CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 aprile 2009
170.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.10.

Disposizioni in materia di sicurezza pubblica.
C. 2180 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 28 aprile 2009.

Renato Walter TOGNI (LNP), relatore, ricorda che la notte scorsa, le Commissioni di merito hanno concluso l'esame degli emendamenti e approvato il nuovo testo del provvedimento in titolo. Al riguardo, specifica che, per quanto riguarda le disposizioni di competenza della VIII Commissione, le Commissioni di merito hanno apportato solo alcune limitate modifiche di carattere tecnico, che vanno dall'opportuno coinvolgimento del Ministero delle infrastrutture nella definizione delle norme applicative dell'articolo 23 - che rafforza i controlli anticriminalità nei cantieri - ad una più precisa definizione della fattispecie prevista dall'articolo 34 in materia di lotta alle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. È stato, inoltre, soppresso l'articolo 61 che recava disposizioni in merito al programma di edilizia residenziale destinato agli appartenenti alle forze dell'ordine. Pertanto, come anticipato nella seduta di ieri, riferisce di avere predisposto una proposta di parere favorevole con una osservazione, che sottopone alla Commissione raccomandandone l'approvazione (vedi allegato).

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Tommaso FOTI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore. Nel segnalare in particolare le novità introdotte all'articolo 23 del disegno di legge, esprime piena condivisione per il contenuto dell'osservazione apposta alla proposta di parere favorevole, utile ad ampliare il più possibile il campo di applicazione della norma.

Agostino GHIGLIA (PdL), condividendo le osservazioni del collega Foti, sottolinea la rilevanza delle norme di cui agli articoli 7 e 8, che contribuiscono a reprimere il fenomeno dei cosiddetti «graffitari», responsabili del danneggiamento di monumenti ed immobili di pregio nei centri storici, a detrimento delle potenzialità sul piano culturale e turistico delle città italiane. Richiamando le inopportune consulenze affidate in passato anche dal Comune di Torino per la valorizzazione dei graffiti urbani, ritiene che tale pratica rappresenti un'autentica forma di violenza nei confronti dei cittadini e che l'intervento normativo in esame sia necessario e tempestivo.

Carmen MOTTA (PD) rileva preliminarmente che l'osservazione contenuta nella proposta di parere predisposta dal relatore coglie un punto senz'altro condivisibile dal gruppo del partito democratico. Ricorda, peraltro, che un'analoga proposta emendativa è stata presentata da un deputato del suo gruppo in sede di esame del provvedimento presso le Commissioni di merito, ma che in quella circostanza la maggioranza ha ritenuto di respingerla. Detto questo per testimoniare da un lato il positivo lavoro svolto dal relatore e dall'altro dall'altro per stigmatizzare l'atteggiamento di chiusura pregiudiziale della maggioranza verso qualsiasi proposta dell'opposizione, ritiene doveroso svolgere alcune brevi considerazioni sull'intervento del deputato Ghiglia. Al riguardo, osserva che l'immagine di una sinistra che sta dalla parte di chi imbratta i muri è grottesca e puramente propagandistica e riferisce che, ad esempio, nella sua città, sindaci e amministratori di centrodestra si sono ripetutamente espressi in termini non punitivi nei confronti dei graffitari, individuando anzi appositi spazi e aree da mettere a loro disposizione. Aggiunge, inoltre, che se proprio si volesse discutere delle iniziative e delle posizioni assunte dagli amministratori locali nei confronti di questo fenomeno e più in generale nei confronti dei comportamenti dei giovani, allora si dovrebbe tenere conto delle diverse sensibilità e atteggiamenti culturali degli amministratori non meno che delle diverse visioni e dei diversi programmi politico-amministrativi.
Passando, quindi, alle questioni di merito, sottolinea preliminarmente che a suo avviso non ci si possa esimere dall'esprimere un giudizio complessivo sul provvedimento in esame, che per il suo gruppo è negativo, pur riconoscendo che in questa sede la discussione debba vertere principalmente sulle disposizioni di competenza della VIII Commissione. Nel rilevare, peraltro, che anche sotto questo profilo il giudizio del gruppo del partito democratico non può non essere negativo, passa ad illustrare in via esemplificativa le ragioni politiche per le quali anche alcune disposizioni che in astratto appaiono dirette al raggiungimento di obiettivi condivisibili, come ad esempio quelle contenute negli articoli 23 e 34 in materia di lotta alle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, risultano apertamente contraddette dal complesso delle politiche poste in atto dal Governo che hanno indebolito pesantemente le politiche per la sicurezza e il rispetto della legalità nei cantieri.
In conclusione, ribadisce che il partito democratico, che pure ha condiviso e contribuito a migliorare alcune misure del provvedimento, come ad esempio quelle dirette a rafforzare la sicurezza stradale, esprime una valutazione fortemente negativa sul complesso di un provvedimento basato sulla inammissibile equiparazione politica fra immigrazione e criminalità e caratterizzato da norme del tutto inaccettabili come quella che impone a tutti i

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pubblici ufficiali, anche dopo l'apparente esclusione dei medici, di denunciare gli immigrati clandestini.
Infine, sotto il profilo procedurale e del corretto andamento dei lavori parlamentari, denuncia la pesante forzatura operata dalla maggioranza, la quale ha preteso di avviare in questa settimana la discussione in Assemblea del provvedimento in esame, comprimendo irragionevolmente i tempi del suo esame e le possibilità di migliorarne il testo, al solo scopo di ottenere la prossima settimana il contingentamento dei tempi del dibattito. Nel denunciare, quindi, il rischio gravissimo e oggi più che probabile, dell'apposizione da parte del Governo della fiducia sul provvedimento in esame, che pure contiene un numero rilevante di norme e disposizioni che incidono direttamente sui diritti delle persone, annuncia il voto contrario del gruppo del partito democratico sulla proposta di parere presentata dal relatore.

La Commissione approva la proposta di parere presentata dal relatore.

La seduta termina alle 14.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.50.

Schema di ripartizione dello stanziamento iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno 2009, relativo a contributi in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 71.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Guido DUSSIN (LNP), relatore, nel prendere atto, preliminarmente, dell'assenza del rappresentante del Governo, riferisce che il Ministro dell'ambiente, in attuazione della normativa vigente, ha inviato alle Camere la proposta di riparto dei fondi di competenza del suo dicastero per l'anno 2009, ai fini dell'espressione del parere della VIII Commissione. Al riguardo, rileva anzitutto che lo schema di riparto, come del resto avvenuto anche negli anni precedenti, non è accompagnato dai rendiconti annuali degli enti ammessi al finanziamento, secondo quanto previsto, invece, dal comma 40 dell'articolo 1 della legge n. 549 del 1995.
Passando all'illustrazione dello schema di decreto, osserva sinteticamente che gli stanziamenti complessivi per il 2009, rispetto al 2008, passano da 63,8 a 56,2 milioni di euro, con una riduzione in termini assoluti di circa 7,6 milioni di euro e una riduzione percentuale di circa 11,9 per cento. Pur precisando che da tale riduzione andrebbero sottratti 2,5 milioni di euro che fino all'anno scorso erano stati attribuiti all'INFS, oggi accorpato all'ISPRA, rileva, da un lato, che si tratta di una riduzione significativa, dall'altro, che essa appare in linea con i principi di contenimento della spesa pubblica. Su questo punto, aggiunge che secondo quanto emerge dalla relazione governativa, l'evidente riduzione degli stanziamenti ha comportato la necessità di operare «una riduzione proporzionale al contributo ordinario destinato a ciascun ente».
Sotto un diverso profilo, inoltre, osserva che, come di consueto, la ripartizione riguarda non solo i Parchi nazionali - ai quali, peraltro, viene assegnata la gran parte dei fondi - ma anche le Riserve naturali dello Stato; i cosiddetti «Parchi museo» (Parco tecnologico e archeologico delle colline metallifere grossetane; Parco museo delle miniere dell'Amiata e Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche), alcune Convenzioni internazionali per le quali lo Stato è chiamato a versare un contributo annuale di adesione (Convenzione di Rio de Janeiro sulla biodiversità, Convenzione di Bonn e Convenzione sul commercio di flora e fauna minacciate da estinzione) e, infine, le cosiddette azioni di rilevanza nazionale.

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Rileva, inoltre, che, a differenza degli anni scorsi, lo schema di decreto non reca contributi a favore dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare e dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, in quanto essi sono stati accorpati, insieme all'APAT, in un unico istituto, l'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dall'articolo 28 del decreto-legge n. 112 del 2008.
Nel richiamare la documentazione prodotta dagli Uffici per il dettaglio dei contenuti del provvedimento in esame e delle differenze con i precedenti schemi di riparto, sottolinea, peraltro, che esso conferma i criteri di riparto dei fondi adottati lo scorso anno e introdotti per la prima volta nel 2007 su espressa richiesta della VIII Commissione. Sulla base di tali criteri, si dispone che ogni Ente Parco riceva una quota di contributi destinata alla copertura dei costi fissi di struttura relativi al personale, agli organi degli enti, costi di funzionamento delle strutture, eccetera, e un'ulteriore quota di contributi calcolata sulla base di parametri che sono espressione della complessità territoriale ed amministrativa di ciascun ente parco, nonché di alcune condizioni relative alla loro efficienza gestionale, fra le quali segnala l'approntamento degli strumenti programmatici e le giacenze di cassa.
Per concludere, nel preannunciare un orientamento favorevole in ordine al provvedimento in esame, che risulta peraltro indispensabile per garantire il funzionamento dei parchi nazionali, ritiene che l'assenza del rappresentante del Governo renda opportuno un rinvio del dibattito che, a suo avviso, dovrà essere approfondito e tale da consentire alla Commissione di ricevere dal Governo gli opportuni chiarimenti sui punti principali emersi dall'analisi del provvedimento in esame. In particolare, ritiene che sia utile acquisire dal Governo chiarimenti sulla concreta possibilità di valorizzare, fin da quest'anno, la verificata capacità dei parchi di attirare risorse aggiuntive rispetto ai contributi ministeriali; sulla necessità di portare a conoscenza della Commissione i bilanci degli enti parco o, quantomeno, gli elementi essenziali dei loro rendiconti, per rispetto del dato normativo e, non meno importante, per porre in concreto la Commissione nella condizione di operare una valutazione quanto più possibile completa e consapevole; sulla volontà di operare nella direzione - già emersa con chiarezza lo scorso anno dal dibattito in Commissione -, di porre in essere misure capaci di premiare gli Enti parco maggiormente impegnati in una politica di programmazione territoriale tendente a raggiungere un equilibrio ottimale tra economia e ambiente e a trasformare il sistema vincolistico, che oggi regna nella maggior parte dei parchi, in opportunità di sviluppo dei territori ricompresi all'interno del perimetro delle aree protette; sulla opportunità, infine, di promuovere le iniziative necessarie affinché, con la riforma del «federalismo fiscale» e con l'assegnazione di risorse proprie alle regioni, sia possibile assicurare nei prossimi anni una maggiore disponibilità finanziaria a favore della salvaguardia e dello sviluppo dei parchi nazionali, anche e soprattutto attraverso un maggior coinvolgimento delle comunità locali nella gestione di tali aree e un più stretto rapporto fra i parchi e gli enti territoriali che sono i principali attori chiamati a contribuire al governo del territorio e alla vita stessa delle relative comunità.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento.

Sull'ordine dei lavori.

Raffaella MARIANI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime anzitutto amarezza per quanto accaduto ieri in Assemblea. Giudica molto grave il fatto che il presidente della Commissione e la maggioranza non abbiano avvertito il dovere di difendere il punto di vista espresso dalla VIII Commissione con l'approvazione all'unanimità del parere condizionato con cui si chiedeva di ripristinare il doppio

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parere parlamentare sulla delega ambientale prevista dall'articolo 12 del cosiddetto collegato ordinamentale. Pur comprendendo le differenze fra le posizioni politiche, ritiene che quanto accaduto ieri in Assemblea mini fortemente la fiducia del suo gruppo nella possibilità concreta di svolgere un lavoro comune fra maggioranza e opposizione, ciascuno nel proprio ruolo, all'interno della VIII Commissione; mini fortemente la fiducia nel presidente della VIII Commissione il quale non ha avvertito l'esigenza di prendere la parola in Assemblea per spiegare le ragioni che erano alla base della proposta emendativa in questione; mini fortemente la fiducia nell'operato di quei colleghi che prima hanno cooperato per il conseguimento di un risultato positivo per la Commissione e poi si sono «tirati indietro».

Salvatore MARGIOTTA (PD), nell'esprimere piena condivisione per quanto affermato dal capogruppo del partito democratico, onorevole Mariani, esprime il proprio personale sconcerto per quanto avvenuto ieri in Assemblea. Si è trattato, a suo avviso, di un episodio, la cui gravità è testimoniata dal fatto che l'intero gruppo del partito democratico si è trovato costretto ad abbandonare i lavori dell'Assemblea e che lo stesso presidente Soro è dovuto intervenire. Ritiene anch'egli che quanto accaduto segna, all'interno della Commissione, un vulnus nei rapporti fra la maggioranza e l'opposizione, che i deputati del partito democratico avevano fin qui improntato sempre al rispetto dei ruoli, alla piena affermazione di un metodo di lavoro comune e alla ricerca di un punto di equilibrio fra le ragioni della maggioranza e quelle dell'opposizione. Con riferimento a quanto accaduto ieri in Assemblea, desidera riferire, inoltre, la propria convinzione che qualsiasi proposta e ipotesi di mediazione fosse stata avanzata dall'opposizione, essa sarebbe stata respinta e rigettata dalla maggioranza pregiudizialmente e strumentalmente. Ritiene in ogni caso che la richiesta del doppio parere parlamentare sulla delega ambientale e le ragioni che ne sono alla base restino del tutto confermate, se davvero si vuole porre la Commissione in condizione di esercitare al meglio il proprio ruolo e le proprie prerogative. Con rammarico, tuttavia, nel ricordare i precedenti fortemente negativi del decreto legislativo n. 188 del 2008 e del decreto legislativo n. 30 del 2009, giudica che quella di ieri sia stata l'ennesima occasione persa per «battere un colpo» da parte del presidente della Commissione e della maggioranza a difesa del ruolo della Commissione e per esigere il rispetto che è dovuto all'istituzione parlamentare da parte del Governo e del Ministro dell'ambiente.

Guido DUSSIN (LNP), rispondendo ai deputati Mariani e Margiotta, precisa che egli non aveva concordato alcunché con i colleghi dell'opposizione in vista della seduta dell'Assemblea di ieri. Osserva, inoltre, che l'iniziativa da lui assunta con la presentazione dell'emendamento poi ritirato ha creato un'opportunità per far venire alla luce la reale posizione del Governo, al di là del parere espresso sulla proposta emendativa. Sotto questo profilo, ritiene che tale iniziativa avrebbe potuto tramutarsi in una condizione favorevole per rafforzare il ruolo e il lavoro della Commissione, condizione che rischia di essere vanificata dalla polemica sollevata dall'opposizione. Precisa, altresì, che il suo gruppo mantiene la disponibilità a riproporre, anche con una specifica iniziativa legislativa, la questione relativa al doppio parere parlamentare sulla delega ambientale, ma che se l'opposizione decidesse di assumere un atteggiamento di chiusura non potrebbe che prenderne atto, sia pure con rammarico.

Tommaso FOTI (PdL), in riferimento a quanto testé osservato dai colleghi di opposizione, precisa che quanto avvenuto in Assemblea nel corso dell'esame del disegno di legge recante disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, nonché in materia di processo civile (C. 1441-bis-C), sia frutto di una situazione confusa, considerato che sugli aspetti di merito, sia nel corso dell'esame

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in Commissione che presso l'Assemblea, non sono emerse profonde differenze di vedute tra i due schieramenti, se non per limitati aspetti attinenti alla materia processualcivilistica. A suo avviso, è innegabile sul piano formale la responsabilità delle Commissioni di merito nel non avere accolto il parere favorevole condizionato, approvato dalla VIII Commissione con i voti di maggioranza e opposizione. Sul piano del merito, ricorda che la procedura del doppio passaggio parlamentare è stata contemplata per la prima volta dalla legge 15 dicembre 2004, n. 308, recante delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione della legislazione in materia ambientale, in considerazione dell'eccezionale ampiezza dell'intervento normativo, in difformità rispetto a quanto è avvenuto con il provvedimento C. 1441-bis-B. Ritiene altresì che vada riconosciuto il fatto che le Commissioni di merito non sono vincolate ad accogliere la condizione apposta al parere approvato o a motivare la propria decisione. Ritiene che debba essere semmai svolta un'accurata riflessione sulla circostanza che ha visto la Commissione ambiente assegnataria in mera sede consultiva di un provvedimento che conteneva una norma di delega in materia ambientale. A questo punto ritiene che vi siano due soluzioni da valutare: insistere per l'approvazione di una norma che preveda espressamente il doppio passaggio parlamentare per l'esercizio della delega ambientale, ricorrendo eventualmente ad una proposta di legge ad hoc, oppure esprimere in sede consultiva un parere il più possibile articolato ed organico, per cogliere appieno la sola occasione che la Commissione ha a disposizione per incidere sul provvedimento di delega.
Rileva quindi la necessità di non drammatizzare quanto accaduto in Assemblea, considerato che vi è una casistica costante di emendamenti ritirati dalla maggioranza, fatti propri dall'opposizione per poi essere respinti. Peraltro, sottolinea che tale pratica è nella maggior parte dei casi finalizzata, sul piano tecnico, a precludere al proponente dell'emendamento ritirato la trasformazione in ordine del giorno. Ritiene che in Commissione sussistono le condizioni politiche per un superamento dell'impasse, fermo restando il ruolo della Commissione nella valutazione sulla conformità dei decreti legislativi ai principi e criteri di delega.

Alessandro BRATTI (PD), in merito a quanto emerso sui lavori dell'Assemblea di ieri, rileva che i gruppi di opposizione si sono limitati fin qui a cogliere segnali negativi da parte della maggioranza, a fronte di una disponibilità della minoranza alla collaborazione, confermata in numerose occasioni. Si tratta di segnali che palesano inoltre una scarsa considerazione da parte del Governo nei confronti del lavoro e dell'impegno profuso dalle opposizioni, come se tale disponibilità potesse significare in qualche modo debolezza dell'opposizione. Così non è e, alla luce di quanto accaduto ieri, appare inevitabile e anche necessario che l'opposizione si interroghi su come esercitare il proprio ruolo, al tempo stesso ponendo alla maggioranza e al presidente della Commissione analogo interrogativo.

Angelo ALESSANDRI, presidente, rivolgendosi al collega Bratti, richiamando la propria esperienza politica a livello locale presso il Comune di Reggio Emilia e la tradizionale durezza del confronto con le forze politiche di maggioranza di sinistra, ritiene che quanto prospettato dagli esponenti dei gruppi di opposizione riveli un ingiustificato atteggiamento negativo. Con riferimento alla vicenda relativa alla norma del collegato ordinamentale contenente la delega ambientale, ricorda di avere posto, fin dall'inizio, con convinzione, la questione del ruolo della Commissione ambiente mediante l'iniziativa - che ha avuto esito positivo - volta ad ottenere dalla Presidenza della Camera il rafforzamento del parere, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento. Così come non vi era un dovere del Presidente della Commissione all'assunzione di tale iniziativa, la maggioranza non era tenuta alla presentazione della proposta

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emendativa in Assemblea. Quanto accaduto ieri in Assemblea, è da ricondurre piuttosto ad una situazione confusa e ad un momentaneo deficit di comunicazione con il rappresentante del Governo. A suo avviso, in questo caso l'opposizione non ha colto l'occasione per approfondire la questione sostanziale della contrarietà del Governo sulla questione di merito e quella non meno importante, prima evidenziata dal deputato Dussin, di una doppia e contraddittoria valutazione in ambito governativo, ed ha alimentato, a suo avviso sbagliando, una polemica fra maggioranza e opposizione in seno alla Commissione, invece di dare il giusto risalto alla contrarietà del Governo sulla questione di merito.
Sottolinea inoltre che la Commissione non ha mancato neanche in questa circostanza di svolgere con coerenza e fino in fondo il proprio ruolo, come ha dimostrato in svariate occasioni in cui sono stati raggiunti obiettivi rilevanti per l'opposizione. Infine, nel ribadire la pregnanza delle iniziative assunte per stigmatizzare la mancata considerazione da parte del Governo del parere favorevole con condizione espresso dalla Commissione, ricorda il particolare contesto politico attuale, caratterizzato da toni pre-elettorali che almeno in parte possono spiegare circostanze analoghe a quella verificatasi ieri.

Tommaso FOTI (PdL), intervenendo sui lavori della Commissione, segnala al presidente l'esigenza che il Governo venga a riferire sui gravi fenomeni alluvionali che hanno colpito nei giorni scorsi gran parte del Nord Italia e, in particolare, la regione Piemonte, richiamando l'attenzione della gravità dell'emergenza in cui sono venuti a trovarsi soprattutto quei piccoli e piccolissimi comuni, i quali non possono in alcun modo fronteggiare gli eventi calamitosi, anche per mancanza delle necessarie risorse finanziarie.

Stefano ESPOSITO (PD), intervenendo anch'egli sui lavori della Commissione, in considerazione dell'imminente riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prospetta l'opportunità che la Commissione proceda all'audizione del Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, Altero Matteoli, e del Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, in considerazione del fatto che, dopo la firma a gennaio 2009 dell'importante accordo-quadro fra Governo e Regione Piemonte sulla realizzazione della linea AV/AC Torino-Lione, il Governo non ha provveduto, contrariamente agli impegni assunti, a reperire le risorse indispensabili per il concreto avvio dei lavori per la realizzazione dell'infrastruttura in questione, e in particolare per la realizzazione delle opere di compensazione ad essa collegate.

La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 29 aprile 2009.

Predisposizione del programma dei lavori per il periodo maggio-giugno 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.40.