CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 settembre 2010
374.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-03474 Gidoni: Sulle strutture alloggiative a disposizione dei militari italiani della Task Force South East nella provincia di Farah

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione alle esigenze operative il Comando RC West a guida italiana, ha recentemente acquisito le basi di BAKWA e di GOLESTAN, oltre ad un distaccamento di quest'ultima (BUJI), nelle quali era precedentemente schierato personale Statunitense, Georgiano e Afgano.
Confermo che in tutte le Basi la sistemazione alloggiativa/infrastrutturale era inizialmente «spartana» ma, successivamente, compatibilmente con la stringente situazione operativa, sono stati realizzati alcuni interventi immediati ed avviati lavori di miglioramento a breve e medio termine.
Sul piano della sicurezza, le principali caratteristiche delle suddette Basi, allo stato attuale, sono in linea con gli standard realizzati nelle Basi delle altre Task Forces. Sono, comunque, sempre in itinere lavori volti a porre in atto migliorie e soluzioni di razionalizzazione.
Il livello di vita nelle Basi è attualmente il seguente:
a. riposo notturno: in tenda o in casette in legno/muratura in parte climatizzate/riscaldate; sono in corso i lavori per dotare tutti gli alloggi di impianto di condizionamento/riscaldamento;
b. servizi igienici: nelle Basi di BAKWA e GOLESTAN sono stati posizionati shelters bagno e doccia adeguati al numero del personale; l'acqua calda è disponibile in quantità valutata sufficiente; presso il distaccamento di BUJI, dove, viste le locali condizioni di vita, il personale viene avvicendato frequentemente, vengono utilizzati apposite sacche idriche non essendovi docce;
c. vettovagliamento: nelle Basi di BAKWA e GOLESTAN, dopo un periodo nel quale sono state consumate prevalentemente razioni da combattimento integrate da viveri a secco, è stato recentemente implementato il ciclo del freddo (presenza di shelter frigo); inoltre vi è la presenza di cucina shelterizzata a BAWKA e di cucine rotabili e forno per il pane a GOLESTAN; a BUJI, stante la mancanza di una cucina, anche a causa della carenza di acqua, si consumano razioni viveri di riserva integrate da viveri a secco;
d. collegamenti con l'Italia: presso tutte e tre le Basi è disponibile il collegamento SOTRIN, presso le Basi di BAKWA e GOLESTAN, inoltre, è in corso di installazione un servizio di INTERNET commerciale fruibile dal personale;
e. lavanderia: il servizio viene garantito attraverso shelter lavanderia a BAKWA e lavatrici/asciugatrici a GOLESTAN;
f. svago: nelle tre Basi sono state realizzate alcune sale multifunzione (briefing, TV, riunione, eccetera) a livello compagnia/plotone in tenda o in strutture in legno o muratura.

Sono in programma progetti per interventi di adeguamento delle infrastrutture agli standard nazionali normalmente adottati

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in operazioni, tenuto conto del particolare scenario operativo.
I lavori, in aggiunta ad interventi minori di minuto mantenimento già in corso, prevedono il miglioramento degli impianti idrici, elettrici e fognari, una maggiore disponibilità di energia elettrica, la posa in opera di infrastrutture, la disponibilità di ulteriori climatizzatori e moduli di servizio.
I tempi di realizzazione previsti sono dell'ordine di 60 giorni a partire dal completamento delle procedure contrattuali in corso.

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ALLEGATO 2

5-03473 Villecco Calipari: Sulla ricollocazione del personale delle Forze armate affetto da sindrome da immunodeficienza.

TESTO DELLA RISPOSTA

La legge 5 giugno 1990, n. 135, recante «Programma d'interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS», per quanto attiene ai criteri di reclutamento dei soggetti sieropositivi, prevede il divieto di:
sottoporre chiunque senza il suo consenso ad analisi tendenti ad accertare l'infezione da HIV (articolo 5, comma 3);
discriminare i portatori di tale sindrome per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro (articolo 5, comma 5);
svolgere indagini che consentano ai datori di lavoro, pubblici e privati, di accertare in persone prese in considerazione per l'instaurazione di un rapporto d'impiego l'esistenza di uno stato di sieropositività (articolo 6, comma 1).

Al riguardo, devo citare la sentenza della Corte Costituzionale n. 218/1994 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del citato articolo 5 (commi 3 e 5), «nella parte in cui non prevede accertamenti sanitari dell'assenza di siero positività all'infezione da HIV come condizione per l'espletamento di attività che comportano rischio per la salute di terzi».
La stessa Corte, inoltre, ha specificato che il divieto di accertamento della positività a tale infezione è inapplicabile non solo nel settore della sanità, ma in ogni altro settore in cui vi sia un serio rischio di contagio.
Sulla base di tale pronuncia, le Forze armate rientrano a pieno titolo tra i settori a rischio contagio in considerazione delle peculiari modalità di svolgimento dei compiti a loro devoluti, nonché degli evidenti fattori di rischio esistenti per la salute sia del personale militare sia di terzi.
Peraltro, questi fattori di rischio sussistono anche per lo stesso soggetto sieropositivo, la cui infermità sarebbe elemento ostativo per l'effettuazione della prevista schedula vaccinale obbligatoria.
La normativa di riferimento si completa con la direttiva tecnica emanata con decreto 5 dicembre 2005, la quale all'articolo 3 contempla - tra le cause d'inidoneità al servizio militare - anche la positività agli anticorpi HIV.
Comunque, proprio al fine di adeguare l'elenco delle cause di non idoneità all'arruolamento nelle Forze armate, con decreto ministeriale 18 marzo 2010 è stata nominata una commissione con il compito di aggiornare e rivedere le imperfezioni e le infermità che sono causa di non idoneità al servizio militare, tra cui la fattispecie in esame.
Per quanto riguarda, invece, il personale che durante il servizio abbia contratto o sia venuto a conoscenza di essere affetto da «sindrome da immunodeficienza acquisita», sottolineo che il militare sieropositivo può mantenere il suo rapporto d'impiego condizionandolo a controlli periodici e a limitazioni operative che lo tutelino da possibilità di aggravamenti, salvaguardando anche la collettività da rischi infettivi di contagio.
In merito alla possibilità di ricollocare all'interno dell'Amministrazione il personale già arruolato ed affetto dalla «sindrome da immunodeficienza conclamata», è già previsto, ove lo consentano le condizioni sanitarie (attraverso una valutazione

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della Commissione Medico Ospedaliera competente), il passaggio alle corrispondenti aree funzionali del personale civile della Difesa, ai sensi della legge 266/99.
L'accertamento della sieropositività HIV in occasione dei controlli sanitari periodici viene offerto, per le categorie più a rischio (e su richiesta e/o indicazione clinica a tutto il personale) ed effettuato solo previo consenso dell'interessato e con modalità idonee a garantire l'assoluta riservatezza, ed è finalizzato esclusivamente alla tutela della salute del personale militare.
In ogni caso, il solo stato di sieropositività (per altro conosciuto dal solo personale sanitario che ha effettuato l'accertamento), in assenza di manifestazioni patologiche, non è di per sé motivo di esclusione dall'impiego né di alcun ostacolo alla progressione di carriera.

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ALLEGATO 3

5-03475 Di Stanislao: Sull'attuazione del progetto «Vivi le Forze armate. Militare per tre settimane».

TESTO DELLA RISPOSTA

In primo luogo, occorre precisare che i progetti «Vivi le Forze armate. Militare per tre settimane» e «Allenati per la vita» non sono complementari, ma costituiscono due iniziative ben distinte sia per le finalità perseguite, sia per le modalità attuative, ancorché entrambe siano mirate a promuovere l'interrelazione fra le Forze Armate e la società civile nella sua componente giovanile.
Il progetto «Militare per tre settimane» è stato promosso dal Ministro LA RUSSA al fine di offrire ai giovani la possibilità di vivere, nei Reparti delle Forze armate, una breve esperienza di vita militare e di avvicinarsi, in tal modo, a quei valori che tradizionalmente da esse promanano.
Il progetto «Allenati per la vita» - la cui realizzazione è stata prevista da un Protocollo d'Intesa di durata biennale, siglato dall'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dal Comando Militare Esercito «Lombardia» il 13 settembre 2007 - trae origine nella precedente legislatura da un altro progetto denominato «La pace si fa a scuola», promosso dai Ministri del Governo PRODI, gli Onorevoli FIORONI e PARISI, alla guida rispettivamente della Pubblica Istruzione e della Difesa.
Alla luce dei risultati positivi conseguiti nei primi due anni, questo progetto è poi proseguito con il rinnovo dell'intesa fra le Parti sottoscritta il 5 ottobre 2009, per l'anno scolastico 2009/2010, e il 20 settembre 2010, per l'anno scolastico 2010/2011.
Il progetto «Allenati per la vita» non costituisce, come strumentalmente è stato riportato da alcuni mass media, un'iniziativa finalizzata all'esaltazione della cultura militare, in quanto lo scopo del progetto, in linea con i riferimenti di base, è quello di stimolare negli studenti la conoscenza e l'apprendimento della legalità, della Costituzione, delle Istituzioni e dei principi del Diritto Internazionale.
Altro obiettivo è quello di promuovere valori fondamentali, quali il senso di responsabilità e il rispetto delle regole, mirando, in particolare, ad una sensibilizzazione dei ragazzi verso gli aspetti negativi correlati al fenomeno bullismo.
Le discipline sportive previste dal progetto sin dal 2007, quali le prove di tiro con l'arco e con la carabina ad aria compressa, rientrano tra le specialità olimpiche e non possono essere assimilate a tecniche militari.
Si precisa, infine, che per lo svolgimento delle attività non vengono impiegati mezzi e/o strutture dell'Esercito, intervenuto solo nella fase di definizione concettuale del progetto, e che il percorso formativo è gestito e curato da personale di Enti/Associazioni, tra cui la Croce Rossa, la Protezione Civile, l'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo.
Come ha dichiarato il Sig. Ministro della Difesa, l'iniziativa si concluderà quest'anno.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02158 Iannuzzi: Sul potenziamento della stazione dei Carabinieri di Salerno-Fratte.

TESTO DELLA RISPOSTA

La Stazione Carabinieri Salerno-Fratte è una stazione urbana che svolge la propria attività su parte del capoluogo salernitano.
Devo osservare, al riguardo, che la vigente direttiva del Dicastero dell'interno in materia di coordinamento e direzione unitaria delle Forze di polizia, in ordine alle dotazioni organiche dei presidi territoriali operanti nei capoluoghi di provincia, dà priorità al potenziamento di quelli della Polizia di Stato e, solo secondariamente, a quelli dell'Arma dei Carabinieri che, nel rispetto della stessa direttiva, assicura gli incrementi dei propri Reparti nei Comuni che non sono capoluoghi di Provincia.
La direttiva fissa i criteri cui ispirare gli schemi di pianificazione annuali per un più razionale impiego delle risorse e un miglior coordinamento delle forze di polizia, così da valorizzare al massimo l'apporto di ciascuna di esse.
L'assegnazione di nuove unità di personale alla Stazione in questione deve essere, quindi, inquadrata in una generale rimodulazione degli assetti di tutte le Stazioni ubicate nel capoluogo salernitano, al fine di garantire una maggiore corrispondenza alle esigenze operative delle Forze dell'ordine sul territorio.
Ritengo utile segnalare, comunque, che - diversamente da quanto rappresentato dall'Onorevole interrogante - dai dati inerenti all'attività operativa della Stazione, riferibili al periodo 2008-2010 (mese di agosto), emerge una diminuzione dei delitti denunciati e una stabilità degli arresti, nonché, a fronte di una flessione delle denunce in stato di libertà, un aumento apprezzabile dei servizi di controllo del territorio, a riprova della costante azione preventiva svolta dall'Arma.
La Stazione assicura ulteriori diffusi servizi esterni di prevenzione con i servizi quotidiani di «Carabinieri di quartiere», oltre a una intensa attività info-investigativata che ha portato, nel 2009, all'arresto dell'autore di numerose rapine.
Anche i dati riguardanti l'attività operativa nel territorio cittadino di Salerno, non hanno registrato, nell'ultimo triennio, alcuna recrudescenza delle attività criminose, bensì un netto calo dei delitti in generale, dei furti e delle rapine in particolare.
Rendo noto, in ultimo, che la situazione degli organici delle Forze dell'ordine nella Provincia registra una forza effettiva pari a 3.349 operatori, a fronte di una previsione organica complessiva di 3.383 unità: tali dati attengono alle sole unità preposte al controllo del territorio e non sono comprensivi delle forze impiegate nei servizi tecnico-logistici, amministrativi e addestrativi.