CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 giugno 2010
338.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Progetto di decisione del Consiglio che fissa l'organizzazione e il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna. (8029/10 POLGEN 43).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea,
esaminato il progetto di decisione del Consiglio che fissa l'organizzazione e il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna;
premesso che:
la creazione del Servizio, insieme al rafforzamento del ruolo e delle competenze dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, costituisce una delle novità più significative del Trattato di Lisbona per cui è necessario che essa si realizzi in modo da valorizzarne appieno tutte le potenzialità;
le trattative svolte a livello europeo tra i diversi Stati membri, la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno evidenziato orientamenti differenti e fatto emergere diverse proposte in particolare per quanto concerne la collocazione del Servizio, il suo rapporto con le istituzioni dell'UE e il suo grado di autonomia;
in particolare, il Parlamento europeo si è fatto interprete di una duplice esigenza: quella di far prevalere una visione più «comunitaria» sulle competenze del Servizio, meno ancorata alle funzioni proprie degli Stati membri, e quella di poter disporre di strumenti e procedure efficaci per il monitoraggio dell'attività svolta dal Servizio, soprattutto per i profili che attengono al bilancio;
al di là delle diverse posizioni espresse dalle varie istituzioni europee, appare certamente fondato e condivisibile l'obiettivo di assicurare un efficace ed effettivo controllo democratico sulla Pesc, che implica il coinvolgimento dei Parlamenti dell'UE nel controllo sul Servizio;
devono essere respinti fermamente i tentativi di introdurre il tedesco tra le lingue di lavoro del Servizio, accanto ad inglese e francese. Oltre a configurare una palese violazione del regime linguistico, l'aggiunta di altre lingue di lavoro, quali il tedesco, che non hanno carattere veicolare nei rapporti internazionali e nella diplomazia mondiale, sarebbe manifestamente irragionevole;
rilevata altresì l'esigenza che il presente parere sia trasmesso, unitamente al documento finale approvato dalla Commissione di merito, al Parlamento europeo e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
provveda la Commissione di merito a segnalare al Governo l'esigenza di adoperarsi per:
1) preservare l'autorevolezza e le capacità operativa del Servizio, a prescindere dal suo incardinamento nell'ambito di una delle istituzioni dell'UE già esistenti ovvero dalla sua piena indipendenza, comunque prevedendo procedure e strumenti specifici per consentire il controllo

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sull'attività svolta dallo stesso Servizio in primo luogo da parte dei Parlamenti dell'UE;
2) assicurare l'applicazione rigorosa per le nomine di un criterio meritocratico, garantendo contestualmente una equilibrata ripartizione geografica. A tal fine è indispensabile che l'Italia sostenga con fermezza le proprie candidature, tenuto conto delle recenti disposizioni sul potenziamento del personale diplomatico introdotte anche al fine di consentire la progressiva sostituzione di personale da distaccare a Bruxelles presso il Servizio;
3) opporsi, nel pieno rispetto del regime linguistico dell'Unione europea, all'introduzione di ulteriori lingue di lavoro del Servizio accanto alle lingue veicolari consolidate nei rapporti internazionali e nella diplomazia mondiale, inglese e francese. Ove si prospettasse la previsione di ulteriori lingue di lavoro, l'Italia dovrebbe chiedere con fermezza l'introduzione anche dell'italiano;

e con le seguenti osservazioni:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare al Governo:
a) l'esigenza di assicurare il più stretto coordinamento del Servizio con le attività e le competenze proprie della Commissione europea in materia di relazioni esterne in modo da evitare la dispersione di risorse e garantire la coerenza complessiva dell'azione svolta sugli scenari internazionali dall'UE;
b) la necessità di introdurre, data la delicatezza dei compiti che il Servizio sarà chiamato a svolgere, sia pure coordinandosi con le diplomazie degli Stati membri, una forma di controllo sulle nomine dei capidelegazione, in modo da valutare l'idoneità dei candidati.

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ALLEGATO 2

Progetto di decisione del Consiglio che fissa l'organizzazione e il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna. (8029/10 POLGEN 43).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XIV Commissione Politiche dell'Unione europea;
esaminato il progetto di decisione del Consiglio che fissa l'organizzazione e il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna;
premesso che:
la creazione del Servizio, insieme al rafforzamento del ruolo e delle competenze dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, costituisce una delle novità più significative del Trattato di Lisbona per cui è necessario che essa si realizzi in modo da valorizzarne appieno tutte le potenzialità;
le trattative svolte a livello europeo tra i diversi Stati membri, la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno evidenziato orientamenti differenti e fatto emergere diverse proposte in particolare per quanto concerne la collocazione del Servizio, il suo rapporto con le istituzioni dell'UE e il suo grado di autonomia;
in particolare, il Parlamento europeo si è fatto interprete di una duplice esigenza: quella di far prevalere una visione più «comunitaria» sulle competenze del Servizio, meno ancorata alle funzioni proprie degli Stati membri, e quella di poter disporre di strumenti e procedure efficaci per il monitoraggio dell'attività svolta dal Servizio, soprattutto per i profili che attengono al bilancio;
al di là delle diverse posizioni espresse dalle varie istituzioni europee, appare certamente fondato e condivisibile l'obiettivo di assicurare un efficace ed effettivo controllo democratico sulla Pesc, che implica il coinvolgimento dei Parlamenti dell'UE nel controllo sul Servizio;
devono essere respinti fermamente i tentativi di introdurre il tedesco tra le lingue di lavoro del Servizio, accanto ad inglese e francese. Oltre a configurare una palese violazione del regime linguistico, l'aggiunta di altre lingue di lavoro, quali il tedesco, che non hanno carattere veicolare nei rapporti internazionali e nella diplomazia mondiale, sarebbe manifestamente irragionevole;
rilevata altresì l'esigenza che il presente parere sia trasmesso, unitamente al documento finale approvato dalla Commissione di merito, al Parlamento europeo e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico,

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
provveda la Commissione di merito a segnalare al Governo l'esigenza di adoperarsi per:
1) preservare l'autorevolezza e le capacità operativa del Servizio, da incardinare preferibilmente presso la Commissione europea, comunque prevedendo procedure e strumenti specifici per consentire il controllo sull'attività svolta dallo stesso Servizio in primo luogo da parte dei Parlamenti dell'UE;

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2) assicurare l'applicazione rigorosa per le nomine di un criterio meritocratico, garantendo contestualmente una equilibrata ripartizione geografica. A tal fine è indispensabile che l'Italia sostenga con fermezza le proprie candidature, tenuto conto delle recenti disposizioni sul potenziamento del personale diplomatico introdotte anche al fine di consentire la progressiva sostituzione di personale da distaccare a Bruxelles presso il Servizio;
3) opporsi, nel pieno rispetto del regime linguistico dell'Unione europea, all'introduzione di ulteriori lingue di lavoro del Servizio accanto alle lingue veicolari consolidate nei rapporti internazionali e nella diplomazia mondiale, inglese e francese. Ove si prospettasse la previsione di ulteriori lingue di lavoro, l'Italia dovrebbe chiedere con fermezza l'introduzione anche dell'italiano;

e con le seguenti osservazioni:
valuti la Commissione di merito l'opportunità di segnalare al Governo:
a) l'esigenza di assicurare il più stretto coordinamento del Servizio con le attività e le competenze proprie della Commissione europea in materia di relazioni esterne in modo da evitare la dispersione di risorse e garantire la coerenza complessiva dell'azione svolta sugli scenari internazionali dall'UE;
b) la necessità di introdurre, data la delicatezza dei compiti che il Servizio sarà chiamato a svolgere, sia pure coordinandosi con le diplomazie degli Stati membri, una forma di controllo da parte del Parlamento europeo sulle nomine dei capidelegazione, in modo da valutare l'idoneità dei candidati.

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ALLEGATO 3

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante istituzione e gestione del registro pubblico degli abbonati che si oppongono all'utilizzo del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali. Atto n. 215.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XIV Commissione,
esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante istituzione e gestione del registro pubblico degli abbonati che si oppongono all'utilizzo del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) provveda la Commissione di merito, all'articolo 4, comma 2, ad aggiungere dopo la parola: «garantiti» la seguente: «improrogabilmente»;
2) provveda la Commissione di merito, all'articolo 11, comma 1, a sostituire le parole: «nel primo semestre» con le seguenti: «nel primo anno».