CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 aprile 2014
220.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
ALLEGATO

ALLEGATO

Schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020. Atto n. 86.

PARERE APPROVATO

  «La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
   esaminato lo schema di accordo di partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei nel periodo di programmazione 2014-2020 (atto n. 86);
   tenuto conto dei numerosissimi rilievi formulati dalla Commissione europea sul medesimo progetto di accordo, trasmessi al Governo lo scorso 10 marzo, i quali, se non mettono in discussione l'impianto complessivo dello stesso evidenziano comunque, accanto ad alcuni aspetti di dettaglio, significative carenze;
   considerati gli elementi di conoscenza e di valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte;
   rilevato in via preliminare che:
    1. per la prima volta, in forza di una disposizione inserita nella legge di stabilità per il 2014, la bozza di accordo viene preventivamente trasmessa alle Camere per l'esame da parte delle competenti Commissioni e che, ai fini di una approfondita istruttoria in sede parlamentare, sarebbe stato opportuno disporre di un periodo più ampio in modo da consentire un esame meno convulso;
    2. sarebbe stato opportuno far precedere la definizione della bozza di accordo da una accurata ricognizione delle criticità che hanno accompagnato le precedenti esperienze di programmazione. Basti considerare che, in riferimento al ciclo in corso (2007-2013) ad un anno e mezzo dalla data ultima di rendicontazione (31 dicembre 2015), la spesa effettiva media delle regioni incluse nell'obiettivo convergenza si attesta al di sotto del 50 per cento, nonostante alcune riprogrammazioni effettuate in corso di ciclo. Tale dato, ove non si registrasse una netta inversione di tendenza, potrebbe tradursi nel rischio di perdere svariati miliardi;
    3. occorre quindi avviare con urgenza una seria riflessione sulle cause principali di tale parziale fallimento, il cui perdurare nel tempo sembra configurare un dato che rischia di connotare strutturalmente le politiche regionali del nostro Paese, al fine di scongiurare il pericolo che si riproducano le stesse criticità anche nel ciclo di programmazione 2014-2020. Tale riflessione potrà in particolare essere effettuata mediante lo svolgimento, in sede parlamentare, di una indagine conoscitiva;
    4. occorre in particolare intervenire sui seguenti aspetti critici:
     a) vincoli di bilancio riguardanti il rispetto del patto di stabilità interno, che hanno fortemente condizionato il cofinanziamento dei fondi europei, compromettendone largamente l'effettivo utilizzo;
     b) farraginosità burocratiche che hanno condizionato e ritardato le decisioni di destinazione finale delle risorse, in sede di Piani nazionali e regionali;
     c) criticità riguardanti l'effettivo utilizzo di risorse destinate ai programmi macroregionali;Pag. 42
     d) patologie riguardanti l'effettiva cantierabilità delle opere pubbliche (proliferazione di stazioni appaltanti, carenze progettuali, ritardi nei procedimenti di conformità urbanistica, ritardi e dinieghi di autorizzazioni paesaggistiche ed ambientali);
     e) altre cause da focalizzare in esito allo svolgimento di un puntuale monitoraggio dello stato di attuazione dei programmi;
     f) assenza, nonostante decenni di programmazione ed uso dei fondi europei, di efficaci e riconosciuti modelli di calcolo dell'impatto funzionale fra tipologia d'intervento ed obiettivi strutturali delle politiche di coesione. Non può infatti ritenersi soddisfacente la mera predisposizione di tabelle che si limitano a raffrontare gli stanziamenti disponibili con la spesa impegnata e quella rendicontata, senza poter disporre di dati indicativi sulla qualità della spesa, la sua efficienza nel raggiungere lo specifico risultato perseguito dal relativo intervento, la sua efficacia nel rapporto causa/effetto fra singolo intervento e superamento delle disfunzioni strutturali in termini di crescita economica, sviluppo territoriale, indotto occupazionale, diretto e/o indiretto;
    5. a tal fine, la definizione di univoci, oggettivi e condivisi parametri d'impatto rappresenta uno degli strumenti essenziali e non più differibili perché all'imperativo di utilizzare pienamente le risorse disponibili si coniughi la bontà dei risultati ottenuti;
    6. tra le novità da introdurre nella gestione del nuovo ciclo rientrano, primariamente, anche efficaci e tempestivi strumenti di verifica sull'andamento dei programmi e della spesa prevista, in ambito nazionale ed a livello regionale, cui correlare competenze e funzioni riguardanti le misure di aggiornamento, integrazione e/o correzione che si rendessero necessarie. A livello centrale, oltre a compiti di monitoraggio puntuale spettanti alla costituenda Agenzia, occorre anche prevedere apposite sessioni periodiche e tematiche del CIPE, integrato con il delegato del Governo per le politiche di coesione e con i Presidenti delle Regioni ricadenti nelle aree interessate, al fine d'individuare eventuali azioni correttive da proporre agli organi competenti, statali e regionali. È auspicabile che anche le singole Regioni, per quanto riferito al monitoraggio interno sull'andamento del ciclo, si dotino di analoghi strumenti operativi. È anche auspicabile che l'attività di monitoraggio, centrale e regionale, possa svolgersi su due piani: orizzontale, con riferimento alla programmazione nel suo complesso; e verticale, con riferimento a specifiche sezioni tematiche che assumono prioritaria valenza strategica, di cui si dirà nella parte conclusiva del presente atto;
   considerato inoltre che:
    la contrazione cumulata del PIL registratasi in Italia dal 2008 è di poco inferiore al 10 per cento. Negli anni scorsi è inoltre cresciuto drammaticamente il tasso di disoccupazione, specie tra le giovani generazioni, e si è accentuato il divario tra regioni più avanzate e regioni in ritardo di sviluppo, determinando, in talune aree del Paese, situazioni di vera e propria emergenza sociale;
    le rigorose politiche di contenimento della spesa pubblica che il nostro Paese è tenuto a perseguire non sembrano offrire adeguati margini di intervento a sostegno di una forte ripresa della crescita economica;
    conseguentemente, l'accordo di partenariato costituisce, per le ingenti risorse messe a disposizione, il più potente strumento a disposizione del nostro Paese per porre in essere una strategia di politica economica che miri strutturalmente a recuperare tassi apprezzabili di crescita, rafforzare la competitività dell'economia nazionale, allargare l'occupazione e ridurre il divario di sviluppo tra le regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno;
    occorre pertanto sfruttare appieno le potenzialità offerte dalla politica di coesione europea, avvalendosi dal vantaggio Pag. 43offerto dalla possibilità di inserire le diverse iniziative all'interno di un quadro strategico organico che, salvaguardando il principio di addizionalità, consenta all'economia del nostro paese di massimizzare i risultati che possono essere ottenuti utilizzando al meglio le ingenti risorse disponibili;
    nei precedenti cicli di programmazione non sempre si è ottenuto questo risultato. Al di là del tasso di assorbimento conseguito, si sono registrati gravi difetti nella programmazione, sia a livello nazionale che a livello regionale, per cui si è determinata una frammentazione delle iniziative con conseguente dispersione di una quota rilevante delle risorse a disposizione per il finanziamento di microinterventi che non hanno consentito di assicurare risultati positivi duraturi nel livello di sviluppo, specie nel Mezzogiorno al di là di una logica coerente;
    proprio allo scopo di scongiurare il pericolo che si ripropongano gli stessi difetti, è necessario fare in modo che la scelta prospettata dal Governo per cui si opterebbe per una concentrazione delle risorse dei fondi strutturali e di investimento su misure anticicliche, in particolare mediante a sostegno ad attività economiche e settori in difficoltà e misure di carattere sociale, sia accompagnata dalla selezione di interventi che non esauriscano gli effetti benefici nel breve periodo ma possano contribuire a porre le basi per un rilancio reale dell'economia, specie nelle regioni in ritardo di sviluppo;
    in sostanza, occorre definire un quadro di scelte e obiettivi che rispondano pienamente ai requisiti previsti per la politica di coesione dall'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'UE e dal regolamento (UE) n. 1303/2013, per cui deve trattarsi di interventi diretti a realizzare miglioramenti di carattere strutturale e non effimeri, correggendo le debolezze di lungo periodo dell'economia italiana e le forti disparità regionali;
    occorre, quindi, operare in tutte le fasi del processo di programmazione affinché le risorse disponibili possano essere effettivamente impegnate e spese nel periodo di riferimento, evitando il rischio che sembra profilarsi relativamente al periodo di programmazione 2007-2013, di perdere una parte dei finanziamenti. Soltanto in questa prospettiva può convenirsi sulla scelta di escludere il ricorso al cofinanziamento dei fondi strutturali e di investimento europei per il finanziamento di grandi infrastrutture particolarmente complesse, stante il fatto che i tempi di realizzazione di opere di questo tipo superano largamente, nell'esperienza del nostro paese, l'arco temporale di un ciclo di programmazione (restando fermo, ovviamente, che su tali interventi andranno concentrate le risorse nazionali FSC, pena la rinuncia tout court ad interventi essenziali per il superamento del gap infrastrutturale nei confronti delle aree più sviluppate dell'Unione);
    la coerenza dell'impostazione in tutte le fasi del processo di programmazione e attuazione, è peraltro necessaria per evitare il rischio di consentire il finanziamento di interventi che per limitate dimensioni e per il circoscritto ambito soggettivo o territoriale di riferimento, non si rivelerebbero in grado di produrre effetti virtuosi sulle grandezze economiche, al solo scopo di assicurarsi l'impegno di tutte le risorse a disposizione;
    l'esigenza della massima coerenza nell'impianto e nell'ispirazione si evidenzia anche con riferimento all'esigenza di corredare l'accordo di partenariato, nella sua versione definitiva, di dati ed elementi quantitativi più puntuali e meglio misurabili per valutare la effettiva realizzabilità dei risultati attesi per ciascun obiettivo;
    è in particolare necessario che le scelte da adottare siano sostenute da solidi argomenti che giustifichino le previsioni avanzate e che supportino meglio le indicazioni prospettate per quanto concerne l'analisi della capacità amministrativa delle amministrazioni che saranno chiamate ad attuare la programmazione;
    occorre scongiurare il rischio d'ingenerare confusione e sovrapposizioni di Pag. 44competenze tra diverse strutture operanti in materia, a livello nazionale, tali da rallentare o pregiudicare l'efficace realizzazione delle politiche regionali; a tal fine, occorre in particolare verificare se l'attuale articolazione delle funzioni e la loro collocazione all'interno della struttura governativa risponda all'obiettivo delle massime efficacia ed efficienza;
    nell'accordo è necessario, come raccomandato dalla Commissione, definire più accuratamente e dettagliatamente l'ambito, i risultati attesi e la natura degli interventi necessari per rilanciare lo sviluppo urbano e migliorare la qualità della vita e dell'ambiente della grandi e medie città italiane;
    occorre prevedere specifici obblighi di informazione periodica in capo al Governo al fine di consentire il controllo parlamentare sullo stato di attuazione della programmazione 2014-2020;
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni:
   a) sia garantita l'esclusione della quota di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali relativi al ciclo di programmazione 2014-2020 dai parametri per la definizione del saldo di bilancio strutturale ai fini del rispetto dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità interno;
   b) sia assicurata, nella versione definitiva dell'accordo, la rispondenza degli interventi previsti all'esigenza di massimizzare i risultati ottenibili, in termini di rafforzamento delle prospettive di sviluppo e di aumento dell'occupazione, a parità di risorse impegnate;
   c) a questo scopo, siano selezionati obiettivi e politiche in grado di fornire un contributo apprezzabile, oltre che ad invertire più repentinamente l'attuale ciclo negativo dell'economia, per miglioramenti di carattere strutturale, correggendo le debolezze di lungo periodo dell'economia italiana e le forti disparità regionali;
   d) siano definiti in modo più puntuale e misurabile i risultati attesi dall'utilizzo dei fondi per ciascun obiettivo tematico, sulla base di un'analisi sistematica dell'efficacia degli interventi posti in essere nei periodi di programmazione precedenti;
   e) si stabilisca il principio dell'ammissibilità dei soli programmi puntuali, specificandone le caratteristiche, gli obiettivi e gli strumenti utilizzabili allo scopo, evitando programmazioni generiche che si prestano, per la loro indeterminatezza, ad un uso distorto delle risorse;
   f) sia previsto, per ciascun obiettivo tematico un cronoprogramma che definisca stretto legame tra azioni previste, risultati attesi e tempi di realizzazione;
   g) siano precisate le modalità per verificare ex ante la capacità amministrativa e gli altri requisiti minimi da parte delle le regioni e degli altri soggetti che si candidano alla gestione di programmi e siano incrementate significativamente le risorse destinate, nell'ambito dell'obiettivo tematico 11, al miglioramento della qualità, dell'efficacia e dell'efficienza della pubblica amministrazione; in particolare occorre innalzare gli standard prestazionali del sistema giustizia, per le evidenti ricadute positive delle strategie di lotta alla corruzione e frode sulle prospettive di attrazione di nuovi investimenti e. più in generale, di sviluppo e progresso economico e sociale dei territori interessati;
   h) si verifichi se l'assetto, le competenze e la collocazione delle strutture governative competenti in materia di politiche di coesione regionale, ivi compresa l'Agenzia per la coesione, come delineati, da ultimo, dall'articolo 10 del decreto-legge n. 101 del 2013, risultano pienamente funzionali al ruolo che tale agenzia dovrebbe svolgere per il monitoraggio e il controllo dell'impiego dei fondi da parte delle autorità di gestione, centrali o regionali, e soprattutto di supporto, accompagnamento e di assistenza alle medesime autorità;
   i) si provveda ad una significativa riduzione dei centri di spesa in modo da Pag. 45concentrare le responsabilità e facilitare il controllo sull'impiego delle risorse e sui risultati ottenuti, favorire il finanziamento di interventi di dimensioni di scala adeguate, contrastare la tendenza alla frammentazione e alla dispersione;
   j) sia potenziata la strumentazione per la supervisione e il coordinamento nazionale con riferimento nei sistemi di gestione e di controllo (SIGECO), mediante:
    il rafforzamento della struttura centrale di coordinamento in materia di audit e controllo;
    la definizione di regole dettagliate per garantire la trasparenza delle date previste per la pubblicazione dei bandi, dei risultati, dei dati di avanzamento fisico e finanziario degli interventi finanziati;
   k) si proceda ad una chiara selezione delle sezioni tematiche prioritarie per dare al nuovo ciclo 2014-2020 una marcata e chiaramente intellegibile identità programmatica. Selezionare, concentrare, integrare sono le azioni virtuose che dovranno guidare una programmazione selettiva e mirata, evitando la dispersione delle risorse, con il rischio di effetti scarsamente incisivi sul piano dei risultati. All'individuazione di sezioni tematiche prioritarie devono seguire coerenti scelte di interventi ad alto impatto qualitativo e con forti vocazioni a fare massa critica, in ragione delle reciproche interconnessioni, territoriali e settoriali. Per ciascuna sezione tematica prioritaria, a livello di Piani operativi nazionali e regionali, dovranno essere precisati: 1) gli organismi pubblici con funzioni di autorità gestoria; 2) i soggetti destinatari delle risorse; 3) le stazioni appaltanti; 4) le modalità di selezione dei soggetti aggiudicatari delle risorse; 5) i cronoprogrammi attuativi degli interventi; 6) il riparto delle risorse UE all'uopo destinate e la quota di cofinanziamento a valere sui fondi nazionali di sviluppo e coesione; 7) le azioni di monitoraggio; 8) le misure sanzionatorie e surrogatorie nei confronti dei soggetti inadempienti.
   l) In tale ottica si ritiene che, nell'ambito ed in sostanziale aderenza degli 11 obiettivi tematici fissati a livello UE, sia utile segnalare, in particolare, nove sezioni tematiche settoriali di specifico e primario rilievo:
    1) Sezione tematica rinnovo urbano: recupero edilizio delle parti comuni a carico dei privati con finanziamento pubblico per contenimento del consumo energetico degli edifici; efficientamento energetico e connessione alla banda larga; utilizzo di materiali di recupero eco-compatibili; adeguamenti impiantistici degli edifici pubblici e privati per produzioni da fonti rinnovabili; sistemi di mobilità ad energia pulita; Smart City; programmi di social housing coerenti con tali finalità;
    2) Sezione tematica banda larga: la connettività di nuova generazione richiede l'individuazione di programmi certi, con autorità responsabili della relativa attuazione; i piani nazionali e regionali dovranno individuare le reti dorsali e le relative ramificazioni territoriali; al piano banda larga si lega il programma Agenda digitale, con prioritario riguardo ai servizi erogati dalla PA in campo amministrativo e dei servizi sociali.
    3) Sezione tematica sviluppo rurale: rimozione dei principali vincoli strutturali dell'agro-alimentare italiano; coniugare i tradizionali incentivi alla ristrutturazione e al miglioramento organizzativo delle singole aziende con strumenti di sistema, come il rafforzamento delle filiere agro-alimentari e delle reti di impresa; progetti per il miglioramento della competitività; ricerca agricola e trasferimento dell'innovazione nel mondo agroalimentare; progetti di valorizzazione e salvaguardia territoriale, coniugando risorsa agricola e risorsa ambiente nel suo complesso, evitando comunque, di ridurre i finanziamenti disponibili per la ricerca industriale applicata (OT 1);
    4) Sezione tematica sistemi logistici: La naturale vocazione dell'Italia come piattaforma logistica deve essere esaltata con lo sviluppo di reti plurimodali Pag. 46ed integrate; non solo in raccordo con l'assetto delle reti TEN in ambito infraeuropeo, ma anche guardando agli scenari futuri del bacino mediterraneo; l'integrazione delle reti con le aree logistiche di servizio (retroportuali e distrypark) richiede la definizione di sistemi logistici in ambiti distrettuali omogenei, con modelli di governance (Accordi di programma) adeguati alle relative funzioni;
    5) Sezione tematica energia intelligente: oltre alle misure riguardanti l'efficientamento ed il risparmio energetico, occorre implementare la rete delle fonti rinnovabili, coniugata con un'ormai non più differibile governo intelligente delle reti (Smart grids) per una distribuzione tecnologicamente avanzata, che garantisca l'equilibrio dei carichi e delle immissioni/prelievi e la loro qualità;
    6) Sezione tematica ricerca e innovazione: promozione delle iniziative realizzate da soggetti pubblici e privati e strutture di ricerca, anche in partenariato, per innalzare significativamente la quota di PIL investita per tali finalità, in modo da recuperare almeno parzialmente il gap rispetto ai maggiori partner europei e per avvicinarsi all'obiettivo stabilito nella Strategia 2020 del 3 per cento;
    7) Sezione tematica formazione e apprendistato: contrasto alla dispersione scolastica; rafforzamento dei canali per l'acquisizione di competenze avanzate e utilizzabili nel mercato del lavoro, alla luce dei fabbisogni professionali mediante la selezione delle offerte più qualificate di formazione; programmi di formazione mirata, in stretto raccordo con i programmi di sviluppo produttivo a vocazione territoriale, con particolare attenzione al mondo delle piccole e medie imprese (avviamento al lavoro per l'attuazione dei progetti di risanamento e bonifica ambientale; di programmi di riqualificazione ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio; sistemi logistici integrati; rete infrastrutture; artigianato di qualità);
    8) Sezione tematica aree interne: definizione di una strategia sulle «aree interne», precisandone, in particolare, programmazione, architettura, dotazione finanziaria, applicazione di strumenti e meccanismi di coordinamento; affermazione di un chiaro raccordo sinergico e virtuoso tra le zone «interne» e le zone «rurali»; coniugare la salvaguardia degli ecosistemi rurali con l'ammodernamento delle connessioni in rete (digital divide, infrastrutture a rete, sistema dei trasporti);
    9) Sezione tematica inclusione sociale: attenzione prioritaria, per l'attuazione delle politiche di coesione, va rivolta ai temi dell'inclusione sociale. Gli interventi operativi dovranno perseguire un fattivo contrasto alla povertà, adeguate forme di tutela sociale nell'accesso ai servizi minimi di assistenza, azione di contrasto all'emarginazione sociale, a partire dalla dispersione scolastica. Forme di garanzia del reddito minimo d'inserimento dovranno essere coniugate con programmi di formazione e riqualificazione professionale. Un'Europa che non partisse dalle persone, in primo luogo quelle più svantaggiate, negherebbe in radice la sua primaria funzione: coesione territoriale e coesione sociale sono facce della stessa medaglia;
   m) si riduca la quota parte delle risorse destinate all'obiettivo 3 che appare eccessiva e che, oltre tutto, nel riparto potrebbe avvantaggiare le imprese del Centro-Nord a scapito delle aree meno sviluppate, valutando la destinazione di tali risorse all'innovazione tecnologica e alla R&S, in linea con quanto ribadito dalla Commissione;
   n) sia riconsiderato il quadro di riparto delle risorse fra gli 11 obiettivi tematici, rafforzando le dotazioni coerenti con le nove sezioni tematiche prioritarie di cui innanzi, apportando concreti e significativi correttivi;
   o) siano incrementate significativamente nell'ambito dell'obiettivo tematico 5 le risorse per la realizzazione di opere volte a ridurre e prevenire il rischio idrogeologico e, nell'ambito dell'obiettivo tematico Pag. 476, gli stanziamenti per ridurre la produzione di rifiuti urbani e aumentare la percentuale di riutilizzo e di riciclaggio e per la realizzazione di bonifica e per la qualità delle acque. Inoltre si provveda, con riferimento all'obiettivo tematico 6, ad individuare interventi che abbiano un impatto economico struttura, al fine di evitare la dispersione di risorse per eventi culturali e turistici a basso valore aggiunto; a considerare gli interventi a sostegno del patrimonio culturale nel contesto di una strategia separata, sebbene collegata, rispetto a quella rivolta alla tutela dell'ambiente e del turismo; ad usare un approccio strategico integrato tra gli interventi finanziati dai FSIE e quelli previsti dal programma Cultura , al fine di ottimizzare le risorse per conseguire risultati non settoriali o particolaristici, ma in grado di contribuire ad aumentare sia il valore aggiunto che la valorizzazione e preservazione dei beni culturali;
   p) sia garantita la possibilità per le città metropolitane e per i capoluoghi di provincia, singolarmente e/o quali eventuali enti capofila di forme associative e di scopo fra comuni ricadenti in ambiti omogenei di area vasta, di accedere direttamente all'utilizzo dei fondi per l'Agenda urbana (rinnovo edilizio integrato per il contenimento dei consumi energetici; connettività alla banda larga; fascicolo energetico degli edifici; piani integrati di riqualificazione urbana ed ambientale secondo il modello Smart City);
   q) si consentano interventi volti a realizzare strategie macroregionali, subordinatamente all'individuazione di responsabilità operative certe e misure sanzionatorie e surrogatorie in caso di ritardi ed omissioni nel rispetto di cronoprogrammi attuativi rigorosi e vincolanti;
   r) siano indicate in modo puntuale le modalità per assicurare il coordinamento, la complementarità e le sinergie tra gli interventi del FESR e del FEASR con altri fondi nazionali o dell'UE, quali in particolare il Meccanismo per collegare l'Europa e il programma Orizzonte 2020;
   s) siano valutati gli opportuni correttivi da introdurre alla vigente normativa sulla realizzazione delle opere pubbliche di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, al fine di velocizzare le procedure di realizzazione degli interventi, anche sulla base dell'esperienza fin qui maturata con la previsione di procedure accelerate per gli interventi d'interesse strategico nazionale, cui possono essere equiparati con appositi interventi normativi gli interventi attuativi del ciclo di programmazione 2014-2020;
   t) si provveda in sede di accordo, per quanto riguarda gli obiettivi tematici n. 4 e 7, ad inserire nelle analisi anche i dati sulle tendenze generali degli spostamenti della popolazione, sulla domanda di mobilità integrata e sul trasporto a lunga distanza, con particolare riferimento alla modalità ferroviaria e marittima; a collegare la programmazione alla realizzazione di un Piano dei trasporti urbani che, attraverso l'utilizzo dei fondi FESR , miri all'espansione delle corsie preferenziali, alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e al rafforzamento dei trasporti pubblici locali;
   u) si provveda in sede di accordo, con riferimento all'obiettivo tematico n.10, a reimpostare la programmazione non secondo la definizione Eurostat di abbandono scolastico riferita alla fascia di età dai 18 ai 24 anni, ma secondo i dati disponibili presso l'anagrafe nazionale degli studenti redatta secondo la recente normativa Miur;
   v) il Governo si impegni a trasmettere alle Camere, con cadenza almeno semestrale, una relazione sullo stato di avanzamento della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento, indicando il livello degli impegni e dei pagamenti con riferimento a ciascun programma operativo e autorità di gestione.