CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 settembre 2012
710.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 settembre 2012. — Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

  La seduta comincia alle 9.20.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011.
Doc. LXXXVII, n. 5.
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 maggio 2012.

  Mario PESCANTE, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 17 maggio 2012 si è concluso l'esame preliminare sul provvedimento.
  Invita quindi il relatore, onorevole FUCCI, a formulare una proposta di relazione per l'Assemblea avente ad oggetto la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011.

  Benedetto Francesco FUCCI (PdL), relatore, formula una proposta di relazione per l'Assemblea (vedi allegato), che auspica possa ricevere consenso unanime da parte della Commissione.

  Nunziante CONSIGLIO (LNP) ringrazia il collega Fucci per la sua bozza di relazione, che pone in evidenza, in modo netto e senza reticenze, le gravi lacune della Relazione consuntiva del Governo. Il documento esaminato tradisce infatti la logica con la quale la XIV Commissione aveva deciso di sdoppiare la Relazione annuale del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'UE in due distinti documenti con contenuti e finalità complementari. La logica era quella di rendere la Relazione consuntiva uno strumento per verificare in Parlamento, in modo sistematico, l'azione del Governo in materia europea e la sua corrispondenza agli indirizzi della Camere.
  Ed invece la Relazione relativa al 2011 non dà adeguatamente e specificamente conto del seguito dato dal Governo agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea.Pag. 148
  Come giustamente ricordato dal collega Fucci, la mancata indicazione del seguito dato agli indirizzo delle Camere non consente inoltre la verifica del puntuale adempimento dell'obbligo – posto in capo al Governo dall'articolo 4-bis della legge n. 11 del 2005 – di assicurare che la posizione rappresentata dall'Italia in sede europea tenga conto degli indirizzi definiti dalle Camere. Si tratta di un inadempimento di particolare gravità che, in buona parte, rende vano il crescente intervento del Parlamento nella fase di formazione della normativa e delle politiche dell'UE.
  Viene così confermata la scarsa attenzione di questo Governo per il Parlamento e, in generale, per la volontà degli elettori. Una scarsa attenzione che non soltanto abbiamo verificato nei rapporti quotidiani tra i vari esponenti del Governo e gli organi parlamentari ma che è emerso, in modo imbarazzante, in una nota intervista del Presidente Monti ad un giornale tedesco nello scorso agosto. In quella occasione il Presidente Monti ha espresso quasi stupore per il fatto che alcuni Governi, legittimati a differenza del suo dagli elettori, si attenessero alle indicazioni di rispettivi Parlamenti.
  La replica indignata di tutte le forze politiche tedesche e del Presidente del Bundestag ha confermato quanto la Lega ha sostenuto sin dal momento dell'insediamento di questo Governo. In sostanza, la Relazione che stiamo esaminando è il frutto di questa visione tecnocratica e antidemocratica, che considera le funzioni di indirizzo e controllo un ostacolo alle decisioni dettate dai mercati e dagli interessi di settore. Si tratta di una situazione che non è più tollerabile, anche in considerazione delle ulteriori fortissime cessioni di sovranità nazionali che le iniziative in corso a livello europeo sembrano prospettate in materia economica e fiscale.
  Non comprendiamo per quali ragioni al Parlamento italiano non debbano essere riconosciute prerogative analoghe a quello tedesco che ha oramai il potere di opporsi all'adesione dei rispettivi governi in merito a decisioni dell'UE di particolare importanza e delicatezza.
  Sebbene avremmo preferito toni ancora più perentori, riteniamo che la relazione del collega Fucci abbia il merito di evidenziare questi aspetti problematici.
  Preannuncia in ogni caso, a nome del suo gruppo, un voto contrario, riservandosi di valutare la presentazione di una risoluzione in Assemblea.

  Enrico FARINONE (PD), rilevato che il suo gruppo potrà intervenire più puntualmente in sede di esame della Relazione in Assemblea, sottolinea la pretestuosità dell'intervento dell'onorevole Consiglio, soprattutto nei confronti dell'attuale Governo: ricorda infatti che la Relazione in esame è riferita all'anno 2011, e che il Governo Monti è entrato in carica a metà novembre dello stesso anno.
  Osserva come certamente vi siano ancora diversi nodi da sciogliere dal punto di vista del ruolo del Parlamento nelle dinamiche europee ma sottolinea come l'approvazione – che spera possa avvenire in tempi ravvicinati – della riforma della legge n. 11 del 2005 potrà risolvere, almeno in parte, le problematiche sulle quali la XIV Commissione si concentra sin dall'inizio della legislatura, testimoniate dal fatto che l'approvazione della legge comunitaria per l'anno 2012 avviene solo alla fine dell'anno, e che la legge comunitaria per il 2011 è ancora all'esame del Senato.

  Nicola FORMICHELLA (PdL) sottolinea a sua volta l'importanza della riforma della legge n. 11 del 2005, che consentirà a Parlamento e Governo di intervenire con decisioni più rapide e tempestive, soprattutto nella fase di formazione della normativa e delle politiche dell'UE.

  Nunziante CONSIGLIO (LNP) ricorda che il suo gruppo ha condiviso e contribuito all'approvazione, alla Camera, del progetto di riforma della legge n. 11 del 2005; altro discorso merita la Relazione consuntiva, rispetto alla quale ciò che appare preoccupante è che Governo e Parlamento non abbiano dato puntuale adempimento dell'obbligo – posto in capo Pag. 149al Governo proprio dall'articolo 4-bis della legge n. 11 del 2005 – di assicurare che la posizione rappresentata dall'Italia in sede europea tenga conto degli indirizzi definiti dalle Camere.

   Mario PESCANTE, presidente, ricorda che il progetto di riforma della legge n. 11 del 2005 è ormai da diciotto mesi all'esame del Senato.

  Isidoro GOTTARDO (PdL) rileva come l'attuale situazione meriti parole franche, con le quali ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità. I ritardi nell’iter di approvazione della riforma della legge n. 11 del 2005 sono innanzitutto testimonianza del protagonismo di alcuni parlamentari rispetto ad un lavoro complesso, svolto collegialmente. È infatti noto come, al Senato, l'esame del provvedimento sia stato di fatto bloccato dall'opposizione di un singolo senatore, a dimostrazione del fatto che spesso le difficoltà nascono all'interno dei gruppi parlamentari.
  Anche la legge comunitaria per il 2001 si è arenata, a causa di una disposizione sulla responsabilità civile dei magistrati, che pure appare giustificata da una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Queste dinamiche sono guidate dall'idea che il Parlamento possa legiferare solo se vi è nella società un accordo tra le parti, solo se c’è il via libera di chi organizza il consenso nella società. Sulla base di questo criterio nemmeno avrebbe dovuto essere affrontato il tema della caccia, che dal 1976 vede lo scontro tra posizioni contrapposte. Se, dunque, l'Italia è in cima alle classifiche per numero di procedure di infrazione, è anche a causa dell'incapacità politica delle Camere, che tendono a rinviare tutto ciò che non è facilmente risolvibile. Si può certo criticare il Governo ma bisogna anche assumersi le proprie responsabilità e riconoscere le inadempienze provocate dalla grave inerzia di questo o di quel ramo del Parlamento. In tal senso intende esprimere particolare apprezzamento per il grande lavoro svolto dal Ministro per gli affari europei Moavero; ritiene non debba affatto essere facile, in sede europea, dover rispondere che il nostro sistema istituzionale, per inerzia del Parlamento, non si è ancora adeguato alle novità introdotte dal trattato di Lisbona.
  Auspica che nella proposta di relazione si abbia il coraggio di introdurre necessari elementi di autocritica.

  Mario PESCANTE, presidente, ritiene che in sede di dibattito sulla Relazione consuntiva in Assemblea le diverse posizioni potranno essere opportunamente espresse.

  Benedetto Francesco FUCCI (PdL), relatore, si riserva di trasmettere quanto prima a tutti i rappresentanti dei gruppi una bozza di risoluzione da presentare in Aula all'esito del dibattito, nella quale terrà senz'altro conto dei diversi orientamenti emersi nel corso dell'esame in Commissione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione per l'Assemblea formulata dal relatore.

  Mario PESCANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Sui lavori della Commissione.

  Nicola FORMICHELLA (PdL) ricorda che nella seduta svoltasi ieri del Comitato permanente per l'esame dei progetti di atti dell'UE, si era riservato di segnalare ulteriori atti dell'Unione europea meritevoli di esame, oltre a quelli già individuati dal Comitato medesimo. Richiama in particolare la proposta di Direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda Pag. 150il trattamento dei buoni («voucher») (COM(2012)206 definitivo).

  Mario PESCANTE, presidente, osserva come l'Ufficio di Presidenza della Commissione, in sede di valutazione della proposta formulata dal Comitato presieduto dall'onorevole Gozi, potrà considerare l'opportunità di procedere all'esame anche di tale proposta.

  La seduta termina alle 9.50.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO PERMANENTE PER L'ESAME DEI PROGETTI DI ATTI DELL'UE

Comunicazioni del Presidente.

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