CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 11 luglio 2012
680.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 67/2012, recante disposizioni urgenti per il rinnovo dei Comitati e del Consiglio generale degli italiani all'estero (C. 5287 Governo).

EMENDAMENTO RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

ART. 1.

  Sopprimerlo.
Dis. 1.1. Evangelisti.

EMENDAMENTI RIFERITI AL DECRETO-LEGGE

ART. 1.

  Sostituire il comma 1 con il seguente:
  1. La legge 6 novembre 1989, n. 368, è abrogata.

  Conseguentemente, nel titolo del decreto-legge, sopprimere le parole: e del Consiglio generale.
1. 1. Evangelisti.
(Inammissibile)

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: e, conseguentemente, del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE).

  Conseguentemente, al medesimo comma 1, al terzo periodo, sostituire le parole: entro sei mesi, con le seguenti: entro due mesi.
  Conseguentemente, nel titolo del decreto-legge, sopprimere le parole: e del Consiglio generale.
1. 2. Evangelisti.

  Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: e, conseguentemente, del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE).

  Conseguentemente, nel titolo del decreto-legge, sopprimere le parole: e del Consiglio generale.
1. 3. Evangelisti.

  Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole: entro la fine dell'anno 2014 con le seguenti: contemporaneamente alle elezioni politiche, in modo da garantire che il relativo onere non superi il tetto di spesa indicato al comma 3.

  Conseguentemente al comma 3, sostituire le parole: per l'anno 2014 con le seguenti: per l'anno 2013.
1. 4. Picchi.

  Al comma 1, sostituire dalle parole: sono stabilite le modalità di votazione e scrutinio nei seggi costituiti presso la sede Pag. 136dell'ufficio consolare e fino alla fine del comma, con le seguenti: sono stabilite le modalità di votazione per corrispondenza mediante richiesta da avanzare al consolato di riferimento e la preiscrizione in un apposito registro dei richiedenti l'esercizio del voto con tale modalità. All'atto della preiscrizione, l'interessato può dichiarare la sua volontà di votare mediante tecnologia elettronica appositamente certificata, nel rispetto dei principi di personalità e segretezza del voto.
1. 5. Narducci, Bucchino, Gianni Farina, Fedi, Garavini, Porta.

  Dopo il comma 2, inserire il seguente:
  2-bis All'articolo 1 della legge 6 novembre 1989, n. 368, modificata dalla legge 18 giugno 1998, n. 198, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) il comma 1 è sostituito dal seguente:
  «1. Il CGIE è composto da sessantacinque membri in rappresentanza delle comunità italiane all'estero.»;

   b) il comma 5 è abrogato.
1. 6. Picchi.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 2, inserire il seguente:
  2-bis. All'articolo 15 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 3, le parole: «cento» e «duecento» sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: «duecento» e «quattrocento»;
   b) dopo il comma 3 è inserito il seguente:
  3-bis In deroga a quanto disposto dal comma 3, nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o movimenti politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all'inizio della legislatura in corso alla data di indizione delle elezioni dei Comitati. Nessuna sottoscrizione è altresì richiesta per i partiti o movimenti politici che hanno conseguito almeno tre seggi in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento europeo. In tali casi, la presentazione della lista deve essere sottoscritta dal presidente o dal segretario del partito o movimento politico ovvero da un loro rappresentante appositamente designato in ciascun ufficio elettorale istituito presso gli uffici consolari. La designazione dei rappresentanti comprende anche il mandato di sottoscrivere la dichiarazione di presentazione delle liste. Nessuna sottoscrizione è altresì richiesta per i partiti o movimenti politici rappresentativi di minoranze linguistiche che hanno conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per la Camera dei deputati.
1. 7. Picchi.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 1, inserire il seguente:
  2-bis. All'articolo 1 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, sono apportate le seguenti modificazioni:
   a) al comma 1 dopo le parole: «In ogni circoscrizione consolare» sono inserite le seguenti: «, intesa come area geografica di cui è competente una cancelleria consolare, un consolato, un vice consolato o un'agenzia consolare»;
   b) le parole: «tremila cittadini» sono sostituite dalle parole «diecimila cittadini».

  Conseguentemente il comma 3 è abrogato.
1. 8. Picchi.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 2 inserire il seguente:
  2-bis. 1. L'articolo 21 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, è sostituito dal seguente:
  «Art. 21. – (Ripartizione dei seggi). 1. Alla lista che ha riportato il maggiore Pag. 137numero di voti è attribuito almeno il 60 per cento dei seggi assegnati al Comitato, qualora abbia raggiunto una percentuale inferiore, con arrotondamento all'unità superiore qualora il numero dei consiglieri da assegnare alla lista contenga una cifra decimale superiore a 50 centesimi. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. A tale fine si divide la cifra elettorale di ciascuna lista successivamente per 1, 2, 3, 4,... sino a concorrenza del numero dei seggi da assegnare e quindi si scelgono, tra i quozienti così ottenuti, i più alti, in numero eguale a quello dei seggi da assegnare, disponendoli in una graduatoria decrescente. Ciascuna lista ottiene tanti seggi quanti sono i quozienti ad essa appartenenti compresi nella graduatoria. A parità di quoziente, nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest'ultima, per sorteggio.
  2. Nell'ambito di ogni lista i candidati sono proclamati eletti consiglieri secondo l'ordine delle rispettive cifre individuali, costituite dalla cifra di lista aumentata dei voti di preferenza. A parità di cifra, sono proclamati eletti i candidati che precedono nell'ordine di lista.
  3. In caso di parità di voti tra liste, le disposizioni del comma 1 si applicano alla lista il cui consigliere ha ottenuto la più alta cifra individuale. In caso di ulteriore parità tra questi le disposizioni di cui al comma 1 si applicano alla lista con il consigliere più anziano di età tra quelli che hanno conseguito la cifra individuale più elevata.
  4. Il presidente del Comitato è eletto tra i consiglieri della lista che ha riportato più voti».
1. 9. Picchi.
(Inammissibile)

  Dopo il comma 2 inserire il seguente:
  2-bis. L'articolo 23 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, è abrogato.
1. 10. Picchi.
(Inammissibile)

  Sostituire il comma 3-bis con il seguente:
  3-bis. I risparmi di spesa, pari a 6.700.000 euro per l'anno 2012, derivanti dal rinvio delle elezioni per il rinnovo dei Comitati e del Consiglio generale degli italiani all'estero, sono destinati:
   a) per un ammontare pari a 3.800.000 di euro per l'anno 2012 in favore degli interventi per il sostegno degli enti gestori del corsi di lingua e cultura italiane all'estero;
   b) per un ammontare pari a 3.139.000 euro per l'anno 2012 al rifinanziamento delle attività di assistenza, diretta e indiretta, degli italiani residenti all'estero in condizioni di indigenza;
   c) per un ammontare pari a 561.000 euro per l'anno 2012 al funzionamento dei COMITES e del CGIE.
1. 11. Porta, Bucchino, Gianni Farina, Fedi, Garavini, Narducci.

Pag. 138

ALLEGATO 2

D.L. 83/2012: Misure urgenti per la crescita del Paese (C. 5312 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge n. 5312 di conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese;
   rilevato che le disposizioni in materia di «amministrazione aperta» potranno contribuire ad accrescere la trasparenza anche delle rete diplomatica e consolare, con particolare riferimento ai servizi per le comunità italiane all'estero;
   ribadita la priorità di rafforzare la promozione all'estero dell'imprenditoria italiana attraverso la razionalizzazione delle istituzioni che la sostengono, destinando il relativo personale prevalentemente alle attività all'estero e limitando al minimo indispensabile le dotazioni organiche aventi sede interna;
   valutato positivamente, alla luce del progressivo assorbimento delle sedi estere dell'ENIT in quelle del Ministero degli affari esteri, l'inserimento nel Consiglio d'amministrazione dell'Ente di un rappresentante del Ministero stesso;
   segnalata l'importanza di sostenere la rete della ristorazione italiana di qualità all'estero tra gli obiettivi prioritari della nuova Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane;
   osservato che le risorse rivenienti dalle percezioni consolari potrebbero essere utilmente impiegate per incentivare i flussi imprenditoriali e turistici e sviluppare le relazioni economiche internazionali,
   esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti osservazioni:
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di prevedere forme di sostegno alla rete della ristorazione italiana di qualità all'estero, nell'ambito del rafforzamento del sistema agro-alimentare;
   valutino le Commissioni di merito l'opportunità di destinare almeno in parte gli introiti rivenienti dalle percezioni consolari al potenziamento degli uffici della rete estera, con particolare riferimento alle strutture impegnate nella promozione economica, imprenditoriale e turistica.

Pag. 139

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-07047 Tempestini: Sulle minacce a Padre Solalinde in relazione alla situazione dei diritti umani in Messico.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come noto, Padre Alejandro Solalinde – sentito in Parlamento il 5 giugno scorso nel corsi di un incontro informale presso la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato – è coordinatore di un Centro pastorale cattolico di cura per i migranti nel sud ovest del Messico e direttore di un rifugio per migranti nella municipalità di Ixtepec, ente che fornisce assistenza umanitaria, ma anche legale, alle popolazioni migranti che transitano in Messico. Si tratta di persone che normalmente vivono sotto scacco dei cartelli dei narcos presenti nella regione e che, oltre ai traffici di esseri umani, gestiscono anche (fra gli altri) il commercio illegale di armi e di sostanze stupefacenti.
  Padre Solalinde è da anni impegnato nell'avversare l'attività dei cartelli dei narcos e le eventuali connivenze con questi ultimi, denunciando i responsabili delle attività illegali alle Autorità messicane competenti e ricevendo, per questo, innumerevoli minacce.
  Per questa ragione e per i perduranti rischi alla sua incolumità, la Commissione interamericana dei diritti umani si è pronunciata nel 2010 nei confronti delle Autorità messicane, affinché prendessero tutte le misure necessarie per proteggere Padre Solalinde e gli altri operatori del rifugio, a causa di precedenti atti d'intimidazione di cui sono stati oggetto in seguito alla loro azione in difesa dei diritti dei migranti.
  Pertanto Padre Solalinde vive attualmente sotto scorta, garantitagli sia durante la sua permanenza a Ciudad Ixtepec sia per qualsiasi spostamento all'interno del territorio messicano.
  Il Governo italiano sostiene con determinazione la tutela dei difensori dei diritti umani, la cui protezione può annoverare fra i suoi principali strumenti di riferimento internazionali la «Dichiarazione sul diritto e la responsabilità di singoli, gruppi e organi della società per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali universalmente riconosciuti», adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 53/144 del 9 dicembre 1998. L'azione del Governo in materia si è quindi esplicata anche in sede UE dove abbiamo convintamente partecipato alla definizione e all'adozione delle «Linee Guida dell'UE sui difensori dei diritti umani», e dove contribuiamo al loro aggiornamento ed attuazione.
  Ed è su tale base che la Delegazione dell'Unione Europea e le Ambasciate degli Stati Membri accreditati in Messico, tra cui la nostra, hanno concordato un Piano Locale per la protezione dei Difensori dei Diritti Umani. Sono dunque stati creati quattro gruppi di lavoro, divisi per aree geografiche, che si riuniscono periodicamente per seguire direttamente i casi individuali portati all'attenzione dell'Unione Europea – anche dalla stessa società civile – e definire eventuali linee d'azione.
  La nostra Ambasciata a Città del Messico è pertanto attiva nella protezione di Padre Solalinde in un quadro di coordinamento europeo, in stretta collaborazione con le Ambasciate dei Paesi Membri Pag. 140ed in particolare con le Rappresentanze di Francia, Bulgaria, Cipro, Finlandia e Olanda.
  L'attività di protezione a difesa di Padre Solalinde si è esplicata su vari livelli. Il caso è stato portato all'attenzione delle Autorità locali e federali nel corso di ogni incontro avvenuto, ed è stato anche sollevato in occasione del Dialogo di Alto Livello tra Unione Europea e Messico, avvenuto lo scorso anno a livello di Sottosegretari. Non sono mancate, inoltre, continue visite in loco, durante le quali è stato possibile incontrare Padre Solalinde nonché le Autorità locali per sensibilizzarle in merito al citato caso.
  Per quanto concerne, infine, i timori sollevati dall'Onorevole interrogante circa le minacce subite da Padre Solalinde, la Delegazione Europea, accompagnata da alcune Ambasciate del Gruppo di Lavoro geograficamente competente, ha sollevato nel mese di maggio la questione di fronte alla Segretaria de Gobernacion (SEGOB), organo federale incaricato di monitorare la tutela dei diritti umani in Messico. Nel corso del colloquio è stata assicurata la protezione necessaria da parte della Polizia Federale, nel caso Padre Solalinde decidesse di rientrare in Messico.
  A ciò si aggiunga che nell'ambito del processo preparatorio del Vertice G20 di Los Cabos, il Governo italiano ha in più occasioni ribadito la grande importanza che esso attribuisce al tema della tutela e della protezione dei diritti e delle libertà fondamentali. In particolare, in occasione della riunione informale dei Ministri degli Esteri del G20 (svoltasi a Los Cabos il 19 e 20 febbraio 2012), alla quale ha partecipato il Sottosegretario Dassù in rappresentanza del Ministro Terzi, è stata ribadita la priorità attribuita da parte nostra alla promozione della democrazia, dei diritti umani e del buon governo. Si tratta di obiettivo che riteniamo debba sottendere al dibattito sui vari temi in agenda del G20: dalle questioni economico-finanziarie, alla lotta al cambiamento climatico, dalla creazione di nuovi posti di lavoro alla lotta alla corruzione.

Pag. 141

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-07049 Touadi: Sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come noto la Repubblica Democratica del Congo (RDC) si trova ancora in una situazione post-bellica, di lenta ripresa della normalità dopo un lungo periodo di guerra e di instabilità. La situazione di sicurezza è migliorata negli ultimi anni, ma restano ancora numerosi focolai di tensione, con gruppi armati che continuano a causare danni e vittime, sopratutto nell'est del Paese (Provincia Orientale, Nord Kivu e Sud Kivu), ma anche nella Provincia dell'Equatore e del Maniema.
  La situazione nell'est del Paese si è andata complicando nel maggio del 2012, a seguito delle defezioni dalle Forze Armate congolesi (FARDC) di ex elementi del Congrès national pour la défense du peuple (CNDP), guidati da Bosco Ntaganda, ricercato dalla Corte Penale Internazionale, e Sultani Makenga, leader del nuovo gruppo ribelle M23. Tali defezioni sono dovute alla incompleta applicazione del processo di integrazione previsto dagli accordi del 2009 tra il Governo e i gruppi armati. Ha inciso sulle agitazioni anche la condanna, da parte della Corte Penale Internazionale, di Thomas Lubanga, di cui Ntaganda era uno dei più stretti collaboratori. Le Forze armate congolesi hanno cercato di contrastare l'attività di tali gruppi, riuscendo anche a evitare ulteriori ammutinamenti tra ex elementi del CNDP.
  I caschi blu della missione ONU «MONUSCO», operante nel territorio congolese in base alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n. 1925 del 2010, hanno collaborato con le Forze congolesi per limitare al massimo le conseguenze sulla popolazione civile, per contenere la zona degli scontri, ora limitata a un'area di meno di 100 chilometri quadrati nei pressi della città di Bunagana, vicino ai confini con Ruanda e Uganda.
  Nonostante questo, la situazione resta preoccupante, soprattutto per le nefaste conseguenze sulla popolazione civile degli scontri recentemente ripresi e che sono costati la morte anche di un peacekeaper delle NU lo scorso 5 luglio a seguito di un attacco contro la MONUSCO da parte dei ribelli del gruppo M23.
  Come noto all'onorevole interrogante, la problematica del conflitto nell'est della RDC ha origini complesse, anche di carattere regionale, e necessita pertanto di risposte elaborate. In un contesto di deboli istituzioni statali e mancanza di sicurezza, i proventi derivanti dallo sfruttamento e dal traffico illecito delle risorse naturali costituiscono la fonte principale di sostentamento degli attori coinvolti nel conflitto e dei network criminali implicati in attività di commercio di carattere transfrontaliero ed internazionali. La risposta dunque necessita di un carattere multi dimensionale.
  Sul piano strettamente politico, l'Italia sostiene naturalmente gli sforzi degli attori della Comunità Internazionale tradizionalmente più presenti nell'area dei Grandi laghi (Nazioni Unite, l'Unione Europea e l'Unione Africana) per costruire un percorso verso una definitiva pacificazione della Regione. In particolare l'Italia ritiene che la ricerca di soddisfacenti soluzioni negoziali sarà fruttuosa soprattutto se ricondotta nell'alveo dell'azione dell'Unione Africana, interlocutore regionale primario nella questione, poiché esprime le volontà dei partner africani, portatori di interessi Pag. 142specifici di carattere politico, sociale, religioso ed economico nell'area dei Grandi Laghi.
  Ed è quindi con l'intenzione di sostenere l'azione regionale che l'Italia fa parte del gruppo di amici e inviati speciali in seno alla Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi, di cui la presidenza in esercizio ugandese intenderebbe convocare una riunione a livello ministeriale, ai margini dell'imminente vertice dell'Unione Africana previsto ad Addis Abeba dal 12 al 16 luglio.
  Sarà importante che in quest'occasione venga perseguita una normalizzazione nei rapporti tra RDC e Ruanda dopo i recenti attriti causati dal presunto coinvolgimento di Kigali nelle attività dei ribelli nei territori orientali della Repubblica Democratica del Congo. Il dialogo tra i due Paesi in conflitto, potrà essere costruito solo a partire dall'adozione di misure concrete, legate anche al monitoraggio degli effettivi risultati delle azioni intraprese, in modo continuo, contro le Forze democratiche di Liberazione del Ruanda (FDLR).
  La continuazione del dialogo tra Kigali e Kinshasa, così come di qualsiasi altro partner regionale, è stata peraltro richiesta anche dal Consiglio Affari Esteri della UE riunitosi il 25 giugno, a cui ha partecipato attivamente anche il Ministro Terzi.
  Al di là dei percorsi politici che potranno essere favoriti, ai fini del miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle regioni orientali del Paese e del loro sviluppo socio-economico è necessario anche continuare a combattere le cause profonde dell'instabilità di tali aree ed estendere l'autorità dello Stato e delle sue Istituzioni, a partire da quelle di Sicurezza e giudiziarie. L'obiettivo pienamente condiviso dal nostro Governo è quindi quello di favorire la costituzione in Repubblica Democratica del Congo di un apparato di sicurezza nazionale in grado di garantire la sicurezza dei cittadini in conformità agli standard internazionali.
  L'Italia ha pertanto sostenuto il rinnovo per un anno del mandato di MONUSCO, avvenuto il 27 giugno scorso con l'adozione da parte del Consiglio di Sicurezza della risoluzione 2053. Questo, pur ribadendo la priorità della protezione dei civili, focalizzerà la sua attenzione sulla riforma del settore della sicurezza. In particolare, il contingente della MONUSCO dovrebbe coordinarsi con le forze armate congolesi, provvedendo alla loro opportuna formazione ed al rafforzamento della loro capacità di risposta.
  L'Italia si è fortemente impegnata nella riforma del settore della sicurezza della Repubblica Democratica del Congo, anche in ambito europeo, attraverso la Missione EUSEC, che fornisce assistenza all'organizzazione delle nuove Forze Armate congolesi, e la Missione EUPOL, che sostiene la formazione di un corpo di polizia locale. Sosteniamo pertanto il rinnovo delle missioni EUSEC-EUPOL il cui mandato scade a settembre 2012 e la messa a disposizione di ulteriori fondi europei per la Repubblica Democratica del Congo ed in un'ottica di maggiore partecipazione e responsabilità da parte del governo di Kinshasa.
  Riguardo alla grave crisi umanitaria che ha causato già più di due milioni di sfollati nelle regioni orientali del Paese, l'Italia ha stanziato nel novembre del 2011 un contributo volontario di 200 mila euro a valere su Fondo Bilaterale Emergenza presso il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) per il 2012 per sostenere il programma umanitario del CICR mirato a fornire protezione ed assistenza umanitaria alle categorie più vulnerabili, quali gli sfollati interni e i rimpatriati nelle Province interessate. Va ricordato inoltre che, negli ultimi anni, la UE ha investito circa 200 milioni di euro all'anno in interventi per la stabilizzazione e lo sviluppo del paese, cui l'Italia ha contribuito con una quota parte del 12,86 per cento.