CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 giugno 2010
346.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
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ALLEGATO

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Sugli esiti della riunione della XLIII COSAC svolta a Madrid il 31 maggio e 1o giugno 2010.

Lo scorso 31 maggio e 1o giugno 2010 si è svolta a Madrid la XLIII Conferenza degli organismi specializzati negli affari comunitari (COSAC), cui hanno partecipato per la XIV Commissione della Camera il vice Presidente Enrico Farinone, l'onorevole Nicola Formichella e l'onorevole Nunziante Consiglio. Per il Senato era presente la Presidente della Commissione politiche UE, senatrice Rossana Boldi e il vice Presidente della medesima Commissione, senatore Giacomo Santini.
In via preliminare, va sottolineato che la preparazione della riunione da parte della Presidenza spagnola è stata molto efficace, consentendo, anche attraverso il questionario inviato a tutte le delegazioni per la predisposizione del rapporto semestrale del segretariato, di identificare precocemente ed in modo netto i punti di convergenza o di conflitto sulle principali questioni all'ordine del giorno della Conferenza.
Va sottolineato, in particolare, come la Presidenza spagnola abbia recepito, già nelle prime bozze di contributo finale inviate prima della riunione, in buona parte le indicazioni formulate dalla Camera dei deputati sia nel questionario sopra richiamato sia nel corso dell'incontro bilaterale svolto a Madrid nello scorso gennaio.
Al tempo stesso, va rilevato che lo svolgimento della riunione, e in particolare la discussione del contributo finale. è stato, come in precedenti occasioni, caratterizzato da un certo disordine procedurale.

Lo svolgimento della riunione

I lavori si sono aperti lunedì 31 maggio - dopo i saluti introduttivi di Miguel ARIAS CAÑETE, Presidente della Commissione per gli Affari europei delle Cortes Generales, e di José BONO MARTÍNEZ, Presidente del Congresso dei deputati spagnolo - con l'intervento del Capo del Governo, José Luis RODRÍGUEZ ZAPATERO, che ha richiamato le iniziative intraprese nel corso del semestre di presidenza spagnola, ormai prossimo alla conclusione, con particolare riferimento alle misure adottate contro la crisi dei mercati finanziari. Egli ha sottolineato come la Spagna si sia fatta paladina di una risposta coordinata e congiunta dei Paesi membri dell'Unione alla crisi economica, che potrà essere superata solo per mezzo di una nuova fase di governance economica, che individui, sulla base di quanto definito nella strategia UE 2020, un nuovo modello di crescita.
L'intervento del premier Zapatero, cui è seguito quello del Segretario di Stato per l'Unione europea, Diego LÒPEZ GARRIDO, hanno dato vita a numerosi interventi relativi prevalentemente alla risposta dell'UE alla crisi economica e alla strategia UE 2020. In particolare, l'onorevole FORMICHELLA, dato atto alla Presidenza di aver dovuto gestire una fase difficile, soprattutto per l'incalzare della crisi economica e finanziaria, ha posto l'accento su due questioni prioritarie su sarebbe stato a suo necessario nel corso del primo semestre del 2010 addivenire a realizzazioni concrete.
In primo luogo, sottolineata l'importanza delle misure di reazione alla crisi economica e finanziaria adottate dall'Eurogruppo e dall'ECOFIN nello scorso maggio con il contributo decisivo del Governo italiano, ha invitato la Presidenza, in vista

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del consiglio europeo poi svoltosi il 17 giugno, a dare un seguito in via stabile a queste decisioni, prendendo atto che non è possibile mantenere una moneta unica senza una governance economica forte.
A questo scopo, l'On. FORMICHELLA ha rilevato la necessità di superare la logica degli assi tradizionali tra due o più paesi dell'Unione.
In secondo luogo, l'onorevole FORMICHELLA si è anche soffermato sul tema dell'immigrazione clandestina, ricordando che l'Italia, la Spagna e gli altri Paesi del Mediterraneo si trovano a fronteggiare, per lo loro posizione geografica, flussi crescenti di immigrati, con scarso sostegno da parte dell'UE e degli altri Stati membri, e invocando la necessità di rendere da subito obbligatoria ed irrevocabile, ai sensi dell'articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell'UE, la solidarietà tra i diversi Stati.
Nella sua replica il Segretario di Stato ha rilevato come l'Unione europea si stia dotando di strumenti per reagire anche a future crisi economiche - quale la task force diretta da Van Rompuy - ma soffra ancora di carenze gravi sotto tale profilo, determinate dal fatto che l'Unione europea può certo essere definita una Unione monetaria ma non ancora una unione economica. Occorre dunque un governo economico dell'UE, che consenta di ottenere unità di intenti e di obiettivi e anche di superare la lentezza che sinora ha caratterizzato l'azione dell'Unione - si veda il caso degli interventi a sostegno della Grecia; egli ha altresì evidenziato la necessità di un coordinamento, pur nel rispetto della sovranità dei singoli Stati, delle politiche di bilancio. Quanto al tema dell'immigrazione, sollevato dall'onorevole Formichella, LÒPEZ GARRIDO ha sottolineato come si tratti di uno degli elementi di primo piano dell'ultima fase della presidenza spagnola, convinta che integrazione e lotta all'immigrazione clandestina siano obiettivi politici prioritari.
La successiva sessione di lavoro è stata dedicata al ruolo futuro della COSAC a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. I relatori Jean BIZET, Presidente della Commissione per gli Affari europei del Senato francese, e Juan MOSCOSO DEL PRADO HERNÀNDEZ, deputato componente della Commissione per gli Affari europei delle Cortes Generales.
BIZET ha sottolineato l'esigenza che, dopo l'entra in vigore del Trattato di Lisbona, la COSAC rafforzi il dialogo politico con le Istituzioni dell'UE, in particolare con la Commissione e resti la sede per lo scambio di informazioni e migliori pratiche sulle attività dei parlamenti in materia europea. A suo avviso, la COSAC avrebbe una particolare responsabilità nella definizione di procedure adeguate per il controllo parlamentare sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, nonché sulla politica estera e di sicurezza comune, pur non dovendo essa esercitare direttamente tali compiti.
Anche MOSCOSO DEL PRADO HERNÀNDEZ si è soffermato sull'opportunità che la COSAC accresca il proprio ruolo nello di sviluppo di un confronto politico su temi specifici, abbandonando dibattiti troppo generici ed evitando di trasformarsi in un organismo tecnico-procedurale per la valutazione dei profili di sussidiarietà. A tale scopo, ha formulato alcune proposte operative, tra cui: l'invito sistematico del Presidente della commissione alle riunioni della COSAC, per illustrare le principali iniziative della Commissione stessa; la limitazione a tre minuti degli interventi nel corso delle riunioni plenarie; l'esigenza che le Istituzioni UE rispondano ai contributi ad esse rivolti dalla COSAC.
Numerosi interventi hanno aderito all'impostazione di fondo dei due relatori, concordando anzitutto, con l'eccezione di pochi parlamenti, sull'opportunità che la COSAC non svolga più in via sistematica esercizi per il controllo di sussidiarietà.
Molti hanno condiviso altresì la proposta di esaminare nelle riunioni plenarie la strategia politica annuale e il programma legislativo della Commissione, unitamente, secondo alcuni, a specifiche proposte legislative.
Gran parte delle delegazioni si è inoltre espressa in senso contrario all'inclusione

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nella COSAC di rappresentanti delle commissioni di settore e all'attribuzione alla Conferenza del controllo sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e sulla politica estera e di sicurezza comune.
L'onorevole FARINONE, richiamando la posizione consolidata del Parlamento italiano, ha sottolineato come la funzione della COSAC quale forum utile per uno scambio di esperienze, migliori pratiche e valutazioni e sede di confronto sulle grandi scelte strategiche delle Istituzioni europee debba essere potenziata, non tanto sul versante del controllo di sussidiarietà, ma piuttosto sul merito delle scelte politiche delle Istituzioni europee. A tal fine egli ha sottolineato l'importanza dell'esame, da parte della COSAC, della strategia politica annuale della Commissione, che consentirebbe alla Conferenza di considerare precocemente e più nel merito i grandi orientamenti dell'UE. L'onorevole FARINONE ha conseguentemente rilevato che, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, gli esperimenti di sussidiarietà debbano cessare, poiché la competenza sul controllo della sussidiarietà spetta, a norma dei Protocolli annessi al Trattato, alle singole Camere dei Parlamenti nazionali.
Sul tema è anche intervenuto il senatore SANTINI rilevando come occorra interpretare il ruolo della COSAC nel giusto bilanciamento dei poteri all'interno dell'Unione europea, evitando dannose sovrapposizioni, in quanto essa va concepita come organo complementare, e non competitivo, rispetto alle altre istituzioni dell'UE. Inoltre, è fondamentale che ciascun Parlamento nazionale, nell'esercizio di controllo di sussidiarietà e proporzionalità, si esprima anche sul merito dei singoli progetti legislativi. Ha infine sottolineato l'esigenza che la COSAC concorra a definire le modalità per il controllo parlamentare su Europol ed Eurojust nonché sulla politica estera e di sicurezza comune..
La giornata di lavoro si è quindi conclusa con la relazione del Presidente del Parlamento svedese, Per WESTERBERG, che ha dato conto delle conclusioni della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea, svoltasi a Stoccolma il14 e 15 maggio 2010, con particolare riferimento alle decisioni concordate in merito allo sviluppo della cooperazione interparlamentare dopo il Trattato di Lisbona.
In via preliminare, il Presidente WESTERBERG ha posto, per un verso, in evidenza come le conclusioni della riunione di Stoccolma conseguano, al pieno esercizio da parte della Conferenza dei Presidenti del suo ruolo di supervisione e coordinamento della cooperazione interparlamentare; per altro verso, ha sottolineato l'importanza, ai fini della preparazione della riunione del metodo innovativo dell'open deliberation, che ha consentito a tutti i parlamenti, attraverso uno scambio informale, mediante un apposito forum nel sito IPEX, di indicare con ampio anticipo le proprie posizioni e di identificare così i punti di accordo poi confluiti nelle conclusioni.
Nel quadro dei più generali orientamenti sul riassetto della cooperazione interparlamentare, la Conferenza dei Presidenti ha invitato la COSAC a concentrarsi sullo scambio di informazioni e migliori prassi nonché sull'analisi delle tendenze generali del controllo parlamentare in materia europea, evitando di sovrapporsi alle competenze delle sedi di cooperazione tra commissioni di settore. In questo senso, la Conferenza non ha ritenuto opportuno che le delegazioni nazionali alla COSAC siano integrate da rappresentanti delle commissioni di settore di volta in volta competenti in base all'ordine del giorno.
La Conferenza dei Presidenti ha infatti concordato di rafforzare gli incontri e i contatti tra le commissioni di settore, che restano la sede appropriata per discutere di specifiche questioni e progetti normativi dell'UE.
In coerenza con questo approccio, WESTERBERG ha ricordato che è stata demandata alla prossima Conferenza dei Presidenti la definizione delle modalità per il controllo parlamentare nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nonché sulla politica estera e di sicurezza comune,

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auspicando il ricorso a sedi di cooperazione tra le commissioni di settore competenti.
Il successivo 1o giugno i lavori si sono aperti con l'intervento di Maroš ŠEFČOVIČ, Vice Presidente della Commissione europea, che ha illustrato le priorità politiche della nuova Commissione, sia a breve che a medio termine: la strategia 2020; la necessità di sfruttare tutto il potenziale del mercato unico, con particolare riferimento ai settori dell'energia e dei trasporti; le iniziative in materia di riduzione della povertà, tasso di occupazione, e sistemi pensionistici; un piano d'azione per il potenziamento del Programma di Stoccolma, la creazione del servizio di azione esterna e la revisione del bilancio dell'Unione europea. Nel lungo periodo, la Commissione si concentrerà sul settore industriale, per ottenere più competitività e meno inquinamento, e sugli strumenti di partecipazione alle politiche europee, inclusa l'attuazione del nuovo istituto dell'iniziativa legislativa dei cittadini. Egli ha quindi sottolineato la necessità di un maggiore controllo e supervisione sui mercati finanziari, preannunciando inoltre un pacchetto di misure volte al monitoraggio dei bilanci nazionali, anche affidando maggiori poteri a Eurostat, pur nel pieno rispetto delle politiche di bilancio dei singoli Stati membri. Egli ha quindi invitato i parlamentari ad attivare i nuovi strumenti che il Trattato di Lisbona mette a disposizione delle Camere nazionali per partecipare al procedimento legislativo dell'Unione europea: al riguardo, la Commissione auspica che, oltre alle Commissioni specializzate, anche le diverse Commissioni di merito dei Parlamenti nazionali siano parti attive della cosiddetta «fase ascendente».
Nel corso del dibattito molti intervento si sono concentrati sulla crisi economica e finanziaria, sulla strategia UE 2020 e sul rafforzamento dei rapporti tra Commissione e parlamenti nazionali. In particolare, la senatrice BOLDI ha evidenziato la crisi di credibilità che investe l'Unione europea da parte dei cittadini e l'importanza sotto tale profilo del coinvolgimento dei Parlamenti nazionali e si è rammaricata per l'assenza, nel programma di lavoro della Commissione, di richiami alla politica dell'area euromediterranea e ad iniziative per la gestione comune dei flussi di immigrazione nell'ambito della Strategia di Stoccolma.
L'onorevole CONSIGLIO ha quindi messo in luce alcuni elementi di criticità relativi all'attuazione della Strategia UE e alla stabilizzazione dell'area euro. In ordine alla strategia UE 2020, lamentando la debolezza degli strumenti di governance sinora previsti per la sua attuazione, egli ha richiamato l'esigenza di valutare con maggiore attenzione la possibilità, già evocata dalla Presidenza spagnola, di introdurre meccanismi «premiali» o «sanzionatori» per assicurare il rispetto degli obiettivi della strategia da parte degli Stati membri, analogamente a quanto previsto per il Patto di stabilità. Rilevando che la nuova strategia presenta un numero eccessivo di obiettivi, ha quindi insistito sulla necessità di concentrare risorse adeguate, sin dalla revisione intermedia del bilancio UE nel 2010, su pochi obiettivi a reale valore aggiunto europeo: PMI, ammodernamento del mercato interno, del mercato del lavoro e dei sistemi di sicurezza sociale, occupazione degli immigrati, reti di trasporti energia e comunicazioni, ricerca.
Con riguardo alla stabilizzazione dell'area euro, l'On. CONSIGLIO ha sostenuto l'obiettivo della Commissione europea di definire soluzioni a regime che diano seguito ai primi interventi adottati tra il 7 e il 9 maggio dalle Istituzioni europee, invitando gli stati membri, sopratutto quelli con maggiore peso economico, a darvi seguito mettendo da parte gli egoismi e i timori emersi nel corso della crisi greca.
Nella sua replica, il vice presidente ŠEFČOVIČ, ha ricordato, con particolare riferimento al tema della governance economica e dell'attuazione della strategia UE 2020, che la Commissione sta valutando la possibilità di misure anche di carattere premiale e sanzionatorio, tra cui la possibilità che i fondi strutturali siano convogliati verso le aree più problematiche, e

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anche la possibilità di 'congelare', senza che siano revocati, tali fondi per quei Paesi che non rispettino gli impegni assunti.
L'ultima sessione di lavoro è stata dedicata al nuovo modello dei rapporti tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.
La sessione è stata introdotta dalle relazioni di José María GIL-ROBLES Y GIL-DELGADO, già Presidente del Parlamento europeo, Elmar BROK, parlamentare europeo, Vitalino CANAS, Presidente della Commissione affari europei del Parlamento portoghese, ed Ankie BROEKERS-KNOL, Vicepresidente della Commissione affari europei del Senato olandese.
Tutti i relatori hanno insistito sull'esigenza di rafforzare i rapporti tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali evitando la moltiplicazione di riunioni o la costituzione di nuovi organismi o strumenti e promuovendo, invece, un uso più sistematico dell'IPEX.
Il Presidente GIL-ROBLES ha ribadito il ruolo centrale della COSAC nello scambio di informazioni e migliori pratiche sull'attività dei Parlamenti nazionali in materia europea, anche nelle aree in cui il controllo parlamentare è debole, quali lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e la PESC.
L'on. Brok ha anzitutto richiamato l'esigenza di creare, ferme restando le rispettive competenze e ruoli stabiliti dal Trattato di Lisbona, un raccordo sistematico tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali sia nella fase pre-legislativa sia in quella post-legislativa, attraverso tre livelli: i rapporti tra commissioni competenti; il raccordo in seno ai gruppi politici; la partecipazione degli europarlamentari ai lavori delle commissioni per gli affari europei dei parlamenti dei rispettivi Paesi (come già previsto in alcuni stati membri). Anche le potenzialità dell'IPEX vanno sfruttate appieno a tale scopo. Ha inoltre sostenuto che la sussidiarietà è una questione prettamente tecnica e non politica e ha suggerito di affidare il controllo parlamentare sulla PESC/PESD a riunioni semestrali delle commissioni di settore.
Il Presidente CANAS si è concentrato sulle modalità attraversi cui i parlamenti nazionali possono sfruttare pienamente il potenziale discendente dalla loro nuova posizione definita dal Trattato di Lisbona, suggerendo alcune linee di azione: mantenere gli esercizi congiunti di sussidiarietà in seno alla COSAC, al fine di scambiare buone pratiche e informazioni; intervenire, al tempo stesso, nel merito e non soltanto sui profili di sussidiarietà, avvalendosi efficacemente del dialogo politico informale con la Commissione; concentrare le riunioni interparlamentari su specifiche proposte legislative; sistematizzare il dialogo politico tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali, soprattutto sulla sussidiarietà e creando reti di commissioni specializzate.
L'on. BROEKERS-KNOL, sottolineando che il ricorso al meccanismo dell'allerta precoce dovrebbe costituire uno strumento di intervento di ultima istanza, ha suggerito che la COSAC esamini in ogni riunione uno o più libri verdi o altri documenti di consultazione, da selezionare sulla base del programma di lavoro annuale della Commissione, in modo da intervenire già in una fase pre-legislativa sui profili di sussidiarietà. Ha quindi sottolineato l'esigenza che la COSAC, integrata da rappresentanti delle commissioni di settore, sia direttamente coinvolta nel controllo parlamentare sullo spazio di libertà, sicurezza e giustizia; ha invece escluso il coinvolgimento della Conferenza nel controllo sulla politica estera e di sicurezza comune, che andrebbe demandato alle commissioni di settore.
Nel corso del dibattito gran parte degli interventi ha ribadito le posizioni già emerse nella sessione sul futuro ruolo della COSAC, con un forte accento sulla necessità di razionalizzare la programmazione delle riunioni interparlamentari, evitando duplicazioni e ricorrendo, ove possibile, a videoconferenze.
L'on. RANGEL, Vice presidente del gruppo popolare al Parlamento europeo, ha formulato la proposta, accolta da gran

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parte delle altre delegazioni, di tenere ogni, nel corso di una settimana concordata, un dibattito simultaneo sull'UE e su alcune questioni prioritarie, quali lo spazio libertà, sicurezza e giustizia.
È intervenuto nel dibattito, oltre al senatore Santini, anche l'onorevole FORMICHELLA, che ha sottolineato in primo luogo l'esigenza di superare la visione per cui il Parlamento europeo sarebbe «antagonista» dei Parlamenti nazionali ai fini dell'esercizio del controllo di sussidiarietà e degli altri poteri ad essi attribuiti dal Trattato di Lisbona, rafforzando piuttosto tutte le forme di cooperazione tra le assemblee parlamentari, soprattutto sul merito delle politiche europee. Ha sottolineato l'importanza a tale scopo dello sviluppo della cooperazione tra i gruppi parlamentari riconducibili alle stesse famiglie politiche e il ricorso più sistematico e tempestivo agli strumenti per lo scambio di informazioni sulla rispettive attività, in particolare il sito IPEX. Al fine di razionalizzare e sistematizzare la collaborazione tra Commissioni specializzate su temi e proposte specifiche, si è detto contrario alla partecipazione alla COSAC di membri di Commissioni specializzate o alla possibilità che la COSAC promuova in quanto tale conferenze interparlamentari, ed ad ogni tentativo di creare - in seno alla COSAC e altrove - meccanismi o organismi che mirino, in violazione del Trattato, ad un esercizio congiunto del controllo di sussidiarietà da parte dei Parlamenti nazionali, escludendo il Parlamento europeo. L'onorevole Formichella ha quindi evidenziato che, per rendere efficace il dialogo su specifiche proposte legislative, le Commissioni del Parlamento europeo dovrebbero dare conto - in modo espresso e motivato - del seguito dato alle osservazioni ricevute dai parlamenti nazionali.

Discussione del contributo finale e delle conclusioni.

Come già rilevato in premessa, la discussione del contributo finale e delle conclusioni è stata caratterizzata, sia nel corso della riunione dei Presidenti del 31 maggio sia nel corso della sessione di chiusura del 1o giugno, da un certo disordine procedurale, in particolare per quanto attiene ai termini per la presentazione degli emendamenti ed ai tempi di intervento.
La delegazione della Camera dei deputati ha partecipato attivamente alla stesura dei due documenti, facendo valere le posizioni consolidate del Parlamento, concordate da maggioranza e opposizione, e in ampia misura riportate in atti di indirizzo approvati all'unanimità o ad ampia maggioranza in Commissione o in Aula.
In particolare, con riguardo all'unico punto della bozza di contributo finale e del progetto di conclusioni non interamente condivisibile, relativo futuro ruolo della COSAC, è stato presentato e sostenuto dalla sola delegazione della Camera dei deputati un emendamento volto a ribadire in termini più perentori la necessità di non attribuire alla COSAC un ruolo di coordinamento dell'esame di sussidiarietà da parte dei Parlamenti nazionali. Tale soluzione è stata sempre avversata con successo da Parlamento e Governo italiano in quanto comprimerebbe - in palese violazione dello stesso Trattato di Lisbona - l'autonomia di ciascun Parlamento e Camera, affidando ad un sede di cooperazione (peraltro tra le sole Commissioni per gli affari europei), una funzione di rappresentanza collettiva dei parlamenti nazionali.
L'emendamento, senza essere effettivamente discusso nel merito e posto in votazione, è stato recepito solo in relazione alle conclusioni ma non al contributo.
Il contributo finale e le conclusioni poi adottate sono comunque apprezzabili nel complesso, recependo in grandissima parte la posizione del Parlamento italiano in merito al ruolo della COSAC e alla sua organizzazione.