XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Venerdì 24 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Marazziti Mario , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE MINORANZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE E DELLA SICUREZZA A LIVELLO INTERNAZIONALE

Audizione di attivisti della società civile irachena sulle condizioni delle donne in Iraq.
Marazziti Mario , Presidente ... 3 
Saeed Abbas Haider , ricercatore del Centro iracheno di studi strategici ... 3 
Edwar George Haana , presidente di Al Amal, associazione per la difesa dei diritti umani e civili ... 4 
Marazziti Mario , Presidente ... 5 
Edwar George Haana , presidente di Al Amal, associazione per la difesa dei diritti umani e civili ... 5 
Marazziti Mario , Presidente ... 5 
Saeed Abbas Haider , ricercatore del Centro iracheno di studi strategici ... 6 
Marazziti Mario , Presidente ... 6

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO MARAZZITI

  La seduta comincia alle 9.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv e sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di attivisti della società civile irachena sulle condizioni delle donne in Iraq.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, di attivisti della società civile irachena sulle condizioni delle donne in Iraq.
  Ringrazio per la loro presenza Haider Saeed Abbas, ricercatore del Centro iracheno di studi strategici, e Hanaa Edwar George, presidente di Al Amal, associazione per la difesa dei diritti umani e civili, che si adoperano per il riconoscimento del ruolo delle donne irachene nella ricostruzione sociale e civile del Paese.
  La delegazione comprende anche Afyan Rahim Ali, Ornella Sangiovanni, Mario Franzoni, Loretta Mussi, Yukico Ueno e Mohammed Mzoughi.
  Ricordo che proprio nei giorni scorsi si è svolto un seminario sul ruolo delle donne per un Iraq di pace, promosso dall'Associazione di amicizia Italia-Iraq, presieduta da Giovanni Franzoni, un instancabile uomo di pace, un combattente per la dignità di tutti gli uomini e di tutte le donne, e un cuore cristiano.
  Invito gli ospiti a svolgere il loro intervento, avvertendo che oggi in Aula ci sarà un'informativa straordinaria con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, e che dovremo concludere il nostro incontro alle ore 9.50. C’è un fatto tragico che ha coinvolto un cooperante italiano e dobbiamo ascoltare la sua relazione all'Aula.
  Per questo vi prego di fornire quanto non riuscirete a dire per via dei tempi sotto forma di testimonianze scritte.
  Do la parola ai nostri ospiti per lo svolgimento della loro relazione.

  HAIDER SAEED ABBAS, ricercatore del Centro iracheno di studi strategici. Innanzitutto vi ringrazio per questa occasione che ci avete dato. Io sono ricercatore presso il Centro iracheno di studi strategici. So che il tempo stringe e devo lasciare spazio ai miei colleghi, quindi sarò molto breve.
  Sicuramente la caduta del regime dittatoriale precedente è stata determinata da una potenza straniera. L'Iraq ha visto un progetto di democratizzazione. Noi, come ricercatori e osservatori, diciamo che l'importante in questo processo sono i risultati.
  In verità, in Iraq c’è una tendenza che vuole ridurre la democrazia a qualcosa attinente soltanto alle elezioni, cambiando gli uomini politici, ma sempre nella stessa struttura e nello stesso sistema.
  Per quanto riguarda più precisamente i diritti dell'uomo, direi la situazione non è buona, ma critica. È fallito il tentativo di normalizzare attraverso la nascita di una miriade di istituzioni la libertà emersa dopo la caduta del regime dittatoriale e Pag. 4che forse è stata consentita dal caos post-regime. I progetti di legge che vengono presentati nel Parlamento spesso vanno contro i principi minimi del diritto umanitario.
  In un incontro abbiamo esposto la legge sulla libertà di espressione, che è considerata la madre di tutte le libertà. Ci siamo accorti che questo progetto di legge non differisce minimamente dalle leggi che erano vigenti all'epoca del Baath, anzi è peggio. Durante quell'incontro di lavoro ho portato degli argomenti e ho dimostrato che questo progetto di legge è peggiore di quelli dell'epoca baathista.
  Questi progetti di legge si susseguono da quattro anni. Forse il nostro pregio è che in questi quattro anni ci siamo impegnati a fare uno scudo contro il passaggio di questi progetti di legge al Parlamento.
  Una cosa molto importante da notare è che le potenze estere, la società civile e le organizzazioni ci hanno appoggiato su questo tema.
  Io vorrei ripetere ai miei colleghi e anche davanti alla Commissione esteri del Parlamento italiano che, poiché vogliamo radicare la democrazia nascente in Iraq, chiediamo un rafforzamento e un aiuto da parte vostra in questa direzione, in appoggio ai progetti di libertà che stiamo trattando in questi giorni. Vi ringrazio molto per questa occasione e per questo invito.

  HAANA EDWAR GEORGE, presidente di Al Amal, associazione per la difesa dei diritti umani e civili. Vorrei sottolineare che dopo il 2003 gli iracheni hanno libertà di pensiero. Anche le donne hanno l'opportunità di esprimersi liberamente sui loro diritti e sulla loro condizione. Abbiamo le nostre organizzazioni non governative e abbiamo sviluppato un tessuto molto forte di organizzazioni e di attivisti per i diritti delle donne in Iraq.
  Abbiamo ottenuto dei risultati importanti all'interno della nuova Costituzione irachena, in particolare una quota femminile garantita del 25 per cento di deputati. Questa quota è stata estesa ai consigli provinciali.
  Adesso c’è una presenza delle donne nell'arena politica, ma c’è ancora una realtà molto difficile, soprattutto tenendo conto del fatto che l'Iraq si trova ancora in una situazione di conflitto. In questa situazione di conflitto, ci sono condizioni molto difficili in particolare per le donne.
  Ci sono stereotipi e tradizioni, anche all'interno dei partiti politici, che si ripercuotono sulla condizione della donna.
  Vorrei sottolineare alcune problematiche della condizione attuale della donna in Iraq. Subiamo discriminazione in molti campi, in particolare nell'ambito delle leggi e anche nella Costituzione.
  La questione centrale è la condizione della donna nel codice dello status personale, in particolare riguardo ai matrimoni in età troppo giovane, ai matrimoni forzati, alla poligamia e al matrimonio temporaneo. Questa situazione si ripercuote in particolare sulle ragazze.
  Il 40 per cento delle donne irachene sono analfabete. Questa è una grossa sfida per lo sviluppo delle donne.
  Anche la mancanza di pace e di sicurezza nel Paese si ripercuote sulla condizione femminile. Gli omicidi, i rapimenti e i sequestri incidono molto sulla condizione delle donne. La violenza sessuale riguarda una donna su cinque in Iraq.
  Oggi c’è il problema di Daesh, che opera rapimenti, omicidi e schiavitù sessuale nei confronti delle donne. Siamo molto preoccupati per migliaia di donne rapite da Daesh, specialmente all'interno della comunità yazida. Le donne della comunità yazida hanno subìto violenze sessuali e tentativi forzati di conversione all'islam.
  Noi consideriamo queste azioni del Daesh un crimine contro l'umanità, così come il genocidio di massa nei confronti delle persone, in particolare contro yazidi e cristiani. Questo è stato sottolineato nell'ultimo rapporto della Commissione per i diritti umani del Parlamento iracheno.Pag. 5
  Noi facciamo appello a voi perché vi occupiate di questo grosso problema. Facciamo appello alla comunità internazionale perché esprima la solidarietà e chieda azioni concrete contro coloro che commettono questi crimini.
  Dobbiamo anche sottolineare che in Iraq oggi abbiamo 1,5 milioni di vedove, un numero che continua ad aumentare a causa dell'assenza di sicurezza e del permanere del conflitto.
  Oggi abbiamo in Iraq circa 3 milioni di sfollati interni, la maggioranza dei quali sono donne e bambini, un numero che continua ad aumentare specialmente fra le minoranze. Le donne che appartengono alle minoranze stanno soffrendo molto per l'esodo forzato, per il saccheggio dei loro beni e per la mancanza di privacy.
  Stiamo assistendo al fatto che un enorme numero di donne appartenenti alle minoranze stanno lasciando il Paese, specialmente quelle cristiane, quelle yazide e quelle appartenenti alla comunità dei Mandei-Sabei.
  È un fenomeno sconvolgente che fa paura, il fatto che le minoranze della nostra società stiano abbandonando il Paese.
  Come organizzazioni delle donne in Iraq, noi lavoriamo in vari campi. Ora in Parlamento stiamo lavorando sul fenomeno del traffico e sulla protezione delle donne dalla violenza domestica. Se leggi verranno approvate su questi temi, ciò aiuterà veramente le vittime della violenza ad ottenere una protezione.

  PRESIDENTE. Lei è un membro del Parlamento ?

  HAANA EDWAR GEORGE, presidente di Al Amal, associazione per la difesa dei diritti umani e civili. No, ma lavoriamo a stretto contatto con la Commissione dei diritti umani, con la Commissione affari femminili e con organismi della società civile.
  Stiamo lavorando con la Commissione per i diritti umani del Parlamento per la protezione della diversità. È stato scritto un libro che è un riassunto del lavoro fatto dalle organizzazioni della società civile irachena in Parlamento ed è stato pubblicato con il sostegno della Commissione parlamentare sui diritti umani, nella consapevolezza che la protezione della diversità nella società è una questione centrale. Questo sarà un passo nella strada verso la coesione sociale. È estremamente importante avere sostegno da parte della comunità internazionale.

  PRESIDENTE. Io vorrei ringraziarvi, ma vorrei anche dirvi perché vogliamo rafforzare la nostra azione a vostro sostegno.
  Penso che possa essere consolante per voi sapere che la Commissione esteri ha svolto una missione proprio in Iraq, nella zona del Kurdistan, a Erbil, dove abbiamo avuto incontri approfonditi con le donne yazide e con i cristiani sfollati, fuggiti dalla piana di Ninive e perseguitati.
  In varie sedi abbiamo spinto a promuovere programmi mirati a sostegno di queste popolazioni e persone, per evitare che vadano via per sempre dall'Iraq; programmi di sostegno alle donne che hanno subìto violenza e che stanno nei campi profughi e programmi molto complicati, anche individuali, per aiutare alcuni a fuggire dalla schiavitù.
  Tuttavia, questo è ancora troppo poco. Voi ci consegnate un problema che noi faremo nostro nelle sedi nazionali e internazionali come potremo.
  Noi stiamo lavorando perché la comunità internazionale renda possibile al più presto il ritorno almeno nella piana di Ninive, togliendo questo territorio al cosiddetto Daesh. Lo abbiamo chiesto anche al Governo autonomo del Kurdistan, che è impegnato nelle attività militari.
  Vi preghiamo di inviarci materiali sulla condizione delle diverse comunità religiose in Iraq e delle donne in queste comunità, per sensibilizzare l'opinione pubblica in Occidente.
  Mentre sono costretto a ringraziarvi e a salutarvi, vi vorrei chiedere un'ultima cosa, pregandovi di darci una risposta breve. Vorrei sapere se in Iraq c’è un quartiere, una città o una regione dove le comunità religiose e culturali diverse vivono Pag. 6meglio e dove il pluralismo può ancora resistere, da cui ripartire per contagiare positivamente il resto del Paese.

  HAIDER SAEED ABBAS, ricercatore del Centro iracheno di studi strategici. Senza dilungarsi, possiamo dire che il Kurdistan è diventato un luogo dove ci sono una multietnicità e una multireligiosità, perché c’è uno Stato che assicura questo.
  Per noi la condicio sine qua non per riprendere questa convivenza è uno Stato forte. Ciò costituirebbe l'unico deterrente per le milizie islamiste.

  PRESIDENTE. Ringrazio per il loro contributo tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.55.