CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 giugno 2011
500.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-04858 Narducci: Sulle modalità di servizio all'estero del personale scolastico.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in esame prende spunto dalla Circolare n. 1 del 17 maggio 2011 della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri. Tale Circolare illustra le modalità applicative di un articolo - l'articolo 2 comma 4-novies - della legge n. 10 del 2011, ossia la norma di conversione del decreto «mille proroghe» del dicembre 2010. L'articolo in questione prevede appunto la proroga del servizio all'estero del personale docente e amministrativo della scuola (fino al limite di 9 anni di permanenza), la sospensione della mobilità su domanda da una sede estera ad un'altra fino all'anno scolastico 2012-2013, l'utilizzo fino al 31 agosto 2012 delle graduatorie esistenti.
Secondo gli interroganti la Circolare ministeriale si porrebbe in contrasto con le previsioni del contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola e implicherebbe il forte rischio di non garantire il regolare inizio delle lezioni.
L'Amministrazione ritiene invece che la Circolare sia, per sua natura, lo strumento amministrativo più adeguato ad illustrare i contenuti delle regole introdotte per legge e a garantire rapide e funzionali indicazioni operative, proprio tenuto conto della necessità di assicurare il regolare avvio dell'anno scolastico 2011/2012. In tal modo, saranno garantiti il puntuale inizio delle procedure relative alle nuove nomine nonché gli adempimenti relativi ai trasferimenti, così come previsto dall'intervento normativo. Le nomine si rendono, infatti, necessarie quando il posto resti scoperto (pensionamento, rientro anticipato e altri casi).
L'Amministrazione, nel corso di tre riunioni - tenutesi il 16 marzo, il 3 e il 10 maggio - ha invitato le organizzazioni sindacali ad esprimere le loro opinioni e a proporre suggerimenti in merito all'applicazione della legge, mettendo a loro disposizione una prima bozza della Circolare con relativa documentazione (tra cui gli elenchi del personale beneficiario della proroga e il numero dei posti che si sarebbero resi disponibili per le nuove nomine a decorrere dall'anno scolastico 2011/2012). La UIL, in particolare, ha trasmesso le sue osservazioni che, per lo più, sono state considerate nella Circolare ministeriale in quanto compatibili con la legge.
L'Amministrazione ha, inoltre, recepito, anche tramite la Circolare, il contenuto dell'ordine del giorno proposto dall'onorevole Narducci ed approvato nella seduta della Camera dei Deputati del 25 febbraio 2011. Esso impegnava appunto il Governo a valutare l'opportunità di garantire al personale in servizio all'estero, al momento dell'entrata in vigore della nuova legge, il completamento del mandato e a definire le modalità con le quali il personale precedentemente rientrato in Italia dopo il primo mandato possa essere destinato nuovamente ad una sede estera nei limiti dei nove anni stabiliti. Tali impegni sono stati rispettati.
La Circolare si è quindi limitata ad illustrare le innovazioni legislative uniformando ad essa - in via transitoria - anche singole situazioni non esplicitamente evidenziate dalla legge n. 10 del 2011 ma rientranti, a pieno titolo, nelle sue più generali disposizioni.

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L'Amministrazione ritiene che proprio l'emanazione delle nuove regole (che limitano i movimenti del personale) non metterà affatto a rischio, anzi contribuirà a rendere più fluido l'avvio del prossimo anno scolastico. Le criticità di inizio anno sono infatti generalmente legate alle particolarità insite nel servizio all'estero e alle procedure di nomina e trasferimento da effettuare sia in Italia che nei Paesi di destinazione (tra cui il nulla osta delle autorità scolastiche o il visto). È inoltre da ritenere che la maggior parte delle richieste del personale aspirante a nomina troverà una legittima soluzione nelle procedure indicate dalla legge e illustrate dalla Circolare. Si conferma, infine, che l'Amministrazione, in raccordo con le organizzazioni sindacali, sta avviando gli adempimenti relativi alla prossima indizione delle prove di accertamento linguistico.
Stiamo quindi lavorando per assicurare gli obiettivi ribaditi nel nuovo ordine del giorno dell'onorevole Narducci accolto ieri alla Camera: regolare inizio delle lezioni, avvio delle procedure per selezioni e aggiornamento graduatorie.

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ALLEGATO 2

5-04889 Nirenstein: Sull'allestimento di nuove flottiglie dirette a Gaza.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Governo sta monitorando con la massima attenzione le notizie secondo cui nuove flottiglie si starebbero preparando a salpare in direzione della Striscia di Gaza da alcuni Paesi del Mediterraneo compresa l'Italia.
Come evocato dall'Onorevole Nirenstein, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha manifestato preoccupazione circa i rischi di una potenziale «escalation» della tensione legati a tali convogli, chiedendo con una lettera del 24 maggio a tutti i governi interessati, ed in particolare a quelli che si affacciano sul Mediterraneo, di adoperarsi per dissuaderli. Ban Ki-Moon ha inoltre espresso la convinzione che tutti gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza vadano veicolati attraverso i valichi terrestri legittimi e preesistenti.
Il Governo italiano concorda pienamente con i timori e le raccomandazioni del Segretario Generale dell'ONU. Già ad aprile, il Presidente Berlusconi aveva infatti dichiarato che l'Esecutivo intende adoperarsi perché quest'anno si evitino iniziative analoghe a quelle del passato in quanto dannose alla ripresa del Processo di Pace. In questo senso, il Ministro Frattini aveva sottolineato il 10 maggio che il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso gli appositi valichi terrestri. Occorre evitare, aveva ribadito il Ministro, ogni tipo di provocazione che possa avere come unico effetto l'aumento della tensione. Si tratta, del resto, di posizioni rispecchiate anche nelle dichiarazioni del Quartetto il 21 giugno 2010 e del Coordinamento dei donatori internazionali a favore dei palestinesi dello scorso 13 aprile.
Riteniamo che le misure adottate da Israele per l'ingresso dei materiali per la ricostruzione e in generale l'aumento delle importazioni nell'ultimo anno vadano nella giusta direzione, così come quelle recenti per incrementare le esportazioni dalla Striscia di Gaza. Sono iniziative che s'inquadrano nella prospettiva, che auspichiamo rapida, di passare dalla fase dell'emergenza a quella dello sviluppo socio-economico con l'apporto del settore privato.
In linea con l'invito di Ban Ki-Moon, l'Italia continua a dispiegare ogni sforzo a livello internazionale per far valere le raccomandazioni dell'ONU, invitando tutte le parti interessate ad evitare provocazioni e situazioni di crisi legate ad incidenti che coinvolgano nuove «flottiglie». Ovviamente siamo impegnati in questo senso in pieno coordinamento con i nostri principali partner europei, tenendo anche conto che l'Unione Europea resta disponibile a tornare a gestire il valico di Rafha mediante la missione EUBAM.
Siamo naturalmente vigili al fine di evitare che si possano profilare pericoli che mettano a repentaglio l'incolumità dei cittadini italiani. Per scongiurare che navigli privati italiani siano coinvolti in eventuali situazioni di criticità, abbiamo attivato i competenti organismi per diramare gli opportuni avvisi. Come effettuato da altri Paesi europei - tra cui Austria, Germania, Francia e Gran Bretagna - la Farnesina ha anche evidenziato sul sito «Viaggiare sicuri» i rischi connessi ai tentativi di recarsi via mare verso la Striscia di Gaza in violazione della normativa israeliana.

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ALLEGATO 3

5-04890 Renato Farina: Sul rapimento di una studentessa pakistana di religione cristiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il caso di Farah Hatim, la studentessa cristiana del Punjab apparentemente costretta con la violenza a convertirsi all'Islam e a contrarre matrimonio con rito musulmano, è all'attenzione della Farnesina e della nostra Ambasciata a Islamabad. Esso costituisce un ulteriore preoccupante segnale della situazione delle minoranze religiose in Pakistan, tristemente caratterizzata da una lunga serie di violenze ed atti criminali (che hanno raggiunto il loro apice con l'uccisione del Governatore del Punjab e dell'allora Ministro delle Minoranze, Shabaz Bhatti). La pratica delle conversioni forzate non è purtroppo nuova in Pakistan ed anzi, in questo periodo di radicalizzazione islamica del Paese, sembra conoscere una fase di particolare reviviscenza.
La legislazione pakistana afferma il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge «senza distinzione di razza o credo». Anche i principali partiti politici, fatta eccezione per la Lega Musulmana, proclamano l'importanza dell'equidistanza religiosa. Nella realtà, però, i non musulmani (circa il 5 per cento fra indù, cristiani, zoroastriani, sikh, buddisti e altre confessioni) sono spesso oggetto di discriminazioni ed episodi di intolleranza. Il principale strumento di discriminazione religiosa è la legge sulla blasfemia.
La vicenda della giovane cristiana del Punjab rappresenta, va sottolineato, anche un ennesimo episodio di violazione dei diritti delle donne in un Paese che le Nazioni Unite annoverano al terz'ultimo posto per la condizione femminile seguito solo da Afghanistan e Congo.
È noto l'impegno che l'Italia profonde in generale - in sede europea e ONU e sul piano bilaterale - contro l'intolleranza e a tutela delle minoranze religiose, con particolare attenzione a quelle cristiane. La questione del rispetto dei diritti umani e della tutela della libertà di fede, viene sollevata regolarmente dal Governo italiano in occasione dei colloqui politici con le autorità di Islamabad. Da ultimo, è stata al centro dell'incontro del Ministro Frattini con Paul Bhatti, fratello del Ministro assassinato e consigliere del Primo Ministro sul tema delle Minoranze (carica equiparata a quella di Ministro).
Sempre su impulso del Ministro Frattini è stato avviato un dialogo con le associazioni ed ONG più rappresentative operanti in Pakistan, un dialogo diretto ad individuare specifiche ipotesi di intervento congiunto con la nostra Cooperazione, a favore delle minoranze religiose. L'obiettivo è evidentemente quello di promuovere iniziative che abbiano ampia visibilità presso le comunità locali e contribuiscano, al contempo, a puntellare le istituzioni democratiche, con interventi di formazione, rafforzamento istituzionale e sostegno agli attori locali favorevoli al dialogo interculturale e interreligioso.
Tengo ad assicurare l'Onorevole interrogante che continueremo ad esercitare la massima attenzione, anche sullo specifico caso di Farah Hatim. La nostra Ambasciata è in contatto con gli interlocutori locali e con la Nunziatura Apostolica e cercherà di favorire una positiva soluzione della vicenda.

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Sul piano generale, è importante ad ogni modo, tenere presente che l'attuale livello di tensione nel Paese impone una particolare cautela, condivisa peraltro anche dalla Nunziatura a Islamabad, nella valutazione delle iniziative da intraprendere. Atteggiamenti di aperta contrapposizione rischiano, infatti, di rivelarsi controproducenti, a danno delle posizioni più moderate e con possibili ricadute sulla situazione delle stesse minoranze religiose.