CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 4 ottobre 2013
96.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 26

SEDE CONSULTIVA

  Venerdì 4 ottobre 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.

  La seduta comincia alle 9.20.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013.
Doc. LVII, n. 1-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, in sostituzione del relatore Bernardo, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, illustra il provvedimento in esame, ricordando che la Commissione Finanze è chiamata ad esaminare, ai fini dell'espressione del parere alla Commissione Bilancio, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1-bis).
  Nel richiamare il contesto decisionale in cui si inserisce la Nota, preliminarmente ricorda che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità pubblica) dispone che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di Economia e Finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
  Sulla base del PNR e del Patto di Stabilità contenuti nel DEF 2013, la Commissione europea, il 29 maggio 2013, ha elaborato le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati, che nel mese di luglio il Consiglio ECOFIN ha provveduto ad esaminare ed approvare, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno. Si tratta di 6 Raccomandazioni, concernenti rispettivamente la riduzione del debito, l'efficienza e qualità della pubblica amministrazione, il sistema finanziario, il sistema fiscale, il mercato del lavoro ed, infine, la concorrenza. Ad esse è dedicato un apposito paragrafo della Nota, con l'indicazione delle azioni intraprese per attuarle.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede Pag. 27inoltre la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.
  Per quanto riguarda il contenuto proprio della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, l'articolo 10-bis della citata legge di contabilità stabilisce che essa deve contenere l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR.
  Con la Nota sono altresì aggiornati gli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea; l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale; il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale.
  La Nota da quindi conto di eventuali disegni di legge collegati.
  Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate, sulla base del predetto articolo 10-bis della legge di contabilità, le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali, nonché il Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale (Doc. LVII, n. 1-bis – Allegato II).
  Inoltre, secondo quanto previsto dal decreto-legge n. 35 del 2013, la Nota incorpora la Relazione sullo stato di attuazione dei pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni, contenente gli elementi informativi relativi allo stato dei pagamenti effettuati dalle amministrazioni pubbliche e alla ricognizione dello stock dei debiti ancora in essere, nonché alle iniziative da intraprendere al fine di completare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni maturati alla data del 31 dicembre 2012.
  Per quanto concerne l'indicazione dei disegni di legge collegati, nella Nota è data indicazione dei disegni di legge che, a completamento della manovra di bilancio 2014-2016, il Governo considera collegati alla decisione di bilancio. Si tratta, in particolare, di lavoro ed equità sociale; giustizia civile; green economy e lotta agli sprechi ambientali; sviluppo e semplificazioni; enti locali; interventi per il rilancio del settore agricolo e agroalimentare.
  Passando quindi al contenuto specifico della Nota 2013 essa, con riferimento al quadro macroeconomico, pur rilevando i primi segnali di una progressiva stabilizzazione del ciclo economico, presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso e per il 2014 rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2013, in considerazione dell'andamento recessivo dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. In dettaglio, per il 2013 la contrazione del PIL italiano è stimata in misura pari a -1,7 per cento, rispetto a -1,3 per cento precedentemente indicato dal DEF.
  Per gli anni successivi, la Nota indica invece una crescita dell'economia italiana superiore alle previsioni del DEF, che dovrebbe attestarsi, in media, all'1,8 per cento negli anni 2015-2017, in considerazione delle prospettive positive della domanda mondiale che prefigurano un recupero più accentuato nel medio periodo. Il documento evidenzia infatti come lo scenario macroeconomico internazionale mostri una ripresa graduale e differenziata tra le varie aree geografiche, sebbene, nel secondo trimestre dell'anno, il commercio e la produzione mondiale abbiano registrato un lieve rallentamento rispetto al primo trimestre.Pag. 28
  Il peggioramento delle stime di crescita per il 2013 è da porre in relazione alla fase recessiva che ha interessato l'economia italiana e che ha raggiunto la sua maggiore intensità nella parte finale del 2012. Secondo la Nota, il trascinamento negativo ereditato dall'anno precedente è pari ad 1 punto percentuale. L'economia italiana ha, peraltro, mantenuto un andamento recessivo anche nella prima parte dell'anno, con una contrazione del PIL nel primo trimestre del 2013 dello 0,6 per cento, ben superiore alle aspettative, poi attenuatasi nel trimestre successivo (-0,3 per cento).
  Nella Nota, il Governo ipotizza una stabilizzazione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre, dopo otto trimestri consecutivi di contrazione. Nel quarto trimestre, si prevede, infatti, che il PIL possa finalmente tornare a segnare un aumento, seppure moderato.
  Dopo la fase recessiva di questi ultimi anni, che ha comportato, per l'Italia, la perdita di oltre 8 punti percentuali di PIL, l'economia italiana, secondo la Nota, sembra pertanto avviata verso una ripresa, anche sulla base dei segnali favorevoli relativi al livello della produzione industriale, agli ordinativi e agli indicatori di fiducia, in particolare, delle famiglie, che prefigurano un miglioramento della domanda interna nei prossimi trimestri.
  Per il 2014, si confermano le prospettive favorevoli di ripresa dell'economia, già prefigurate nel DEF di aprile. Tuttavia, la previsione di crescita del PIL è rivista al ribasso, pari all'1,0 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF, principalmente per l'effetto di trascinamento negativo del 2013 sul 2014.
  Potrebbe tuttavia agire da freno alla ripresa la dinamica ancora negativa della concessione del credito al settore privato dell'economia, che rischia di attenuare gli effetti espansivi delle misure introdotte dai provvedimenti adottati dal Governo.
  Nonostante il mercato del credito sia ancora fragile, il Governo rileva al riguardo, nella Nota, come sembrino sussistere i presupposti per una sua graduale normalizzazione, anche in considerazione del miglioramento delle prospettive di crescita, che dovrebbe determinare un progressivo aumento della richiesta di prestiti da parte delle imprese e condizioni di credito più distese dovute alla minore percezione del rischio connesso all'attività d'impresa. Inoltre, sebbene la raccolta complessiva risulti ancora in contrazione, sembra essersi riavviato il funding di risorse finanziarie sui mercati esteri.
  Quanto al triennio 2015-2017, la Nota evidenzia un rafforzamento progressivo della dinamica del PIL.
  L'attività economica è prevista crescere a ritmi sostenuti, attestandosi su livelli medi intorno all'1,8 per cento (1,7 per cento nel 2015, 1,8 per cento nel 2016 e 1,9 per cento nel 2017), beneficiando, secondo il Governo, sia del miglioramento della domanda mondiale sia degli effetti positivi determinati delle riforme introdotte nelle ultime due legislature. La Nota specifica, al riguardo, che lo scenario presentato si fonda sulla prosecuzione dell'azione riformatrice del Governo. Sul punto viene inoltre precisato che la revisione verso l'alto delle previsioni di medio termine è stata effettuata sulla base di una attenta valutazione degli effetti delle riforme introdotte sino ad ora.
  Il peggioramento del quadro macroeconomico rispetto al quadro previsionale contenuto nel DEF 2013 di aprile – con un PIL che oltre a diminuire in termini reali decresce anche in termini nominali (come del resto già avvenuto nel 2012 rispetto al 2011) – si riflette sull'evoluzione della finanza pubblica.
  La Nota, nel rivedere al ribasso i dati di finanza pubblica riportati nel Documento di Economia e Finanza, conferma comunque, pur con alcuni slittamenti temporali degli obiettivi prefissati, il percorso di risanamento finanziario già stabilito nel Documento medesimo, che ha reso possibile, nella recente decisione europea del giugno di quest'anno, la chiusura della procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia.
  Nel 2013 l'indebitamento netto supererà di 0,2 punti il valore indicato ad aprile, a causa, precisa la Nota, di un andamento delle entrate che risentono del Pag. 29ribasso dell'andamento del prodotto: ciò in conseguenza delle politiche di consolidamento fiscale, la cui intensità ed adozione congiunta in una pluralità di economie tra loro interdipendenti hanno condotto ad una contrazione del livello di attività superiore alle attese. Può segnalarsi come, in particolare, il calo delle entrate rispetto alle previsioni risulti di circa 6,2 miliardi di euro (benché in quota PIL le stesse appaiano sostanzialmente stabili, a causa della concomitante caduta del PIL medesimo), ascrivibile prevalentemente al calo delle imposte indirette che, com’è noto, sono particolarmente reattive all'andamento del ciclo economico. Il peggioramento del dato sull'indebitamento si accentua nel 2014, mentre negli ultimi tre anni del periodo di previsione torna su valori coerenti, ed anzi lievemente migliori, rispetto alle stime DEF.
  Il suddetto calo si riflette anche sugli altri saldi dell'esercizio, con riferimento sia al saldo corrente, inferiore di 0,7 punti percentuali al dato DEF, sia, più lievemente (-0,1) al saldo primario; peraltro quest'ultimo saldo – che, rammenta, costituisce uno dei principali indicatori di sostenibilità del debito – negli anni successivi risente in misura più accentuata nuovo scenario macroeconomico riportato nella Nota, risultando mediamente inferiore alle stime DEF di circa 0,6 punti percentuali annui.
  Risultano invece in linea con le stime di aprile le spese (che, pertanto, a causa della caduta del prodotto interno lordo, risultano crescenti in rapporto al medesimo PIL), le quali anzi presentano una lieve diminuzione in termini nominali (dovuta in buona parte alla contrazione della previsione di spesa in conto capitale). Le spese correnti netto interessi si mantengono sul percorso di riduzione già indicato ad aprile, anche se su valori lievemente più elevati e questo, unitamente ad una previsione della spesa per interessi che dal 2015 risulta consistentemente più positiva rispetto alle previsioni di aprile, si riflette su un'evoluzione delle spese finali che al termine del periodo di previsione (2017) risulta inferiore di 0,7 punti percentuali di PIL rispetto a quanto iscritto nel DEF.
  In proposito, nella Nota si precisa come l'andamento così prefigurato della spesa per interessi ipotizza una riduzione degli spread di rendimento a dieci anni dei titoli di Stato italiani rispetto a quelli tedeschi a 200 punti base nel 2014, 150 nel 2015 e 100 nel 2016 e 2017, pur in presenza di un livello di debito che risulta più elevato – per tutto il periodo di previsione – rispetto ai valori indicati nel DEF.
  In merito ai profili di più diretta competenza della Commissione Finanze, per quanto riguarda innanzitutto la pressione fiscale, la Nota evidenzia come, dopo il consistente aumento, superiore a due punti percentuali di PIL, registrato nel 2012 rispetto all'anno precedente, essa dovrebbe attestarsi su livelli analoghi a quelli già stimati nel DEF, posizionandosi al 44,3 per cento del PIL nel 2013 (44,4 nel DEF) diminuendo poi progressivamente di circa lo 0,1 per cento in ciascuno degli anni successivi, fino a posizionarsi al 43,7 per cento nel 2017.
  Per quanto riguarda le riforme in agenda in campo fiscale e finanziario, la Nota evidenzia come il Governo si ponga un triplice obiettivo: sostenere la domanda, rivedere la composizione della tassazione e redistribuire il carico fiscale.
  In materia di tassazione del lavoro, il Governo intende portare avanti azioni per ridurre il cosiddetto «cuneo fiscale» utilizzando le risorse derivanti dalla lotta all'evasione, dalla razionalizzazione degli incentivi alle imprese e dall'efficientamento della spesa pubblica.
  In ordine alla rivisitazione dell'imposizione immobiliare, il Governo rammenta che l'eliminazione della prima rata dell'IMU 2013 ad opera del decreto-legge n. 102 del 2013 (rata in un primo tempo sospesa con il decreto-legge n. 54 del 2013) costituisce un segnale verso la complessiva riforma della tassa, in un ottica di maggiore equità che elimini le penalizzazione per le fasce più deboli, come anche raccomandato in sede internazionale. Il passaggio dall'IMU alla «service tax» consentirà la tassazione dei consumi oltre che Pag. 30del possesso, con applicazione non solo al proprietario ma anche al locatario dell'immobile limitatamente alla componente di utilizzo del bene. Si intende anche restituire ai comuni la base immobiliare propria territoriale e conferire loro la piena facoltà di rimodulare agevolazioni e aliquote, all'interno di un massimale nazionale.
  Sotto il profilo del sostegno alle imprese, nella Nota si sottolinea come l'Italia abbia «oggi una condizione di favore fiscale per assumere i giovani che non ha pari in Europa»: accanto alle agevolazioni IRAP sul costo del lavoro, rientrano nel novero di tali misure il credito d'imposta per nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno; le forme di tassazione agevolata dei cosiddetti «nuovi minimi», per sostenere l'iniziativa imprenditoriale da parte dei giovani e di chi ha perso il lavoro; il credito d'imposta per le nuove assunzioni di profili altamente qualificati, esteso alle assunzioni nelle start-up innovative. Si intende inoltre perseguire l'obiettivo di estendere l'incentivo fiscale sul nuovo capitale proprio introdotto con l'Aiuto alla crescita economica (ACE) ad altri aspetti.
  Il Governo intende altresì favorire i canali di finanziamento alternativi a quello bancario e l'apertura al mercato dei capitali (cambiali finanziarie e project bond), in particolare favorendo ulteriormente l'emissione di obbligazioni da parte delle imprese. Al riguardo ricorda che è in corso di svolgimento presso la Commissione finanze della Camera dei deputati un'indagine conoscitiva relativa agli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita, anche alla luce delle più recenti esperienze internazionali.
  Il sostegno alla creazione e allo sviluppo di micro-piccole imprese potrà inoltre realizzarsi con mutui agevolati per gli investimenti, a tasso zero. Per favorire il sostegno a programmi e strategie di sviluppo e innovazione delle PMI, il Governo potrà attivare un fondo d'investimento per operazioni di venture capital.
  Nella nota di aggiornamento al DEF il Governo esprime inoltre l'intento di promuovere le misure di defiscalizzazione delle grandi opere per allargare la platea delle opere eleggibili, abbassando ulteriormente la soglia agli interventi, originariamente fissata a 500 milioni di euro e abbassata a 200 milioni di euro dal decreto-legge n. 69 del 2013 (cosiddetto decreto-legge «del fare»).
  Al riguardo, ricorda che ulteriori misure di defiscalizzazione sono contenute nella legge di stabilità 2012. In particolare, per favorire la realizzazione di nuove infrastrutture con contratti di partenariato pubblico privato, le società di progetto o i soggetti interessati (anche concessionari) possono compensare l'ammontare dovuto per specifiche imposte, in via totale o parziale, con le somme da versare al concessionario a titolo di contributo pubblico a fondo perduto per la realizzazione dell'infrastruttura.
  In ordine alle riforme di carattere fiscale, la Nota segnala come sia stato approvato dall'Assemblea della Camera dei deputati, dopo l'esame in sede referente da parte della Commissione Finanze, il testo unificato delle proposte di legge recanti la delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (C. 282 ed abbinate).
  In estrema sintesi, il testo approvato affronta le seguenti tematiche: i principi generali e le procedure di delega; la revisione del catasto dei fabbricati e la lotta ad evasione ed erosione fiscale; la disciplina dell'abuso del diritto e dell'elusione fiscale; il tutoraggio, la semplificazione fiscale e la revisione del sistema sanzionatorio; la revisione del contenzioso e della riscossione degli enti locali; la revisione dell'imposizione sui redditi di impresa e la previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; la razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e di imposte indirette e in materia di giochi pubblici; la delega ad introdurre nuove forme di fiscalità ambientale.
  Al riguardo, il Governo sottolinea, tra l'altro, l'intento di utilizzare i progressi sul fronte dell'emersione degli imponibili per finanziare sgravi rivolti alla generalità dei Pag. 31contribuenti, in particolare a coloro che oggi assolvono pienamente i loro obblighi. Si tratterebbe, secondo la Nota, di un significativo passo avanti per migliorare l'equità del sistema e conseguire forti guadagni in termini di efficienza.
  Segnala, inoltre, come già accennato in precedenza, che alla Nota è allegato, per la prima volta, un «Rapporto concernente i risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione fiscale» (Allegato II al Doc. LVII, n. 1-bis). Il Rapporto è presentato in ottemperanza a quanto stabilito dall'articolo 1, comma 299, della legge di stabilità 2013 (legge n. 228 del 2012), il quale, nell'introdurre il comma 36.1 all'articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2011, ha previsto che, in allegato alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il Ministro dell'economia e delle finanze presenta annualmente un rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale. Il Rapporto indica, altresì, le strategie per il contrasto dell'evasione fiscale, le aggiorna e confronta i risultati con gli obiettivi, evidenziando, ove possibile, il recupero di gettito fiscale attribuibile alla maggiore propensione all'adempimento da parte dei contribuenti.
  Già il Documento di economia e finanza 2013 (Doc. LVII, n. 1), trasmesso al Parlamento l'11 aprile 2013, aveva anticipato i dati sulle entrate strutturali ed effettivamente incassate nel 2012 derivanti dall'attività di contrasto all'evasione fiscale, che sono risultate pari a 12,5 miliardi, denotando una lieve flessione rispetto al dato relativo al 2011 (12,7 miliardi).
  Il Rapporto è articolato in quattro capitoli.
  Nel capitolo 1, dopo aver ricordato le attività di studio effettuate dall'ISTAT nello stimare la quota di PIL e di occupazione attribuibili alla parte di «economia sommersa», poi utilizzate nel 2011 dalla Commissione presieduta dal Presidente pro-tempore dell'ISTAT, Giovannini, per la nota relazione finale su «Economia non osservata e flussi finanziari», e dopo aver evidenziato come la lotta all'evasione fiscale risulti uno dei punti significativi della proposta di legge delega sulla riforma fiscale approvata in prima lettura nei giorni scorsi dalla Camera dei deputati, il Rapporto illustra alcune analisi strutturali del cosiddetto tax gap (cioè della differenza tra quanto lo Stato effettivamente incassa tramite i tributi e quello che avrebbe potuto incassare in caso di corretto adempimento fiscale) relativamente all'IRAP e all'IVA.
  Il capitolo 2 analizza i risultati 2012 dell'attività di contrasto all'evasione fiscale. Al riguardo il Rapporto imputa la leggera flessione delle entrate (da 12,7 miliardi del 2011 a 12,5 miliardi nel 2012) al fatto che il decreto-legge n. 16 del 2012 ha previsto una maggior flessibilità della rateizzazione dei debiti tributari, determinando uno slittamento agli anni successivi di parte della quota relativa al 2012.
  Il Rapporto evidenzia tuttavia un risultato positivo rispetto all'obiettivo fissato (10 miliardi) dalla Convenzione che regola i rapporti tra Ministero e Agenzia delle entrate in attuazione degli atti di indirizzo ministeriali.
  Osservando l'evoluzione storica, il Rapporto segnala come la riscossione complessiva da attività di accertamento e controllo sia passata dai 4,3 miliardi del 2006, ai 9,1 miliardi del 2009, fino a stabilizzarsi al 12,5-12,7 miliardi dell'ultimo biennio 2011-2012.
  Con riferimento alle tipologie di controllo, evidenzia che 7,2 miliardi riguardano le attività di accertamento e controllo «formale» e 5,3 miliardi le attività di liquidazione delle imposte.
  Limitando l'analisi alle sole entrate erariali derivanti dalla lotta all'evasione (quindi escludendo l'IRAP e le entrate locali), nel 2012 si registrano entrate pari a 10,2 miliardi, con un leggero incremento rispetto al 2011 (10,1 miliardi). Nel 2006 tali entrate risultavano pari a 2,7 miliardi.
  Il Rapporto analizza quindi i risultati delle attività di contrasto effettuate dall'Agenzia delle entrate, dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli e dalla Guardia di finanza.Pag. 32
  Per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate sono stati effettuati 741.331 accertamenti per una maggiore imposta complessivamente accertata (MIA) pari a 28,6 miliardi, rispetto ai 13,1 miliardi del 2006. In tale dato non sono compresi i controlli «formali» delle dichiarazioni, che nel 2012 sono stati circa 950.000 ed hanno interessato soprattutto il controllo delle deduzioni e delle detrazioni.
  L'attività di controllo è definita da un'analisi della distribuzione del rischio di evasione nelle varie realtà territoriali, con una selezione delle posizioni contraddistinte da consistente ed effettiva evasione, riferita alle singole macrotipologie di contribuenti, per ciascuna delle quali sono state realizzate attività operative differenziate.
  Gli accertamenti a fini delle imposte dirette, IVA e IRAP sono stati 343.652 (che hanno accertato maggiore imposta per 27,7 miliardi), quelli relativi alle imposte indirette 339.646 e quelli riferiti alle imposte di registro e similari 58.033.
  In relazione agli accertamenti riferiti a imposte dirette, IVA e IRAP, sottolinea come la maggior parte dei controlli (173.387) hanno riguardato le imprese di piccole dimensioni e i professionisti, con una MIA pari a 13,4 miliardi e un valore mediano della MIA di 14.000 euro.
  I grandi contribuenti sono stati oggetto di 3.011 accertamenti (di cui 1.671 definiti con adesione), per una MIA di circa 5 miliardi (di cui 1,3 miliardi di maggior imposta definita) e un valore mediano della MIA pari a 121.000 euro.
  Analogamente, le imprese di medie dimensioni sono state oggetto di 15.211 accertamenti (di cui 8.346 definiti con adesione), per una MIA di circa 5,8 miliardi (di cui solo 657 milioni di maggiore imposta definita) e un valore mediano della MIA pari a 37.000 euro.
  Nei confronti dei titolari di reddito d'impresa, arti e professioni sono stati effettuati 146.968 accertamenti, per una MIA complessiva pari a 13,4 miliardi e un valore mediano della MIA pari a 15.000 euro.
  Da ultimo, gli accertamenti relativi alla determinazione sintetica dell'IRPEF sono stati 37.166 (di cui 14.512 definiti con adesione), per una MIA pari a 625 milioni di cui 122 milioni di maggiore imposta definita.
  Nel 2012 sono stati altresì eseguiti 13.246 accertamenti con l'ausilio di indagini finanziarie: si tratta di un incremento del 12 per cento rispetto all'attività del 2011 e del 20 per cento rispetto all'obiettivo fissato.
  Dei 741.331 controlli eseguiti nel 2012 ben 701.815 risultano positivi (95 per cento). Tale dato percentuale raggiunge il 99 per cento nei confronti di grandi contribuenti e medie imprese.
  Complessivamente gli accertamenti definiti con adesione sono stati 245.366, con una corresponsione di maggiore imposta pari a 5,2 miliardi.
  Il Rapporto sottolinea come, analizzando i dati del contenzioso, sia possibile valutare la pretesa tributaria scaturente dall'attività di controllo. Nel 2012 sono stati presentati 124.828 ricorsi di fronte alle Commissioni tributarie provinciali e 38.880 di fronte alle Commissioni regionali, con una riduzione, rispettivamente del 27 e del 23 per cento rispetto al 2011. Ciò è dovuto anche agli effetti di istituti definiti nel corso dell'anno, quali la definizione agevolata delle liti minori e la mediazione obbligatoria per le controversie di valore non superiore a 20.000 euro.
  Il numero dei controlli effettuati nel 2012 dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli è stato pari 1.431.876, in linea con il dato del 2011 e con quello programmato. Sono stati accertati maggiori diritti per 1,7 miliardi (nel 2011 1,3 miliardi) a fronte di maggiori diritti riscossi per 324 milioni. Escludendo i controlli relativi allo sdoganamento, nel 2012 sono stati effettuati 289.080 controlli «a posteriori».
  Dei maggiori diritti accertati (1,7 miliardi) ben 987 milioni riguardano le verifiche sull'IVA intracomunitaria.
  Nel 2012 l'Agenzia delle dogane e dei monopoli ha dedicato particolare attenzione alla prevenzione e repressione del Pag. 33fenomeno fraudolento della sottofatturazione, cioè di quella forma di contrabbando attuata con dichiarazione – al momento dell'importazione – di un valore imponibile non veritiero: al riguardo sono stati effettuati 10.821 controlli, con un aumento della positività rispetto al 2011.
  Sono stati altresì effettuati 42.675 controlli sulle accise (con un tasso di positività del 48,7 per cento), con particolare attenzione al settore del fotovoltaico e all'utilizzo di carburanti «agevolati» nella navigazione marittima.
  La Guardia di finanza ha eseguito 650.000 controlli strumentali (su scontrini, ricevute fiscali), nonché 101.484 verifiche e controlli ordinari, individuando 56 miliardi di basi imponibili non dichiarate a fini delle imposte dirette, 4,1 miliardi all'IVA e 33 miliardi di basi imponibili IRAP. È risultato in crescita il numero degli evasori totali, spassato ai 7.493 del 2011 a 8.617 nel 2012, con maggior base imponibile ai fini delle imposte dirette per 34,5 miliardi a fronte di 20,1 miliardi dell'anno precedente. La maggior parte degli evasori totali è stata scoperta nel corso dei controlli dei contribuenti di minori dimensioni e riguardano in particolare i settori del commercio e delle costruzioni. Sono stati altresì scoperti 30.070 lavoratori irregolari o in nero.
  Nella lotta all'evasione fiscale internazionale la Guardia di finanza ha scoperto circa 17 miliardi di imponibile non dichiarato.
  Il capitolo 3 del Rapporto concerne le strategie di contrasto all'evasione fiscale, come indicate nell'Atto di indirizzo del Ministro del Ministro dell'economia e delle finanze e nella circolare dell'Agenzia delle entrate n. 25/E del 31 luglio 2013 in materia di «Prevenzione e contrasto dell'evasione».
  Al riguardo evidenzia il rilevo fondamentale della valutazione del rischio di evasione e/o elusione riferita a ciascuna macrotipologia di contribuenti, con conseguente necessità di una selezione efficace delle posizioni soggettive da sottoporre a controllo, individuando quelle caratterizzate da maggior grado di rischio ed evitando di perseguire situazioni di scarsa rilevanza o mere violazioni di carattere formale.
  Secondo il Rapporto è necessario un miglioramento qualitativo dei controlli, grazie ad un'adeguata attività istruttoria, svolta anche in contraddittorio con il contribuente, in modo di definire non solo la pretesa tributaria e riscuotere le somme dovute in tempi più rapidi ma, soprattutto, dissuadere i contribuenti da comportamenti fiscalmente non corretti, interrompendo condotte illecite di frode fiscale. Pertanto, l'azione di prevenzione e contrasto all'evasione fiscale, oltre al recupero delle somme evase, è volta a conseguire un progressivo incremento dell'adempimento spontaneo (cosiddetta tax compliance).
  Ritiene fondamentale mantenere e sviluppare in maniera strutturata i rapporti di collaborazione e coordinamento, oltre che con la Guardia di finanza, anche con altri enti che svolgono attività ispettiva che possa produrre o innescare attività accertative da parte degli uffici dell'Agenzia delle entrate, in particolare l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, l'INPS, la SIAE e i comuni.
  Il Rapporto provvede, quindi, ad illustrare le novità legislative, soprattutto di carattere procedurale, relative alla determinazione sintetica del reddito, come definita dal nuovo «Redditometro».
  Il capitolo 4 del Rapporto, dopo aver ricordato che i principali orientamenti a livello internazionale indicano come scopo principale delle autorità fiscali quello di indurre una maggiore adempimento spontaneo nei contribuenti, attraverso l'utilizzo di talune leve, quali l'attività di prevenzione e contrasto all'evasione, a cui si associano quelle relative alla semplificazione degli adempimenti, il miglioramento dell'offerta di servizi fiscali sempre più orientati all'utente, illustra, in maniera assai tecnica, anche attraverso una serie di tabelle, i risultati di alcuni studi che, adottando tecniche differenti, cercano di stimare l'effetto deterrente esercitato dall'attività Pag. 34di prevenzione e contrasto posta in essere dall'Amministrazione fiscale italiana.
  Essi riguardano, in particolare: le principali evidenze a livello macro (paragrafo 4.1); l'effetto deterrente dei cosiddetti blitz, cioè la verifica di eventuali violazioni all'obbligo di emettere scontrini effettuate in famose località di villeggiatura (paragrafo 4.2); gli studi a livello micro (paragrafo 4.3); la compensazione dei crediti IVA (paragrafo 4.4); gli studi micro sull'effetto di deterrenza degli accertamenti (paragrafo 4.5).
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del documento, ricordando che il parere su di esso dovrà essere espresso entro la giornata di martedì 8 ottobre prossimo.

  La seduta termina alle 9.30.

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