CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 gennaio 2010
271.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02351 Angeli: Sul rinnovo del contratto con la Swiss Medical, compagnia assicuratrice per gli italiani residenti in Argentina.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Nel 2007 è stata stipulata per la prima volta una polizza assicurativa, per garantire - nel biennio 2008-2009 - l'assistenza sanitaria a favore dei connazionali indigenti residenti in Argentina (i beneficiari coperti erano 8.320). La gara europea è stata aggiudicata alla Società Swiss Medical, per un costo annuo di 6.748.000 Euro.
Gli oneri di questa polizza - come quelli relativi ad altre stipulate in America Latina - gravano sui fondi del capitolo 3121 del bilancio del Ministero degli Affari Esteri. Tali fondi hanno natura di spesa non obbligatoria. Si è reso pertanto necessario conoscere l'entità effettiva del bilancio di previsione 2010 prima di intraprendere qualsiasi iniziativa riguardante la nuova polizza. Alla fine dello scorso giugno, la dotazione del capitolo 3121 ammontava a 9,2 milioni di euro, poi diventati 12,3 milioni con la Legge di Bilancio. La contrazione rispetto al 2009 risulta comunque pari al 26,59 per cento.
Tenuto conto che sullo stesso capitolo 3121 gravano l'insieme dei sussidi ed interventi che, a vario titolo, vengono erogati da tutta la rete estera ai connazionali indigenti, le risorse per la polizza sanitaria in Argentina, sono state ridotte del 23 per cento rispetto al precedente importo annuo.
Al fine di dare continuità all'assistenza sanitaria, avvalendosi di una clausola del precedente contratto, sono stati infatti avviati contatti con la Swiss Medical per il rinnovo dell'esecuzione di servizi analoghi a quelli previsti nella precedente polizza. Il negoziato con la controparte è stato condotto dall'Ambasciata con la presenza, in alcune fasi, di un rappresentante della Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie della Farnesina. Il risultato è stato un nuovo contratto che prevede la copertura di 5.000 beneficiari per un ammontare complessivo annuo di 5.187.000 euro. Il costo è stato giudicato congruo da una società esterna incaricata di una valutazione tecnica.
Alla luce dei vincoli di bilancio, la riduzione del numero dei beneficiari di circa il 40 per cento è stata ritenuta la controindicazione di minor impatto, per continuare a garantire comunque l'erogazione di un servizio che, come ricordano gli stessi interroganti, si è dimostrato efficace negli anni precedenti. Va tenuto presente che il contratto - registrato e approvato dagli Organi di Controllo e regolarmente entrato in vigore lo scorso primo gennaio - prevede la possibilità, allocando eventuali ulteriori fondi, di ampliare il numero dei beneficiari, attingendo ad una lista suppletiva di potenziali assistiti, oltre i 5.000 attualmente coperti dalla nuova polizza.
L'individuazione degli attuali beneficiari è stata effettuata applicando l'unico criterio realmente oggettivo, proprio al fine di evitare discriminazioni, e cioè quello determinato dalla misura dell'indigenza dei connazionali presi in considerazione. Il relativo elenco è stato messo a punto dai Consolati sulla base dei parametri omogenei indicati dall'Ambasciata, in modo che proprio le fasce meno abbienti

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potessero continuare a beneficiare del servizio. Con gli stessi parametri è stata stilata la lista suppletiva.
Il Ministero degli Esteri continua a riservare prioritaria attenzione alle esigenze dell'importante collettività italiana in Argentina e, più in generale, in America Latina (cui vengono destinati l'80 per cento dei sussidi e degli interventi erogati agli indigenti). I connazionali indigenti censiti e non inclusi nella polizza assicurativa con Swiss Medical - in aggiunta alle prestazioni previste dal Servizio Nazionale Pubblico argentino (PAMI) - possono usufruire per esigenze sanitarie, nell'ambito delle risorse finanziarie esistenti, dell'assistenza degli Uffici consolari attraverso l'erogazione d'interventi diretti.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02352 Leoluca Orlando: Sulla situazione umanitaria nella provincia del Nord Kivu della Repubblica democratica del Congo e la tutela della comunità cristiana ivi residente.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Le problematiche evocate dall'onorevole interrogante sono seguite molto da vicino dal Governo, tanto all'interno delle principali istanze internazionali quanto sul piano bilaterale.
La situazione nella Repubblica Democratica del Congo resta complessa. Il 7 dicembre scorso, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale, Alan Doss, ha illustrato al Consiglio di Sicurezza le tre principali priorità sul terreno: a) la protezione dei civili a fronte delle violazioni dei diritti umani che continuano su larga scala, specie nel Kivu; b) l'integrazione dei ribelli, attraverso un rinnovato impegno da parte del Governo anche sul fronte della riforma del settore della sicurezza; c) il ritorno dei rifugiati e degli sfollati, con la creazione di appositi meccanismi per gestire il flusso dei ritorni e le dispute sulle proprietà terriere.
Anche alla luce di queste considerazioni, il Consiglio di Sicurezza ha adottato all'unanimità, il 23 dicembre 2009, la Risoluzione 1906 che estende il mandato della missione di pace delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo, MONUC, fino al 31 maggio 2010. La risoluzione anticipa inoltre l'intenzione del CdS di procedere ad un ulteriore rinnovo, questa volta per un periodo di 12 mesi, sulla base di un piano per la riconfigurazione del mandato di MONUC, che verrà elaborato dalle Nazioni Unite nei prossimi 5 mesi e che sarà finalizzato ad un rafforzamento della dimensione umanitaria di MONUC.
Non è mancato, in questi mesi, e non mancherà, nei prossimi, l'impegno dell'intera Unione Europea in quest'area. L'UE è il principale partner della RDC sia sul piano dell'assistenza allo sviluppo che su quello politico.
Lo stesso processo elettorale congolese del 2006 ha ricevuto un appoggio politico, tecnico e militare senza precedenti da parte dell'Unione Europea e l'operazione verrà con ogni probabilità ripetuta per le prossime elezioni presidenziali e legislative previste per il 2011.
L'Unione Europea è poi fortemente impegnata nella Riforma del Settore della Sicurezza della RDC attraverso due missioni PESD; la Missione EUSEC, che fornisce assistenza all'organizzazione delle nuove Forze Armate congolesi, e la Missione EUPOL che sostiene la formazione di un corpo di polizia allineato alle esigenze delle nuove istituzioni democratiche del Paese.
Oltre che attraverso i canali multilaterali e assieme ai partners europei, il Governo è particolarmente attivo anche sul piano bilaterale.
Per verificare la situazione sul terreno rispetto alle preoccupazioni espresse dall'onorevole interrogante, l'onorevole Margherita Boniver, Inviato Speciale per le Emergenze Umanitarie e le Situazioni di Vulnerabilità del Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, ha effettuato dal 6 all'11 gennaio, una visita nella RDC.
Nella tappa a Kinshasa, l'onorevole Boniver ha incontrato, oltre ai rappresentanti della comunità italiana e internazionale, il Vice Ministro degli Esteri, il Ministro del Genere, della Famiglia e dell'Infanzia, il Ministro dell'Insegnamento

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Superiore ed il Ministro degli Affari Sociali ed Umanitari. Gli incontri hanno consentito di raccogliere valutazioni aggiornate sulla situazione umanitaria sul terreno e sulle risposte che il Governo e la comunità internazionale sono in grado di dare. Tali elementi permetteranno un'approfondita valutazione circa le modalità di un crescente impegno italiano a livello politico, sociale e di cooperazione allo sviluppo nella RDC. Gli incontri sono stati inoltre utili per verificare l'andamento del processo di pace nella regione dei Grandi Laghi e per effettuare una ricognizione della cooperazione politica e tecnica tra i due Paesi.
Particolarmente significativa è stata la successiva tappa della missione, a Goma, prima visita effettuata nel capoluogo martoriato del Nord Kivu da un alto esponente politico italiano, dove l'onorevole Boniver ha potuto constatare il persistere di una gravissima crisi umanitaria che investe la RDC e valutare l'eccellente stato dei programmi della cooperazione italiana, inaugurandone importanti realizzazioni.
Vorrei ricordare che, ad oggi, l'impegno umanitario d'emergenza della Cooperazione allo Sviluppo nel solo biennio 2008-2009 in RDC è stato pari a 7,5 milioni di euro con azioni rivolte prioritariamente alle Province del Kivu settentrionale e meridionale, nel settore sanitario, della sicurezza alimentare e della protezione degli sfollati.
Un ultimo accenno al tema specifico delle violenze contro i cristiani, menzionate dall'onorevole interrogante.
Come il Governo ha avuto più volte modo di ribadire, la tutela della libertà di religione o di credo e delle minoranze religiose rappresenta una delle priorità dell'azione dell'Italia in materia di diritti umani. Si tratta di un diritto fondamentale, tra i cardini della nostra civiltà, che, in diversi parti del mondo, Africa compresa, è stato oggetto di crescenti attacchi, rivolti soprattutto nei confronti delle persone di religione cristiana.
Per reagire a questo fenomeno - ed in particolare a seguito della notizia di gravi violenza contro i cristiani nel sud del Sudan (attribuite a membri del cosiddetto «Lord Resistance Army», un gruppo di ribelli di origine ugandese) il Ministro Frattini ha deciso di farsi promotore, all'interno dell'Unione europea, di una presa di posizione di condanna delle violazioni della libertà religiosa.
L'iniziativa ha consentito, come noto, di giungere, lo scorso 16 novembre, ad una chiara presa di posizione dei Ministri degli Esteri sul tema ed al rilancio della riflessione, all'interno della UE, sugli strumenti e sui modi per promuovere la libertà di religione e di culto nelle relazioni bilaterali e in ambito multilaterale.
Infine, va menzionata, tra le iniziative più significative, la risoluzione sull'intolleranza religiosa che l'Italia e l'UE hanno presentato nel 2009, come oramai da diversi anni a questa parte, all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si tratta di un documento di grande importanza politica, poiché affronta il problema dell'intolleranza religiosa in maniera organica. Soprattutto, l'UE è riuscita nell'obiettivo di mettere a punto un testo condiviso, che, infatti, è stato approvato dall'Assemblea Generale per consenso. La risoluzione contiene una forte condanna di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione basate sulla religione o sul credo e riconosce l'aumento di episodi di intolleranza nei confronti delle comunità religiose nel mondo, tra le quali anche quelle cristiane.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02353 Adornato: Sul procedimento giudiziario in corso in Spagna per l'omicidio di una cittadina italiana.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Il Ministero degli Esteri, anche attraverso il Consolato Generale a Barcellona, continua a seguire con la massima attenzione la vicenda giudiziaria successiva alla scomparsa della giovane Federica Squarise, avvenuta a Lloret de Mar tra il 1o e il 2 luglio 2008.
Sin dalla prima segnalazione della scomparsa, il 3 luglio 2008, il Consolato Generale si è attivato presso le Autorità di polizia locali, che, il 7 luglio, hanno comunicato il ritrovamento del corpo di lì a poco identificato come quello di Federica. I familiari della connazionale sono stati ricevuti presso l'Ufficio consolare il giorno stesso della segnalazione ed hanno ricevuto costanti aggiornamenti sullo sviluppo delle indagini, che hanno portato al fermo il 14 luglio, del signor Diaz Silva, successivamente reo confesso dell'omicidio di Federica.
Il procedimento penale a carico del signor Diaz Silva è stato costantemente monitorato dal Consolato Generale, anche mediante l'avvocato penalista di fiducia, che rappresenta i familiari della vittima presso il competente Tribunale spagnolo.
Parallelamente, sono stati mantenuti costanti contatti con la famiglia Squarise in merito agli accertamenti medico-legali e all'acquisizione degli elementi probatori emersi durante la fase istruttoria. (Fase istruttoria che è tutt'ora in corso, in quanto, in base alla procedura penale spagnola, la fase dibattimentale inizierà, a prescindere dalla composizione del collegio giudicante, una volta conclusa la raccolta degli elementi indiziari).
Non è dato, naturalmente, prevedere quali saranno le determinazioni dell'Autorità giudiziaria spagnola in ordine al mantenimento in carcere del signor Diaz Silva. Alla luce dell'attuale quadro processuale, la proroga del provvedimento di detenzione preventiva troverebbe peraltro fondamento nella gravità del reato commesso e nella dichiarazione di colpevolezza dell'imputato.
Posso ad ogni modo assicurare fin d'ora che il Ministero degli Esteri, mediante il Consolato Generale a Barcellona, continuerà a seguire con ogni dovuta attenzione, nel rispetto dell'autonomia della magistratura locale, la vicenda giudiziaria in questione, mantenendo regolari contatti con la famiglia e con i suoi legali.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02354 Narducci: Sulla chiusura del Consolato generale di Amburgo.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Il provvedimento riguardante Amburgo non ha carattere isolato, ma va ricondotto al più generale piano di razionalizzazione della rete estera presentato, in più occasioni, in Parlamento, al CGIE ed alle Organizzazioni Sindacali. Tale piano complessivo (che già all'inizio contemplava la chiusura dell'Ufficio consolare di Amburgo, con il trasferimento delle competenze al Consolato Generale di Hannover) prevedeva scadenze più ravvicinate. Successivamente, in funzione degli approfondimenti dell'Amministrazione su singole criticità delle sedi interessate nel processo, ha subito una rimodulazione cronologica.
In tali approfondimenti, ancora in corso, il Ministero degli Esteri riserva prioritaria attenzione alla cura dei servizi alle collettività italiane, che si intendono mantenere ad un livello qualitativo elevato, come legittimamente evidenziato dalle varie istanze coinvolte, in particolare con la Risoluzione di questa Commissione del 21 luglio 2009.
Parallelamente, la Farnesina prosegue nella realizzazione di piattaforme informatiche innovative, cui è stata attribuita priorità dal punto di vista dei tempi e delle risorse. Come illustrato nel corso della visita della delegazione parlamentare al Consolato di Bruxelles, il progetto è volto a consentire all'intera rete consolare di: aumentare la produttività degli Uffici, rendendoli sempre più efficienti e rispondenti alle esigenze dei connazionali; fornire all'utenza servizi telematici a distanza; corrispondere agli indirizzi governativi in tema di innovazione, digitalizzazione e dematerializzazione della Pubblica Amministrazione.
Con specifico riferimento al Consolato Generale in Amburgo, pur non essendo prospettata la possibilità di mantenere operativa la Sede nella sua attuale configurazione, sono oggetto di attento studio una serie di soluzioni alternative ai fini della salvaguardia dei rapporti economico-commerciali fra l'Italia ed il nord della Germania, nonché dei livelli di assistenza ai nostri connazionali residenti, in particolare, nella città anseatica, garantendo comunque il conseguimento di apprezzabili risparmi.
In primo luogo, si conferma l'impegno del Governo al rafforzamento delle sedi consolari che riceveranno le competenze dagli Uffici in chiusura (in questo caso, il Consolato Generale di Hannover), permettendo il mantenimento di alti livelli qualitativi nell'erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese. Priorità dell'Amministrazione è, infatti, che le risorse umane e finanziarie ottenute attraverso la razionalizzazione vengano reinvestite nella rete all'estero, al fine di garantirne la sostenibilità nel suo insieme.
In secondo luogo, viene presa in esame l'istituzione in loco di adeguate strutture sostitutive degli Uffici in chiusura, in considerazione tanto dell'importanza delle sedi consolari in soppressione quanto delle istanze delle collettività italiane. In ogni caso, saranno gli Uffici consolari destinatari delle competenze delle sedi in chiusura ad assicurare il collegamento tra il nostro Paese e le Istituzioni estere statali o sub-statali con assiduità non minore rispetto al passato, così salvaguardando la qualità dei rapporti di carattere bilaterale.

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Gli orientamenti dell'Amministrazione in merito alla chiusura del Consolato Generale di Amburgo ed alla successiva cura delle competenze fin qui attribuite al predetto ufficio, sono state rappresentati alla delegazione amburghese citata dagli onorevoli interroganti durante un prolungato incontro tenutosi alla Farnesina. Gli interlocutori tedeschi sono stati peraltro rassicurati sulla volontà di mantenere comunque una presenza istituzionale anche attraverso il ruolo, eventualmente rafforzato, del locale Istituto di Cultura. È infine stata prospettata l'esistenza allo studio di soluzioni alternative - in primis, un eventuale Sportello consolare - per garantire gli attuali livelli dei servizi consolari, nonché dell'ipotesi d'istituire in loco un Ufficio consolare onorario, che potrebbe anche, in prospettiva, assumere specifiche funzioni connesse con l'attività portuale, così da garantire un'effettiva assistenza alle imprese italiane ivi operanti.

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ALLEGATO 5

Sulla II riunione dell'Osservatorio parlamentare e di Governo per il monitoraggio dello stato di promozione e tutela dei diritti fondamentali, svoltasi il 24 novembre 2009.

COMUNICAZIONI

Il 24 novembre scorso si è tenuta, presso il Ministero degli affari esteri, la seconda riunione dell'Osservatorio parlamentare e di Governo per il monitoraggio dello stato di promozione e tutela dei diritti fondamentali.
Alla riunione hanno preso parte, in rappresentanza del Senato della Repubblica, il senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione straordinaria per tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, e i senatori Roberto Di Giovan Paolo, Cosimo Gallo, Massimo Livi Bacci e Marco Perduca. Per la Camera dei deputati, erano presenti il Presidente del Comitato permanente sui diritti umani, Furio Colombo, e gli onorevoli Mario Barbi, Renato Farina, Matteo Mecacci ed Enrico Pianetta. Il Ministero degli Affari esteri è stato rappresentato alla riunione dal sottosegretario Vincenzo Scotti. Preliminarmente l'onorevole Pianetta ha proposto un maggiore raccordo con le assemblee internazionali che si occupano di diritti umani, anche tramite la partecipazione ai lavori dell'Osservatorio di parlamentari facenti parte delle delegazioni italiane presso tali assemblee.

Revisione periodica e impegni internazionali dell'Italia in materia di diritti umani

Il tema discusso più approfonditamente è stato quello della revisione periodica a cui l'Italia sarà sottoposta nel corso del 2010. In proposito il sottosegretario Scotti ha svolto un breve riepilogo delle scadenze temporali legate alla revisione.
In primo luogo ci si è interrogati sul ruolo del Parlamento all'interno della procedura di revisione periodica; pur riconoscendo che la responsabilità per la predisposizione dei dossier spetta al Governo, si è convenuto che uno scambio di opinioni è in ogni caso proficuo.
Sono state svolte alcune considerazioni sul contenuto del documento, in particolare in relazione alla situazione carceraria e alla tematica dell'immigrazione. In proposito il sottosegretario Scotti ha prospettato la possibilità di allargare prossime riunioni dell'Osservatorio ad altri dicasteri interessati, come quelli dell'Interno e della Giustizia.
Il dibattito si è poi maggiormente concentrato sul mancato rispetto degli impegni internazionali assunti dall'Italia in sede di candidatura al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, quali l'istituzione di una commissione nazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dell'uomo, la ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura, con la connessa istituzione di un organismo indipendente di controllo, l'adeguamento del nostro ordinamento allo Statuto della Corte penale internazionale.
Il sottosegretario Scotti ha evidenziato l'interesse del Ministero degli Affari esteri alla ratifica degli accordi, spiegando che le difficoltà provengono da altri soggetti governativi coinvolti e sono soprattutto di natura finanziaria.
Si è convenuto che le osservazioni che saranno fatte a Ginevra potranno dare indicazioni per guidare anche l'azione parlamentare sul tema.

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Eliminazione delle mutilazioni genitali femminili

Come secondo punto è stata ricordata l'iniziativa italiana per giungere, possibilmente nel corso della prossima sessione dell'Assemblea generale dell'ONU, all'approvazione di una risoluzione sull'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili. In proposito è stato ricordato che il Ministro Frattini, durante i lavori della 64a Assemblea generale dell'ONU, ha presieduto una riunione di coordinamento sul tema mutilazioni genitali femminili, alla quale hanno partecipato rappresentanti di quindici Paesi insieme ai vertici di UNICEF e UNFPA.
Hanno partecipato a tale riunione soprattutto i rappresentanti di Paesi africani, quali Costa d'Avorio, Eritrea, Egitto, Senegal, Uganda, Burkina Faso, Gibuti, Zambia e Ghana. Esito dell'incontro è stata la decisione di continuare a lavorare insieme in un gruppo informale per promuovere un maggiore coordinazione internazionale, in relazione sia alle iniziative operative sul terreno, sia all'azione diplomatica in sede di Nazioni Unite. Si è inoltre scelto di privilegiare un approccio che si prefigga l'obiettivo di persuadere le popolazioni interessate, evitando che l'azione di contrasto alle mutilazioni genitali femminili sia percepita come qualcosa imposta dall'esterno.
Nel corso della riunione dell'osservatorio è emersa l'esigenza di ottenere un più forte sostegno a questa campagna da parte dei media e dell'opinione pubblica al fine di incrementarne le possibilità di successo.

Libertà religiosa

Il terzo punto all'ordine del giorno è stato quello della libertà religiosa, ritenuta anche un potenziale fattore di pace e di stabilità. Rispetto ad una possibile risoluzione ONU conto l'intolleranza religiosa si è sottolineato che si tratta di un tema delicato in quanto in nome della lotta alla diffamazione si corre il rischio di un tentativo di limitazione della libertà di espressione.
In connessione alla tematica della libertà religiosa è stato richiamato il tema della convivenza culturale nelle città, ricordando in proposito un convegno organizzato insieme all'ANCI che si è svolto il 29 settembre 2009 a Genova e l'azione diplomatica italiana in preparazione del World Urban Forum che si terrà a marzo 2010 a Rio de Janeiro.

Altri temi

Alcuni parlamentari hanno criticato il voto contrario espresso il 5 novembre 2009 dall'Italia in sede di Assemblea generale sull'adozione del rapporto Goldstone sui crimini di guerra compiuti a Gaza, in considerazione della mancata collaborazione israeliana con la Commissione d'indagine e ritenendo che il realismo politico e le relazioni amichevoli non devono essere elementi condizionanti quando si assumono posizioni in tema di rispetto dei diritti umani.
Il sottosegretario Scotti ha risposto che l'Italia auspicava un rinvio del voto in attesa di una indagine indipendente da parte di Israele e intendeva comunque evitare che una condanna unilaterale influisse negativamente sul dialogo tra Israele e ANP. L'accelerazione impressa da alcuni Paesi arabi ha quindi costretto il nostro Paese ad esprimere un voto contrario.
È stata inoltre rilevata l'estrema eterogeneità della posizione europea sul tema, posto che tra i 27 si sono avuti, 5 voti favorevoli, 6 contrari e 16 astensioni.
Sono inoltre stati richiesti chiarimenti sugli esiti della cosiddetta Conferenza di Durban 2 - sui quali l'Italia, insieme ad altri otto paesi, di cui quattro dell'UE, aveva assunto una posizione di astensione nella seduta della Terza Commissione dell'Assemblea generale dell'ONU del giorno precedente - e sul ricorso italiano contro la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo in tema di esposizione del crocifisso nelle scuole.
Per la prossima riunione dell'Osservatorio sono stati suggeriti come possibili temi: le direttive impartite alla rete diplomatica italiana nel mondo in tema di rispetto dei diritti umani; la condizione dei circa tremila cittadini italiani detenuti in Paesi esteri.