XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Giovedì 27 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROSTITUZIONE MINORILE

Audizione del sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari, Gianna Maria Nanna.
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 3 
Nanna Gianna Maria , sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari ... 3 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7 
Cesaro Antimo (SCpI)  ... 7 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 7 
Battista Lorenzo  ... 7 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 8 
Nanna Gianna Maria , sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari ... 8 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10 
Nanna Gianna Maria , sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari ... 10 
Brambilla Michela Vittoria , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari, Gianna Maria Nanna.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla prostituzione minorile, l'audizione della dottoressa Gianna Maria Nanna, sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari, che ringrazio per la presenza.
  Informo la dottoressa che abbiamo già svolto diverse audizioni su questo tema perché, mai come in questi mesi, la cronaca ci sottopone alla visione di continui episodi che possiamo ricondurre alla sfera della prostituzione definita minorile.
  Vi sono, inoltre, molte polemiche relative a inchieste aperte, per esempio sui patteggiamenti. Personalmente, vorrei chiedere alla dottoressa un'opinione proprio su questo, cioè rispetto all'esito di questi procedimenti che vengono, fortunatamente, comunque aperti. Le chiedo, infine, una stima relativa al fenomeno sommerso, laddove cioè non si riesce ancora a tracciare un quadro, sul quale, comunque, gli inquirenti continuano a investigare, pur non essendo, purtroppo, ancora riusciti a fermarlo. Do subito la parola alla dottoressa Nanna per la sua relazione.

  GIANNA MARIA NANNA, sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari. Grazie, presidente. Ho prodotto una relazione scritta, in cui vi ho dettagliatamente illustrato il mio punto di vista, che comunque sintetizzo brevemente. Innanzitutto, ho fatto un inquadramento normativo, che ovviamente in questa sede do per conosciuto. Tengo a sottolineare, però, le tre figure fondamentali della prostituzione, così come derivanti dalla modifica operata con la legge del 2012 di ratifica della Convenzione di Lanzarote, cioè l'ipotesi di reclutamento alla prostituzione di minori; l'organizzazione e il controllo, traendo profitto da tale tipo di attività; e, da ultimo, l'interessante previsione normativa che punisce il cliente.
  Un punto molto importante, inoltre, è dato dalla modifica al dolo relativo al tipo di reato, perché oggi, con la nuova previsione normativa, il colpevole non può invocare a propria scusa l'ignoranza dell'età della persona offesa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile.
  Un'altra piaga molto importante del fenomeno riguarda il vero e proprio turismo sessuale, su cui ho scritto un paio di righe, che ritengo particolarmente odioso e insidioso da un punto di vista morale. Segnalo anche la modifica relativa al reato associativo, con la nuova previsione normativa dell'articolo 416, ultimo comma, del codice penale e un inasprimento delle pene per i rei, in quanto in questo periodo si sta assistendo Pag. 4a un incremento dello sfruttamento della prostituzione minorile, connotato in alcuni casi da una struttura organizzativa stabile di carattere nazionale o internazionale.
  Si tratta di fenomeni che avvertiamo molto in determinate regioni, soprattutto del sud, investite da grosse problematiche legati ai flussi migratori, che molto spesso sfuggono ai controlli e alla legalità, diramandosi poi a livello nazionale. Noi, peraltro, siamo i destinatari primari di ciò perché in Puglia abbiamo molti sbarchi, cui stanno dietro organizzazioni che provengono prevalentemente dall'estero. Ad ogni modo, la prostituzione minorile è sicuramente un fenomeno di emergenza sociale. Ci siamo sforzati, quindi, di capire le cause e le ragioni di questo incremento.
  In primo luogo vi è sicuramente un incremento del fenomeno derivante da un aumento del disagio minorile e, più in generale, sociale. Spesso nel disagio minorile si sono ricomprese varie ipotesi, anche eterogenee fra di loro. Tuttavia, in tale prospettiva bisogna capire che il disagio e la devianza minorili possono essere anche indipendenti dalla prostituzione, nel senso che non necessariamente minori con una provenienza disagiata danno risposte negative. Viceversa, capita che minori che vantano altre provenienze diano risposte diverse. Ad ogni buon conto, è riscontrabile che minori con un vissuto di disgregazione familiare, indipendentemente dal grado di agiatezza economica, hanno più probabilità di intraprendere delle strade contrarie alla legalità, quindi, di essere attratti dai facili guadagni derivanti dallo sfruttamento del proprio corpo.
  Da qui si comprende l'importanza della tempestività degli interventi e della professionalità e della specializzazione nel discorso minorile, su cui non mi stancherò mai di insistere. Spesso si parla di uniformità degli interventi e si va addirittura verso la tendenza a unificare il sistema minorile con il sistema ordinario. Invece, personalmente, ritengo che la strada da percorrere sia tutt'altra, ovvero che il discorso minorile debba trovare delle risposte specifiche, poiché l'intervento a tutela della vittima ai fini di perseguire l'autore è tanto più efficace quanto più specialistica è la competenza di chi se ne occupa e cerca di dare delle risposte.
  A tal proposito, la vittima riceve degli interventi di vario tipo, a livello sia giudiziario, sia di polizia sulla strada, quindi nell'immediatezza del fatto. Come tutela giudiziaria ci sono, poi, le due procure, quella ordinaria che persegue l'autore del reato, che però ha l'obbligo di notiziare l'altra procura, e quella minorile, che si occupa della tutela della vittima, promuovendo i procedimenti civili.
  Una norma molto importante è quella di cui all'articolo 609-decies, che impone il coordinamento – norma che ha una sua ragion d'essere proprio perché la procura minorile ha degli strumenti di impulso, non solo penali ma anche civili – quindi la possibilità e la titolarità innanzitutto ad inquadrare la personalità della vittima e tutto il suo vissuto. Infatti, è proprio dall'analisi della famiglia, se esiste, che dobbiamo partire per comprendere il tipo di intervento da fare. Se la famiglia offre delle garanzie, ci vorranno degli interventi di supporto e un rafforzamento del legame affettivo e della potestà. In caso contrario, invece, bisogna intervenire anche sulla famiglia. Infatti, al sud – non so qui a Roma – la casistica giudiziaria, soprattutto in contesti particolarmente disagiati, è piena di casi in cui la famiglia non solo chiude un occhio, ma addirittura instrada la giovane all'attività di prostituzione. In questi casi, il tribunale per i minorenni, su richiesta della procura, interviene sulla potestà, talvolta addirittura con provvedimenti ablativi.
  Naturalmente, per la minore straniera che giunge in Italia con ben diverse prospettive, ma poi cade nel tunnel della prostituzione, la tappa obbligata è il ricovero presso una struttura di accoglienza, Pag. 5presso la quale la giovane riceve, a sua tutela, interventi di reinserimento e di recupero sociale.
  Il primo approccio «a caldo» viene fatto, invece, dalle forze dell'ordine e può rivestire un'importanza decisiva. A questo riguardo, si è detto che la polizia giudiziaria che si occupa della vittima non sempre ha una specializzazione nell'ascoltarla e soprattutto non ha un adeguato substrato culturale. In questo senso, la creazione di sezioni speciali di polizia, istituite presso le procure, attua soltanto in parte quello che è stato da sempre l'intento suggerito dalla dottrina e dalla giurisprudenza, cioè di creare dei veri e propri corpi di polizia speciali.
  Per questo, mi permetto di suggerire che questa sarebbe una strada molto importante. A tale proposito, segnalo l'esperienza di Bari. Peraltro, abbiamo fatto, con tutte le forze dell'ordine, un bellissimo convegno, che ha riscosso grande partecipazione, in cui abbiamo dato alcune indicazioni a 360 gradi sui minori, trattando non solo questo tipo di problematica. Mi permetto, perciò, di segnalare l'importanza del coinvolgimento e della diffusione di una cultura tipicamente minorile, che molto spesso le forze dell'ordine non hanno.
  Un aspetto molto importante, che voglio sottolineare, riguarda l'ascolto della minore, così come previsto dalla modifica della legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote del 2012. Precedentemente, l'ascolto qualificato della vittima avveniva soltanto a mezzo dell'incidente probatorio, oggi, invece, la legge, nell'ascolto della vittima, sia da parte della polizia giudiziaria, sia del pubblico ministero, sia del difensore nelle indagini difensive, impone la presenza di un esperto che deve essere nominato dal pubblico ministero con un vero e proprio atto formale di affidamento di incarico. Sotto questo aspetto vi segnalo una problematica di non poco conto. La previsione normativa, che ha risolto tanti problemi, ne apre, tuttavia, degli altri. In particolare, penso alla difficoltà che si può avere nel momento in cui c’è la necessità di intervenire e di ascoltare la minore in condizioni di emergenza. Mi riferisco, per esempio, all'orario notturno o festivo, in cui si ha grande difficoltà nel reperire un esperto disponibile. Infatti, mentre per la medicina legale, almeno nei grossi centri, esiste una turnazione, quindi c’è sempre un medico reperibile, questo non avviene per quanto riguarda gli psicologi o comunque gli esperti. Per quanto ci riguarda, ci stiamo attrezzando. A Bari, ho l'orgoglio di poter dire di essere responsabile, per il nostro ufficio, di un progetto bellissimo che è stato denominato «Progetto Giada», istituito presso l'ospedale pediatrico, che ci ha fornito un calendario di veri e propri turni di reperibilità di esperti. Viceversa, nel foggiano – visto che ci occupiamo anche del territorio di Trani e di Foggia – ci stiamo ancora attrezzando, ma ancora non abbiamo una disponibilità codificata come a Bari.
  Segnalo, dunque, l'importanza di trovare uno strumento normativo, sia una direttiva o un'attività di indirizzo, che consigli la creazione di queste strutture per dare agevole esecuzione alla previsione normativa, di natura, peraltro, cogente. Mi trova, infatti, pienamente d'accordo ed è sacrosanto il principio di ascoltare la ragazza con il necessario supporto specialistico.
  Un altro problema allarmante, di cui non si parla spesso ma che mi preme sottolineare, riguarda la partecipazione di minori ad attività relative allo sfruttamento della prostituzione di altri minori. Mi spiego. Il fenomeno a cui ho accennato finora è l'ipotesi in cui autore di reato sia il soggetto maggiorenne. Capita, però, che, specialmente nei contesti di organizzazioni malavitose, si verifichino casi in cui i minori stessi vengano reclutati e utilizzati in questa attività di manovalanza. D'altronde, questo accade per diversi reati anche molto gravi, ma anche nelle ipotesi di prostituzione minorile in quanto altri minori, spesso prossimi alla maggiore età, sono utilizzati per adescare la minore.Pag. 6
  Tuttavia, questo è un fenomeno estremamente sommerso, nel quale sussiste la competenza minorile non soltanto ai fini di tutela della vittima, ma anche per i provvedimenti da adottare nei confronti dell'autore del reato in concorso con i soggetti maggiorenni. In tal caso, è importante sottolineare che l'autore del reato, al pari della vittima, necessita di strumenti di intervento, di controllo e di supporto psicologico, nel senso che il minore che agisce in questo settore ha la duplice veste di «carnefice» nei confronti della vittima, ma è egli stesso vittima di disagi e di problematiche derivanti dal suo contesto sociale, ambientale e familiare.
  Pertanto, specialmente nei confronti del giovane sottoposto a privazione della libertà personale è importante innanzitutto tutelare la sua immagine, affinché non venga etichettato per reati tanto infamanti, come appunto lo sfruttamento della prostituzione.
  Vorrei fare un'ultima considerazione, a cui ho visto che avete accennato nelle precedenti audizioni, riguardo al rapporto tra la prostituzione minorile e i mass media. Questo è un problema particolarmente delicato, su cui sono intervenute sia la legge, sia la giurisprudenza. Peraltro, la stessa stampa ha avuto la sensibilità di codificare quello che deve essere il comportamento dei mass media nell'ipotesi in cui si tratti di minori, sia come autori, sia come vittime di reato, specialmente in tematiche così delicate.
  Ricordo, per esempio, la Carta di Treviso o il Testo unico sulla privacy, ovvero il nuovo codice deontologico dei giornalisti, in cui i giornalisti stessi si sono dati delle regole. Tuttavia, si assiste molto spesso a casi in cui la tutela della privacy del minore rimane più un obiettivo perfettibile che una realtà. Difatti, molto spesso assistiamo a casi di divulgazione non dico di nomi ma di elementi tali che ci portano a identificare la persona in maniera molto agevole.
  Concludendo, tra le tappe che bisogna percorrere ritengo vi sia innanzitutto quella dell'individuazione delle cause, che è il lavoro costante della procura dei minori. Tuttavia, sarebbe bello poter estendere a tutte le categorie impegnate sul fenomeno questo compito, insieme a quello di inquadramento della vittima, perché il tipo di intervento cambia radicalmente a seconda che si tratti di una giovane che proviene da ceti disagiati, che ha o meno una famiglia che offre delle garanzie oppure, addirittura, che giunge in Italia senza riferimenti parentali (mi riferisco, in particolare, alle giovani vittime di tratta).
  Dopodiché, una volta individuate le cause, si devono attuare i vari tipi di intervento. Sotto questo aspetto, auspico che quanto già ci si sforza di fare, avvenga sempre di più. Mi riferisco a un maggiore coordinamento con le forze di polizia e con gli stessi organismi della stampa.
  Del resto, la stampa può svolgere un ruolo importante nell'emersione di fenomeni che, altrimenti, rimarrebbero nascosti e sfuggirebbero al controllo della stessa autorità giudiziaria. A parte i casi di cui parlavo, in cui si è andati un po’ in là nella diffusione delle notizie, la stampa ha il potere di dare una grossa mano a livello divulgativo. Vi sono, poi, i vari organismi politici, che coordinano il tutto e che ci possono fornire ulteriori elementi da utilizzare.
  Inoltre, siccome ho fatto per quasi 20 anni procura ordinaria per poi passare a quella dei minori, avendo la visuale da tutte e due le prospettive, posso dire con assoluta certezza che la tutela della vittima non si può attuare se non sulla base di una specializzazione. Questo è, quindi, l'aspetto su cui mi preme insistere maggiormente e che va incentivato in tutti i campi e a tutti i livelli (forze di polizia, magistratura, servizi amministrativi, servizi sociali e così via). Peraltro, in tal senso va anche l'intervento normativo, perché penso che la Convenzione di Lanzarote abbia dato delle risposte proprio su questo punto. Credo, perciò, che già si vada in questa direzione, nella quale bisogna – ripeto – insistere. Mi fermerei qui.

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  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTIMO CESARO. Ringrazio la dottoressa Nanna perché ci ha portato non solo una riflessione di carattere dottrinale, ma anche un'esperienza pratica maturata in questi anni. Questa doppia prospettiva a cui prima faceva riferimento, indubbiamente, arricchisce ancor più quanto ci ha detto.
  Condivido con lei la necessità di una formazione specialistica per i vari operatori del settore. Su questo mi auguro che il Parlamento possa fornire una risposta. Prenderemo, infatti, buona nota delle sue osservazioni e, nei vari provvedimenti normativi che si succederanno, cercheremo di farci promotori di qualche emendamento o addirittura di avanzare – condividendola, magari, con la presidenza – una proposta normativa in questo senso.
  Anzi, se eventualmente avesse tempo e voglia di farci avere un concreto suggerimento scritto su quanto ritiene utile e necessario ai fini di una formazione specialistica per i vari operatori del settore, potremmo preoccuparci di trasformarlo in provvedimento normativo.
  Tuttavia, la domanda che vorrei porle esula, sotto certi aspetti, dal problema specifico che abbiamo affrontato, ma riguarda comunque la prostituzione. Le rivolgo questa domanda perché nei giorni scorsi è stata presentata una proposta di legge alla Camera dei deputati, di cui sono il secondo firmatario, sul superamento della legge Merlin per cercare di contrastare e in qualche misura regolamentare il fenomeno della prostituzione, al di là delle ipocrisie di natura ideologica o che attengono alla sfera di valori personali che ciascuno di noi può condividere.
  Proprio alla luce della sua doppia esperienza, vorrei un suo parere su una proposta di legge per il disciplinamento della prostituzione in Italia, che, secondo me, avrebbe dei riflessi davvero molto positivi anche per il tristissimo fenomeno della prostituzione minorile.
  Infatti, stante una regolamentazione del fenomeno, non ci sarebbe alcun alibi nei confronti del «cliente» (altri hanno usato l'espressione «utilizzatore finale del servizio»), che, al di fuori di quanto disciplinato da questa innovativa professione, che è vecchia quanto il mondo, non potrebbe avere appigli a sua discolpa rispetto a un caso di prostituzione minorile.
  Mi farebbe, quindi, piacere se volesse spendere qualche sua riflessione su questa proposta di legge, che non è solo nostra dal momento che ci sono varie proposte di legge in Parlamento, a fronte di un dibattito pubblico molto sentito, data la gravità e la dimensione che il fenomeno sta assumendo in Italia, con tutte le ricadute che possiamo immaginare. Mi limito semplicemente a ricordare quelle sulla prevenzione sanitaria, sul controllo dell'età di chi ambisce a esercitare questa professione e, non ultimo, sul superamento del fenomeno dello sfruttamento e dell'emersione di un «nero» dal punto di vista fiscale: siccome pecunia non olet, come hanno detto gli antichi Romani, ciò porrebbe l'Italia sullo stesso livello di altri Paesi, di cui spesso invidiamo gli standard qualitativi dei servizi (mi riferisco alla Germania, alla Svizzera e quant'altro).

  PRESIDENTE. Raccogliamo tutte le domande da parte dei colleghi, dopodiché daremo la parola alla dottoressa per la replica.

  LORENZO BATTISTA. Ringrazio anch'io la dottoressa Nanna per l'intervento. Agganciandomi a quanto detto dal collega Cesaro, siccome stiamo parlando di una Convenzione del Consiglio europeo, ratificata dai Paesi dell'Unione, mi domando se il fenomeno della prostituzione minorile abbia un'incidenza minore ove il Paese abbia una regolamentazione, magari simile alle proposte di legge che potremmo avere in discussione in Parlamento. Mi riferisco Pag. 8a Paesi come l'Austria, la Svizzera o la Germania, là dove il fenomeno è circoscritto.
  Aggiungo che un'eventuale regolamentazione della prostituzione darebbe anche un decoro, che attualmente non c’è, soprattutto in certe zone delle periferie, dove il fenomeno è molto sentito dalle persone.
  Lei ha fatto un cenno al fatto che la prostituzione minorile ha un rilievo maggiore nelle regioni del Sud. Ha citato la Puglia. Vorrei sapere se ci sono delle regioni dove questo fenomeno è particolarmente sentito. Personalmente, vengo da una città nel Nord Est, Trieste, in cui c’è stato un caso dove alcune ragazze, in cambio di una ricarica telefonica, fornivano delle prestazioni sessuali all'interno di un centro commerciale. Si tratta, quindi, di un fenomeno che ha toccato anche città dove non c’è un disagio sociale particolare, dove invece vi è un benessere maggiore rispetto ad altre regioni.
  È molto interessante anche la questione del rapporto con i mass media. Penso, però, che il contrasto allo sfruttamento della prostituzione minorile debba essere inquadrato in un discorso più ampio, relativo all'istruzione, all'educazione sessuale, che dovrebbe avvenire all'interno delle scuole e così via. Capisco che ci sono delle coscienze etiche diverse all'interno della nostra società, ma è un tema che deve essere affrontato a 360 gradi (istruzione, sanità e così via). Noi, come legislatori, abbiamo l'obbligo di intervenire. Le chiedo, quindi, a fronte della sua esperienza, un riscontro rispetto a cosa avviene nei Paesi europei dove il fenomeno della prostituzione è normato. Inoltre, vorrei conoscere i dati riguardo al nostro territorio nazionale, con eventuali maggiori evidenze in qualche regione.

  PRESIDENTE. Do la parola alla nostra ospite per la replica.

  GIANNA MARIA NANNA, sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari. Per quanto riguarda il primo aspetto, ho un'idea in ordine a eventuali proposte normative. Se volete, la esprimo brevemente. Proprio perché è importantissima la specializzazione, sarei dell'idea che la procura e in generale gli uffici giudiziari minorili, essendo appunto minorili, si dovrebbero occupare anche dei reati ai danni dei minori. Il fatto che le procure per i minorenni debbano perseguire solo reati commessi da minorenni attiene ad un pregiudizio derivante da un'abitudine tradizionale, ma non è detto che ciò non possa essere modificato sulla base delle nuove esigenze che il fenomeno sociale ci impone, specialmente quando si tratta di reati di una tale delicatezza e quando si ha che fare con delle ipotesi in cui si deve necessariamente aprire il doppio binario, cioè perseguire l'autore, tutelando la vittima.
  Avendo fatto ciò da entrambe le angolazioni, ho compreso appieno l'importanza di avere un'unica autorità giudiziaria specializzata che si occupi della doppia faccia di un unico problema, il quale, se affrontato appunto da un'unica autorità, porterebbe sicuramente degli ottimi risultati. Secondo me, questa è la direzione in cui bisogna andare. Poi, se volete, posso articolare meglio questa mia idea, potendola dimostrare punto per punto, anche con una casistica. In relazione al secondo aspetto, si prospetta di ripristinare le cosiddette «case chiuse». Questo è un discorso molto delicato, che va affrontato contemperando le varie esigenze, quella morale, quella di stigmatizzare, regolamentare e dare decenza e decoro a un fenomeno particolarmente degradante.
  Sicuramente, nell'immediato, penso che un grosso passo avanti sarebbe istituire delle vere e proprie case o istituti di accoglienza per le vittime, che attualmente non abbiamo. Infatti, di fronte alle vittime tolte alla famiglia poiché hanno genitori dichiarati sospesi o decaduti dalla potestà, i quali magari le hanno instradate o non hanno saputo fornire un'idonea educazione, ovvero che vengono in Italia prive di riferimenti familiari Pag. 9ed educativi, ci si industria per trovare delle strutture il più possibile adeguate alla risoluzione del caso concreto. Tutto questo, però, è lasciato alle prassi e alla buona volontà delle associazioni, di qualche istituzione locale religiosa o quant'altro.
  Di conseguenza, istituire normativamente degli istituti di accoglienza per giovani che sono vittime di prostituzione a livello conclamato, in quanto persone offese in un procedimento penale, sarebbe già molto. Mi riferisco, cioè, a una regolamentazione della presenza delle vittime.
  A questo proposito, vi segnalo un potere molto importante della procura minorile, ovvero quello di ispezione nelle comunità. In sostanza, noi facciamo ispezioni nelle comunità che accolgono giovani di tutti i tipi, che vi vengono inseriti per svariate problematiche. Tuttavia, facciamo queste ispezioni solo ai fini dell'adottabilità, quindi hanno una natura civile. Si potrebbe regolamentare un'ispezione nelle comunità, analogamente a quanto facciamo, da un punto di vista civile, ai fini dell'adottabilità del minore. Ricapitolando, quindi, si potrebbero istituire delle case di accoglienza per le vittime e un potere ispettivo a 360 gradi, ai fini di fornire delle risposte specializzate.
  Attualmente, nella pratica, queste giovani vengono messe dove si trova posto (dove è più vicino, più agevole e così via), anche perché spesso si cerca di sottrarle e di nasconderle all'organizzazione malavitosa che ha posto in essere la tratta, quindi le loro identità sono spesso occultate. Suggerirei, allora, di regolamentare questo fenomeno con un potere ispettivo della magistratura. Poi, è da vedere se è più idonea quella ordinaria o quella minorile, anche se, personalmente, ritengo lo sia quella minorile perché è più specialistica.
  Questo sarebbe importante perché noi facciamo – lo ripeto – le ispezioni alle comunità ai fini dell'adozione dei minori, dopodiché ci fermiamo. Mandiamo la polizia, facciamo relazioni semestralmente, ma non abbiamo un potere ulteriore. Eventualmente, possiamo mandare copia della relazione alle procure ordinarie, che però fanno altro. Insomma, mi piacerebbe vedere regolamentato questo aspetto.
  Per quanto riguarda la terza domanda, ovvero se a livello statistico il fenomeno della prostituzione è più diffuso o meno in determinati contesti, ritengo che là dove il contesto sia particolarmente degradato, la prostituzione sia maggiore. Credo che in determinate realtà, quali quelle del Nord, cui facevamo prima riferimento, vi siano fenomeni particolarmente delicati, che però fanno particolarmente scalpore proprio perché inseriti in un contesto in cui questo non è la norma. Invece, nel momento in cui esiste un contesto sociale degradato, questo fa meno notizia, perché meno si distanzia dal clima socio-culturale ed economico generale.
  È certo, tuttavia, che in regioni in cui ci sono i flussi delinquenziali migratori, questi portano delinquenza a tutti i livelli, quindi anche questo fenomeno è sicuramente più importante. Non mi dilungo – anche perché non è l'oggetto dell'audizione odierna – sui disastri che ci troviamo in Puglia, soprattutto nelle zone di Bari e di Brindisi, non meno che nelle zone di Lampedusa, dovuti a questi flussi migratori. Se volete, in un secondo momento, vi posso far avere dei dati statistici perché sono in contatto anche con il Garante dell'infanzia della Puglia, con cui, proprio l'altro giorno, parlavo del numero spaventoso di minori stranieri non accompagnati e di ragazze vittime di tratta.
  Infine, mi vorrei pregiare di fornirvi due testi da me redatti. Ho una copia per la Presidente e un'altra a disposizione della Commissione. Il primo, che ha ad oggetto il tema della polizia giudiziaria e dei minori, trae spunto da quel convegno di cui vi parlavo. Peraltro, mi sono divertita a creare un cd, la cui diffusione tra le forze dell'ordine potrebbe essere utile, con atti che la polizia giudiziaria Pag. 10deve redigere quando sono coinvolti minori, di cui molto spesso non si ha la più lontana idea.
  L'altra pubblicazione riguarda le misure cautelari relative ai soggetti minorenni, in cui viene affrontato anche il problema relativo alla tutela della privacy, che è un aspetto che mi appassiona molto e, su cui, quindi, molto spesso mi soffermo.
  Vi ringrazio per questa bellissima opportunità ed esperienza, che per me costituisce un bagaglio importante. In particolare, ringrazio la presidente e tutti coloro che mi hanno voluto ascoltare. Mi auguro di rivedervi e di poter fornire un ulteriore contributo, per il quale sono completamente a disposizione.

  PRESIDENTE. Siamo noi che la ringraziamo. Mi complimento non solo per la sua relazione, ma anche per queste due pubblicazioni. Come dicevo prima dell'inizio della relazione, il materiale relativo al suo intervento verrà messo a disposizione non solo dei membri di questa Commissione, ma di tutta la nostra istituzione.
  Quello che ci ha detto è stato particolarmente importante. In giornata daremo diffusione anche alla stampa della sua presenza e dei contenuti di massima della sua relazione proprio perché troviamo sia una delle più importanti nell'ambito di questa indagine conoscitiva, che in maniera anche un po’ coraggiosa, abbiamo voluto dedicare a questo tema, che poteva essere una piccola parte di indagini più grandi e su cui, invece, abbiamo voluto concentrarci.
  Fin da ora mi permetto di dirle che, essendo abbastanza vicini al termine di questa indagine conoscitiva e quindi alla predisposizione di un evento particolare per la sua presentazione, sarebbe importante che lei fosse presente anche in quella sede poiché il suo è un ruolo centrale e molto qualificato.

  GIANNA MARIA NANNA, sostituto procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari. Grazie, questo mi riempie di orgoglio.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare nuovamente la dottoressa Nanna, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.