CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 maggio 2010
326.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02466 Schirru: Sul rischio ambientale derivante dall'attività del poligono di Salto di Quirra in Sardegna.

TESTO DELLA RISPOSTA

Prima di entrare nello specifico delle questioni illustrate dagli Onorevoli interroganti, vorrei evidenziare, in generale, che le attività addestrative e sperimentali - d'importanza primaria per le Forze armate, nell'ottica di disporre, a carattere continuativo, di aliquote di forze tecnologicamente aggiornate in grado di integrarsi rapidamente e di interoperare efficacemente nell'ambito di dispositivi interforze e multinazionali - vengono sempre effettuate nel pieno rispetto di precise norme di legge e di sicurezza, volte a garantire la salvaguardia della popolazione e la tutela dell'ambiente.
Per quanto concerne, più in particolare, le esercitazioni e le sperimentazioni svolte presso i poligoni, ogni attività è preceduta da un' approfondita analisi dell'impatto ambientale.
Inoltre, il reparto/Ente utilizzatore della struttura deve:
comunicare alla Direzione del poligono il tipo di armi e munizioni che prevede di impiegare, prima di ottenere l'autorizzazione a condurre le esercitazioni;
presentare, al termine dell'attività, un rapporto che conferma l'avvenuta bonifica delle aree utilizzate e il numero e il tipo di munizionamento effettivamente impiegato durante l'esercitazione.

È indubbio che lo svolgimento di tali attività possa comportare ripercussioni sul contesto territoriale, sotto diversi aspetti, ma, proprio per compensare tali disagi, la Difesa opera attraverso vari istituti, organismi e procedure per mitigarne l'impatto sulla cittadinanza.
Ciò premesso, la situazione ambientale del poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) ha, da tempo, particolare evidenza mediatica, in quanto alcuni organi di stampa hanno ricollegato, presumibilmente, il numero di «fenomeni patologici» - riscontrati fra gli animali e gli abitanti delle comunità residenti nelle zone limitrofe - alle esercitazioni militari che vi si tengono periodicamente, ipotizzando i rischi che la struttura militare comporterebbe per il territorio e per la popolazione.
In particolare, l'ipotesi della presenza, nell'area adiacente al poligono (frazione di Quirra del comune di Villaputzu) di una maggiore incidenza di tali fenomeni non è stata confermata, a suo tempo, dall'apposita Commissione istituita dalla ASL 8 di Cagliari, che ha indicato che le possibili cause potrebbero essere, invece, ricercate proprio nel passato minerario dell'area.
Chiarito questo aspetto, preciso che le attività addestrative all'interno del poligono si svolgono nel pieno rispetto sia della normativa ambientale, sia delle procedure volte a garantire la sicurezza del personale che vi opera.
Sin dal 2004, infatti, è stato adottato, inizialmente in via sperimentale e dal 2008 in maniera definitiva, un «Disciplinare Ambientale» che, nel rispetto della normativa vigente, regolamenta le procedure per autorizzare le attività all'interno del poligono.
A seguito dell'entrata in vigore del Disciplinare, ogni attività è oggetto sia di una valutazione preventiva basata sulla

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documentazione tecnica del materiale da utilizzare, sia di un controllo di coerenza tra le attività pianificate e quelle effettuate durante le esercitazioni e/o sperimentazioni - da tenersi in coordinamento tra personale del poligono ed utenti - sia, infine, di un controllo successivo alla esercitazione/sperimentazione, durante il quale si interviene con la bonifica, qualora ritenuta necessaria.
Quanto, invece, alla presunta presenza presso il poligono di «polveri sottili che assumono la forma di nano particelle con presenza di metalli pesanti», ritengo opportuno fornire alcune precisazioni, supportate dai risultati ottenuti a seguito di un controllo ambientale sistematico.
Nel 2002 la Difesa ha commissionato all'Università degli studi di Siena un'indagine sullo stato ambientale del PISQ e delle aree limitrofe, per accertare l'eventuale presenza di elementi tossici pesanti.
L'Ateneo senese ha reso disponibili i risultati degli studi svolti, relativi ad oltre 1.500 campioni e a circa 25.000 determinazioni analitiche, dai quali, a conferma di quanto già reso noto dal Presidio multizonale dell'ASL di Cagliari, si evince che all'interno dell'area del poligono non è individuabile alcuna traccia di uranio che abbia un'origine diversa da quella naturale, con il riscontro di valori anomali di metalli pesanti di accertata origine naturale.
Lo studio, nel contempo, ha consentito di rilevare che - in alcune zone al di fuori del poligono interessate da attività minerarie pregresse - le concentrazioni di alcuni elementi tossici (arsenico, cadmio, eccetera) raggiungono valori superiori ai limiti accettabili.
Da tempi molto remoti, infatti, l'intera area è stata d'interesse minerario e, al di fuori del perimetro del Poligono (località Baccu Locci, a circa 700 metri a sud-est), è presente una ex miniera, gestita dalla Società Rumianca dal 1938 al 1965, anno della sua dismissione.
È possibile consultare la relazione finale dello studio sul sito internet del Ministero della difesa.
Successivamente, per fugare ogni ulteriore dubbio e dare una maggiore tranquillità alla popolazione, è stata avviata nel 2008 una campagna di monitoraggio ambientale con lo scopo di verificare, oltre la presenza di materiale radioattivo, anche la presenza di altre sostanze inquinanti, quali metalli pesanti e nano particelle.
Tale attività, assegnata mediante procedura ad evidenza pubblica, che vede il coinvolgimento delle Autorità locali, degli enti territoriali sardi coinvolti nella gestione dell'ambiente e della salute pubblica, oltre che del «Comitato Gettiamo Le Basi», è condotta da società indipendenti e qualificate, esterne alla Difesa.
Il Contratto, il cui Capitolato Tecnico definitivo è stato predisposto recependo le indicazioni delle autorità locali e regionali della Sardegna, prevede l'esecuzione di cinque lotti:
lotto 1 - controllo e monitoraggio continuo della radioattività aerodispersa: sono state acquisite quattro stazioni di rilevamento automatico, due fisse e due mobili, che dovranno operare in continuo per la determinazione dei radionuclidi aerodispersi e dell'equivalente di dose ambiente e viene effettuato un numero adeguato di analisi per ogni giorno di funzionamento, durante le attività del poligono o in caso di superamento dei limiti di legge.
Le analisi dei filtri sono eseguite presso un laboratorio accreditato SINAL (Sistema nazionale per l'accreditamento dei laboratori di prova): ad oggi, non sono state rilevate situazioni di rischio;
lotto 2 - controllo e monitoraggio delle radiazioni non ionizzanti (onde elettromagnetiche) in onda continua ed impulsiva presso il PISQ: questo lotto ha lo scopo di realizzare una campagna di misure sulle radiazioni non ionizzanti nelle aree del PISQ, dove il personale svolge, usualmente, attività lavorativa e dove vive la popolazione. L'attività si è conclusa: nella relazione finale si evince la totale assenza di situazioni di pericolo. Tuttavia, il personale del PISQ, eventualmente in collaborazione con l'Agenzia Regionale per

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la Protezione dell'Ambiente della Sardegna (ARPAS) continuerà a monitorare le emissioni elettromagnetiche attraverso la strumentazione acquisita;
lotto 3 - determinazione di agenti chimici e radioattivi in matrici ambientali e biologiche (suolo, acqua, vegetali ed animali): le attività previste consistono nel campionamento di matrici ambientali e biologiche (suolo, acque naturali superficiali e sotterranee, organismi vegetali ed animali) da attuarsi presso il PISQ e, successivamente, nel loro controllo chimico, da effettuarsi mediante l'applicazione di metodiche analitiche atte a stabilire la qualità e la quantità degli elementi chimici presenti. Il controllo sarà esteso anche a vegetali, animali ed ai loro derivati, presenti sul territorio, allo scopo di conoscere l'eventuale fenomeno di bioaccumulo lungo tutta la catena alimentare. Negli animali pascolanti, in particolare, dovranno essere analizzati gli organi bersaglio degli elementi chimici (polmoni, reni, intestino, gonadi, tessuto adiposo e linfatico...) per l'eventuale presenza di nano particelle metalliche. Le attività di campionamento del terreno e delle acque sono in corso ed i risultati parziali, finora acquisiti, non evidenziano particolari situazioni di rischio. A breve saranno avviati i controlli su animali e prodotti derivati (sono stati già esaminati formaggi e miele);
lotto 4 - formazione del personale del poligono di Salto di Quirra e delle amministrazioni locali ai fini di una successiva certificazione ambientale (ISO 14001) a cura di un ente accreditato presso un Organismo di Certificazione (SINCERT): le attività addestrative e di sperimentazione condotte presso le aree di Perdasdefogu e di Capo S. Lorenzo comportano un notevole sforzo organizzativo ed operativo sulla gestione delle componenti ambientali; a tale scopo, la Difesa ha già adottato il richiamato «Disciplinare per la Tutela Ambientale del poligono». Il processo di gestione, iniziato con la formazione di base ed avanzata del personale, si concluderà con il monitoraggio ambientale del sito e con l'applicazione di un sistema di gestione ambientale che sia certificato secondo le regole della norma tecnica ISO 14001/2004. Allo stato, sono in corso le attività propedeutiche al conseguimento della citata certificazione ambientale;
lotto 5 - realizzazione di un sistema informativo ambientale: il sistema ha lo scopo di raccogliere, immagazzinare e rendere disponibili i dati delle attività di monitoraggio provenienti da varie fonti. I lavori svolti dalle ditte aggiudicatarie dei cinque lotti sono seguiti da un comitato di esperti proposti anche dai Comuni del territorio, dalle ASL 8 e 4, dalla Provincia di Ogliastra e dalla Regione, mentre la relazione finale sarà predisposta con la collaborazione dell'ARPAS. I risultati definitivi del monitoraggio saranno disponibili entro l'estate dell'anno in corso; allo stato attuale, gli esiti parziali confermano, comunque, quanto emerso nell'ambito dell'indagine - cui ho fatto cenno in precedenza - avviata nel 2002.

Concludendo, l'azione della Difesa è improntata alla massima trasparenza ed indirizzata ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alle esigenze di addestramento e di aggiornamento tecnologico delle Forze armate, alla sicurezza ed all'impatto ambientale.

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ALLEGATO 2

Schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2009 (Atto n. 210).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La IV Commissione Difesa,
esaminato lo schema di decreto ministeriale n. 210 concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2009;
premesso che il presente schema di decreto evidenzia una sensibile riduzione sia delle unità immobiliari costituenti il patrimonio abitativo del patrimonio della Difesa, che passano da 18.421 a 15.116 unità, sia del numero degli immobili oggetto di dismissione che si riduce da 3.131 a 308 unità;
preso atto dei chiarimenti del Governo secondo cui:
la diminuzione del numero di unità immobiliari costituenti il patrimonio abitativo della Difesa è da attribuire alle dismissioni programmate nel decreto concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2008, con una differenza di 26 alloggi in più dovuta a nuove acquisizioni immobiliari;
le citate dismissioni programmate non sono state ancora attuate in quanto il decreto ministeriale recante il regolamento per l'attuazione del programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio per il personale militare, che prevede procedure e tempi per le alienazioni, non è stato ancora pubblicato, essendo stato adottato soltanto il 18 maggio 2010 e registrato dalla Corte dei conti in pari data;
le dismissioni programmate dal presente schema di decreto sono state determinate alla luce delle esigenze funzionali del dicastero;

rilevato che gli alloggi di cui è stata programmata l'alienazione nel quadro del piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2008, non essendo stati ancora dismessi, continuano a far parte del patrimonio abitativo della Difesa;
ritenuto pertanto che i predetti alloggi dovrebbero essere compresi sia nell'allegato 1 dello schema di decreto in oggetto, che indica l'ammontare complessivo degli alloggi di servizio, sia nel successivo allegato 2 che reca l'ammontare degli alloggi di cui è stata programmata la dismissione, ma che non sono stati ancora dismessi;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
sia riportato nell'allegato 1 dello schema di decreto in oggetto l'ammontare complessivo degli alloggi di servizio, ivi compresi gli alloggi di cui è stata programmata l'alienazione, ma che non sono stati ancora dismessi;
sia conseguentemente indicato nell'allegato 2 l'ammontare complessivo degli alloggi di servizio di cui è stata programmata l'alienazione, ma che non sono stati ancora dismessi, ivi compresi quelli individuati nel piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2008.