CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 dicembre 2013
138.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01693 Binetti: Iniziative per monitorare il rispetto dei principi di efficienza ed efficacia del Servizio sanitario nazionale in tutte le regioni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  I motivi di un diverso livello di spesa tra le aree del nostro Paese possono essere imputati all'organizzazione regionale (ove più orientata verso il pubblico o il privato) e alle diverse modalità di acquisizione dei beni e servizi (appalti pubblici o comunque gare ad evidenza pubblica, servizi in economia, acquisti centralizzati, ecc.).
  La legge n. 266/2005 ha previsto la realizzazione, presso il Ministero della salute, del Sistema nazionale di Verifica e controllo sull'Assistenza Sanitaria (SiVeAS), con l'obiettivo di verificare che, nell'erogazione dei servizi sanitari, vengano rispettati sia i criteri di appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate, coerentemente con i LEA, sia i criteri di efficienza nell'utilizzo di fattori produttivi, compatibilmente con i finanziamenti erogati.
  Inoltre, la legge n. 296/2006 ha attribuito al SiVeAS l'attività di affiancamento alle Regioni in Piano di rientro.
  Il SiVeAS svolge questi due fondamentali compiti, mediante le seguenti linee di attività:
   1) monitoraggio dei LEA e valutazione globale delle prestazioni dei Servizi Sanitari Regionali;
   2) promozione e valutazione dell'efficienza gestionale e dell'appropriatezza organizzativa;
   3) promozione e valutazione dell'efficacia, della qualità e dell'appropriatezza clinica;
   4) accreditamento e organizzazione dell'offerta dei servizi ospedalieri e territoriali;
   5) confronti internazionali e integrazioni delle basi dati;
   6) affiancamento alle Regioni con Piano di rientro dal disavanzo.

  Per ciascuna delle aree tematiche sono stati avviati da tempo studi specifici, volti alla implementazione ed alla applicazione di metodologie per l'analisi dell'erogazione dei livelli di assistenza in tutte le Regioni italiane e per la promozione dell'efficienza e dell'appropriatezza delle prestazioni.
  Il SiVeAS, inoltre, nella sua funzione di affiancamento alle Regioni in Piano di rientro, effettua sistematicamente il monitoraggio sostanziale degli stessi, analizzando l'impatto delle manovre sui Servizi Sanitari Regionali, sia dal punto di vista organizzativo nell'erogazione dei LEA sia dal lato del contenimento dei costi.
  Inoltre, è stata elaborata una metodologia di analisi che consente una lettura integrata della domanda soddisfatta di assistenza territoriale ed ospedaliera nel suo insieme.
  Pur tenendo in considerazione i differenti bisogni assistenziali, solo considerando tali aspetti come parte di un unico modello che descriva l'erogazione dei LEA nel complesso, sarà possibile individuare dei riferimenti utili a valutare l'adeguatezza dell'assistenza sanitaria erogata dalle Regioni, per poter rivedere gli strumenti attualmente utilizzati dalla programmazione nazionale.
  Il Ministero della salute ha già avviato una rilevazione «ad hoc» per verificare, in ambito aziendale ed ospedaliero per acuti, Pag. 105i diversi livelli di spesa dei beni e servizi erogati (anche quelli a cui fa riferimento l'atto ispettivo).
  Solo dopo l'analisi dei dati raccolti, si potranno costruire degli indicatori specifici per il costante monitoraggio.
  Sempre al fine di monitorare il rispetto dei principi di efficienza ed efficacia, assicurando l'equità nell'accesso ai servizi sanitari nel territorio nazionale, presso il Ministero della salute è stato realizzato il Nuovo Sistema Informativo Sanitario, costituito da un insieme di flussi informativi relativi sia ad aspetti gestionali, organizzativi ed economici delle strutture del S.S.N., sia ai LEA erogati agli assistiti da parte delle stesse strutture del S.S.N.
  I flussi informativi raccolti dal Nuovo Sistema Informativo Sanitario relativamente alle prestazioni erogate sono centrati sull'individuo, al fine di consentire il monitoraggio sia delle prestazioni assistenziali sia dell'utilizzo delle risorse del S.S.N.
  Tali flussi consentono di misurare la quantità di prestazioni ovunque ricevute dai pazienti nel territorio nazionale, nonché di effettuare analisi integrate e trasversali ai differenti LEA.
  Allo stato attuale, il patrimonio informativo del Nuovo Sistema Informativo Sanitario consente di monitorare ed analizzare le prestazioni equivalenti a circa l'85 per cento della spesa sanitaria.
  Il Ministero della salute sta procedendo a definire anche nuovi contenuti informativi e ad adeguare continuamente nel tempo i flussi informativi già esistenti, in coerenza con le reali esigenze del monitoraggio sanitario.
  Concludo osservando che il problema sollevato, con specifico riguardo all'assistenza agli anziani, è indicativo di un generale squilibrio esistente tra le Regioni e all'interno delle stesse Regioni, che deve essere adeguatamente affrontato al fine di garantire sul territorio nazionale lo stesso livello di assistenza sanitaria.
  A tale scopo, ritengo che non sia necessaria solo la funzione di coordinamento, monitoraggio e contrasto degli sprechi – funzione peraltro indispensabile – ma che la medesima deve essere accompagnata da una riflessione a livello parlamentare, governativo e regionale, per superare gli attuali squilibri e criticità segnalati.

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ALLEGATO 2

5-01694 Grillo: Nomina di nuovi componenti del Comitato scientifico per la valutazione del cosiddetto «metodo Stamina».
5-01697 Rondini: Nomina del nuovo Comitato scientifico per la valutazione del cosiddetto «metodo Stamina».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Attesa l'analogia della tematica in esame, fornisco un'unica risposta per la interrogazione dell'On.le Grillo e altri e dell'On.le Rondini.
  Prima di entrare nel merito dei quesiti posti, ritengo opportuno riassumere sinteticamente il progressivo sviluppo della vicenda.
  Come è noto, la legge 57/2013, di conversione del decreto-legge 24/2013, all'articolo 2-bis prevede che il Ministero della salute promuova lo svolgimento della sperimentazione clinica, coordinata dall'Istituto superiore di sanità, condotta anche in deroga alla normativa vigente, concernente l'impiego di medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, a condizione che i predetti medicinali, per quanto attiene alla sicurezza del paziente, siano preparati in conformità alle linee guida di cui all'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1394 del 2007. Tale articolo fa espresso riferimento alle buone prassi di fabbricazione, richieste dal diritto comunitario. Con questo voglio chiarire che la verifica di tale condizione è fondamentale e preliminare rispetto a qualsiasi altra considerazione.
  Nel rispetto della legge citata, il 18 giugno 2013 è stato emanato un apposito decreto per disciplinare la promozione della sperimentazione clinica, dando di fatto avvio a tutta la procedura per la sperimentazione.
  In particolare è stata prevista, tra l'altro, l'istituzione di un Comitato scientifico presieduto dal Presidente dell'ISS e composto dal Direttore Generale dell'AIFA, dal Direttore Generale del CNT e da un numero di esperti pari a 10, scelti tra le personalità appartenenti alla comunità scientifica nazionale, dotati di alta, riconosciuta e documentata esperienza nel settore delle patologie neurovegetative, nel settore delle cellule staminali mesenchimali e della metodologia clinica, nonché da rappresentanti dei pazienti.
  Detto comitato è stato costituito con provvedimento del 28 giugno 2013. In data 1o agosto 2013, il rappresentante della Stamina Foundation, ha depositato presso l'ISS il documento concernente la metodica, consentendo l'avvio della valutazione del trattamento da parte del Comitato. A seguito di diverse riunioni, in data 11 settembre 2013, il Comitato scientifico ha deliberato una analitica e motivata relazione esprimendo all'unanimità, parere negativo e, pertanto, ostativo alla ulteriore prosecuzione dell’iter della sperimentazione con il metodo esaminato, rilevandone l'assenza di presupposti di scientificità e sicurezza per «inadeguata descrizione del metodo»; per la «insufficiente definizione del prodotto»; per i «potenziali rischi» per i pazienti; «per la mancanza di un piano di identificazione, screening e testing dei donatori», con conseguente esclusione della verifica del rischio di malattie trasmissibili e altri rischi di fenomeni di sensibilizzazione anche gravi.
  Attesa la complessità della questione, e la circostanza per cui la legge e il successivo decreto attuativo contengono disposizioni Pag. 107specifiche sul tema, il Ministero ha ritenuto di investire l'Avvocatura Generale dello Stato per acquisire indicazioni circa la condotta da seguire. L'Avvocatura con parere reso il 25 settembre 2013 ha invitato il Ministero a prendere atto del parere negativo del Comitato scientifico, facendo proprie le considerazioni e conclusioni del medesimo, e disponendo che, «allo stato», non si può procedere oltre alla sperimentazione.
  In data 10 ottobre 2013, il Ministero, in adesione al citato parere dell'Avvocatura Generale dello Stato, ha adottato il provvedimento di «presa d'atto» dell'impossibilità di ulteriore prosecuzione della sperimentazione. Tale provvedimento è stato impugnato al TAR del Lazio, che in data 4 dicembre, con Ordinanza cautelare ne ha sospeso l'efficacia, sulla base della motivazione che i componenti del citato Comitato avevano già espresso opinioni negative in ordine al metodo in questione, e pertanto non garantivano la necessaria imparzialità nel rendere le valutazioni di competenza.
  Nel merito del quesito posto, segnalo che il Ministro della salute appena avuta notizia dell'Ordinanza del TAR ha dichiarato la sua ferma intenzione ad eseguire puntualmente la decisione dei giudici amministrativi, provvedendo alla nomina di un nuovo Comitato scientifico, sostituendo tutti i componenti del precedente Comitato.
  Fornisco, pertanto, rassicurazioni che in tempi rapidissimi, e comunque prima di Natale, sarà costituito il nuovo Comitato, affinché l'iter della sperimentazione possa essere riavviato.
  Anticipo fin da ora, che nella costituzione del medesimo Comitato sarà assicurata una adeguata rappresentanza dei familiari dei pazienti. Per quanto attiene invece alla nomina degli esperti, proprio al fine di garantire la presenza dei massimi esponenti della Comunità scientifica nazionale e internazionale in materia, per la designazione dei medesimi saranno osservati indicatori scientifici di comprovata validità internazionale; si tratterà, pertanto, di esperti di riconosciuta esperienza nella materia, che non abbiano già espresso valutazioni ufficiali con riferimento al metodo in esame.
  In conclusione desidero comunque rassicurare che sarà cura del Ministero informare questa Commissione del progressivo evolversi della questione.

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ALLEGATO 3

5-01695 Miotto: Utilizzo dei fondi assegnati alle regioni per le campagne di prevenzione contro la diffusione dell'HIV.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il 22 novembre 2012 è stato siglato l'Accordo tra lo Stato e le Regioni e Province Autonome, che individua le linee progettuali per l'utilizzo, da parte delle Regioni, delle risorse vincolate per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l'anno 2012: tra queste linee rientra la diagnosi di infezione da HIV, per la quale è stato previsto un vincolo di 15 milioni di euro.
  Nel corso delle più recenti sedute della Commissione nazionale AIDS e della Consulta delle Associazioni per la lotta contro l'AIDS, l'ultima delle quali si è tenuta il 28 novembre 2013, è stato discusso il punto relativo agli Obiettivi di Piano 2012.
  In merito allo stato di avanzamento della linea progettuale relativa alla diagnosi di infezione da HIV, preciso che, allo stato attuale, tutte le Regioni hanno presentato i progetti specifici, ad eccezione della Regione Calabria, che deve tuttora formalizzare la documentazione progettuale.
  Infatti, il Ministero della salute sta verificando se la documentazione presentata dalle Regioni corrisponde a quanto richiesto nel citato Accordo (relazione illustrativa dei risultati conseguiti nell'anno precedente; obiettivi qualitativi e quantitativi da raggiungere ed i tempi ritenuti all'uopo necessari; i costi connessi; gli indicatori, preferibilmente numerici, che consentano di misurare la validità dell'intervento proposto).
  Inoltre, questo Ministero valuta la coerenza di massima del progetto, rispetto alle aree prioritarie di intervento contenute nella linea progettuale stabilita dall'Accordo.
  Va a questo punto comunicato che i risultati di tale attività istruttoria vengono valutati anche dal Comitato permanente per la verifica dei LEA, ai fini della conseguente proposta del Ministro della salute di ammissione al finanziamento dei progetti per la quota residua del 30 per cento, da sottoporre all'approvazione della Conferenza Stato-Regioni.
  Detta attività istruttoria è tuttora in corso, pertanto non è possibile, ad oggi, fornire indicazioni circa le iniziative delle Regioni nel rispetto dell'Accordo sopra citato, in quanto si potrebbe verificare il caso che si debba richiedere alle Regioni di apportare eventuali correzioni.
  In conclusione vorrei rassicurare gli On.li interroganti che il Ministero della salute garantisce la costante attenzione alla piena applicazione di quanto pattuito nell'Accordo del 22 novembre 2012, nonché il rispetto della normativa in vigore (legge n. 662/1996), in base alla quale la mancata approvazione dei progetti comporterà, nell'anno di riferimento, la penalizzazione della quota residua del 30 per cento ed il recupero, anche a carico delle somme a qualsiasi titolo spettanti nell'anno successivo, dell'anticipazione del 70 per cento della quota già erogata.
  Mi riservo, comunque, di fornire alla Commissione ogni necessaria informazione in ordine alla evoluzione della situazione.

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ALLEGATO 4

5-01696 Piazzoni: Nomina del nuovo sub commissario alla sanità della regione Lazio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento a quanto segnalato dagli On.li interroganti, si rappresenta quanto segue.
  Come è noto, l'articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 159/2007 dispone che al fine di assicurare la puntuale attuazione del piano di rientro, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ora salute, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, può nominare, anche dopo l'inizio della gestione commissariale, uno o più Sub commissari di qualificate e comprovate professionalità ed esperienza in materia di gestione sanitaria, con il compito di affiancare il commissario ad acta nella predisposizione dei provvedimenti da assumere in esecuzione dell'incarico commissariale. Il Commissario può avvalersi dei Sub commissari anche quali soggetti attuatori.
  Con DPCM del 3 marzo 2011 è stato nominato Sub commissario per l'attuazione del Piano di Rientro della Regione Lazio il dott. Giuseppe Antonio Spata, con il compito di affiancare il Commissario ad acta nella predisposizione dei provvedimenti da assumere in esecuzione dell'incarico commissariale, ai sensi della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2010. Successivamente, con DPCM del 20 gennaio 2012, è stato nominato un secondo Sub commissario, nella persona del dott. Gianni Giorgi ed è stato conseguentemente riformulato il mandato del Presidente della Regione in qualità di Commissario ad acta e il mandato del Sub commissario dott. Spata, individuando puntuali obiettivi da perseguire al fine di garantire, in maniera uniforme sul territorio regionale, l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di appropriatezza, sicurezza e qualità, attraverso un utilizzo efficiente delle risorse.
  Poiché gli esiti delle ultime riunioni di verifica del Piano di Rientro hanno comunque evidenziato:
   un grave ritardo nello svolgimento dell'azione commissariale;
   una perdurante situazione di mancanza di coordinamento nelle relazioni fra la struttura amministrativa regionale e la struttura commissariale;
   il mancato rispetto delle attribuzioni di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2012 ed, in particolare, gli esiti non positivi nell'ambito dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

  Nel corso della riunione di verifica del 30 luglio 2013 si è ravvisata la necessità di garantire nuovo impulso e unitarietà all'azione sub commissariale, attraverso l'eventuale sostituzione degli attuali Sub commissari e la nomina di un unico Sub commissario.
  È doveroso evidenziare che la Regione Lazio presentava nell'anno 2007, data di inizio del Piano di rientro, un disavanzo economico sanitario (prima delle coperture) di 1.696,5 milioni di euro e che ad oggi il disavanzo, pur diminuito in maniera consistente, è comunque ancora pari a 660,9 milioni di euro.Pag. 110
  Anche dal punto di vista dell'erogazione dei LEA qualche progresso è stato compiuto, ma rimangono numerose criticità: dotazione di posti letto ospedalieri superiori allo standard nazionale, indici di inefficienza ospedaliera ancora inadeguati (degenza media pre-operatoria al di sopra del valore medio nazionale), dotazione inadeguata di posti letto presso strutture residenziali preposte all'assistenza degli anziani non autosufficienti e all'assistenza psichiatrica; forti criticità nell'erogazione di servizi afferenti all'area della prevenzione, con particolare riferimento all'area degli screening.
  Durante tutta la gestione del Piano di rientro, i Tavoli di verifica hanno più volte ribadito le forti carenze nella governance dei rapporti con gli erogatori privati (che nella Regione Lazio contribuiscono in maniera rilevante all'offerta sanitaria). Per di più tali rapporti sono stati aggravati da numerosi contenziosi che si sono succeduti nel tempo ed hanno comportato anche difficoltà nel processo di riordino delle reti assistenziali, con ripercussioni sulla effettiva attuazione delle stesse.
  Si sottolinea la complessità della Regione che vede sul proprio territorio la presenza di un eccesso di offerta ospedaliera nell'ambito della città di Roma, con 5 Aziende Ospedaliere Universitarie e 7 IRCCS.
  Tutte le criticità sopra evidenziate hanno indotto una attenta valutazione da parte dei Ministri dell'economia e delle finanze, della salute e per i rapporti con le regioni, in ordine alle determinazioni da assumere per rilanciare l'attività commissariale nell'interesse degli assistiti sia del sistema sanitario regionale quanto nazionale, attesa la rilevanza del sistema sanitario della Regione Lazio per tutto il Paese.
  A tale fine, sarà cura del Ministero proporre tempestivamente, nel rispetto della normativa citata, il rinnovo della gestione sub commissariale.