CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 novembre 2009
252.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

Giovedì 26 novembre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 10.05.

7-00211 Narducci: Sulle celebrazioni all'estero del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00058).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Franco NARDUCCI (PD) illustra la risoluzione in titolo sottolineando l'importanza dell'anniversario come tappa della storia del nostro Paese: l'Unità d'Italia, attualmente oggetto di un vivo dibattito, è alla base della nostra convivenza come popolo e come nazione. L'anniversario rappresenta dunque un'occasione per ripercorrere la storia dell'emigrazione italiana e in questo senso potrà avvalersi dello straordinario patrimonio conservato presso il Museo storico dell'emigrazione. Sottolinea che è auspicabile che le celebrazioni coinvolgano le comunità italiane all'estero, che già prima del 1861 diedero prova di una radicata coscienza nazionale, come testimonia la lapide voluta dai connazionali in Argentina nel 1854 a testimonianza della loro presenza come comunità italiana. Ricorda che per quasi un secolo è sceso il silenzio sulla vicenda dell'emigrazione italiana, quasi che si trattasse di un volto del Paese in fondo poco gradito. Nel frattempo, le nostre comunità all'estero sono cresciute, si sono irrobustite fino a rappresentare oggi una rete di collegamento importantissima per un Paese che si attestato tra le maggiori

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potenze economiche globali. Per quanto riguarda le iniziative segnalate con la risoluzione, sottolinea che esse non comportano oneri significativi ma sola buona volontà politica, avendo per riferimento organizzativo la rete delle istituzioni italiane all'estero. Tali iniziative non devono trascurare la commemorazione delle grande tragedie dei lavoratori italiani all'estero, che devono essere ricordate anche ai discendenti italiani. Nell'auspicare un largo consenso per la risoluzione in titolo, precisa che la quantificazione di otto città, suddivise per ogni grande area ai fini dell'organizzazione delle manifestazioni, è volta a non escludere nessuna delle regioni interessate dalla presenza italiana. Auspica quindi un rafforzato ruolo da parte dell'Amministrazione degli affari esteri in questo frangente, pur nella consapevolezza che non incombe sulla Farnesina la diretta responsabilità del coordinamento delle celebrazioni dell'anniversario.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA ringrazia l'onorevole Narducci per avere promosso un confronto presso la Commissione sulle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia all'estero e per avere correttamente osservato che il Ministero degli affari esteri non fa parte del Comitato interministeriale preposto all'organizzazione e coordinamento delle celebrazioni. Fa presente che la sua Amministrazione di riferimento intende indubbiamente esercitare un ruolo di sostegno e ha avanzato alcune proposte, quale l'indizione di un vertice di capi di Stato scelti tra i Paesi più interessati dall'emigrazione italiana, al fine di portare l'attenzione sul tema al più alto livello istituzionale possibile. È stata altresì avanzata la proposta di una visita del Capo dello Stato presso la città di Wolfsberg in Germania, uno dei luoghi simbolo dell'emigrazione italiana. Segnala che il Ministero degli affari esteri ha inoltre provveduto ad istituire al suo interno un comitato per l'organizzazione delle manifestazioni, che si avvarrà della rete estera. Nel ricordare il suo ruolo di presidente della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all'estero, fa presente che il tema dell'anniversario del 2011 costituirà il filo condutture di tutte le iniziative culturali che saranno assunte all'estero. Inoltre, è in via di definizione una sorta di «kit» per la realizzazione di iniziative da tenere con il sostegno del Museo dell'emigrazione italiana. Nel rappresentare le possibili concrete manifestazioni da organizzare - tra cui la proiezione di film, la diffusione di musiche e canzoni, documentari di ricostruzione storica e di materiale sulla storia del nostro Paese - auspica la fattiva collaborazione da parte delle comunità italiane residenti all'estero per il concretizzarsi di tutti i progetti. Il contributo della Farnesina consisterà altresì nella definizione di una filosofia coerente tra i diversi contesti regionali al fine di ottenere uniformità nella realizzazione delle iniziative.
Passando al testo della risoluzione in discussione, esprime il pieno consenso del Governo con la sola richiesta di riformulazione della parte dispositiva al fine di non limitare a otto il numero delle città in cui tenere gli eventi, nell'intento di includere ogni istituto italiano di cultura presente all'estero.

Stefano STEFANI, presidente, ritiene incomprensibile e sconcertante che il Ministero degli affari esteri non sia stato incluso nel Comitato interministeriale per le celebrazioni dell'anniversario, considerata l'ampia composizione che è stata comunque prevista per tale organo.

Gianni FARINA (PD) concorda pienamente con quanto testé osservato dal presidente Stefani. Sottolinea che l'unità del Paese si consolida ricostruendo la memoria e che pertanto è assai pertinente la richiesta di riformulazione avanzata dal sottosegretario, volta a coinvolgere tutti gli istituti italiani di cultura. Ritiene che nell'organizzazione delle iniziative le rappresentanze degli italiani all'estero debbano essere protagoniste, anche per non reiterare il clima di indifferenza che - comprensibilmente considerate le difficoltà che i nostri connazionali affrontavano in

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quegli anni - segnò all'estero la ricorrenza del 1961. Nel sottolineare l'abbondanza di materiale storico di cui sicuramente ci si può avvalere per realizzare le manifestazioni, sottolinea l'importanza di cogliere fino in fondo questa occasione per ricostruire il patto di solidarietà tra l'Italia e i suoi cittadini nel mondo.

Claudio D'AMICO (LNP) si associa al rammarico per la mancata inclusione della Farnesina tra le Amministrazioni incaricate delle iniziative di commemorazione dell'Unità d'Italia. Sottolinea che proprio presso le comunità italiane all'estero risulta particolarmente coltivata e salvaguardata la tradizione di dialetti presenti sul territorio italiano. Considerata la tendenza federalista verso cui è avviato il Paese, occorre a suo avviso che le celebrazioni abbiano luogo secondo questa direttrice e tendano pertanto a valorizzare e dare risalto alle specificità rappresentate nelle comunità italiane all'estero.

Mario BARBI (PD) si dissocia dalle considerazioni del collega D'Amico, che sembrano prospettare una divisione etnica del popolo italiano, mentre la nostra Costituzione parla di un solo popolo italiano che riconosce e tutela le minoranze, anche linguistiche, presenti sul territorio. Ricorda che la legislazione non manca di assicurare tutela alle lingue storiche riconosciute e considera importante che il Governo chiarisca la propria posizione in merito, senza chiamare in causa la questione della riforma in senso federale dello Stato.

Gianni FARINA (PD) segnala tra le iniziative già avviate un evento di grandi dimensioni previsto a Chambéry, in Alta Savoia, a cui prenderà parte, finalizzato a coinvolgere l'importante comunità italiana presente in quel contesto.

Franco NARDUCCI (PD), intervenendo in sede di replica e sulla proposta di riformulazione del Governo, che accoglie, riconosce al sottosegretario di avere svolto un'ampia riflessione e di avere prospettato iniziative che vanno anche oltre le aspettative. Osserva che il centocinquantesimo anniversario costituisce un momento celebrativo per il nostro Paese, destinato a fare emergere da un lato le specificità regionali che all'estero sono effettivamente molto sentite, ma anche la grande commistione tra tali specificità e il forte senso di appartenenza ad una comune identità italiana. Considerato che la storia del Paese già costituisce materia di studio nelle scuole italiane all'estero, ritiene che l'anniversario debba rappresentare l'occasione per un approfondimento sulla storia dell'emigrazione italiana. Si associa quindi alle parole di rammarico usate dal presidente Stefani e dai colleghi intervenuti sulla mancata inclusione del Ministero degli affari esteri nel Comitato interministeriale per l'organizzazione delle celebrazioni, auspicando che l'anniversario aiuti a non disperdere il patrimonio di risorse italiane, anche di tipo produttivo, presenti in tutto il mondo.

Stefano STEFANI, presidente, formula una proposta di riformulazione della parte dispositiva della risoluzione al fine di auspicare che anche il Ministro degli affari esteri sia incluso nel Comitato interministeriale istituito per le celebrazioni dell'anniversario dell'Unità d'Italia.

Franco NARDUCCI (PD) accoglie la proposta di risoluzione del presidente Stefani.

Claudio D'AMICO (LNP) preannuncia il proprio voto di astensione sulla risoluzione in titolo.

La Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00211, che assume il n. 8-00058 (vedi allegato).

7-00227 Stefani: Sulle relazioni bilaterali con la Repubblica di San Marino.
(Discussione e conclusione).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

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Stefano STEFANI, presidente, illustra la risoluzione di cui è primo firmatario e che è sottoscritta da tutti i deputati che lo scorso 5 novembre hanno partecipato alla riunione congiunta con la Commissione Affari esteri del Consiglio grande e generale della Repubblica di San Marino. Facendo riferimento al comunicato finale di tale riunione, si sofferma sulle preoccupazioni dei lavoratori transfrontalieri e dei cittadini italiani residenti a San Marino, rispetto alle conseguenze derivanti dallo scudo fiscale. Nel valutare positivamente i passi avanti della legislazione finanziaria sammarinese, ritiene importante attuare gli impegni assunti a livello diplomatico ed inviare un segnale politico di amicizia, corrispondendo alle attese di una popolazione così vicina all'Italia.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA ripercorre l'evoluzione dei rapporti bilaterali con la Repubblica di San Marino nel corso dell'ultimo anno, dall'insediamento del nuovo governo sammarinese nel dicembre 2008, evidenziandone l'impegno immediato a convergere sugli standard dell'OCSE. Osserva che, non a caso, alla fine di marzo del 2009, il ministro degli esteri italiano ritornava a San Marino per la prima volta dopo dodici anni e sottoscriveva con il suo omologo una dichiarazione congiunta per la conclusione di due importanti accordi in campo finanziario e fiscale. Nel chiarire che la procedura ha subito un arresto nei mesi estivi per la coincidenza con l'introduzione dello scudo fiscale, ma anche con il fallimento della banca Delta, dà notizia che oggi è stato siglato l'accordo finanziario e che domani il Presidente del Consiglio riceverà i Capitani reggenti, mentre a breve sarà siglato anche l'accordo fiscale. Tale svolta positiva è stata resa possibile dalla buona volontà di San Marino di completare l'adeguamento alla normativa internazionale. Segnala al riguardo le innovazioni legislative in tema di vigilanza sul credito e di poteri della banca centrale. Fermo restando che le responsabilità del passato sono condivise e che si trattava di uscire da una situazione anomala - come confermato dal noto episodio dell'indagine della nostra Guardia di finanza presso il Consolato sammarinese a Rimini, in cui però risultano avere la residenza alcune migliaia di cittadini italiani - ritiene che si siano concordati i termini per una nuova stagione delle relazioni bilaterali e conclusivamente dichiara di accettare a nome del Governo la risoluzione in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, accoglie con soddisfazione le novità rese note dal sottosegretario Mantica e ritiene che la Commissione abbia contribuito al conseguimento del risultato positivo. Ricorda che la Commissione Affari esteri sammarinese restituirà la visita, per cui presto sarà possibile tenere una seconda riunione congiunta ed approfondire la collaborazione.

Franco NARDUCCI (PD), nel ringraziare il presidente per l'impegno profuso, ricorda l'ottima organizzazione della missione a San Marino ed il clima franco e costruttivo della discussione intercorsa. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo.

Mario BARBI (PD) si dichiara soddisfatto delle notizie ricevute dal sottosegretario che anticipano il dispositivo della risoluzione in discussione. Facendo riferimento alla riunione congiunta dello scorso 5 novembre, osserva come vi prevalesse da parte sammarinese la consapevolezza di chiudere un capitolo della propria storia e di ricondurre il sistema finanziario alla normalità internazionale, aprendo una fase di cambiamento in cui fossero però salvaguardati gli elementi sani e vitali del settore secondario e terziario cui peraltro contribuiscono significativamente i lavoratori italiani.

Claudio D'AMICO (LNP), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo, rileva comunque in questa occasione la diplomazia

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parlamentare abbia rivelato la sua indubbia utilità.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione in titolo.

7-00230 Renato Farina: Sulle relazioni bilaterali con la Confederazione Elvetica.
7-00229 Narducci: Sulle relazioni bilaterali con la Confederazione Elvetica.
(Discussione congiunta e conclusione).

La Commissione inizia la discussione delle risoluzioni in titolo.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, vertendo le risoluzioni sullo stesso argomento, la discussione avrà luogo congiuntamente.

La Commissione concorda.

Franco NARDUCCI (PD), illustrando la risoluzione a sua firma e richiamando l'intenso dibattito svoltosi sugli organi di informazione sull'impatto del cosiddetto «scudo fiscale» sui rapporti tra l'Italia e la Svizzera, sottolinea l'importanza delle buone relazioni tra i due Paesi, considerata la consistenza della comunità italiana residente nella Confederazione elvetica. Premessa la necessità di dare piena attuazione alle nuove norme, occorre operare per il mantenimento delle tradizionali buone relazioni italo-svizzere ed evitare ripercussioni negative per i lavoratori transfrontalieri italiani. Nel fare presenti le veementi reazioni del governo del Canton Ticino alle novità legislative italiane, osserva che oltre ai lavoratori transfrontalieri vi è tutto il tessuto produttivo lombardo che, pur nel quadro di un sistema di accordi presi a livello europeo, rischia di subire conseguenze negative dalla difficile situazione che si è creata. Sottolinea che la Svizzera lamenta da parte dell'Italia una carente presa d'atto dei riconoscimenti ricevuti dall'OCSE che ha espunto la Svizzera dalla «lista grigia» dei Paesi non conformi agli standard internazionali. Occorre superare il cliché, diffuso nel nostro Paese, della Svizzera quale paradiso fiscale anche al fine di non pregiudicare il negoziato tra i due Paesi in tema di doppie imposizioni. Pur ricordando che la Svizzera non ha abolito il segreto bancario, rileva che essa ha tuttavia predisposto un sistema per un più trasparente rilascio di informazioni rilevanti e sta siglando numerosi accordi per la disciplina delle doppie imposizioni, ad esempio con la Turchia. Richiama la complessa situazione relativa al monitoraggio fiscale che ha riguardato circa 40 mila cittadini italiani transfrontalieri e che in larga parte ha erroneamente valutato la posizione fiscale di tali connazionali, anche a causa delle discrepanze tra l'anagrafe degli italiani residenti all'estero dei Ministeri degli affari esteri e dell'interno. Le complesse circolari dell'Agenzia per le entrate hanno contribuito a fare confusione - come la disinformazione di molti centri di assistenza fiscale conferma - e la risoluzione vuole contribuire a chiarire che i lavoratori transfrontalieri non sono evasori e non possono pertanto essere puniti per una situazione legata alla mancanza di chiarezza da parte dell'Amministrazione dello Stato. Occorre infine tenere conto delle rilevanti relazioni tra Italia e Svizzera anche sul piano economico, considerato che nell'anno in corso la Svizzera si è attestata quale nostro secondo partner commerciale.

Renato FARINA (PdL), integrando le considerazioni del collega Narducci, illustra la risoluzione da lui presentata osservando che la regolarizzazione della situazione dei lavoratori italiani al confine con la Svizzera risponde ad un'esigenza di tipo democratico, oltre che di considerazione di aspetti economici: la Svizzera, che continua ad essere considerata il cosiddetto «forziere d'Europa», ha tradizionalmente accolto rifugiati e dissidenti politici costituendo uno spazio

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di libertà aperto ad ogni nazionalità. Ritiene però che il nostro Paese non debba farsi intimidire e debba fino in fondo perseguire i propri interessi tenendo il più possibile distinte le varie questioni. Occorre inoltre esercitare la buona diplomazia, utile a stemperare ogni eventuale tensione. Occorre altresì scongiurare ogni forma di strumentalizzazione contro l'interesse dell'Italia del possibile malcontento dei lavoratori transfrontalieri, alle cui istanze e timori si deve dare risposta soprattutto per il tramite delle più alte istituzioni rappresentative dello Stato. Auspica infine interventi più cauti da parte dell'Agenzia delle entrate, considerata la delicatezza degli interessi in gioco.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA osserva che è necessario fare chiarezza e guardare alla questione in modo oggettivo prendendo atto delle trattative in corso tra Italia e Svizzera. Se è vero che la Svizzera, per adeguarsi agli standard OCSE e ai parametri stabiliti dal G20, sta siglando un elevato numero di accordi bilaterali sulle doppie imposizioni, è anche vero che tale tipo di accordo assume un valore particolare tra Paesi confinanti. Peraltro, né il segreto bancario, né la cooperazione giudiziaria hanno a che vedere con la questione dello scudo fiscale. Non è tuttavia possibile a suo avviso arrivare ad auspicare il fallimento delle nuove norme al fine di tutelare la situazione dei transfrontalieri. Occorre perseguire l'interesse italiano avendo cura, ad esempio da parte dell'Agenzia delle entrare, di gestire la situazione in modo accurato e coerente e non attribuendo un significato politico a casi individuali altrimenti risolvibili.
Sottolinea che il vero problema è quello della fragilità della posizione dei lavoratori transfrontalieri i cui diritti riceveranno dal Governo italiano piena tutela e che possono continuare a contare comunque su un contesto di relazioni bilaterali amichevoli e collaborative.

Stefano STEFANI, presidente, concorda con la preoccupazione espressa dai presentatori delle due risoluzioni in titolo per la posizione dei lavoratori transfrontalieri, ma richiama l'attenzione sulla discutibile posizione delle aree franche di Chiasso e di Ginevra.

Gianni FARINA (PD) osserva che non si deve dimenticare come antefatto la soluzione da parte svizzera della crisi dell'UBS.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA ricorda che il crollo finanziario dell'UBS, essendo di dimensioni non sostenibili per lo Stato svizzero, è stato risolto dagli Stati Uniti.

Gianni FARINA (PD) segnala il diverso approccio all'interno della Confederazione elvetica tra il livello di governo federale e quello cantonale: maturo e lungimirante il primo, poco meditato e azzardato il secondo. Occorre altresì tenere conto del fatto che la Svizzera, pur non essendo membro dell'Unione europea, è di fatto un Paese perfettamente integrato in Europa e con un rapporto così stretto con le confinanti regioni italiane da rendere quasi evanescente la linea di confine che separa i due Stati. Inoltre, non è da trascurare l'importante opportunità per i lavoratori transfrontalieri rappresentata dal completamento della galleria ferroviaria del Monte Ceneri, nonché la prossima negoziazione della convenzione tra Italia e Svizzera con tutte le sue conseguenze sul piano fiscale.

Stefano STEFANI, presidente, fa presente ai colleghi commissari che è previsto nel 2010 lo svolgimento di una missione presso il Parlamento svizzero, a seguito di una manifestazione di disponibilità ad incontrarsi che la Commissione ha comunicato a Berna per via diplomatica.

Franco NARDUCCI (PD), intervenendo in sede di replica, osserva che la questione delle circolari del Ministero dell'economia e delle finanze non ha carattere meramente

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tecnico ma riguarda la condizione di circa duecento famiglie valtellinesi che rischiano di dovere affrontare un'incriminazione penale, oltre al sequestro dell'automobile. Occorre pertanto operare affinché il clima positivo che caratterizza i rapporti tra i due Paesi possa avere ripercussioni favorevoli anche sui lavoratori.

Renato FARINA (PdL), intervenendo a sua volta in sede di replica, esprime piena condivisione per quanto osservato dal sottosegretario Mantica e si associa all'auspicio, implicito nell'intervento del collega Narducci, per un maggior coordinamento tra le Amministrazioni degli affari esteri e dell'interno.

La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, le risoluzioni nn. 7-00230 e 7-00229.

La seduta termina alle 11.40.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Sede tra il Governo della Repubblica italiana e il Network internazionale di Centri per l'Astrofisica Relativistica in Pescara - ICRANET, fatto a Roma il 14 gennaio 2008.
C. 2815 Governo.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 251 del 25 novembre 2009, alle pagine 58, diciassettesima riga, 59, seconda colonna, quartultima riga, 78, quinta riga, 81, settima riga, 82, settima riga, e 83, settima riga, le parole: «della difesa» sono sostituite dalle seguenti: «degli affari esteri».