CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 luglio 2015
493.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 78/2015: Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. C. 3262 Governo, approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione (Affari sociali),
   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 3262 Governo, approvato dal Senato: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali»;
   rilevato che le misure di razionalizzazione ed efficientamento della spesa del Servizio sanitario nazionale – di cui agli articoli da 9-ter a 9-octies – finalizzate a conseguire consistenti risparmi in ambito sanitario, recepiscono le Intese sancite dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in data 26 febbraio 2015 e 2 luglio 2015, come chiarito anche dall'articolo 9-bis del decreto-legge;
   valutate positivamente, nel complesso, le disposizioni recate dagli articoli 9-bis e seguenti del decreto-legge, in quanto si apprezza lo sforzo compiuto, in termini di riorganizzazione ed efficientamento del sistema sanitario, e fatto presente, al riguardo, quanto sia importante che il predetto obiettivo venga raggiunto, onde evitare che il mancato aumento del finanziamento si traduca in un mero taglio lineare, apparendo quindi necessario che il sistema si doti di modalità di valutazione annuale dell'impatto effettivo delle singole misure adottate, prevedendo eventuali meccanismi correttivi;
   auspicato, in particolare, che l'applicazione della procedura di rinegoziazione dei contratti in essere al fine di ridurre i prezzi per l'acquisto di beni e servizi e di dispositivi medici, di cui all'articolo 9-ter, non comporti l'apertura di contenziosi ulteriori rispetto a quelli già in essere e, in parte, conclusi, insorti a seguito delle misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa sanitaria introdotte nel nostro ordinamento attraverso precedenti atti normativi;
   rilevato che i commi 10 e 11 dell'articolo 9-ter prevedono una procedura di rinegoziazione del prezzo dei farmaci, a carico dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), i cui esiti finanziari in termini di risparmio non vengono quantificati nella relazione tecnica, sostituendo così la disciplina in materia di revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale, che a detta degli esperti avrebbe potuto comportare significativi risparmi di spesa;
   evidenziato che l'attuazione delle misure recate dall'articolo 9-quater, in tema di appropriatezza delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, potrebbe dare luogo ad una serie di problemi e di contenziosi se non si realizza parallelamente un effettivo percorso di informazione e di formazione dei medici, che può rivelarsi assai più efficace dell'intervento punitivo, oltre che una adeguata informazione anche nei confronti dell'opinione pubblica, insieme al diretto coinvolgimento delle società scientifiche nella definizione del decreto del Ministro della salute previsto dalla richiamata disposizione;
   osservato che il comma 8 dell'articolo 9-quater, che demanda a un decreto del Ministro della salute, da adottarsi d'intesa con la Conferenza Stato-regioni, l'individuazione Pag. 203dei criteri di appropriatezza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera, non indica alcun termine temporale entro il quale tale decreto deve essere adottato, mentre l'Intesa del 2 luglio 2015 prevedeva il termine di 30 giorni dalla data di stipula dell'Intesa stessa;
  osservato che il comma 3 dell'articolo 9-decies, che consente ai pellegrini che fanno ingresso nel territorio nazionale per il Giubileo di usufruire, previo pagamento di un contributo volontario di 50 euro, dell'assistenza sanitaria ospedaliera, non chiarisce l'organo (Stato, regione, ASL) al quale dovrà essere versato tale contributo;
   rilevato che la disposizione recata dall'articolo 9-duodecies, pur valutata positivamente in quanto valorizza la professionalità acquisita dal personale dell'AIFA e ne favorisce la stabilizzazione, non prevede, tuttavia, alcuna misura nei confronti dell'Istituto superiore di sanità (ISS), altro ente controllato dal Ministero della salute, né tiene conto dell'esperienza maturata presso quest'ultimo ente al fine dell'assunzione presso l'AIFA, dimostrando così di non considerare il sistema in senso unitario,
  esprime:

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   a) valuti la Commissione di merito, con riferimento ai commi 10 e 11 dell'articolo 9-ter, se in luogo della procedura di rinegoziazione dei farmaci a carico dell'AIFA ivi prevista, i cui esiti finanziari in termini di risparmio non vengono quantificati nella relazione tecnica del Governo, non sarebbe preferibile mantenere la disciplina in materia di revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale, che sembrerebbe poter comportare significativi risparmi di spesa;
   b) valuti la Commissione di merito l'opportunità di modificare il comma 8 dell'articolo 9-quater che, demandando a un decreto del Ministro della salute, da adottarsi d'intesa con la Conferenza Stato-regioni, l'individuazione dei criteri di appropriatezza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera, non indica alcun termine temporale entro il quale tale decreto deve essere adottato, mentre l'Intesa sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 2 luglio 2015 prevedeva il termine di 30 giorni dalla data di stipula dell'Intesa stessa;
   c) valuti la Commissione di merito l'opportunità di specificare, al comma 3 dell'articolo 9-decies, che consente ai pellegrini che fanno ingresso nel territorio nazionale per il Giubileo di usufruire, previo pagamento di un contributo volontario di 50 euro, dell'assistenza sanitaria ospedaliera, quale sia l'organo al quale dovrà essere versato tale contributo.

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ALLEGATO 2

DL 78/2015: Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. C. 3262 Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVA PRESENTATA DA DEPUTATI DEL GRUPPO SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTÀ

  La Commissione XII,
   esaminato il disegno di legge di conversione del decreto legge 19 giugno n. 78 del 2015, recante «disposizioni urgenti in materia di enti territoriali» (C 3262), in particolare per le parti e le materie di competenza;
  considerato che:
   nel corso dell’iter del provvedimento al Senato, sono state introdotte numerose misure in materia sanitaria, che non potranno non avere importanti e negative conseguenze sulla stessa tenuta del nostro servizio sanitario;
   tra le misure suddette, le più numerose recepiscono una parte delle misure concordate nell'Intesa Stato Regioni del 2 luglio 2015, con le quali si effettuano – di fatto – dei tagli al Fondo sanitario nazionale per 2,352 miliardi all'anno a decorrere dal 2015;
   si prevede la rinegoziazione dei contratti di acquisto di beni e servizi sanitari e di dispositivi medici, con l'obiettivo di ottenere un risparmio di quasi 1 miliardo nel 2015, quando mancano 5 mesi alla fine dell'anno. La stessa Ragioneria Generale dello Stato ha evidenziato come sia praticamente impossibile conseguire un risparmio pieno nell'anno in corso, senza contare la concreta possibilità dell'insorgere di contenziosi in materia;
   peraltro si prevede la possibilità – in caso di mancato accordo con i fornitori e nelle more dell'espletamento delle nuove gare – di poter stipulare nuovi contratti con affidamento diretto;
   per beni e servizi si tratta di un ulteriore taglio «lineare» che si aggiunge a quelli sin qui stabiliti da precedenti manovre finanziarie: avrà effetti pesanti sulle condizioni dei lavoratori che forniscono servizi in appalto o convenzione (e sulla qualità dei servizi stessi), oltreché sulla filiera delle aziende di fornitura di beni;
   si interviene su prestazioni specialistiche e riabilitative non necessarie ma prescritte ugualmente dai medici, con misure penalizzanti (riduzione della retribuzione), ai limiti «dell'intimidazione», per i medici stessi qualora questi non rispettino le condizioni di erogabilità e le indicazioni prioritarie per la prescrizione appropriata delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale che saranno individuate con un futuro decreto ministeriale. Ma a pagarne le conseguenze sarà lo stesso cittadino che si vedrà «scaricare» la responsabilità – e quindi il costo – di una prestazione sanitaria che gli è stata prescritta ma che si giudica non appropriata. Al di fuori delle condizioni di erogabilità consentite, le prestazioni saranno infatti poste a totale carico dell'assistito;
   queste misure, altro non sono che un tentativo maldestro di affrontare il problema della medicina difensiva, attraverso metodi punitivi di natura economica nei confronti dei pazienti e dei medici;
   quello che interessa è fare cassa attraverso il restringimento, sempre più Pag. 205evidente, del perimetro del nostro Servizio sanitario nazionale;
   si continua a parlare di risparmi che inevitabilmente si traducono nei fatti in tagli lineari alla sanità pubblica, mentre le necessarie risorse da «liberare» al fine di un finanziamento del nostro SSN, dovrebbero individuarsi altrove, e prioritariamente in un vero serio e credibile contrasto alla corruzione presente nel comparto, in un controllo realmente rigoroso degli accreditamenti, alle diseconomie, piuttosto che con una riduzione dei diritti e dell'universalismo, e nei tagli lineari che da anni stanno interessando il SSN;
   la stessa Ministra Boschi, in sede di approvazione al Senato, con il voto di fiducia, del provvedimento in esame, ha onestamente e più correttamente usato proprio l'espressione «tagli» e non «risparmi»;
   mentre nell'intervista al quotidiano «La Repubblica» del 26 luglio scorso, Yoram Gutgeld, commissario alla revisione della spesa, ha ribadito che l'obiettivo della spending review riguardo alla sanità, è di riuscire a «risparmiare» ben 10 miliardi, attraverso una serie di misure che saranno principalmente inserite nella prossima legge di stabilità di autunno, la Ministra Lorenzin rassicura (ancora una volta) che non si tratta di tagli lineari, ma di risparmi di spesa che produrranno risorse da reinvestire nella nostra sanità pubblica, e che quindi non ci saranno riduzioni di risorse per il nostro SSN, dimenticando, tra l'altro, che sono le stesse previsioni del Documento di economia e finanza 2015, sulla spesa sanitaria, che indicano una crescita inferiore a quella del PIL, con un calo dal 6,8 per cento del 2015 al 6,5 per cento dell'anno 2019, nel rapporto fra spesa sanitaria e PIL;
   il messaggio «tranquillizzante», ma anche fuorviante, del Governo sembra essere quello che in sanità si possa spendere molto meno, e quindi si possa risparmiare ancora, senza però toccare qualità e livello dei servizi erogati ai cittadini. Ma il fatto che siamo a livelli tra i più bassi in Europa di spesa sanitaria rispetto al PIL, comporterà inevitabilmente che un obiettivo di riduzione di spesa sanitaria come quello prospettato da Gutgeld, e confermato da Beatrice Lorenzin, molto difficilmente potrà essere raggiunto senza una drastica riduzione della qualità e quantità dei Lea garantiti ai cittadini;
   il Governo prosegue con la politica dei tagli al Servizio sanitario, senza ricordare che la spesa sanitaria pubblica italiana risulta inferiore a quella dei principali paesi europei: poco meno di 2.500 dollari pro capite nel 2012, a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Germania;
   ancora una volta come si è lontani dall'uscire dal paradigma dei tagli ed entrare in quello della qualità. In questi ultimi anni, il nostro paese è diventato più diseguale sul piano della garanzia delle cure, con territori periferici che negli anni si sono visti sottrarre servizi, tagliare prestazioni sanitarie e sociali, depauperare il sistema di protezione sociale. Con un sistema di prevenzione sempre più impoverito,

  esprime

PARERE CONTRARIO

Nicchi, Marcon, Melilla, Scotto.