XVII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Mercoledì 24 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catalano Ivan , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DEI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI E RADIOFONICI

Audizione di rappresentanti della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI).
Catalano Ivan , Presidente ... 3 
Mazza Enzo , Consigliere delegato della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ... 3 
Catalano Ivan , Presidente ... 6 

ALLEGATO – Documentazione depositata dai rappresentanti della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE IVAN CATALANO

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l'audizione di rappresentanti della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI).
  Ringrazio il dottor Enzo Mazza, consigliere delegato della Federazione Industria Musicale Italiana, per aver accolto l'invito della Commissione e gli do la parola per lo svolgimento della relazione.

  ENZO MAZZA, Consigliere delegato della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI). Grazie, presidente, per l'invito e grazie alla Commissione per averci introdotto sul tema importante di questa indagine conoscitiva. Abbiamo depositato un documento al quale farò riferimento nel corso della relazione.
  FIMI è la federazione di Confindustria che rappresenta le principali imprese del settore musicale e discografico. Rappresentiamo circa 2.500 marchi nel settore della musica registrata. È un settore, come è noto, che è stato fortemente influenzato dalla rivoluzione digitale. Sostanzialmente è il primo settore che si è trovato di fronte a un totale cambiamento della propria struttura industriale, della distribuzione e anche della ricerca e dello sviluppo, grazie alla forte spinta attuata dal digitale, prima Internet e poi tutto il contesto dell'innovazione che è in corso in questo settore.
  Il settore digitale è stato per noi fondamentale nel cambiare completamente i modelli di business, dal modello tradizionale off line a quello on line. Nell'ambito di quelli che sono i cambiamenti strutturali in atto nell'intero settore dei media audiovisivi, la musica rappresenta quello che per primo ha raccolto la sfida del digitale e ha costruito, insieme con i propri partner, dei modelli innovativi che brevemente vi illustreremo, perché sono sicuramente interessanti nell'ambito generale dell'analisi che state facendo sui media audiovisivi.
  Il mercato globale della musica per la prima volta nel 2013 è tornato a una leggera crescita, con una forte spinta sul segmento digitale, come vedete anche dalle percentuali, evidenziate nel documento, nei maggiori mercati. Andiamo dal mercato americano, nel quale oramai il digitale rappresenta il 60 per cento, all'Australia con il 54 per cento e fuori dalla top ten abbiamo Paesi come la Svezia, dove il digitale è l'80 per cento; in generale i Paesi nordici sono fortemente influenzati dall'innovazione digitale e dai canali «liquidi», come li abbiamo definiti.
  Qual era la grande sfida che si è trovato di fronte il settore musicale e che per analogia si stanno trovando di fronte tutti i segmenti dei media audiovisivi ? La sfida era quella di cercare di trovare Pag. 4nuove fonti di reddito e di ricavi rispetto al trend discendente, in parte connotato da due fattori principali.
  Il primo fattore è stato quello che, in qualche maniera, ha coinciso con l'avvento di una piattaforma, che molti di voi forse ricorderanno, chiamata «Napster» che, partita nel 1999, costituì forse il primo grande sito di condivisione, all'epoca illegale perché non aveva i diritti. Napster in pochi mesi raggiunse 64 milioni di consumatori a livello globale e costrinse l'industria a una reazione, prima sul piano legale e poi anche sul piano dell'offerta commerciale.
  Gli anni che hanno seguito l'evoluzione di Napster hanno visto poi la nascita di piattaforme legali. La più importante è quella di Apple, con l'introduzione di iTunes, nel 2003 (e nel 2004 anche nel nostro Paese), che ha portato alla prima forma di distribuzione legale di contenuti. Anche in quel caso, come in parte avviene oggi nei canali audiovisivi, si è passati dall'album, quindi da un prodotto fisico che veniva venduto in forma integrale, allo spacchettamento e quindi alla vendita di singole canzoni che potevano essere trasferite agevolmente su un supporto portatile, l’i-pod prima e poi l’i-phone, l’i-pad e quelli che sono oggi gli strumenti mobili.
  In pochi anni il digitale ha portato a una crescita esponenziale dei contenuti digitali musicali. Vediamo che, comunque, nonostante siamo ancora distanti da quelli che erano i ricavi degli ultimi anni Novanta, sicuramente il mercato digitale ha modificato l'assetto dell'impresa, i modelli di distribuzione ma anche i modelli di business che sono stati identificati dalle aziende e dai partner tecnologici. Con questi segmenti nuovi l'industria è riuscita a recuperare parte di quelli che erano i mancati ricavi del cosiddetto «segmento off line», ovvero il vecchio segmento dei cd.
  Per la prima volta anche in Italia nel 2013 il mercato della musica ha segnato un 2 per cento di crescita, con il digitale che corre ancora in maniera molto pronunciata, ma soprattutto abbiamo avuto, negli ultimi due anni, 2013 e nel 2014 in maniera ancora più decisiva, l'avvento dello streaming. Siamo passati da una forte domanda di contenuti in download, cioè dal possesso del contenuto, quindi del file che veniva scaricato sui propri device, all'accesso al contenuto. È un ulteriore cambiamento epocale.
  Il settore della musica è ormai alla terza rivoluzione digitale. La prima è stata quella del download, la seconda è stata quella del videostreaming, ossia YouTube (YouTube è il secondo cliente dell'industria discografica, in questo momento, e probabilmente diventerà il primo nei prossimi anni), e siamo adesso allo streaming audio, cioè Spotify, Deezer, Cubomusica, le piattaforme che oggi consentono all'accesso a questi contenuti.
  Il digitale in Italia era il 31 per cento del totale nel 2013 ed è cresciuto ancora. Nel documento che lasciamo alla presidenza sono riportati i dati relativi ai ricavi dalle varie fonti. Una fonte importante per l'industria, che in parte attiene anche all'area dei media audiovisivi, è l'area dei ricavi dai diritti. Infatti, i ricavi dai diritti per l'utilizzazione musicale sulla televisione e sulla radio in Italia ammonta a 12 milioni di euro, con il 42 per cento dei diritti connessi, che sono l'utilizzazione di contenuti musicali audio e video sulle piattaforme audiovisive, radio e televisione.
  Su questo segmento, come potete ben immaginare, il declino dei ricavi pubblicitari sui media audiovisivi ha portato a una leggera contrazione del 4 per cento. Tuttavia, rimane un'area molto importante. Come sottolineerò ancora, soprattutto con riferimento alla tutela dei diritti, l'aspetto dell'utilizzazione di videoclip, quindi video musicali e musica registrata sulle piattaforme radiofoniche e televisive, costituisce una parte rilevante dei ricavi delle industrie discografiche.
  Questa immagine rappresenta come è radicalmente mutato il settore della musica e come questo effetto che abbiamo visto nel settore musicale sicuramente condizionerà lo sviluppo e l'integrazione anche di segmenti quale quello dei media audiovisivi.
  Come possiamo vedere, i modelli sono stati creati prevalentemente, tra l'altro, da Pag. 5partner che in alcuni casi non esistevano nemmeno dieci anni fa. Quindi, abbiamo, tra i principali partner della discografia, imprese che non erano presenti sul mercato solo dieci anni fa: pensiamo a Spotify, a Vevo, allo stesso YouTube, a Deezer. Si tratta in ogni caso di grandi imprese che sono diventate partner dell'industria, che hanno sviluppato applicativi e modelli di distribuzione in alcuni casi a pagamento, in altri casi basati sulla pubblicità, comunque con dei meccanismi innovativi, che oggi costituiscono la base dell'accesso al contenuto musicale legale da parte dei consumatori.
  Si tratta di un'interessante esperienza che sicuramente avrà degli effetti anche sugli sviluppi in atto in altri settori dei contenuti digitali, con tutte le attenzioni e le cautele che questo sviluppo dei contenuti digitali deve portare anche dal punto di vista normativo e regolamentare.
  Il primo semestre del 2014 ha mostrato ancora un'ulteriore crescita da parte del mercato italiano. Soprattutto, come vedete, continua a crescere il segmento dello streaming, che per la prima volta ha superato il download. Abbiamo i ricavi da streaming (Spotify e YouTube), ricavi da utilizzazioni basate sulla pubblicità ovvero su abbonamenti, che hanno raggiunto il totale di 12,5 milioni di euro, per il 55 per cento del mercato digitale. Insomma, una percentuale molto elevata, che continua a crescere anche in queste settimane.
  È evidente che alcuni dei ritardi del nostro Paese rispetto ai mercati più maturi, quello britannico per fare un esempio o i mercati del nord Europa, sono ancora condizionati dalla scarsa infrastruttura digitale del Paese. Parliamo non soltanto della banda larga; i maggiori effetti positivi sullo sviluppo dei contenuti si sono avuti dall'esplosione del mobile, quindi dei device mobili da parte dei consumatori, in particolare smartphone e tablet, che consentono al consumatore di accedere a questi contenuti direttamente, quindi non più da un pc based tramite Internet, ovviando quindi ai ritardi della penetrazione della banda larga sul territorio.
  Tuttavia, rileviamo che per un definitivo decollo non solo del settore musicale, ma riteniamo dell'intero settore – pensiamo a quanto consuma di banda il video – e per una definitiva consacrazione di servizi in videostreaming o di IpTv o televisione on demand, il limite della banda larga frena fortemente la presenza di operatori significativi nel nostro Paese.
  È quindi necessario aumentare la penetrazione della banda larga e su questo, ça va sans dire, mi sembra che siamo tutti d'accordo. Nessuno ha mai pensato che questo non fosse uno degli obiettivi, però nel tradurlo nella realtà, come abbiamo visto dai dati anche dei maggiori osservatori internazionali, l'Italia resta indietro, se non addirittura spesso fa qualche passo a ritroso piuttosto che andare avanti. Ciò avviene nonostante, dal punto di vista del mobile, il mercato sembri correre più di quelle che erano le aspettative. Tuttavia, il mercato dei contenuti in rete è fondamentale per la determinazione di una forte economia dei media e anche per la produzione italiana.
  L'altro aspetto che vale la pena di sottolineare, che incrocia la musica ma anche tutti i segmenti che producono contenuti, rimane ancora il tema della pirateria. Noi abbiamo utilizzazioni illegali da parte di piattaforme – piattaforme di streaming, di file sharing, cyberlocker, aggregatori che sono in buona parte collocati al di fuori del territorio italiano – che dragano moltissimo non tanto sul fronte della musica (la musica comunque, avendo costruito un'offerta legale molto rilevante, è riuscita a ottenere un certo calo dal 27 per cento nel 2010 di penetrazione della pirateria al 20 per cento nel 2014, grazie ovviamente all'offerta legale che ha portato via consumatori dalle piattaforme illecite) quanto sul fronte del cinema e della televisione laddove osserviamo, infatti, che il fenomeno dello streaming illegale è in forte espansione.
  L'Italia ha avuto, negli ultimi tempi, delle iniziative interessanti. Una su tutte, che riguarda in generale i media audiovisivi, è il regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, una best Pag. 6practice a livello globale che ha introdotto delle misure per contrastare il fenomeno della pirateria on line e anche misure per tutelare i contenuti tramite le piattaforme audiovisive. Quindi, uno degli aspetti fondamentali, come sempre, è che qualunque piattaforma attiva nel Paese debba ovviamente riconoscere i diritti d'autore, i diritti sui contenuti, anche perché, in generale, la percezione della musica legale nei consumatori, grazie alla presenza di piattaforme legali, è fortemente cresciuta.
  Pochi potevano immaginare, a suo tempo, che YouTube potesse essere il secondo cliente dell'industria musicale, e invece oggi è un partner molto importante del nostro settore, come lo sono Spotify, Amazon e le piattaforme di distribuzione di contenuti.
  Abbiamo già parlato dell'importanza dell'utilizzazione mobile dei contenuti, quindi quanto questo influenzerà anche lo sviluppo in generale dei contenuti da parte dei media audiovisivi. Abbiamo anche in questo caso un esempio molto importante di quelle che sono le prospettive di una penetrazione del contenuto musicale, ma anche di altro genere, audiovisivo e televisivo, sulle piattaforme mobili, con significative potenzialità per il Paese: la conversione verso lo smartphone è un'attività nota; non c’è italiano che non si sia rivolto all'acquisto di uno smartphone in grado di veicolare contenuti o di fare streaming di contenuti. Evidentemente, quindi, si aprono fortissime opportunità.
  Su questo tema vale la pena di ribadire che è fondamentale comunque che tutte le piattaforme audiovisive e digitali operino nel rispetto dei diritti. Una questione fondamentale, che credo anche questa Commissione tratterà, è quella dell'equiparazione di tutte le piattaforme che offrono media. Oggi queste piattaforme, siano esse basate su Internet, quindi penso a una piattaforma tipo YouTube, o siano piattaforme di tipo tradizionale, oggi in parte operano con regimi regolamentari anche diversificati e con regole che non sempre consentono di limitare gli abusi e le utilizzazioni non regolate.
  Lo abbiamo visto in maniera molto forte nel settore musicale, laddove anni fa la piattaforma dominante per i video era il canale televisivo Mtv mentre oggi è una piattaforma come YouTube, che ha completamente sostituito, nei consumatori più giovani ma anche in quelli meno giovani, l'accesso al contenuto musicale.
  YouTube è di fatto la piattaforma musicale per eccellenza più utilizzata dai consumatori. Proprio per questo, però, ovviamente occorre strutturare regole certe e meccanismi stabili di accesso e di distribuzione di questi contenuti, nel rispetto delle regole e soprattutto dei rapporti di forza economici in corso tra piattaforme, che assumono sempre più un ruolo dominante nelle relazioni con i produttori di contenuti, e i produttori di contenuti stessi.
  Di fatto, oggi stiamo andando verso uno scenario dei media audiovisivi in rete dove avremo grandissime piattaforme globali che monopolizzeranno l'accesso al contenuto e negozieranno da posizioni di forza con i produttori di contenuti che, in realtà, sono la parte più importante anche per la diffusione dei contenuti per esempio culturali (nel nostro caso musica, ma anche editoria e audiovisivi). Quindi, è fondamentale che, essendo le piattaforme audiovisive sempre più integrate – non si può più scindere infatti tra televisioni, radio o Internet, ma tutto funziona in maniera integrata – questo sistema sia assolutamente trasparente, competitivo e regolare. Grazie.

  PRESIDENTE. Non essendovi colleghi che chiedono di intervenire, ringrazio il dottor Enzo Mazza per il suo intervento e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione nel resoconto della seduta odierna (vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.

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ALLEGATO

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