anni non è stato possibile effettuare un'adeguata sostituzione. Ciò ha determinato il progressivo invecchiamento di una certa percentuale dei veicoli, per i quali non è stato possibile effettuare un costante rinnovo.
  Nell'ultimo quadriennio è stata avviata, quindi, una fase di interventi normativi che, coniugando il rigore nell'impiego delle risorse con la certezza dei mezzi finanziari, rendessero possibile il mantenimento in efficienza delle risorse strumentali del Corpo nazionale.
  I primi provvedimenti adottati nella legislatura per l'ammodernamento di mezzi, attrezzature e strutture del Corpo nazionale sono contenuti nella legge di stabilità 2014 (articolo 1, commi 102 e 263), nel decreto-legge n. 119 del 2014 (articolo 8) e nella legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 967).
  Più di recente sono intervenuti:
   il decreto-legge n. 113 del 2016, che ha autorizzato la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2018;
   il decreto-legge 189 dello stesso anno, che ha autorizzato la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2016 e di 45 milioni di euro per l'anno corrente;Pag. 32
   e, infine, la legge di bilancio 2017, che ha stanziato 70 milioni di euro per l'anno in corso e 180 milioni di euro annui per il periodo 2018-2030 da ripartire tra le Forze di polizia e il Corpo nazionale secondo un programma pluriennale di finanziamento.

  Tali provvedimenti legislativi potranno consentire – e in parte hanno già consentito – di ridurre le lamentate carenze del parco automezzi del Corpo nazionale, attraverso mirate assegnazioni ai vari Comandi provinciali e reparti, in un'ottica di equa distribuzione nel territorio nazionale sulla base dell'analisi delle priorità esistenti.
  Concludo, assicurando che il Ministero dell'interno continuerà a dedicare la massima attenzione alle problematiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, attraverso l'adozione delle misure amministrative e la promozione delle iniziative legislative che, di volta in volta, si renderanno necessarie, nel quadro dei vincoli di finanza pubblica e in unità di intenti con il Parlamento.

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ALLEGATO 2

5-08407 Ascani e Fabbri: Sull'attuazione della normativa in materia di prevenzione degli incendi per l'edilizia scolastica.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Ascani lamenta la mancata adozione del decreto ministeriale che, ai sensi dell'articolo 10-bis del decreto-legge n. 104 del 2013, deve definire e articolare, con scadenze differenziate, l'attuazione delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di prevenzione degli incendi per le strutture adibite ai servizi scolastici.
  A tale proposito, l'onorevole Ascani evidenzia anche come sia rimasto inottemperato un proprio ordine del giorno accolto nella seduta della Camera dei deputati del 10 febbraio 2016.
  Prima di rispondere al quesito posto con l'interrogazione, ritengo utile svolgere una breve premessa.
  Le regole tecniche di sicurezza antincendi da applicare negli edifici e nei locali adibiti a scuole, di qualsiasi tipo, ordine e grado, sono state approvate dal Ministro dell'interno venticinque anni fa, con decreto del 26 agosto 1992.
  Il termine per l'attuazione di tali regole tecniche, inizialmente fissato per il mese di ottobre 1997, è stato più volte prorogato.
  Di fronte alle persistenti difficoltà dei gestori delle scuole ad assolvere gli adempimenti in questione, il citato articolo 10-bis del decreto-legge n. 104 ha stabilito per l'adeguamento antincendio l'ulteriore termine del 31 dicembre 2015, prevedendo stavolta, in aggiunta, che con decreto del Ministro dell'interno fosse dettato un cronoprogramma attuativo delle varie prescrizioni antincendi.
  Successivamente, il decreto-legge n. 210 del 2015, ha previsto che l'adeguamento antincendio delle strutture adibite a servizi scolastici fosse completato entro sei mesi dalla data di adozione del citato decreto ministeriale e comunque non oltre il 31 dicembre 2016.
  In relazione a quanto disposto dal legislatore, e in linea con quanto segnalato dall'interrogante, il Ministero dell'interno, non appena pervenuto il prescritto concerto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha adottato il decreto in questione il 12 maggio 2016.
  Va riferito, tuttavia, che, con l'articolo 4, comma 2, della legge n. 244 del 2016, il termine per l'adeguamento degli istituti scolastici alle regole tecniche antincendi è stato nuovamente prorogato al 31 dicembre di quest'anno.
  Per completezza d'informazione, segnalo che, per superare la logica del mero differimento nel tempo dell'obbligo di messa in sicurezza degli edifici scolastici, il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, in previsione della scadenza del precedente termine fissato al 31 dicembre 2016, ha elaborato una proposta normativa volta a individuare una soluzione concreta al problema.
  La proposta prevede un percorso di graduale adeguamento, per tappe successive, fissando il termine di messa in sicurezza al 31 dicembre 2019. In tale periodo, per compensare il deficit di sicurezza fino al completamento dei lavori, è prevista anche l'individuazione di idonee misure Pag. 34gestionali di mitigazione del rischio, in analogia con quanto previsto da un similare percorso già avviato per le strutture sanitarie.
  Nello scorso settembre, la proposta è stata illustrata dal predetto Dipartimento nell'ambito dei lavori della Conferenza Stato, città ed autonomie locali, conseguendo la condivisione dei rappresentanti di ANCI e UPI direttamente interessati al problema, in quanto Comuni e Province sono gli enti proprietari degli edifici scolastici da adeguare.
  Il progetto normativo è in via di definizione, anche in relazione al reperimento delle necessarie risorse finanziarie.

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ALLEGATO 3

5-10125 Ferraresi: Sull'organico e la sede del commissariato di pubblica sicurezza del comune di Mirandola (MO).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Ferraresi lamenta la carenza dell'organico e l'inadeguatezza della sede del commissariato di pubblica sicurezza di Mirandola, paventando che tale situazione possa determinare riflessi negativi sulla sicurezza pubblica nell'area nord della provincia di Modena, già duramente segnata dagli eventi sismici del 2012.
  Assicuro innanzitutto che la situazione della sicurezza a Mirandola è stato oggetto di costante analisi e monitoraggio da parte delle Forze di polizia e della Prefettura, allo scopo di rafforzare il dispositivo di prevenzione nella zona, proprio per dare risposta alla percezione di insicurezza conseguente a taluni episodi delittuosi menzionati nell'interrogazione, che hanno avuto eco pure sugli organi di informazione locale.
  A tal fine – anche come segnale tangibile di attenzione verso le popolazioni e in adesione a specifiche richieste degli amministratori locali – si sono tenute «in loco» diverse riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, mentre i Sindaci dell'Unione dei comuni dell'area nord della provincia di Modena sono stati invitati più volte ad analoghe riunioni convocate presso la Prefettura.
  Inoltre, le Autorità provinciali di pubblica sicurezza hanno conferito particolare impulso alle iniziative che rientrano nel concetto di «sicurezza partecipata», approvando prontamente i progetti di apparati di videosorveglianza sottoposti dalle amministrazioni comunali e promuovendo una maggiore interazione tra le Forze di polizia e le polizie municipali.
  Venendo alle specifiche questioni sollevate dall'onorevole interrogante, preciso che presso il commissariato di pubblica sicurezza di Mirandola prestano servizio 30 unità di personale appartenenti ai vari ruoli della polizia di Stato, rispetto a una previsione organica di 36 operatori.
  La situazione dell'organico del commissariato potrà essere riesaminata in occasione delle assegnazioni dei commissari capo e degli ispettori che saranno disposte al termine dei corsi di formazione in via di svolgimento.
  Tuttavia, ritengo utile evidenziare che la Questura di Modena registra un sovra-organico di 4 unità, poiché presso gli uffici dipendenti prestano complessivamente servizio 374 unità dei vari ruoli della Polizia di Stato, rispetto a una previsione organica di 370 operatori. A tale personale vanno aggiunte 18 unità appartenenti ai ruoli tecnici.
  Inoltre, dal 1o gennaio 2016 il dispositivo territoriale di polizia viene supportato da aliquote regionali del Reparto prevenzione crimine «Emilia Romagna occidentale», impegnate sia in città che in provincia.
  Informo altresì che, al fine di ottimizzare l'impiego degli organici territoriali, i servizi di prevenzione generale vengono di volta in volta rimodulati nel corso di apposite riunioni tecniche interforze sulla base delle criticità riscontrate, secondo specifiche strategie che garantiscono sempre un'adeguata presenza di operatori delle forze dell'ordine sul territorio.Pag. 36
  Per quanto concerne la situazione logistica e alloggiativa venutasi a creare a seguito dei noti eventi sismici del 2012, effettivamente gli immobili demaniali ove erano precedentemente ubicati il commissariato di pubblica sicurezza e il distaccamento della polizia stradale di Mirandola sono stati immediatamente rilasciati per inagibilità.
  Attualmente, il commissariato è ubicato in due appartamenti di proprietà privata, utilizzati a titolo gratuito grazie al contributo della Cassa di risparmio di Modena.
  Altri due locali al piano terra dello stesso stabile, sempre di proprietà privata, erano utilizzati per esigenze dell'ufficio immigrazione già prima del terremoto, con canone di locazione a carico dell'Amministrazione comunale.
  Infine, un altro immobile è adibito a sede del distaccamento della Polizia stradale ed è stato concesso in comodato d'uso da un'azienda del territorio.
  Per superare le criticità esistenti, il 29 aprile 2014 è stato sottoscritto, tra il Ministero dell'interno, il Comune di Mirandola, l'Agenzia del demanio e la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia Romagna, un protocollo d'intesa per la riqualificazione funzionale degli immobili demaniali siti nel Comune di Mirandola e danneggiati dal sisma, che prevede il recupero e la rifunzionalizzazione dell'immobile denominato «ex Casa del Fascio», ai fini del suo utilizzo quale sede del commissariato e del distaccamento della polizia stradale. L'operazione sarà finanziata con i fondi per la ricostruzione post-sisma. Espletate le procedure di gara, i lavori saranno affidati presumibilmente nel settembre di quest'anno e avranno una durata di circa diciotto mesi.
  Il progetto che ho appena tratteggiato interesserà anche gli altri due presidi di polizia presenti a Mirandola.
  Infatti, la Tenenza della Guardia di finanza troverà sistemazione nell'edificio occupato dal commissariato di pubblica sicurezza prima del terremoto, per il quale sono già in corso i lavori di miglioramento sismico e di ristrutturazione complessiva. Mentre, la Stazione dell'Arma dei carabinieri andrà ad occupare gli uffici già in uso al distaccamento della Polizia stradale.

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ALLEGATO 4

5-10365 Burtone: Su una questione relativa alla toponomastica del comune di S. Gregorio (CT).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Burtone chiede al Ministro dell'interno di assumere le misure di competenza per evitare l'intitolazione di uno slargo a Giorgio Almirante, nel comune di San Gregorio di Catania.
  Egli richiama l'indignazione e la netta contrarietà dell'ANPI di Catania all'iniziativa e argomenta la sua richiesta, da un lato, con l'assenza di particolari legami tra quella comunità locale e Almirante, dall'altro, con il ruolo che quest'ultimo avrebbe esercitato nel Ventennio fascista nella diffusione della cultura razzista e nella persecuzione degli ebrei.
  Ricordo, innanzitutto, che la materia della toponomastica stradale è disciplinata dal regio decreto-legge n. 1158 del 1923, dalla legge n. 1188 del 1927 e dal decreto del Ministro dell'interno 25 settembre 1992.
  In base a tale quadro normativo, l'intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, oltreché di monumenti e altri ricordi permanenti, compete all'Amministrazione comunale, previa autorizzazione rilasciata dal Prefetto territorialmente competente dopo aver sentito il parere della deputazione di storia patria o della società storica del luogo o della Regione.
  L'intitolazione non può riguardare persone decedute da meno di dieci anni, salvo deroga autorizzata dal Prefetto, quando si tratti di persone che abbiano operato per il bene della Nazione.
  Tanto premesso in punto di diritto, sul caso specifico segnalato con l'interrogazione è stata interpellata la Prefettura di Catania, che ha comunicato quanto segue.
  Effettivamente il 18 novembre 2015, la Giunta municipale del Comune di San Gregorio di Catania ha approvato la proposta della Commissione per l'aggiornamento della toponomastica, relativa all'intitolazione di uno slargo a Giorgio Almirante, deputato della Repubblica italiana dalla prima alla decima legislatura.
  Il 20 dicembre scorso, a conclusione dell'istruttoria, il Prefetto di Catania, con proprio decreto, ha autorizzato il Comune alla predetta intitolazione.
  La stessa Prefettura ha precisato che già il Comune di Aci Sant'Antonio, sempre in provincia di Catania, nel gennaio 2011 era stato autorizzato ad intitolare una strada al predetto politico e che, in altre località della Sicilia, quali Ragusa e Agrigento, esistono vie o piazze dedicate al medesimo personaggio.

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ALLEGATO 5

5-10807 Fabbri: Su una vertenza sindacale concernente il personale dei vigili del fuoco della regione Emilia Romagna.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, onorevoli colleghi, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Fabbri, nel richiamare l'attenzione del Ministro dell'interno sullo stato di agitazione proclamato dal personale dalla funzione pubblica della CGIL dei Vigili del fuoco dell'Emilia Romagna, evidenzia una serie di questioni afferenti al rinnovo del contratto di lavoro, al servizio di mensa, nonché allo stato del parco automezzi e alla riqualificazione delle sedi di servizio.
  In ordine agli aspetti di carattere generale relativi al rinnovo del contratto di categoria e al potenziamento delle attrezzature e degli automezzi del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, ribadisco quanto detto in precedenza in risposta alla interrogazione dell'onorevole Tripiedi, cioè che la legge di bilancio per il 2017 ha stanziato risorse aggiuntive ai 300 milioni di euro previsti dalla legge di bilancio per il 2016, da destinare alla contrattazione collettiva, relativa al triennio 2016-2018, del personale dipendente dalle amministrazioni statali in regime di diritto pubblico, tra cui, il personale del Corpo nazionale.
  Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio scorso, tali risorse aggiuntive sono state quantificate in 600 milioni di euro per l'anno 2017 e 900 milioni di euro a decorrere dall'anno 2018.
  Venendo alle altre tematiche toccate nell'atto di sindacato ispettivo, e in particolare alla questione del servizio di ristorazione, segnalo che la problematica è stata affrontata nel corso di vari incontri con le organizzazioni sindacali di categoria ed è stata oggetto, nel corso del 2016, anche di una consultazione effettuata tra tutto il personale dei vigili del fuoco.
  In esito a tali iniziative, è stata raggiunta una intesa, con la quale si è stabilito di mantenere il precedente modello di gestione che lascia agli accordi decentrati la scelta del tipo di erogazione del servizio.
  Per quanto riguarda, invece, la situazione logistica, ed in particolare quella relativa alla sede di servizio di Cattolica, faccio presente che nel 2007 l'Amministrazione comunale aveva proposto agli altri enti territoriali interessati la realizzazione, in compartecipazione finanziaria, della nuova sede. Viste le difficoltà economiche per la realizzazione di tale struttura – intervenute a causa dei tagli ai fondi di bilancio per gli Enti locali connessi al patto di stabilità – il Comune di Cattolica, ha proposto una soluzione alternativa che prevede l'utilizzo di uno stabile situato nell'ambito di un complesso industriale di proprietà di una società partecipata, tra gli altri enti, dallo Comune medesimo.
  È in corso di perfezionamento l'intesa preliminare alla sottoscrizione di un accordo tra il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Rimini e l'Amministrazione comunale, onde procedere alla progettazione di massima.
  Rappresento, comunque, che a Cattolica insiste già dal 2004 un distaccamento permanente a tutt'oggi operativo, che peraltro verrà potenziato con 4 unità.
  Quanto alla sede di San Lazzaro di Savena, che dista circa 11 chilometri dalla sede centrale del Comando provinciale di Bologna, faccio presente che, nell'ambito Pag. 39del progetto di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo nazionale, predisposto con il decreto del Ministro dell'interno del 31 luglio 2015 e rimodulato proprio questo mese, non è stato, al momento, previsto per quella località un distaccamento permanente.
  Tuttavia, non si può escludere l'ipotesi di istituire in quella località un apposito presidio di soccorso, in presenza di eventuali, futuri provvedimenti legislativi che prevedano l'allocazione di apposite risorse per finanziare un ulteriore potenziamento del Corpo nazionale.
  In merito al rinnovamento del parco automezzi dei vigili del fuoco presente in Emilia Romagna, effettivamente risulta che l'età media dei mezzi è di circa 16 anni. Faccio presente, comunque, che tale valore è in linea con la media nazionale.
  Ho già riferito in precedenza sulle iniziative normative intraprese nel corso degli ultimi anni per rendere possibile il mantenimento in efficienza delle risorse strumentali del Corpo nazionale. Voglio solo aggiungere che con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 novembre 2016, attuativo della legge di stabilità 2016, è stata destinata la somma di 5 milioni e 102 mila euro per l'ammodernamento delle autovetture e delle strumentazioni destinate alle attività di protezione e difesa del Corpo nazionale. Quanto ai fondi previsti dalla legge di bilancio del 2017, riferisco che saranno contabilmente allocati all'interno della dotazione finanziaria del Ministero dell'interno, a seguito dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con il quale si provvederà alla prevista ripartizione delle risorse tra il Corpo nazionale e le Forze di Polizia, tuttora in corso di elaborazione.
  Successivamente a tale ripartizione, si potrà tenere conto delle esigenze relative alle sedi dei vigili del fuoco dell'Emilia Romagna.