CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 maggio 2010
328.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI indi del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 13.

7-00339 Stefani: Sull'integrazione europea dei Balcani occidentali in vista del Vertice di Sarajevo.
(Discussione e conclusione - Approvazione).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che la risoluzione all'ordine del giorno, presentata dal presidente Stefani e dai colleghi Antonione e Fassino, è il frutto di una missione effettuata nei Balcani occidentali da una delegazione della Commissione all'inizio del mese di marzo.

Piero FASSINO (PD) illustra la risoluzione in titolo, di cui è cofirmatario, ribadendo che essa è stata predisposta alla luce degli esiti della missione svolta da una delegazione della Commissione nei Balcani occidentali dall'1 al 3 marzo scorsi, che ha visitato in successione il Kosovo, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Serbia e la Bosnia-Erzegovina. Ricorda che la missione è stata finalizzata ad una ricognizione sui maggiori sviluppi politici nell'area, anche sulla base di quanto riferito

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alla Commissione dal sottosegretario Mantica in occasione dell'audizione svolta il 17 febbraio.
Fa presente che la Conferenza dell'Unione europea sui Balcani occidentali, prevista per il prossimo 2 giugno a Sarajevo, si tiene a dieci anni di distanza dalla Conferenza di Zagabria che avviò il processo di integrazione europea sancito ufficialmente dal Consiglio europeo di Salonicco del 2003.
In considerazione della particolare attenzione dedicata da questa Commissione al processo di integrazione europea dei Balcani occidentali, sottolinea che la risoluzione in titolo si fonda, in primo luogo, sulla consapevolezza della necessità di dare ristoro all'investimento di lungo periodo fatto dall'Unione europea all'indomani degli Accordi di Dayton. Segnala che questo percorso, che si è tradotto in un sempre più profondo radicamento europeo dei singoli Paesi balcanici, ha garantito il mantenimento della pace in tutta l'area negli anni successivi al drammatico conflitto degli anni Novanta. L'Unione europea, con cui tutti i Paesi hanno siglato Accordi di stabilizzazione e associazione e che dovrebbe auspicabilmente estendere un regime preferenziale in tema di visti anche all'Albania e alla Bosnia Erzegovina, gestisce in prima persona le questioni più delicate anche grazie alla presenza di un suo rappresentante in Bosnia Erzegovina, alla missione ALTHEA e all'impegno della missione EULEX in Kosovo. Sottolinea che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il fermo convincimento dell'Unione europea, sempre ribadito in occasione di ogni Consiglio europeo, a sostenere il processo di integrazione europea dei Balcani occidentali, come pure l'Alto Rappresentante, Signora Ashton, ha di recente evidenziato.
Osserva che il percorso di stabilizzazione in atto potrà consolidarsi e produrre i suoi frutti positivi se si darà un'accelerazione al processo di integrazione europea; diversamente esso è destinato ad indebolirsi sul piano politico fino a far prospettare il rischio di regressioni.
Sottolinea che la risoluzione in titolo trova un ulteriore fondamento nelle situazioni potenzialmente conflittuali tuttora presenti in alcuni Paesi dell'area balcanica, la cui soluzione dovrà avvenire con il consenso tra le parti interessate, rappresentando tale approccio un elemento essenziale, anche se non condizionale, per il seguito del processo di integrazione.
A suo avviso, è necessario che l'Italia eserciti il suo tradizionale ruolo presso i diversi interlocutori balcanici al fine di ottenere, quanto alla Bosnia Erzegovina, il consolidamento delle strutture statuali e quanto al Kosovo la ripresa dei negoziati bilaterali con la Serbia. In merito alla FYROM, il nostro Paese dovrebbe sollecitare il raggiungimento di un accordo con la Grecia per la definitiva denominazione dello Stato. Con riferimento a tutta l'area ma in particolare per il Kosovo, sottolinea che occorre riaffermare il rispetto del principio della multietnicità e della tutela dei diritti delle minoranze.
Rileva la necessità che si concluda al più presto il negoziato con la Croazia e che si possa avviare quello con la FYROM, oltre che procedere al riconoscimento dello status di Paesi candidati alla Serbia, al Montenegro e all'Albania.
Alla luce di queste considerazioni, ritiene che la Conferenza di Sarajevo dovrà rappresentare un'occasione per inviare a tutti i Paesi dell'area un messaggio univoco in ordine alla ferma volontà dell'Unione europea di portare a compimento il processo avviato. Quanto all'indicazione di una road map, ritiene che si tratti di un aspetto essenziale del messaggio rivolto agli interlocutori dei Balcani occidentali per dare concretezza e fattibilità ad ogni dichiarazione di tipo politico e per fornire una motivazione alla fiducia che si chiede di riporre nell'Unione.
Richiamando la sua esperienza di sottosegretario agli esteri durante il primo governo Prodi e l'impegno dell'attuale Ministro degli esteri Frattini, concretizzatosi nel Piano in otto punti, osserva, inoltre, che l'Italia ha indubbiamente operato a livello bilaterale - con continuità da parte dei diversi esecutivi succedutisi in questi

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anni - avendo a cuore lo specifico interesse del nostro Paese alla stabilizzazione della regione.
Conclusivamente, sottolinea che l'Italia è presente nei Balcani occidentali sia in termini di presenza militare, nell'ambito delle missioni di pace attivate, che sul piano politico e formula l'auspicio che il termine «balcanizzazione», oggi inteso come programmazione del proprio futuro in rivalità con il proprio vicino, possa assumere un nuovo significato, di segno contrario, obiettivo che potrà essere realizzato anche con il potenziamento dei fora regionali attualmente istituiti.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI ringrazia i presentatori della risoluzione per avere fornito l'occasione per approfondire un tema cui il governo attribuisce la massima importanza.
Fa presente che, attraverso la presentazione del Piano in otto punti per i Balcani occidentali nell'aprile 2009, l'Italia ha concretamente contribuito all'avanzamento della prospettiva europea della regione. Grazie all'impegno italiano in sede europea e nei contatti con i Paesi dei Balcani occidentali, molti degli obiettivi individuati dal Piano sono infatti stati raggiunti. Il rafforzamento dello spirito europeo dei governi locali impegnati nelle riforme, i sostanziali progressi nei negoziati di adesione con la Croazia, gli avanzamenti nel processo di liberalizzazione dei visti, la presentazione delle domande di adesione di Montenegro, Albania e Serbia rappresentano considerevoli passi in avanti nel cammino europeo di quest'area.
Rileva che si è pronti adesso a rafforzare ulteriormente gli sforzi compiuti per ottenere che ulteriori progressi di importanza cruciale per la regione: malgrado i numerosi sviluppi positivi sin qui registrati, occorre infatti continuare ad operare per superare definitivamente le tensioni nella regione, a partire dalla situazione in Bosnia Erzegovina e Kosovo, in cui si rischia rischiano di compromettere gli enormi progressi fatti dall'area verso la definitiva stabilizzazione e democratizzazione. Sottolinea che la stella polare dell'azione del Governo resta il sostegno al processo di integrazione euroatlantico della regione, che finora si è dimostrato essere la carta vincente per affermare il processo virtuoso delle riforme. Il nostro obiettivo è quindi far sì che il processo di integrazione proceda senza rallentamenti, in particolare sotto il profilo dell'avvicinamento alla UE. Sullo sfondo di una crisi economica che colpisce duramente anche i Balcani e suscita interrogativi in alcune capitali in materia di allargamento, il Governo italiano si sta dunque impegnando per assicurare che i Balcani occidentali rimangano una priorità dell'agenda europea. Solo garantendo alla regione una chiara prospettiva europea possiamo, infatti, assicurarci che ai nostri confini vi sia un definitivo consolidamento della democrazia, della sicurezza e della stabilità politico-economica.
In tale quadro, particolare rilevanza assume la Conferenza UE-Balcani occidentali che la presidenza spagnola ha organizzato per il 2 giugno prossimo a Sarajevo, accogliendo la proposta avanzata dall'Italia nel quadro del Piano in otto punti. Tale conferenza rappresenta un'occasione unica per riunire nuovamente a più alto livello politico i Paesi UE e quelli della regione, insieme ai principali stakeholders internazionali, con l'obiettivo di valutare i progressi fin qui realizzati e definire le prossime tappe. La Conferenza di Sarajevo mirerà altresì a valorizzare l'importanza della cooperazione regionale e a ribadire la necessità che tutti i Paesi dell'area si impegnino a risolvere i contenziosi bilaterali ancora pendenti in uno spirito europeo. Ciò è essenziale per garantire lo sviluppo e la stabilizzazione dell'intera regione e far avanzare il processo di integrazione europea di tutti i Paesi coinvolti. L'evento si propone in tal modo di inviare un segnale incoraggiante ai Paesi dei Balcani occidentali impegnati nel percorso di avvicinamento all'Europa, ribadendo l'impegno della UE alla piena attuazione dell'Agenda di Salonicco e riaffermando chiaramente che il loro futuro è all'interno dell'Europa, come Stati membri

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a pieno titolo. Un chiaro messaggio politico al riguardo è essenziale al fine di incoraggiare tali Paesi a portare avanti le riforme e sostenerne i governi democratici filoeuropei, mantenendo nel contempo viva la fiducia nei confronti dell'Europa delle opinioni pubbliche.
In tale ottica, occorrerà individuare alcuni obiettivi tangibili su cui concentrare nei prossimi mesi il nostro comune impegno. Fra di essi il processo di liberalizzazione dei visti assume una particolare rilevanza e un forte valore simbolico, rappresentando per i Paesi coinvolti un primo ma importante passo nel cammino di avvicinamento all'Europa e dimostrando l'impatto positivo che l'integrazione europea può avere sulla vita delle popolazioni. L'Italia ha costantemente sostenuto il dialogo sui visti sin dal suo avvio, portando avanti un'intensa opera di sensibilizzazione in ambito comunitario. Il Governo italiano ritiene essenziale portare a compimento tale processo, procedendo all'abolizione dell'obbligo di visto per Albania e Bosnia Erzegovina entro l'autunno 2010. Un altro obiettivo prioritario è la finalizzazione dei negoziati di adesione con la Croazia entro l'inizio del 2011, così da rendere possibile l'adesione di Zagabria entro fine 2011 o al più tardi all'inizio del 2012. Il successo croato rappresenta un esempio per tutti i Paesi della regione, incoraggiandoli a proseguire gli sforzi in vista dell'integrazione nell'Unione europea.
È poi essenziale, alla luce dei progressi compiuti da Skopje, procedere all'apertura dei negoziati di adesione anche con la Macedonia. Pur riconoscendo la delicatezza che riveste il contenzioso del nome con Atene e le necessità di trovarvi quanto prima una soluzione, da parte italiana si ritiene infatti che le questioni bilaterali non debbano interferire con il processo di adesione. Rischiamo altrimenti di innescare nell'area reazioni a catena, suscettibili di rallentare ulteriormente il percorso di avvicinamento della regione alla UE compromettendo gli eccellenti risultati finora acquisiti.
Occorre peraltro assicurare un orizzonte temporale equilibrato a tutti i Paesi che abbiano presentato domanda di adesione. Auspica pertanto che la Commissione presenti l'avis relativo ad Albania e Montenegro entro la fine dell'anno e che si possa procedere alla concessione dello status di candidato a entrambi i Paesi. Tale decisione rappresenterebbe un messaggio di speranza per l'intera regione, incoraggiando nel contempo Tirana e Podgorica a proseguire il processo di riforma.
Il Governo italiano è inoltre fortemente impegnato al fine di far avanzare il percorso europeo della Serbia, che riveste un ruolo centrale nella regione e che ha dimostrato in più occasioni la propria volontà politica nel perseguire l'agenda europea. È ora il momento di dare un riscontro positivo al Governo serbo, procedendo allo sblocco del processo di ratifica dell'ASA e avviando la valutazione tecnica della domanda di adesione di Belgrado.
In Bosnia, la situazione politica rimane particolarmente delicata e la campagna elettorale in vista delle elezioni generali del 3 ottobre sta esacerbando ulteriormente le tensioni tra le diverse componenti etniche. In tale contesto, l'Unione europea deve rafforzare il proprio ruolo e la propria presenza al fine di sostenere il processo di stabilizzazione del Paese e il suo cammino verso l'integrazione euro-atlantica. È tuttavia necessario agire in stretto coordinamento con gli USA e gli altri attori internazionali, sì da mantenere la coesione della comunità internazionale sull'obiettivo della stabilizzazione del Paese.
Per quanto concerne infine il Kosovo, l'obiettivo principale è consolidare le istituzioni nate con la dichiarazione di indipendenza, dall'Italia prontamente riconosciuta, rafforzando lo stato di diritto grazie al ruolo ricoperto dalla missione europea EULEX. L'indipendenza è un processo irreversibile nell'ottica della definitiva stabilizzazione della regione, ma occorre nondimeno promuovere soluzioni pragmatiche tra Belgrado e Pristina in relazione a specifiche questioni. L'Unione europea è pertanto chiamata a mantenere e rafforzare il proprio impegno al fine di

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evitare nuove forme di instabilità, con il rischio di ripercussioni negative sull'intero scacchiere regionale. Il rafforzamento della prospettiva europea del Kosovo, in linea con le proposte della Commissione, è un elemento essenziale in tale contesto.
Alla luce di tali considerazione esprime il consenso del Governo sulla risoluzione presentata, sia per quanto concerne i punti della premessa che del dispositivo.

Roberto ANTONIONE (PdL), in qualità di cofirmatario della risoluzione in titolo, esprime un ringraziamento al collega Fassino per avere illustrato l'atto di indirizzo in modo da dare conto della riflessione comune e condivisa da maggioranza e opposizione sul processo di integrazione europea dei Balcani occidentali, in armonia con gli esiti della missione svolta nello scorso mese di marzo. Sottolinea l'urgenza di fornire ai Paesi di quell'area fattori motivazione aggiuntivi rispetto al passato, considerato che l'Unione europea, a partire dalla battuta d'arresto del 2004, si è rinchiusa su se stessa, bloccata dall'empasse costituzionale, con conseguente perdita di tempo e di credibilità politica, come evidenzia il contraddittorio negoziato più che ventennale con la Turchia, che può, a suo giudizio, costituire un increscioso precedente per i Paesi dei Balcani occidentali A tal proposito, sottolinea la tempestività della risoluzione presentata, essendo essa mirata ad ottenere un precisa presa di posizione da parte del Governo italiano in primis, e dell'Unione europea in seconda battuta. L'Italia è sempre stata considerata un Paese chiave per i Paesi dei Balcani occidentali nel rapporto con l'Unione europea e da ciò deriva la consapevolezza, condivisa da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, di dovere svolgere pienamente tale ruolo soprattutto in questa fase.

Stefano STEFANI, presidente, sottolinea il valore politico della linea bipartisan sul merito della risoluzione, ricordando che si tratta del terzo atto di indirizzo che la Commissione discute nella presente legislatura sulle questioni legate ai Balcani occidentali. Nel rilevare che su questo terreno il Governo italiano si è sempre conformato agli indirizzi indicati dal Parlamento, considera tale stato di cose come l'evidenza del pieno rispetto del ruolo istituzionale del Parlamento da parte dell'attuale Esecutivo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione n. 7-00339.

La seduta termina alle 13.35.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 13.35.

Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia.
C. 3290 Governo, C. 529 Vitali e C. 3478 Di Pietro.

(Parere alla II Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 19 maggio scorso.

Franco NARDUCCI, presidente, in sostituzione del relatore, presidente Stefani, impossibilitato a prendere parte alla seduta, segnala che le modifiche apportate dalla Commissione Giustizia al provvedimento in esame hanno interessato le competenze della III Commissione limitatamente all'articolo 1 del provvedimento, recante i principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega al Governo per l'emanazione di un codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. La norma modificata, di cui al comma 3, lettera b), in tema di confisca dei beni, dispone che tale misura può essere eseguita

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anche nei confronti di beni localizzati in territorio estero - e non più nel solo territorio di Paesi membri dell'Unione europea - nei limiti e con le procedure previste dalla legislazione degli Stati ove i beni si trovano, in conformità con gli obiettivi del provvedimento relativi ad una più efficace azione di contrasto al crimine organizzato transnazionale. Segnala anche la modifica all'articolo 2, comma 1, lettera c), relativa alla previsione della possibilità di integrare la banca dati nazionale della documentazione antimafia con dati provenienti dall'estero. Si tratta con tutta evidenza di elementi che concorrono all'efficacia complessiva dell'azione di contrasto a livello internazionale del crimine organizzato. Dà quindi lettura alla proposta di parere favorevole, predisposta dal relatore (vedi allegato).

La Commissione approva la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

La seduta termina alle 13.40.

COMITATO DEI NOVE

Martedì 25 maggio 2010.

DL 63/2010: Disposizioni urgenti in tema di immunità di Stati esteri dalla giurisdizione italiana e di elezioni degli organismi rappresentativi degli italiani all'estero.
C. 3443-A Governo.

Il Comitato dei nove si è riunito dalle 13.40 alle 13.45.

AUDIZIONI

Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.05.

Audizione del Segretario generale del Ministero degli affari esteri, Ambasciatore Giampiero Massolo, sulla istituzione del Servizio europeo per l'azione esterna.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Stefano STEFANI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Giampiero MASSOLO, Segretario generale del Ministero degli affari esteri, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Paolo CORSINI (PD), Mario BARBI (PD) e Margherita BONIVER (PdL).

Giampiero MASSOLO, Segretario generale del Ministero degli affari esteri, fornisce ulteriori precisazioni.

Stefano STEFANI, presidente dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.50.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.