CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 novembre 2013
130.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01578 Gigli: Iniziative volte a contrastare la povertà assoluta.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'atto parlamentare degli onorevoli Gigli ed altri consente di riepilogare le iniziative volte al contrasto della povertà assoluta sinora avviate dal Ministero che rappresento.
  Preliminarmente ricordo che con decreto interministeriale del 10 gennaio 2013 è stata attuata la sperimentazione della cosiddetta «nuova» carta acquisti, introdotta dal decreto-legge cosiddetto «Semplifica Italia», nelle 12 città italiane con più di 250 mila abitanti.
  In considerazione della particolare incidenza della povertà assoluta nelle regioni del Mezzogiorno, con il decreto-legge n. 76 del 2013 la sperimentazione è stata estesa ai territori del Mezzogiorno che non ne siano già coperti, a partire dalla primavera del 2014.
  Complessivamente le risorse dedicate alla sperimentazione, che ha durata iniziale di 12 mesi, sono pari a 50 milioni per le 12 città e a 167 milioni per le regioni del Mezzogiorno.
  Con riferimento alla concreta attuazione della misura, faccio presente che 11 delle 12 città individuate dalla legge hanno avviato la sperimentazione sulla «nuova» social card. In particolare, si sono concluse le procedure di selezione e sono in corso i controlli sulle dichiarazioni dei richiedenti, per la verifica preventiva dell'effettivo possesso dei requisiti dichiarati sulla base delle informazioni disponibili negli archivi dell'INPS e dell'anagrafe tributaria. Soltanto all'esito della verifica i Comuni potranno procedere all'erogazione del beneficio.
  Roma, destinataria di quasi un quarto del budget complessivo della sperimentazione, aveva deciso di posporre l'avvio della sperimentazione a causa delle concomitanti elezioni amministrative.
  Il beneficio che si intende attribuire con la nuova misura è calcolato sulla base della numerosità del nucleo familiare e risulterà notevolmente superiore ai 40 euro mensili previsti dalla social card ordinaria, potendo arrivare a un importo mensile di circa 400 euro per le famiglie con 5 o più componenti. Secondo stime preliminari condotte sulla base delle domande pervenute dalle 11 città, se dovessero essere rispettati i requisiti richiesti, si otterrebbe una platea di beneficiari di circa 10 mila nuclei familiari per circa 40 mila persone destinatarie dell'intervento.
  Obiettivo della sperimentazione è la lotta alla povertà minorile, a partire dalle famiglie con maggiore disagio economico (ad esempio, con ISEE inferiore a 3.000 euro) e più marginali rispetto al mercato del lavoro (nessuno dei componenti che lavori, ma almeno uno che abbia perso il lavoro negli ultimi 3 anni, ovvero con attività lavorativa molto precaria – cioè con redditi inferiori a 4.000 euro negli ultimi 6 mesi). L'erogazione del sussidio si associa alla predisposizione di misure attive di reinserimento lavorativo e di inclusione sociale. La concessione della Carta al beneficiario è, infatti, condizionata alla sottoscrizione di un progetto personalizzato di intervento dal carattere multidimensionale, predisposto dai servizi sociali del Comune in rete con i servizi per l'impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con soggetti privati attivi nell'ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti Pag. 167non profit. I progetti dovranno riguardare adulti e bambini e prevedere specifici impegni in termini di: contatti con i servizi; ricerca attiva di lavoro; adesione a progetti di formazione; frequenza e impegno scolastico; prevenzione e cura volti alla tutela della salute.
  La sperimentazione sarà oggetto di valutazione da parte del Ministero che rappresento, al fine di accertare l'efficacia della integrazione del sussidio economico con servizi a sostegno dell'inclusione attiva nel favorire il superamento della condizione di bisogno.
  Ricordo, inoltre, che il disegno di legge di stabilità, nel testo approvato dal Senato, ha inteso, in primo luogo, rifinanziare anche per l'anno 2014, nella misura di 250 milioni di euro, l'ordinaria carta acquisti, con possibilità di destinarne una quota all'ulteriore sperimentazione di cui al decreto-legge «Semplifica Italia».
  Inoltre, il medesimo disegno di legge ha intesto destinare ulteriori 40 milioni di euro alla social card sperimentale, affinché la stessa sia estesa ai territori del Centro-Nord che non siano già coperti.
  Da ultimo, faccio presente che nell'ambito del prossimo ciclo di programmazione dei fondi strutturali comunitari, al Tavolo sull'inclusione sociale – uno dei quattro avviati dal Ministero per la coesione territoriale per la definizione dell'Accordo di partenariato – è stato proposto un programma nazionale volto a rafforzare la sperimentazione della nuova social card, secondo i principi della raccomandazione comunitaria sull'inclusione attiva, soprattutto con il sostegno ai servizi di accompagnamento.

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ALLEGATO 2

5-01579 Di Vita: Promozione dei diritti e dell'integrazione delle persone con disabilità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Gli onorevoli interroganti con il presente atto parlamentare chiedono di conoscere quali interventi, tra quelli contenuti nel Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, intenda realizzare in via prioritaria il Governo.
  A tal proposito, faccio presente preliminarmente che il predetto Programma d'azione, adottato con decreto del Presidente della Repubblica lo scorso 4 ottobre, ha ottenuto la necessaria registrazione da parte della Corte dei conti, ed è, attualmente, in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
  Va evidenziato che gli impegni in esso contenuti hanno carattere programmatico, in attuazione della legislazione nazionale e internazionale in materia di diritti delle persone con disabilità.
  È di tutta evidenza che la concreta realizzazione del Programma d'azione dovrà inserirsi in un percorso di programmazione finanziaria degli interventi. Ciò in quanto laddove tali azioni dovessero trasformarsi in iniziative legislative comportanti maggiori oneri per la finanza pubblica sarà necessario stimarne i relativi oneri al fine di individuare, di volta in volta, la necessaria copertura finanziaria.
  Faccio presente, altresì, che al fine di dare concretezza al forte impegno richiesto recentemente dal Ministro Giovannini a tutte le Amministrazioni a vario titolo coinvolte sul tema della disabilità, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, convocherà a breve un tavolo ristretto – a cui parteciperanno le competenti amministrazioni centrali, le regioni e le province autonome oltre ad UPI ed ANCI – al fine di individuare l'ordine di priorità delle azioni descritte nel Programma d'azione al fine di assicurare ad esse una tempestiva implementazione.
  Per quanto concerne l'attuazione delle proposte contenute nel Programma d'azione, faccio presente che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fornito una prima risposta in materia di vita indipendente, che, com’è noto, rappresenta una delle principali aree di intervento nonché una delle sette linee di azione in cui si articola il Programma d'azione.
  A tale proposito, vorrei ricordare che lo scorso 31 ottobre sono state pubblicate sul sito internet del Ministero del lavoro e delle politiche sociali le Linee guida per la presentazione da parte di Regioni e Province autonome di progetti sperimentali in materia di vita indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità, la cui scadenza è fissata al prossimo 2 dicembre.
  Le risorse finanziarie disponibili ammontano complessivamente a 3.200.000 euro, ed è, altresì, prevista la garanzia di un cofinanziamento da parte della Regione aderente per una quota non inferiore al 20 per cento del totale, al fine di arrivare a finanziare l'estensione del programma a 40 ambiti territoriali.
  Tale iniziativa si muove nella direzione indicata dalla Conferenza Unificata che, nell'esprimere parere favorevole all'adozione del citato Programma d'azione, aveva ritenuto di formulare al Governo una specifica raccomandazione volta ad Pag. 169incrementare il finanziamento per le sperimentazioni regionali per le politiche, i servizi e i modelli organizzativi per la vita indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità.
  Infine, ricordo le misure recentemente adottate dal Governo in materia di disabilità sono riportate sinteticamente di seguito:
   il fondo per le assunzioni di persone con disabilità, di cui alla legge n. 68, è stato rifinanziato nella misura di 10 milioni di euro per il 2013 e di 20 milioni per il 2014 (articolo 9, comma 4-bis, del decreto-legge n. 76/2013);
   il comma 3-ter del medesimo articolo 9 (sempre del decreto-legge n. 76) ha previsto l'obbligo per i datori di lavoro pubblici e privati di adottare accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro al fine di garantire il rispetto del principio della parità di trattamento delle persone con disabilità;
   infine, con il decreto-legge n. 101/2013, all'articolo 7, comma 6, è stato previsto che le pubbliche amministrazioni che non abbiano assolto agli obblighi di assunzione di persone disabili ai sensi della legge n. 68 provvedono a determinare la quota d'obbligo e a procedere alle eventuali assunzioni anche in deroga ai divieti di nuove assunzioni che sono stabiliti dalla legislazione vigente per le situazioni di soprannumerarietà.

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ALLEGATO 3

5-01580 Piazzoni: Interventi a favore delle persone senza fissa dimora o colpite da emergenza abitativa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ad illustrare l'atto parlamentare presentato dagli onorevoli Piazzoni ed altri, che richiama l'attenzione del Governo sulla problematica delle persone senza fissa dimora.
  Il Ministero che rappresento ha promosso la prima indagine nazionale sui senza fissa dimora, citata dagli onorevoli interroganti, e realizzata in collaborazione con Istat, Fio.PSD (Federazione italiana organismi per le Persone Senza Dimora) e Caritas. I dati pubblicati nel 2012 hanno rappresentato l'avvio di un monitoraggio del fenomeno, fino ad allora non conosciuto nella sua dimensione quantitativa se non per evidenze aneddotiche. Il Ministero ha provveduto a rifinanziare l'indagine ed è già in corso l'aggiornamento delle basi dati propedeutiche alla rilevazione sul campo. Obiettivo di questa seconda indagine è anche quello di coprire, eventualmente con carotaggi su alcuni territori, la parte di utenti non raggiunta dalla precedente indagine, verificando la possibilità di raccogliere meglio informazioni sulla utenza delle unità di strada (nella prima indagine erano state utilizzate come basi per la rilevazione solo i dormitori e le mense), nonché di raggiungere alcuni servizi informali eventualmente non individuati nella prima indagine e i centri più piccoli, non coperti dal primo censimento dei servizi. Il quadro che verrà rappresentato nel 2014 costituirà quindi un utile patrimonio conoscitivo per la verifica dell'evoluzione del fenomeno al perdurare della crisi economica del nostro Paese, nonché una migliore definizione dello stesso rispetto all'indagine precedente.
  Accanto a questa attività conoscitiva, è stato avviato un gruppo di lavoro finalizzato alla redazione di linee di indirizzo nazionali in materia di politiche in favore delle persone senza fissa dimora. L'obiettivo è quello di ripetere l'esperienza maturata in un altro settore delicato dell'intervento in materia di politiche sociali – l'affidamento familiare – in cui a partire dalle esperienze quotidiane degli operatori, dalle buone pratiche nazionali e dal più generale dibattito di policy sono state redatte linee di indirizzo poi recepite come standard nazionali di riferimento con accordo in Conferenza Unificata nel corso del 2012. Il gruppo di lavoro prevede la partecipazione dei diversi livelli di governo (il Ministero che rappresento e quello delle infrastrutture, per le amministrazioni centrali), nonché delle 12 città con più di 250 mila abitanti, in cui il fenomeno è maggiormente concentrato. Il supporto alla segreteria tecnica del gruppo di lavoro verrà fornito da Fio.PSD.
  Da ultimo va sottolineato che è in via di definizione il regolamento del FEAMD, il fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, fondo che nel prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 sostituirà il precedente fondo per la distribuzione agli indigenti di derrate alimentari nell'ambito della politica agricola comune. Nella corrente versione del regolamento – attualmente in fase di discussione dei cosiddetti Triloghi – sono previste una quota obbligatoria di risorse per ciascun Paese ed una quota volontaria, per i Paesi che intendono rafforzare gli interventi sul proprio territorio, al fine di ottenere una dotazione complessiva Pag. 171per l'Unione europea di tale fondo pari a 3,5 miliardi di euro. L'Italia ha aderito alla quota volontaria e intende avvalersi di tutte le nuove possibilità offerte dal regolamento in discussione, prevedendo pertanto oltre al consolidato acquisto e distribuzione di beni alimentari, anche l'acquisto di altri beni materiali di prima necessità, nonché programmi di inclusione sociale. Tali attività andranno coordinate con quelle che comunque in favore dei senza dimora si proporranno a valere sui fondi strutturali nell'Accordo di partenariato, anch'esso in via di definizione.
  Per quanto attiene alla possibilità di utilizzare il patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato, come auspicato dagli onorevoli interroganti, faccio presente che pur trattandosi di una questione di indubbio interesse eventuali soluzioni in tal senso andranno rimesse alla collegiale valutazione del Governo.