CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 luglio 2016
669.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-09074 Fiano e altri: Sul raduno commemorativo della fondazione dell'organizzazione Avanguardia nazionale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Fiano ed altri, prendendo spunto da un raduno organizzato di recente a Roma per commemorare la fondazione di Avanguardia nazionale, chiedono l'adozione di iniziative urgenti per scongiurare la ricostituzione di organizzazioni fasciste.
  Effettivamente il 25 e 26 giugno scorsi presso la sala convegni del ristorante romano «La Fraschetta nel Parco», si è svolto un raduno-incontro di ex militanti di Avanguardia Nazionale in occasione del 56o anniversario della fondazione del movimento.
  Al raduno, che si è svolto in forma privata e a cui sono stati ammessi solo gli invitati, hanno partecipato complessivamente 50 persone, molte delle quali in età avanzata, tra le quali quelle menzionate nell'interrogazione.
  Lo svolgimento dell'iniziativa, grazie anche al sito scelto, non ha determinato turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica.
  Per le descritte modalità di svolgimento, il raduno non ha richiesto l'obbligo di preavviso all'Autorità provinciale di pubblica sicurezza, in quanto tenutosi in un'area privata circoscritta non aperta al pubblico. Ciò alla luce delle pronunce della Corte costituzionale che hanno dichiarato illegittima la parte dell'articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che considerava pubblica anche una riunione che, sebbene indetta in forma privata, presentasse alcune caratteristiche proprie di riunioni non private, tra le quali in particolare il numero dei partecipanti.
  Ciò premesso, posso rassicurare gli onorevoli interroganti che le Autorità provinciali di pubblica sicurezza e le Forze di polizia dedicano la massima, costante attenzione alle attività di tutti i gruppi politici estremisti monitorandone costantemente le iniziative, al fine di cogliere il minimo segnale di turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica e ogni ipotesi di deviazione dalle regole del diritto e della pacifica convivenza.
  Tornando specificamente ad Avanguardia nazionale, si ha notizia di alcune riunioni effettuate da ex militanti del movimento in occasione dei vari anniversari della costituzione del sodalizio, alle quali hanno partecipato alcune decine di persone provenienti da diverse regioni.
  Segnalo anche che, secondo quanto acquisito nell'ambito dell'attività informativa, già nel corso dell'incontro svoltosi a Roma nel giugno 2015, in occasione del 55o Anniversario della costituzione del sodalizio, un noto esponente dell'estrema destra capitolina avrebbe manifestato il proposito di costituire una nuova formazione politica ispirata ad alcuni principi dell'esperienza di Avanguardia Nazionale, attraverso l'apertura di «punti di riferimento» nella Capitale ed in altre province.
  Le DIGOS delle Questure italiane, opportunamente sensibilizzate dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione Pag. 29del Dipartimento della pubblica sicurezza, non hanno finora rilevato elementi di riscontro di tale progettualità.
  Sono, comunque, in corso mirate attività di approfondimento anche in relazione all'evento commemorativo oggetto dell'interrogazione, il cui esito, qualora dovessero emergere elementi di rilevanza penale, verrà comunicato all'Autorità giudiziaria.

Pag. 30

ALLEGATO 2

5-09075 Dieni, Sarti e altri: Sulla situazione della sede della questura di Rimini.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Dieni, unitamente ad altri, chiede al Ministro dell'interno iniziative volte ad individuare la nuova sede della Questura di Rimini.
  Voglio subito assicurare che il problema è costantemente seguito dall'Amministrazione dell'interno che, come riportato nell'interrogazione, ha percorso nel tempo più di un'ipotesi di soluzione.
  In particolare, di recente, il Comune ha nuovamente proposto, dopo varie interruzioni, l'utilizzazione del complesso immobiliare di proprietà della DA.MA. s.r.l., per la cui locazione erano state avviate trattative sin dallo scorso decennio. Al tema è stata dedicata, nello scorso mese di gennaio, un'apposita riunione a cui hanno partecipato tutti gli enti interessati tra i quali anche l'INAIL, quale potenziale acquirente e locatario dell'immobile. In tale sede, sono emersi seri ostacoli alla fattibilità dell'operazione, in quanto né la Società proprietaria, che è in stato di dissesto finanziario, né l'Amministrazione dell'interno dispongono dei fondi necessari al completamento della struttura; completamento che, secondo quanto precisato dall'Agenzia del demanio, costituisce condizione imprescindibile per l'alienazione dell'immobile all'INAIL.
  Una seconda ipotesi percorsa da questa Amministrazione ha riguardato un immobile di proprietà dell'INPS, sito in Via Alberto Dalla Chiesa, alla cui locazione il Dipartimento della pubblica sicurezza ha già dato l'assenso di massima. Tale soluzione, tuttavia, non consentirebbe l'allocazione di tutti gli Uffici della Questura, ad oggi situati in diverse sedi distribuite sul territorio cittadino. Peraltro, lo stabile richiede alcuni interventi di adattamento alle esigenze della Polizia di Stato, che al momento questo Ministero non è in grado di finanziare. Si è in attesa comunque di conoscere la disponibilità della proprietà a farsi carico della spesa relativa a tali interventi.
  L'Amministrazione sta prendendo in considerazione anche la locazione di un immobile ubicato in Piazza Bornaccini, che permetterebbe la sistemazione logistica di tutta la Questura in due soli edifici.
  Si è in attesa di conoscere la disponibilità della Società proprietaria ad effettuare i lavori di adeguamento funzionale e ristrutturazione.
  Nelle more, il Dipartimento della pubblica sicurezza ha redatto una bozza progettuale di utilizzo dell'immobile, in modo da consentire alla proprietà di verificare la fattibilità degli adattamenti richiesti.
  Quanto alla sede della mensa, la Questura di Rimini ha assicurato il rilascio, per il prossimo mese di agosto, della Caserma «Mosca» ove la stessa è attualmente collocata insieme al Centro VECA. La nuova mensa sarà allestita presso l'immobile dell'ex Hotel Mercedes sito in via Toscanelli, già in locazione dell'Amministrazione dell'interno.

Pag. 31

ALLEGATO 3

5-09076 Plangger e altri: Sulla riorganizzazione delle forze di polizia civili e militari della provincia di Pordenone.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno gli onorevoli Plangger, Bianconi e Artini richiamano l'attenzione sul nuovo ordinamento degli enti locali nella Regione Friuli Venezia Giulia, la cui attuazione prevede tra l'altro l'introduzione di 18 Unioni territoriali intercomunali in sostituzione delle attuali quattro province. E paventano che, in forza del nuovo assetto ordinamentale, possano prodursi delle ricadute negative in termini di chiusura, diversa collocazione o riduzione delle dotazioni organiche delle Prefetture, delle Questure e dei Comandi dei vigili del fuoco.
  Premetto che, in base all'articolo 117 della Costituzione, l'ordinamento e l'organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali, come anche l'ordine e pubblico e la sicurezza, sono materie riservate alla competenza esclusiva del legislatore statale. Non è ipotizzabile, dunque, che la legislazione regionale possa incidere in tali ambiti.
  Con questa precisazione, ritengo che i timori manifestati dagli onorevoli interroganti possano considerarsi fugati.
  Va anche ricordato che con la cosiddetta legge Madia (legge n. 124 del 2015) è stato avviato un processo di razionalizzazione della presenza dello Stato sul territorio ispirato, da un lato, a criteri di sostenibilità sociale, dall'altro, alla valorizzazione del ruolo delle Prefetture e delle Questure. Quanto alle Prefetture, la predetta legge ne rafforza la funzione strategica, pur prefigurando la riduzione del loro numero sulla base di una serie di indicatori oggettivi legati all'andamento della criminalità, all'esposizione ai flussi migratori e alle dinamiche socio-economiche nei territori di competenza. Ciò è attestato dal fatto che esse andranno ad assorbire tutti gli uffici periferici dello Stato e si configureranno, quindi, quali «punti di contatto unico» tra lo Stato e i cittadini. Le Prefetture, inoltre, continueranno ad essere il cardine del sistema territoriale della sicurezza.
  Quanto alle Questure, sempre la legge Madia, ha individuato alcuni importanti criteri direttivi ai quali dovranno essere informati i decreti legislativi attuativi in tema di riordino del sistema della sicurezza.
  Tra tali criteri vi sono quelli di evitare sovrapposizioni dispersive nell'esercizio delle funzioni di polizia e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali, in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica.
  Tanto premesso, informo che si potrà procedere con il piano di razionalizzazione delle Prefetture e dei presidi di polizia su tutto il territorio nazionale solo quando, a completamento del percorso normativo avviato con la predetta legge di delega, saranno emanati i decreti legislativi e i regolamenti discendenti che puntualizzeranno i contenuti della riorganizzazione della presenza dello Stato nel territorio e del sistema della sicurezza.
  Comunque, assicuro fin d'ora che ogni possibile opzione sarà oggetto di attenta valutazione e non potrà mai andare a scapito della sicurezza reale dei territori.Pag. 32
  Non un'unità di personale sarà sottratta ai compiti di istituto e a quelli operativi, con la conseguenza che le comunità manterranno quantomeno intatti gli attuali standard dei servizi.
  In sostanza, il riordino non prefigura alcun arretramento dello Stato sui temi della sicurezza.
  Per quanto riguarda, infine, i Vigili del fuoco, segnalo che, a seguito del recente progetto di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo Nazionale, i presidi presenti nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia hanno visto un incremento della dotazione organica di personale operativo.

Pag. 33

ALLEGATO 4

5-09077 Quaranta e altri: Sulla questione dei migranti transitanti con particolare riferimento all'apertura di nuovi centri di accoglienza a Ventimiglia e Roma.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, onorevoli deputati,
  con l'interrogazione all'ordine del giorno gli onorevoli Quaranta ed altri chiedono l'adozione di iniziative urgenti per risolvere l'emergenza che sarebbe in atto a Ventimiglia e Roma, dove centinaia di cosiddetti stranieri «transitanti» vivrebbero in condizioni di estremo degrado e precarietà, a seguito della chiusura del centro di accoglienza temporaneo gestito dalla Croce rossa nel comune ligure e dello sgombero del centro Baobab nella Capitale.
  Quanto alla situazione di Ventimiglia, informo che, fin dai giorni successivi alla chiusura del centro di accoglienza temporaneo, il Prefetto di Imperia e l'Amministrazione comunale, in piena sintonia, hanno elaborato una nuova soluzione per assistere i migranti «in transito». È stata individuata un'area di proprietà di Rete ferroviaria italiana e di prossimo trasferimento al Comune, dove verrà attrezzato un campo costituito da moduli abitativi, gestito dalla Croce Rossa Italiana, che provvederà anche al vitto con apposita cucina da campo.
  All'iniziativa dovrebbero collaborare anche la Caritas ed altre associazioni del volontariato locale per svolgere attività di mediazione culturale a favore dei migranti, in relazione alla quale è già stato chiesto anche l'intervento dell'ACNUR per la formazione ed il sostegno degli operatori.
  Soggiungo che, a seguito della massima accelerazione impressa alle complesse procedure del caso, l'apertura del nuovo centro è prevista a breve. L'area è stata predisposta sotto il profilo degli allacci idrico-fognario-elettrico con interventi effettuati, dopo la pulizia del sito, in pochissimi giorni e proprio nella giornata di oggi è iniziata l'installazione dei primi moduli abitativi.
  Per quanto riguarda il centro Baobab, riferisco che lo scorso 3 luglio qualche centinaio di cittadini stranieri si è radunato nei pressi della struttura, accampandosi sulla sede stradale con mobilio di fortuna e piccole tende, ripristinando di fatto la situazione alla quale era stato posto termine con lo sgombero di 43 stranieri effettuato il 7 giugno con l'ausilio della forza pubblica; sgombero che si era reso urgente sia per le precarie condizioni di igiene della struttura, sia per prioritarie esigenze di prevenzione generale.
  Va evidenziato che sia le modalità di arrivo degli stranieri che i contenuti emersi durante i colloqui intercorsi fra il personale di polizia e i volontari presenti, fanno ritenere che la situazione di concentrazione di persone abbia avuto lo scopo di ottenere, in via emergenziale, un assenso all'utilizzo del vicino ex «Stabilimento Ittiogenico», di proprietà della Regione Lazio.
  Nella giornata di ieri, personale della Questura di Roma ha effettuato un controllo nel perimetro esterno del centro Baobab, con particolare riferimento ad un bar limitrofo, ove erano convenuti circa 150 stranieri. Nel corso delle operazioni, i convenuti si sono dapprima dichiarati Pag. 34sprovvisti di documenti, quindi si sono sottratti al controllo e si sono allontanati.
  Su un piano più generale, rappresento che la questione degli stranieri «transitanti» nell'area della Capitale è oggetto di costante attenzione da parte della Prefettura, che ne ha comunque prospettato la complessità, derivante dal fatto che si tratta di persone che rifiutano ogni forma di assistenza presso i centri governativi disponibili e si sottraggono alle previste procedure di identificazione.
  A prescindere dalla questione specifica del centro Baobab, evidenzio che la Prefettura, in linea con gli indirizzi diramati dal Ministero, sta seguendo da tempo una politica volta all'omogenea distribuzione dei migranti a livello provinciale, interloquendo sistematicamente con i Sindaci ed i Presidenti dei Municipi per tentare di realizzare la massima condivisione del percorso di insediamento ed integrazione, nonché delle modalità di monitoraggio delle condizioni di accoglienza.
  Peraltro, con i bandi del 2015 e del 2016 la Prefettura ha ulteriormente rafforzato la linea del decongestionamento delle zone a maggiore concentrazione di migranti nelle quali si erano registrate delle situazioni di attrito con la popolazione locale o con movimenti che approfittavano dell'occasione per alimentare il malcontento e inscenare manifestazioni di protesta, anche violenta.
  È stato fissato, quindi, un tetto al numero degli ospiti da accogliere nei centri (non più di 100) ed al totale complessivo degli ospiti in proporzione alla consistenza demografica di ogni Comune o Municipio.
  Inoltre, sono stati interessati i Sindaci dei Comuni nei quali non insistono centri di accoglienza, nell'auspicio di un loro coinvolgimento nell'individuazione di soluzioni idonee ad assicurare l'accoglienza di una quota di stranieri richiedenti asilo in percentuale minimale rispetto alla popolazione locale. Sollecitazione che è stata recepita da alcuni Comuni, che hanno manifestato disponibilità all'accoglienza e con i quali è in corso l’iter per il perfezionamento degli atti convenzionali necessari ad attuare tale indirizzo.
  Di pari passo sono proseguite le iniziative volte a favorire l'integrazione dei migranti.
  In tal senso, il 28 ottobre dello scorso anno la Prefettura ha stipulato con i Comuni di Roma Capitale e di Nettuno due protocolli d'intesa finalizzati al coinvolgimento dei migranti ospiti dei centri di accoglienza in attività di volontariato socialmente utili. Ciò allo scopo di sottrarre tali soggetti ai rischi derivanti dalla protratta inattività e di promuovere percorsi di conoscenza reciproca al fine di superare le diffidenze e realizzare processi di integrazione.

Pag. 35

ALLEGATO 5

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante norme per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi (Atto n. 309).

NUOVA PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

  La I Commissione,
   esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante norme per la semplificazione e l'accelerazione dei procedimenti amministrativi (Atto n. 309);
   preso atto dei rilievi della V Commissione espressi nella seduta del 30 giugno 2016;
   preso atto, altresì, che tale schema di Regolamento è di importanza significativa perché prevede l'attivazione di procedure accelerate per investimenti strategici sul territorio, come insediamenti produttivi, opere di interesse generale o l'avvio di attività imprenditoriali, che siano di grande rilevanza finanziaria e forte impatto occupazionale anche al fine di attrarre capitali nel nostro paese;
   valutato che, nel quadro della complessiva riforma in atto della pubblica amministrazione, tale Regolamento riveste dunque un'importanza cruciale al fine di restituire competitività al sistema Paese, prevedendo che spetterà ai territori (Comuni e Regioni) e al Presidente del Consiglio l'individuazione di quegli investimenti strategici per i quali attivare un taglio dei tempi burocratici;
   considerato favorevolmente che, come sottolineato anche nel parere reso dal Consiglio di Stato, lo schema di Regolamento riconosce dunque la rilevanza del «fattore-tempo» quale fattore fondamentale per la vita e l'attività dei cittadini e delle imprese, per i quali l'incertezza o la lunghezza dei tempi amministrativi può costituire un costo che incide anche sulla libertà di iniziativa privata costituzionalmente garantita dall'articolo 41 della Costituzione;
   osservato che questo atto del Governo, assieme agli schemi di decreti legislativi già esaminati da questa Commissione sulla Scia e sulla Conferenza dei servizi, introduce il terzo fondamentale strumento di semplificazione per il rilancio delle attività private, e va dunque ad inserirsi in un disegno complessivo e organico di riforma di taluni procedimenti amministrativi volti al sostegno della ripresa produttiva del nostro Paese;
   preso atto della positiva intesa raggiunta in seno alla Conferenza Unificata e dell'avviso favorevole espresso dalle regioni nella seduta del 3 marzo 2016, con la richiesta di inserimento di una previsione relative a un'intesa generale quadro tra lo Stato e le Regioni in materia di individuazione dei progetti per i quali è prevista la riduzione dei termini ai sensi dell'articolo 3, nonché con la richiesta di una necessaria partecipazione dei Presidenti delle Regioni interessate, ciascuno per la rispettiva competenza, alle sedute pertinenti del Consiglio dei Ministri;
   valutata l'opportunità di prevedere all'articolo 4 dello schema di regolamento, conformemente a quanto previsto dall'articolo 4, lettera d) della legge n. 124 del 2015, che l'attribuzione al Presidente del Consiglio o ad un suo delegato di poteri Pag. 36sostitutivi per i procedimenti di cui alla lettera b) del medesimo articolo 4 della legge n. 124 del 2015, avvenga previa delibera del Consiglio dei Ministri;
   preso atto che lo schema di regolamento in esame è stato adottato dal Consiglio dei Ministri prima che venisse adottato il decreto legislativo n. 50 del 2016, cd. Codice appalti, e che appare pertanto quanto mai opportuno un coordinamento tra le due discipline, essendo la disciplina speciale relativa alle «infrastrutture strategiche ed insediamenti produttivi di preminente interesse nazionale» prevista dall'articolo 1 comma 3 ora abrogata dal sopravvenuto decreto legislativo n. 50 del 2016;
   considerato infine che nel presente schema di Regolamento, manca la previsione di un meccanismo di monitoraggio e controllo successivo alla messa in opera degli interventi qui previsti, al fine di verificare, anche con il coinvolgimento della Conferenza Unificata, il positivo impatto della riforma e l'eventuale necessità di correttivi per una sua fisiologica messa a punto,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   1) all'articolo 2, dopo il comma 2, venga inserito un comma aggiuntivo 2.bis, che preveda che entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto, con intesa in sede di Conferenza unificata, siano stabiliti i criteri per la selezione dei progetti di cui ai commi 1 e 2 ai fini di quanto previsto dal comma 3, in relazione alla rilevanza strategica per il sistema paese degli interventi pubblici e privati assoggettati alla procedura semplificata;
   2) all'articolo 2, comma 3, dopo le parole «sono individuati» siano inserite le seguenti: «sentiti i Presidenti delle Regioni interessate che partecipano ciascuno per la rispettiva competenza alla seduta del Consiglio dei Ministri»;
   3) all'articolo 4, comma 1, si specifichi, conformemente a quanto previsto dalla norma autorizzativa, che i poteri sostitutivi sono attribuiti al Presidente del Consiglio dei Ministri, previa delibera del Consiglio dei Ministri e si coordini questa previsione con il riferimento alla stessa delibera contenuta nel comma 2;
   4) sopprimere all'articolo 5, comma 2, le parole «e non sussista un preminente interesse nazionale alla realizzazione dell'opera» al fine di consentire in ogni caso in cui l'intervento coinvolga le competenze delle regioni e degli enti locali la previa intesa in sede di Conferenza unificata ovvero individuare forme di raccordo alternative per la definizione dei poteri sostitutivi;

  e con le seguenti osservazioni:
   a) si raccomanda di armonizzare quanto previsto dall'articolo 1 comma 3 con il nuovo quadro normativo di riferimento introdotto dal decreto legislativo n. 50 del 2016;
   b) al fine di salvaguardare il principio di effettività del potere sostitutivo, si raccomanda di coordinare le disposizioni degli articoli 4, comma 3, e 6, comma 3, in materia di personale;
   c) si valuti l'opportunità di prevedere l'istituzione di un apposito meccanismo di monitoraggio e controllo successivo alla messa in opera degli interventi previsti, al fine di verificare il positivo impatto della riforma e l'eventuale necessità di correttivi per una sua fisiologica messa a punto;
   d) si valuti l'opportunità di aggiungere una clausola che faccia salve le competenze spettanti alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto degli statuti e delle relative norme di attuazione.